Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
15 October 2005
Ufficio Stampa
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI CAGLIARI
 
1 - L’Unione Sarda
Pagina 16 – Lavoro
Cagliari. Il ciclo di concorsi all’Università
Dottorati di ricerca, 164 posti e 87 assegni
Il ventunesimo ciclo dei corsi di dottorato di ricerca (indetto dall’Università di Cagliari) raggiunge quest’anno cifre considerevoli: 164 posti e ben 87 borse di studio sono infatti a disposizione per i prossimi tre anni. Gli interessati devono comunque tenere a mente che le domande devono essere presentate entro la scadenza fissata per giovedì 10 novembre e che le borse sono destinate a chi ha un reddito annuo lordo inferiore a 7.746,85 euro. i settoriI posti e le borse sono state distribuite, ovviamente, per materie che sono: difesa e conservazione del suolo, vulnerabilità ambientale e protezione idrogeologica; biologia animale, molecolare e dell’uomo; botanica ambientale e applicata; farmacologia delle tossicodipendenze; neuroscienze; sviluppo e sperimentazione di farmaci antivirali; patologia e tossicologia ambientale; terapia pediatrica e farmacologia dello sviluppo; scienze cardiovascolari; ingegneria del territorio; ingegneria e scienze ambientali; progettazione meccanica; geoingegneria e tecnologie ambientali; fonti scritte della civiltà mediterranea; storia moderna e contemporanea; discipline filosofiche; storia, filosofia e didattica delle scienze; il diritto dei contratti; diritto dell’attività amministrativa e informatizzata e della comunicazione pubblica; storia, istituzioni e relazioni internazionali dell’Asia e dell’Africa moderna e contemporanea. Tutte queste discipline hanno a disposizione 4 posti e 2 borse di studio. La situazione cambia, invece, per fisica (10 posti e 7 borse); chimica (10 e 5); chimica e tecnologia del farmaco; scienze morfologiche, ingegneria edile, economia e gestione aziendale (rispettivamente 6 e 3); scienze della terra ed economia (6 e 4); ingegneria industriale e ingegneria elettronica e informatica (rispettivamente 8 e 4); letteratura comparata (8 e 5). le domandePuò presentare la domanda al concorso, senza limitazione di età o cittadinanza, chi ha la laurea specialistica, magistrale o conseguita secondo l’ordinamento vigente prima del decreto ministeriale 509 del 3 novembre 1999. La domanda deve essere in carta libera (secondo lo schema allegato al bando) e deve pervenire all’ufficio dottorati di ricerca dell’Ateneo cagliaritano entro giovedì 10 novembre. La borsa, come detto, viene erogata a coloro che non possiedano un reddito annuo personale complessivo lordo superiore a 7.746,85 euro. Nel bando, pubblicato nella Gazzetta ufficiale 81 (martedì 11 ottobre), sono indicati sede, durata, posti messi a concorso, borse di studio disponibili e sedi consorziate.
Giuseppe Deplano
  
2 – L’Unione Sarda
Pagina 23 – Cagliari
Università Letti ancora vuoti nelle Case dello studente
«A due settimane dall’inizio delle lezioni universitarie non sono ancora stati assegnati i posti alloggio nella case dello studente dell’Ersu, con gravi disagi per tutti gli studenti che dovrebbero godere di questo beneficio». È la denuncia di Roberto Ibba, responsabile del diritto allo studio della sinistra universitaria che in un comunicato sottolinea che «la procedura informatica d’assegnazione, sperimentata quest’anno per la prima volta, ha prodotto solamente elenchi d’assegnazione palesemente errata. Ciò che resta dopo quindici giorni - si legge tra le righe - è soprattutto il disagio degli studenti che sono ancora senza una stanza e vivono nell’incertezza dei continui rinvii, con un grande dispendio d’energie, di denaro e di tempo».
  
