Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
09 November 2006
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 10 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna  

 
1 – L’Unione Sarda
Cronaca Regionale Pagina 5
Rettore di Sassari
Maida nel Consiglio superiore della sanità
Il ministro della Salute Livia Turco ha firmato ieri il decreto di nomina del nuovo Consiglio Superiore di Sanità che sarà insediato ufficialmente il prossimo 23 novembre e resterà in carica per un triennio. Fra i cinquanta componenti c'è anche il rettore dell'università di Sassari, Alessandro Maida. «Abbiamo operato le nostre scelte sulla base della professionalità, della competenza nelle diverse discipline di interesse per la sanità pubblica italiana ed anche con attenzione alla valorizzazione delle donne in questo alto consesso che - ha sottolineato il ministro Turco - rappresenta il momento più alto di consulenza scientifica in campo sanitario al Governo nazionale del nostro Paese». «Oltre che nell'espressione dei diversi pareri obbligatori previsti dalle leggi ordinarie su specifiche materie e provvedimenti, il Consiglio Superiore di Sanità - ha proseguito il ministro della Salute - sarà impegnato nell'esame di delicate e importanti questioni di interesse sanitario a partire dalle grandi innovazioni scientifiche e terapeutiche che si presentano alla nostra attenzione con sempre maggiore evidenza, ma anche su aspetti connessi all'evoluzione del sistema sanitario e alla necessità di dare risposte ai nuovi bisogni di assistenza».
 
2 – L’Unione Sarda
Quartu S.Elena Pagina 20
Interrogazione in Consiglio
Bambini iperattivi: l'Università indaga e scoppia la protesta
«Niente sponsorizzazioni a psicofarmaci per bambini iperattivi». «Macché, è semplicemente un'indagine sul disagio psichico tra gli alunni delle elementari». Rifondazione comunista lancia l'allarme su uno studio delle Università di Cagliari e Sassari sui disturbi mentali tra i bambini in età preadolescenziale. Ieri in Consiglio comunale il capogruppo Giuseppe Stocchino ha presentato un'interrogazione all'assessore alla Pubblica istruzione Gabriella Del Fiacco su una vicenda avvenuta alcuni giorni fa alle elementari di via San Benedetto. Durante una riunione, i genitori sono stati avvisati che a breve avrebbero ricevuto alcuni moduli da compilare sul comportamento dei propri figli. L'adesione è volontaria, ma a qualcuno è sorto il sospetto che l'iniziativa sia sponsorizzata da case farmaceutiche. In particolare, Rifondazione comunista punta il dito contro il Ritalin, medicina utilizzata per curare i bambini affetti dal cosiddetto disturbo da deficit dell'attenzione con iperattività. L'eventuale abuso di questo farmaco, però, creerebbe nei pazienti un peggioramento delle condizioni psichiche. «C'è il rischio», accusa Stocchino, «che vengano messi sotto controllo farmacologico tutti quei bambini che non stanno alle regole e non si confermano ai canoni sociali stabiliti. Meglio un sostegno psicologico». Dall'Università, però, escludono qualsiasi tipo di strumentalizzazione da parte di case farmaceutiche. «Stiamo semplicemente monitorando i tanti problemi che emergono in età scolare», spiega Carlo Cianchetti, responsabile della sezione di Neuropsichiatria infantile, «è un'attività preventiva voluta dalla Regione e che da tempo portiamo avanti con regolarità in tutte le scuole». Parole confermate dalla responsabile del circolo didattico. «Non esiste alcun collegamento con la somministrazione di farmaci», assicura Anna Maria Sanna, «tra l'altro, questa indagine coinvolge 10 mila alunni in tutta la Sardegna». Stocchino, però, vuole sapere chi ha dato l'autorizzazione. «In piena autonomia», commenta l'assessore alla Pubblica istruzione Gabriella Del Fiacco, «la scuola può prendere tutte le iniziative che vuole. È giusto che si affrontino i problemi legati ai disagi psichici dei bambini, ma mi pare che su questa vicenda si sia verificato un equivoco».
