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ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
08 October 2005
Ufficio Stampa
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI CAGLIARI
1 – L’Unione Sarda
Pagina 22 – Cagliari
Incontro tra l’assessore Dirindin e il rettore Mistretta
Sanità, l’azienda mista di Cagliari non avrà l’ospedale Microcitemico
Il progetto dell’azienda sanitaria mista Asl-Università perde un pezzo ma acquista velocità. È la sintesi del lungo incontro di ieri mattina all’Università di Cagliari, con l’assessore regionale alla Sanità Nerina Dirindin e il manager dell’Asl 8 Gino Gumirato a confronto con il rettore Pasquale Mistretta, il preside di Medicina Gavino Faa e il consiglio di facoltà. L’incontro ha lasciato più che soddisfatti Mistretta e Faa, che hanno sottolineato il «clima aperto e costruttivo». Eppure in teoria i due rappresentanti dell’Ateneo avrebbero di che protestare: i protocolli d’intesa prevedevano che l’azienda mista nascesse unendo il Policlinico, il San Giovanni di Dio e il Microcitemico, ma ieri si è deciso che quest’ultimo resterà alla Asl 8 perché è al centro di un progetto che lo vedrà raddoppiare in collaborazione con i privati, con un potenziamento dei settori della radiologia e della medicina nucleare studiato per servire anche l’ospedale oncologico. Ma il progetto viene ridimensionato solo teoricamente. In realtà l’Università ha ottenuto quel che le stava più a cuore: la possibilità - una volta decollata l’azienda - di utilizzare le sale operatorie del Policlinico, tecnologicamente impeccabili ma tuttora ferme. La struttura di Monserrato avrà in carico due reparti di chirurgia, e nel frattempo potrà dotarsi di un reparto di rianimazione. Un altro progetto è la realizzazione di un pronto soccorso, che garantirebbe al policlinico un flusso di utenti molto più robusto e - soprattutto - continuo di quello attuale. A spiegare la soddisfazione degli universitari c’è anche la maggiore flessibilità, emersa nell’incontro di ieri, per quanto riguarda l’impiego del personale: a determinare l’organico delle strutture dell’aziendale mista saranno le esigenze operative, non solo e non tanto il fatto che i professionisti siano contrattualizzati dall’ateneo o dall’azienda sanitaria numero 8.
 
Sanità. Policlinico e San Giovanni di Dio verso la fusione
L’Azienda mista va avanti ma perde il Microcitemico
La Dirindin e Gumirato incontrano il consiglio di facoltà di Medicina: l’ospedale di via Jenner resta alla Asl, il Policlinico universitario verrà potenziato prima di passare all’azienda sanitaria mista
 Il progetto dell’azienda sanitaria mista Asl-Università perde un pezzo ma acquista velocità. È la sintesi del lungo incontro di ieri mattina all’Università di Cagliari, con l’assessore regionale alla Sanità Nerina Dirindin e il manager dell’Asl 8 Gino Gumirato a confronto con il rettore Pasquale Mistretta, il preside di Medicina Gavino Faa e il consiglio di facoltà. Il verticeL’incontro ha lasciato più che soddisfatti Mistretta e Faa, che hanno sottolineato il «clima aperto e costruttivo». Eppure in teoria i due rappresentanti dell’Ateneo avrebbero di che protestare: i protocolli d’intesa prevedevano che l’azienda mista nascesse unendo il Policlinico, il San Giovanni di Dio e il Microcitemico, ma ieri si è deciso che quest’ultimo resterà alla Asl 8 perché è al centro di un progetto che lo vedrà raddoppiare in collaborazione con i privati, con un potenziamento dei settori della radiologia e della medicina nucleare studiato per servire anche l’ospedale oncologico. FuturoMa il progetto viene ridimensionato solo teoricamente. In realtà l’Università ha ottenuto quel che le stava più a cuore: la possibilità - una volta decollata l’azienda - di utilizzare le sale operatorie del Policlinico, tecnologicamente impeccabili ma tuttora ferme. La struttura di Monserrato avrà in carico due reparti di chirurgia, e nel frattempo potrà dotarsi di un reparto di rianimazione. Un altro progetto è la realizzazione di un pronto soccorso, che garantirebbe al policlinico un flusso di utenti molto più robusto e - soprattutto - continuo di quello attuale. Il personaleA spiegare la soddisfazione degli universitari c’è anche la maggiore flessibilità, emersa nell’incontro di ieri, per quanto riguarda l’impiego del personale: a determinare l’organico delle strutture dell’aziendale mista saranno le esigenze operative, non solo e non tanto il fatto che i professionisti siano contrattualizzati dall’ateneo o dall’azienda sanitaria numero 8. Maggiore snellezza e meno dispersione sul territorio, questi gli obiettivi da raggiungere prima che l’azienda mista venga battezzata ufficialmente. PrevisioniI tempi non saranno brevi (per il via libera serve l’approvazione del piano sanitario regionale, servirà più di qualche mese) e quindi si cerca di sfruttare questo periodo per risolvere in anticipo i problemi organizzativi che la fusione potrebbe creare. Tra le questioni aperte c’è anche quella finanziaria, visto che sarà necessario far partire la nuova azienda senza problemi di bilancio, e quindi vanno razionalizzate spese ed entrare delle strutture che le verranno conferite. (cel.ta)
 
