Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
02 December 2005
Ufficio Stampa
Università degli Studi di Cagliari

1 – L’UNIONE SARDA
Pagina 19 - Cagliari e Provincia
Elezioni, vince il partito dell’astensionismo Ateneo.
Scarsissima la percentuale dei votanti per la rappresentanza degli studenti
Un dato è certo: ancora una volta alle elezioni dei rappresentanti degli studenti universitari ha vinto l’astensionismo. Nessun numero ufficiale fino a ieri, ma dalle stime raccolte dalle liste in campo i votanti non hanno superato la soglia dei 5.000. Sui 35 mila aventi diritto davvero pochini, a conferma che gli studenti non amano andare a votare. Proiezioni. Stamattina si riunirà la commissione elettorale, e finalmente dovrebbero arrivare i primi dati provvisori. Ma negli ambienti universitari circolano delle proiezioni attendibili. E i numeri decreterebbero la vittoria della lista Ichnusa, stimata tra i 1.800-1.900 voti. Staccata di circa 300 preferenze, Università per gli studenti. Le due liste della sinistra pagano la separazione: Sinistra universitaria avrebbe raccolto circa 750 voti, mentre Sinistra in movimento + sindacato studentesco si aggirerebbe sui 500. Sotto le 250 preferenze Terranova + Federazione universitaria, mentre Università ideale dovrebbe superare la soglia dei 100 voti. Anche le proiezioni per i seggi negli organismi centrali sono da prendere con le pinze. Si parla di due eletti in cda, senato accademico e senato allargato per Ichnusa, e altrettanti per Università per gli studenti. Il quinto sarebbe in bilico tra la stessa lista Ichnusa e Sinistra universitaria. Al Cus dovrebbe andare un rappresentante di Università per gli studenti e uno di Ichnusa. Reazioni. In pochi si sbilanciano nel commentare i dati. «Siamo soddisfatti ? spiega Giorgio Todde, di Ichnusa ? perché aver raggiunto quasi le duemila preferenze per noi è una vittoria». Qualcuno fa notare che rispetto ai 3.000 voti raccolti nella scorsa tornata da Uniti e liberi, che raccoglieva più o meno gli stessi gruppi di Ichnusa, la medaglia può avere un rovescio negativo: «È conseguenza del calo dei votanti», spiega Andrea Marrone, candidato al Cda. Tre anni fa Università per gli studenti e Sinistra universitaria si presentarono insieme raccogliendo circa 2.100 voti. Le liste, questa volta separate, hanno aumentato il numero delle preferenze. I leader, Giuseppe Frau e Gianluigi Piras, preferiscono parlare con i dati ufficiali. Furioso Matteo Murgia (Sinistra in movimento): «Chi ha vinto è il rettore, che con promesse ha convinto gli studenti a votare per la modifica dello statuto. Le nostre elezioni sono state un caos e una presa in giro. Chiediamo le dimissioni di Mistretta. E non è detto che presenteremo ricorso al Tar». Il riferimento è ai molti studenti che non hanno potuto votare perché non presenti nelle liste.
Matteo Vercelli

2 – L’UNIONE SARDA
Pagina 21 - Cronaca di Cagliari
Nuova scuola di psicoterapia
Sarà inaugurata domani. Riservata a laureati in Medicina e Psicologia
Una scuola di specializzazione di psicoterapia gestaltica è stata inaugurata in questi giorni in città. Quattro anni di studio, a numero chiuso, a cui potranno accedere solo venti iscritti che dovranno comunque essere già laureati in medicina e psicologia. Ventotto gli insegnanti, tre i tutor. E poi docenti universitari ed esperti della materia che terranno, complessivamente, duemila ore di corso; alla fine del quale ogni partecipante sarà abilitato alla professione di psicoterapeuta gestaltico. La psicoterapia gestaltica nasce a New York nel secolo scorso, nel 1951 ad opera di Frederick Perls. L’istituto Gestalt di Cagliari, diretto dallo psicologo e psicoterapeuta Sergio Mazzei, è riconosciuto dal ministero dell’Istruzione. «Le lezioni inizieranno non appena si raggiungerà il numero degli iscritti», dice Mazzei, «naturalmente prima bisognerà superare una selezione e avere determinati requisiti. Richiediamo l’iscrizione all’albo dei professionisti e dovrà essere superato l’esame di Stato». Ancora il direttore: «Chi fra gli allievi non avesse superato l’esame di Stato deve mantenere l’impegno di sostenerlo entro la fine del primo anno di corso». La formazione prevede programmi annuali da svolgersi in cinquecento ore: conoscenze della materia psicologica, tecniche della psicoterapia della Gestalt nel lavoro del singolo e del gruppo. Sono previsti inoltre incontri mensili con assistenza dei tutor e un tirocinio di cento ore che si svolgerà nelle strutture pubbliche o private convenzionate con la scuola. Domani Mazzei, nella sede di via Dei Giudicati alle 12, terrà la presentazione della nuova scuola di specializzazione. Per informazioni rivolgersi all’istituto Gestalt in via Dei Giudicati, o telefonare allo 070/400997, mail igbwinterfee.it
Maura Pibiri
 