Giovanni Manca di Nissa (Unioneonline)
 
3 – L’Unione Sarda
Cultura Pagina 49
Una scoperta italiana
Bestrofina, e il naso si fa memoria emozione, sensibilità
"Quel solito altissimo odore che mozza il fiato. Quell'odore di poveri cibi e di cadavere che, in India, è come un continuo soffio potente che dà una specie di febbre". Pier Paolo Pasolini, con questa descrizione di un ricordo olfattivo, riferito al viaggio compiuto nel 1961 in compagnia di Elsa Morante e Alberto Moravia ("L'odore dell'India", Longanesi, 1962) ci rammenta quanto il naso, spesso più dell'occhio, sappia contrastare l'oblio. Ma l'olfatto, ingiustamente considerato il minore dei cinque sensi, è importante anche per la sua capacità di valutare, molto rapidamente, la presenza di sostanze nocive nell'aria o nei cibi. Responsabili dell'interazione con le molecole portatrici di odori sono i circa 350 neuroni sensoriali presenti nel naso umano: una volta legato con i recettori, lo stimolo chimico viene trasformato in segnale elettrico, per poi giungere al cervello, dove ha impatto diretto sulle emozioni e sulla memoria. La complessità dell'olfatto, che consente alla nostra specie di distinguere circa 10.000 molecole odorose diverse, lo rende allo stesso tempo difficile da studiare: solo il 20% dei neuroni sensoriali è stato identificato. Da tempo era nota l'esistenza di una proteina in grado da agire come amplificatore del segnale elettrico dal bulbo olfattivo al cervello. Ma solo nelle scorse settimane un gruppo di ricercatori italiani ha identificato nella Bestrofina la proteina responsabile di questo processo. Autori dell'importante scoperta (descritta nell'ultimo numero dei Proceedings of the National Academy of Sciences, PNAS) sono sette ricercatori della SISSA di Trieste: Simone Pifferi, Giovanni Pascarella, Anna Boccaccio, Andrea Mazzatenta, Silvia Zucchelli, Stefano Gustincich e Anna Menini, che hanno lavorato nell'ambito della collaborazione con l'Istituto Italiano di Tecnologia. «Queste ricerche - spiega Anna Menini, coordinatrice del laboratorio per le ricerche sulla trasduzione olfattiva della SISSA - aiutano a comprendere i meccanismi molecolari per mezzo dei quali i sistemi biologici sono in grado di discriminare fra migliaia di molecole volatili odorose e di raggiungere un'elevata sensibilità nella rilevazione di piccolissime concentrazioni di odori». Ma lo studio delle "macchine biologiche", come sempre più spesso accade, può condurre molto oltre. «L'importanza della scoperta - secondo Fabio Benfenati, direttore dell'Unità di Neuroscienze dell'Istituto Italiano di Tecnologia e ordinario di Neurofisiologia all'Università di Genova - è notevole. Da un lato contribuisce a chiarire a livello molecolare uno degli aspetti della plasticità nervosa, fenomeno alla base della nostra capacità di adattamento all'ambiente e delle nostre funzioni cognitive superiori. Inoltre può rivestire enorme interesse per i risvolti applicativi, in quanto lo studio dei meccanismi biologici della trasduzione olfattiva è in grado di ispirare la tecnologia per lo sviluppo di un naso artificiale». La scoperta potrebbe dar vita a interessanti sviluppi: dalla costruzione di sensori sempre più sofisticati, capaci di individuare veleni o esplosivi anche in presenza di basse concentrazioni, fino alla realizzazione di androidi odoratori, in grado ad esempio di compiere funzioni in ambienti maleodoranti. Andrea Mameli
 
4 – L’Unione Sarda
Cultura Pagina 50
Alghero, convegno internazionale
I sentieri della pastorizia nel Mediterraneo: la storia, il diritto, il futuro
Ad Alghero, al Teatro civico e nel Chiostro di San Francesco, è in corso fino a sabato il convegno internazionale "La pastorizia nel Mediterraneo. Storia, diritto e prospettive", con studiosi provenienti da università di tutta Europa. I coordinatori scientifici, gli storici Pinuccia Simbula e Antonello Mattone (docenti del Dipartimento di Storia dell'università di Sassari), propongono un'analisi che, partendo dalla storia e dal diritto, tocca la geografia, la sociologia e l'economia dell'intero Mediterraneo. Tra le relazioni si segnalano quelle di accreditati studiosi come Giovanni Cherubini, Pierre Toubert, Vito Piergiovanni, Rinaldo Comba, John Marino, Gian Giacomo Ortu, Antonio Sassu e Salvatore Mannuzzu. Mille anni di storia della pastorizia, dal Medio Evo alle prospettive economiche attuali, vengono affrontati confrontando l'esperienza sarda con quella del continente europeo.Lo sviluppo delle pratiche di allevamento