3 – L’Unione Sarda
Pagina 20 – Nuoro
Quadrivio. Soru incontra Mario Zidda e Roberto Deriu
Intesa sulla cittadella dei servizi
Inizia a prendere forma «la grande trasformazione urbana della città» di cui si è iniziato a parlare qualche mese fa. L’argomento è stato affrontato in un incontro tra il sindaco Mario Zidda, il presidente della Provincia Roberto Deriu e il Presidente della Regione Renato Soru. Stando a una scarna nota diffusa ieri dal Municipio «Regione, Provincia e Comune hanno deciso di siglare un intesa per lavorare assieme in quella che potrà essere davvero una vera e propria metamorfosi della città. L’obiettivo è quello di realizzare nell’area compresa tra il Quadrivio, l’Artiglieria, la Stazione e lo Zonchello il cuore pulsante di Nuoro, concentrando lì gli uffici statali, la nuova sede della Provincia e quella della Regione (con tutti gli uffici regionali presenti in città). Interventi importanti che porteranno alla definizione e sistemazione definitiva dell’Università». Insomma il grigio dei muraglioni che caratterizza l’ingresso a Nuoro è destinato a lasciare spazio a una vera e propria cittadella con campus e uffici che permetterà di trasferire dal centro la sede della provincia e del genio civile. Il dibattito è aperto sul sito dove costruire il nuovo stadio.
 
 

 
4 -   La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
Nascono i dottori in “tuttologia”
Singolare protesta dei ricercatori universitari contro la Moratti Ventiquattro ore di lezione no stop tra il serio e il faceto
Il rettore: «In ballo c’è l’intero impianto universitario minacciato anche dalla Finanziaria»
CAGLIARI. Il senso profondo di sfiducia e d’avversione verso una riforma universitaria che fa acqua da tutte le parti sta in quei diplomi di laurea in “Tuttologia” che ancora per oggi saranno consegnati agli studenti più caparbi: 13 crediti formativi, per altrettante lezioni seguite, e il gioco è fatto.
Ma in fondo è tutto uno scherzo: brutto, di quelli che mai si sarebbero voluti fare. E’ stata l’ultima trovata dei ricercatori universitari che ieri, riuniti nell’aula magna del Corpo aggiungo del Magistero, hanno messo in atto la loro ennesima protesta contro il riordino delle carriere previsto dal maxi emendamento voluto dal ministro all’Istruzione e Università Letizia Moratti. Il titolo rilasciato era semiserio, ma la protesta no, e neppure le ventinove e più lezioni che, uno dopo l’altro, i ricercatori delle diverse facoltà hanno tenuto in una maratona didattica cominciata ieri intorno alle 10, e che finirà oggi alla stessa ora. Ventiquattro ore filate di lezione, con turni, e ricercatori che davano il cambio agli altri solo per andare a mangiare un boccone, per lanciare un segnale politico forte.
‹‹Ci crediamo, e ci proviamo - dice Marco Pitzalis, tra i rappresentati dei ricercatori nel Consiglio d’amministrazione dell’Università - Il 24 ottobre il maxi emendamento finirà in Parlamento e noi vogliamo lanciare un segnale forte››. Un “no” deciso contro una normativa che, se dovesse passare, renderà ancora più precario il già difficile percorso di chi da ricercatore aspira a diventare un giorno professore. E renderà precaria tutta la sua carriera, perché la tranquillità, il lavoro stabile, verrebbero raggiunti solo molto tardi.
 Davanti a questa eventualità la mobilitazione è stata di tutti: ieri per l’occasione c’erano anche il rettore Pasquale Mistretta e un folto gruppo di studenti.
 ‹‹Non si tratta solo di difendere le ragioni dei ricercatori - ha detto Mistretta - In ballo c’è l’intero impianto universitario che ora è minacciato anche dalla Finanziaria: voci come l’edilizia hanno subito tagli gravissimi››. Anche gli studenti erano lì un po’ per sostenere i ricercatori, un po’ per difendere la loro idea d’università.
 ‹‹La protesta attraversa l’Italia intera - ha detto Gian Vito, 24 anni - Il Parlamento non può non tenerne conto››. Ma tra chi protesta c’è chi spera che di questa brutta normativa il Parlamento si dimentichi. (s. z.)
  
