Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
24 October 2006
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 9 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna  

 
1 – L’Unione Sarda
Impresa Oggi - Pagina 30
Innovazione
A garantire l'attività sono soprattutto gli atenei: imprese in difficoltà
La Sardegna spende poco in attività di ricerca e sviluppo
In Sardegna la spesa in ricerca e sviluppo, fattore decisivo della competitività del sistema economico, nel 2004, è stata di soli 198,7 milioni di euro, in diminuzione rispetto al 2003 e in controtendenza rispetto alla crescita nazionale. Lo rileva l'Istat con l'indagine sulla spesa in ricerca e sviluppo "intra muros" pubblicata qualche giorno fa. La spesa sarda è effettuata soprattutto nelle università (145,8 milioni), nelle istituzioni pubbliche (42 milioni) e molto poco nelle piccole imprese: 10,5 milioni (nel 2003 era di 15,8 milioni). È pur vero che in Italia la ricerca è condotta per il 74% dalle imprese con oltre 500 addetti e la Sardegna difetta proprio di medie e grandi imprese. Diminuiscono anche i ricercatori sardi, passati dai 2.693 del 2003 ai 2.638 del 2004 con riduzioni nelle imprese (dai 247 a 180) e nelle università (da 1840 a 1821). La spesa nazionaleLa spesa nazionale per la ricerca e sviluppo elle imprese, delle istituzioni pubbliche comprese le università e delle istituzioni private non profit, è stata di 15,25 miliardi di euro, in crescita del 3,3% rispetto al 2003 in termini monetari, +0,3 in termini reali. L'incidenza sul prodotto interno lordo (Pil) si è ridotta lievemente passando dal 1,13% del 2002 all'1,1 del 2004. Lontano dall'obiettivo del 3% del Pil fissato con l'agenda di Lisbona, da raggiungere nel 2010. Le imprese hanno speso il 4,5% in più, circa 7,2 miliardi di euro, pari 47,8% del totale della spese delle aziende. Le istituzioni pubbliche hanno invece incrementato la spesa del 5,4%, tranne che le Università, che comunque spendono 5 miliardi all'anno, il 32,8% del totale, alimentando così la ricerca soprattutto nel Sud. In forte aumento la crescita annua dalle istituzioni non profit (+12%). I settoriLa R&S é concentrata in alcuni settori produttivi: in primo luogo nella fabbricazione di apparecchi radio e tv e nelle telecomunicazioni ( 947 milioni); nei prodotti chimici e farmaceutici (849 milioni); negli autoveicoli ( 827); nelle macchine e apparecchi meccanici (793), nelle attività di ricerca e sviluppo (768) e nella fabbricazione dei mezzi di trasporto. I settori utilizzatori sono le industrie chimiche e farmaceutiche, la fabbricazione dei veicoli e delle apparecchiature radio-tv e le telecomunicazioni. Ma anche l'elettronica, la gomma, la plastica, l'agroalimentare, le costruzioni, il tessile, il cuoio e le calzature. Gli addettiIl personale addetto alla ricerca e sviluppo in Italia, misurato sotto forma di "unità equivalenti a tempo pieno" è pari a 164.026 persone. Un dato in crescita del 1,4% rispetto al 2003, di cui 72 mila unità con la qualifica di ricercatore. Gli addetti alla ricerca crescono nelle università (2,2%), nelle istituzioni pubbliche (+3%) e nelle istituzioni non profit (13,7), ma diminuiscono, per il secondo anno consecutivo, nelle imprese (-0,6). Distribuzione territorialeIl Nord-ovest spende il 36,9% della spesa complessiva: in particolare la Lombardia raggiunge quota 21,2% del totale, seguita dal Piemonte 12,4%. Nel Centro Italia si spende il 26,6% del totale, nel Nord-est il 18,3% e nel Mezzogiorno il 18,2%. La spesa delle imprese è concentrata in Lombardia, Piemonte e Lazio che assorbono da sole il 60% della spesa totale. Nel Sud la spesa in ricerca e sviluppo è sostenuta soprattutto dall'università e dalle istituzioni pubbliche e la Sardegna non fa eccezione a questo quadro: nell'isola sono poche le imprese, soprattutto quelle più piccole, che riescono a dedicare tempo e risorse alla ricerca e sviluppo.