nel bacino del Mediterraneo viene analizzato attraverso le forme della transumanza, l'allevamento stanziale, i risvolti sociali, economici e giuridici della pastorizia in un arco cronologico che ancora non si è esaurito. Transumanze brevi e lunghe hanno marcato nell'Europa meridionale i rapporti tra pastorizia e agricoltura. Nel caso sardo la politica sabauda sviluppata delle classi dirigenti piemontesi e isolane individuò nella "pastorizia errante" il nemico da battere per far uscire la Sardegna dal sistema economico feudale e collettivistico. Sentieri, contratti e reati non evocano solo sconfinamenti e danneggiamenti del bestiame: gli storici del diritto esaminano la transumanza in Abruzzo, in Sicilia, assieme ai vari profili del reato di abigeato e alle matrici pastorali del banditismo sardo. Numerose relazioni sono dedicate al tema "Allevare e produrre: lane, cuoi, formaggi e carni": dal più antico trattato sul modo di produrre il formaggio ad un confronto su una delle produzioni più importanti per la storia economica dell'Italia e dell'Europa medievale e moderna: la lana. Alcuni aspetti storico-giuridici degli antichi ademprivi e delle cussorgie sono arrivati fino ai giorni nostri, come dimostra il caso scottante degli usi civici che sta sollevando problemi delicati e drammatici in numerosi comuni della Sardegna. Anche le tecniche di allevamento, la conduzione delle greggi, la qualità dei pascoli e il miglioramento della razza ovina sono stati, sin dal Medioevo, una delle preoccupazioni fondamentali per le regioni a più alta densità pastorale. Il convegno mette l'accento sulle prospettive di sviluppo di questo settore chiave dal punto di vista storico, economico e sociologico.
 
1 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
Piccola vittoria dalla facoltà di Giurisprudenza 
Atenei e crediti formativi, il preside piega il ministero 
CAGLIARI. I giudici amministrativi gli hanno dato ragione per poi dargli torto. Nonostante l’altalena giudiziaria, il preside della facoltà di Giurisprudenza Massimo Deiana ha spuntato una piccola vittoria: ha obbligato il ministero dell’Università a rivedere i percorsi formativi degli atenei d’Italia. E a dare maggiore risalto alle discipline «minori» -i vecchi esami complementari- che per la nuova laurea magistrale devono essere pianificate dagli atenei. Nella riforma che l’ex ministro Letizia Moratti aveva varato per ritoccare il suo 3+2, il potere decisionale delle facoltà (di Legge, in questo caso) era stato ridotto all’osso. Ma con la sua piccola battaglia giudiziaria, il professore di diritto della navigazione ha rivendicato il diritto degli atenei a scegliere un maggior numero di esami specifici sul totale di quelli imposti da Roma.
Deiana si messo a capo del gruppo di docenti di diritto della navigazione della Penisola che ha impugnato al Tar del Lazio le tabelle attuative del nuovo percorso quinquennale, introdotto dall’ex ministro. In barba al decentramento accademico, con la laurea magistrale Roma aveva impostato un percorso rigido, con tabelle che assegnavano la maggior parte dei crediti necessari per diventare dottori alle materie «superiori», i cui esami garantivano 216 punti sul totale di 300. Se si aggiungevano i 24 concessi agli studenti per la tesi, ne restavano soli 60 per le discipline ex complementari. Tradotto in esami, voleva dire che il ministero imponeva il superamento di 26 esami di base, come diritto penale, costituzionale o civile, e bloccava a 8 quelli derivanti da crediti riservati all’autonomia universitaria. «Chi non faceva parte del novero di quelle discipline - spiega Deiana - rischiava di non sopravvivere». Così, con i colleghi di tutta Italia, ha impugnato le tabelle dei crediti e il Tar gli ha dato ragione con la sentenza del 7 giugno, pubblicata il 26 settembre. La notizia divulgata ad inizio corsi ha gettato gli studenti di Viale Fra Ignazio nella confusione, perchè di fatto la decisione dei giudici amministrativi congelava la laurea magistrale. Chi voleva ottenere la laurea completa aggiungendo qualche esame a quelli gi superati nella triennale sembrava doverci rinunciare. Ma l’allarme è rientrato il 31 ottobre, quando il Consiglio di stato ha sospeso la sentenza. Tutto come prima? «No - assicura il preside - Ora il ministero dell’Università sta modificando le tabelle dei crediti». Presto gli Atenei potranno rivedere i piani di studi per aumentare il numero dei vecchi esami complementari. E riaffermare la propria autonomia. (e.la.)