 2 - L’Unione Sarda
Pagina 23 – Sulcis
Nessuno lo vuole gestire
L’ostello è pronto ma rimane ancora un’incompiuta
Il Comune intende metterlo a disposizione della facoltà di Scienze motorie
È nuovo, bello, ma nessuno lo vuole. La gara d’appalto per la gestione dell’ostello della gioventù, progettato e realizzato dalle precedenti amministrazioni in una delle zone che più periferiche non si può (basti dire che si affaccia sulla strada statale 130), è andata deserta. Nessuno ha presentato offerte, tutti si sono tirati indietro di fronte alla possibilità di fare vivere una delle strutture inserite, fino a qualche mese fa, nell’elenco delle grandi incompiute cittadine. E sì che, forse, le condizioni non erano tanto favorevoli: si partiva da un importo a base di gara pari a 60 mila euro (somma al rialzo) e ai gestori sarebbe spettato anche il compito di occuparsi della fornitura di tutti gli arredi necessari per poterlo fare funzionare. Asta deserta per la struttura che si trova a Ceramica e, dunque, si ricomincia. La nuova amministrazione comunale, guidata dal sindaco Pierluigi Carta (Progetto Sardegna) si trova di fronte a un bivio: rifare la gara oppure cercare un’alternativa, proponendo un utilizzo diverso dell’edificio appena costruito. Al momento la seconda ipotesi sembra quella più plausibile. «L’intento dell’amministrazione - spiega Andrea Mannu, assessore al Bilancio e al Patrimonio - è fare diventare l’ostello un polo universitario per la facoltà di Scienze motorie». Una scelta non casuale, visto che, accanto all’ostello, ci sono i campi dell’impianto sportivo polivalente (struttura provinciale). «Fra le ipotesi che si stanno ventilando - aggiunge Mannu - c’è quella di destinare l’ostello all’Ersu, per realizzare un polo universitario e sfruttare la sinergia con il campo provinciale». La disponibilità è stata già data all’Università di Cagliari che, tramite il Rettore Pasquale Mistretta, si sarebbe mostrata pronta a valutare la proposta. Ma il Comune ha già pensato a come risolvere quello che appare come il problema numero uno: i collegamenti con il resto della città. Un handicap che potrebbe essere superato con l’istituzione di una nuova fermata dei treni. E prende corpo anche il progetto, annunciato qualche settimana fa, di coinvolgere l’associazione Anffas nella gestione del verde del campo polifunzionale. Un progetto che garantirà la manutenzione del verde in cambio di spazi per le attività di formazione svolte dall’associazione e consentirà di dare un lavoro ad almeno due operai dei cantieri socialmente utili.
Cinzia Simbula
  
3 - L’Unione Sarda
Pagina 28 – Ogliastra
Arbatax. La comunità di sostegno apre anche a Cagliari per gli universitari
Domu mia festeggia un anno di solidarietà
Domu mia, la casa di famiglia che Giorgio Mazzella ha voluto ristrutturare per ospitare una comunità per minori ha festeggiato il primo anno di attività. E sabato scorso i promotori dell’iniziativa hanno fatto il punto della situazione nel corso di una conferenza stampa. «Il primo ottobre - ha detto Mazzella - rappresenta un traguardo importante e non soltanto perché tutti i ragazzi ospitati nella struttura sono stati promossi a scuola ma anche perchè per alcuni di loro si sono aperte le porte del mondo del lavoro. E per chi vorrà studiare - ha sottolineato ancora l’imprenditore - stiamo già preparando un’altra casa a Cagliari». Partner di questa iniziativa la fondazione Lorenzo Paoletti e l’onlus l’Albero della vita i cui rappresentanti hanno illustrato la parte prettamente educativa. A Domu mia opera una coppia di educatori, Barbara e Luca, con altre sette persone che lavorano a tempo pieno con i dieci adolescenti, sia ragazzi che ragazze, provenienti da esperienze di vita difficili. Agli educatori nel corso di questi mesi si sono aggiunti tanti volontari. Ma non è semplice mandare avanti Domu mia, i contributi delle amministrazioni comunali non bastano ed allora i promotori dell’iniziativa hanno deciso di chiamare a raccolta gli imprenditori locali che potrebbero contribuire alla causa di questi ragazzi. Lo hanno fatto nel pomeriggio, nel corso di una festa che ha visto la partecipazione degli amministratori comunali di Tortolì ed è servita a costituire un comitato «Pro domu mia». Perché investire nell’amore può davvero rivelarsi una gradevole sorpresa. (gy. fe. )
 
