Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
31 October 2006
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 8 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna

 
 
1 - L’Unione Sarda
Pagina 37 -  Lavoro
OPPORTUNITÀ Due bandi dell'Ateneo di Cagliari, scadenza 20 novembre
Selezioni all'Università che assume 10 diplomati
Selezioni per 10 posti all'Università di Cagliari che ha indetto due bandi per l'assunzione a tempo indeterminato di dieci diplomati (area amministrativa, posizione economica C1), di cui 5 da destinare alle segreterie studenti e 5 alle segreterie di dipartimento e degli altri servizi contabili. requisitiPossono partecipare alle selezioni i candidati almeno diciottenni e in possesso della cittadinanza italiana (o di un altro Stato dell'Unione europea), del godimento dei diritti civili e politici, dell'idoneità fisica all'impiego oggetto dei bandi, nonchè aver ottemperato alle leggi sul reclutamento militare. Il titolo di studio richiesto è il diploma di scuola secondaria di secondo grado di durata quinquennale (o quadriennale più l'anno integrativo). Non possono partecipare gli esclusi dall'elettorato politico attivo, oppure destituiti o dispensati dall'impiego nella pubblica amministrazione per persistente insufficiente rendimento o dichiarati decaduti dall'impiego. Tutti i candidati saranno ammessi alla selezione con riserva. La loro esclusione, per difetto dei requisiti prescritti, potrà essere disposta in qualsiasi momento, mediante un'apposita disposizione motivata. scadenzaLe domande di ammissione alle selezioni, in carta semplice secondo lo schema allegato ai bandi, devono essere presentate entro lunedì 20 novembre, sia a mano negli uffici del Settore concorsi dell'Ateneo, in via Università 40 a Cagliari (dal lunedì al venerdì alle 10 alle 13) oppure essere spedite con una raccomandata (in tal caso, il rispetto del termine di spedizione sarà provato dal timbro dell'ufficio postale). I candidati, inoltre, dovranno obbligatoriamente provvedere entro cinque giorni dalla spedizione o consegna della domanda, alla loro registrazione sul sito internet dell'Università cagliaritana (www.unica.it), pagina concorsi, inserendo nell'apposito modulo elettronico, oltre ai propri dati anagrafici anche il numero di raccomandata riportato sulla ricevuta postale o il numero di protocollo rilasciato dagli uffici. La partecipazione alle selezioni comporta il versamento di un contributo, non rimborsabile, di 5 euro, a copertura forfetaria delle spese concorsuali, che deve essere effettuato con un bollettino postale a quattro parti, sul conto corrente numero 75643411, intestato a: Università degli studi di Cagliati, Servizio tesoreria. selezioniIl concorso prevede lo svolgimento delle seguenti prove: preselezione, uno scritto, una prova tecnico-pratica e un colloquio. La prova di preselezione delle due selezioni si svolgerà giovedì 14 dicembre, alle 9, nei locali dell'Ateneo cagliaritano. Il prossimo 7 dicembre sarà confermata, nell'Albo ufficiale dell'Università e nel sito internet www.unica.it, la data della prova e ulteriori informazioni sul suo svolgimento. informazioniI testi integrali dei due bandi di selezione sono stati pubblicati nella Gazzetta ufficiale 80 di venerdì 20 ottobre dove si possono avere informazioni più dettagliate.
Giuseppe Deplano
 