3 – L’UNIONE SARDA
Pagina 23 - Cronaca di Cagliari
Appuntamento - Le medaglie d’argento nella festa di Economia
Con il dibattito sulla riforma degli ordini professionali si sono aperti ieri i festeggiamenti per i cinquant’anni della facoltà di Economia. La festa proseguirà oggi nell’aula magna del rettorato. Alle 9 ci saranno gli interventi del rettore, Pasquale Mistretta, del preside, Roberto Malavasi, e del presidente della Conferenza nazionale dei presidi, Alberto Guenzi. La mattinata proseguirà con la consegna delle medaglie d’argento alle personalità della facoltà, Paolo Savona, Luigi Paganetto, Lorenzo Castelli e lo stesso Guenzi. Saranno poi dati altri riconoscimenti a ex presidi e docenti illustri, come Paolo Stella Richter, Salvatorangelo Loddo, Francesco Foddis, Maurizio Murgia, Maurizio Fanni e Francesco Poddighe.
(m. v.)
 
4 – L’UNIONE SARDA
Pagina 20 - Cronaca di Cagliari
I Riformatori disegnano il futuro della città
«Dobbiamo cercare di valorizzare gli spazi inutilizzati»
Cagliari, capoluogo della Sardegna: regge davvero questo ruolo? E soprattutto è davvero la capitale economica, capace di orientare lo sviluppo dell’Isola? Domande che si ripetono da anni, ma che, di fatto, non hanno mai trovato risposte esaurienti. Ci provano ora i Riformatori con una serie di iniziative: una proposta di legge regionale per far giungere sulla città cospicui investimenti, la riflessione dei migliori urbanisti sul futuro del capoluogo, l’uso di spazi inutilizzati. Per ora i Riformatori affidano a un convegno gli scenari della nuova città. Domani alle 10,30 all’hotel Mediterraneo il capogruppo dei riformatori in Consiglio regionale Pierpaolo Vargiu presenterà la proposta di cui è primo firmatario: «Una legge per Cagliari», seguiranno gli interventi del sindaco Emilio Floris, del presidente della Provincia Graziano Milia, del rettore Pasquale Mistretta; coordinerà i lavori Massimo Fantola. L’obiettivo è quello di offrire una prima riflessione: Cagliari, capitale della Sardegna, è in grado di svolgere questo ruolo e soprattutto si comporta da volano dello sviluppo economico? «Pensiamo che forse in futuro potrà essere così - dice Pierpaolo Vargiu - ma occorre ancora lavorare parecchio». Un punto sul quale verterà il confronto sarà quello della realizzazione delle infrastrutture per il decollo economico della città. Per questo i Riformatori hanno pensato ad alcune opere che potrebbero dare un nuovo volto al capoluogo regionale: l’interconnessione tra le aree portuali e aeroportuali, il completamento dell’asse mediano tra viale La Plaja e viale Colombo. «Dobbiamo anche pensare ad attivare - aggiunge Vargiu - spazi non utilizzati: la manifattura tabacchi, il carcere di Buoncammino quando l’istituto verrà trasferito a Uta, l’altra grande cubatura rappresentata dalle aree militari tra Sant’Elia e Calamosca. Spazi fondamentali per il cambiamento della città». I Riformatori non pensano a domani, ma anche a chi vivrà a Cagliari fra trent’anni: per questo organizzeranno un convegno ogni due anni con i migliori urbanisti per discutere sul futuro della città. In quest’ottica si pone anche la proposta di legge, che vuole offrire gli strumenti adatti al decollo del capoluogo regionale. Tra questi anche una dotazione finanziaria di 100 milioni l’anno per cinque anni (in pratica mille miliardi delle vecchie lire); risorse che dovrebbero essere gestite sulla scia di «Roma capitale» con un pool, la «commissione per Cagliari» guidata dal presidente della Regione e composta dal sindaco di Cagliari, dal presidente della Provincia e da un sindaco eletto dalla conferenza delle città dell’area metropolitana.
Alessandro Atzeri (Unioneonline)
 
