Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
12 October 2005
 Ufficio Stampa
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI CAGLIARI
  
1 – L’Unione Sarda
Pagina 27 – Cagliari
Cagliari. Una settimana
Prof in sciopero contro la riforma dell’Università
Non è materia d’esame, ma per questa settimana le verrà dedicata l’attenzione degli studenti e dei docenti cagliaritani: è la riforma dell’Università a tenere banco nelle aule dell’ateneo cagliaritano, dove le lezioni riprenderanno normalmente solo lunedì. Fino ad allora, gran parte dei corsi verranno sospesi per protesta contro la nuova rivoluzione (dopo quella del "tre più due") del sapere. Una decisione assunta da molti docenti per dire un robusto no «a una legge che non affronta i problemi veri dell’Università - dice Raffaele Paci, preside di Scienze Politiche - una legge che forse non crea particolari danni ma di certo non destina un solo euro agli atenei: assistiamo all’ennesima riforma a costo zero quando tutta l’Europa ha capito che senza investire su ricerca e formazione non si va avanti». Ad irritare (e preoccupare) i docenti non è solo il fatto che la legge sia «nel migliore dei casi innocua», ma che sia passata in Parlamento con il voto di fiducia, uno strumento politico che di fatto ha azzera il dibattito. Anche il preside di Giurisprudenza, Francesco Sitzia, sottolinea come i professori non abbiano gradito «che sia stata troncata la discussione sulla riforma attraverso lo strumento della fiducia». Sul merito della legge, il preside ha registrato da parte di molti colleghi «una forte opposizione», che sicuramente si estende anche ai ricercatori, categoria fortemente penalizzata dal nuovo corso. «Basterebbe applicare il contratto di lavoro - riprende Paci - per bloccare l’attività didattica in modo permanente, non per una settimana come ci limitiamo a fare a Cagliari per senso di responsabilità». Il punto, spiega il preside, è che per non far arrivare al collasso gli atenei ogni docente deve accollarsi due corsi (con la stessa retribuzione rispetto a quando ne tenevano uno solo) e i ricercatori devono tenerne uno. Basterebbe che questi ultimi si limitassero a rinunciare e il sistema didattico andrebbe in tilt. Ma anche gli studenti non apprezzano la legge, e anzi da Giuseppe Frau, rappresentante degli iscritti nel Consiglio d’amministrazione dell’Università, arriva un appello «a docenti e ricercatori perché facciano fronte comune con noi studenti contro uno stravolgimento passato sotto traccia ma destinato, in realtà, a creare università più chiuse, elitarie, dove sarà difficile fare un percorso di carriera o semplicemente di formazione. Una riforma sbagliata che colpisce in modo particolarmente severo gli atenei del Sud».
  
2 – L’Unione Sarda
Pagina 22 – Cagliari
Agenda. Max Medda legge Tanchis, le poesie di Belli
La letteratura giovane al café e Chiara Ingrao all’università
Un dialogo postumo tra madre e figlia attraverso il Novecento, un viaggio nei ricordi di un amore perduto in attesa di un’estate che non arriverà e il nuovo libro di Roberto Belli. Sono tre gli appuntamenti con la letteratura fissati tra venerdì e lunedì prossimo in città. belli al savoiaSi parte venerdì 14 alle 21 al Cafè Savoia (piazza Savoia) con "Assolutamente altrove" di Roberto Belli, poeta e performer cagliaritano. A parlare con l’autore della nuova pubblicazione edita dalla Cuec editrice nella raccolta Estro Versi, saranno Alberto Lecca, scrittore e direttore della collana e Mauro Pala, docente di letterature comparate all’Università di Cagliari. Ad accompagnare la serata, a metà strada tra la performance e il reading, sarà l’esibizione dei Machina Amniotica, gruppo votato alla sperimentazione e composto dallo stesso Belli che ne cura testi, voce e campionamenti, Paola Cireddu (basso e voce), Arnaldo Pontis (testi, morbide macchine), Marco Rocca (testi chitarra e computer programming). tanchis all’ampuriasDomenica ci si sposta all’Ampurias (in via Savoia) dove a partire dalle 21 il regista Enrico Pau presenterà il libro di Aldo Tanchis "L’anno senza estate". La lettura delle pagine del volume edito da Il Maestrale è affidata all’attore Massimiliano Medda. L’autore, al suo secondo romanzo dopo "Pesi leggeri" ? ma che ha scritto anche per il cinema (Pesi Leggeri, La volpe e l’Ape, Storie di pugili) e l’operetta Il brutto anatroccolo musicato da Giorgio Gaslini e firmato anche alcuni saggi sull’arte contemporanea ? questa volta si è imbattuto nella storia di un villaggio turistico in Sardegna dove a causa dell’esplosione di un vulcano in Asia l’estate non arriva. Il protagonista è un subacqueo che lavora in un diving ormai senza clienti e a rendergli la situazione ancora più complicata, gli viene annunciato l’arrivo di una donna amata e perduta in un passato ormai sepolto. scienze politiche: Chiara IngraoLunedì 17 l’appuntamento è nell’Aula magna della facoltà di Scienze politiche (viale Fra Ignazio) dove alle 18 verrà presentato il libro "Soltanto una vita" (Baldini Castoldi Dalai) di Chiara Ingrao. La storia di una madre, Laura Lombardo Radice, ricostruita dalla figlia Chiara attraverso le lettere, le poesie, le interviste, gli articoli e ripensata attraverso il filtro della propria esperienza. Ma anche la storia del Novecento, dietro e dentro la vita di una donna comunista, compagna di vita e di lotte di Pietro Ingrao. Un dialogo postumo, fra due generazioni di che hanno tentato un cammino di libertà. All’incontro con l’autrice prenderanno parte lo scrittore Luciano Marrocu, Claudio Natoli, docente di Storia contemporanea e Luisa Maria Plaisant, direttore dell’Istituto sardo per la storia della resistenza e dell’autonomia. (gr. pi.)
  
