Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
31 October 2005
Ufficio Stampa
Università degli Studi di Cagliari
 
1 - L’Unione Sarda
Pagina 11– Artigianato e PMI
Nuovi servizi on line per collegare imprese e centri di ricerca
L’innovazione tecnologica arriva attraverso internet
Potenziare l’innovazione e il trasferimento tecnologico delle piccole e medie imprese puntando su informatica, internet e comunicazione tra aziende ed Enti locali. È questo, in sintesi, il nocciolo del progetto ideato dal Centro servizi promozionali per le imprese e dalla Dintec, società partecipata da Unioncamere e dall’Enea, che punta a monitorare i fabbisogni tecnologici delle imprese della provincia di Cagliari. Per favorire la partecipazione al Progetto innovazione è stata realizzata una piattaforma telematica e un sito internet a cui le aziende possono iscriversi gratuitamente, avendo a disposizione un vero e proprio sportello informazioni virtuale, dove trovare le ultime pubblicazioni di settore, le documentazioni sui brevetti e, in futuro, anche una serie di consulenze on line. Come funziona«L’iniziativa interessa nello specifico due settori», spiegano Gianluca Palomba e Antonio Pili, rispettivamente responsabile tecnologia e auditor del Centro servizi promozionali per le imprese, «l’intera filiera dell’agroalimentare e il settore della lavorazione dei metalli. È un progetto che si inserisce all’interno di un più ampio piano strategico che punta a coinvolgere le imprese in processi che facciano accrescere il livello competitivo con l’innovazione tecnologica». Un servizio offerto gratuitamente alle aziende della provincia di Cagliari, ma che presto potrebbe essere esteso anche al resto dell’Isola. «È un servizio di assistenza tecnica», continuano i responsabili, «e non comporta assolutamente controlli o verifiche di alcun tipo. Punta alla rilevazione dei bisogni di ricerca ed innovazione, così da introdurre e valorizzare la variabile tecnologica nelle strategie aziendali». dialogo on lineA disposizione anche gli studi di settore e un continuo dialogo telematico con i maggiori centri di ricerca pubblici e locali. «Il Centro servizi promozionali per le imprese», concludono i responsabili dell’iniziativa, «mette a disposizione dell’azienda che lo richiede risorse specializzate in grado di fornire tutta l’assistenza necessaria e le informazioni di dettaglio sul Progetto. Sarà un momento di crescita che contribuirà a migliorare notevolmente lo stato di innovazione tecnologica delle aziende». Una volta entrati nel sito internet (www.innovazione.dintec.it) è necessario iscriversi gratuitamente per poter accedere alle aree interne. Nel settore "Promozione dell’innovazione" è possibile trovare i vari accordi quadro, le intese con scuole e Università, il sistema camerale informatico e le principali fiere dell’innovazione, ma anche leggi a sostegno delle imprese e notizie sul supporto alle imprese innovative.
Francesco Pinna (Unioneonline)
  