Gabriele Calvisi
 
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari Pagina 22
È la prima non vedente che si è laureata in lingua russa
Stefania, lo studio contro le tenebre
Università. La studentessa: «Le maggiori difficoltà? Trovare i testi cirilicci in Braille»
Stefania Cireddu ha 23 anni: è non vedente dalla nascita.
Ieri ha conseguito la laurea in Letteratura russa alla facoltà di Lingue
Non è una storia a lieto fine, ma quella di una donna che sa lottare per ciò che desidera. Stefania Cireddu ha 23 anni: è non vedente dalla nascita. Ieri ha conseguito la laurea in Letteratura russa, superando le enormi difficoltà legate alla lettura e alla scrittura dei caratteri in cirillico attraverso il linguaggio dei ciechi. È stata la prima, in Italia, a presentare una tesi così difficile. Adora la musica, ascolta Andrea Bocelli e Celine Dion: è quella che si definirebbe una ragazza assolutamente normale, non fosse per la particolare bravura negli studi. la tesiIeri, nell'aula magna della facoltà di Lingue, la studentessa cagliaritana ha esposto davanti ai professori il suo lavoro preparato con grande determinazione, e diventato realtà grazie all'aiuto di familiari e al supporto didattico dell'Istituto dei ciechi. La sua tesi sulla scrittura tattile, dall'invenzione della stampa a quella del computer, è stata premiata con 110 e lode. Ora Stefania si prepara a conseguire la laurea di secondo livello. Emozionata e felice, dopo l'esposizione della tesi si racconta circondata da tanti amici e dal fidanzato Davide: «Sono sempre stata abituata a studiare da sola con l'ausilio di pochi libri e con gli appunti che raccoglievo in Braille. Ho scelto il russo perché mi piace ed è un pò fuori dagli schemi». Il problema più grande che ha dovuto affrontare è la mancanza dei libri in braille: quelli in russo (ma anche tanti altri) sono stati trascritti nel linguaggio per non vedenti dagli operatori dell'Istituto dei ciechi di via Nicolodi, incaricato dall'università: «Il percorso di Stefania è stato una sfida», spiega l'insegnante Paolo Mura, che coordina i servizi di produzione del centro. «Per garantire un adeguato supporto abbiamo iniziato a lavorare un anno prima che iniziasse gli studi universitari». Stefania ha già qualche progetto progetti: «Mi piacerebbe insegnare e magari occuparmi di non vedenti». Oggi è responsabile regionale del settore giovanile dell'Unione italiana ciechi e canta nel coro dell'associazione. «È una ragazza fortissima e fa tutto di testa sua», racconta emozionato il padre Andrea, «per questo siamo fieri di lei e speriamo che riesca a tramandare un po' di bravura anche alla sorellina. Le auguriamo tutto ciò che desidera». la nonna Commossa anche la nonna, Maria Teresa Saco, che l'ha seguita durante gli studi: «È una ragazza molto indipendente, io l'aiuto solo quando ha bisogno di consultare un vocabolario o altri libri».
