Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
13 October 2005
 Ufficio Stampa
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI CAGLIARI
1 – L’Unione Sarda
Pagina 25 – Cagliari
Il benvenuto alle matricole
Un tuffo nel passato. Per accogliere i nuovi iscritti, la settimana prossima l’Università di Cagliari organizzerà la "Festa delle matricole" grazie all’iniziativa "Universitybox 2005". zainettiDa lunedì 17 a venerdì 21 ottobre agli studenti sarà consegnato uno zainetto di benvenuto con materiale informativo e alcuni omaggi. Tra questi un ingresso gratuito al cinema multisala Cineworld e buono pasto Ersu. la festaLa festa vera e propria inizierà alle 20.30 di giovedì nella discoteca Spazio Newton con la serata "One night live music Nonsoulfunky & Dj", con ingresso gratuito. Con la festa l’Università vuole creare un primo momento di incontro e di socializzazione, per far capire ai giovani che studiare non vuol dire rinunciare al divertimento. L’Ateneo vuole aiutare gli studenti a orientarsi nel panorama universitario ormai diventato di massa. In tutte le facoltà esistono infatti i "tutor di orientamento", ovvero giovani neolaureati che facilitano l’approccio dei diplomati all’organizzazione e ai servizi offerti dall’Ateneo. la consegnaI ragazzi potranno ritirare lo zainetto dalle 8.30 alle 16. La distribuzione avverrà dal 17 al 19 ottobre nella facoltà di Lettere mentre giovedì e venerdì la consegna si sposterà nella cittadella di Monserrato. Sempre per ritirare lo zainetto è possibile registrarsi sul sito www.universitybox.it.
Annalisa Bernardini
  
2 - L’Unione Sarda
Pagina 16 – Lavoro
Destinati ad abbattere il costo degli alloggi
Pioggia di contributi agli studenti fuorisede
Una "pioggia" di contributi per gli studenti sardi che desiderano frequentare corsi universitari relativi a classi di laurea non presenti nelle Università della Sardegna. La Regione prevede infatti di erogare sovvenzioni, per il prossimo anno accademico, destinate all’abbattimento dei costi per il "fitto-casa" degli studenti isolani fuori sede. REQUISITIPossono beneficiare delle sovvenzioni gli studenti, nati o attualmente residenti in Sardegna, che per l’anno accademico 2005-2006 si iscrivono al primo anno o a una annualità successiva di un corso di laurea o a un corso di laurea specialistica afferente a una classe di laurea non presente in Sardegna; non siano beneficiari di borse di studio o posti-alloggio erogati dall’Ente per il diritto allo studio universitario (Ersu) al quale fa capo l’Ateneo nel quale è attivato il corso e siano in possesso dei requisiti di merito ed economici previsti. Le condizioni economiche degli studenti sono individuate sulla base degli Indicatori della situazione economica equivalente (Isee) e della situazione economica patrimoniale equivalente (Ispe). Per il raggiungimento dei requisiti di merito lo studente può utilizzare, in aggiunta ai crediti effettivamente conseguiti, un bonus maturato sulla base dell’anno di corso frequentato con le seguenti modalità: 5 crediti, se utilizzato per la prima volta per il conseguimento dei benefici per il secondo anno accademico; 12 crediti, se utilizzato per la prima volta per il conseguimento dei benefici per il terzo anno accademico; 15 crediti se utilizzato per la prima volta per il conseguimento dei benefici per gli anni accademici successivi. Possono beneficiare dei contributi anche coloro che si iscrivono al primo anno o a un’annualità successiva di un corso attivato in Scuole o Istituti costituenti il sistema dell’alta formazione e specializzazione artistica e musicale, la cui tipologia non sia presente in Sardegna. L’entità delle sovvenzioni, che verranno concesse fino al conseguimento del titolo relativo al corso prescelto, non potrà essere superiore all’80% della spesa annuale per il fitto-casa. SCADENZALe domande per accedere al contributo, in carta semplice, devono essere redatte su apposito modulo e inviate per raccomandata, al servizio istruzione dell’Assessorato della pubblica istruzione, viale Trieste 186, 09123 Cagliari, entro e non oltre lunedì 24 ottobre. informazioniMaggiori e ulteriori informazioni si possono trovare sul sito della Regione www.regionesardegna.it/servizi/cittadino/bandi/.