2 – L’Unione Sarda
Pagina 17 - Agricoltura e pastorizia
Raccolta aperta sino al 31 marzo
Via libera nell’Isola alla pesca dei ricci: si parte da domani
Via libera alla pesca dei ricci di mare in Sardegna. Da domani, infatti, i golosi del nostrano caviale giallo, potranno iniziare a riassaporare la polpa dei ricci e i pescatori subacquei, professionisti e dilettanti, potranno legittimamente riprendere l’attività di raccolta di una delle specie marine più prelibate. Via liberaRiapre infatti la pesca del riccio di mare che, come prevede la normativa regionale, inizia il primo novembre e termina il 31 marzo. Anche quest’anno il calendario è stato confermato con un decreto dell’assessore regionale alla Difesa dell’ambiente Tonino Dessì (il numero 23 del 19 ottobre 2005) anche se, come si legge nel testo della norma, la materia sarà presto revisionata in base anche alle valutazioni tecnico scientifiche che emergeranno dai risultati della ricerca dell’università di Cagliari, che ha studiato la distribuzione dei ricci di mare nelle varie zone della Sardegna. L’esigenza di commissionare una ricerca all’università è nata dal fatto che ci sono alcuni tratti di mare nei quali la pressione di pesca, negli ultimi anni, è stata maggiore e questo potrebbe aver causato un impoverimento della risorsa. Chi può pescareLa prima disciplina regionale sulla pesca del riccio di mare risale al 1994 e prevede che possa essere effettuata da tre categorie di pescatori: subacquei, professionisti e dilettanti. I subacquei, muniti dell’autorizzazione rilasciata annualmente dall’assessorato alla Difesa dell’ambiente, possono immergersi con l’ausilio delle bombole. I professionisti, vale a dire coloro che esercitano abitualmente e professionalmente l’attività e sono iscritti negli appositi registri dei pescatori marittimi, possono raccoglierli dall’imbarcazione con il coppo con l’ausilio dello "specchio" o batiscopio, con la cannuga, la tradizionale asta, oppure immergendosi in apnea. La terza categoria autorizzata alla pesca dei ricci di mare è quella dei dilettanti e sportivi, ossia le persone comuni che decidono di approvvigionarsi da soli. La differenza tra le tre categorie, oltre che nelle modalità di raccolta, sta nelle quantità pescabili. È comunque vietato per tutti l’utilizzo di attrezzi trainanti sia dall’imbarcazione che a mano, di mezzi meccanici come strumenti in ferro, o l’uso del rastrello. I subacqueiPer quanto riguarda i pescatori subacquei, la Regione disciplina anche il numero di autorizzazioni che si possono rilasciare. L’ultima normativa, risalente a marzo dello scorso anno, prevede che possano esserne rilasciate 161, divise tra i quattro Compartimenti marittimi, anche se il permesso di pesca vale per tutte le acque della Sardegna. QuantitàI ricci di mare hanno avuto negli ultimi lustri una crescita esponenziale nei consumi. Anche per la grande richiesta da parte delle attività di ristorazione che, nel periodo di pesca, propongono nei loro menù questa prelibatezza, anche perché richiestissima. Ecco perché la risorsa riccio potrebbe essere a rischio. Per questo la Regione ha deciso di stabilire non solo un limite ai quantitativi pescabili ma anche alle dimensioni minime di cattura. Un decreto dell’assessore all’ambiente (il numero 2 del gennaio 2001) prevede, per i pescatori subacquei che operano con un aiutante, il barcaiolo, il quantitativo massimo giornaliero di sei ceste, equivalenti a 3.000 ricci. Ai pescatori professionisti è consentito raccoglierne massimo 1.000 al giorno, mentre per dilettanti e sportivi il limite scende a 50. Per quanto riguarda invece le dimensioni, la legge prevede che non possano avere dimensioni inferiori ai 50 millimetri esclusi gli aculei.
Roberta Kappler
 
 
 

