Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
27 October 2006
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 8 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda, La Nuova Sardegna e Il Sardegna  

 
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 27
Congresso. Domani via al simposio della società internazionale di psichiatria genetica
Alla scoperta dei segreti del cervello
Cinque giorni per capire come nascono le patologie mentali
Conoscere sempre meglio il funzionamento del cervello e del patrimonio genetico per avviare nuove ricerche nel campo farmaceutico e vincere la lotta contro le patologie che colpiscono il sistema nervoso centrale. Genetica, neuroscienze e psichiatria clinica si tendono la mano in una simbolica santa alleanza contro malattie come depressione, ansia, disturbi del sonno, schizofrenia, autismo, dipendenza da droga e alcol. Lo fanno nel XIV congresso mondiale della Società internazionale di psichiatria genetica (Ispg), che prende il via domani alla Fiera di Cagliari. Un appuntamento che si svolge per la prima volta in Italia e che rappresenta un importante riconoscimento per il lavoro svolto da Maria Del Zompo, docente di Farmacologia all’Università di Cagliari e scienziato di fama mondiale, e dal suo staff a cui è stata affidata l’organizzazione del congresso che richiamerà in città (fino a mercoledì 1 novembre) un migliaio di specialisti e ricercatori. il congresso Durante le cinque giornate di studi si cercherà di dimostrare come la ricerca genetica clinica e molecolare possa aiutare la comprensione dei disturbi psichiatrici. I geni svolgono sempre più un ruolo importante nello studio delle malattie e dei disturbi psichici. Per questo è necessario potenziare la ricerca che, in un futuro non lontano, permetterà di decifrare con maggiore chiarezza i fattori di rischio genetici nell’insorgenza delle patologie. Nel congresso, che prevede centinaia di sessioni di studio e dibattito (oltre a nove simposi), il gene sarà dunque dibattuto sotto tutti i punti di vista, da quello della biologia molecolare a quello della filosofia. la depressione Gli spunti da cui partire sono molti: in Italia, per esempio, sono circa 5 milioni le persone colpite dalla depressione, con una spesa sanitaria valutabile in 15 miliardi di euro l’anno. Allarmante l’aumento dei casi tra i giovani e giovanissimi, che ha portato la percentuale degli adolescenti depressi tra l’8 e il 10%. la soddisfazione«Si tratta», afferma Maria Del Zompo, «di un riconoscimento per l’Ateneo, per la facoltà e per tutto il gruppo di lavoro. Il congresso è l’occasione per far incontrare ricercatori di diverse scienze per ragionare insieme sulle malattie che colpiscono il sistema nervoso centrale. Sarà analizzato principalmente il gene e i fattori che interferiscono nel Dna delle persone creando disturbi psichici».
Matteo Vercelli
 
2 – L’Unione Sarda
Provincia di Sassari Pagina 52
Sassari. Nell’Istituto di anatomia prelevati i campioni sui corpi delle donne: i test finiscono a Roma
Morti sospette per mucca pazza
Due anziane colpite dalla sindrome di Jacobs