 Renata Fadda
  
3 - L’Unione Sarda
Pagina 41 – Sassari
Il listino prezzi delle case
Affitti impossibili: studenti schiacciati dal caro-stanza
Cara casa quanto mi costi. Ormai in archivio le vacanze estive, per gli universitari è tempo di frequentare le lezioni e riaprire i libri. I fuori sede che non hanno diritto a un posto nelle case dello studente, iniziano l’estenuante ricerca di una stanza in città. Un’impresa non semplice, complicata ancora di più dal caro prezzi sugli affitti. Certo, sempre meno oneroso, rispetto a realtà come Bologna, Roma e Milano, ma che incidono profondamente nel bilancio di una famiglia media. Chi affitta la casa a studenti ? si sa ? predilige ospitare studentesse, generalmente meno turbolente dei ragazzi. Ancora meglio se non fumatrici. Il ventaglio d’offerte per i maschi è assai limitato e i prezzi un po’ più cari. Ma l’ipotetico listino è in generale molto variabile. Il costo dell’affitto dipende dalla posizione della casa, dai servizi che offre e tutta una serie infinita di annessi e connessi: la luminosità e l’ampiezza della camera, l’impianto di climatizzazione o il più classico riscaldamento possono fare lievitare il prezzo di 100-120 euro. Una camera singola in via Napoli, ideale per chi frequenta le facoltà di lettere, lingue, o l’Accademia delle belle arti, costa mediamente 155 euro comprese le spese condominiali. Una manciata di euro in meno per una stanza nella piazza del Comune, nel cuore di Sassari. Se si sceglie il centro città il prezzo per una singola può arrivare a 200-250 euro. Costi contenuti per una camera doppia: in via Matteotti si trova a 230 euro. Il risparmio lo ha solo chi va a vivere a Li Punti, Sant’Orsola e addirittura Ottava: 100 euro per una camera. È possibile anche trovare delle occasioni a meno di 300 euro e affittare un monolocale col vantaggio di non avere estranei che girano per casa. Ma sono pochi i giovani che possono permettersi quella cifra tenuto conto di tutte le spese, comprese le tasse e i libri di testo. Discorso analogo ad Alghero dove le tariffe sono simili a quelle di Sassari: un monolocale nel centro storico si può affittare a partire da 260 euro. Le bacheche di tutte le Facoltà sono piene di offerte di camere in affitto: una giungla dove orientarsi diventa complicato. Quando si sceglie una stanza è importante considerare una serie di cose e mettersi d’accordo preventivamente col padrone di casa sulla ripartizione delle spese condominiali, luce e telefono. Questo per non avere brutte sorprese.
Gabriele Sardu
  
4 – L’Unione Sarda
Pagina 9 – Cronaca
Scuola. Moratti nel mirino
Migliaia di studenti in piazza in 30 città «No alla riforma»
«Vogliamo che questa legge non passi» Obbligo scolastico: «Innalzare l’età a 18 anni»
Roma Contro la riforma della scuola targata Moratti in una trentina di città italiane gli studenti sono scesi in piazza per chiedere l’abrogazione della riforma, a pochi giorni dal termine della sua approvazione (la delega scade il 17 ottobre). Promotori della mobilitazione Unione degli Studenti, Studenti di sinistra e Rete sempre ribelli che sollecitano, tra l’altro, l’innalzamento dell’obbligo scolastico fino a 18 anni, una legge quadro nazionale per il diritto allo studio e politiche complessive sull’accesso ai saperi, una maggiore democrazia e partecipazione degli studenti nelle scuole. Gli studenti hanno colto l’occasione per chiedere all’Unione di impegnarsi una volta al Governo a portare subito l’obbligo scolastico a 16 anni, con la prospettiva appunto di una sua progressiva estensione fino a 18. «Questa - spiega il network Studenti di sinistra - sarebbe la migliore e più sostanziale misura per cancellare