Nicola Perrotti (Unioneonline)
 
3 – L’Unione Sarda
Carbonia Pagina 22
Lo studio. Il "bilancio sociale" renderà conto delle attività, delle scelte e dei risultati
Comune sotto la lente dei cittadini
Uno strumento per valutare l'operato degli amministratori
L'amministrazione comunale ha deciso di avvalersi del bilancio sociale, un nuovo strumento per migliorare il dialogo con i cittadini
Può un'amministrazione comunale riuscire a lavorare sapendo di fare esattamente ciò che i cittadini desiderano? E può la stessa amministrazione organizzarsi in modo da ottenere il meglio da ciascun amministratore, funzionario, impiegato e collaboratore esterno? Probabilmente sì, anche se non è facile. Già, la bacchetta magica non esiste, però si possono costruire strumenti per provarci. Lo strumentoUno potrebbe essere il bilancio sociale che il Comune ha per ora deciso di adottare (e farsene pioniere in Sardegna) nel campo dei servizi sociali e cultura. La parola "bilancio" potrebbe far cadere in errore visto che non siamo di fronte a un semplice rendiconto economico fatto di cifre indecifrabili. «Il bilancio sociale è, infatti, un documento redatto dopo un lungo studio - come ha spiegato Giovanni Melis, professore ordinario di Economia aziendale della facoltà di Economia e commercio dell'Università di Cagliari, al cui dipartimento è stato affidato il lavoro - un documento finalizzato a rendere conto al cittadino delle scelte fatte dall'amministrazione, delle attività, dei risultati e dell'impiego delle risorse. Un lavoro da divulgare, anno dopo anno, individuando opportuni mezzi di comunicazione (dalle pubblicazioni cartacee a internet) in modo che tutti possano essere aiutati a comprendere e giudicare l'operato degli amministratori. E, allo stesso tempo, un lavoro da far analizzare agli stessi amministratori per verificare se è stata portata a buon fine la missione istituzionale». Lo studioAl momento lo studio, presentato nei dettagli da Giacomo Secci, dottore di ricerca in Economia e gestione aziendale, ha coinvolto i settori dei Servizi sociali e della Cultura e infatti ieri, alla presentazione, erano presenti il sindaco Tore Cherchi e gli assessori Maria Marongiu (Servizi sociali) Maura Saddi (Cultura) e Maria Luisa Poggi (Turismo, sport e spettacolo). «L'utilizzo del bilancio sociale è soprattutto un fatto culturale - ha detto Maria Marongiu - l'amministrazione apre un confronto diretto con la cittadinanza che, con i suoi giudizi, pareri e responsi può indirizzare gli interventi futuri e prendere atto, anno dopo anno, della crescita dell'amministrazione stessa». L'ottimale sarebbe un bilancio sociale per ogni settore della macchina amministrativa ed è proprio a questo che il Comune di Carbonia è deciso a puntare. I settoriLo studio presentato ieri è stato effettuato con la collaborazione del personale interno del Comune e già permette di tracciare alcune linee guida per chi lavora nel settore dei servizi sociali e, in particolare, con i giovani, gli anziani, i diversamente abili, le persone e le famiglie in difficoltà e il volontariato (e, in genere, campo della solidarietà sociale che in città conta numerose realtà). Conoscere i bisogni e le aspettative delle persone e soprattutto i loro giudizi su quanto per loro viene fatto, è per noi fondamentale - ha aggiunto Maria Marongiu - questo ci permette un confronto con gli addetti ai lavori, un miglioramento costante di quanto già viene apprezzato, la cancellazione di ciò che viene considerato inutile o comunque scarsamente adeguato alla richiesta e, infine, un monitoraggio costante del lavoro dei diversi uffici». Stesso discorso per la cultura, il turismo e lo sport, lo spettacolo. Gli assessori Saddi e Marongiu hanno evidenziato quanto un bilancio sociale possa essere utile in una città che negli ultimi anni tanto ha investito (e sta investendo in questi campi). Il materiale messo a loro disposizione è lungo (lo studio è durato un anno e mezzo) e dettagliato. Non rimane che farne tesoro. Stefania Piredda
 
4 – L’Unione Sarda
Lavoro oggi Pagina 35
Master Esperti nel funzionamento delle istituzioni Ue
Burocrati europei
"Diritto dell'integrazione europea delle autonomie" è il titolo del master di secondo livello che, organizzato dalla Facoltà di giurisprudenza di Sassari e dall'Universitè de la Corse "Pascal Paoli", è finalizzato alla formazione di esperti con conoscenza approfondita delle istituzioni europee e del loro funzionamento. Saranno ammessi quindici laureati italiani in giurisprudenza, economia e scienze politiche, con sufficiente conoscenza del francese. I selezionati saranno valutati in base al voto di laurea, frequenza di eventuali corsi post lauream, altre lauree e pubblicazioni ed esperienze lavorative congruenti e documentate. Il master, che durerà un anno, si articolerà in 1500 ore, per complessivi 60 crediti formativi universitari. L'attività didattica si svolgerà anche con strumenti di teledidattica. La domanda, diretta al Magnifico Rettore dell'Università di Sassari, piazza Università 21, 07100 Sassari, deve essere presentata entro venerdì, 17 novembre. Informazioni e modulistica sono disponibili nel sito dell'Università www.ammin.uniss.it/scuole_specializzzione/master.php oppure nella Segreteria della Facoltà di giurisprudenza. (r. f.)
