Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
31 December 2005
Ufficio Stampa
Università degli Studi di Cagliari

 
 
 
1 – L’Unione Sarda
Pagina 18 – Nuoro
consorzio università
Un corso in "limba" per trenta giovani
Il consorzio per l’università nuorese organizza una selezione per l’ammissione a un master sulla traduzione e la comunicazione in lingua sarda. L’iniziativa è promossa dal consorzio in collaborazione con l’università autonoma di Barcellona e punta alla formazione di trenta esperti. Il corso si svolgerà a Nuoro, è articolato in 320 ore che inizieranno a gennaio e si concluderanno a giugno. La frequenza è obbligatoria, l’iscrizione gratuita. Per accedere al master, i candidati devono avere conseguito la laurea, conoscere la lingua sarda orale e scritta e una lingua straniera (inglese, spagnolo, francese, tedesco, catalano). Tra i requisiti la conoscenza dell’informatica. Gli interessati hanno tempo per presentare la domanda entro il 10 gennaio spedendola al seguente indirizzo: "Cunsortziu Universitariu, Salaris 18, Nugoro". Informazioni allo 0784-244704 o nel sito www.consuninuorese.it
 
2 – L’Unione Sarda
Pagina 42 – Cultura
Volume di Atzeni e Cabizzosu
Episcopato isolano: tutte le figure del ’700
di Gianni Filippini
L’episcopato sardo nel Settecento. Più esattamente tra il 1720 e il 1800. Quanti nomi, quanti personaggi. Quante storie. Arcivescovi e vescovi dal cognome forestiero e dal cognome più vicino alle nostre orecchie di sardi. Per citarne qualcuno: Astesan di Chambery, Camers di Cherasco, Casanova di Pigna, Cusani di Vercelli, De Bertolini di Mondovì (come Del Carretto di Camerana, Rolfi e Gautier), Delbecchi di Oneglia, Radicati di Saluzzo, Melano di Cuneo, Malingri di Pinerolo. E, poi, pescando a caso, quelli nati in Sardegna: Cadello di S. Sperate, Arras di Nuoro, Serra Urru di Genoni, Satta di Orgosolo, Sanna di Cuglieri (come Ruju e Cossu), Porqueddu di Senorbì, Pes di Tempio, Galcerin di Cagliari, Concas di Sinnai, Carta di Silanus, Cany di Iglesias. C’è anche questa curiosità, fra le tante, nel "Dizionario biografico dell’Episcopato sardo. Il Settecento" (formalmente è il secondo volume, ma è il primo andato in pubblicazione). Il volume è stato curato da Francesco Atzeni e Tonino Cabizzosu, stimati ricercatori e storici, e pubblicato dalla AM&D per meritoria iniziativa del "Centro studi Damiano Filia" e dell’Archivio storico diocesano di Cagliari. Parte infatti dal fondamentale dato anagrafico il racconto, se così si può dire, degli oltre cinquanta arcivescovi e vescovi che in circa ottant’anni del Settecento sono stati a capo delle diocesi isolane. Presenta l’opera - è appena il caso di dire da par suo - Ottorino Pietro Alberti, ora arcivescovo emerito di Cagliari dopo esserne stato a lungo l’apprezzato e amato arcivescovo effettivo (apprezzamento e amore testimoniati, fra l’altro, dalla concessione della cittadinanza onoraria decisa all’unanimità da Giunta e Consiglio comunali). Il giudizio di Alberti è di aperto e documentato consenso. Contiene, fra l’altro, una particolare lode per gli autori delle singole voci che "si sono sottoposti a un’impresa davvero faticosa senza poter avere l’aiuto di opere riguardanti la Storia della Chiesa sarda che avrebbero anche fornito loro una documentazione pertinente". Comunque, annota monsignor Alberti, "dal punto di vista filologico il lavoro di quanti hanno collaborato all’opera è stato compiuto con raro scrupolo e nel pieno rispetto delle norme della metodologia storica". Va detto che gli autori delle schede biografiche - più di venti - sono tutti docenti universitari o, comunque, studiosi altamente qualificati. Ricordato che Damiano Filia è stato il primo a proporre un’ampia sintesi sulla presenza della Chiesa in Sardegna dalle origini al primo ’900, Francesco Atzeni e Tonino Cabizzosu sottolineano giustamente che "mancava, ed era auspicato da più parti, uno studio unitario sulle figure dei vescovi che hanno operato nell’Isola, con riguardo alla loro dimensione biografica e ai contenuti della loro azione pastorale".

