Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
22 September 2005
 Ufficio Stampa
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI CAGLIARI
1 – L’Unione Sarda
Pagina 20 – Cagliari
Test di Biologia: tutti dentro per decreto
«Entreranno i primi 500 in graduatoria Fuori solo in 39»
Tutti dentro. È la soluzione scelta dal rettore Pasquale Mistretta per ovviare alla debacle degli studenti ai test d'ingresso di Biologia (solo 64 su 539 hanno superato la soglia minima richiesta). «C'è stato un errore d'impostazione nei test d'ammissione - spiega il rettore- non terremo conto della selezione e faremo riferimento alla graduatoria per assegnare tutti i posti disponibili». In sostanza, entreranno quasi tutti: i partecipanti, infatti, erano 539 per 500 posti. Errore nelle selezioniL'errore è legato alle modalità della selezione, che avrebbe dovuto concludersi con una semplice graduatoria degli ammessi, a prescindere dal punteggio ottenuto. Così non è stato: la soglia minima stabilita per accedere al corso ha spiazzato gli studenti. Un problema destinato a ripetersi, come spiega Manuel Floris, rappresentante della lista Università per gli studenti: «I bandi per l'accesso alle lauree specialistiche di Scienze presentano le stesse irregolarità. Anche in quel caso dovrà intervenire il rettore?» Lacune culturaliPer il momento le scelte del Magnifico consentono l'apertura dei corsi di Biologia sperimentale e di Bioecologia, ma non affrontano il nocciolo del problema: lacune culturali di vecchia data per la maggior parte dei candidati. Basti pensare che qualcuno ha tremato di fronte a questa domanda: "Un auto cammina a 100 chilometri orari, quanti chilometri fa in tre minuti?". Un problemino da scuole elementari. «La soluzione trovata è l'unica possibile - spiega il preside di Scienze matematiche, fisiche e naturali, Roberto Crnyar - un nuovo bando avrebbe complicato le cose. Certo, per molti non sarà facile risalire la china, i ritardi verranno a galla durante i tre anni di corso». Le carenze nascono dietro i banchi di scuola? «Da almeno dieci anni si assiste all'abbassamento progressivo del livello medio di preparazione degli studenti. Il punto odierno è forse il peggiore mai raggiunto, e ho paura che il futuro non ci riserverà niente di meglio». Corsi di recupero Le 500 matricole di Biologia, poi, non potranno frequentare nessun corso di recupero per essere all'altezza delle varie lezioni: «In questa materia non esiste alcuna coordinazione tra scuole e università. Non è stato possibile stabilire un sistema di debiti formativi da attribuire a chi arriva impreparato nelle aule universitarie, si può solo sperare che gli studenti decidano autonomamente di mettersi al passo con i vari programmi».
Francesco Pala
 
2 – L’Unione Sarda
Pagina 7 – Regione
«Sì al profilattico per evitare il virus»
I giovani: prevenzione contro il diffondersi della malattia
I giovani dicono sì all'uso del profilattico per prevenire l'Aids. Non lo fanno per sentirsi "moderni" o per evitare le battute degli amici. Dicono sì perché ci credono, e apprezzano l'iniziativa dell'Anlaids e de L'Unione Sarda di distribuire con il giornale l'agenda "Virus ti spiezzo in due", e un profilattico, l'unica arma sicura per difendersi dall'Aids. E non solo. Per via sessuale, infatti, non si rischia solo il contagio della Sindrome da immunodeficienza acquisita, come precisa il preside di Medicina, Gavino Faa: «Un'idea importante, perché si deve diffondere il concetto del meglio prevenire che curare, soprattutto in un momento in cui c'è un'allarmante ripresa dell'infezione da Hiv, e soprattutto dell'epatite B e C, malattie che si trasmettono per via sessuale. Una sensibilizzazione, da parte dei mezzi di informazione, è da vedere sempre in maniera positiva: così forse prima di agire si riflette. Un messaggio che si spera venga ascoltato soprattutto dai giovani». Tenere alta l'attenzione L'agenda rosa e viola, a prima vista, non sembra possa parlare di Aids. Poi, quando i giovani capiscono che non si tratta di un gioco o uno scherzo, rispondono seriamente su temi delicati come il virus Hiv, le malattie sessualmente trasmissibili e l'uso del profilattico. «L'Aids rappresenta un'emergenza trascurata negli ultimi anni - sbotta Alessandro Scanu, 24 anni, iscritto all'Università di Cagliari -. Dopo la massiccia pubblicità che è stata fatta negli anni '90, c'è stato un po' troppo silenzio. Mentre ho letto che i casi sono nuovamente in aumento. Dunque iniziative di questo tipo sono molto