Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
29 November 2005
Ufficio Stampa
Università degli Studi di Cagliari

1 – LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 15 - Fatto del giorno
Un equilibrio proficuo tra università e territorio
La polemica sulle sedi gemmate degli atenei
La presentazione del corso di laurea triennale a Ozieri ad opera della facoltà di Veterinaria ha riaperto il dibattito sulla università e sul suo rapporto col territorio. Nella migliore delle ipotesi al riconoscimento della positiva presenza degli studi universitari fuori Sassari e Cagliari fanno riscontro giudizi negativi sulla qualità della didattica e sul mancato arricchimento culturale per quegli studenti che non raggiungono le sedi universitarie principali. Quasi che la qualità degli studi e della ricerca nei due atenei sardi sia insufficiente solo nelle sedi gemmate o che andare da Sinnai a Cagliari o da Santa Teresa a Sassari rappresenti una mobilità tale da segnare il destino di un giovane universitario. Sarebbe forse il caso di esaminare con attenzione alcuni dati sulla popolazione universitaria regionale per aver chiaro che i problemi per l’Università sarda non derivano certo dalle sedi diffuse nel territorio.
I dati del Ministero dell’Università e della Ricerca per l’anno accademico 2000/2001, indicavano una popolazione universitaria della Sardegna pari a 60.621 iscritti. L’86,7%, pari a 52.576, erano iscritti, alle due Università di Cagliari e Sassari e il rimanente 13,3%, pari a 8.045 unità, era iscritto in Università del continente. Apparentemente un dato in media con quello nazionale dove l’85% di studenti universitari frequenta nella propria regione. Ma l’Ateneo di Cagliari attrae il 91% della domanda della sua provincia: 27.139 iscritti sui 29.801 complessivi. Per contro l’Ateneo di Sassari attrae solo il 75% della domanda della sua provincia (11.340 iscritti sui 15.187 complessivi).
Si evince, in prima lettura, che Cagliari è un ateneo piuttosto chiuso in se stesso,con un più 6% della popolazione universitaria residente nella provincia. Dato che difficilmente può essere ascritto alla condizione di insularità. Sassari, al contrario, attrae un meno 10% della popolazione universitaria residente della sua provincia, rispetto alla media nazionale. In entrambi i casi senza che alcuno studente della penisola varchi il Tirreno per iscriversi nelle due università sarde. Ci sono molte ragioni per credere che neppure questo gravissimo dato sia semplicemente da imputare alla condizione di insularità della Sardegna, quanto piuttosto la capacità di attrazione dell’offerta formativa, di ricerca e di qualità percepita su cui contano altri atenei medio-piccoli sul territorio nazionale, quali Perugia, Siena, Urbino etc.
Si consideri, inoltre che in quell’anno erano 8.045 gli universitari sardi iscritti in università del continente. Complessivamente circa la metà del numero di studenti iscritti nell’ateneo turritano. Quasi un mezzo ateneo sardo in giro per l’Italia. Ciò significa che la crescita dell’ateneo sassarese può avvenire principalmente su due direttrici: incidendo più efficacemente nella propria utenza provinciale, attraendo maggiormente dal centro Sardegna e da Nuoro in particolare. Provincia, questa, che invia nelle Università della penisola 2600 studenti per una percentuale di oltre il 25%. Solo in questo modo l’Università di Sassari può recuperare preziosi punti rispetto al modesto 75% di attrazione sulla popolazione universitaria provinciale. Ciò dovrebbe convincere anche i più scettici a riconsiderare quella importante esperienza di espansione e di rafforzamento nel territorio che, con grande coraggio e lungimiranza, intraprese l’ateneo sassarese dieci anni or sono. intuizione anticipatoria che successivamente molti altri atenei hanno fatto propria. Ci sono importanti atenei del continente i quali non hanno certo aspettato di essere tirati per la giacchetta per espandersi positivamente nel territorio. Basti pensare alla università di Bologna e ai suoi poli di Rimini sul turismo e di Ravenna sui Beni Culturali. Per non citare il caso Marche che con una popolazione di 1.300.000 abitanti è sede di quattro atenei regionali e un polo universitario, quello di Ascoli Piceno, che è frequentato da 2800 studenti con 12 corsi di laurea. Regione che vede gli atenei non inseguirsi in una indefinita duplicazione di corsi generalisti ma in una collaborazione positiva per garantire una offerta formativa e una ricerca capace di soddisfare una domanda più ampia di quella regionale e per favorire un equilibrato e diffuso sviluppo economico scientifico e culturale di quel territorio.
 