3 – L’Unione Sarda
Pagina 42 – Cultura
Balzani, più scienza significa più pace
Una società disattenta agli sviluppi della scienza non può essere una società attenta alle problematiche del mondo. Ne sono convinti gli organizzatori di "Scienza di guerra, scienza per la pace", un fitto calendario di conferenze e dibattiti, spettacoli e animazioni fino al 26 novembre. La manifestazione, organizzata dal comitato "Scienza società scienza", ha lo scopo di avvicinare la scienza ai cittadini, partendo dai più giovani. «Le associazioni dei docenti di fisica, matematica, chimica e scienze naturali ? ha sottolineato Carla Romagnino, presidente del comitato ? hanno fornito un contribuito rilevante all’organizzazione di questa manifestazione insieme a molte scuole cittadine e alle istituzioni coinvolte». L’iniziativa nasce anche con il desiderio di aiutare a scegliere i futuri studi. «Servono condizioni fertili per attrarre ragazzi desiderosi di dedicare la loro vita alla scienza», ha ricordato il preside della facoltà di Scienze, Roberto Crnjar. Ieri il primo incontro dedicato al tema "Scienza e pace", nell’aula magna di Architettura. Vincenzo Balzani, docente di chimica all’università di Bologna, è subito entrato nel vivo: «La pace è un valore, assoluto, che riguarda la vita di tutti, proprio come la scienza». Ma come definire esattamente scienza e pace? «La scienza è un’attività umana che usa la ricerca per produrre conoscenza su com’è fatta la realtà, come funziona il mondo, ma anche come si può inventare qualcosa che in natura non esiste. Il tutto in modo rigoroso, oggettivo e non dogmatico. Per pace invece io intendo una condizione che si espande in cerchi concentrici, dalla condizione del singolo, alla famiglia, alle comunità locali, fino ai rapporti fra le nazioni. Ecco perché, comunque la si pensi, c’è molto bisogno di pace e di scienza. Un bisogno inestinguibile, perché la consapevolezza delle situazioni di disagio e di sofferenza cresce e parallelamente le domande sulla natura diventano sempre più impegnative e difficili. Tuttavia bisogna tenere presente che la conoscenza profonda della natura introduce modifiche nella realtà, dalla meccanica quantistica alla medicina, alle indagini antropologiche su civiltà viventi». Altra cosa è l’applicazione del sapere scientifico, ha spiegato Balzani: «Scopo della tecnologia è realizzare sistemi, macchine, prodotti, in grado di mettere a frutto la conoscenza. Tutte le innovazioni possono avere risvolti negativi, secondo come vengono dirette. Pensiamo alle macchine per seminare il grano, a un certo punto alcune fabbriche le hanno modificate per seminare mine antiuomo. E pensiamo agli sviluppi futuri: sensori interni al nostro corpo pronti a diagnosticare qualsiasi malattia, cervelli in perenne contatto con i computer, nanotecnologie in campo medico, eccetera». Dov’è allora il limite? «Mentre nel caso della tecnologia appare evidente la necessità di indirizzare, non sembra logico porre dei limiti alla scienza, che per definizione ha diritto di esplorare per conoscere. Ma per sapere occorre agire, e questo agire porta inevitabilmente alla responsabilità di assumere determinate conseguenze, in campo morale, materiale, culturale, allora anche la ricerca pura in fondo non è completamente libera. Anche in tema finanziamenti: se viene deciso di assegnare milioni di euro o di dollari a un progetto, significa che ad altri progetti potranno essere destinati meno fondi. Le scelte operate dal potere politico sono scelte determinanti. Inoltre è difficile imporre scale di priorità o regole cui attenersi vista la velocità impressionante alla quale tutto cambia attualmente». Come comportarsi allora? «Innanzitutto - ha concluso Balzani - io sostengo che più si sviluppa la scienza, più si sviluppa la pace, esorto quindi i ragazzi a interessarsi alla scienza. Poi incoraggerei gli insegnanti a esporre gli sviluppi più avanzati e a raccontare la storia della scienza in maniera non neutrale, facendo così emergere che un laser o una sostanza radioattiva possono essere usate bene, in campo sanitario, o male, come armi».
Andrea Mameli
  