È bastato il sospetto. Due donne morte a distanza di sei mesi una dall’altra, uccise da gravi disturbi neurologici. Su entrambe è stata richiesta ed effettuata l’autopsia per accertare se la loro scomparsa possa essere stata causata dal morbo di Creutzfeld-Jacobs, encefalopatia spongiforme umana: la variante umana di «mucca pazza». Il primo caso riguarda un’anziana sassarese, morta circa sei mesi fa: è stata eseguita l’autopsia, prelevati campioni di tessuto cerebrale e inviati all’Istituto superiore della Sanità, a Roma. Ancora non si conoscono i risultati delle analisi. Il secondo episodio sospetto risale a una settimana fa. Martedì scorso una donna di 68 anni di Laerru è morta dopo avere manifestato sintomi in qualche modo riconducibili al morbo di Creutzfeld-Jacobs. Per eseguire l’autopsia i medici dell’Istituto di anatomia patologica dell’Università di Sassari hanno dovuto aspettare l’arrivo di reagenti e attrezzature da altre strutture dell’Isola e dal Continente. Anche in questo caso i campioni del tessuto cerebrale prelevati dal corpo della donna sono stati inviati all’Istituto superiore della Sanità, a Roma. E anche in questo caso prima di avere i risultati delle analisi bisognerà aspettare diversi mesi. Dagli ambienti medici sassaresi massima prudenza e nessun allarme per le due autopsie. Dopo l’epidemia che negli anni Novanta ha causato 180 vittime in Inghilterra, 15 in Francia, e solo 1 in Italia (una ragazza siciliana che aveva carne infetta proveniente dal Nord Europa), secondo la letteratura medica il morbo di Creutzfeld-Jacobs statisticamente colpisce ogni anno 1,5 persone su un milione. Numeri che devono tranquillizzare la popolazione e che dimostrano l’assoluta rarità della malattia. A determinare l’insorgenza della malattia è la presenza di un prione infetto, ossia una particella di natura proteica che attacca il sistema nervoso centrale portando irrimediabilmente alla morte. Il prione è verosimilmente lo stesso che nei bovini è responsabile della Bse, la malattia conosciuta con il nome di Mucca Pazza, e negli ovini causa la Scrapie o Pecora Pazza. Nella variante umana esistono tre forme. La più comune è quella cosiddetta sporadica, responsabile dell’85 per cento dei casi. Si contrae mangiando carne infetta, ma solo le parti dove si annida il prione, ossia tessuti e organi del sistema nervoso (cervello e midollo). Esiste poi la forma classica, cui si addebitano il 14 per cento dei casi, e questa ha cause genetiche. L’ultima forma, rarissima, riguarda appena l’1 per cento dei casi ed è riconducibile per esempio a trasfusioni di sangue infetto. In Sardegna, come in Italia e nel resto dell’Europa, i controlli sui capi bovini destinati alla macellazione e al mercato sono rigorosi. Nell’Isola una sola volta è stato trovato un capo di bestiame affetto da Bse, nel 2002 ad Arborea. La carne proveniva dal nord Europa, e i controlli effettuati in Sardegna avevano consentito di bloccarne l’immissione sul mercato.
Vincenzo Garofalo (Unioneonline)
 
3 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 25
castello
Società storica sarda, si celebra il centenario
Due giornate di incontri e una mostra bibliografica dedicati agli appassionati di storia: così la Deputazione di storia patria per la Sardegna (ex Società storica sarda) celebra il suo centenario. L’iniziativa prenderà il via oggi alle 16,30, nell’aula magna del Rettorato. Luisa D’Arienzo, presidente dell’istituto, ripercorrerà i cento anni dell’associazione. Alle 18,30, in via Università 32 sarà inaugurata una mostra bibliografica con la presentazione del catalogo "Un’isola e la sua storia". I lavori proseguono domani alle 9, alla Cittadella dei musei con l’illustrazione di alcuni studi storici. Nel pomeriggio, accanto all’illustrazione di altre ricerche, Luisa D’Arienzo presenterà "La presenza degli italiani in Portogallo al tempo di Colombo". (n.p.)