 
 
 
3 - La Nuova Sardegna
Pagina 4 - Nuoro
L’assessore Pintori: «Studiate e poi tornate a vivere qui»
Giovani, belli e soprattutto studiosi
Premiati dal Comune i più bravi diplomati barbaricini del 2005
Tra i 42 studenti modello solo dieci si sono iscritti in facoltà isolane
NADIA COSSU
NUORO. Sorriso sulle labbra, 42 matricole universitarie barbaricine sono state premiate ieri sera, davanti agli orgogliosi genitori, nell’aula consiliare del Comune. Studenti modello che nell’anno scolastico 2004-2005 hanno conseguito il diploma con un bel 100 su 100.
 Per questo il Comune, fiero dei suoi giovani, ha voluto riconoscerne tutti i meriti. L’assessore alla Cultura Teresa Pintori, madrina della serata, ha consegnato ai numerosi ed eleganti ragazzi i gonfaloni d’oro simbolo di appartenenza alla città di Nuoro. «Il messaggio che vorrei lanciar loro - ha detto la Pintori - è quello di studiare per poi tornare qui. Non vogliamo perdere i nostri ragazzi.
 E questa cerimonia, iniziativa che portiamo avanti ormai da sei anni, vuole essere proprio il modo giusto per far capire loro quanto teniamo a che facciano presto rientro a Nuoro». L’assessore ha approfittato delle vacanze natalizie, e quindi della rimpatriata generale degli universitari, per organizzare un appuntamento suggestivo che rimarrà di certo nella memoria di questi studenti. E i volti ieri parlavano da soli. Gioia e soddisfazione anche da parte dei familiari che hanno accompagnato i loro figli per festeggiare insieme un momento davvero importante.
 E infatti i ragazzi erano emozionati per il riconoscimento ricevuto. In molti hanno preferito “emigrare” dalla Sardegna. Su quarantadue, infatti, solo dieci hanno scelto di iscriversi nelle facoltà isolane. Tutti a Sassari. Gli altri trentadue hanno invece preferito altre destinazioni. Chi Torino, chi Roma, chi Urbino. Nessuno, dato ugualmente interessante, ha optato per le facoltà letterarie o linguistiche. In molti hanno invece scelto di frequentare i corsi di laurea in ingegneria, medicina, giornalismo, architettura. Ma il boom di iscrizioni lo ha registrato la facoltà di Scienze diplomatiche.
 «Le valigie sono già pronte - ha detto qualcuno - la sessione di febbraio è infatti vicina e dobbiamo rimetterci in marcia col programma». Tra i progetti, a sentir alcuni, esiste realmente quello di tornare presto in Sardegna. «Ci manca la nostra isola - hanno detto due ragazzi - e speriamo che gli studi ci consentano di poterci realizzare anche a casa nostra. Non pretendiamo che sia a Nuoro. L’importante è fare rientro in Sardegna».
 