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 20 - Sassari
«Riforma Moratti, il no dei docenti»
Taglio delle risorse agli atenei, un incontro all’università
SASSARI. L’aumento di una già preoccupante precarizzazione dei docenti, soprattutto dei ricercatori, il taglio delle risorse per gli atenei, gli oneri finanziari, i pericoli di smantellamento della connotazione pubblica dell’università e di una carenza del sistema di valutazione e il blocco delle assunzioni in mancanza di concorsi. Questioni comprese nelle critiche rivolte al disegno di legge del ministro Letizia Moratti, passato in Senato con il voto della maggioranza e destinato a una discussione alla Camera, che si teme blindata per un’ulteriore ratifica.
 La mobilitazione contro la riforma sullo stato giuridico e sul riordino delle docenze prospettata dal ministro dell’Università si è manifestata in un’assemblea all’aula Eleonora d’Arborea, coordinata da Valentino Petruzzi, del Cnu (Comitato nazionale universitario). È emersa una bocciatura dell’impianto della riforma. Manlio Fadda, docente della facoltà di Veterinaria, ha ricordato che il prossimo 19 ottobre la Crui (Conferenza dei rettori delle università italiane) proporrà nei diversi atenei l’approvazione di una mozione che ribadisce un giudizio negativo sul progetto del ministro Moratti.
 «Ci troviamo di fronte a una normativa che precarizza ancora di più le prospettive di ingresso nell’università. La fascia dei ricercatori viene messa a esaurimento sino al 2013 - ha osservato Fadda -. Ci sarà nel frattempo il raddoppio del carico di lavoro sui docenti attuali. È necessario concentrare e consolidare la mobilitazione, in vista del passaggio alla Camera dei deputati del disegno di legge». Il 25 ottobre, a Roma, ci sarà una manifestazione nazionale. «Ma anche nelle diverse sedi universitarie d’Italia, compresa Sassari, occorre dare vita ad assemblee che coinvolgano docenti, ricercatori e studenti», è stato auspicato ieri. Ciriaco Farre, della Cisl-Università, ha sottolineato l’ampia portata dell’opposizione.
 «Tra i tanti aspetti negativi - ha osservato Farre - non c’è spazio per una valutazione qualitativa dei docenti e c’è una tendenza a ingarbugliare le possibilità di accesso ai livelli superiori». Bachisio Carta, della Cgil, ha affermato che il disegno di legge andrebbe cancellato. «È un disegno di legge perverso, con tagli alle risorse per gli atenei, blocchi alle assunzioni e con una grave precarizzazione - ha ribadito Carta -. La vera riforma dell’università deve partire da reali necessità». È intervenuto anche il presidente del consiglio regionale, Giacomo Spissu. «Manifestiamo preoccupazione per il progetto di riforma Moratti, che estende la precarietà negli atenei - ha detto Spissu - rispetto a esigenze che, da parte della Regione, guardano invece a una formazione di qualità».
Marco Deligia
  
6 -  La Nuova Sardegna
Pagina 15 - Fatto del giorno
L’ufficio stampa del ministro Moratti
L’efficienza di un ufficio stampa si misura dalla quantità e dalla qualità delle uscite su stampa e via etere. Nell’ultima settimana l’oscar va assegnato senza alcun dubbio a quello di Letizia Moratti: mentre studenti, professori e rettori protestavano uniti contro la sua riforma, la ministra della Pubblica istruzione conquistava copertine e interviste sbaragliando alleati e avversari politici. Obiettivo: le elezioni del sindaco di Milano previste per l’anno prossimo. Il record di disponibilità è sicuramente del Tg5. Il telegiornale diretto da Carlo Rossella, infatti, nei giorni scorsi ha proposto alle 20 un «panino» così cucinato. Notizia di cronaca: tre giovani tentano di rapinare un negozio, liberi da impegni - chiosa l’autore del servizio - perché gli studenti scioperavano contro la Moratti. Secondo servizio: cronaca della giornata di protesta. Terzo servizio: Cesara Buonamici intervista Letizia Moratti. Nemmeno una domanda su riforma e proteste. La domanda più insidiosa: ma lei, come fa a lasciare sempre un segno positivo dovunque passi? No comment. (ro.mo.)
 