 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 20 - Sassari
Test di Medicina truccati? Tutto in regola 
Conclusa l’indagine interna svolta dall’ateneo cittadino 
Fra i candidati un medico laureato nell’81 Ma il suo compito era fra i peggiori 
SASSARI. Tutto in regola nei test di ingresso alla facoltà di Medicina. Lo hanno stabilito i vertici dell’ateneo sassarese dopo un’indagine sulla correttezza delle procedure che hanno portato a formare la lista degli iscritti per l’anno accademico 2006-2007. In effetti uno dei partecipanti era laureato in Medicina, ma si è classificato in posizione “meno venti”.
 Come ogni anno al test d’ingresso, che si tiene ai primi di settembre, erano seguite furiose polemiche per presunte irregolarità nello svolgimento della prova. Erano stati oltre seicento i concorrenti che si erano presentati nell’aula con la speranza di piazzarsi fra i primi cento classificati che accedono al corso di studi. Molti di loro, però, attraverso lettere e proteste verbali, avevano contestato lo svolgimento dell’esame. Si era parlato della presenza, fra i banchi delle aule, di persone ben oltre i 18 anni di età. In pratica, a sentire i concorrenti esclusi, si era trattato di una sfilata di zii, padri e fratelli maggiori andati appositamente a rispondere alle domande proposte dal ministero ai candidati per conto dei loro congiunti. Il fenomeno non era passato inosservato neppure ai componenti della commissione, che avevano provveduto a separare i “giovani” dalle persone nate prima di un certo anno. Nonostante gli accorgimenti, però, i candidati avevano notato strani passaggi di fogli e informazioni, oltre all’uso disinvolto del telefonino che invece era vietato portare in aula.
 Le contestazioni avevano indotto il rettore dell’università sassarese Alessandro Maida a presentare un esposto-segnalazione al procuratore della Repubblica sulle presunte anomalie nello svolgimento dell’esame.
 «Intanto la commissione ha proceduto a verificare quali e quante fossero le irregolarità - ha detto il preside della facoltà di medicina Giulio Rosati -. Abbiamo rilevato che in effetti uno dei partecipanti era laureato in medicina dal 1981. Per il resto non ci sono stati rilievi. È ovvio - aggiunge Rosati - che però si dovranno utilizzare nuovi accorgimenti perchè non si verifichino più inconvenienti così imbarazzanti. Chiederemo almeno che al momento dell’iscrizione la segreteria verifichi che la persona non sia laureata in Medicina».
 Una verifica che ha dato risultati riguardo a un medico che ha partecipato alla prova. La sua presenza in aula tuttavia, non è stata considerata fondamentale ai fini dell’annullamento del concorso, visto che il professionista non è stato in grado di rispondere ad alcuna domanda del test.
 «I ricorsi sono stati soltanto tre - aggiunge Giuseppe Delitala, presidente del corso di laurea in Medicina e responsabile dei test d’ingresso -, ma dopo un attento esame dei compiti, fatto assieme ai ragazzi che contestavano i risultati, anche loro si sono resi conto di non aver risposto correttamente».
 Tutto a posto, dunque, almeno fino al test del prossimo anno che, se non ci saranno correttivi, è destinato a provocare nuove polemiche e ricorsi.