4 – L’Unione Sarda
Pagina 17 – Cagliari
Le nuove tecnologie Dove stiamo andando con telefoni e decoder
di Luigi Atzori*
Il futuro delle comunicazioni sarà sempre più caratterizzato da un accesso alle reti senza fili, sia per le comunicazioni voce sia per lo scambio di dati. Nel primo caso la trasformazione è sotto gli occhi di tutti, nel secondo caso è solo una questione di pochi anni. Infatti, per motivi storici il telefono ha sempre anticipato i tempi rispetto alle comunicazioni dati e c’è quindi da aspettarsi che l’utente voglia sempre più avere un accesso senza fili anche in quest’altro caso. Il WiFi (acronimo di Wireless Fidelity) è sicuramente il primo standard utilizzato per interconnettere dei calcolatori in rete, principalmente per accedere ad Internet. È orami noto ai molti che già hanno la casa interamente coperta dal segnale o fanno uso di questa tecnologia negli hot spot pubblici (equivalente di cella del sistema cellulare) presenti negli aeroporti, negli alberghi, nei pub, ma anche nei territori comunali. Infatti, molte amministrazioni comunali in Sardegna hanno già dotato il proprio territorio di un servizio WiFi e molte altre stanno muovendosi in questo senso. Ma questo non è l’unico standard per la connessione di pc senza fili. Il WiMax è un altro che ha come obiettivo quello di connettere nodi di telecomunicazioni con dei punti fissi, come abitazioni e uffici, per un accesso a larga banda per applicazioni di vario tipo: telefonia, connessione ad Internet, televisione, videoconferenza. È per esempio un’ottima alternativa all’ADSL per quelle località dove quest’ultimo servizio non è fornito. Per fare sì che sia possibile guardare la televisione ovunque ed a qualità accettabile, superiore all’attuale servizio UMTS, è stato definito uno specifico standard denominato DVB-H, fratello del DVB-T per il quale in quest’ultimo periodo ci stiamo attrezzando con il decoder. Nel giro di poco tempo anche in Italia sarà fornito questo servizio ed inizieremmo ad utilizzare i palmari con il relativo ricevitore per vedere dei filmati ovunque. Vanet è il nome di un altro standard che consente la comunicazione tra autoveicoli senza la necessità di far uso di punti di accesso fisso alla rete e si basa sul concetto di gestione cooperativa delle trasmissioni. Questo consente di estendere la copertura delle reti in modo dinamico e di costituire tante reti in ambiente sia metropolitano sia extraurbano in funzione del traffico e della posizione reciproca, abilitando applicazioni di infomobilità e di intrattenimento. Visti gli interessanti risvolti applicativi, l’interesse degli utenti verso connessioni mobili, il crescente uso di applicazioni multimediali c’è da aspettarsi che questi standard, ma non solo, entreranno a far parte della nostra vita quotidiana molto più velocemente di quanto non abbia fatto il GSM in un decennio.
* docente universitario
 
 5 - L’Unione Sarda
Calasetta Respinte le nuove iscrizioni, chiuderà l’Università a distanza
Fra due anni l’Università a distanza di Calasetta non ci sarà più. All’apertura del nuovo anno accademico, infatti, non sono state accettate nuove iscrizioni. L’avventura universitaria, dunque, per Calasetta terminerà entro due anni, giusto il tempo di dare modo agli attuali iscritti di ultimare il corso di studi. A decretare la chiusura della sezione a distanza dell’Università di Bologna, sembra essere stata l’interruzione del rapporto tra l’Università madre e il consorzio Nettuno, che da svariati anni si occupa dell’aspetto tecnico (collegamenti e videoconferenze) per la realizzazione dei progetti "Università a casa tua". L’amministrazione comunale, dal canto suo, afferma che dopo vari tentativi (che comunque non sono valsi a salvare l’iniziativa) è riuscita ad ottenere dall’Ateneo Bolognese è che gli studenti attualmente in corso possano concludere gli studi. L’Università a distanza di Calasetta è nata non molto tempo. Il primo ed unico corso di studi di Economia e Commercio è stato infatti istituito nel 2001 grazie alla collaborazione tra l’Università di Bologna e il Comune. Il progetto dell’Università a distanza era stata il cavallo di battaglia durante la campagna elettorale della precedente amministrazione. Il primo corso che venne istituito fu quello di Amministrazione e gestione delle imprese che consentiva agli studenti di conseguire una laurea di primo livello in Economia e commercio.
Valeria Frisolone
 
 
 

 
6 - La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
UNIVERSITA’
Contro la riforma didattica non stop
Assemblee e incontri per smontare ancora di più le scelte del ministro
CAGLIARI.Una maratona della didattica, con 24 ore filate di lezioni, per dare un segnale politico forte contro una riforma considerata «inutile e dannosa», o chissà, magari anche due giornate di sensibilizzazione in cui tutta l’Università si ferma per fare il punto sulla situazione. La settimana di protesta del mondo universitario contro la riforma della docenza voluta dal ministro Letizia Moratti, non si ferma all’astensione dalle lezioni dei ricercatori, o alla garanzia del solo minimo indispensabile da parte dei docenti. Sino a sabato (data in cui in tutte le facoltà d’Italia è prevista l’agitazione) se ne potrebbero vedere ancora delle belle. Intanto assemblee si sono tenute in questi giorni nelle facoltà di Scienze Politiche e in quella di Scienze, mentre ieri, sebbene la sede non fosse proprio la più opportuna, il malessere che da tempo attanaglia il mondo accademico, è stato oggetto di discussione anche nella seduta del Senato accademico allargato. Proprio da qui è arrivato uno spunto: organizzare una o due giornate di mobilitazione per sensibilizzare sulla situazione di grave incertezza vissuta dall’Università e sui pericoli che potrebbero derivare dal riordino delle carriere.
 «Dopo essere stata approvata dalla Camera, la delibera voluta dalla Moratti il 24 ottobre passerà al vaglio del Senato - spiega Manuel Floris, rappresentante degli studenti della facoltà di Scienze - In questo testo non sono più previsti professori aggregati, ma a contratto, mentre per i ricercatori la trafila da superare prima d’arrivare alla tanto sospirata docenza diverrà quasi un’impresa folle». Un esempio su tutti: tra dottorato, attività di ricerca varia, e tutte quelle cose che un ricercatore dovrebbe affrontare prima di diventare docente, gli anni che passerebbe da precario sarebbero così tanti che una carriera stabile diverrebbe un sogno da coronare solo in tarda età.
 Non è solo questo a preoccupare: la protesta ora s’è estesa a tutte le componenti dell’Università, e se da un lato gli studenti esprimono la loro solidarietà, dall’altro si dicono preoccupati per la situazione in generale: «Appoggiamo i ricercatori, perché sono loro a svolgere buona parte dell’attività didattica - dice Manuel Floris -. Vorremmo però che la protesta fosse più incisiva e tenesse conto di tutti i problemi che la riforma comporta».
 Anche se riforma è forse un termine improprio: «I decreti targati Moratti - sbotta Raffaele Paci, preside della facoltà di Scienze Politiche - tutto fanno tranne risolvere i veri problemi dell’università. Senza contare che il ministro li ha adottati in modo autoritario, sfuggendo a qualsiasi logica di confronto democratico». L’università ha bisogno di investimenti per potenziare la ricerca e la qualità dei suoi servizi? Che la gente se lo scordi: la riforma è a costo zero. «Significa - fa notare Roberto Crnjar, preside della facoltà di Scienze - che in questo settore il Governo non intende investire un solo centesimo. Una follia perchè anche un’università dai servizi minimi ha bisogno di seppur piccoli investimenti». Così, mentre gli altri paesi vanno avanti, è l’amara conclusione di Raffaele Paci, «noi andiamo a picco», perché non si è competitivi «se i cervelli, qui poco incentivati, fuggono via», o se non risolvono strozzature come quella della sproporzione tra numero di studenti e quello dei docenti, che di fatto rende difficilissime lezioni proficue.
Sabrina Zedda
  