 4 - L’Unione Sarda
Pagina 25 – Carbonia
La Città di fondazione diventerà un laboratorio permanente per giovani ingegneri
A scuola di architettura razionalista
Accordo tra Comune e Università per un master post laurea
I master ai quali accederanno una trentina di neolaureati si terranno in uno dei locali ristrutturati della vecchia miniera di Serbariu e verteranno sul Recupero del patrimonio architettonico moderno.
La città e la sua storia si aprono all’Università. Il patrimonio architettonico razionalista moderno di Carbonia sarà un campo d’esercitazione scientifica, un laboratorio permanente per trenta laureati provenienti dal Dipartimento di architettura della facoltà di Ingegneria dell’Ateneo cagliaritano. Verranno in città a dicembre per effettuare, stabilmente, studi e ricerche specializzate sull’edilizia moderna ed il nucleo di fondazione. Tutto ciò sarà possibile in virtù di due importanti convenzioni stipulate con l’Università e approvate ieri dalla Giunta comunale. Permetteranno di ospitare un master universitario di secondo livello dedicato al "Recupero del patrimonio architettonico moderno", ed un "laboratorio permanente della qualità urbana", diretto dall’Agenzia per il recupero del patrimonio storico e urbano. L’attivazione del master post-laurea, iniziativa di assoluto prestigio culturale, è prevista fra poche settimane. «Ai primi di dicembre», preannuncia il sindaco Tore Cherchi. Interesserà sino a trenta giovani laureati, chiamati ad effettuare studi specializzati sulla città di fondazione. «Carbonia e le sue strutture diventeranno per loro un oggetto di analisi quotidiana ? spiega il sindaco ? e al termine del master terremo per noi gli elaborati, potenzialmente utili a diventare progetti di recupero e risanamento urbano da mettere in pratica, fondi permettendo». Non riveste minore importanza il laboratorio sulla qualità urbana. Gli studiosi dovranno applicare le loro ricerche alla pianificazione della periferia della città, alle sue connessioni con i nuclei minerari. Carbonia, insomma, sta per finire in mano a schiere di neo architetti ben intenzionati a rivelarne ogni segreto urbanistico. E, come accennato, non sarà una ricerca fine a se stesa. L’operazione "Università" costerà 240 mila euro, 80 dei quali spesi dal Comune. Ma, a ben vedere, il finanziamento si inserisce negli undici milioni di euro del bando "Progetti di Qualità" vinto dal Comune. «Il requisito - chiarisce Tore Cherchi ? era programmare interventi materiali come le ristrutturazioni e altri di carattere immateriale com’è la ricerca scientifica». Il master di secondo livello e il laboratorio verranno ospitati, per il momento, presso uno degli edifici dell’ex Miniera di Serbariu, appena oltre l’ingresso. Ma la sede definitiva sarà, sempre nella Grande Miniera, l’edificio alle spalle del nuovo museo antropologico.
Andrea Scano
  
5 - L’Unione Sarda
Pagina 42 – Sassari
Provincia e Regione snobbano l’Università
«Per la città è un giorno storico l’avverarsi di un sogno»
È ufficialmente aperto il corso universitario di Ozieri. Il cardinale Pompedda ha tagliato il nastro dando così il via all’arrivo dell’università nel centro del Logudoro. Nel suo discorso ha messo l’accento sull’importanza di questo evento per un arricchimento scientifico culturale ed economico del territorio. «Non posso non notare - ha detto il Cardinale - le assenze di alcune istituzioni, Provincia e Regione. Da Ozierese vi dico che dobbiamo metter da parte le divisioni di carattere politico e lavorare tutti per risalire la china da troppi scippi che hanno colpito Ozieri in questi anni. Questa è la prima pietra per la rinascita della nostra Città». Emozionato il sindaco Giovanni Cubeddu che ha creduto in questa possibilità puntando tutto sul tema del cavallo, una delle vocazioni storiche di Ozieri. «Oggi è una data storica. L’arrivo dell’Università è un evento che si attendeva da cinquant’anni. Una vittoria per la città. Non è stato facile, ma proprio le difficoltà affrontate dimostrano la straordinarietà di questa occasione, che rappresenta un volano socio economico per il territorio». Per il Preside di Veterinaria Sergio Coda la Facoltà sarà ripagare la fiducia che è stata riposta dal senato accademico. «Il corso non poteva che nascere ad Ozieri per la forte vocazione del territorio nell’allevamento del cavallo. Qui vi è anche la presenza di strutture come il deposito stalloni o l’Ippodromo che certamente saranno di supporto per il percorso formativo». Il Rettore Alessandro Maida ha parlato delle difficoltà per la nuova sede gemmata: «Troveremo le risposte giuste. L’Ateneo, L’Ersu e le istituzioni daranno il giusto sostegno a questa richiesta della facoltà di Veterinaria. Quello che nasce ad Ozieri è un corso unico che potrà richiamare giovani da tutta la Sardegna, dalla penisola e da altri paesi del Mediterraneo». È toccato al rappresentante degli studenti nell’Ersu Omar Hassan, riferire che ci si sta già attivando per risolvere i problemi più urgenti degli studenti, quali la mensa. «Voglio precisare che qualcuno ha fatto pensare che gli studenti fossero contrari a questo corso. Noi siamo favorevoli perché si realizza un ampliamento dell’offerta formativa. Certo non si dovranno creare false aspettative per i giovani, ma vogliamo un titolo di studio che si possa spendere nel mercato». Quindi il 17 ottobre inizieranno le lezioni per i trenta studenti che hanno superato l’ammissione. Circa un terzo provengono da Ozieri e gli altri da ogni parte dell’Isola: Sassari, Oristano, Cagliari, Marrubiu. Giovani convinti che questa laurea apra la possibilità a diverse opportunità occupazionali. Non dello stesso avviso la Cgil che risponde al sindaco Cubeddu. Piero Cossu e Caterina Mura sottolineano: «Il Sindaco di Ozieri non spaventa nessuno con le sue minacce di azioni legali, il problema è di ordine politico e tale rimane. Il Comune di Ozieri si è impegnato per 51.645,69 Euro all’anno per tre anni per fare fronte alle spese amministrative generali di cui all’articolo 12 della convenzione stipulata con l’Università. Con lo stesso atto, delibera di Giunta Comunale N° 139 del 07/06/2005, individua e mette a disposizione uno stanziamento di 175.000 Euro all’anno per tre anni per il funzionamento del corso. Nonostante i proclami del Sindaco  non esistono ad oggi atti e decisioni di nessun livello istituzionale che sollevino l’Amministrazione dal carico finanziario che si è accollata».
Rossano Sgarangella
  
