Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
23 October 2006
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 4 articoli delle testate giornalistiche L’Unione Sarda, La Nuova Sardegna e Il Sardegna

 
1 – L’Unione Sarda
Provincia Sulcis Pagina 15
Cura estetica per la città
Sette piazze affidate alla mano creativa dei giovani laureati
Sette piazze in cerca d'autore. Sono rimaste dimenticate per decenni, coinvolte solo sporadicamente in lavori di manutenzione e di sistemazione, però mai sottoposte ad un effettivo abbellimento. Interventi di quantità se ne contano, ma di qualità poco o niente. Per sette spazi urbani è invece giunta l'ora del riscatto. Il Comune ha così deciso di cambiare volto a sette aree che, complessivamente, assommano poco più di 23 mila metri quadrati. E lo farà chiedendo l'autorevole sostegno innanzitutto della Facoltà di Ingegneria (dipartimento Architettura) dell'Università di Cagliari, chiamata a realizzare la progettazione preliminare. Poi, però, gli studi definitivi ed esecutivi verranno assegnati, tramite uno speciale bando, a giovani professionisti locali, chiamati così a metter mano concretamente al miglioramento estetico della proprietà città. I settori di Carbonia (frazioni comprese) che l'amministrazione intende far uscire dall'anonimato o comunque migliorare sensibilmente in quanto biglietto da visita della città sono, come detto, sette. Si tratta di piazza Cagliari (larga 6 mila 200 metri quadrati), piazza Repubblica (4 mila 700), piazza Italia (3 mila 950), piazza Iglesias (3 mila 780). E poi ancora lo slargo fra via D'Annunzio e la chiesa Beata Vergine Addolorata di via Liguria (vasto mille 310 metri quadrati), la piazza Chiesa di Serbariu (mille 500), infine la piazzetta della frazione di campagna di Sirri (mille 500). Sette luoghi normali, ordinati, ma per certi versi anonimi, che per il Comune in questo momento non hanno quelle qualità necessarie per essere inserite nell'ambizioso itinerario turistico del "Ciam", cioè il museo a cielo aperto della città di fondazione. «Dare a questi spazi urbani un riscatto urbanistico è nelle nostre intenzioni ? conferma l'assessore all'Urbanistica Giuseppe Casti ? per questo abbiamo già assegnato all'Università del capoluogo l'incarico di redigere un progetto preliminare di massima, spetterà poi a noi scovare i finanziamenti necessari per portare a termine questo intervento». Serviranno circa due milioni di euro: «Reperirli, fra bandi Por e affini non sarà un problema»; conclude Casti. Ma gli spazi urbani destinati ad un riscatto urbanistico sarebbero dovuti essere, in realtà, dieci. È per questo che in una seconda fase di interventi, si penserà di annoverare altre tre aree extraurbane (fra Cortoghiana, Bacu Abis e Is Gannaus) che il Comune studierà dopo aver portato a termine il primo intervento.
Andrea Scano
 
1 – La Nuova Sardegna
Pagina 20 - Cultura e Spettacoli
Quel fronte comune sardo-corso per fermare gli invasori spagnoli 
Un convegno di studiosi a Bastia ha messo in evidenza l’alleanza tra le due isole contro l’avanzata dell’armata catalano-aragonese 
di Piergiorgio Pinna
Sardi e corsi insieme contro i nuovi invasori. È successo, nella Storia, quando i Genovesi hanno temuto di perdere il predominio. I loro capisaldi, sia nel nord-ovest della Sardegna sia nella vicina Isola di Bellezza, erano a repentaglio: l’armata catalano-aragonese avanzava e di lì a poco avrebbe conquistato la Sardegna. Allora i Doria hanno pensato alla resistenza comune. Alleanza, in qualche modo, «ufficiosa». E certo piuttosto inedita. Soprattutto per due realtà che hanno seguito destini diversi. Quasi un accordo a distanza: conosciuto dagli studiosi, eppure mai approfondito in parallelo. Come invece è stato fatto in un convegno internazionale a Bastia. Tema: «Presenza e colonizzazione genovese nelle isole del Mediterraneo». Con incontri, dibattiti, tavole rotonde, seminari. E una messa a fuoco congiunta. Che ha permesso di unire gli sforzi delle università di Sassari e Cagliari con gli atenei di Corsica e Liguria. Oltre che di far constatare agli studiosi altri aspetti comuni: architettonici e d’ambiente. Tutto nel suggestivo settentrione dell’Ile de Beautè, tra Lucciana, Biguglia e Cotone.