 
4 – L’Unione Sarda
Cagliari e Provincia Pagina 21
Sbocchi professionali nelle terme, nei centri benessere e negli stabilimenti balneari
L’Università sforna i primi dottori in fitness
Centri benessere e terme, beauty farm e talassoterapia: il boom di questi anni non ha nascosto un’esigenza, quella di trovare nel mercato del lavoro personale altamente specializzato. Dottori in fitness. L’università di Cagliari è la prima in Italia a organizzare un master che si propone di creare una nuova figura professionale. Uno specialista in grado di fornire un’assistenza di alto livello a chi frequenta terme, centri per il benessere ma anche semplici stabilimenti balneari. La novità«La nostra iniziativa - spiega il direttore del master, Alberto Concu, docente di metodi e didattiche delle attività sportive presso l’ateneo cagliaritano - è nata da una semplice osservazione del mercato. In Sardegna esistono almeno 30 strutture che hanno l’esigenza di affidare i loro clienti a operatori in grado di lavorare al meglio al fianco dei medici e di studiare caso per caso i trattamenti o le terapie da proporre ai clienti-pazienti». Fanghi, massaggi, attività fisica, recupero funzionale dopo un trauma, semplici sedute di elioterapia tra un bagno nel mare e un altro: l’obiettivo è quello di migliorare la qualità della vita. «Queste figure professionali consentiranno di applicare il protocollo di terapie fisiche studiate per ogni caso individuale. A questo master di primo livello al quale saranno ammessi 25 persone. Le lezioni si svolgeranno tra l’istituto di medicina dello sport e il centro benessere del Forte Village, partner della facoltà di Medicina in questo progetto». Il mercatoIl discorso interessa molto da vicino stabilimenti balneari: «L’esigenza di nuove figure professionali nel settore è sentita ma soprattutto in prospettiva futura, perché attualmente la legge impone molti limiti a chi vuole realizzare nuove strutture negli stabilimenti balneari». Maria Luisa Mossa, titolare delle Terme di Sardara, svela che sino a oggi è stata la sua azienda a provvedere alla formazione professionale: «Abbiamo organizzato corsi per bagnini e fanghini anche per le altre terme sarde. La novità è positiva». I requisitiIl master è riservato ai laureati in scienze motorie, fisioterapia, infermieristica, ostetricia, tecniche di laboratorio biomedico, tecniche di radiologia medica per immagini e radioterapia, assistenza sanitaria, Scienze naturali, biotecnologie industriali, bioecologia applicata, biologia sperimentale, scienze e tecnologie erboristiche, tossicologia dell’ambiente, del farmaco e degli alimenti e ai laureati in medicina, biologia, farmacia, chimica e tecnologie farmaceutiche. Le domande devono pervenire entro il 31 ottobre.
Paolo Carta
 
1 – La Nuova Sardegna
Pagina 38 - Nazionale
«L’università ha bisogno del parco» 
I concorsi contestati: interviene il preside della facoltà di Agraria 
«Un calo di tensione con la fine dell’ipotesi di oasi sul Gennargentu» 
Nino Bandinu
 NUORO. L’Università nuorese è in crisi? La ricetta del preside della facoltà di Agraria, Pietro Luciano, è pronta: bisogna tornare al Parco del Gennargentu. Ma a patto che si crei il consenso. Solo con il parco si potrà garantire maggiore fiducia, più iscrizioni all’ateneo nuorese, e una prospettiva di studio, di ricerca sul campo, e anche occupazione per molti giovani.
 Anche Pietro Luciano, preside della facolta di Agraria di Sassari, dalla quale dipendono i corsi nuoresi di Scienze forestali e ambientali (diversi da quello di Scienze ambientali) pensa che il futuro dipenda molto dal Gennargentu. In particolare dal Parco nazionale, per lo sbocco di ricerca e occupativo che può garantire a numerosi laureati.
 La sua prima attenzione, però, cade sul caso del concorso per funzionario dirigente nell’Enete foreste che ha visto esclusi tutti i candidati.
 «Sono rimasto sorpreso innanzitutto - afferma Luciano - dal titolo del primo articolo che parlava di “bocciatura” e che ne parlava generalizzando. Ma poi la notizia mi ha colpito anche alla luce delle prove ai concorsi presi in esame. I dati che io ho comunque in mano non parlano di una situazione così grave. Anzi devo precisare che i laureati di Scienze Forestali della sede di Nuoro, in tutti i concorsi fatti, sono quelli che sono stati considerati idonei nella percentuale più alta rispetto al numero dei concorrenti».
 Su 120 che hanno partecipato, secondo Luciano, ben 36 hanno superato la prova. Al contrario di quanto è successo in altri concorsi, come per quelli di «Scienze biologiche e naturali», anche di altre sedi universitarie. Il risultato generale quindi non sarebbe così sconfortante. «Dico questo - aggiunge il preside di Agraria - perchè si evitino in futuro incomprensioni e non si danneggi l’immagine della sede nuorese». Resta comunque in piedi il dato clamoroso dei candidati per Scienze ambientali: nessuno è passato al concorso.