7 - La Nuova Sardegna
Pagina 27 - Sassari
Venti milioni per Mamuntanas
Stanziamento della giunta Soru per il polo di eccellenza
Il consigliere regionale Mario Bruno «Lavoro e possibilità di crescita economica grazie alle facoltà di Agraria e Veterinaria»
GIANNI OLANDI
ALGHERO. Il polo di eccellenza delle facoltà di agraria e veterinaria dell’università di Sassari individuato dalla giunta regionale nei trecento ettari della tenuta di Mamuntanas, comincia a prendere corpo ora anche sotto l’aspetto finanziario. L’esecutivo presieduto da Renato Soru sulla ripartizione dei fondi Cipe ha infatti stanziato una nuova tranche di 20 milioni di euro per la realizzazione di un intervento finalizzato alla ricerca e allo sviluppo produttivo dell’area nord occidentale della Sardegna.
«Questi 20 milioni di euro - commenta Mario Bruno, consigliere regionale di Progetto Sardegna - si sommano ai 5 già stanziati nel marzo scorso per il Centro di ricerca veterinaria di Mamuntanasm con annessa un’azienda zootecnica sperimentale, e altri 20 milioni di euro sono stati già programmati con un preciso impegno della Giunta a valere sulla prossima annualità. Inoltre - aggiunge ancora il consigliere algherese del centro sinistra - con la creazione della nuova Agenzia di ricerca agricola Agris, decisa dalla giunta il 5 ottobre, con sede a Bonassai, tra Sassari e Alghero, si potranno vantare strutture d’avanguardia nel settore della ricerca e dello sviluppo».
 Va ricordato che altri 2 milioni di euro sono stati già attivati per la realizzazione di un centro di competenza sulla biodiversità animale per il comparto agro-pastorale, e in particolare per la valorizzazione del patrimonio autoctono, a integrazione del Centro di Ricerca di Mamuntanas».
 Questa pioggia di milioni di euro destinata al progetto complessivo che prevede il trasferimento delle facoltà di agraria e veterinaria dell’università di Sassari nella ex azienda agroicola di Mamuntanas, gode di interventi regionali che ammontano già a 47 milioni di euro ai quali dovranno aggiungersi le risorse che l’ateneo sassarese metterà a disposizione per il co-finanziamento di una iniziativa che per dimensioni e contenuti può essere considerata epocale, una svolta storica per tutto il territorio.
 Intervento per il quale, da una prima stima, saranno necessari oltre 100 milioni di euro, una disponibilità finanziaria imponente che da sola testimonia della dimensione che si intende attribuire al polo di eccellenza in agricoltura e veterinaria.
«Il polo diventerà un punto di riferimento - aggiunge ancora Mario Bruno - a supporto dei distretti produttivi del settore e darà un forte impulso alla realtà produttiva sarda. Le facoltà di veterinaria e agraria dell’università di Sassari raggiungeranno standard di livello europeo. Una importante crescita economica, uno sviluppo tecnico di grande avvenire e un importante salto di qualità sul piano strutturale e scientifico che comporterà benefici diffusi».
 Il futuro di Mamuntanas appare dunque segnato con prospettive che soltanto qualche anno fa era difficile ipotizzare. Trecento ettari di proprietà regionale, come del resto i 900 ettari di Surigheddu, abandonati a se stessi per oltre tre lustri.
 Ora non vi è alcun dubbio che importanti ricadute giungeranno anche sulla fascia costiera algherese. Con due importanti facoltà a pochi passo dal centro catalano si rafforza anche il polo universitario della Riviera del Corallo che già dispone delle facoltà di architettura e scienze del mare.
«Siamo in presenza di una impostazione di sviluppo - conclude l’esponente del consiglio regionale - che costituisce una vera e propria programmazione per il territorio della Sardegna nord occidentale ma sono convinto che produrrà importanti ricadute soprattutto nel comprensorio algherese, integrando sul piano economico quella che è ormai diventata l’attività prevalente, grazie ai voli low cost, del turismo.
  