6 - L’Unione Sarda
Pagina 42 – Sassari
Sassari Pediatria nel caos: protestano i sindacati
Sotto l’aspetto teorico, niente da dire. È nella pratica che i conti non tornano. Lo sostengono i vertici della segreteria aziendale NurSind, che difende le posizioni sindacali degli infermieri, in relazione alla nascita di un unico Dipartimento materno infantile, a seguito della costituzione dell’Azienda sanitaria mista fra ospedale ed università. Secondo la segreteria sindacale, infatti, alla nascita della nuova struttura non corrisponde una effettiva potenzialità di servizio. «Allo stato attuale - scrivono i responsabili del NurSind- non esiste un vero e proprio pronto soccorso pediatrico adeguatamente attrezzato per far fronte alle emergenze». In pratica, le competenze del pronto soccorso sarebbero divise in tre reparti pediatrici, indicati, di volta in volta, da semplici avvisi scritti a pennarello affissi all’ingresso della clinica. I problemi maggiori, poi, riguardano gli accessi all’ambulatorio di accettazione, diversi per ogni turno, l’assenza di personale apposito, la promiscuità dei pazienti provenienti dall’estero e ricoverati, con pericolo di contagi, la mancanza di apparecchiature per l’emergenza. La richiesta sindacale perciò é scontata: l’organizzazione di un pronto soccorso pediatrico riconoscibile. (g.f.)
 
 

7 - La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
Fatti i conti, il Microcitemico deve restare all’Asl
Ieri l’incontro tra assessore, manager e preside Entro l’anno aprono le chirurgie del policlinico
Cadono veti incrociati e il tabù che la ricerca si fa solo all’università
ALESSANDRA SALLEMI
CAGLIARI. Nell’aula di anatomia dell’ospedale San Giovanni di Dio ieri mattina l’assessore alla sanità, il direttore generale della Asl 8 e il preside della facoltà di Medicina hanno abbattuto tre tabù: il Microcitemico non deve entrare per forza nella nascente azienda mista Regione-Università, le sale operatorie del policlinico universitario di Monserrato non devono restare chiuse da qui all’eternità, ancora il policlinico deve poter avere una Rianimazione aperta e funzionante. Va avanti, insomma, il macchinone che dovrà portare all’azienda mista, con una piccola rivoluzione nella forma ma soprattutto nella sostanza dei rapporti.
 Varie riunioni hanno preparato l’incontro di ieri e la decisione in apparenza semplice di non traghettare il Microcitemico parecchio interconnesso con la facoltà di Medicina nell’ospedalone universitario è il risultato di considerazioni fatte in una ritrovata libertà di scelte. L’antefatto: l’ospedale Microcitemico era stato inserito nell’ipotesi di azienda mista cagliaritana su pressione della facoltà di Medicina decisa a tenere in casa un centro di ricerca del Cnr e tutto il laboratorio scientifico culturale che è fiorito attorno allo studio delle talassemie e delle malattie trasmesse in via ereditaria. L’azienda mista avrebbe avuto così tre gambe anziché due: non soltanto il Policlinico di Monserrato e il San Giovanni di Dio, ma anche il Microcitemico. La cooptazione non era stata indolore: alcuni medici ospedalieri del Microcitemico molto attivi nel campo della ricerca non sapevano cosa aspettarsi dall’inglobamento. Inoltre, altri, aspiranti manager di ospedali scorporati dalla Asl 8, non saltavano di gioia all’idea che proprio questo pezzo della sanità pubblica venisse sfilato da un’azienda tutta ospedaliera di matrice regionale. L’azienda doveva essere composta dall’Oncologico, dal Microcitemico e dal Binaghi. Ma in questi mesi di profonde rivoluzioni in assessorato e, adesso, anche nell’Asl 8, si è cominciato a guardare i conti: quanto dovrebbe costare un’azienda mista con tre ospedali? E quali giustificazioni portare sullo sviamento dal progetto azienda mista che, fra gli scopi principali fissati dalla legge, aveva proprio l’unificazione delle sedi a vantaggio degli studenti e dei pazienti? I conti sono stati fatti rapidamente e davvero l’ipotesi dei tre poli reggeva pochissimo. A sbilanciare il peso tutto verso la Asl c’è stata poi un’altra considerazione: il Microcitemico verrà raddoppiato, è a due passi dall’Oncologico, la possibilità di migliorare la gestione economica delle due entità è già stata documentata se queste, però, restano in carico a una stessa cassa. E qui entra in scena l’indicazione offerta dall’assessore regionale alla sanità: preoccupiamoci di migliorare i servizi in funzione dell’assistenza, se tenere il Microcitemico nella Asl 8 serve a questo scopo, via libera. E l’Università? Altro colpo di scena: il preside di Medicina Gavino Faa, prorettore delegato alle trattative per la costituzione dell’azienda mista, in sostanza è dell’idea che se un ospedale può migliorarsi stando nella Asl, non c’è ragione di pretenderlo perché «la ricerca si deve poter fare anche fuori dall’Università». Lo sfondo di tante buone volontà è l’appello lanciato dall’assessore Dirindin affinché si vada avanti per progetti con l’obbiettivo di migliorare la sanità e dare ulteriore fiato alla ricerca «nella più totale collaborazione fra i due sistemi». Passando dal dire al fare, l’assessore alla sanità ha tolto il vincolo opposto finora ai trasferimenti delle chirugie al policlinico universitario: entro l’anno una chirurgia del San Giovanni di Dio e una del Binaghi andranno ad aprire le sale operatorie di Monserrato. In ultimo, ma non meno importante: ieri è cominciata la gara per attrezzare Rianimazione, inaugurazione entro marzo.
 
