Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
09 December 2005
Ufficio Stampa
Università degli Studi di Cagliari

1 – L’Unione Sarda
Pagina 22 – Cagliari
via tel aviv
Una fiaccolata tra amici dedicata allo studente belga caduto dal balcone
Un mese fa Thomas Laurent, giovane studente Erasmus del Belgio, moriva tragicamente. In occasione del trigesimo i suoi amici si ritroveranno oggi, alle 20, per una fiaccolata che si concluderà con un momento di preghiera e riflessione proprio nel luogo della tragedia, in via Tel Aviv 81. Il giovane belga precipitò dalla terrazza del palazzo dopo il cedimento di un muro, durante una festa tra studenti stranieri, in città per frequentare l’anno accademico nell’ateneo cagliaritano. L’iniziativa è stata organizzata dall’associazione dei ragazzi Erasmus Grisou: un ricordo per testimoniare a Thomas e ai suoi familiari «attenzione e solidarietà, in una circostanza così dolorosa», come sottolinea il presidente Gianni Chiappe. La fiaccolata, e il momento di preghiera e riflessione, sono un modo per venire incontro anche alla richiesta di Alain Laurent, padre del diciannovenne belga, che nei dolorosi giorni in cui è stato in città aveva più volte espresso il desiderio che il figlio venisse ricordato anche a Cagliari, che gli era già molto cara e che aveva scelto per il suo anno Erasmus, dopo aver lavorato nei mesi estivi proprio per risparmiare i soldi necessari per integrare la borsa di studio. (m. v.)
 
