Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
04 November 2005
UFFICIO STAMPA
 Università degli Studi di Cagliari
1 – L’UNIONE SARDA
Cagliari e Provincia - Pagina 17
Scienze, colpo di scure sui corsi
L’Università si prepara a subire una riduzione dell’offerta formativa. Con i ricercatori che non svolgeranno più lezioni, molti corsi saranno costretti a chiudere. Conseguenza, dicono gli stessi ricercatori, della «non riforma Moratti». Il primo passo indietro nell’ateneo, ma la stessa situazione che si sta verificando nelle altre Università, si potrebbe registrare nella facoltà di Scienze: ieri i ricercatori si sono riuniti in assemblea. Dopo tre ore di discussione hanno deciso, all’unanimità, di chiedere al preside di ridurre l’offerta formativa. A breve ci sarà un incontro, anche perché le domande di affidamento per diversi corsi sono bloccate. «Nella nostra facoltà ? hanno sottolineato i ricercatori riuniti in assemblea ? tutti facciamo didattica. Con la legge Moratti la docenza non sarà più retribuita, e soltanto chi ha tre anni di anzianità potrà svolgere la supplenza». Le lezioni saranno svolte così solo dai professori ordinari, associati, o tramite contratti esterni: «Ma quest’ultima opzione non si potrà applicare, visti i bilanci degli atenei. Dunque non sarà più possibile garantire l’attuale offerta formativa». Solo in Scienze si calcola che oltre il 30 per cento dei corsi rischia il blocco. E poi c’è la gabbala dei contratti: «Nella legge si parla di una percentuale dei posti per associati e ordinari, riservati ai ricercatori. Circa il 20 per cento. Ma se i posti disponibili sono soltanto due, come sta accadendo, per noi quali sono le possibilità di entrare nel corpo docente?». Se in Scienze la situazione è critica (sono, per ora, partiti i corsi con i titolari, mentre sono pochi i ricercatori che stanno svolgendo, nonostante tutto, attività didattica), in Farmacia e Medicina l’anno accademico non sembra a rischio. Anche se nelle due facoltà i ricercatori avevano consegnato una lettera ai rispettivi presidi, con la promessa di rinunciare all’incarico della docenza se la legge fosse passata. Approvazione arrivata dopo che i corsi sono partiti. La controprova alla fine del semestre e soprattutto l’anno prossimo. A meno che non intervenga il presidente della Repubblica. «Aspettiamo che firmi la legge», spiegano i ricercatori. Poi potrebbero arrivare forme di lotta più clamorose. Matteo Vercelli
 
2 – L’UNIONE SARDA
Cagliari - Pagina 20
Proto il nuovo direttore
Dopo trent’anni cambio di guardia in Clinica otorino
Cambio della guardia nella conduzione della Clinica di otorinolaringoiatria del San Giovanni di Dio: dopo 31 anni di servizio come primario, il professor Paolo Puxeddu lascia l’incarico di direttore a Ernesto Proto, già docente di Otorinolaringoiatria dell’Università di Cagliari. Il passaggio delle consegne mercoledì scorso. Il sessantacinquenne Ernesto Proto, originario di Lamezia Terme, guiderà la clinica universitaria per 7 anni. «Di più non è possibile - spiega - perché a 70 anni si deve andare necessariamente in pensione e al massimo sono ammessi solo 2 anni in più di tolleranza. Spero comunque di riuscire a portare a termine il mandato, con l’aiuto del Signore». La nuova conduzione sarà all’insegna della continuità con il passato. «Paolo Puxeddu ha operato bene, contribuendo a far diventare la Clinica di otorinolaringoiatria un punto di riferimento importante per tutta la Sardegna e non solo». Ernesto Proto è approdato al San Giovanni di Dio nel 1968 proveniente da Bologna, dove ha completato gli studi di medicina. Dal ’83 al ’98 è stato professore associato di Otorinolaringoiatria presso la facoltà di Medicina dell’ateneo cagliaritano. Nel 1998 ha vinto il concorso per ordinario, acquisendo la titolarità della cattedra. Nella sua carriera figura anche una breve parentesi napoletana, tra il ?74 e il ’76. «Dopo tanti anni di lavoro, sono diventato il direttore della Clinica di otorinolaringoiatria - afferma Ernesto Proto - e sono indubbiamente felice. È un traguardo importante che ho raggiunto anche grazie ai preziosi insegnamenti del mio maestro, il professor Giovanni Motta. Ora l’obiettivo è di continuare a svolgere l’attività nel solco della tradizione di chi mi ha preceduto, seguendo l’esempio di Paolo Puxeddu (che ha rivestito la carica dal 1974 ad oggi) e del suo maestro Ettore Pirodda. La nostra attività sarà dedicata in particolar modo ai pazienti affetti da tumori della laringe della faringe e del cavo orale. Ma più in generale, ci occuperemo (come sempre è stato fatto finora) di tutte le patologie riguardanti orecchio, naso e gola, e soprattutto dei disturbi più diffusi tra la popolazione che sono quelli che riguardano l’orecchio medio, le otiti per intenderci. Ovviamente non tralasceremo la ricerca, davvero essenziale, e la sperimentazione delle nuove metodologia in materia». Nessuna cambiamento sostanziale dunque, ma tanto impegno per far crescere ulteriormente la Clinica e perfezionare l’assistenza ai malati. Paolo Loche
 