 
 
4 - La Nuova Sardegna
Pagina 9 - Oristano
S’istrumpa all’università
I gherradores alla facoltà di scienze motorie
GIOVANNI MARIA SEDDA
OLLOLAI. S’istrumpa frequenta l’università. I gherradores si esibiscono e dialogano con i docenti della facoltà di scienze motorie dell’ateneo cagliaritano e incontrano i futuri insegnanti di educazione fisica. Un incontro-confronto che si è concretizzato il 12 dicembre scorso.
 A seguito degli accordi intercorsi fra il direttore tecnico della facoltà di scienze motorie di Cagliari, prof. Nando Monello e il presidente della Federazione S’Istrumpa, prof. Piero Frau, alla presenza del prof. Vona, che ha accompagnato i suoi studenti presentandoli agli istrumpadores. Dall’incontro è scaturita una lezione teorico-pratica sulla lotta della tradizione antica dei sardi, che si è svolta nella palestra della Cittadella universitaria di Monserrato. Erano presenti gli studenti universitari del triennio. Il presidente della Federazione, Frau, ha presentato la lotta che risale all’età nuragica. E che è diventata sport dopo la costituzione della Federazione sarda d’istrumpa, una quindicina d’anni fa. Frau ha illustrato le tecniche della lotta e il cammino della Federazione, intrattenendo un proficuo dialogo con gli studenti, affascinati sia dagli aspetti teorici che da quelli pratici della lotta, resi efficaci dall’esibizione di alcuni atleti. Frau ha sottolineato, in particolare, la genuinità di questa attività ludica, scevra da ogni contaminazione di doping, che va avanti grazie soprattutto al volontariato dei soci e dei sostenitori. «Il fatto che la facoltà di scienze motorie - ha commentato dopo l’incontro il prof. Frau - abbia voluto far conoscere l’antica lotta sarda ai futuri insegnanti di educazione fisica, rafforza, qualora ce ne fosse bisogno, l’idea che l’iniziativa di recuperare questo nostro antichissimo sport va nella direzione giusta, e che s’istrumpa sia uno sport degno di essere conosciuto e diffuso per la sua valenza sportiva, storica e culturale». E di questo si sono dimostrati convinti anche i docenti e gli studenti universitari ai quali Piero Frau ha raccontato la storia delle attività di lotta svoltesi in questi ultimi anni in Sardegna, in Italia e all’estero. Ricordando gli appuntamenti più importanti. Che vanno da quello internazionale di due anni fa per partecipare in Bretagna al campionato europeo di lotte celtiche e di istrumpa. La squadra sarda aveva, allora, il compito di difendere il titolo di campioni europei conquistato a Ollolai nel luglio 2003. Il successo è però andato ai lottatori di Leon (Spagna). Ma il confronto è servito a rafforzare l’amicizia fra i popoli e gli atleti. Sono seguite le presenze alla Notte bianca di Milano, nel giugno scorso, al campionato nazionale di Ollolai, l’agosto passato e, a settembre, la partecipazione al Festival internazionale dei giochi in strada, nella città di Verona.

 
 