la controriforma Moratti: mettere al bando la canalizzazione precoce e con essa l’idea berlusconiana di una scuola di serie A e una di serie B». Da Nord a Sud le manifestazioni si sono susseguite ieri per tutta la mattina. A Trieste, il corteo, al quale hanno partecipato anche i rappresentanti dei Ricercatori universitari, è sfilato per le vie del centro. I giovani hanno voluto protestare contro la riforma che hanno giudicato «iniqua perchè divide la scuola tra studi liceali, o di seria A, e sudi professionali, o di serie B». Migliaia di studenti sono scesi in strada ieri a Napoli e in altre città della Campania anche per chiedere il finanziamento della legge regionale per il diritto allo studio approvata il 18 gennaio scorso. A Napoli circa duemila studenti hanno sfilato in corteo per raggiungere la sede del Consiglio regionale; una delegazione ha incontrato l’assessore regionale all’ Istruzione, Corrado Gabriele. Gli studenti in Campania si sono mobilitati, in particolare, per richiedere 150 milioni di euro di finanziamento per la norma regionale. Il corteo di Milano ha visto alcuni studenti lanciare fumogeni colorati e si è svolta un’occupazione simbolica dell’albergo Pierre in via De Amicis accusato «di aver usato molto personale precario e diversi stagisti durante la stagione». Tutto sembra essersi risvolto in pochi minuti e senza problemi e gli studenti hanno proseguito il loro percorso. Il traffico in centro città è andato in tilt.
 
 5 – La Nuova Sardegna
Pagina 3 - Fatto del giorno
Il virologo La Colla nel pool dei ricercatori
CAGLIARI. La prima riunione l’han fatta a Cagliari l’aprile scorso. Si tratta di un gruppo di lavoro che coinvolge 23 gruppi di ricerca in tutta Europa ed è formato da virologhi, cristallografi e bioinformatici. «L’obiettivo - spiega il virologo Paolo La Colla, dell’università di Cagliari - è quello di trovare farmaci in grado di inibire quei virus che, per il momento, viaggiano ancora tranquilli senza principi attivi in grado di bloccarli. Al primo posto si trova anche l’H5N1, il virus più cattivo del gruppo dell’influenza aviaria». La chemioterapia antivirale ha iniziato solo di recente e, soprattutto, sulla scia delle ricerche sull’HIV (responsabile dell’Aids) a dare i primi risultati. La difficoltà di intervenire su questi microrganismi deriva dal fatto che sono dei parassiti obbligati: per vivere devono entrare nella cellula e utilizzare i suoi strumenti per riprodursi. Da qui il problema non facile di trovare inibitori che agiscano solo sui virus e non sui loro ospiti. «Il progetto di ricerca - precisa La Colla - richiederà 4 anni di lavoro e punta a ricreare artificialmente i bersagli (cristalli di proteine) su cui far agire gli inibitori». (r.p.)
  
6 - La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Olbia
«Un gravissimo handicap da superare subito»
L’assessore Elena Burrai illustra le strategie messe in campo dalla Provincia
di Silvia Sanna
OLBIA. La Gallura ha bisogno di un’iniezione di cultura. Una cura massiccia per il pianeta istruzione, che mostra lacune preoccupanti. Le percentuali di diplomati e laureati sono molto basse, inferiori alla media regionale: un gap inammissibile per un territorio che vanta al contrario ottimi margini di crescita economica. Uno sviluppo che però non può prescindere dalla formazione di figure professionali che sappiano agilmente muoversi all’interno di un mercato in continua evoluzione e che richiede sempre maggiori competenze. L’attenzione per l’istruzione è un capitolo importante all’interno delle linee programmatiche della giunta provinciale: sarà il nuovo organismo a coordinare il processo che mira a invertire la rotta.