8 - La Nuova Sardegna
Pagina 5 - Sardegna
Visita agli uffici di rappresentanza della Regione sarda per capire i meccanismi che regolano il funzionamento dell’istituzione
A Bruxelles 25 futuri giuristi e tributaristi europei
CAGLIARI.  Da oggi l’Europa è un po’ più vicina alla Sardegna. Si è infatti appena conclusa la visita alle istituzioni europee cui hanno partecipato 25 giovani laureati sardi, iscritti ai due master in giurista europeo e tributarista europeo, organizzati e cofinanziati dall’Associazione Professionisti sardi settore formazione professionale con il contributo del ministero dell’Università e della Ricerca scientifica e della Camera di commercio di Sassari.
 Durante quattro giorni, la delegazione ha avuto importanti incontri alla la Corte dei Diritti dell’uomo di Strasburgo, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea di Lussemburgo, il Comitato delle regioni e la Rappresentanza permanente dell’Italia a Bruxelles per concludere con la visita presso la Corte di Cassazione a Roma. Negli uffici di Bruxelles della Regione Sardegna, si è tenuto un incontro tra i giovani laureati e alcuni funzionari ed esperti sardi che da molti anni svolgono importanti funzioni in seno all’Unione. Questi incontri hanno consentito ai partecipanti di osservare da vicino il concreto funzionamento delle istituzioni europee e il progressivo formarsi di decisioni che sempre più influiscono sulla vita dei cittadini.
 Il tenore dei colloqui e delle conferenze è stato tutt’altro che formale e anzi ha visto la partecipazione ad udienze della Corte Comunitaria tenute in inglese, francese e spagnolo, ad incontri con giudici, avvocati generali, funzionari, giuristi, tutte figure che hanno dato «dritte» importantissime agli studenti e avviato rapporti destinati a durare nel futuro. Tra questi il professore Antonio Tizzano, avvocato generale dalla Corte di Giustizia e il professore Paolo Mengozzi, giudice al Tribunale di Primo Grado dell’Unione Europea. Biglietti da visita alla mano. «È prevista la partecipazione oltre che dei due giudici sopra citati anche di alcuni esperti in materia incontrati in questi giorni, ai due master in avvio l’anno prossimo, con la possibilità di approfondire al meglio l’esperienza maturata quest’anno» dichiara con orgoglio il dottor Stefano Manca, general manager dell’associazione.
 Il particolare valore di questo percorso formativo è sottolineato da Paolo Fois, professore di diritto internazionale all’Università di Sassari e docente nei due master, nonché da anni trait d’union tra l’università e le istituzioni europee: «In un contesto - dice - che vede i nostri studenti costretti il più delle volte a cercare altrove le opportunità di cui hanno diritto, è indispensabile organizzare corsi post-laurea a livello europeo che diano loro la possibilità di conseguire, restando nell’isola, un elevato livello di specializzazione». Questa è la sfida lanciata dall’Associazione Professionisti sardi settore formazione professionale, unico ente che, per la prima volta in Sardegna, ha organizzato e gestito master post laurea a livello europeo per i giovani laureati sardi
 
 9 - La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Olbia
«Sì al quarto polo, purché sia di alta qualità»
L’amministrazione comunale e l’ateneo di Sassari caldeggiano il progetto
La critica alle sedi gemmate innescata dalla Cgil trova in Gallura una contromossa
OLBIA. Se da una parte la segreteria generale della Cgil ha criticato nei giorni scorsi il proliferare delle sedi gemmate dell’università sarde, dall’altra Olbia insiste per arrivare a diventare il quarto polo universitario della regione, il secondo dell’ex provincia di Sassari. Non è una novità che nella sede del corso di Economia e imprese del turismo si pensi con favore a questa ipotesi. Già da alcuni anni, infatti, l’amministrazione comunale di Olbia e l’università di Sassari hanno abbracciato il progetto di affiancare altri corsi a quello attivato nel 2002: un percorso da compiere però a piccoli passi.
 L’imperativo infatti è quello di mantenere alto il livello qualitativo dell’offerta formativa dando risposte concrete alle esigenze del territorio.
 Che nella nuova provincia Olbia-Tempio l’esigenza di creare formazione sia molto sentita viene confermata anche dal tasso di laureati galluresi, che rappresentano il 4,9 per cento della popolazione, mentre i diplomati sono il 22,5 per cento. «Cifre che sottolineano quanto bisogno ci sia di strumenti di formazione - ha commentato Carlo Marcetti, docente e responsabile della didattica per il corso di Economia e imprese del turismo -, ma purché si tratti di proposte di alta qualità». Tutti d’accordo, dunque, sull’ampliamento del numero dei corsi universitari, operazione alla quale dovrebbe affiancarsi anche il reperimento di fondi e l’individuazione di sedi funzionali. All’aeroporto Costa Smeralda, infatti, le aule a disposizione sono sufficienti a sopperire alle necessità dei soli studenti di economia del turismo, a disposizione dei quali vi è un’aula magna, tre aule grandi per le lezioni, una biblioteca fornita di manuali e libri di indirizzo e un laboratorio di informatica.
 «L’attuale sede, che ospita anche il corso di specialistica in Economia aziendale che dividiamo con Sassari e il master di management delle imprese turistiche - aggiunge Marcetti - è a regime. Ma è anche vero che l’amministrazione comunale, l’università di Sassari e alcuni operatori stanno cercando di valutare spazi diversi e funzionali alle nuove dinamiche che si potrebbero venire a creare».
 La possibilità di un secondo corso a Olbia era già stata caldeggiata due anni fa con la proposta di un percorso universitario per interpreti e traduttori: un progetto rimasto però nel cassetto a causa di alcuni problemi logistici. «Ma alla creazione del polo - ha aggiunto Marcetti - ci stiamo lavorando e resta un obiettivo da raggiungere. Economia e imprese del turismo è stata la prima iniziativa che giammai nessuno vorrebbe rimanesse isolata. La proposta formativa non può rimanere una sola: le esigenze formative sono molteplici e il nostro è un territorio dinamico». A piccoli passi però, offrendo solo corsi di qualità che tengano conto anche delle prospettive occupazionali e che siano dotati di servizi adeguati.
Serena Lullia
 