2 – L’Unione Sarda
Pagina 37 – Lavoro
Carabinieri Concorso e selezione per poter frequentare Giurisprudenza all'Accademia
Università per diventare ufficiali
Ufficiali della "Benemerita". Il ministero della Difesa ha indetto un concorso per l'ammissione di cinquanta allievi al primo anno del centottantanovesimo corso dell'Accademia per la formazione di base degli ufficiali dell'Arma dei Carabinieri, per l'anno accademico 2007-2008. requisitiAl concorso possono partecipare i ragazzi e le ragazze, anche se già alle armi, purché siano cittadini italiani, abbiano compiuto i 17 anni e non aver superato i 22. I marescialli e i brigadieri dei Carabinieri non devono avere superato i 28 anni (al 31 ottobre 2007). Gli altri requisiti sono il godimento dei diritti civili e politici e non essere imputati per delitti non colposi o essere sottoposti a misure di prevenzione e di sicurezza né in situazioni incompatibili con l'acquisizione o la conservazione dello stato di ufficiale dell'Arma. Ogni candidato dovrà avere o essere in grado di conseguire (al termine dell'anno scolastico 2006-2007) il diploma di istruzione secondaria di secondo grado conseguito dopo la frequenza di un corso almeno quinquennale. scadenzaLe domande, redatte nell'apposito modulo (disponibile in tutte le stazioni dei Carabinieri) deve essere presentata entro lunedì 13 novembre direttamente a un comando di stazione dell'Arma o spedita per raccomandata al ministero della Difesa, Comando generale dell'Arma dei Carabinieri, Centro nazionale di selezione e reclutamento, Ufficio reclutamento e concorsi, viale Tor di Quinto 119, 00191 Roma. selezioneIl concorso prevede lo svolgimento di una preselezione consistente in prove di efficienza fisica, accertamenti sanitari, scritto di cultura generale, accertamenti attitudinali e sanitari di controllo, orale, una seconda prova orale facoltativa di lingua straniera e infine un tirocinio di durata non superiore a 60 giorni. Alle prove i concorrenti devono presentarsi muniti di carta d'identità o di altro documento di riconoscimento valido, rilasciato da una amministrazione dello Stato. studiGli allievi saranno tenuti a seguire corsi universitari (a indirizzo giuridico-amministrativo) nell'Accademia militare di Modena e nella Scuola ufficiali Carabinieri di Roma, per il conseguimento della laurea magistrale in Giurisprudenza. informazioniIl testo integrale del bando è stato pubblicato nella Gazzetta ufficiale 78 di venerdì 13 ottobre e può essere consultato per informazioni più dettagliate. (giu. dep.)
 
3 – L’Unione Sarda
Pagina 35 – Lavoro
FORMAZIONE Un'iniziativa del ministero, dei presidi e della Confindustria
Lauree scientifiche in crisi, un piano per fermare il calo
Coinvolti istituti e scuole in iniziative che hanno lo scopo di incentivare gli studi di matematica, chimica e fisica
Iniziative attivate: 1619. Scuole e istituzioni coinvolte: 1925. Investimenti: 3 milioni di euro. Sono questi i numeri più significativi che meglio definiscono il Progetto lauree scientifiche (Pls), promosso dal ministero dell'Università e della Ricerca, dalla Conferenza dei Presidi delle facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali e dalla Confindustria, che si propone di avvicinare i giovani alla chimica, fisica, matematica e alla scienza dei materiali, ma anche di contrastare il calo delle immatricolazioni riscontrato negli ultimi anni in queste Facoltà. gli scopiIl Progetto dispone anche di un portale in internet (www.progettolaureescientifiche.it/cgi-bin/WebObjects/pls) che ha due scopi principali: facilitare l'accesso alle informazioni sulle attività in programma e tratteggiare il contesto culturale in cui si inseriscono le azioni del progetto, con delucidazioni sui corsi di laurea, i percorsi post lauream, l'inserimento nel mondo del lavoro, sia in Italia sia all'estero. nove PROGETTiIl Pls si articola in nove progetti: orientamento e formazione insegnanti area chimica; orientamento e formazione insegnanti area fisica; orientamento e formazione insegnanti area matematica; scienza dei materiali; formazione triennale, stage e post lauream area chimica; formazione triennale, stage e post lauream area fisica; formazione triennale, stage e post lauream area matematica; borse di studio e azioni generali. I primi quattro progetti propongono un nuovo modo di fare orientamento: gli studenti sono protagonisti di attività (laboratori, seminari, produzione oggetti e materiale didattico, test di autovalutazione) che sono realizzate dagli stessi insegnanti che, a loro volta, hanno nuovi stimoli. I tre progetti formazione triennale, stage e post lauream forniscono informazioni su borse di studio, formazione post lauream e stage. Infine ci sono le azioni generali: realizzazione del portale delle lauree scientifiche, monitoraggio delle attività e dei fabbisogni del sistema produttivo italiano. ORIENTAMENTOL'idea cardine del Progetto è l'utilità e l'efficacia di un buon orientamento, sia in itinere sia dopo la laurea. A tal proposito è stato predisposto un testo per gli studenti, dal titolo "Quattro idee per il futuro", che fornisce informazioni sui corsi di studio scientifico; su come arrivare preparati alla scelta dell'Università; sulle opportunità di studio in Italia e all'estero e sulle possibilità di lavoro e ricerca a livello nazionale e internazionale. POST LAUREAMMolto esaustiva la sezione dedicata al post lauream. Si parla di master e stage, di dottorati e mobilità dei ricercatori e soprattutto di borse di studio. CULTURA SCIENTIFICA Infine vale la pena di consultare la sezione "Cultura scientifica": un elenco di eventi, mostre, festival, conferenze e convegni per chiunque voglia avvicinarsi al sapere scientifico contemporaneo.
Renata Fadda
 