2 - L’Unione Sarda
Pagina 7 – Sardi
Dai Beatles alle ombre del Vietnam
Amori e dolori per la conquista di indipendenza e libertà
di Anna Piccioni
Figlia di un aviatore di Burgos, fan dei Beatles, fin da piccola è insofferente alle restrizioni come da grande ai conformismi. Il suo sogno è fuggire da Cagliari e andare all’avventura: pur di realizzarlo sposa un mormone, poi un reduce del Vietnam. Vive in una baracca di minatori in Arizona con la stessa leggerezza con cui vive in un lussuoso appartamento di Los Angeles, e il suo spirito ribelle vacilla solo quando trova chiusa la casa di famiglia a Sant’Avendrace: per la prima volta in 35 anni di girovagare per il mondo si sente ferita e sradicata dalla sua terra. Oggi, il più grande sogno di Rachele Marongiu è «tornare». da bambina«La Sardegna mi andava stretta. Era colpa di mio padre, un aviatore abbattuto dagli Inglesi in Nord Africa e tenuto per sei anni prigioniero in Kenya e Uganda. Partito giovanissimo da Burgos, un paesino nel Goceano, si era arruolato nell’Aeronautica per sfuggire a un padre crudele e cercare un futuro migliore in terre lontane. Lui era il mio eroe, e mi terrorizzava pensare che invece sarei diventata come mia madre, tutta presa con la casa e con sei bambini. No, io sognavo di emulare mio padre volando via in cerca di avventure. Ero una bambina vispa e irriverente. In prima elementare dalle Ancelle della Sacra famiglia scandalizzavo le suore dicendo che volevo fare la cantante e girare il mondo. I miei compagni maschi non accettavano il mio spirito libero e indipendente e un giorno mi hanno affrontato in branco e mi hanno riempito di botte. Mi rinfacciavano di aver fatto amicizia con un bambino milanese col quale intendevo fuggire dalla Sardegna su un’automobile a pedali». adolescenteLe cose non vanno meglio quando frequenta le medie alla Manno, dove rischia di essere espulsa per aver scritto un bigliettino al ragazzo del turno pomeridiano. E’ una bravissima studentessa: «Al liceo Siotto ero un asso in Latino, Greco, Italiano e Francese, ma in Matematica ero la disperazione del professor Pisano che aveva giurato di farmi ripetere l’anno anche se avessi avuto dieci in tutte le altre materie». A quei tempi si fa chiamare Rickie. «Con mia sorella Italia eravamo le segretarie nazionali dell’Official Beatles fan club». Ha ricordi meravigliosi di quei giorni a Cagliari, anche se tutti prendono in giro le due sorelle perché portano la minigonna e i capelli a caschetto. «Il preside del Siotto era nostro omonimo, ma si vergognava di chiamarsi come noi, e minacciava costantemente di espellerci da scuola. Il mio sogno era andare a Londra per conoscere i Beatles, ma mio padre diceva che non parlavo l’Inglese, e a Londra non avrei fatto nulla». A 14 anni si mette a studiare da sola l’Inglese e il Tedesco, ma in Inghilterra suo padre non la lascia mai andare. «Io e Italia andavamo alla redazione dell’Unione Sarda e supplicavamo Gianni Filippini di darci le foto stampa dei Beatles, e lui ce le regalava». la partenzaSogna ancora di partire, e finalmente si presenta un’occasione d’oro. «Uno zio di mio padre che viveva in Lombardia mi invita a passare l’estate con la sua famiglia: con mia grande meraviglia mio padre accetta». Appena giunta dagli zii si reca a Lugano e trova lavoro nel reparto libri di un grande magazzino. «Ero estasiata dalla mia nuova indipendenza, ma mio zio si rivela più severo di mio padre: scrive a casa di richiamarmi in Sardegna "per il mio bene"». Il ritorno a Cagliari la fa piombare in una tristezza profonda, «ma mio padre capisce finalmente che ero come lui e dice che non mi avrebbe più ostacolata. Ho scritto ai miei datori di lavoro a Lugano, mi anticipano tre mesi di stipendio e torno in Svizzera». Un anno di sogno, ma la nostalgia della Sardegna la frega l’estate successiva: tornata in una Svizzera grigia e piovosa dopo 2 settimane di mare sardo non resiste alla tentazione di ripartire. «Naturalmente mi hanno licenziata. Sono andata alla concorrenza, la libreria Melisa, e sono riuscita a farmi assumere come responsabile del reparto esteri». L’amore americanoIncontra un ragazzo americano missionario mormone in Italia. «A vent’anni eravamo convinti di essere innamorati, e lui ha chiesto la mia mano ai miei genitori. Io esitavo ad abbandonare tutto quello per cui avevo tanto lavorato, così ho fatto richiesta di un visto turistico al consolato Usa di Zurigo, mentre il mio ragazzo al consolato di Milano ha fatto richiesta di un visto matrimoniale per me. Al consolato hanno pensato che, richiedendo due visti diversi, avessi intenzione di imbrogliarli e mi hanno costretto ad accettare il visto di matrimonio che mi dava tre mesi di tempo per sposarmi o essere deportata dagli Usa. Sono arrivata a Salt Lake City nel ’71, solo per scoprire che il mio futuro marito si era rimesso con una ex fidanzata e usciva la mattina con me e la sera con lei. Gli