3 – L’UNIONE SARDA
Iglesias - Pagina 23
Monteponi
Le tesi sul Geoparco premiate a Pozzo Sella
Musica e cultura sottoterra. Si svolgerà domani, organizzato dall’associazione Pozzo Sella Onlus, il terzo Premio di laurea parco geominerario. Nel corso della manifestazione, che si svolgerà nella sala argani di Pozzo Sella, a Monteponi, saranno presentate le tesi di laurea che hanno vinto il concorso bandito dall’associazione, ma ci sarà anche il concerto di launeddas del maestro Luigi Lai e della violinista Roberta Puddu. Alla fine incontro dibattito cui parteciperanno il presidente della regione, il rettore dell’università, il vescovo di Iglesias e i rappresentanti delle istituzioni. Per partecipare alla manifestazione, poiché i posti disponibili in galleria sono limitati, è necessario prenotare chiamando i numeri 0781.40223 o 340.3616492 entro le 12 di oggi. (d.m.)
 
4 – L’UNIONE SARDA
Provincia di Sassari - Pagina 35
Ardara
La favola vera di uno studente, diventato una star della musica
Quando ha fatto le valigie per la Lettonia, unica destinazione rimasta per il progetto universitario Socrates, nel 2001, non poteva immaginare che nel giro di pochi anni sarebbe diventato una star della musica baltica. Roberto Meloni, 27enne di Ardara, laureato in Lingue e letterature straniere, ma con la passione per il canto, ha realizzato il suo sogno a migliaia di chilometri da casa, riuscendo anche a portare un pezzo di Sardegna nell’Est europeo. Dopo la laurea, conseguita nella acoltà sassarese nel 2001, Roberto aveva deciso di partecipare al progetto Socrates per approfondire lo studio di una lingua straniera, lavorando come assistente in un istituto superiore. Vista l’indisponibilità di Brasile e Danimarca, sue mete preferite, aveva dovuto ripiegare sulla Lettonia, grazie anche alla sua conoscenza della lingua russa. Dopo un paio d’anni di residenza all’estero, nel gennaio del 2003, decide di partecipare al programma tv "Fabrika muzikalais teatris", l’equivalente di "Saranno famosi" della tv lettone. Viene scelto tra i concorrenti e a causa del suo lettone "italianizzato" diventa un personaggio pubblico. Non vince il concorso televisivo, ma gli basta per farsi conoscere al grande pubblico. Poco dopo è già una star, e nel giro di pochi mesi, in coppia con la cantante locale Elizabete, forma un duo e comincia a incidere cd. L’estate scorsa, sponsorizzati da una compagnia aerea che collega Cagliari con Riga, Roberto ed Elizabete hanno fatto tappa in Sardegna per girare il videoclip del brano «Il ballo del lettone», registrato tra le spiagge di Villasimius e Stintino e presentato appena qualche giorno fa nella capitale del Paese baltico. La canzone, una sorta di ballata popolare, è il singolo che anticipa l’uscita del primo cd di inediti del duo, già popolarissimo in Lettonia. Per Roberto è il coronamento di un sogno.
 