Pagina 1 - Olbia
I SERVIZI
Economia del turismo, ora manca soltanto la casa dello studente
OLBIA. Il giudizio negativo espresso nei giorni scorsi dalla Cgil sulle sedi gemmate dell’università, accusate di essere troppe, spesso non dotate di servizi di biblioteca e laboratori e con pochi iscritti sembra non avere nulla a che fare con il corso gemmato di Economia e imprese del turismo. Per quanto riguarda i servizi, infatti, nel polo didattico con sede al primo piano dell’aeroporto Costa Smeralda manca all’appello solo la casa dello studente.
 «Abbiamo una biblioteca funzionante - spiega il docente Carlo Marcetti - e un laboratorio informatico. Per quanto riguarda la mensa abbiamo trovato una soluzione funzionale che utilizza il servizio di ristorazione al piano terra dell’aeroporto dove, in base alla fascia di reddito, si paga dai 3 ai 5 euro. Certo non abbiamo la casa alloggio per lo studente, ma questo è un servizio che si verrà a creare in futuro, magari in occasione della costruzione del polo».
 Ma la sede gemmata di Olbia offre dei servizi anche agli studenti delle altre facoltà dell’università di Sassari grazie ad uno sportello di segreteria che è anche punto informazioni Ersu e Cus.
 «La nostra è un’esperienza di qualità - aggiunge Marcetti -, che vanta un numero rilevante di iscritti, ma soprattutto riconosciuta come tale dagli operatori e dalle aziende che con noi hanno firmato delle convenzioni».
 Una dimensione di formazione a servizio del territorio dunque, ma che va anche oltre i confini della città. «Lo dimostra il fatto che al nostro corso sono iscritti studenti che arrivano da tutta la Sardegna e anche dalla penisola, cosa che accade anche per la specialistica», conclude Marcetti. (se.lu.)
 
LE CIFRE
Iscritte 149 matricole, ma non è un record
 OLBIA. Sono 149 le matricole iscritte al Corso di Economia e imprese del turismo per il prossimo anno accademico 2005-2006, di cui 108 ragazze. La cifra delle matricole è comunque destinata a subire sicuramente qualche modifica dal momento che le iscrizioni resteranno aperte fino al 17 ottobre. Un numero certo inferiore rispetto al boom di iscritti del 2003, circa quattrocento.
 Allora aveva inciso l’effetto novità che aveva attirato studenti ormai lontani dalla carriera universitaria, lavoratori e adulti che avevano approfittato della nuova possibilità offerta sotto casa. Un calo di iscritti che però non significa un minor interesse nei confronti del corso di economia del turismo, ma un calcolo ben preciso già annunciato lo scorso anno dal preside della facoltà di Economia di Sassari e responsabile del polo didattico olbiese, Francesco Morandi. Era stato lo stesso Morandi, infatti, ad annunciare che, col passare degli anni, il numero degli immatricolati si sarebbe attestato intorno ai 150, cifra considerata ideale per alcuni motivi: perché avrebbe garantito un innalzamento della qualità degli studenti, perché comportava l’iscrizione al corso solo di neo diplomati e non di persone più grandi di età come avvenuto in passato e perché un corso deve essere calibrato sulle prospettive occupazionali.
 Nell’anno accademico 2002 la segreteria aveva registrato 382 iscritti, 220 nel 2003 e 132 nel 2004. Quest’anno le matricole si sono attestate intorno ai 150, confermando ancora una provenienza diversificata, Cagliari, Alghero, Porto Torres, Nuoro, Palau e La Maddalena ma anche dalla penisola, e la superiorità numerica delle ragazze.
 L’anno in corso segna il raggiungimento di un importante traguardo per la sede gemmata di Olbia: tra le sessioni di laurea di dicembre e quella di marzo, infatti, “Economia e imprese del turismo” festeggerà i suoi primi laureati, una decina in tutto. Per loro, nella sede dell’aeroporto, sarà organizzata una grande festa e saranno attivati un corso di specializzazione biennale in consulenza e direzione aziendale mirato al “Management delle imprese turistiche”, un master finalizzato alla formazione di professionalità. (se.lu.)
  