 «Per quanto riguarda Scienze ambientali (corso diverso da quello di Scienze forestali ed ambientali) - continua Luciano - pur non conoscendo il contenuto delle domande dei test, ritengo siano probabilmente valide le considerazione fatte dagli stessi candidati che hanno parlato di quiz non pertinenti al loro corso di laurea». La bocciatura dunque non sarebbe frutto di impraparazione o basso livello culturale. Il problema invece consisterebbe nei test preparati per il concorso.
 Altri invece attribuiscono i deludenti risultati al calo di tensione complessiva seguita al crollo dell’ipotesi di Parco nazionale sul Gennargentu. Su questo in parte è d’accordo anche il preside di Agraria, che non a caso parla di una «forte demotivazione alle iscrizioni» derivata da un «calo di tensione generale» oltre che dalla «speranza venuta meno» per l’occupazione nel Gennargentu per molti quadri. «Io sono convinto - aggiunge Luciano - che il Parco nazionale avrebbe potuto significare la creazione di un numero di posti di lavoro altamente qualificati. Per questo credo che bisogna riprendere con coraggio il discorso del Parco insieme a quello delle terre pubbliche, la cui utilizzazione possono diventare fonte di reddito più alto. A patto, però, che vegano cambiate le logiche nella gestione del parco. Ma per fare questo occorrono quadri e una campagna di sensibilizzazione».
 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 4 - Sardegna
Neonatologia
Inizia oggi il terzo congresso 
Dovunque nascono più maschi per compensarne la fragilità, nel capoluogo sardo accade il contrario 
L’anomalia di Cagliari, città rosa 
Boom di nascite a Sassari e Nuoro: piacciono i centri più piccoli 
Alessandra Sallemi
CAGLIARI. Oggi si apre il 3° congresso internazionale di neonatologia al T Hotel di Cagliari e, fra i lavori presentati, ci sarà un’informazione tutta sarda scaturita dai dati originali del pediatra Italo Farnetani professore a contratto all’università di Milano-Bicocca: nell’isola sono aumentati i neonati, si nasce di più nelle province di Nuoro e di Sassari, per il sud è Cagliari città che registra l’aumento di culle e, dato in contrasto con quanto madre natura s’era messa a fare, nel capoluogo nascono più femmine che maschi. Racconta Farnetani autore, tra l’altro, di libri dedicati ai genitori (come «I bambini guariscono sempre»), che i dati elaborati confermano quanto il Censis aveva specificato: l’aumento di nascite nelle province di Nuoro e Sassari è in linea col fatto «che la gente preferisce andare a vivere nei centri piccoli, possibilmente sotto i 5 mila abitanti perché si guadagna in sicurezza sociale, si evita lo stress da trasporti, si rende possibile una vita salutare per i bambini che non hanno bisogno delle due ore di palestra settimanali per muoversi».
 Cagliari sembrerebbe contraddire l’evidenza appena indicata, ma non è così: l’aumento di nascite registrato nel capoluogo dà conto della complessità necessaria nell’analizzare il fenomeno. Prima i dati: a Cagliari città tra il 2002 e il 2005 le nascite sono passate da 980 a 1.128 (2003), a 1.056 (2004) e 1.046 (2005). A Nuoro, Sassari e Oristano città sono diminuite costantemente, a Oristano provincia sono calate (in proporzione di meno rispetto al capoluogo), a Nuoro e Sassari provincia sono aumentate. Non ingrossa il dato la presenza delle popolazioni immigrate: questi numeri riguardano le nascite nelle famiglie locali. A proposito del sesso: in Italia nascono 106 maschi ogni 100 femmine, a Cagliari in controtendenza ci sono state 109 femmine per 100 maschi. Ma è un caso rispetto all’andamento normale dove la natura si è difesa dal rischio di estinzione dei maschi, che sono fragili, con la nascita di più bambini. Il dato meglio noto secondo il quale al mondo ci sono più donne che uomini riguarda l’età adulta e quella matura in particolare, quindi la capacità di sopravvivere degli uni rispetto alle altre. E’ così che fra gli ottantenni, due sono donne e uno è uomo. «L’aumento della natalità - riprende Farnetani - è un indicatore dello stato dell’economia reale. Vale l’esempio di Milano, dove ci sono gli affari e la finanza, ma le coppie giovani che fanno figli vanno dove c’è lavoro. Il fatto che si nasca di più a Cagliari e nelle province di Nuoro e Sassari può dimostrare che è qui che l’economia è più vitale».