5 – L’UNIONE SARDA
Cultura - Pagina 42
Alla ricerca del mitico molosso nuragico
Alla ricerca del mitico molosso nuragico con le più raffinate tecniche di biotecnologia. L’Università di Sassari sta cercando di mettere in relazione il mastino fonnese con i cani del periodo dei nuraghi. Per riuscirci, la facoltà di Veterinaria sta conducendo uno studio sui reperti rinvenuti in diversi siti archeologici, comparandoli con il dna prelevato dai cani sardi di adesso. Se il fonnese e il dogo sardesco (quest’ultimo raro animale nelle mani di pochissimi fortunati) discendessero dai cani del tempo dei nuraghi (1800-600 c.a. avanti Cristo), saremmo in presenza di una scoperta dall’eccezionale valore scientifico. Si dimostrerebbe, infatti, che il cane sardo è tra le più antiche razze del mondo e a quel punto sarebbe imperativo per la Regione Sardegna avviare le procedure per tutelare il mastino fonnese e il dogo sardesco. Roberto Balia, autore del bel libro Canis Gherradoris ( PTM Editrice, pagg. 301, euro 19,50), ispettore del Corpo forestale della Regione, archeologo dilettante, cinofilo autentico, scrittore e appassionato di tutto ciò che affonda le radici nella notte dei tempi, è convinto che il percorso iniziato da alcuni anni porterà a individuare il molosso nuragico. La teoria del cane sardo preistorico è sviluppata e documentata nel libro di Balia, che rappresenta il più completo studio sulle razze sarde del passato e del presente. Utilizzando reperti archeologici, studiando documenti, fotografie e sentendo testimonianze, Roberto Balia ha ricostruito la genesi e lo sviluppo dei cani sardi e il loro impiego in guerra, o come cani da lavoro, addetti alla difesa del bestiame e della proprietà. Il libro è corredato da numerose immagini che permettono di andare a ritroso nel tempo e di ammirare i doghi di adesso, incorruttibili guardiani di grande temperamento ma più equilibrati dei fonnesi, considerati aggressivi se non feroci. Ma i capitoli più interessanti sono quelli in cui Balia va alla scoperta di un legame con i cani del periodo nuragico. La teoria (che attende la conferma dal test del dna) è che il molosso nuragico abbia poi subito l’influenza dei cani libici, cartaginesi, egiziani, mesopotamici, indiani e fenici; quindi, nel Medioevo e secoli seguenti, sarebbe stato rinsanguato con cani da presa spagnoli, tipo alano, dogo, villano e mastino; infine, e siamo nel XIX secolo, avrebbe subito gli influssi dei mastini inglesi ed europei. Da quell’antico animale deriverebbe il dogo sardesco, un mesomorfo pesante di circa 35-45 chili, tigrato di varie tonalità , fulvo grigio, marrone, grigio cenere, nero, con attitudini alla conduzione e controllo delle mandrie, alla caccia di ungulati, guardia e difesa. Marco Zedda, ricercatore del Dipartimento di biologia animale della facoltà di Veterinaria di Sassari, è entrato nella fase operativa del test del dna sui reperti archeologici rinvenuti nel corso di decenni di scavi. «L’obiettivo», dice, «è quello di salvare i cani sardi, unici al mondo, verificando se esista una correlazione con gli antichi animali dell’epoca nuragica e con altre razze italiane, come il maremmano-abruzzese e il mastino napoletano». Il molosso nuragico - è la teoria di Balia - potrebbe aver influenzato altri cani italiani. E su come il molosso avrebbe potuto varcare il Tirreno c’è da scegliere. Prima teoria: gli antichi romani, giunti per domare i sardi pelliti, sarebbero tornati sul continente portando con sé i feroci ausiliari degli indigeni; seconda teoria, più affascinante: il mitico popolo di navigatori Shardana li avrebbe esportati, come testimoniano alcuni bronzetti. La Soprintendenza di Cagliari vuole coinvolgere Balia per utilizzare i doghi sardeschi di sua proprietà per un’altra indagine basata sui test genetici. Inoltre, Balia è in contatto con Flavio Bruno, uno dei protagonisti della riscoperta del cane corso, che, nel suo centro Il Contado del Molise a Santa Croce di Magliano, paesino dove il tempo sembra essersi fermato, vorrebbe ospitare i doghi sardeschi per avviarne la selezione seguendo rigorosi criteri di purezza della razza. E già i due cinofili parlano di un tentativo disperato per recuperare il levriero sardo e il segugio di Carloforte, ormai quasi estinti. Ivan Paone
 