 «Sapevo già che la situazione dell’istruzione in Gallura era difficile - dice Elena Burrai, assessore provinciale alla Cultura e Pubblica istruzione - ma non credevo sino a questo punto. Non si può perdere tempo, occorre agire subito per sollevare quelle cifre, imbarazzanti per il territorio». Si comincia dall’analisi dei Pof, Piani dell’offerta formativa delle scuole medie superiori della Provincia. «Bisogna capire che cosa manca - spiega la Burrai - in quali settori è più urgente intervenire con opportuni ritocchi per riavvicinare i ragazzi alla scuola o convincerli a non abbandonarla prematuramente, prima di avere conseguito il diploma». L’analisi dei Pof sarà inserita nella seconda fase del processo, quella che prevede la realizzazione di un Osservatorio provinciale. «L’intenzione - aggiunge la Burrai - è maturata in occasione di un incontro, a settembre, con l’assessore regionale Elisabetta Pilia. I dati galluresi, insieme a quelli provenienti da tutte le altre province, costituiranno materia di studio per la Regione, che deciderà quali iniziative intraprendere in ciascun territorio, in base alle differenti caratteristiche».
 A questo punto entra in gioco il sogno del quarto polo universitario, la cui offerta dovrà essere modellata intorno alle peculiarità della Gallura. «Il successo del corso in Economia del turismo - aggiunge la Burrai - dimostra che si è intrapreso un percorso giusto. Quello che mira a garantire formazione nei settori già ben radicati nel territorio e per questo in grado di offrire immediati sbocchi occupazionali». Come la nautica, il distretto del futuro, che nel territorio accorpa il 52 per cento delle attività regionali. Una miniera da valorizzare e da incentivare anche attraverso la formazione di tecnici qualificati.
 «C’è un’eredità da sfruttare - spiega l’assessore Burrai -: penso alla cantieristica della Maddalena, alla tradizione dei maestri d’ascia. Per riportarla in vita occorrono professionalità specifiche, ma deve essere il territorio a offrirle. In questo senso l’Università può avere un ruolo fondamentale: perché il nuovo polo non dovrà in alcun modo essere disgiunto dalle possibili ricadute economiche». Dunque, spazio a corsi sulla nautica ma anche alle specializzazioni in ambito vitivinicolo: «Altra peculiarità della Gallura - dice la Burrai - che rischia però di rimanere indietro proprio per l’assenza di figure trainanti, in grado di guidare il settore molto lontano».
 Ma il futuro quarto polo, lo dice il nome stesso, non potrà non includere anche le facoltà umanistiche. Su questo punto Elena Burrai è quanto mai decisa. «Se in passato i laureati in lettere erano quasi obbligati a intraprendere la strada dell’insegnamento - spiega - oggi la realtà è ben diversa. Gli indirizzi introdotti, come quello socio-psico-pedagogico o di valorizzazione dei beni culturali, offrono molte possibilità in più. Senza dimenticare che una laurea umanistica offre un bagaglio di conoscenze completo, una formazione a 360 gradi che può essere utilizzata in diversi settori».
 Tuttavia, è necessario procedere con intelligenza. «Sarebbe bello avere tutto e subito - aggiunge la Burrai - ma naturalmente non è possibile. Bisogna procedere per gradi, a piccoli passi, attraverso l’analisi delle priorità. In questo momento il territorio ha bisogno soprattutto di tecnici: è loro che è necessario formare il prima possibile per consentirgli di utilizzare subito le conoscenze acquisite. Poi - conclude l’assessore alla Pubblica istruzione - penseremo anche al resto».
 
Pagina 1 - Olbia
IL PROGETTO
In futuro anche le facoltà umanistiche
OLBIA. Progetti a breve, medio e lungo termine. Disegnati in base alle esigenze del territorio, più o meno impellenti. Con un obiettivo: colmare l’attuale divario culturale tra la Gallura e altre aree dell’isola. Un divario dovuto a diverse ragioni, in primo luogo l’offerta decisamente limitata, nella nuova provincia, di facoltà universitarie. In quest’ottica, i primi corsi del futuro quarto polo saranno di tipo tecnico, in grado di preparare adeguatamente professionalità da impiegare immediatamente sul campo.