Sul piano biologico la Sardegna è «italiana»: il mese in cui si nasce di più è settembre. «I dati tornano - spiega Farnetani - perché il concepimento è avvenuto tra dicembre e gennaio, nel periodo del solstizio d’inverno, quando la temperatura notturna minima qui può essere di 12 gradi, la più adeguata alla vitalità degli spermatozoi». D’estate quando la temperatura è alta gli spermatozoi (da 100 a 300 mila per eiaculazione) arrivano alla fecondazione esausti, mentre il gran freddo li blocca. Questa circostanza coincide con lo stile delle coppie che facilmente programmano il concempimento di un figlio per settembre (al ritorno delle ferie e per farlo nascere prima delle ferie successive) ma il concepimento arriva due, tre mesi dopo: il solstizio aiuta. Gli ormoni femminili si risvegliano sessualmente con la luce (che stimola la ghiandola cerebrale epifisi, la quale blocca la melatonina che a sua volta inibisce gli ormoni sessuali femminili) e così aprile è mese di concepimenti: dimostrato per Milano e Bari.
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 9 - Sardegna
Il killer del cane fa scena muta col giudice 
Cagliari, è in cella per furto aggravato della bestiola che poi ha massacrato 
CAGLIARI. Non ha voluto rispondere a chi lo accusa di aver sbattuto al muro una cagnetta di 10 mesi, ferendola a morte. Finito nel carcere di Buoncammino, Antonio Serri si è avvalso della facoltà di non rispondere nell’interrogatorio di garanzia di fronte al gip Alessandro Castello, che ha firmato l’ordine di arresto per il furto aggravato dell’animale. L’ingegnere cagliaritano di 40 anni, ricercatore di Elettronica all’Ateneo, ha varcato la cella martedì sera, quando i carabinieri di Pirri lo hanno prelevato su ordinanza della Procura. Il pm Maria Chiara Manganello ha ricostruito quanto è accaduto il 12 ottobre a Su Planu, grazie ad alcuni testimoni oculari. Serri avrebbe infierito sul cane di alcuni condomini, al termine di una annosa bagarre combattuta anche nelle aule di tribunale. In preda alla rabbia, avrebbe pensato di vendicarsi sul cucciolo Travanera, sapendo dell’affetto che il suo padrone provava per lei. Questa la ricostruzione dell’accusa: l’avrebbe presa per le zampette posteriori, scaraventandola sul muro del palazzo. Poi, dopo averla tramortita, l’avrebbe caricata sul monopattino elettrico che usava di solito nei suoi spostamenti e avrebbe buttato il cagnetto agonizzante in un cassonetto. Per ognuno dei tre momenti, stando ai carabinieri, ci sarebbero dei testimoni: tre vicini di casa pronti a giurare di averlo visto mentre maltrattava la bestiola. Gli stessi che probabilmente hanno avvisato il suo padrone, che l’ha presa dal cassonetto quando era quasi morta e l’ha portata al pronto soccorso veterinario. La bestiola guaiva con la schiena spezzata e il medico ha capito che non c’era più nulla da fare se non far cessare quelle sofferenze abbattendola.