 
 


5 – LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 2 - Cagliari
Studenti astensionisti
Ha votato solo il dieci per cento: colpa del Rettorato?
Università. Ancora misteriosi i risultati delle elezioni nonostante il flop
CAGLIARI. L’unica certezza è che per adesso si vive nell’incertezza. A poco più di trentasei ore dalla chiusura delle urne per le elezioni universitarie, lo spoglio delle schede non è ancora finito e i risultati non si conosceranno prima di questa mattina.
Eppure ci sonoi i primi bilanci e persino qualche candidato che commenta, con una constatazione amara: «Rispetto alle elezioni dell’anno scoros questa volta l’affluenza alle urne è stata molto inferiore - dice Matteo Murgia, candidato per Sinistra in movimento-Udu - Significa che hanno votato il dieci per cento degli aventi diritto». Conti alla mano, dice Murgia, su trentacinque mila studenti hanno votato in cinquemila «Cinque mila studenti per un migliaio di candidati: roba da ridere». O chissà, forse da piangere. Dipende da come si affronta a questione. Che per adesso appare ancora piuttosto controversa. Soprattutto perché, secondo gli studenti, a pesare su queste elezioni-flop è stata la disorganizzazione dell’Università, che s’è presentata all’appuntamento elettorale con le liste degli elettori non aggiornate. Risultato: molti studenti non hanno potuto votare, il loro nome non era negli elenchi, e piuttosto che andare in Rettorato e protestare hanno preferito lasciar perdere. Ma negli uffici di via Università sono di diversa opinione: «Se gli studenti non avessero aspettato l’ultimo momento a pagare le tasse, il caos si sarebbe evitato». E continua l’attesa per i risultati.
(s.z.)
 
6 – LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 19 - Sardegna
I piani e i fondi per la ricerca
Firmata la convenzione triennale tra la Regione e le due università sarde
Saranno immessi nel sistema 400 milioni di euro
È l’innovazione la priorità per lo sviluppo
CAGLIARI. È di 396.618.000 la previsione di spesa delle risorse regionali destinate alle Università sarde nei prossimi tre anni. Un investimento che permetterà di attuare gli interventi nei settori della didattica, del diritto allo studio, della ricerca scientifica, previsti dalla convenzione che regola i rapporti fra la Regione e le Università per il triennio 2006-2008, stipulata in base a una legge regionale (la 26).
La convenzione è stata sottoscritta dall’assessore all’Istruzione, Elisabetta Pilia, della Programmazione, Francesco Pigliaru, e dai rettori delle Università di Cagliari e Sassari, Pasquale Mistretta e Alessandro Maida.
La Regione ha elaborato il piano coordinato «Una nuova strategia di collaborazione fra Regione e Università per una Sardegna più competitiva». «Nel 2005 sono stati stanziati per le Università 235.835.000 euro», ha spiegato l’assessore Pilia, «con lo stanziamento di quasi 400 milioni di euro per il prossimo triennio vogliamo realizzare una programmazione condivisa, che sarà incentrata sull’integrazione e sulla concentrazione delle risorse e che avrà la garanzia della sistematica valutazione dei risultati».
Innovazione e ricerca scientifica e tecnologica sono gli obiettivi prioritari individuati dalla Regione come volano per lo sviluppo economico dell’isola. Il Piano coordinato della Regione prevede il potenziamento e la qualificazione delle strutture universitarie per la didattica e la residenzialità con la realizzazione di un polo dell’eccellenza della facoltà di Agraria dell’università di Sassari, il potenziamento del polo tecnologico dell’Università di Cagliari e strutture residenziali per gli studenti del capoluogo sardo.
Verrà sostenuto, inoltre, l’accesso alla istruzione universitaria per il maggior numero di giovani sardi, contrastata con azioni mirate la dispersione universitaria e sarà favorita la formazione di “capitale umano” di eccellenza attraverso percorsi di alta formazione in contesti nazionali e internazionali di qualità.
Gli strumenti utilizzati saranno i prestiti d’onore per gli universitaria sardi, i voucher individuali per la partecipazione ad attività formative durante il secondo e il terzo anno dei corsi di laurea specialistica, il progetto integrato regionale “Servizi di orientamento e formazione universitaria on line”, finalizzato all’innalzamento del livello qualitativo dei servizi per la didattica e l’organizzazione, offerti dalle Università sul territorio regionale.
Per il triennio 2006-2008 è prevista l’erogazione di 1.200
voucher per programmi di alta formazione, tirocini e stage per un costo complessivo di 30 milioni di euro. Per la ricerca scientifica e tecnologica la previsione di spesa triennale è di 173.731.000 euro.
Verrà favorito il rientro nelle Università e nei centri di ricerca della Sardegna del capitale umano di eccellenza con l’erogazione di borse di studio per un costo complessivo di 18 milioni di euro e, sul modello dell’Irlanda, ci saranno investimenti per 12 milioni di euro per far arrivare nell’isola “visiting professor e visiting scientist” da inserire in specifici programmi e progetti di ricerca, dando la precedenza ai talenti sardi che lavorano all’estero.
R. R.
 