Ma, un domani, ci sarà posto anche per le facoltà di tipo umanistico. In particolare, a Olbia potrebbe mettere radici un corso di laurea in Conservazione di beni culturali e Archeologia. Una bella notizia per gli amanti dei segreti della storia antica, ma soprattutto per la città intera. Che vanta un immenso patrimonio archeologico ancora troppo “misterioso”, nonostante l’impegno dei professionisti della Soprintendenza (a corto di finanziamenti e in perenne carenza di organico). Una situazione che potrebbe cambiare se diventasse realtà l’idea di creare un circuito museale regionale: strutture con caratteristiche e peculiarità specifiche che ne determinerebbero l’unicità. Come il museo archeologico di Olbia, un’opera immensa che aspetta solo di accogliere i reperti e i professionisti in grado di studiarli e di raccontarne l’affascinante storia. (si. sa.)
  
7 - La Nuova Sardegna
Pagina 52 - Cultura e Spettacoli
Intervista con Vincenzo Balzani, a Cagliari per partecipare ad un convegno su «Scienza e pace»
Guerra, tecnologie di morte
«Contro il terrorismo l’arma migliore è la giustizia»
«Una parte del mondo dà l’assalto al benessere attraverso migrazioni epocali e un’altra parte prova a difendersi utilizzando male la conoscenza scientifica»
ANDREA MASSIDDA
Il futuro che ci aspetta potrebbe essere nero, nerissimo. Con una parte del mondo che dà l’assalto al benessere generando terrore, e l’altra parte che prova a difendersi utilizzando malamente la tecnologia di cui dispone, magari sfruttando microscopiche armi di distruzione di massa.
 C’è speranza? Dipende tutto da noi. Che, per dirla volgarmente, dovremmo darci al più presto una regolata, rinunciare ai privilegi, ridistribuire in modo più equo le risorse. Troppo spreco energetico, nel pianeta, troppe ingiustizie sociali.
 Ne è convinto Vincenzo Balzani, sessantanove anni, ordinario di Chimica all’Università di Bologna e accademico dei Lincei, che - a Cagliari martedì scorso per inaugurare un ciclo di conferenze organizzato dal comitato «Scienza-Società-Scienza» - ha affrontato l’argomento «Scienza e pace», lanciando l’allarme con alcune domande retoriche: «Ci può essere la pace in un mondo dove l’1 per cento della popolazione ricca dispone di risorse pari a quelle del 57 per cento della popolazione povera? Dove un quarto degli abitanti della Terra vive con meno di un dollaro al giorno? E dove ogni statunitense consuma energia come trenta africani?». Poi, meglio non contare sulla scienza, che - vincolata com’è dai finanziamenti e dalle logiche belliche - «non può essere né libera né neutrale».
 Un quadro inquietante che Balzani dipinge partendo da una premessa ferrea: «Più si sviluppano scienza e tecnologia, più c’è bisogno di pace».
 Professore, che cosa intende dire con questo assunto?
 «Tutti ci siamo accorti che i sistemi tecnologici sui quali si basa il mondo occidentale, pur essendo molto funzionali ed efficaci, sono per contro estremamente vulnerabili. Le Torri gemelle di New York si innalzavano per quasi mezzo chilometro e avevano una sola uscita, il pianterreno, raggiungibile solo per le scale quando gli ascensori erano fuori uso. Se non si può fare a meno di questi grattacieli, allora bisogna stare in pace con tutto il mondo. Si può avere un sistema di aviazione civile che trasporti milioni di persone e che nello stesso tempo sia “a prova di attentato”? No, non si può. Quindi...».
 - Quindi?
 «Quindi è illusorio pensare che il benessere possa essere difeso con le guerre, perché le guerre seminano odio, l’odio alimenta il terrorismo e il terrorismo ha buon gioco proprio per la fragilità delle nostre strutture. Basta un albero che cade per causare blackout disastrosi. Voglio dire che la pace, oltre ad essere un imperativo morale, è una necessità: o si vive in relazione positiva con tutto il mondo, o il sistema è destinato ad entrare in crisi».
 - La soluzione è cambiare modello di sviluppo.
 «E’ evidente. Bisogna far sì che le risorse del pianeta siano equamente condivise, che la scienza sia messa in grado di fare altri passi in avanti e che si sviluppi una tecnologia buona, volta a un uso migliore delle risorse che sono disponibili».
 - Tecnologia buona? Ci hanno sempre insegnato che la tecnologia, cioè la scienza applicata, è «neutrale».