utili per parlare del problema». Al suo fianco Fabrizio Cireddu, coetaneo, che commenta in maniera positiva l'idea di distribuire un preservativo: «L'utilizzo andrebbe divulgato maggiormente, mentre in Italia, e ancora di più in Sardegna, da questo punto di vista siamo ancora indietro. Sono stato all'estero, e in diversi paesi europei i distributori di preservativi sono presenti nelle scuole. Bisogna imparare a vederli come strumenti di prevenzione». Nell'immaginario collettivo invece il preservativo continua a essere visto come metodo contraccettivo. «L'Aids non scherza ? aggiunge Francesco Serratore, 23 anni, - e si deve tenera sempre alta la tensione». Una conferma che i giovani hanno le idee chiare. Iniziativa audace Di fronte all'agendina, Susanna Loddo, 24 anni, non nasconde un certo stupore. Prima di esprimere il suo parere ci riflette su qualche istante. «Certamente un'iniziativa audace ? commenta ? ma a essere sincera anche buona. Perché serve a parlare e discutere di un problema, l'Aids, sempre vivo nella nostra società. E visto che si è presa questa decisione, perché non proporla con cadenza annuale, istituendo magari una giornata di prevenzione e dibattito sull'argomento?». D'accordo sulla distribuzione dell'agenda per la campagna informativo-educativa anche Rosangela Lubrano, 34 anni, che storce il naso invece alla vista del preservativo: «Non credo sia giusto nei confronti dei minorenni, anche perché si pone un genitore davanti al fatto compiuto di dover dare delle spiegazioni, magari a un figlio piccolo. Come capita in televisione, quando ci bombarda di messaggi difficili da commentare o spiegare a un bambino. Sono invece favorevole all'agenda: parlare di Aids è sempre importante. In questo caso è più facile parlarne con i più giovani, senza dover introdurre l'argomento del preservativo». Papà non apprezzerebbe L'argomento preservativo, anche se associato alla prevenzione dell'Aids, è sempre tabù. Lo confermano due ragazze ventenni, che lodano l'iniziativa «perché c'è molto bisogno d'informazione in questo campo, soprattutto sulla sessualità e sull'utilizzo del profilattico come strumento di prevenzione, perché tra i giovani c'è molta ignoranza». Ma alla richiesta di conoscere il loro nome e cognome si nascondono dietro l'anonimato: «Papà non apprezzerebbe». Esperienza diretta «Non mi ricordo di aver mai visto una campagna del genere». Marta Serpi, 22 anni, è sorpresa alla vista dell'agenda e della bustina bianca, che contiene il profilattico. «Davvero un fatto positivo. Anche perché, finché non vivi in prima persona la malattia, perché magari ha colpito qualcuno che conosci, ti sembra qualcosa di molto lontano. Io ho avuto questa esperienza. Purtroppo molti ragazzi sono ingenui e anche incoscienti». Parlarne può servire a crescere e a riflettere.
Matteo Vercelli
 
3 – L’Unione Sarda
Pagina 13 – Economia
L'aumento dei nuovi assunti non basta a bloccare l'avanzata della disoccupazione nei primi mesi del 2005
Lavoro, crisi nera nell'industria
Sindacati e imprese chiedono un cambio di rotta
Dall'inizio del 2005 la disoccupazione ha ripreso a crescere, nonostante l'aumento degli occupati. I sindacati chiedono rimedi urgenti.
La disoccupazione cresce in Sardegna. I dati resi noti dall'Istat nei giorni scorsi descrivono un quadro non proprio rassicurante nell'Isola. Se la percentuale dei disoccupati non aumenta rispetto al secondo trimestre del 2004, si registra senza dubbio un incremento tra marzo e giugno dell'anno in corso: dal 12,2 al 13,1%. L'aumento della disoccupazione, nonostante la crescita degli occupati dimostra che l'aumento delle persone che cercano lavoro è superiore rispetto alle attuali esigenze del mercato. I sardi, dunque, cercano riparo nelle partite Iva, cresciute soprattutto per quanto riguarda l'occupazione maschile. L'analisiI sindacati si dicono preoccupati della situazione che si è venuta a creare nell'Isola. «Conferma un po' quello che diciamo da tempo», spiega Giampaolo Diana, leader della Cgil in Sardegna, «i settori produttivi, quelli manifatturieri, che producono ricchezza, soffrono, per cui servirebbe un'inversione di tendenza, soprattutto su chimica ed energia, magari già a partire dalla Finanziaria regionale». La situazione di tendenziale stagnazione viene messa in evidenza da Mario Medde, segretario regionale della Cisl, «perché settemila posti di lavoro in più sono stati registrati dall'Istat nelle costruzioni, mentre l'industria soffre, così come il turismo e i servizi». La debole