Gabriella Grimaldi
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 20 - Sassari
Ieri le prestigiose nomine da parte del ministro della Salute Livia Turco  
Il rettore Alessandro Maida fra i componenti del nuovo Consiglio Superiore di Sanità 
SASSARI. C’è anche il rettore dell’università di Sassari fra i componenti del nuovo Consiglio Superiore di Sanità. Le nomine sono state fatte dal ministro della Salute Livia Turco che ha firmato oggi il decreto. Il Consiglio sarà insediato ufficialmente il prossimo 23 novembre e resterà in carica per un triennio. «Abbiamo operato le nostre scelte sulla base della professionalità, della competenza nelle diverse discipline di interesse per la sanità pubblica italiana e anche con attenzione alla valorizzazione delle donne in questo alto consesso che - ha sottolineato il Ministro Turco - rappresenta il momento più alto di consulenza scientifica in campo sanitario al Governo nazionale del nostro Paese». Alessandro Maida è l’unico rappresentate della Sardegna nell’organismo ed era già stato componente del Consiglio per sei anni. Un ruolo strategico e riconosciuto a livello internazionale, quello del Consiglio superiore e un nuovo impegno per il rettore di Sassari alla guida dell’ateneo da ben quattro mandati.
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 32 - Nazionale
LEGGE ELETTORALE 
Segni: verso il bipartitismo 
Vivace dibattito alla «Satta» con Ballero e Pubusa 
NUORO. Si è parlato di legge elettorale e democrazia nel convegno di martedì nell’auditorium della biblioteca Satta di Nuoro. A discutere di riforme e referendum c’erano personalità del mondo accademico e politico: tra questi Mario Segni, Benedetto Ballero e Andrea Pubusa.
 Pubusa e Ballero, docenti di diritto regionale e diritto amministrativo nell’università di Cagliari, e Mario Segni docente di diritto civile nell’ateneo sassarese. A coordinare il dibattito Priamo Siotto, avvocato e presidente del Consorzio S. Satta. Alla base del confronto un interrogativo sostanziale: quale legge elettorale per l’Italia democratica? Al quale non poteva che farne seguito un altro: quale il destino della democrazia occidentale nella delicata fase di passaggio che l’Europa sta vivendo?
 Tre le risposte in base ad altrettante scuole di pensiero. La prima di Segni che punta sul bipartitismo: Partito democratico da una parte e Partito conservatore dall’alta, con l’ipotesi di un referendum per la modifica della legge elettorale (dietro la quale si intravede il filone maggioritario). “Non più dunque coalizioni - ha spiegato Segni -. E questo si innesta su un processo già avanzato dalla sinistra con l’idea del partito democratico e appena abbozzato dal centrodestra”. Secondo Segni le prime reazioni al referendum sarebbero positive: “L’ipotesi di raccolta firme è realistica, mentre quella del voto rimane un’incognita».
 Un referendum che però “non deve rappresentare solo una modifica della legge elettorale ma aprire la strada ad ulteriori importanti riforme”. Altro aspetto emerso nel convegno è la necessità, in questa fase, di salvaguardare tutte le rappresentanze, la stabilità dei governi e il costante rapporto tra elettori ed eletti. E, a questo proposito, Ballero ha insistito sull’esigenza di dare maggiore potere decisionale al corpo elettorale.
 Contro l’eccesso di presidenzialismo, infine, Andrea Pubusa, che nel suo intervento non ha esitato a bacchettare più volte anche il presidente della Regione, Renato Soru, per alcune posizioni assunte di recente.
Nadia Cossu
 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 18 - Oristano
Bitti e Cagliari ricordano la figura di Giorgio Asproni 
BITTI. “Una rivisitazione nei luoghi della sua formazione e del suo lascito politico” recita il depliant per le celebrazioni del 130º anniversario della morte di Giorgio Asproni (1808-1876), previste domani a Bitti (Hotel Su Lithu) e sabato a Cagliari (aula magna della facoltà di architettura). È un convegno nazionale di studi su un personaggio, prete e politico, dal forte rigore morale, che ha vissuto la storia del Risorgimento da uomo libero, senza condizionamenti, non omologabile a gruppi o partiti.
 Asproni era un democratico-repubblicano, di stampo liberal-radicale, in antitesi con Cavour e, a volte, in posizioni “critiche” con lo stesso Mazzini, del quale ispirò la politica anti governativa-monarchica. Sospeso a divinis, è rimasto prete nella coscienza, senza rinunciare all’abito talare che, pur rattoppato, portava in parlamento. Viveva in miseria, per dare ai diseredati. Il suo credo, a livello politico, si richiamava al principio liberale “libero Stato in libera Chiesa”.