 
3 - La Nuova Sardegna
Pagina 18 - Cagliari
Monsignor Mani celebra San Saturnino, patrono della città
Nuovo monito dell’arcivescovo «L’emergenza sono i giovani»
CAGLIARI. La vera grande emergenza della città sono i giovani. Parola di arcivescovo. Monsignor Giuseppe Mani l’aveva detto per la prima volta il sei settembre 2003, giorno del suo ingresso ufficiale in diocesi. Dopo due anni la diagnosi è confermata, forse con maggior precisione rispetto al passato, ma con uguale determinazione, ribadita nel più classico degli appuntamenti religiosi e politici: la festa di san Saturnino, patrono della città.
 Chi si aspettava un Mani con la clava, come il suo predecessore monsignor Ottorino Alberti soprattutto nei primi anni cagliaritani, per denunciare ingiustizie e radiografare i problemi irrisolti della città, è rimasto deluso. L’ex ordinario militare ieri ha preferito il pastorale, lo usa meglio e gli consente di dire tutto quelle che vuole senza essere accusato di buttarla in politica. “Che cosa avete fatto del vostro battesimo?”, è l’interrogativo che vale per i politici come per il più umile dei cristiani. Poichè la fede senza le opere, non serve, Mani, sempre in punta di Vangelo, tuona, anche se a bassa voce: “La fede non può permetterci di vedere respinti il 24% dei nostri giovani studenti delle superiori”, con il timbro del fallimento proprio mentre si aprono al futuro. “Quella stessa fede che non ci consente di assistere al 20% degli universitari che dopo due anni di frequenza abbandonano senza aver sostenuto un esame”.
 Dati risaputi, ma non per questo meno impressionanti: “Quando me li hanno comunicati - ripete spesso l’arcivescovo - non ho dormito per un paio di notti”. L’emergenza-giovani mette in campo incompiute, carenze e responsabilità, che il vescovo non elenca, ma è facile intuire. Riguardano aule, didattica, attrezzature, trasporti, povertà delle famiglie, costo dei libri, palestre e campi sportivi, disoccupazione. Un invito, dunque, alle autorità presenti, al sindaco in fascia tricolore, ad alcuni assessori, al rettore Pasquale Mistretta: “Investite sui giovani”. Un investimento che Mani chiede anche alla sua chiesa cagliaritana. Il presule pensa soprattutto ai 40 mila universitari che ruotano attorno al nostro Ateneo: “Quale responsabilità se alla proposta culturale non corrispondesse un forte messaggio pastorale”. Schierati con la casula rossa davanti all’arcivescovo 30 sacerdoti, almeno la metà parroci di città, terminali della proposta vescovile. Nelle loro parrocchie abitano 20 mila studenti fuori sede: “Quale responsabilità - ha ripetuto il presule - se Cagliari fosse la loro tomba spirituale”. I problemi dei giovani e delle loro famiglie non si risolvono con un colpo di bacchetta magica, richiedono tempo. Importante è aprire il cantiere. Il 15 novembre monsignor Mani spalancherà i cancelli del suo: la scuola dell’anima. Ogni 15 giorni incontrerà i giovani in seminario, a Bonaria, a Quartu, a Guasila. Senza soluzione di continuità fino a giugno 2006. Con una proposta: cercare, incontrare, partecipare Cristo con un prete per amico.
Mario Girau
  
4 - Corriere della Sera
IN CATTEDRA
Un biennio specialistico per imparare a insegnare

Il decreto per l’accesso alla professione prevede una laurea magistrale (3 + 2) per tutti
Cambiano le regole per salire in cattedra: gli aspiranti maestri e professori sono avvisati. Il decreto per l’accesso alla professione, approvato insieme a quello delle superiori, è chiaro: si volta pagina, e ci vorrà una dose in più di coraggio per fare questa scelta. Primo, è richiesta la laurea magistrale (3 ? 2) per tutti, dall’asilo al liceo, la formazione è di «pari dignità». E fin qui, anche con la riforma di Berlinguer sono previsti cinque anni di laurea (non solo, più due per i corsi di specializzazione all’insegnamento). La differenza è che il nuovo biennio di laurea specialistica servirà «solo» all’insegnamento (la tesi, insieme ad altre prove ancora da definire, sarà titolo abilitante, corrisponde al superamento dell’esame di Stato). Vuol dire che un matematico che ha fatto cinque anni di università non può (e giustamente) andare ad insegnare l’aritmetica alle medie. Ci andrà solo chi ha seguito il biennio per aspiranti prof di matematica.
Il risvolto della medaglia è che dopo i cinque anni, può solo andare ad insegnare. Già, ma almeno il posto è (dovrebbe essere) assicurato: c’è il numero chiuso, tanti posti avrò libero nelle scuole, tante matricole farò entrare in università. Obiettivo: evitare la formazione di nuovo precariato. Questo, se non altro, dovrebbe anche rassicurare le famiglie che da sempre lamentano la scarsa preparazione degli attuali «vecchi» insegnanti, in materia di pedagogia, metodologia, psicologia, decimologia e tutto quanto fa «scienze dell’educazione». Con la riforma Moratti, chi vuole fare la maestra d’asilo o il prof di latino deve studiare solo per quello. Ancora negli anni Novanta, si poteva diventare docenti dopo quattro anni di università (e un’attesa di uno o due anni per il concorso). Domani, serviranno 5 anni per la laurea magistrale, più l’anno di "applicazione" (tirocinio) presso una scuola, con contratto di formazione lavoro (quindi stipendio) e sotto la guida di un insegnante tutor (che darà una valutazione sul lavoro svolto). Poi, un altro anno, circa, per superare il concorso a cattedre programmato a scadenza triennale. Totale sei-sette anni di studi. Per entrare in prima elementare o in prima liceo. A poco più di mille euro al mese. Ma questa è un’altra storia.
G. Tes. 

Questionnaire and social

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