4 – L’Unione Sarda
Pagina 46 – Sassari
Sassari. La Commissione ha aspettato invano i suggerimenti dell'Ateneo e dell'Azienda sanitaria
I grandi assenti dell'urbanistica
Asl e Università disertano l'incontro per il Puc
La Commissione ha aspettato invano l'arrivo dei rappresentanti dell'Ateneo e di quelli dell'Azienda sanitaria. Dall'Università non è arrivata nessuna giustificazione per l'assenza, mentre dalla Asl si sono scusati: «I tecnici hanno avuto un imprevisto».
 
Università e Asl n°1 disertano la Commissione urbanistica del Comune di Sassari, glissando l'invito per partecipare alla discussione sul nuovo Puc. La Commissione ha aspettato invano per due ore l'arrivo dei rappresentanti dell'Ateneo sassarese e di quelli dell'Azienda sanitaria. Dall'Università non è arrivata nessuna giustificazione per l'assenza, mentre dalla Asl, anche se fuori tempo massimo, si sono scusati con la più classica delle scappatoie: «I tecnici che avrebbero dovuto partecipare alla riunione hanno avuto un imprevisto». Pazienza per i dodici consiglieri comunali convocati dal presidente della Commissione, Gian Paolo Mameli, arrivati puntuali alle 9 a Palazzo Ducale, e rimasti con le mani in mano per due ore, dalle 10 a mezzogiorno. Per discutere il nuovo Piano urbanistico comunale la Commissione ha calendarizzato una serie di incontri con associazioni e istituzioni cittadine. La scorsa settimana ha annotato le richieste del Terzo settore, Confindustria, commercianti e sindacati. Ieri erano in programma altre quattro audizioni: alle 9 le aziende di trasporto pubblico, e a seguire, Università, Asl e ordini professionali. Bene il primo confronto: i rappresentanti dell'Atp (il presidente Leonardo Marras e il direttore Gesuino Porcu), quelli delle FdS (il dirigente Ernesto Porcu), e dell'Arst, rispondono all'invito e si presentano puntuali all'appuntamento. I commenti e i suggerimenti sul Puc delle tre aziende collimano: lavorare insieme per creare un sistema integrato di trasporti. Alle 10 la Commissione è costretta a fermarsi: i rappresentanti dell'Università danno buca al Comune e i commissari prolungano la pausa caffè di un'ora. Alle 11 tutti di nuovo in aula Consiglio per onorare l'appuntamento con gli ambasciatori della Asl. Dopo dieci minuti di attesa il sospetto che come l'Università, anche l'Azienda sanitaria avesse di meglio da fare che discutere del Puc con l'amministrazione comunale serpeggia fra i membri della terza Commissione. Dopo altri dieci minuti il dubbio diventa certezza: dalla Asl fanno sapere che i tecnici incaricati di partecipare alla riunione hanno dato forfait, pare per un impedimento generale che avrebbe scombinato gli uffici. Alla Commissione non resta che aspettare fino a mezzogiorno, sperando che almeno i rappresentanti degli ordini professionali tengano fede agli impegni e non ignorino l'invito a recarsi a Palazzo Ducale. Speranze ben riposte. Alle 12 in punto fanno capolino nell'aula consiliare i responsabili dell'ordine provinciale degli Architetti, quelli degli Ingegneri, degli Agronomi, dei Geologi e dell'associazione dei Geometri. Tutti ringraziano per l'invito plaudendo all'iniziativa di discutere insieme il Puc, e tutti muovono due richieste al Comune: non cancellare con un colpo di spugna la storica affezione dei sassaresi per la casetta in campagna, e non piegarsi senza far valere le ragioni e le peculiarità del territorio al Piano paesistico regionale.
Vincenzo Garofalo (Unioneonline)
 