 
 

 
6 – LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 2 – Cagliari
Scienziati con tanti problemi
Una Cittadella, tante sedi, pochi spazi e servizi inadeguati
Università. Viaggio nella facoltà di Scienze, un micro universo proiettato nel futuro
CAGLIARI. Il posto dove studiano gli scienziati del futuro è diviso tra tante piccole sedi frammentate, da Cagliari ad Iglesias passando per Sorgono. Ma questo non è un problema: è soltanto l’università diffusa.
Se si dovesse però andare a chiedere agli studenti, cos’è che della loro facoltà cambierebbero, risponderebbero a colpo sicuro: gli spazi in cui passare il tempo tra una lezione all’altra son troppo pochi, anzi praticamente inesistenti.
Viaggio nella facoltà di Scienze, un microuniverso nell’ateneo cagliaritano, dove numeri e prospettive sembrano preparare grandi cose per il futuro.
Che la facoltà si trovi davanti a una “situazione favorevole” lo dice lo stesso preside, Roberto Crnyar.
‹‹Non esistono ancora dati ufficiali, ma dai numeri che abbiamo visto sinora sappiamo che verso questa facoltà c’è un ritorno››.
Si prenda il corso di laurea in Chimica, ad esempio: con le sue 61 matricole, quest’anno ha visto il numero degli iscritti al primo anno triplicarsi. Non che non ce ne sia motivo: fatti bene i conti, dice Crnyar, le possibilità occupazionali per chi esce da qui con una laurea in mano sono alquanto allettanti. Basta scegliere il settore giusto: ‹‹Esperienze come quelle delle industrie pesanti, un esempio su tutti Ottana -, va avanti il preside - non sono state felici per la nostra isola. Per questo dico: produciamo scienziati sardi, ma indirizziamoli verso settori peculiari della Sardegna››. In questo senso, un settore che Crnyar definisce ‹‹particolarmente fertile›› è quello dell’hi-tech, di cui il centro di ricerca Polaris, a Pula, è un luminoso esempio. Per arrivarci però occorre studiare, e non sempre gli studenti riescono a farlo nelle condizioni più favorevoli.
Soprattutto perché si sentono spezzettati tra le aule della Cittadella di Monserrato, quelle di Sa Duchessa (che ospita il corso di Geologia), e il Palazzo delle Scienze, dove si svolgono prevalentemente le lezioni dei corsi di laurea in Informatica e Matematica. ‹‹Ma tant’è - commenta Manuel Floris, rappresentate degli studenti -, a questo ci abbiamo fatto il callo. Il vero problema è la Cittadella di Monserrato: pensata solo come luogo per le lezioni, è totalmente priva di servizi per gli studenti».
Tra una lezione e l’altra passano due ore? Si può pensare d’impiegarle studiando in biblioteca. Ma non sempre c’è posto per tutti. ‹‹Abbiamo tre biblioteche che possono ospitare un totale di 330 studenti - dice Floris - ma non bastano, e soprattutto non sono aperte a tempo pieno››. Vabbè, il tempo si potrebbe passare in qualche altra aula, verrebbe da dire. Ma anche questo è impossibile: ‹‹Altre aule per gli studenti non esistono - dice Manuel Floris- Così la nostra giornata tipo ci vede buttati negli anditi per un bel po’ d’ore al giorno››. Ancora per poco, fa sapere il preside: entro i primi del 2006 dovrebbe essere inaugurato un nuovo spazio di cinque mila metri quadri solo per Scienze e Farmacia. Resta insoluto un altro problema: i laboratori di chimica non bastano, così gli studenti sono costretti a snervanti turni. ‹‹La soluzione sarebbe ovviamente quella di costruire nuovi laboratori - dice Crnyar- Ma si tratterebbe di spese per ora insostenibili: la nostra non è una facoltà come tante: i laboratori sono fondamentali, ma costano, e tanto››. E siccome diminuire il numero degli studenti non si può, non resta che aspettare tempi migliori. ‹‹Tempi in cui - dice Manuel Floris - Scienze acquisterà di nuovo il suo peso».
Sabrina Zedda
 