 8 - La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
Da martedì una manifestazione ispirata a Einstein
Scienza buona e cattiva: conferenze e spettacoli per capire che cosa saremo
CAGLIARI. Dibattiti, conferenze, spettacoli e mostre per divulgare, soprattutto tra i più giovani, il piacere per la conoscenza e portare a una seria riflessione sugli sviluppi della scienza, materia capace di portare indubbi benefici all’umanità, ora invece disciplina dagli effetti deleteri. Torna “Scienza Società Scienza”, manifestazione ideata da un gruppo di insegnanti in discipline scientifiche e altre persone attente a questo mondo, da mertedì al 26 novembre. Tema portante dell’edizione 2005 dell’iniziativa sarà “Scienza di guerra, scienza per la pace”, una doppia riflessione che se da un lato vuole ricordare i successi della scienza (e non poteva essere altrimenti dato che il 2005, centenario della pubblicazione della Teoria della relatività di Einstein, è stato dichiarato anno europeo della fisica) dall’altro vuole portare a un’attenta valutazione sugli effetti di un uso distorto del progresso scientifico. Partendo dall’esplosione sessant’anni fa a Hiroshima, della prima bomba atomica.
 «Gli scienziati che contribuiscono alla costruzione di armi non sono esenti da responsabilità - ha detto ieri, durante la presentazione dell’iniziativa, la presidentessa del comitato Scienza società scienza, Carla Romagnino - dovrebbero però essere richiamati alla responsabilità anche i cittadini: sono loro che eleggono chi governa».
 Si parte con le conferenze: la prima, che inaugurerà quest’edizione di Scienza società scienza, è in programma martedì alle 11 nell’aula magna della facoltà di Architettura, dove Vincenzo Balzani, dell’università di Bologna, parlerà di “Scienza e pace”. Tra le altre conferenze, solo per citarne alcune, il 4 novembre quella su “Molecole per la guerra e per la pace”: relatore d’eccezione sarà Giorgio Celli, conosciuto al pubblico per la sua trasmissione di Rai tre sulla natura. L’otto novembre si parlerà del “Ricorso alla pianificazione scientifica negli stermini di massa del XX secolo”, mentre il nove s’affronterà il tema “I rapporti tra scienza e settore militare dalla seconda guerra mondiale alla guerra fredda”. Il 23 novembre, Roberto Crnjar, preside della facoltà di Scienze, parlerà di “Quale scienza in Sardegna”. (s.z)
  