 «Non scherziamo: lo scienziato, quando scopre o inventa qualcosa, automaticamente modifica la realtà. E quindi deve pensare alle conseguenze».
 - E’ possibile che gli scienziati lavorino soltanto per la pace?
 «Purtroppo le ricerche sono mosse da esigenze belliche. Ha presente il “Progetto Manhattan” avviato da Roosevelt nel 1942 e finalizzato alla realizzazione della bomba atomica?».
 - Alcuni «cervelli» si astennero dal continuare la ricerca.
 «Infatti. Ma al di là di ciò, io mi chiedo: perché non si può fare un progetto del genere per risolvere la questione energetica? Se un grande scienziato, con molti mezzi, si concentrasse su questo problema noi riusciremmo in breve tempo a sfruttare l’energia solare».
 - Già, perché? Lo dica lei.
 «Perché i soldi sono destinati alla guerra. Eppoi perché è difficile mettere d’accordo i vari governi, che hanno tutti esigenze diverse».
 - A proposito di energie alternative, che ne pensa dell’idrogeno.
 «E’ una bufala clamorosa. Ma certi scienziati dove pensano di prenderlo l’idrogeno? Quello contenuto nell’acqua è già “bruciato”».
 Qualcuno in Italia vorrebbe puntare sul nucleare.
 «Non mi piace: ci sono costi altissimi, c’è il problema dello smaltimento delle scorie, e poi - tornando al discorso di prima - aumenterebbero a dismisura i rischi di un attentato terroristico».
 - In definitiva, lei che strade indica.
«Ce n’è una sola: l’Occidente per vivere in pace deve ridistribuire meglio le risorse e imparare a non sprecarle».
 
 

 
8 -  Il Tempo
La protesta non ferma la riforma Moratti
Domani il Consiglio dei Ministri approverà i decreti su reclutamento e istruzione secondaria
Ieri in tutta Italia manifestazioni degli studenti contro la legge 53. Università in subbuglio: presto il governo incontrerà i rettori
di NATALIA POGGI
IL BICCHIERE è mezzo vuoto o mezzo pieno? La scuola italiana, in questi giorni, è divisa a metà da un dilemma manicheo: va tutto male o va tutto bene? Da una parte le manifestazioni di piazza con gli studenti e i docenti «uniti nella lotta» contro la Riforma Moratti «da rigettare in toto» perchè la scuola «sta diventando classista con indirizzi di serie A e di serie B» e perchè la nuova legge «toglie i fondi al pubblico per darli al privato». In contrapposizione la parte che pensa «positivo», approva le novità introdotte nel mondo scolastico dalla legge Moratti ed è fiduciosa «per quelle che verranno». Sono insegnanti ma anche studenti che anzi denunciano una strumentalizzazione dei partiti della sinistra abbracciando, così, le posizioni di Simone Baldelli, coordinatore nazionale dei Giovani di Forza Italia. «Più che una mobilitazione sulla legge Moratti queste manifestazioni servono a dare vita a uno spot studentesco per le primarie della sinistra - ha commentato ieri Baldelli - e hanno sempre meno a che vedere con i diritti degli studenti» Per la protesta di ieri, promossa da diverse sigle studentesche tra cui l’UDS, la FIGC e gli SDS sono scesi nelle varie piazza d’Italia, 200 mila studenti medi; in molte città al corteo si sono aggiunti gli universitari che protestano a loro volta contro il ddl sullo stato giuridico della docenza. A Roma il corteo molto colorato, molto etno-techno, molto coreografico e un po’circense (c’erano tante ragazze che disegnavano nell’aria cerchi con le classiche funicelle dei giocolieri) ha sfilato per il centro storico. Sugli striscioni le scritte: «Cancellare la riforma Moratti», «Sempre ribelli» «Un’altra scuola è possibile» e tanti slogan contro il ministro dell’Istruzione e il premier Berlusconi. Nella generale fiducia che il prossimo governo sia di centrosinistra precise richieste all’Unione per impegnarsi «a portare subito l’obbligo scolastico a 16 anni, con la prospettiva di una sua progressiva estensione fino a 18 e mettere al bando la canalizzazione precoce». Manifestazioni a parte sono giorni frenetici per il ministro Moratti. L’altro ieri la buona notizia dell’immissione