10 - La Nuova Sardegna
Pagina 9 - Oristano
GAVOI
Debutta «Crescere» nuova associazione
 GAVOI. Nasce in trasferta, o meglio, in campo neutro, a Gavoi, l’associazione socio-culturale ‘Crescere’, che avrà sede legale a Sassari, ma ha carattere regionale. Il nucleo propulsore dell’idea opera nell’università di Sassari, con Margherita Satta, originaria di Ollolai e Gavoi, docente di farmacognosia, con il preside della facoltà di agraria, Piero Luciano, e il professor Caredda.
 La nuova associazione valorizzerà la cultura, la natura e l’identità dell’intera isola con scopi sociali, sanitari ed economici, basati, in particolare, sull’occupazione e sul lavoro. L’idea è rimasta in gestazione ben tre anni. Fino a domenica scorsa quando lo statuto istitutivo dell’associazione è stato ‘letto e approvato’, nel municipio di Gavoi, dove il sindaco, Salvatore Lai ha accolto la richiesta di ospitalità dei nuovi consociati. Per ‘Crescere’ assieme nell’intera isola con maggiore solidarietà e stima reciproche. Il logo del sodalizio comprende all’interno dell’immagine della ‘Sardegna con ramo di agrifoglio’ l’idea del ‘Crescere’. E l’idea è stata illustrata domenica mattina durante Cortes apertas.
 Sono intervenuti, accolti dal sindaco e dagli amministratori comunali, anche i docenti dell’università di Sassari e l’intero gruppo dei promotori dell’iniziativa. Che hanno anche ti eletto gli organi sociali: presidente la professoressa Margherita Satta, vicepresidente il professor Franco Dessì, segretario l’avvocato Gianfranco Trudda e consiglieri,il professor Tonino Bussu e gli avvocati Marino Zedda e Graziella Dettori.
 Hanno preso parte alla cerimonia anche i presidi dell’Istituto comprensivo di Gavoi, Peppino Columbu, e dell’Istituto di scuola superiore Pasquale Maoddi, con numerosi simpatizzanti dell’iniziativa e futuri soci dell’associazione. Che è nata «in un momento in cui in un paese delle zone interne - come ha dichiarato Tonino Bussu - si presentavano i gioielli del centro storico e le bellezze della natura e l’identità del territorio. L’associazione ‘Crescere’ è voluta nascere in quest’ambito per affrontare le problematiche del territorio che coincidono con gli scopi statutari».
Giovanni Maria Sedda
 
 

 
11 - Corriere della Sera
Atenei, lezione in piazza Montecitorio
Cresce la protesta contro la Moratti. Occupate anche Lettere, Matematica e Chimica
Roma. Fisica: occupata l’altro ieri. Lettere, Matematica, Chimica: occupate ieri. Scienze Politiche: occupata la presidenza (oggi, probabilmente, l’intera facoltà). Sociologia e Scienze della Comunicazione: occupate («simbolicamente») le presidenze, con l’avallo - appunto - degli stessi presidi. Bilancio: siamo a sette. All’università «La Sapienza» cresce di giorno in giorno la protesta contro la riforma degli atenei voluta dal ministro dell’Istruzione Letizia Moratti, in particolare contro il disegno di legge («ddl») sulla docenza, già approvato in Senato e in attesa di ratifica alla Camera il 24 ottobre (data in cui è prevista anche la manifestazione nazionale, sempre a Roma, di docenti, studenti e ricercatori).
Una protesta montante, quella del primo e più importante ateneo della città, che con le numerose occupazioni è andata ben oltre il blocco della didattica - dal 10 al 15 ottobre - indetto a livello nazionale dai sindacati e dalle associazioni in cui si raccolgono i docenti. Ora, gli studenti paiono sempre più intenzionati, non solo ad affiancare, ma anche a scavalcare gli insegnanti nella protesta. E lo stato di agitazione, pur senza occupazioni, coinvolge anche le altre due università della Capitale, Tor Vergata e Roma 3. Quest’ultima, in particolare, ieri ha organizzato una serie di lezioni a cielo aperto in piazza Montecitorio, con tre professori e circa duecento studenti che hanno svolto regolare attività di studio e insegnamento di fronte alla Camera, tra striscioni e cartelli del tipo «Cultura, non spazzatura. Moratti, sei stata nominata».
Rettori (a livello istituzionale), professori, ricercatori, studenti: lo stato di mobilitazione nei tre atenei pubblici, pur con sfumature diverse, coinvolge l’intero corpus accademico. Ma è alla «Sapienza», più che altrove, che la protesta, sempre comunque pacifica fino ad ora, si sta radicalizzando, ben al di là del colore, tra feste notturne (l’altro ieri a Fisica, stanotte a Lettere) e striscioni ovunque.
Gli studenti hanno dunque l’aria di non fermarsi, e per ottenere visibilità - oltre alle decine e decine di assemblee e mozioni - premono l’acceleratore sul nodo-occupazioni. «Attenzione: la facoltà è stata occupata. L’accesso ai piani superiori è vietato», si leggeva ieri sulle scale di Lettere, dove effettivamente era ostacolato l’ingresso e dove (come da tradizione: ’68, «Pantera»...) si respira il clima più «caldo». Domani, orario da definire, previsto il primo corteo esterno intorno alla città universitaria.
Edoardo Sassi
 
 

 
13 - Marketpress.info
L’UNIVERSITÀ DI PADOVA POTENZIA CON SAS LA PRESENZA FEMMINILE NEL SETTORE DELL’ASSISTENZA SOCIALE
Padova, 12 ottobre 2005 - L’università di Padova, in collaborazione con Sas, definisce le peculiarità, l’ambito operativo e le prospettive future della figura professionale dell’operatore socio-sanitario. La ricerca è parte del progetto “Lavorare in rosa nel sociale”, con cui la Regione Veneto ha formulato una proposta finalizzata al potenziamento della presenza femminile nei contesti lavorativi attinenti al comparto dei servizi alla persona e dei servizi socio-educativi, mediante l’offerta di informazioni, strumenti e possibilità di sostegno, orientamento e tutoring per favorire l’accesso alla formazione e all’attività lavorativa. In particolare, l’Università di Padova ha indagato sulle motivazioni al lavoro, sui percorsi formativi e sulla attuale posizione professionale delle donne che operano nel settore socio-assistenziale, con l’obiettivo di avere un quadro affidabile e fornire strumenti per valutare le potenzialità occupazionali future del terzo settore solidale. L’obiettivo è stato perseguito attraverso un’indagine di tipo caso-controllo: un campione di donne che hanno avuto una formazione in ambito sociale viene confrontato con un analogo campione di donne che hanno avuto una formazione in altri settori. Utilizzando un’analisi di regressione logistica si valutano le preferenze per il lavoro nel settore sociale e le determinanti per la soddisfazione complessiva per il proprio lavoro, confrontate con le analoghe istanze delle donne che lavorano e che hanno seguito corsi di formazione in altri settori. Il confronto tra due categorie che condividono tra loro molte caratteristiche, quali formazione di tipo professionale, area e cultura di estrazione ed appartenenza al mondo femminile, permette di mettere in risalto ciò che accomuna e ciò che differenzia il gruppo oggetto d’indagine. E’ stata, infine, posta una grande attenzione sulle motivazioni alla base della scelta di lavorare nel sociale, nel tentativo di comprendere cosa spinge queste donne a rimanere in un settore difficile, impegnativo e spesso mal distribuito.
 