7 – LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 2 – Cagliari
I DATI
Oltre 2mila iscritti e una valanga di matricole
CAGLIARI. Il nome completo della facoltà è Scienze matematiche, fisiche e naturali: dieci corsi triennali (laurea di primo livello) cui se ne aggiungono undici di laurea specialistica (due anni).
I corsi di primo livello sono: Matematica, Biotecnologie industriali, Scienze naturali, Bioecologia applicata, Biologia sperimentale, Scienze della Terra, Chimica, Scienze dei materiali, Fisica e informatica.
Ci sono poi le lauree specialistiche: Scienze geologiche, Geologia tecnica ambientale, Scienze chimiche, Scienza dei materiali, Fisica, Tecnologie informatiche, Matematica, Biologia Marina, Neuropsicobiologia, Biologia sperimentale applicata, Rilevatore ambienti naturali.
Dati definitivi sulle iscrizioni non ce ne sono ancora, ma secondo le prime indiscrezioni il numero delle matricole è cresciuto. Per adesso se ne contano 68 in Matematica, 17 in Biotecnologie industriali, 71 in Scienze naturali, 80 in Bioecologia applicata, 180 in Biologia sperimentale, 53 in Scienze della Terra, 61 in Chimica, 40 in Scienze dei materiali, 47 in fisica e 149 in Informatica. Conti alla mano fanno 769 nuovi iscritti, e non sono ancora tutti.
Dietro tante iscrizioni, pare ci sia la voglia d’avvicinarsi a un settore che affascina e in continua evoluzione. Anche se qui ci ha messo lo zampino il destino: i corsi in Bioecologia applicata e in Bioecologia sperimentale, avrebbero dovuto essere a numero chiuso, ma i test d’ammissione sono andati così male, che alla fine preside e Rettore hanno deciso da far iscrivere tutti gli aspiranti.
Ancora: tra matricole e iscritti agli anni successivi al primo si contano in tutto 2. 385 studenti.
S’arriva a 2.553 se s’aggiungono anche i 168 iscritti ai corsi di laurea specialistica. (s.z.).
 
8 – LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 8 - Cagliari
CONFERENZA
Le molecole di Celli
CAGLIARI. Oggi alle 17.30 all’auditorium della Banca Cis conferenza di Giorgio Celli, docente di entomologia all’Università di Bologna, sul tema: «Molecole per la guerra e per la pace».
 