 
5 – L’Unione Sarda
Provincia Gallura Pagina 49
Tempio. Profonda crisi dopo la polemica sui tagli ai finanziamenti regionali
Università, dimezzata la sede cittadina
Chiude il corso di laurea in Tossicologia degli inquinanti
Le lezioni sono state già sospese, i docenti della facoltà di Farmacia non tengono più i corsi di Tossicologia degli inquinanti ambientali. Tempio ha perso metà della sua sede universitaria istituita sei anni fa. I tagli ai trasferimenti della Regione (si è passati da 450mila a 40mila euro) hanno prodotto i loro inevitabili risultati. Ed è successo quello che amministratori comunali, ma anche i vertici della Provincia di Olbia-Tempio temevano. Senza soldi non possono essere pagati i docenti, il personale al lavoro negli uffici della sede gemmata e tutte le altre spese di funzionamento del piccolo polo universitario. Tossicologia degli inquinanti ambientali era un po' il fiore all'occhiello tra i corsi della facoltà di Farmacia trasferiti a Tempio dall'ateneo sassarese. Una laurea breve già conseguita da personale di alcune Asl sarde, operatori di diversi enti pubblici e dipendenti di aziende private che operano nel settore della riqualificazione ambientale. Ma l'incertezza degli ultimi mesi, oltre al taglio dei finanziamenti, ha scoraggiato tante persone che pure avevano contattato la segreteria della sede gemmata per l'iscrizione. «Il risultato era prevedibile - dice il sindaco Antonello Pintus - a forza di annunciare la chiusura, combattere per avere quanto ci era stato promesso e poi rincorrere la Regione, una struttura come questa perde di credibilità. In ogni caso noi non ci siamo certo arresi e faremo di tutto perché alla sospensione del corso di Tossicologia non segua la fine di questa esperienza». I vertici della Provincia di Olbia-Tempio avevano annunciato l'avvio di un piano per la costituzione di un consorzio territoriale che metta insieme i corsi olbiesi con quelli di Tempio. Un progetto rimasto sulla carta, mentre la sospensione delle lezioni di Tossicologia sono un fatto concreto. E purtroppo, anche lo stato di salute dell'altra laurea breve, quella di Tecniche erboristiche, non è il migliore. È vero che gli iscritti non mancano, anche se non sono tantissimi, ma con soli 200mila euro a disposizione per la sede (finanziamento sbloccato soltanto qualche mese fa) il destino dei corsi universitari a Tempio è praticamente segnato. «Abbiamo chiesto - aggiunge l'assessore alla pubblica istruzione Angela Masu - un incontro con Elisabetta Pilia. Ci sono tutte le condizioni per poter dare un seguito alla sede gemmata e soprattutto garantire la prosecuzione dei corsi per gli studenti già iscritti». In effetti la preoccupazione, ora, è quella di far ultimare agli studenti il regolare corso di studi. Ma, nonostante le difficoltà, l'obiettivo dovrebbe essere raggiunto contando soltanto sulle risorse a disposizione. Dopo la sospensione del corso di Tossicologia, i nodi al pettine per la sede gemmata arriveranno alla fine della prossima primavera. A. B.