6 – L’Unione Sarda
Pagina 9 – Esteri
Francia, lo rivela un'inchiesta del quotidiano Le Figaro
Uno studente su 57 si vende per pagare le spese dell'Università
ParigiLa prostituzione cattura nuovi spazi fra studenti e studentesse francesi al di sopra di ogni sospetto. Di certo fare commercio del proprio corpo porta via meno tempo del classico part-time come cameriera da Mc Donald's ed assicura guadagni ben più elevati: così, secondo alcuni studi, in Francia lo fanno circa uno studente ogni 57. «Il fenomeno esiste, ed è la conseguenza della tensione crescente sul potere d'acquisto degli studenti. Con la crescita degli affitti aumentano le loro spese, mentre le borse scolastiche restano identiche» spiega al quotidiano Le Figaro il presidente del consiglio dell'Osservatorio della vita studentesca, Guillaume Houzel. Secondo il sindacato Sud-Etudiant a utilizzare il proprio corpo per pagarsi studi, appartamento e divertimenti sono oltre 40.000 studenti francesi, la maggior parte ragazze: quindi, uno studente su 57. Una cifra che Le Figaro consiglia di prendere con le pinze, dato che non esiste ancora nessuna indagine approfondita: «Si tratta di un fenomeno molto discreto e difficilmente quantificabile» sottolinea Guillaume Houzel. Molte studentesse accettano infatti di fare le donne delle pulizie con la clausola di farlo in abiti sexy o solo in intimo: la retribuzione cresce esponenzialmente per ogni indumento tolto. Altre si propongono come massaggiatrici ed altre ancora si iscrivono in agenzie che procurano accompagnatrici: solo le più temerarie, o le più disperate, scendono in strada. Infatti, spiega Houzel, «la prostituzione studentesca è un'attività piuttosto individuale ed occasionale».
 