2 – LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 3 - Cagliari
C’è il trenino leggero per non finire nel caos
Monserrato. I progetti del Comune per la 554
MONSERRATO. Valorizzare l’ex polveriera e l’area dell’ex aeroporto, sviluppare la mobilità con i collegamenti alla strada statale 554 e realizzare la metropolitana leggera. Sono solo alcune delle tematiche generali che interessano non solo la città ma anche l’area vasta cagliaritana, inseriti nella lista degli obiettivi stilata nell’ambito del piano metodologico comunale.
L’importante progetto è stato illustrato nell’aula consiliare dal sindaco Antonio Vacca, dall’architetto Mauro Erriu e dall’ingegner Sara Podda. L’amministrazione ha ora un anno di tempo per poter trasformare il cosiddetto piano metodologico in piano strategico e, quindi, programmare lo scenario futuro della città.
Le linee guida sono principalmente due: lo sviluppo e le potenzialità che offre il territorio. Se tutto dovesse andare per il verso giusto, il piano strategico assume particolare rilevanza anche in vista dei nuovi indirizzi fissati dalla Comunità europea per gli anni 2007-2013.
La Regione ha già deciso la ripartizione dei fondi per tutti i comuni isolani: la quota che spetterà al Comune ammonta a poco più di duecentoventimila euro, di cui centosettantamila per il piano strategico e cinquantasettemila per gli obiettivi di interesse sovracomunale. Gli attori coinvolti nella stesura del progetto sono diversi, a cominciare dall’Università di Cagliari e dal Policlinico. Nella realizzazione del progetto saranno coinvolti anche gli istituti scolastici, le Ferrovie della Sardegna, la Provincia di Cagliari, la cantina sociale, la Asl, le piccole imprese agricole e le associazioni culturali e sportive. Ora, gli occhi sono puntati sul consiglio comunale, che dovrà discutere sulle direttrici preliminari individuate dal piano co e, quindi, approvare la stesura definitiva entro dicembre.
Pa.So.
 
3 – LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 8 - Cagliari
L’arte di Buscarini a Cagliari
Le opere del pittore di Carbonia alla Cittadella dei musei
CARBONIA. Walter Buscarini è il “portacolori” del Sulcis Iglesiente alla settima edizione dei “Confronti nazionali in arte”, organizzata dall’Università degli studi alla Cittadella dei musei di Cagliari, in piazza dell’Arsenale.
L’inaugurazione è prevista per il prossimo 3 dicembre, alle ore 17: nell’occasione le flautiste Sara Ambu e Elide Conciatori si esibiranno in duo, mentre l’8 sarà la giornata “aperta” a poeti, prosatori e musicisti.
Una rassegna di arti figurative ma anche di fotografia, che vede la presenza di artisti in prevalenza sardi, ma provenienti anche dalla penisola e dall’estero, nella quale il pittore di Carbonia espone opere che già hanno ricevuto consensi dalla critica in tutte le numerose occasioni in cui, nell’isola e oltre Tirreno, sono state esposte o premiate.
Isabella Convertino, architetto e critico d’arte, in occasione della mostra di Buscarini alla Galleria Modigliani di Milano ha parlato di “figurativo surreale”.
«L’artista - ha scritto il critico d’arte - vuole esprimere la vita dei sogni e delle associazioni psicologiche, attraverso la rappresentazione di immagini tratte dal mondo naturale, lavorando con intuito ed espressività per giungere ad una risoluzione finale piuttosto valida.
Arte è sinonimo di commozione, comprensibilità, fantasia, emotività, intuito, e saper fare arte significa saper operare secondo questi termini, seguendo i principi immateriali dell’essere, dell’animo e della propria sfera interiore.
Buscarini è in grado “di fare arte”, in quanto insegue semplicemente le sue emozioni esternando una grande sensibilità di uomo e di artista, dimostrandosi anche un bravo disegnatore che realizza prospettive, che scompone l’immagine in piani diversi con diverse profondità, che crea per trasformare e per dare alle sue opere, una impronta creativa “tutta al personale”».(g.d.p.)

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