amici del mio ex, costernati dal pasticcio in cui ero stata trascinata, si sono adoperati per darmi una mano. Mi hanno convinta ad iscrivermi a un corso estivo all’Università della California a Los Angeles, tanto per fare qualcosa di interessante prima di essere deportata». Il corso "Introduzione al Latino Medievale" era per ?graduates’, cioè studenti già laureati. «Il primo giorno di lezione, quando il professor Bengt Lofstedt si è reso conto che non possedevo alcuna laurea, né avevo mai frequentato l’università, mi ha cacciato letteralmente dalla classe. Sentendo però il mio accento straniero, ha provato compassione e ha deciso di farmi stare fino alla fine della lezione». La carriera universitariaGiacché è in classe le chiede di tradurre alcuni brani dal Latino e rimane esterrefatto dalla sua abilità. «Il professore mi ha chiesto da dove venissi e, sentendo che venivo dalla Sardegna, è quasi saltato sulla sedia. Il Sardo, ha detto, è la lingua romanza più vicina al Latino; che io fossi sarda era una combinazione incredibile, e lui mi voleva assolutamente nel programma di Latino Medievale a UCLA». Le offre una borsa di studio, «una fellowship», (sostegno fraterno) e un lavoro come ricercatrice. «Ma dovevo aspettare 12 mesi per essere ammessa al successivo anno accademico». I suoi amici le vengono ancora in aiuto, e la sistemano con una signora che aveva bisogno di qualcuno che pulisse la casa e curasse i bambini. «E’ così che sono riuscita a restare negli Usa e ad ottenere la laurea e Ph.D. in Classics - Latino medievale da UCLA con una tesi sul Codex Diplomaticus Sardiniae». La famigliaIntanto sposa, quasi per scommessa, Dale Duke, uno degli amici che l’avevano aiutata appena arrivata negli Usa. «Con 30 dollari ci eravamo sposati a Reno, ma per divorziare ne occorrevano 300, e così siamo rimasti sposati per 20 anni, tutta la sua vita». Nel 1974 nasce Kristen Sabrina. Entrambi studenti, non è facile vivere col misero salario degli assistenti universitari. «Ma ci volevamo bene, tutto era possibile per noi». L’unica ombra era il fatto che Dale, reduce del Vietnam dove era stato decorato con la Stella di Bronzo per aver salvato il suo plotone dai Vietcong, perseguitato dai fantasmi della guerra cadeva spesso in depressione. «Io e Kristen cercavamo in ogni modo di sostenerlo così che è riuscito a completare gli studi a Berkeley e a diventare ingegnere aerospaziale col Dipartimento della Difesa e la Nasa». Ogni anno in uno Stato diverso: California, Hawaii, Arizona, New Mexico. «Io cercavo di finire gli studi e mi arrabattavo coi lavori più strani: vendere spioncini porta a porta, fabbricare candele, restaurare case, fare la libraia e la bibliotecaria, scrivere programmi di computer in Francese, emendare manoscritti, fare la cassiera in un casinò nel Nevada. Ho vissuto in una baracca di minatori in Arizona e in un appartamento da 15 milioni di dollari sul Wilshire Boulevard a Los Angeles. Per due anni abbiamo vissuto in un condominio sulla spiaggia a Punaluu, nelle Hawaii. La povera Kristen non faceva in tempo a fare delle amicizie che dovevamo traslocare. Finalmente ci siamo trasferiti ad Albuquerque, dove abbiamo comprato una casa e ho trovato lavoro come lettore d’Italiano, Latino e Greco all’Università del New Mexico». il luttoSembra che tutto cominci a funzionare, quando al marito viene diagnosticata una forma incurabile di cancro che gli lascia solo 2 anni di vita. «I medici hanno detto che era stato causato dal diserbante Agent Orange a cui Dale era stato esposto quando era soldato nel Vietnam. Così io e Kristen siamo rimaste sole». Dale aveva sempre insistito che sua figlia conoscesse anche il paese della mamma, così, ogni due anni, le aveva mandate a Cagliari a passare l’estate in famiglia. «Kristen è cresciuta con un amore profondo per la Sardegna e anche ora che ha 31 anni sogna di potersi trasferire a Cagliari col marito. Anche io non ho mai dimenticato la mia terra e sogno di poterci tornare un giorno con il mio compagno». ritorno possibile«Mi rendo conto che essere nata e cresciuta in Sardegna è stata la mia fortuna. Nella mia vita ho preso tanto e dato tanto in cambio. Ho avuto esperienze strazianti come l’omicidio di mio suocero da parte di assassini evasi dal carcere, seguito a breve distanza dalla morte di mio marito. Ho provato gioie indescrivibili come la nascita di Kristen e la visita a mia nonna a Burgos con tutta la famiglia. Uno degli eventi più dolorosi è stato il trasferimento di mia madre in Toscana: all’improvviso l’appartamento di Sant’Avendrace non c’era più, e mi sono sentita sradicata per la prima volta nella mia vita. Ma la vita continua, e chissà che un giorno non possa anche realizzare il mio sogno più grande: quello di ritornare nella mia Sardegna e ripagare in qualche modo una terra che mi ha dato tanto». Magari scoprendo - "per caso" - che c’è un medioevo sardo tutto da riscrivere.
 