 
1 – La Nuova Sardegna
Pagina 10 - Attualità
Ferrara. Proteste dei precari e slogan di Azione giovani 
Mussi agli studenti universitari: niente tagli o mi dimetto 
FERRARA. «Se non c’è una correzione al taglio di 150 milioni di euro sui consumi intermedi degli atenei, per firmare quella legge ci vuole la mano di un altro ministro». Il ministro dell’università e della ricerca scientifica Fabio Mussi (foto), inaugurando a Ferrara il 616mo anno accademico dell’ateneo estense, ha insistito sul fatto che su questo punto ci deve essere una correzione. «Adesso sono fiducioso e molto determinato», ha precisato il ministro che, riferendosi alla discussione in corso sulla legge finanziaria, ha aggiunto: «Tra Parlamento e governo spazi per una soluzione ci sono». «Io non ho promesso mari e monti - ha detto il ministro rivolto alla platea composta da studenti e docenti - questo è un anno duro per tutti; si può stare fermi un giro ma non tornare indietro», ha osservato riferendosi al fatto che le università italiane fra risorse in più per la ricerca (94 milioni) e tagli sui consumi (150 milioni) avranno globalmente meno finanziamenti.
 Il ministrp è stato contestato da un gruppo di studenti di Alleanza Nazionale. La contestazione ha avuto un seguito con uno scontro verbale tra il senatore ferrarese di An Alberto Balboni ed il rettore Patrizio Bianchi.
 Anche una trentina di ricercatori universitari precari, alcuni dei quali in camice bianco, hanno manifestato, in maniera più pacata, la loro insoddisfazione. Hanno innalzato diversi striscioni ed lanciato slogan.
 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
Il caso dell’Università di Cagliari: 400 precari su 2550 dipendenti 
Riflessioni sul mercato del lavoro in un convegno internazionale
Il fallimento della flessibilità 
CAGLIARI. «La flessibilità nel mercato del lavoro per aumentare l’efficienza dell’economia è una leggenda». Parole di Gianni Loy, docente di diritto del lavoro all’Università di Cagliari, che insieme all’Associazione italiana di diritto del lavoro ha organizzato un convegno internazionale, tenutosi ieri a Cagliari, sui temi del lavoro e della flessibilità dal titolo “Concertazione e incentivi alla stabilità: una svolta nella legislazione spagnola?”
‹‹In realtà - ha spiegato Loy - non esiste una dimostrazione empirica sulla causalità tra aumento della flessibilità e sviluppo economico. In Europa vi sono situazioni economiche simili nonostante grandi differenze normative in fatto di lavoro››. E proprio per capire cosa succede negli altri stati europei che alcuni esperti provenienti da varie università della Spagna, Francia, Regno Unito, Portogallo e Italia si sono dati appuntamento a Cagliari. In Italia la flessibilità esasperata introdotta dal decreto Maroni, che si è voluta attribuire al defunto Marco Biagi, non ha portato a un maggiore sviluppo economico e ha prodotto numerosi problemi occupazionali e sociali legati alla precarietà selvaggia, favorita dai differenziali salariali a favore dei contratti temporanei o atipici. In Italia la precarietà è molto diffusa anche nelle pubbliche amministrazioni, in cui il lavoro atipico o temporaneo è diventato un espediente per l’abbattimento dei costi del lavoro. Nella sola università di Cagliari su 2500 dipendenti di ruolo 400 sono precari. Secondo il rettore Mistretta il problema è legato semplicemente alla mancanza di fondi. L’università attinge i suoi finanziamenti dal fondo unico destinato per il 90% agli stipendi dei dipendenti. Se si volessero assorbire i precari lo si potrebbe fare solo per non più di 80 unità. Questo risponde anche a una lettera inviata lo scorso 6 ottobre dalla segreteria provinciale della Cgil per sensibilizzare il rettore sul tema del precariato nell’università, di cui si era parlato in un precedente incontro lo scorso marzo. Anche in Spagna la flessibilità in tutti i settori produttivi e della pubblica amministrazione aveva raggiunto una portata consistente, e per l’Italia la Spagna era diventata un modello da seguire. Ma proprio in Spagna da qualche anno a questa parte il modello di flessibilità che ha portato a una precarietà patologica è entrato in crisi, e proprio da li è partita una riforma che può essere un esempio anche per l’Italia. Oggi in Spagna si è abbandonato il concetto di flessibilità e la legge ha introdotto incentivi per la creazione di occupazione stabile. A questo risultato si è giunti grazie ad un grande lavoro di concertazione con le organizzazioni del lavoro e al dialogo sociale. ‹‹La Spagna - ha concluso Gianni Loy - è un grande paese da cui noi abbiamo molto da imparare››.