 Dopo la denuncia per maltrattamenti sugli animali, i militari hanno scavato nella vita del professionista e scoperto che avrebbe usato il fax dell’Università per inviare messaggi di protesta ai carabinieri e ai quotidiani che hanno raccontato la vicenda. In quell’uso privato di strumenti pubblici il pm ha ravvisato l’ipotesi di reato di peculato, anche se ha poi chiesto la misura cautelare per il furto aggravato. Nell’ordinanza, il gip spiega che a motivare l’arresto è la possibilità di reiterare il reato, di infierire su un altro cane, ma anche la sua pericolosità sociale.
 L’ingegnere, attraverso il legale Roberto Nati, respinge ogni accusa: nelle sedi opportune porterà tutte le prove a sua discolpa. E dopo l’interrogatorio di garanzia di ieri, i legali Nati e Michele Schirò hanno presentato istanza di scarcerazione al Tribunale del Riesame. Di fronte ai giudici tenteranno di dimostrare che l’ingegnere non può trasformarsi in un serial killer di cani: insomma, che non ci sono i presupposti come la reiterazione del reato per trattenerlo in cella.
Elena Laudante 
1 – Il Sardegna
Grande Cagliari – pagina 29
Università. In Traduzione letteraria nemmeno un iscritto, in Matematica si contano sulle dita di una mano
Quattro gatti e un professore
ecco i corsi per pochi intimi
In Lingue e letterature moderne euroamericane soltanto dodici studenti, me n t re
per Professioni sanitarie e della riabilitazione una sola adesione nel 2005
Un ateneo per pochi intimi. Dove tutti si conoscono, e dove andare a lezione vuol dire arrivare in un’aula, magari con altre tre sole persone. E stare sui banchi può riportare all’atmosfera di un tipico pranzo o di una cena in famiglia. È questo il quadro che si potrebbe definire idilliaco se, in realtà, non fosse la spia di un sempre maggiore allontanamento da certi percorsi di studio, che emerge da un rapido sguardo ai cosiddetti “corsi fantasma” dell’Università di Cagliari. E’ proprio in questi corsi che il numero degli iscritti si può veramente contare sulle dita di una mano, e addirittura senza scomodarsi a utilizzarle tutte e cinque. È il caso, per fare soltanto uno dei tanti esempi, di Filologia e letterature dell’antichità che con i suoi quattro iscritti si classifica in cima alla classifica dei corsi meno frequentati dell’intero ateneo cagliaritano. E che può vantare un’altra curiosa caratteristica: a seguire le lezioni sono esclusivamente studentesse, nemmeno l’ombra di un ragazzo. Soltanto per una cifra, o meglio per uno studente, la vecchia laurea in Matematica si è vista soffiare il primo posto: i coraggiosi che si cimentano con numeri e teoremi sono vistosamente in calo. Soltanto cinque in tutta la città per la precisione hanno scelto il corso: tre donne e due uomini. Per contare invece gli iscritti di Filosofia teoretica, morale ed estetica servono esattamente le dita di due mani: dieci iscritti con una netta prevalenza femminile con otto presenze. Subito dopo arriva la laurea specialistica in Lingue e letterature moderne euroamericane con dodici studenti, tutti uomini a esclusione di una presenza femminile. Un corso che proprio non piace agli studenti cagliaritani è quello di Traduzione letteraria, istituito con la riforma, che nel 2005 non è riuscito ad avere nemmeno un’iscrizione. Altrettanto si può dire del corso di laurea in Scienze storiche con 49 iscritti e un numero di immatricolazioni pari a zero per lo scorso anno. Gli studenti che si sono iscritti alla laurea triennale sono appena 49 e nessuno di loro è in regola con il corso di studi. Nemmeno se ci si sposta nella facoltà di Medicina le cose vanno molto meglio. Se tutti questi corsi non affascinano gli stu studenti, altrettanto si può dire di Professioni sanitarie e della riabilitazione che, nel 2005, ha collezionato un magro bottino: c'è stata soltanto una nuova iscrizione. Se invece si vuole fare una classifica rispetto alla regolarità del corso di studi ci si deve rivolgere agli studenti di Archeologia: sono sedici gli aspiranti archeologi, dei quali nemmeno uno regolare con il corso di studi.
Silvia Casula

Questionnaire and social

Share on:
Impostazioni cookie