3 - L’Unione Sarda
Pagina 16  – Lavoro e opportunità
Venti borse di studio proposte dall’Università Roma Tre
Assegni per due anni di ricerche
L’Università di Roma Tre ha deciso di attribuire (con un concorso) 20 assegni di ricerca della durata di due anni; in questo modo è possibile consentire la collaborazione ad attività di ricerca da svolgersi nell’ambito delle strutture dipartimentali dell’Ateneo. Gli assegni sono destinati a coloro che siano in possesso del titolo di dottore di ricerca o da almeno due anni della laurea (specialistica o conseguita secondo il precedente ordinamento universitario) e di un curriculum scientifico-professionale idoneo per lo svolgimento di attività di ricerca. Le domande di ammissione al concorso, in carta semplice e corredate della documentazione necessaria, devono pervenire entro lunedì 12 dicembre. Le domande devono essere indirizzate al Magnifico rettore dell’Università degli studi di Roma Tre, Divisione affari generali, via Ostiense 159, 00154 Roma. L’estratto del bando è stato pubblicato nella Gazzetta ufficiale numero 90 di martedì 15 novembre, mentre il testo integrale è consultabile nel sito internet http//host.uniroma3.it/uffici/ricerca/. (giu.dep.)
  
4 - L’Unione Sarda
Pagina 67 – Nuoro
Il commento
L’Azienda stretta fra vecchi debiti e voglia di crescere
di Angelo Altea
La frase magica "terzo polo sanitario" che permea il piano di riqualificazione della Asl presentato di recente, è stata in grado di far sognare molti, soprattutto chi vede nelle installazioni di alta qualità l’unica risorsa su cui la Barbagia ed il suo capoluogo possono puntare per cercare di uscire dall’attuale pericoloso stato di torpore sociale ed economico. Quello messo in campo da Franco Mulas e dai suoi due più stretti collaboratori, Peppino Capelli e Angelo Serusi, è un progetto ambizioso, al passo coi tempi e poggiato su solide basi scientifiche. Ma, come rivela lo sciopero proclamato dai sindacati per lunedì, ignora alcuni fattori che potrebbero essere decisivi nelle future scelte della Regione. Uno di questi è quello, per così dire, campanilistico, con Cagliari e Sassari che, così come stanno facendo per l’Università, non accettano di buon grado una redistribuzione dei poteri a favore dei più poveri e potrebbero cercare di impedirla. E poi c’è la questione dei debiti imponenti che la Asl nuorese si trascina dalla precedente gestione e che i sindacati hanno sintetizzato nel classico detto popolare: "fare le nozze coi fichi secchi".
 
 
 

5 – La Nuova Sardegna
Pagina 3 - Olbia
L’Osservatorio sulla dispersione scolastica
Dal Salone dello studente una guida all’orientamento
OLBIA. Prende il via martedì prossimo il Salone dello studente, promosso dall’Osservatorio permanente sulla dispersione scolastica (istituito tre anni fa in città dall’assessorato comunale alla Pubblica istruzione). L’iniziativa si propone di fornire agli studenti delle terze classi delle scuole medie un ulteriore strumento di orientamento che li guidi verso una scelta consapevole e motivata sul proprio futuro formativo e scolastico.
 Il Salone si svolgerà nella sala Expò e resterà aperto fino a giovedì con questi orari: martedì dalle 15 alle 18, mercoledì dalle 8.30 alle 13 e dalle 15 alle 18, giovedì dalle 8.30 alle 13.
 Verranno organizzati anche due convegni. Il primo si svolgerà lunedì prossimo, alle 17, nell’auditorium dell’istituto tecnico Deffenu e sarà intitolato «L’utilizzo della rete per costruire percorsi di apprendimento e di comunicazione». Interverranno Paolo Calidoni, ordinario dell’Università degli studi di Sassari, Luigi Antolini, docente di scuola superiore e Federico Ballanti, fondatore di Kataweb. Saranno presentati anche alcuni siti creati da giovani olbiesi che hanno seguito corsi Pon per web designer, e il sito dell’Osservatorio. Il secondo convegno si terrà invece mercoledì, alle 17, nell’aula magna del liceo Gramsci e avrà come tema «Ambiente e scuola: nuove frontiere nell’educazione». Interverranno il direttore dell’Area marina protetta Augusto Navone e la naturalista Giovanna Spano. Il seminario proseguirà con la presentazione da parte delle scuole cittadine di esperienze e progetti relativi all’educazione ambientale. (t.s.)

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