spesa regionale, secondo Medde, ha un'incidenza negativa, in questa fase sull'economia isolana, «e non ci sono segnali di inversione di tendenza: la sola legge 36, che abbatte gli oneri previdenziali per i nuovi assunti, non basta». «Non è cambiato nulla», aggiunge il leader della Uil Gino Mereu, che contesta anche la cancellazione del piano straordinario per il lavoro. CommercioSul fronte del commercio, l'incremento delle partite Iva non fa ben sperare, nel senso che «non sempre all'aumento delle imprese segue anche un miglioramento sul fronte dell'occupazione», spiega Giuseppe Scura, direttore della Confcommercio di Cagliari. «La stagnazione dei consumi non fa espandere l'occupazione», aggiunge, e pesa anche il mancato riavvio della legge 215 per l'imprenditoria femminile, che negli ultimi anni aveva prodotto risultati importanti per il settore. Il Mercato cambia«Il mercato del lavoro sardo è in veloce trasformazione», osserva invece Maria Letizia Pruna, docente di sociologia economica all'Università di Cagliari, «e sta assumendo i pregi e i difetti dei mercati delle regioni più avanzate. La conferma di oltre 600 mila occupati dà una dimensione quantitativa positiva, mentre bisogna lavorare ancora molto sulla qualità per ridurre la precarietà». Su questo fronte esprime una certa preoccupazione anche Mario Medde che chiede l'applicazione delle norme della legge Biagi, «di cui tutti in Sardegna sembrano aver paura». SalernoIl Governo deve reinserire nella prossima Legge finanziaria le norme per «prorogare i trattamenti di cassa integrazione guadagni straordinaria, di mobilità e di disoccupazione speciale, già previsti da precedenti disposizioni di legge, anche in deroga alla normativa vigente in materia». Lo ha chiesto ieri con una lettera al premier Silvio Berlusconi l'assessore regionale del Lavoro Maddalena Salerno. (red. ec.)
 
4 – L’Unione Sarda
Pagina 20 – Cagliari
Elezioni. Nel centrosinistra
Sindaco, Gianni Loy alle primarie: «Faccio da solo»
Le primarie non sono ancora state definite ma un candidato c'è già. In attesa che il centrosinistra stabilisca se questo strumento sarà attuato anche per le comunali, Gianni Loy spiazza tutti e propone la sua candidatura, forte di quell'otto per cento conquistato dal docente universitario alle precedenti elezioni amministrative. Troppa fretta? Rischio di bruciarsi con una «investitura» troppo precoce? Il professore di Diritto del lavoro e consigliere comunale sostiene di no, come ha precisato ieri nel corso di un incontro. il nuovo«Quelli - ha ammesso - sono i metodi della vecchia politica». La sua è invece, dice, una candidatura nel segno della novità. «Faccio da solo, non rappresento alcun partito, sicuro dell'appoggio trasversale. La mia è una campagna elettorale che parte dal basso: è un sasso gettato nello stagno». Una rottura con il passato, convinto che bisogna offrire «una speranza alla città». la politicaIn ogni caso, Loy ha già promesso un appoggio leale, se dalle primarie dovesse uscire sconfitto e gli elettori dovessero indicare un altro candidato sindaco. La sua è una battaglia contro il «clientelismo amministrativo», come l'ha definito, che domina la città: «a Cagliari è difficilissimo governare: con un altro sistema elettorale Emilio Floris sarebbe durato pochi mesi» e non sono mancate le critiche neppure per «una opposizione assolutamente insufficiente». Una città da cambiare, perché, secondo il docente universitario, «negli ultimi anni Cagliari non ha avuto un buon trattamento». Durante l'incontro ha anche ricordato il confronto in consiglio comunale per ottenere la diretta televisiva delle sedute, una battaglia vinta a metà con una delibera approvata dall'assemblea civica, ma che poi non ha avuto risultati concreti. Gianni Loy vuole il confronto con i cittadini alla scoperta dell'identità cagliaritana: nei primi giorni di ottobre si terrà una tavola rotonda per affrontare questi temi. Questo sarà solo l'inizio di un confronto con la città, perché quello che si propone Loy è una moralizzazione della politica che deve nascere dal dibattito con i cittadini, «cercare un aggancio con loro». Per questo, dopo quello di ottobre ce ne saranno altri, sperando che le primarie si tengano tra novembre e dicembre. l'opuscoloIntanto il consigliere comunale del gruppo misto ha pubblicato un opuscolo, distribuito gratuitamente, dal titolo significativo: Intrighi di palazzo dove commenta la vita all'interno del consiglio comunale, vista, naturalmente, dal suo punto di vista.