7 – L’Unione Sarda
Pagina 1
Dietro il convegno di psichiatria Quando la genetica curerà la depressione
di Leonardo Tondo *
In una vignetta presentata da un relatore al congresso di Psichiatria Genetica in corso a Cagliari, una signora mostra il disegno della sua mappa genomica al farmacista con la richiesta del farmaco giusto per la sua depressione. Per ora, roba da ridere. Per la realtà bisognerà aspettare appena qualche anno. Complimenti al team della professoressa Del Zompo che è riuscita a portare in città il fior fiore degli esperti mondiali per il loro 14° appuntamento. La materia fino a qualche anno fa era piuttosto negletta, ma le meraviglie tecnologiche stanno portando a sviluppi al di là dell'immaginazione. Non è mancato un piccolo gruppo di contestatori a favore di una linea di non intervento medico sulla depressione. Sostengono si tratti di un modo di essere. Un ritorno a quel "romanticismo" della malattia psichiatrica, di quelli che Se non ci fosse stata la depressione, non avremmo avuto Hemingway, Kierkegaard, Schumann, Van Gogh o Pavese. Molti artisti hanno dovuto combattere le insidie del male oscuro, ma la stragrande maggioranza di quel 10-15 per cento della popolazione che ciclicamente si ammala di depressione ha poche spinte creative. Sta soltanto male, e senza alcuna consolazione. Basta leggere il libro Lunatica di Alessandra Arachi, giornalista del Corriere della Sera. Una testimonianza in prima persona, su come ci si sente quando si è depressi e si pensa soltanto a come togliersi la vita. Eppure, esiste ancora chi manifesta a favore delle nostre risorse interne e contro i farmaci, che fanno arricchire le multinazionali. La vecchia storia del Devi Reagire, Devi Metterci Buona Volontà e così via. Al talibanismo di chi vuole convincere gli altri a pensare come loro, va opposta la libertà di curarci come vogliamo. Se decidiamo di farlo, le opzioni sono molte e le possibilità di stare meglio superiori a quelle di rimanere così come siamo, con un altissimo rischio-suicidio. Per le opzioni terapeutiche la genetica ci aiuterà moltissimo. Si potrà dire a una persona di fare attenzione agli stress prolungati perché potrebbe essere predisposto alla depressione. Un po' come facevano la mamme quando raccomandavano la sciarpa in inverno al figlio deboluccio. Si potranno distinguere forme diverse di depressione. Soprattutto, si potranno trovare le terapie efficaci per ogni persona, in base al proprio corredo di geni. In questo modo, conoscendo a quale farmaco è più probabile che la persona risponda, si potranno diminuire i tempi della malattia e trovare cure più adatte. Come tutte le tecnologie, non mancano i pericoli. Si useranno le conoscenze sul genoma per prevenire e trattare la schizofrenia e la depressione o per identificare prima della nascita chi ne soffrirà. Che decisione prenderà una coppia sapendo di avere un figlio predisposto? Cercherà di evitargli gli stress fin dalla nascita per ridurre il rischio, oppure interromperà la gravidanza? In questo secondo caso, si rischia quell'omologazione che farebbe diventare realtà i sogni hitleriani, con la perdita delle diversità che invece arricchiscono la nostra vita.

* Università di Cagliari

 
 
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 35 - Cultura e Spettacoli
A Sassari il preside della facoltà di Scienze della comunicazione della Sapienza, Mario Morcellini
«L’università contro il declino»
Scambi di cultura per arginare la crisi di valori sociali
L’attenzione verso scuola, famiglia e mondo del lavoro
 