 7 – La Nuova Sardegna
Pagina 13 – Attualità
Il reclutamento sarà più selettivo
MILANO. Cambio di rotta per la formazione e il reclutamento dei docenti. Non saranno più le scuole a chiamare gli insegnanti seguendo la graduatoria, bensì ci sarà un reclutamento selettivo durante il quale si svolgerà anche un anno di tirocinio.
 Il decreto prevede una formazione di pari dignità per insegnanti di tutti gli ordini e gradi di scuola. I percorsi di formazione iniziale dei docenti della scuola dell’infanzia, del primo ciclo e del secondo ciclo si svolgeranno nelle università e le istituzioni di altra formazione, artistica musicale e coreutica, rispettivamente nei corsi di laurea magistrale e in appositi corsi accademici di secondo livello.
 In sostanza servirà la laurea triennale, laurea magistrale e un anno di tirocinio per diventare docenti. I nuovi percorsi formativi saranno a numero programmato e ripartiti tra le università di ciascuna regione in misura pari ai posti che si intendono coprire per concorso nelle scuole statali della stessa regione. Però, a questi posti, va aggiunta una percentuale del 30% per le esigenze complessive del sistema di istruzione. In ogni caso ai corsi si accede dopo aver conseguito la laurea di primo livello (ovvero la laurea dei tre anni), e alla fine del corso, contestualmente al conseguimento della laurea magistrale, è previsto un esame di Stato con valore abilitante. La programmazione dei posti avviene a cadenza triennale e ciò sarà garantito da un decreto del Presidente del Consiglio che vale anche come autorizzazione a bandire i successivi concorsi. Tutto sarà organizzato in base ai numeri dei posti di insegnamento effettivi, al numero degli alunni (anche disabili) e al tourn over del personale docente. E sarà il Ministero a ripartire, anno per anno, nelle varie università, i posti.
 Una volta che l’insegnante ottiene l’abilitazione, gli sarà assegnata la scuola dove svolgerà il lavoro per un anno di tirocinio al termine del quale (e dopo una valutazione positiva del comitato per la valutazione del servizio) potranno essere ammessi al concorso per l’assunzione nelle scuole. Ma, come ha spiegato il ministro Letizia Moratti, per ora i percorsi rimangono due: il 50% dei posti assegnati in base alle vecchie graduatorie e il 50% con il nuovo sistema di reclutamento. «In pochi anni», ha detto il ministro, «mi auguro riusciremo ad esaurire le graduatorie e passare al nuovo sistema, certamente più qualificante. Un sistema che esclude la chiamata diretta da parte delle scuole.
 Le proteste e manifestazioni messe in atto da molti docenti italiani nei giorni scorsi hanno comunque già sottolineato gli aspetti negativi delle nuove proposte del ministro.
 Ma il premier Berlusconi ha subito sentenziato: «La riforma garantisce ai futuri insegnanti la certezza di un posto di lavoro». (r.r.)
 