Alessandro Atzeri (Unioneonline)
  
5 – L’Unione Sarda
Pagina 48 – Cultura
Miriam Balmuth, ambasciatrice dell'antichità
Oggi alle 17, nell'Aula Verde della Cittadella dei musei, incontro di studio per ricordare l'archeologa Miriam Balmuth. Introduce Giovanni Ugas, docente di Preistoria e Protostoria dell'Università di Cagliari. Fabio Serchisu parlerà poi della «circolazione dei lingotti di rame nel Mediterraneo tra II e I Millennio a. C.». Domani, alle 17, si prosegue con gli interventi di Alessandra Saba ("Nuove letture delle statue-menhir del Sarcidano") e dell'israeliano Adam Zertal ("Shardana ed El Ahwat"). Sulla studiosa americana recentemente scomparsa pubblichiamo un ricordo del professor Ugas. Diversi studiosi stranieri hanno volto il loro sguardo sull'archeologia sarda, ma per lo più si sono limitati a ricognizioni di superficie, visite a siti e musei. Per l'ampiezza e l'originalità dei lavori, vanno ricordati Christian Zervos che ha scritto e illustrato La Civilisation de la Sardaigne, del 1956, Margaret Guido autrice del volume Sardinia (1966) e Robert J. Rowland Jr. col recente saggio The Perifery in the Center. Sardinia in the ancient and medioeval Worlds (2001). Non sono molti gli archeologi stranieri che per investigare il territorio sardo hanno avuto accesso agli scavi. Emerge David Trump, con le sue indagini sui contesti neolitici delle grotte di Bonuighinu in Mara e di Coloru in Laerru. Non meno rilevante la scoperta del Paleolitico superiore nella Grotta Corbeddu di Oliena effettuata dagli olandesi G. Klein Hofmeijer e Paul Y. Sondaar, mentre a Gary Webster si debbono le ricerche nel sito di Duos Nuraghes in Borore. Risultano assai limitati anche gli scritti di antichità sarde tradotti dall'italiano o editi direttamente in altre lingue (richiamiamo, tra gli altri, il tedesco Kunst und Kultur in Sardinien, 1981) e perciò vanno considerati benemeriti gli studiosi che si sono impegnati per promuovere oltre l'isola la conoscenza delle nostre antiche civiltà. La più efficace, straordinaria, messaggera dell'archeologia sarda nel mondo è stata, per almeno due decenni, la statunitense Miriam S. Balmuth, scomparsa l'anno scorso, il 30 giugno 2004. Nata a New Brunswick nel New Jersey, di famiglia ebrea, Miriam Balmuth era fervente democratica e amante della pace. Piccola e molto dinamica, sorprendeva per i suoi modi semplici e cordiali; parlava un italiano chiaro. Mi legava a Miriam Balmuth e ai familiari un'affettuosa amicizia. Per la prima volta ho incontrato la studiosa nell'estate del 1974, a Mandas, attratta dal rinvenimento di manufatti etruschi e greci durante la mia indagine nel sito di Bangiu dove fu indirizzata dal professor Ferruccio Barreca, lo stimato soprintendente alle Antichità d'allora. Lei insegnava già alla Tufts University di Medford, nell'area metropolitana di Boston, dove divenne direttrice della sezione di "Archaeological Studies". Gli scaviNel 1975, la sua speciale passione per la civiltà nuragica la condusse nel Nuraghe Ortu Comidu di Sardara dove, su invito del professor Barreca, riprese gli scavi già praticati nel 1913 con lo scopo di scoprire la fonderia di rame segnalata da Antonio Taramelli. Nel Nuraghe Ortu Comidu diresse tre campagne di scavi negli anni 1975-76 e '78, pubblicate in "Notizie degli scavi di Antichità" del 1983. L'aspettativa del ritrovamento di un'officina fusoria nuragica andò delusa perché la Torre E del nuraghe, non conteneva le prove di un uso metallurgico, bensì un grande fornello in ceramica risalente al periodo punico. L'indagine in ogni caso fu proficua. La studiosa, oltre a procedere alla rilettura planimetrica del nuraghe, ebbe il merito di documentare l'utilizzo del monumento per tutto il periodo che corre tra l'età del Bronzo recente e il Ferro I (1330-510 a.C.) e di scoprire il suo riuso in età punica e romana I viaggiMiriam S. Balmuth non intraprese altri scavi nell'isola, nonostante fosse nei suoi desideri, ma continuò a rilevare i progressi dell'archeologia sarda con frequenti viaggi. Venne spesso a visitare i miei scavi: nel santuario nuragico di Sant'Anastasia di Sardara nel 1986 e, a più riprese, nel nuraghe di Su Mulinu a Villanovafranca. Nel 1997 e nel 2000, volle seguire di persona l'evolversi degli scavi effettuati a El Ahwat in Israele da Adam Zertal in collaborazione con l'Università di Cagliari. Appena tre anni fa, accompagnata dal figlio Jeremy, la professoressa Balmuth, venne a trovarmi di nuovo a Villanovafranca: era molto sofferente perché colpita da un ictus dopo la scomparsa del marito Norman. Curiosa e gentile come sempre, rivolgeva l'ultimo saluto a una terra che adorava e ai suoi nuraghi. L'attività internazionaleLa Balmuth si adoperò incessantemente per promuovere gli studi sulle antiche civiltà dell'isola, attraverso l'organizzazione