in ruolo di altri 30.000 precari che ha avuto il plauso dei sindacati anche se come ha sottolineato Gino Galati dello Snals resta «il problema della non licenziabilità dei precari e della copertura di tutti i posti, circa 60.000 unità, che saranno lasciati liberi a seguito dei pensionamenti». Domani il Consiglio dei Ministri dovrà approvare gli ultimi due decreti legislativi di attuazione della sua riforma che scadono infatti lunedì 17, termine ultimo fissato dalla legge, per per chiudere il cerchio della riforma del sistema di istruzione e formazione. I due decreti mancanti riguardono l’attuazione dell’art. 5 della legge delega (formazione e reclutamento degli insegnanti) e il secondo ciclo di istruzione e formazione. Se le cose fileranno lisce il Ministro Moratti potrà brindare al coronamento della sua impresa pur sapendo che, approvati i decreti di definizione delle linee ordinamentali, l’attuazione della riforma è però ancora tutta da fare. L’altra patata bollente è la rivolta del mondo universitario nella sua totalità contro il ddl sullo stato giuridico della docenza, in dirittura d’arrivo pure quello. Dopo la fiducia al Senato il provvedimento approderà alla Camera a fine mese per il voto finale. Contro la riforma i cui punti essenziali, a detta del Miur, sono il nuovo sistema di reclutamento dei professori, una nuova figura di ricercatore a tempo determinato e quella dell’aggregato, si è espressa anche la Conferenza dei Rettori. Quest’ultimi hanno minacciato le dimissioni in blocco. «Il dialogo con i rettori delle università italiane è sempre aperto» ha detto il ministro Moratti. «Mi auguro di poter avere un incontro con la Crui nei prossimi giorni su temi urgenti e importanti, come la finanziaria, la questione della valutazione e quindi della creazione di un’agenzia ad hoc che se ne occupi» L’istituzione di un’agenzia per la valutazione universitaria è stata stralciata dalla Finanziaria 2006. «Ma rientrerà nel provvedimento con una modifica»: parola di Letizia Moratti.
 
 
 

 
10 – Il Messaggero
Sapienza, sei facoltà occupate Oggi “superiori” in corteo
di ALESSANDRA MIGLIOZZI
Occupazioni di facoltà e dipartimenti alla Sapienza. E lezioni in piazza, davanti a Montecitorio, tenute dai docenti di Lettere di Roma Tre: almeno in duecento tra studenti e professori si sono presentati con libri e megafono di fronte alla Camera. Anche ieri a Roma è andata avanti la protesta delle Università contro il Ddl Moratti sullo stato giuridico dei docenti. Per tutta la settimana sono previste sospensioni della didattica e assemblee. Buona parte dei corsi risultano già bloccati. E oggi scatta anche la mobilitazione delle superiori: un corteo indetto dalle sigle della sinistra studentesca partirà alle 9,30 da piazza Esedra per raggiungere piazza Venezia. «Per dire no alla riforma della scuola secondaria della Moratti e promuovere la nostra idea di istruzione», hanno spiegato ieri gli organizzatori della protesta, accolti a Palazzo Valentini dalla vicepresidente della Provincia Rosa Rinaldi e dall’assessore alla Scuola Daniela Monteforte. Anche loro contrarie ad una riforma «che impone ai ragazzi una scelta prematura tra formazione culturale e lavoro».
Tutto il mondo dell’istruzione, dunque, è in subbuglio. La manifestazione più evidente del disagio dell’Università per ora si registra alla Sapienza dove ieri sono state occupate Chimica, Lettere, Sociologia e Scienze della Comunicazione (le ultime due solo simbolicamente). Mentre già lunedì erano state "prese" Fisica e Matematica. «Occuperemo almeno fino a sabato» preannunciano gli studenti. Ieri pomeriggio anche il Senato accademico dell’ateneo ha sospeso i lavori in segno di protesta contro il Ddl mentre fuori dal Rettorato si svolgeva un sit-in di docenti e studenti. E oggi si va avanti con l’assemblea di ateneo di Tor Vergata e le iniziative di Lettere a Roma Tre.
 

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