9 - La Nuova Sardegna
Pagina 43 - Cultura e Spettacoli
La ricercatrice sassarese Maria Pina Dore racconta la sua esperienza con Robin Warren e Barry Marshall
Un pezzo di Nobel a Sassari
Il lavoro di squadra per debellare il batterio dell’ulcera
GABRIELLA GRIMALDI
Se ci pensa le tremano ancora le gambe. Lo ricorda come fosse oggi il giorno in cui, fresca di laurea, dovette prendere il microfono davanti a 14 mila persone e annunciare, in inglese, la scoperta mondiale fatta dall’equipe in cui lavorava. «E se non mi vengono le parole?» chiese in preda all’ansia a Barry Marshall. «Canta qualcosa in sardo» le rispose lo scienziato insignito due giorni fa del premio Nobel. Le parole non le mancarono e Maria Pina Dore, oggi professore associato in Medicina Interna (Clinica Medica) nell’ateneo cittadino, raccontò agli studiosi di mezzo mondo riuniti a Washington che gli abitanti del Nord Sardegna erano resistenti alle cure per l’ulcera. E che, in particolare i pastori, nel 98 per cento dei casi, erano affetti da un’infezione provocata da Helicobacter Pylori, il batterio al centro degli studi di Marshall e Warren responsabile della gastrite, dell’ulcera peptica e del cancro allo stomaco.
 Fu quello il momento culminante di una ricerca cominciata in Sardegna dall’università di Sassari e proseguita nell’ospedale di Houston in Texas in cui Maria Pina Dore ha lavorato per cinque anni a fianco di Barry Marshall e di David Graham, uno dei massimi studiosi al mondo di Helicobacter e dove lei conserva il ruolo di docente. «Ovviamente - ci tiene tantissimo a sottolinearlo - questa avventura non sarebbe mai stata possibile senza l’appoggio dell’università di Sassari, senza gli studi e le ricerche effettuati in Clinica Medica, nell’istituto di Igiene e di Anatomia Patologica. E senza il “calcio nel sedere” con cui il direttore della Clinica di allora, Giuseppe Realdi, mi spedì negli Stati Uniti, dove non volevo mettere piede».
 Ed è proprio il viaggio in Texas che ha consolidato la passione travolgente di questa grintosa ragazza di Mores (oggi quarantenne e con all’attivo una brillante carriera) per quello che lei chiama il “bagarozzo”, il batterio di cui dice di sentire perfino l’odore nei vetrini. Una passione, oltre che un forte impegno professionale, certificata dalle tante fotografie con cui sono tappezzate le pareti del suo piccolo studio in viale San Pietro: immagini che la ritraggono con i suoi maestri, da Barry Marshall a Realdi, da David Graham a Giuseppe Delitala (attuale direttore della Clinica Medica), al rettore Alessandro Maida, autore di importanti studi epidemiologici sull’echinococcosi. Ma anche con i colleghi Giuseppe Fanciulli (Clinica Medica), Ida Mura, Elena Muresu, Andrea Piana e Bianca Are (Istituto di Igiene), Giovannino Massarelli e Alessandra Manca (Anatomia Patologica).
 «Oggi siamo molto soddisfatti - ha commentato il rettore dell’università Alessandro Maida - perchè scegliemmo, in tempi non sospetti, un filone di ricerca che non era molto quotato. Dando così il nostro contributo a individuare i meccanismmi di causa-effetto nell’ulcera. Ho mandato una e.mail di felicitazioni a Barry Marshall e spero di averlo qui a Sassari entro pochi mesi».
 Intanto Maria Pina Dore, approfittando dell’intervista, fa una minilezione sull’Helicobacter con tanto trasporto che anche i profani rischiano di appassionarsi al “bagarozzo”. Non poteva certo immaginare un futuro così entusiasmante quando cominciò a battere uno per uno gli ovili del Monte Acuto, spesso accompagnata dal padre, altra colonna portante della sua storia di ricercatrice, per convincere i pastori a sottoporsi a endoscopia. «Abbiamo osservato - spiega - come la prevalenza di infezione fosse molto più elevata nei pastori che vivono a diretto contatto con pecore e cani-pastore rispetto ai loro familiari che svolgono altri lavori. Abbiamo così ipotizzato un modello epidemiologico di antropozoonosi dove l’infezione può essere trasmessa dall’animale all’uomo e viceversa usufruendo anche di veicoli intermedi quali l’ambiente, il latte o altri prodotti. A Houston siamo stati in grado di isolare l’Helicobacter dallo stomaco e dal latte fresco di pecora non pastorizzato proveniente dal Nord Sardegna». Grazie alle scoperte dei ricercatori sassaresi si è stabilito che i ceppi di batterio provenienti dalla Sardegna erano resistenti agli antibiotici con cui si curano normalmente gastriti e ulcere. Sono state quindi messe a punto terapie specifiche che oggi vengono utilizzate con successo nella nostra isola e in molti paesi del Terzo Mondo.
 «L’obiettivo finale - conlcude Maria Pina Dore - è quello di eliminare l’infezione dal genere umano, per sempre, così come è stato per il vaiolo».
 
 10 - La Nuova Sardegna
Pagina 43 - Cultura e Spettacoli
Un progetto di collaborazione con «La Sapienza»
Laurea in giornalismo, ponte tra Sassari e Roma
Diventano ancora più stretti i rapporti già intensi tra la facoltà di Scienze della comunicazione della «Sapienza» di Roma e la facoltà di Scienze politiche dell’ateneo sassarese. In attuazione di un progetto di collaborazione organica con Sassari a livello di didattica e di alta formazione, la facoltà romana ha deciso che, sul puntegdelle prove di selezione, ai laureati provenienti dalla laurea triennale in Scienze della comunicazione e giornalismo della facoltà di Scienze politiche di Sassari interessati ad iscriversi alle lauree specialistiche della facoltà di Scienze della comunicazione della «Sapienza» vengono attribuiti 30 punti sul curriculum di base, vale a dire lo stesso punteggio attribuito ai laureati provenienti dai corsi di laurea della facoltà Scienze della comunicazione di Roma. Inoltre, per i crediti acquisiti con la laurea triennale e necessari per l’iscrizione alle lauree specialistiche, è allo studio una specifica «corsia» per i laureati provenienti dalla laurea triennale in Scienze della comunicazione e giornalismo di Sassari, in base alla quale verrà valorizzata la massima congruenza del curriculum per i laureati risultati idonei alle prove di selezione che si iscrivono alle lauree specialistiche della facoltà romana in Teorie della comunicazione e ricerca applicata oppure alla laurea specialistica in Comunicazione sociale e istituzionale oppure alla laurea specialistica in Comunicazione d’impresa.
 Il progetto dovrebbe essere completato da una proposta della facoltà sassarese su una «corsia specifica» per possibili candidati al Master biennale in giornalismo che si tiene a Sassari provenienti dai corsi di laurea triennale in Scienze e tecnologie della comunicazione e in Scienze della comunicazione pubblica e organizzativa della «Sapienza».
 