 
 

 
8 - Corriere della Sera
La protesta dell’Università
Dopo le occupazioni feste e funerali contro il ddl Moratti
Con il blocco della didattica a Scienze di Tor Vergata, sono dodici le facoltà in agitazione
Dodici occupazioni e un funerale. E una Conferenza di Ateneo, convocata per mercoledì prossimo dal rettore della Sapienza Renato Guarini su forte richiesta del comitato studentesco. In città continua a montare la protesta contro il ddl Moratti, il disegno di legge di riforma sullo stato giuridico e sul reclutamento dei docenti universitari. Ieri, con il blocco della didattica della facoltà di Scienze di Tor Vergata, è salito a dodici il numero di occupazioni nei due più vecchi atenei capitolini. Fa eccezione Roma Tre, dove gli studenti sono contrari all’occupazione, pur ribadendo il proprio appoggio ad altre forme di protesta. Come «i funerali dell’università» indetti per giovedì prossimo in piazza Montecitorio, per piangere e seppellire il più alto gradino dell’istruzione italiana, «ucciso» dalla riforma Moratti. Davanti alla Camera sfileranno studenti e docenti, ricercatori e precari, tutti rigorosamente vestiti a lutto. Prima della cerimonia funebre, però, è in programma per questa sera la «grande festa dell’ateneo occupato», che si svolgerà all’interno della città universitaria della Sapienza.
Sempre dagli studenti della Sapienza, è partito ieri un invito «a tutte le facoltà in lotta sul territorio nazionale ad utilizzare la giornata di venerdì 21 ottobre con azioni, occupazioni e cortei in ogni città per dare forza e visibilità alla nostra mobilitazione». A cui seguirà, quattro giorni dopo, in occasione della discussione alla Camera del ddl, una manifestazione studentesca nazionale a Roma durante la quale, promettono gli studenti, «Montecitorio verrà assediato».
 
 
10 - Corriere della Sera
LETTERE
Cara Maria Latella, in diverse occasioni questa settimana mi ...
Cara Maria Latella, in diverse occasioni questa settimana mi è capitato di parlare con gli studenti che hanno organizzato le mobilitazioni contro la riforma Moratti. Io ho attraversato le contestazioni del ’77 fino a quelle del movimento della «Pantera» e posso testimoniare che, diversamente da quelle, la nuova esplosione di vitalità non riguarda solo i giovani ma anche gli insegnanti e i ricercatori. Ho ritrovato oggi un protagonismo positivo che non è, tuttavia, uguale a quello del passato: questi studenti, insieme ai ricercatori, scendono in piazza perché vogliono università che funzionino, luoghi per la formazione delle nuove generazioni, per renderle autonome dal mercato e dalle privatizzazioni del sapere, e vogliono aule e università adeguate a questo compito. A queste domande la politica deve saper dare risposte ma dal ministro Moratti, per il momento, non sono giunti segnali incoraggianti.
Paolo Cento
deputato dei Verdi

Intanto, complimenti a Paolo Cento, uno di quelli (pochi) capaci di guardare al futuro di un’Italia giovane e non soltanto al passato dell’Italia dei potenti. Penso anch’io che gli studenti e i ricercatori «scendano in piazza» perché vogliono un’università che funziona. Il guaio è che, scendendo in piazza, le aule restano chiuse per dieci giorni, i docenti rinviano l’avvio regolare delle lezioni e, una volta di più, la qualità, già mediocre, ne risente. Dunque: l’università funziona peggio di prima. Son quarant’anni che nelle università italiane docenti e studenti «lottano insieme»: non mi pare che i risultati si possano considerare confortanti. Son cambiati i ministri dell’Istruzione: nessuno è mai andato bene. Si sono create rendite di posizione, baronie, malinconie in quei docenti (tantissimi) che vorrebbero l’università italiana competitiva e la vedono invece scivolare nella solita, limacciosa, verbosità. A chi conviene? Agli studenti certamente no. Ai docenti? Considerano pessima la riforma Moratti e credo abbiano alcune buone ragioni. Ma qualcosa di innovativo, in senso meritocratico, la Moratti l’ha inserito nella sua riforma, spezzando il meccanismo di reclutamento dei docenti basato sulla promozione dei candidati locali. Un bravo, preparato e giovane docente non dovrebbe temere l’innovazione. Anzi.
mlatella@rcs.it
 

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