di simposi internazionali e mediante l'edizione dei relativi atti. Suo grande merito è di aver curato soprattutto la collana Studies in Sardinian Archaeology, la prima e finora unica serie, di studi sulla Sardegna archeologica pubblicata all'estero. Già il primo numero edito nel 1984 penetra su tematiche relative agli antichi rapporti tra la Sardegna e il mondo esterno. Il secondo, del 1986, uscito come il precedente dalle stampe della University of Michigan, è dedicato esplicitamente al tema delle relazioni tra la Sardegna e il Mediterraneo (Sardinian in the Mediterranean). Il terzo volume, pubblicato nel 1987 a Oxford in Inghilterra, contiene importanti contributi sugli intrecci tra la Civiltà nuragica e il Mondo miceneo raccolti per gli Atti del Convegno di studi internazionale Nuragic Sardinia and the Mycenean World da Lei stessa organizzato presso l'Accademia Americana di Roma. Un nuovo numero della collana, presentato da Miriam S. Balmuth e curato da R. H. Tykot e Tamsey K. Andrews, esce nel 1992 col titolo significativo di Sardinia in the Mediterranean: A Footprint in the Sea (La Sardegna nel Mediterraneo, un'impronta sul mare). Questo lavoro offre un profondo aggiornamento sulle ricerche e sugli studi compiuti sino agli inizi degli anni ?90 e propone una nuova panoramica sulle relazioni della Sardegna con l'estero in età pre-protostorica, punica e romana. Il quinto e ultimo volume, curato ancora con Robert Tykot, contiene fondamentali approfondimenti sulle sequenze e datazioni degli aspetti archeologici sardi e dell'Egeo. Questa pubblicazione, intitolata Sardinian and Aegean Chronology. Towards the Resolution of Relative and Absolute Dating in the Mediterranean, raccoglie gli Atti del Colloquio Internazionale organizzato e coordinato dalla studiosa, nel marzo del 1995, presso la Tufts University con la collaborazione dell'Università di Harvard e del Peabody Museum. In occasione di questo Colloquio, la disponibilità e l'ospitalità della professoressa Balmuth e dei suoi collaboratori e allievi, furono ammirevoli; l'ultima serata, insieme al marito Norman accolse i convegnisti sardi per un rinfresco nella sua casa; la bella Boston con i suoi immancabili scoiattoli appariva meno fredda. Miriam S. Balmuth ebbe rapporti di studio e istituzionali con la gran parte degli archeologi che operano in Sardegna. Per l'archeologia sarda, la studiosa statunitense ha costruito un ponte che è doveroso sostenere, eliminando le barriere frapposte sul cammino della scienza non solo dalle norme ma anche dagli interpreti che confondono tutela e ricerca. Certo è che la ricerca archeologica in Sardegna avrebbe bisogno di obiettivi e di programmi e soprattutto di autonomia da parte di chi ha l'obbligo di attuarla.
Giovanni Ugas
 
 

6 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
Comune, Gianni Loy primo concorrente alle primarie
«La città merita una lunga campagna elettorale I problemi? Poca trasparenza e soggezione ai poteri»
CAGLIARI. L’aveva promesso e ha mantenuto la parola: Gianni Loy è il primo nome ufficiale alle primarie per la candidatura a sindaco. «Se non si presenterà qualcuno in cui possa riconoscermi, scioglierò gli indugi», aveva affermato. E così ha fatto. Tra l’altro, a tutt’oggi, non solo non c’è alcun pretendente in cui Loy si possa rispecchiare, ma non c’è alcun nome ufficiale, il suo è il primo. Il professore di diritto del lavoro, consigliere comunale e già candidato a sindaco nelle scorse elezioni («avevo riportato l’8 per cento complessivo, che voleva dire il 20 per cento del centro sinistra»), si presenta da solo, «legittimato dai risultati del 2001. I cittadini di Cagliari meritano una lunga campagna elettorale «in grado di affrontare tutti i problemi della città».
 Le primarie sono importanti e «vanno fatte». Poi una precisazione: «Chiunque vinca avrà il mio totale appoggio». Per Loy, la sua candidatura, vuole anche essere uno stimolo per gli altri partiti e per allontanare il timore che le primarie non si facciano». Loy ha affermato di scendere in campo non in rappresentanza di «gruppi politici o schieramenti che si contrappongono ad altri. Sono sicuro di trovare l’appoggio trasversale nei cittadini che non cercano solo lo schieramento ma un candidato adeguato». In questo senso il docente universitario critica il «trattamento» riservato in questi anni dall’amministrazione cittadina ai cagliaritani giudicandolo «decisamente non buono». Negativo anche il giudizio sull’operato dell’opposizione considerato «insufficiente: non vi è stato un impegno adeguato ai problemi, seppure una serie di battaglie sono state fatte». Tuttavia «è mancata la radicalità. Un esempio: sul Poetto, io intervenni in maniera netta: molti mi dicevano di non esagerare. Oggi, invece, c’è la richiesta di rinvio a giudizio».