 11 - La Nuova Sardegna
Pagina 28 - Sassari
La facoltà di Veterinaria è una realtà
Inaugurato il corso di laurea triennale in produzioni animali
Il rettore e il cardinale Pompedda hanno elogiato l’iniziativa che potrebbe rilanciare l’economia
OZIERI. Il corso di laurea triennale in produzioni amimali - gestione e allevamenti degli equini - con il quale l’ateneo sassarese approda finalmente in città nasce sotto i migliori auspici. A sgombrare il campo dalle perplessità che hanno caratterizzato l’evento, hanno provveduto nella cerimonia inaugurale, il rettore dell’università di Sassari, Alessandro Maida, il preside della facoltà di Veterinaria, Sergio Coda, che hanno rimarcato la validità della scelta.
 Dislocare in città, il corso universitario non dev’essere intesa come una scelta in omaggio alle insistenti richieste del collega e sindaco pro tempore di Ozieri, Giovanni Cubeddu (docente della facoltà di Veterinaria), ma più semplicemente come una soluzione ragionata per dare le risposte più appropriate all’esigenza di creare nuove figure professionali per un mercato che va ben oltre i confini dell’Isola per toccare l’intero bacino del mediterraneo.
 Dall’alto della solida tradizione agrozootecnica e la presenza di importanti strutture per l’allevamento e la promozione del cavallo, Ozieri, nella programmazione dell’ateneo sassarese, partiva in pole position.
 Ora, e più esattamente fra una decina di giorni, data di partenza delle lezioni, la palla passerà ai docenti incaricati e agli allievi del corso, chiamati a confermare nei fatti la validità dell’iniziativa. Per questa, sono giunti i consensi del rappresentante dell’Ersu, Omar Hassan, e del presidente dell’Ordine dei veterinari, Andrea Sarria, che hanno garantito l’impegno a collaborare con le istituzioni coinvolte nell’iniziativa, per il superamento delle immancabili difficoltà organizzative iniziali della struttura.
 E delle roventi polemiche che hanno turbato la vigilia di una giornata che altri autorevoli personaggi hanno definito memorabile per la città e per l’Ateneo sassarese? Nella sala conferenze del Convento di San Francesco, che ha ospitato la manifestazione inaugurale, per le critiche non c’è stato molto spazio, ma solo pochi accenni per liquidarle come strumentalizzazioni politiche di basso profilo.
 D’altro canto, ombre di qualsivoglia natura non potevano registrarsi negli interventi delle due personalità locali che sulla vicenda si sono maggiormente impegnati: il sindaco Giovanni Cubeddu e il cardinale Mario Francesco Pompedda. Per entrambi, l’apertura del corso di Veterinaria rappresenta la fine di un faticoso cammino che li ha visti protagonisti per alcuni anni.
 Con l’arrivo dell’università, la città raggiunge, a parere di entrambi, un obiettivo lungamente atteso e che la ripaga, almeno in parte, degli “scippi” operati negli ultimi anni ai suoi danni.
 Particolarmente incisivo, al riguardo, il monito del porporato allorché, ricordando episodi del passato, ha rilevato il ruolo poco costruttivo tenuto in varie occasioni da personaggi locali. Per il cardinal Pompedda l’evento culturale appena salutato deve costituire la base di partenza per una effettiva rinascita della sua città natale. Un traguardo che richiede una concreta unitarietà d’intenti da parte di tutte le componenti politiche e sociali.
 Nell’ambito della cerimonia è stato inserito, in collaborazione con le Poste Italiane, uno speciale annullo filatelico che, nelle due composizioni fotografiche, ricorda il solido legame esistente fra Ozieri e le attività legate al mondo del cavallo.
 Dopo gli interventi, si è proceduto allo scoprimento della targa e al tradizionale taglio, a opera del cardinale Pompedda e del sindaco, del nastro sulla soglia dei locali che nel prestigioso edificio ospiteranno il corso universitario.
 Alla cerimonia di inaugurazione, oltre ad un foltissimo pubblico, hanno preso parte numerosi rappresentanti del mondo accademico e politico.
Angela Farina
 