PIER GIORGIO PINNA
 
SASSARI. «L’università? Può diventare il luogo per ricostruire i valori in crisi: sia nel mondo del lavoro sia per la scuola e la famiglia». Tutt’altro che accademico, Mario Morcellini spiazza un po’: i suoi sono interventi graffianti e incisivi. Ma non stupisce i colleghi docenti e i tanti studenti accorsi ad ascoltarlo. Stile asciutto, lontano dalla retorica e vicino a principi di solidarietà tra generazioni, in due lezioni-conferenza nell’ateneo calamita l’attenzione generale. Preside della facoltà di scienze della comunicazione alla Sapienza e presidente della Conferenza nazionale dei corsi di laurea in questa materia, autore di saggi su terrorismo, mafia, tv, consumi e spot, Morcellini si conferma profondo conoscitore delle diverse realtà nazionali. Così per lui è facile cimentarsi in una full immersion tutta sassarese: prima con gli allievi del dottorato in «Scienze della governance e sistemi complessi», poi nel corso «Donne, politica e istituzioni».
 - Da che cosa dipende il declino di cui lei parla, professor Morcellini?
 «È un fenomeno legato alla società e al sistema politico. Tutt’e due si fanno sfuggire l’opportunità di ridisegnare il futuro del Paese».
 - Verso quale direzione?
 «Contro la precarizzazione del lavoro, innanzitutto. E sotto questo profilo l’università è uno dei pochi posti nei quali giovani e adulti possono ancora riconoscersi, senza separarsi, col ricorso a linguaggi non incompatibili. Magari cercando di comprendere cosa c’è dietro le trasformazioni nella domanda di formazione professionale».
 - Come si colloca in questo discorso la politica del nuovo governo nei confronti dell’università?
 «In una posizione migliore che nel recente passato. Intravedo importanti segnali».
 - Quali?
 «Faccio due esempi. Il primo è la strategia dissuasiva nei riguardi della proliferazione delle gemmazioni di facoltà nel territorio e dei corsi di laurea telematici. Il secondo, invece, la straordinaria idea di dare un posto stabile negli atenei a centinaia di ricercatori. Fatto, quest’ultimo, che porterà ulteriori vantaggi».
 - Di che genere?
 «Combattere il precariato intellettuale e correggere l’incredibile invecchiamento della popolazione docente».
 - Fenomeno, questo, che non ha mai permesso l’eliminazione di politiche baronali ma le ha in qualche modo rilanciate.
 «Oggi sono però più fiducioso: scorgo, tangibile, la volontà di eliminare almeno alcuni punti di crisi».
 - Nell’università restano tuttavia gravi problemi: chiusure localistiche, pochi e limitati progetti per restare all’avanguardia in Europa, diseguaglianze nord-sud nelle chance d’investimenti integrati da parte dei privati, soltanto per citarne qualcuno.
 «È di sicuro così. Ma con qualche posizione in controtendenza. Sassari, per esempio, riesce molto bene a convogliare i fondi Ue verso ottimi progetti. Però ai mali già conosciuti da tempo se ne aggiungono altri. E fra questi va ricordata la riluttanza da parte dei media a parlare dell’enorme valore di socializzazione rappresentato dall’università».
 - Che cosa intende?
 «Tv e stampa hanno una difficoltà strutturale a capire il ruolo degli atenei per ciò che riguarda gli scambi tra generazioni. Naturalmente la questione è variegata, coinvolge altri, come le imprese italiane».
 - In che senso?
 «Tornando al tema dei fondi integrativi per l’università e a quelli del lavoro, non è vero che esistono grosse differenze tra Meridione e Settentrione. Gli imprenditori, Confindustria in testa, si dilunguano in molte chiacchiere ai convegni. Ma poi, con le debite eccezioni, fanno poco per formare moderne figure professionali, intervenire nella ricerca, promuovere innovazioni tecnologiche, favorire lo sviluppo».
 - Lei, professore, parla spesso del ruolo delle donne nei consumi culturali e nella formazione universitaria.
 «C’è una rivoluzione in corso, ma a quanto pare nessuno se ne accorge. L’universo femminile sta acquisendo posizioni più innovative degli uomini in alcune strategie d’azione: negli atenei come nei media c’è un rovesciamento degli assetti tradizionali».
 - Superando il concetto delle gemmazioni, ritiene positivi in certe realtà geografiche come la Sardegna i consorzi tra facoltà per creare altri corsi di laurea, master e specializzazioni?
 «Fatta salva la tutela delle università nelle loro sedi storiche, credo nell’esigenza di coltivare la crescita dei mercati di espansione culturale».
 - Qual è l’aspetto più importante nell’insegnamento dei processi di comunicazione?
 «Una grandissima sensibilità etica: senza, non si possono difendere i ragazzi chiamati ad apprendere».
 - Il futuro formativo del giornalismo italiano è soltanto nelle università?
 «Assolutamente sì. Professionalità così centrali non possono che venire affidate a individui con standard di preparazione adeguati ai compiti richiesti un domani e alla capacità che si domanderà loro di possedere».
 - In Italia ci sono quindicimila giornalisti professionisti in attività e ventumila iscritti ai corsi di laurea in scienze della comunicazione: non c’è il rischio di un esercito di disoccupati?
 «Credo proprio di no. Queste valutazioni partono da una stretta correlazione fra giornalismo e corsi di comunicazione. Non è però un processo simmetrico. I laureati potranno non occuparsi d’informazione in senso stretto. Ma svolgere mansioni di responsabilità in tutti gli altri settori della comunicazione: dagli uffici pubblici a quelli privati».

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