 In base a questa valutazione il neo candidato punta a una campagna elettorale dal basso, che «sarà accompaganta da dibattiti e incontri direttamente coi cittadini». Ai primi di ottobre è prevista una tavola rotonda per «capire cosa vuol dire essere cittadini di Cagliari». Recentemente «abbiamo assistito anche a consiglieri del centro destra che durante una discussione sull’acqua, hanno affermato che i cittadini dell’hinterland si sarebbero dovuti portare l’acqua da bere a Cagliari». Per Loy occorre una visione che parta da quel che significa essere oggi, nel duemila, cittadini di Cagliari.
 Loy ha iniziato la presentazione della sua candidatura alle primarie facendo riferimento a due persone di cagliari che «oggi non ci sono più»: Paolo Sorbello, «morto suicida, che conobbi durante la campagna elettorale: che non ha retto al peso della vita; e Franco Oliverio che, oggi, molti avrebbero voluto come candidato e di cui si parlava a ogni elezione, ma che nessun partito ha avuto il coraggio di presentare. Forse perchè troppo autonomo». Da parte sua Loy, garantirà la massima trasparenza. E sull’opuscolo Intrighi di palazzo ha precisato che è stato una sorta di «divertimento, come per recuperare il distacco del Palazzo».
 Ora l’augurio che il docente di diritto fa alla città è che vi sia un folto e autorevole numero di concorrenti alle prossime primarie. (r.p.)
  
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 30 - Sassari
Acqua: uso e interessi
A Stintino convegno di Rotary e Rotaract
PORTO TORRES. La progressiva carenza d’acqua in Sardegna e la crescita degli interessi economici legati alla sua gestione saranno le tematiche che verranno sviluppate venerdì e sabato, nella sala convegni del villaggio «Le Tonnare» di Stintino, in occasione del primo convegno organizzato dal Rotary club di Porto Torres dal titolo «Gestione e governo dell’acqua».
 Un tema di grande attualità che coinvolgerà ingegneri e docenti universitari ma anche esponenti del mondo politico provinciale e regionale. Nella prima giornata, moderata dal presidente del Rotary club di Porto Torres Paolo Naccari, interverranno l’ingegnere Roberto Meloni del Consorzio di bonifica della Sardegna meridionale, il professore Giorgio Ghiglieri dell’università di Sassari, il professore Giovanni Sechi e il professore Roberto Deidda dell’Università di Cagliari, gli ingegneri Paolo Botti e Dina Cadoni dell’Ente autonomo del Flumendosa e l’ingegnere Sebastiano Bussalai del Consorzio di bonifica della Sardegna Centrale.
 Verranno affrontati i problemi tecnici legati all’approvvigionamento idrico nel nord Sardegna e le soluzioni per una migliore gestione dell’acqua. Anche perché il rapido aumento del consumo idrico da parte della popolazione insieme alle esigenze idriche imposte dall’agricoltura richiedono rapide soluzioni. Gli esperti parleranno dell’impiego nella pianura della Nurra di risorse idriche non tradizionali, come i pozzi o le falde, e del riutilizzo delle acque reflue in agricoltura. Una soluzione che genera ancora tra gli agricoltori dubbi e paure legate alla possibilità di continuare a garantire prodotti agricoli sicuri e biologici.
 Sabato saranno in prima linea gli esponenti del mondo politico sardo: l’assessore regionale all’Agricoltura Francesco Foddis, l’assessore regionale ai Lavori pubblici Carlo Mannoni, la presidente della provincia di Sassari Alessandra Giudici, il presidente del consorzio di bonifica della Nurra Gavino Zirattu, il commissario per le politiche agricole Roberto Iodice, il sottosegretario alla politiche agricole Paolo Scarpa, l’ingegnere Roberto Silvano dell’Ente del Flumendosa, il presidente della Camera di commercio Gavino Sini e infine il past governatore del Rotary International Gianni Gasbarrini Fortuna.
 Verrà affrontato il tema della proposta di legge per costituire in Sardegna un ente unico per la gestione dell’acqua. Un argomento di attualità che, per via degli interessi economici sulla gestione delle risorse idriche, sta sollevando preoccupazioni tra gli agricoltori.