7 – LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 2 - Cagliari
Laurea honoris causa in Medicina
CAGLIARI. È un patologo, specialista dei problemi gastrointerici che tanto affliggono le persone di tutto il mondo: Robert Riddell è stato ieri mattina insignito della laurea honoris causa per la Medicina dall’università di Cagliari. L’alto riconoscimento scientifico gli è stato assegnato dal rettore Pasqaule Mistretta e dal preside della facoltà Gavino Faa. Con 150 pubblicazioni e una sessantina di capitoli di altrettanti libri, Riddell si è guadagnato un posto nella ricerca con studi sulle malattie croniche intestinali e i rapporti tra colite ulcerosa e cancro, solo per citare alcuni aspetti. A questo studioso si devono anche intuizioni scientifiche che hanno fatto fare importanti passi avanti nella terapia di patologie molto diffuse come le displasie del tratto intestinale. L’importante valore scientifico e umano e la collaborazione offerta alla facoltà di Medicina di Cagliari sono i motivi della laurea conferita a Riddell.
 
8 – LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 26 - Sassari
Telethon alla ricerca di generosità
Non solo maratone televisive, ma un lavoro capillare sul territorio
SOLIDARIETÀ In provincia c’è un coordinatore
SASSARI. Dire “Telethon” richiama l’evento mediatico, la maratona televisiva per la raccolta di fondi in favore della ricerca sulla distrofia muscolare e altre malattie genetiche, in programma dal 16 al 18 dicembre e che riparte da una generosità sempre crescente, con 30 milioni di euro affidati in campo nazionale nel 2004 (600mila euro in Sardegna). Ma Telethon intende radicarsi in campo territoriale, per essere un riferimento 365 giorni all’anno. Ecco un progetto che dovrebbe portare, entro il 2008, ad avere in ogni provincia italiana un coordinatore-ambasciatore, per stringere un rapporto più stretto con istituzioni locali e con i cittadini.
Anche Sassari ha un coordinatore provinciale: il 54enne Luigi Satta Ardisson, con esperienze professionali nel campo della comunicazione e della pubblicità, da responsabile di associazioni, di enti di formazione e in campo culturale. La presentazione del nuovo ambasciatore Telethon di Sassari si è tenuta in un incontro nella sala-conferenze del Comando della polizia municipale. Il sindaco ha messo l’accento su un accordo di programma che Telethon ha stipulato con l’Associazione nazionale comuni italiani e sull’importanza di avere un riferimento stabile. Pinuccio Vacca, assessore provinciale agli Affari generali, ha affermato che il ruolo di Telethon è un aiuto in più per compensare le carenze di alcuni enti e che si aggancia a un piano sanitario in cui le malattie genetiche assumono un’attenzione prioritaria.
E’ spettato a Cristina Brandi De Capitani, dell’Area territoriale del comitato Telethon, soffermarsi sugli obiettivi già raggiunti e le prospettive nazionali e regionali. Negli anni, Telethon ha raccolto 281 milioni di euro, sulla spinta dei cittadini e di partner come Bnl, Auchan, Avis, Agenzia delle entrate e Ina Assitalia. «Teniamo a lavorare su criteri di notorietà, trasparenza e efficienza - ha detto Cristina Brandi -. Si sono registrate 130 scoperte di valore mondiale, 1383 progetti e il coinvolgimento e finanziamento di 1430 ricercatori e la creazione di laboratori e centri di ricerca. In Sardegna, Telethon ha già finanziato 41 progetti. Sono in corso di finanziamento 5 progetti per l’università di Sassari, all’unità di Biologia cellulare e all’istituto di Biostrutture e Biosistemi di Osilo e all’istituto di ricerca sulle talassemie e anemie mediterranee del Cnr».
Paolo Moi, medico pediatra e ricercatore Telethon dell’università di Cagliari, presso l’ospedale regionale per le microcitemie, ha portato una significativa testimonianza della sua attività per l’individuazione di una possibile terapia definitiva sulla talassemia. Il nuovo coordinatore provinciale, Luigi Satta Ardisson, ha fatto accenno ai suoi compiti. «Ho deciso di lavorare per Telethon perché è giusto dedicarsi a un’organizzazione seria e attenta alla ricerca finalizzata a dare risposte a malattie spesso dimenticate - ha detto il referente Telethon -. Si parla di circa seimila malattie genetiche. A Sassari si deve acquisire una cultura della ricerca, si deve capire che questi denari sono spesi bene, per un futuro migliore. L’11 dicembre, al teatro Verdi, ci sarà una serata a offerta». Nell’incontro è stato conferito da Telethon un diploma di benemerenza alla famiglia Pistidda, particolarmente impegnata a sostegno delle iniziative Telethon.
Marco Deligia
 