GLI STUDENTI
«Necessario garantire i servizi essenziali per evitare i disagi»
OZIERI. Continuano a susseguirsi le dichiarazioni che accendono il dibattito sul neonato corso di laurea. Interviene Omar Hassan, affermando di essere ancora il rappresentante degli studenti nel Consiglio di amministrazione dell’Ersu e che le recenti dichiarazioni non «rappresentano la totalità degli studenti. Formalmente - continua Hassan, l’autore delle critiche, Simone Campus, non ha ancora assunto l’incarico di rappresentante, in quanto manca il decreto di nomina della Regione». Il cda dell’Ersu è decaduto il 19 settembre ma è attualmente in proroga. E a breve si attende l’insediamento del nuovo. «Inoltre - continua il rappresentante uscente -, gli studenti iscritti al corso di laurea non hanno finora lamentato problemi e l’ente per il diritto allo studio si sta attivando per predisporre tutti i servizi». Ciò che però intende ribadire con forza è «la necessità di garantire i servizi essenziali a tutti gli studenti affinché sia realmente tutelato il diritto allo studio. Entrambi gli schieramenti politici - conclude - alle ultime consultazioni elettorali posero la formazione universitaria al centro dei loro programmi: promesse che dovrebbero essere mantenute». Intanto, Simone Campuus (eletto a maggio) fa sapere di aver ricevuto un Decreto rettorale di nomina al Consiglio degli studenti in qualità di rappresentante Ersu: il primo passo in attesa della nomina regionale. E afferma di «non avere alcun pregiudizio nei confronti della città, ma ha solo a cuore i diritti degli studenti». Sull’impegno dell’Ersu, conclude: «Le critiche servono a qualcosa. Resta il fatto che mancando il parere favorevole del Cru, sarà difficile disporre di stanziamenti e approntare servizi per tempo». (al.t.)
  
12 - La Nuova Sardegna
Pagina 8 - Olbia
Sclerosi multipla, le idee per curarla
Un convegno con alcuni dei migliori specialisiti, organizza il Comune
LURAS Patrocinato dai Servizi sociali
LURAS. Un corso d’aggiornamento su “Le distrofie muscolari, dalla diagnosi al trattamento riabilitativo” è una iniziativa che stupisce che si proponga a Luras ma l’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Alberto Lentinu, sfrutta al massimo le conoscenze dell’assessore ai Servizi Sociali Gian Mario Sanna. Non fosse altro perché frequentando il corso, per le categorie accreditate, ci sono importanti crediti per il propio curriculum: ai medici si assegnato 5 crediti, agli infermieri professionali 5 crediti, ai fisioterapisti 6, ai tecnici ortopedici 5. Si prevede allora una certa affluenza, anche di pazienti e familiari, come si è già visto in passato ad altri appuntamenti simili.
 Per sabato 29 ottobre occorrerà essere a Luras, sala convegni, già alle 7,45 per le iscrizioni. Poi dopo il saluto delle autorità, alle 8,30 il primo relatore, Maria Antonietta Maioli, ricercatrice presso il Dipartimento di Neuroscienze, Centro sclerosi multipla, Università di Cagliari, parlerà della “Genetica delle Distrofie Muscolari di Beker e Duchenne”. Alle 9,35 Loredana Boccone, responsabile dell’U.O. di Daj Hospital e Ambulatorio di Genetica Clinica e Malattie Rare II Cllnica Pediatrica del Centro Regionale per le Microcitemie, parlerà su “Incidenza e variabilità fenotipica delle distrofie muscolari di Beker e Duchenne”. Alle o 11 break. Alle 11,15 parlerà Giovanni Marrosu, dirigente medico del Servizio di Neurofisiopatologia presso il Centro Sclerosi Multipla, Cagliari, che illustrerà “Quadro Clinico e Strumentale delle Distrofie Muscolari di Beker e Duchenne”.
Alle 13 ci sarà il dibattito con Miriana Fresu. Alle 13,15 pausa pranzo. Alle 14 inizia la seconda sessione con la relazione di Sebastiano Cudoni, responsabile UO di Ortopedia e Traumatologia Asl che parlerà su “Trattamento Ortesico e Chirurgico nelle alterazioni delle Distrofie Muscolari di Beker e Duchenne”. Alle 15,35 Antonello Murgia, pneumologo presso l’Ospedale “Binaghi”, responsabile di Terapia Semi-Intensiva Respiratoria presso la terza unitaria operativa di Pneumologia, parlerà su “Valutazione pneumologica nelle distrofie muscolari”.Alle 17,15 Miriana Fresu, responsabile della Neuroriabilitazione del Centro Sclerosi multipla di di Cagliari, illustrerà “Il percorso riabilitativo nelle Distrofie Muscolari”. Alle 18,20 break. Alle 18,35 Gasperino Pirriano guiderà la discussione su “Un caso clinico”. Alle 19,35 verifica, chiusura dei lavori e consegna attestati partecipazione.
 «L’evento è stato possibile - dice l’assessore Sanna - grazie alla disponibilità del direttore generale della Asl Efisio Scarteddu. La parte scientifica è stata affidata a Gasperino Pirriano, presidente del convegno. La parte organizzativa affidata a Elio Tamponi, eesponsabile del Pronto soccorso di Tempio».
 Le iscrizioni sono aperte dal 4 al 20 ottobre (telefonare al 328.4742332 oppure allo 079.645221).
 Il convegno, utile dirlo, è aperto al pubblico.
Pietro Zannoni
 

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