Federica Cubeddu

   
8 - Corriere della Sera
WEEKEND / Tre giorni in Città Alta tra premi Nobel, filosofi, biologi e astronomi da tutto il mondo
La capitale della scienza? Bergamo
Conferenze, dibattiti, film, incontri. Per riflettere sul futuro senza annoiarsi
A pre Burt Rutan, chiudono Oliver Sacks e Rita Levi Montalcini. In mezzo, spazio a Giulio Giorello, John Barrow, Piergiorgio Odifreddi, Edoardo Boncinelli, Emanuele Severino, Margherita Hack. Ecco «BergamoScienza», una tre giorni (da domani a domenica) che trasformerà il cuore antico del capoluogo orobico, Città Alta, in uno straordinario laboratorio in cui si dibatterà di cellule staminali, biotecnologie, cosmologia, bioterrorismo, etica e filosofia. A far da corollario, fino al 16 ottobre, mostre e laboratori interattivi dedicati alle scuole. L'anno scorso il festival attirò 35 mila persone. Stavolta gli organizzatori puntano a toccare le 50 mila presenze.

GLI INCONTRI Per l'avvio dell'edizione 2005 domani pomeriggio (18.30 nell'ex chiesa di Sant'Agostino) è atteso, debutto assoluto in Italia, l'ingegnere aerospaziale Burt Rutan, padre del Voyager (velivolo che ha fatto il giro del mondo senza tappe) e dello SpaceShipOne (primo aereo privato ad andare nello spazio). La giornata di sabato si apre (stessa sede alle 9.30) con il confronto su «Uno spazio europeo per la ricerca» tra il commissario europeo alla Ricerca Janez Potocnick e Giovanni Berlinguer (professore emerito all’Università La Sapienza). A seguire (11.30) è previsto un dibattito sulle cellule staminali. Alle 15.30, nell'auditorium del Seminario, riflettori accesi su John D. Barrow, professore di matematica a Cambridge, esperto di teorie sull'Universo. Alle 17.30 Ben Miflin (uno dei massimi esperti mondiali di biotecnologie vegetali) si confronterà con Francesco Salamini e Amedeo Alpi sui miti e pregiudizi degli organismi geneticamente modificati. In serata (in S. Agostino alle 21) spazio alla multimedialità con John Casti (computer scientist), Giulio Giorello (filosofo della scienza), Piergiorgio Odifreddi (logico-matematico) e Francesco Piva (cyberingegnere).
Ricco anche il menù di domenica. Si parte con una tavola rotonda (Sant'Agostino alle 9.30) sul bioterrorismo a cui partecipa il comandante dei Ris dei carabinieri, il generale Luciano Garofano. Alle 11.30 l'astrofisica Margherita Hack parlerà de «L'amore per la scienza quale ragione di vita». Nel pomeriggio (in Seminario alle 15), Emanuele Severino, Edoardo Boncinelli, Mauro Ceruti e mons. Giuseppe Angelini si confrontano su «La scienza nel nuovo millennio».
La chiusura (alle 18) di Bergamo Scienza è affidata a Oliver Sacks, noto in tutto il mondo per i suoi libri di neurologia, e al suo «Viaggio all'interno della mente». E' previsto anche l'intervento del Premio Noben Rita Levi Montalcini.

MOSTRE E LABORATORI Accanto agli incontri con gli illustri ospiti, sono state organizzate iniziative in grado di attirare soprattutto gli studenti. Sono stati coinvolti tutti i musei della città. Nell'ex convento di S. Francesco la Biblioteca Maj ha allestito una esposizione di antichi libri di cosmogonia, fisica e astronomia. Nella stessa sede è possibile vedere all'opera un robot, studiare l'evoluzione dal telefono a internet, capire come si forma l'immagine nella macchina fotografica. Al Museo di Scienze accesso libero ai laboratori di zoologia, all'Orto Botanico da non perdere la mostra sulle biodiversità vegetali. Incontri e mostre sono ad ingresso libero.