9 – LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 51 - Cultura e Spettacoli
La mafia spiegata ai bambini
Intervento all’università di Cagliari per la presentazione del libro «Per questo mi chiamo Giovanni»
Parla Maria Falcone, sorella del magistrato ucciso dalle cosche
«Cosa nostra deve essere combattuta anche nelle scuole»
Quando in un pomeriggio di primavera arrivò la telefonata, Maria era in casa: «A chiamare fu una carissima amica, ma stranamente non chiese di me. Allora capii subito che era successo qualcosa a mio fratello Giovanni». Giovanni Falcone, neo direttore a Roma dell’Ufficio affari penali, aveva pensato di tornare qualche giorno in Sicilia per vedere la mattanza dei tonni. «E invece la mafia lo fece saltare in aria a Capaci, sull’autostrada che collega l’aeroporto di Punta Raisi con Palermo», continua a spiegare adesso la sorella. Cinquecento chili di esplosivo fatti arrivare apposta per lui. Una potenza inaudita che travolse anche la moglie Francesca Morvillo e tre uomini della scorta.
Sono passati tredici anni da quel maledetto 23 maggio, e adesso è lei, Maria Falcone, a essere protetta. Va in giro per l’Italia e incontra giovani di tutte le età, convinta com’è che Cosa nostra debba essere combattuta anche nelle scuole con attività di studio e di ricerca. «Diffondere tra più piccoli la cultura antimafia è fondamentale, bisogna costruire una società che faccia propri i valori dello Stato e della legalità», spiega lei stessa nella facoltà di Lettere a Cagliari. E’ ospite della libreria «Tuttestorie», per presentare - col magistrato Gilberto Ganassi, l’assessore provinciale alla Cultura Luciano Marrocu, ed Esther Grandesso, del Centro servizi bibliotecari - il libro «Per questo mi chiamo Giovanni», di Luigi Garlando. Un testo prezioso che ricostruisce con un linguaggio adatto ai ragazzi la vita del magistrato.
- Professoressa Falcone, s’impara mai a convivere con la paura?
«Diciamo che non ci si pensa. L’essere umano è fatto così: si abitua a tutto. Giovanni era ovviamente conscio dei rischi che correva, ma con lui cercavamo di non parlarne».
- Che vita faceva?
«Triste, in tutti i sensi. Di mio fratello si disse ogni bene possibile dopo che venne assassinato, ma quando era vivo fu contrastato in ogni modo: dagli invidiosi, dalle correnti politiche, dalle persone che gli erano state vicino e poi gli si rivoltarono contro per interessi personali. E persino da alcuni colleghi magistrati. Insomma, quella di mio fratello è stata una vita amara, addolcita solo dalla convinzione che sarebbe riuscito a sconfiggere Cosa nostra. Ripeteva spesso: “Noi siciliani siamo i peggiori nemici della Sicilia”. Nel senso che non sappiamo farla migliorare. Purtroppo gli atteggiamenti sono tali da dare una sola immagine della nostra terra, che invece meriterebbe di essere valorizzata soprattutto per le bellezze naturali e paesaggistiche».
- A parte il maxiprocesso, qual è stata la più grande vittoria di suo fratello?
«Quando riuscì a far condannare all’ergastolo Rosalio Spatola e i suoi accoliti attraverso le indagini bancarie. Giovanni aveva capito che per incastrare le associazioni mafiose era necessario partire dal percorso del denaro che accompagnava i traffici».