 Laico e cattolico, allo stesso tempo. Il 20 settembre 1870, quando si chiuse la lacerazione con lo Stato pontificio, issò il tricolore nel Palazzo Vecchio. Sardo di una sardità immensa, invocava “luce per la Sardegna”, come tuonava nei suoi infuocati interventi.
 Il convegno, promosso fra gli altri dalla Regione e dai Comuni di Bitti e Cagliari, serve a sviscerare il personaggio. Ecco il programma. A Bitti, moderatore Bachisio Bandinu, si comincia alle 10. Raffaele Puddu parlerà di “Asproni nella tradizione nuorese”; Raimondo Turtas su “L’ambiente ecclesiastico nuorese e la scelta politica di Asproni”); Manlio Brigaglia su “Asproni, Garibaldi, Cattaneo”; Tito Orrù su “Bitti e il Nuorese nelle memorie di Asproni”. Alle ore 16,30, Giulio Albergoni interverrà su “Asproni e il mondo dell’arte”; Marinella Ferrai Cocco Ortu su “Asproni e i politici sardi”, Chiuderà la tavola rotonda su “Attualità del messaggio politico di Asproni” con studenti dei licei di Bitti e Nuoro, docenti universitari, politici. A Cagliari, sabato, moderatore Gavino Angius, interverranno Francesca Corte Enna, Maria Corrias Corona, Luigi Lotti e Luigi Polo-Friz.
 
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 21 - Sassari
IL CONVEGNO 
«Specificità isolane, il riconoscimento nel nuovo Statuto» 
SASSARI. Le tracce riguardanti un nuovo statuto della Sardegna in una prospettiva europea sono state al centro del confronto sviluppato in un convegno promosso dall’associazione “Pro no ismentigare” all’istituto tecnico commerciale “Giuseppe Dessì”.
 Il professor Paolo Fois, docente universitario di Diritto internazionale, e Pietro Soddu, già parlamentare presidente della Regione (che ha patrocinato l’iniziativa) e della Provincia, hanno fatto da relatori. «La nostra associazione - ha sottolineato la presidente Mariantonia Fara - ha voluto organizzare questo significativo momento di riflessione e dibattito accogliendo la proposta dell’assessorato regionale alla Cultura che, per le manifestazioni di “Sa die de sa Sardigna 2006”, ha indicato come argomento fondamentale le tematiche del nuovo statuto isolano».
 Paolo Fois, partendo dal 1948, anno al quale risale lo statuto della Regione, ha passato in rassegna l’evolversi delle relazioni tra stati europei e autonomie locali. Nel lungo percorso, che ha visto l’affermarsi della Comunità europea, si è giunti al riconoscimento delle regioni, anche per quel che riguarda la ricchezza rappresentata dalle rispettive identità e diversità. «Nell’attuale contesto politico internazionale dobbiamo cogliere le opportunità che la Carta europea ci offre - ha affermato Fois -. Proprio ora, attraverso la riscrittura dello statuto regionale, è auspicabile che si formulino proposte adeguate per ottenere il riconoscimento della nostra specificità. La Sardegna deve avere le competenze per concorrere con lo Stato negli accordi internazionali che toccano gli interessi dell’isola».
 Pietro Soddu ha fatto riferimento alle opportunità mancate nella stesura del primo statuto sardo. «É arrivato il momento - ha rimarcato - di mettere in campo proposte che colmino le lacune riscontrate in passato per inserire, nel nuovo statuto, disposizioni rispondenti all’evoluzione delle condizioni storiche, politiche e sociali. Bisognerebbe inoltre riformulare una carta costituzionale che ci permetta di non essere cancellati assieme ai nostri caratteri peculiari e possa farci invece contare nelle decisioni, sia in campo nazionale che europeo. Questa è la vera sovranità a cui dobbiamo mirare».
 La conferenza, coordinata dalla giornalista Maria Carmela Solinas, è stata preceduta dai saluti del preside dell’Itc “Dessì”, Mario Olivieri, che ha manifestato il compiacimento per l’iniziativa dell’associazione “Pro no ismentigare”, nata nella scuola da lui diretta e dove continua a operare, della presidente del sodalizio promotore, Mariantonia Fara, e dell’assessore provinciale alla Cultura, Sergio Mundula.
Marco Deligia

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