BERGAMOSCIENZA, da domani a domenica in Bergamo Alta (ex convento di S.Francesco e Auditorium Seminario). Per informazioni e prenotazioni: 035.21.59.92
Cesare Zapperi
  
09- Corriere della Sera
Domenico Siniscalco: «Sono in dissenso quasi su tutto, torno a insegnare»
ROMA - «Torno a fare il professore. Devo solo informarmi sullo svolgimento del mio corso di economia politica all’università di Torino. E vedere se rientrare nel primo o secondo semestre». Per Domenico Siniscalco, tecnico prestato all’amministrazione, il pomeriggio di mercoledì 21 settembre è stato durissimo. Una riunione dietro l’altra: un summit a Palazzo Grazioli, uno a Palazzo Chigi pervicacemente smentito dai suoi portavoce e infine un terzo rendez vous, «complesso» come lui stesso lo ha definito parlando al telefono con uno dei più cari amici torinesi. Alla domanda (cortese): «Come sta andando Mimmo? 1, 2 o X?», l’unica risposta che l’interlocutore aveva ottenuto era stata sibillina: «Si parla, si parla». In realtà, il match per il professor Mimmo era già perso. Mentre la sua Juve nelle stesse ore scendeva in campo per espugnare il campo di Udine, il ministro della Repubblica Domenico Siniscalco aveva già deciso di uscire di scena. «Caro Presidente, sono in dissenso quasi su tutto». E’ questa la sintesi ultima della lettera che il ministro ha scritto al suo premier, una lettera con la quale gli annunciava le sue dimissioni. E quel «quasi tutto» era la somma di «Fazio più Finanziaria». Al primo posto, quindi, la profonda delusione per le ambiguità dell’atteggiamento del presidente del Consiglio che fino all’ultimo ha evitato di schierarsi apertamente contro il Governatore della Banca d’Italia. Al secondo, i fondatissimi timori che una Finanziaria già nata male per le difficoltà di trovare le coperture per spendere diventasse campo di battaglia privilegiato dello scontro per la leadership nel centrodestra. «Di Banca d’Italia e di Finanziaria ho parlato ripetutamente con Berlusconi in agosto, ma non è servito» racconta Siniscalco. Ma evidentemente le sue argomentazioni, le riflessioni sui rischi di perdere ulteriormente quota nella credibilità internazionale non hanno fatto breccia. E il ministro lo ammette: «Un metallo, però, ha un suo punto di torsione. Raggiunto quello non si torna indietro». La metafora sul metallo non è casuale, detta da Siniscalco nelle ore più difficili della sua avventura politica vuol dire che le sue dimissioni «sono irrevocabili». Punto. «Noi di cultura anglosassone - aggiunge con un pizzico di civetteria accademica - facciamo così. Magari ci mettiamo tempo, ma quando decidiamo le dimissioni non le diamo per finta». Anche perché nelle chiacchierate di tarda serata riavvolgendo rapidamente il film delle ultime settimane Mimmo dice agli amici: «Ho provato in tutti i modi, da davanti, da dietro, da sotto. Non si può dire che non abbia combattuto». Ed è vero, ammette, che in qualche maniera ho perso, ma «ha perso soprattutto il Paese». Il pensiero immediatamente corre a Washington e al Governatore Fazio che rappresenterà l’Italia alla riunione del Fondo Monetario. Il giudizio sul vertice massimo di Palazzo Koch è impietoso e la previsione, fin troppo facile, è che gli articoli-reprimenda della stampa straniera sul caso Fazio saliranno vertiginosamente ben oltre la quota 170 raggiunta qualche settimana fa e rinfacciata dallo stesso Siniscalco al Governatore durante l’ultima riunione del Cicr.
E adesso? Chi prenderà le redini del maxi-ministero di via XX Settembre? La risposta è glaciale: «E’ our business». Traduzione nobile dell’italianissimo «fatti loro». E c’è appena il tempo per un’ultima battuta: «E comunque non è una domanda da fare a me, è difficile che uno sappia chi sarà il secondo marito di sua moglie».
Dario Di Vico
  
10- Corriere della Sera
Master in amministrazione 20° al mondo
La Bocconi «promossa» dalla classifica del Wall Street Journal
Top school , nel circolo d’élite delle università internazionali. Per le prima volta il «Master in business administration» (Mba) della «Scuola di direzione aziendale» (Sda) Bocconi è entrato nella classifica del Wall Street Journal : ventesimo al mondo su 256 istituti, subito dietro a Yale e Harvard, nono in Europa, primo in Italia. «È il raggiungimento di un’indiscutibile dimensione internazionale», dice il direttore della Sda Bocconi, Maurizio Dallocchio. «Evidentemente, il nostro modo di concepire la formazione manageriale, a tutto tondo - aggiunge il presidente, Severino Salvemini - sta facendo scuola anche tra gli americani». Per la Bocconi è la terza «promozione» in pochi giorni, dopo la scalata nel ranking del mensile Forbes (che ha giudicato il master milanese «l’investimento in formazione che si ripaga più velocemente tra gli Mba di tutto il mondo») e il giudizio del settimanale tedesco WirtschaftsWoche (quarto master in Europa).
Un risultato raggiunto «grazie al peso dato all’attività in aula, al rapporto stretto creato con le aziende e alla rete degli ex diplomati Bocconi, che rendono i nostri studenti internazionalmente più visibili», spiega Dallocchio. E proprio da questa lezione «deve ripartire il sistema universitario milanese», dice l’assessore comunale alla Cultura, Stefano Zecchi. Perché è «una delle realtà più importanti d’Europa ma non riesce a mettere a sistema mondo accademico, ricerca e risorse cittadine. Non colmare questo gap è un delitto: è necessaria una rifondazione culturale alta». E anche l’università pubblica, conclude Zecchi, «di fronte alla dinamicità gestionale della Bocconi potrebbe cercare di togliersi certe ingessature».
A. St.
 

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