- E la più grande sconfitta, invece?
«Sconfitte ne ha subito tante. Ma nessuna è mai riuscita a scoraggiarlo. Quando non è stato più nelle condizioni di lavorare a Palermo, è andato a Roma per creare contro le cosche la Divisione investigativa».
- La mafia è anche nella scuola?
«Purtroppo sì. E non mi riferisco soltanto al cosiddetto bullismo. In certi quartieri del Meridione, insieme ai ragazzini provenienti da famiglie che cercano di recuperare il senso della legalità, convivono i figli dei mafiosi o comunque giovani che hanno il mito degli “uomini d’onore”. Una volta abbiamo chiesto a dei bambini del rione Brancaccio che cosa fosse per loro un boss. Sa come hanno risposto?».
- Già, come hanno risposto?
«Il boss è bello perché lavora e fa lavorare».
- In Sicilia avete un presidente della Regione rinviato a giudizio per favoreggiamento nei confronti della mafia. Pur rispettando la «presunzione di non colpevolezza», che ne pensa?
«Sono una garantista, per carità, ma al posto di Salvatore Cuffaro avrei dato le dimissioni. Comunque ha detto che in caso di condanna in primo grado si metterà da parte».
- Qual è il suo giudizio sulla candidatura di Rita Borsellino alle primarie siciliane del Centrosinistra?
«Credo sia una candidatura dirompente perché contrappone la legalità all’illegalità. E’ chiaro che le darò tutto l’appoggio possibile, tuttavia mi dispiace che la politica sia sempre costretta a far riferimento ai simboli».
- Che cosa può fare la cultura contro «Cosa nostra»?
«In estrema sintesi può creare il rigetto dei disvalori. I ragazzi, poi, certi messaggi sono pronti a raccoglierli. Lo striscione “e adesso uccideteci tutti”, portato in corteo dagli studenti di Locri, per qualcuno sarà pure un po’ retorico, ma per me è bellissimo».
- Quanto manca alla Sicilia una figura come Leonardo Sciascia?
«E’ stato indubbiamente il primo intellettuale capace di segnare una svolta a livello culturale. Prima di lui Cosa nostra era stata quasi blandita. Tuttavia nelle sue opere c’è quel senso dell’ineluttabilità che invece Giovanni Falcone non avrebbe mai accettato».
- In questi giorni a Cagliari c’è il regista Giuseppe Ferrara: nel ’93, un anno dopo la strage di Capaci, aveva fatto un film su suo fratello, ricorda?
«Davvero Ferrara è a Cagliari? Non lo sapevo».
- Ma il film le era piaciuto?
«Dal punto di vista delle informazioni si può senza dubbio considerare un film storico. Ma francamente avrei preferito che una pellicola sulla vita di Giovanni fosse fatta più tardi. Così, giusto per dare il tempo alla situazione di maturare. A marzo comunque andrà in onda su Raiuno una nuova fiction. Sarà Massimo Dapporto a interpretare mio fratello».
- Un’ultima curiosità: a suo avviso il ponte sullo Stretto s’ha da fare?
«Mi hanno chiamato sino all’altro giorno per firmare contro il progetto. Ma io penso che se i vantaggi sono superiori agli svantaggi, le cose devono essere fatte. Non si può essere esclusi dal progresso. E questo vale anche per la Tav, in Val di Susa».
Andrea Massidda

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