9 – LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 8 - Cagliari
Villa Boldetti, cuore della città del futuro 
Intesa tra Comune e Promea per la promozione delle imprese 
Il consorzio parteciperà ai progetti innovativi previsti da governo e Ue
IGLESIAS. Villa Boldetti sarà la sede del centro ricerche per lo sviluppo economico della città: l’amministrazione comunale ha chiuso il protocollo d’intesa con la Promea, società consortile per la promozione di processi economici innovati, con finalità rivolte all’imprenditoria sarda. Prospettive di nuovi mercati economici e occupazione stabile e qualificata sono l’obiettivo della Giunta Carta, da raggiungere in collaborazione con l’università e imprese pubbliche e private, per il rilancio dello sviluppo locale.
Terminata la ristrutturazione di Villa Boldetti in via Cattaneo, la società consortile Promea, composta da Consorzio 21, l’Università di Cagliari, la Bic Sardegna, l’Istituto nazionale di fisica della materia (INFM), il Consorzio interuniversitario nazionale per la chimica dei materiali (INSTM) e la SFIRS, sarà pronta ad insediarsi e la messa in opera di un incubatore d’impresa.
Provvisoriamente il Promea potrebbe occupare uno dei tanti edifici dei siti abbandonati dopo il declino dell’industria mineraria.
Attività secolare che l’amministrazione intende valorizzare con progetti elaborati proprio dal lavoro di ricerca del Promea.
I beni architettonici e dell’archeologia industriale ereditati dalla passata attività mineraria, possono essere riutilizzati, non solo per il turismo ma anche per fini sociali e produttivi, operando con interventi di ripristino ambientale e conservazione dei beni minerari dismessi. Da qui parte il progetto e inizia il lavoro della Promea. Il ruolo della società è quello di sostenere le imprese per l’avvio e la consolidazione delle attività con l’ausilio di tecnologie innovative.
Un obiettivo che l’amministrazione comunale intende raggiungere attraverso la programmazione territoriale, incentrata su un modello di sviluppo sostenibile compatibile con le peculiarità dell’iglesiente e la valorizzazione del capitale umano. La strada percorribile per arrivare alla meta è il recupero ambientale e alla messa in sicurezza della zona e la creazione di nuovi cicli produttivi, più efficienti e a basso impatto ambientale: ottimizzare le terre per l’incremento della produzione agricola e gli allevamenti, incentivare il turismo sostenibile, la forestazione produttiva, e le attività d’impresa.
«Riempire una scatola vuota di contenuti», come suggeriscono le forze politiche locali riferendosi a mezzi suggeriti in passato per favorire l’occupazione, anche attraverso l’utilizzo di strumenti per mettere in piedi una banca dati on-line, per fornire qualsiasi informazione utile per iniziative di sviluppo produttivo.
Il Promea è delegato anche alla formazione di ricercatori e tecnici destinati al campo dei materiali e dei relativi processi di produzione e lavorazione. Alluminio e lapidei sono, ad esempio, oggetto di studio per favorire lo sviluppo di attività industriali e migliorare i processi produttivi, mentre il sughero è indicato come valore aggiunto per un utilizzo produttivo alternativo a quello attuale.
Amministrazione e Promea si avvarranno del contributo reciproco, come stabilito nell’accordo, per lo svolgimento delle attività che saranno messe in campo per la strategia di rilancio produttivo, tradizionale e della new economy, del luogo. La delibera del protocollo d’intesa è stata approvata nei giorni scorsi dalla Giunta. L’iter burocratico per partecipare al bando del ministero delle attività produttive è già stato avviato e si attende l’assenso per attingere ai finanziamenti e dare vita, in breve tempo, alla progettazione.
Silvia Cossu
 
10 – LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 3 - Cagliari
VILLASIMIUS 
Comune-Università per il paesaggio 
VILLASIMIUS. La giunta comunale e il Dipartimento di architettura dell’Università di Cagliari hanno sottoscritto un protocollo e da oggi in poi cominceranno a collaborare. L’accordo prevede l’avvio del programma di ricerca orientato a sostenere la ricostruzione e valorizzazione del paesaggio e la qualità architettonica degli inserimenti nel territorio. Censimento e progetti necessari dopo gli anni del boom edilizio nel territorio comunale. (gbu)
 
11 – LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 23 - Sassari
Borse di studio del Lions club a due studenti meritevoli
CASTELSARDO. Gli studenti meritevoli di Castelsardo, Nulvi, Sedini, Santa Maria Coghinas, Sorso, Valledoria, Viddalba, Perfugas e Chiaramonti possono concorrere all’assegnazione di due borse di studio bandite dal Lions Club Castelsardo ed intitolate ad Antonio Pellegrino (socio fondatore del club scomparso nel 1987) e a Giovanni Patatu (studente universitario chiaramontese deceduto nel 1995). Il Lions club prosegue così nella sua opera di impulso e valorizzazione delle risorse umane del territorio premiando gli studenti che si sono distinti in uno dei momenti cruciali della loro carriera scolastica. Possono infatti partecipare al concorso gli studenti che, avendo conseguito il diploma di maturità nell’anno scolastico 2004/05 si siano iscritti al primo anno di un corso di laurea presso un’Università in Italia o all’estero. L’importo del premio sarà di 250 euro e verrà assegnato ai due studenti che risulteranno aver riportato la migliore votazione. Domanda entro il 30 novembre, indirizzata al presidente del Lions Club di Castelsardo, Rosa Maria Pellegrino. (d.s.)
 

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