 
5 - La Nuova Sardegna
Pagina 43 - Cultura e Spettacoli
Cultura e spettacoli, un passaggio difficile che lascia aperte molte incognite per il 2006
Sipario sull’anno dei tagli
Il ruolo della spesa pubblica al centro del dibattito
COSTANTINO COSSU
Quello che sta per concludersi è stato l’anno dell’interminabile querelle sui tagli alla cultura e agli spettacoli. Il 2005 per questo sarà ricordato, soprattutto. Tagli regionali e tagli romani. Ma adesso che è finito e che i clamori della polemica un po’ si sono spenti, forse ci si può fermare un attimo a riflettere. Perché poi non ci sono stati soltanto i tagli, e perché, anche su quelli, una valutazione più fredda può permettere di individuare da dove si può riprendere il discorso nell’anno che comincia.
 Sui tagli, il punto di partenza di ogni ragionamento è che il denaro che la Regione per decenni ha copiosamente impegnato in questo settore non è stato speso nel migliore dei modi. Questa è una verità incontestabile. Non è tanto quanto si è speso, ma come. E’ un discorso che, sulle pagine di questo giornale, facciamo almeno dalla metà degli anni Ottanta, sotto giunte di differenti colori e orientamenti. Abbiamo detto tante volte che anche nei settori della cultura e degli spettacoli non si governa tutelando i privilegi di pochi a scapito degli interessi collettivi. Abbiamo scritto, ad esempio, molti anni prima delle recenti polemiche, che l’editoria sarda doveva fare un salto verso forme di imprenditorialità non assistita, perché in questo stava la garanzia di una produzione di qualità. Lo dicevamo quando gli editori veri, in Sardegna, erano mosche bianche. Oggi per fortuna non è più così, abbiamo fior di editori; quella seguita da loro è la strada giusta, a chi lavora come loro i tagli, alla fine, non fanno né caldo né freddo.
 Il discorso è un po’ diverso per il settore dello spettacolo, dove la dimensione d’impresa deve scontare handicap molto maggiori rispetto al campo dell’editoria. In tutto il mondo lo spettacolo, al di fuori della produzione seriale coperta dalle grandi major, ha bisogno di stampelle. Che possono essere anche stampelle private, mecenatismo; ma che spesso sono stampelle pubbliche. Non c’è niente di scandaloso, a condizione che il denaro vada a sostenere progetti validi. Il punto sta qui. Non è semplice stabilire meccanismi che premino i progetti validi.
 Più in generale, la Sardegna ha bisogno di far crescere, anche nel settore della cultura e degli spettacoli, strutture produttive stabili. Il progetto della giunta regionale di trasformare la ex manifattura dei tabacchi di Stato a Cagliari in un centro di produzione per il cinema e per il teatro va nella direzione giusta. Così come va nella direzione giusta il potenziamento di un servizio come la Film commission, che in altre realtà regionali ha dato ottimi risultati. Tornatore gira a Trieste la sua nuova pellicola grazie alla locale Film commission. Gli autori si premiano premiando la produzione.
 C’è stata la brutta storia della bocciatura della legge sul cinema. Una legge nata con un’impostazione troppo autoriale, troppo legata alla promozione di singoli progetti legati a singoli autori, ma poi corretta in corso d’opera e alla fine accettabile, in un contesto dove esistono anche il Centro di produzione e la Film commission. Inaccettabile è stato, invece, il modo in cui la legge è stata cassata, un’imboscata che ha riportato gli orologi indietro ai tempi della cattiva politica. La discussione in consiglio sarebbe servita a dare una dimensione pubblica ad un dibattito rimasto troppo chiuso dentro i confini di una ristretta cerchia di addetti ai lavori. Attraverso il dibattito pubblico, alla luce del sole, si sarebbe potuto modificare un testo certamente perfettibile.
 All’attivo dell’anno appena trascorso va senz’altro la ripresa della programmazione Rai in Sardegna. Il centro di produzione di Cagliari era stato chiuso nei primi anni Novanta dalla Rai dei professori. Anche allora si doveva tagliare. Che si sia potuto riaprirlo, in un anno in cui la scure sugli spettacoli e sulla cultura è caduta senza pietà, è stato un incoraggiante segnale in contro tendenza.
 E poi due parole vorremmo spenderle per l’università. Senza competenze di altissimo livello nessuna economia può reggere il passo della competizione sui mercati mondializzati. I saperi locali (la tradizione) funzionano solo se sono supportati da conoscenze globali. Le nostre università sono una pianta in continua gemmazione, creano sedi decentrate in qualsiasi villaggio. Un’assurda dispersione di risorse. La strada giusta è un’altra, è quella della formazione di eccellenza, dell’ingresso dei nostri atenei in circuiti internazionali che facciano andare fuori dall’isola i laureati sardi per farli tornare con competenze di alto livello spendibili in Sardegna. Ci sta provando la giunta regionale a battere questa strada, con il progetto «Master and back». Se funziona è un vantaggio per tutti.
 
 
 
 
 

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