Stefania Siddi 
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 18 - Cagliari
Assistenza promossa a pieni voti 
Test dell’università di Cagliari sul gradimento ai servizi comunali 
CARBONIA. Nove milioni di euro per le politiche culturali, altri 5 per i servizi alle categorie più disagiate della città, anziani, minori, disabili e famiglie in difficoltà. Sono due dei dati che emergono dal bilancio sociale del comune di Carbonia. Elementi in qualche modo parziali, visto che non hanno interessato l’intera gamma delle iniziative che hanno un impatto particolare con gli utenti, e che hanno evidenziato un aumento della spesa, e quindi dell’attenzione prestata, nel corso degli ultimi tre anni.
 Il documento, che rappresenta per la Sardegna un elemento di novità non generalizzata, visto che solo Olbia, tra i comuni di una dimensione consistente, lo ha predisposto, è stato presentato ieri mattina dall’amministrazione comunale e dagli elaboratori, Giovanni Melis, ordinario alla facoltà di Economia dell’Università di Cagliari e Giacomo Secci, dottorando di ricerca. Di fatto, si tratta di una rielaborazione dei dati di bilancio tesa a rendere conto delle risorse messe in campo e delle scelte, e dei risultati conseguiti, per consentire ai cittadini di comprendere e giudicare come l’amministrazione comunale interpreta i bisogni e interviene per soddisfarli. Importante, quindi è il metro di giudizio degli utenti. Questo pare essere in maniera generalizzata attestato su parametri che indicano un soddisfacimento complessivo, almeno per quanto riguarda i settori oggetto del test, che non ha toccato l’intero bilancio ma che per quest’anno, in via sperimentale, ha toccato solo due settori. Promossa a pieni voti l’attività legata all’assistenza domiciliare. che interessa 131 utenti. Il 47 per cento ha giudicato il servizio come «molto positivo» e un altro 41 per cento in maniera positiva. Solo il 14 per cento ha mosso qualche critica, limitandosi ad un giudizio «discreto» mentre nessuno ha comunque ritenuto negativo o mediocre la serie di prestazioni di cui è oggetto. Non sono mancate anche le critiche, che sono poi quelle che l’amministrazione utilizzerà per studiare miglioramenti e ritocchi sulle modalità di prestazione dei servizi. Se la professionalità degli operatori non è messa in discussione, un terzo degli anziani si è lamentato per gli orari scomodi e per la velocità con cui viene prestato. E gli uffici si mettaranno ora al lavoro per correggere in qualche modo quelle che vengono ritenute carenze.(g.f.n.)
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 26 - Sassari
Brevi
Concorsi università
Assegni di ricerca
L’università ha indetto una procedura di valutazione, per titoli ed esami, per l’attribuzione di due assegni di ricerca di durata biennale per i settori: «Sistemi di elaborazione delle informazioni - Riconoscimento e autenticazione biometria in contesti di larga scala» e «Microbiologia e microbiologia clinica - Studio dell’influenza delle radiazioni a bassa dose nell’induzione di mutazioni e neoplasie». Le domande scadono il 31 ottobre. Info: www.ammin.uniss.it/concorsi.

Questionnaire and social

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