 

 
14 – Il Tempo
Università in sciopero contro la Moratti
Occupate facoltà negli atenei di Roma e Firenze. E i Rettori minacciano le dimissioni in blocco
Settimana di mobilitazione e blocco della didattica per protestare contro la riforma che sarà votata a fine ottobre alla Camera
di NATALIA POGGI
«ADESSO basta!»: da più di un anno ormai il grido di battaglia contro il ddl Moratti sul riordino dello stato giuridico della docenza riecheggia negli ambienti universitari italiani. In attesa che il contestato disegno di legge, dopo il voto di fiducia del Senato, approdi a Montecitorio per il rush finale (la data prevista dovrebbe essere il 24 ottobre) i sindacati di categoria e una sfilza di associazioni di docenti e studenti hanno indetto una settimana di mobilitazione (da ieri fino a venerdì) con blocco totale di ogni attività didattica. «Adesso Basta! La Sapienza si ribella»: si leggeva in un volantino che gli studenti dell’ateneo romano ieri raccolti nell’ennesima assemblea nel casermone di Fisica vecchia distribuivano all’ingresso. Un manipolo di loro dava vita a un corteo itinerante per i viali universitari che culminava con l’occupazione della facoltà (definita «in subbuglio») dedicata al genio italiaco Guglielmo Marconi. Nelle motivazioni «la distruzione dell’università pubblica ad opera del governo». Altra occupazione più o meno della stessa ora: la facoltà di Matematica a Firenze. Non sono (nè saranno) fatti isolato perchè rigurgiti di protesta con occupazioni, più o meno simboliche, sono segnalate dall’università di Torino a quella di Cosenza. E la protesta coinvolge in prima persona anche la Conferenza dei Rettori che ha bocciato in pieno la riforma: i rettori italiani addirittura minacciano in blocco le dimissioni «come estremo atto di testimonianza per richiamare l’attenzione della società civile sulle attuali condizioni dell’Università italiana e per porre il Governo di fronte alle sue responsabilità, senza alcun possibilità di alibi o tatticismi». La questione dovrebbe essere all’odg della riunione della Crui il 13 ottobre prossimo. Intanto le organizzazioni sindacali e le Associazioni della docenza incontreranno nuovamente il Presidente Tosi domani mattina. Ma quali sono i punti più controversi del disegno di legge? «È un progetto incentrato sulla precarizzazione del ruolo della docenza, cui si aggiunge un vero e proprio schiaffo alle aspettative dei ricercatori tramite il conferimento del titolo di professore aggregato, dunque uno smantellamento dell’università pubblica» sottolineano i rappresentati dei ricercatori italiani. Fuori dal coro è, invece, la posizione degli studenti di Forza Italia e quelli di Azione Universitaria di An: «La protesta dei baroni universitari per salvare l’attuale sistema dei concorsi è uno spettacolo abbastanza squallido ma umanamente comprensibile - ha spiegato Giovanni Donzelli di Azione Universitaria - la didattica è stata bloccata in molti atenei, sono state annullate le sessioni di esami e anche la discussione delle tesi. Ma forse non a tutti è chiaro che si protesta contro una riforma che introduce trasparenza e meritocrazia nel sistema di reclutamento dei docenti». E i giovani di Forza Italia sottolineano che i baroni di cui sopra «per tutelare i propri privilegi, non hanno esitano a mancare di rispetto agli studenti italiani, facendo saltare loro lezioni e appelli, che poi significa far perdere loro tempo e denaro».
 
 
GLI studenti snobbano gli inviti del ministro Moratti «alle forze migliori delle università, che hanno ... a cuore la serietà, la trasparenza e il merito, affinché non continuino a difendere i privilegi» e con la benedizione dei presidi continuano a occupare le facoltà. DOPO l’occupazione della facoltà di Fisica dell’università La Sapienza, ieri la protesta contro il ddl del ministro Moratti si è estesa ad altre tre facoltà dello stesso ateneo: Sociologia, Scienze della Comunicazione e Lettere. Le prime a essere simbolicamente occupate sono state le presidenze delle facoltà di Sociologia e Scienze della Comunicazione, picchettate simbolicamente dagli studenti dell’Unione degli Universitari delle due facoltà. Gli studenti, hanno reso noto con un comunicato, di aver avuto il «sostegno dei presidi Benadusi e Morcellini». Poi è toccato a Lettere, con l’occupazione permanente della facoltà. Mentre il Senato accademico ha sospeso la seduta. E a Cassino i docenti hanno fermato le lezioni. 

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