 L’inchiesta. Impegnati nell’indagine, per tre giorni, una ventina di specialisti. Francesi e italiani. Gli accademici corsi si sono soffermati su riferimenti, parallelismi, confronti con la Sardegna. I nostri connazionali sulle notizie ritrovate negli archivi liguri e sui dati nuovi emersi da recenti scavi. La Sardegna è stata rappresentata con due distinte relazioni svolte dai docenti di Cagliari e Sassari. Ne è scaturito un panorama di rilievo. A cominciare dai traffici Savona-Corsica fra Quattro e Cinquecento, con l’Ile de Beautè già scalo intermedio lungo la rotta per la Sardegna.
 «In circa metà dei documenti analizzati le due isole si trovano menzionate assieme come mete dei viaggi in modo esplicito - ha spiegato uno dei relatori, Carlo Varaldo -. Il commercio di Savona con la Sardegna era comunque superiore dalle 6 alle 10 volte a quello con la Corsica». Se lo storico Alain Venturini ha illustrato le spedizioni genovesi tra i secoli XII e XIII, sempre nel quadro unitario Corsica-Sardegna, un altro suo collega, Philippe Colombani, ha ricordato come, poco dopo, Genova rafforzerà le proprie difese corse. Il piano era contrastare il progetto spagnolo - mai realizzato - di conquistare anche l’Isola di Bellezza.
 Gli studi. Le docenti cagliaritane Olivetta Schena e Maria Giuseppina Meloni hanno parlato della presenza genovese in Sardegna fra XIII e XV secolo. Chiarendo, innanzitutto, i «precedenti»: nel 1108 il giudice cagliaritano Mariano Torchitorio II destina aziende agricole alla cattedrale genovese di San Lorenzo, nel 1131 altre donazioni dal giudice di Arborea Comita II alla stessa cattedrale e al Comune di Genova. Situazione arricchita dall’«accorta politica matrimoniale» messa in atto da grandi gruppi familiari come Doria, Malaspina e Spinola, che garantì l’ingresso nelle dinastie regnanti giudicali e un forte consolidamento territoriale. Messa in evidenza, infine, «l’influenza del diritto genovese sugli Statuti di Sassari e di Castelgenovese (oggi Castelsardo) e la presenza di mercanti liguri documentata in questo centro portuale nel primo Trecento».
 Gli scavi. Marco Milanese, professore di Metodologie della ricerca archeologica e archeologia medievale a Sassari, ha discusso su luoghi, merci e strategie. Con riferimento a una lettura storico-archeologica dei Doria nel settentrione sardo. Rimarcando l’esigenza di cautele nell’uso dei ritrovamenti per l’identificazione di questo fenomeno, ha ricordato gli scavi compiuti dal ’96 nei castelli di Monteleone Roccadoria, Alghero, Castelgenovese. «Ricerche - ha sostenuto - che danno l’idea di quale possa essere l’approccio dell’archeologia alla storia medievale sarda e il suo contributo alla conoscenza di un grande sistema quale appunto è stata questa signoria nell’isola». Milanese si è quindi soffermato su ingresso e consolidamento della casata: processo che compare nei documenti della madrepatria negli anni 1109-1110. «Un ulteriore elemento - ha sottolineato il docente universitario - per abbandonare le cronologie fornite 5 secoli fa da Giovanni Francesco Fara, che collocava al 1102-1112 le fondazioni da parte dei Doria di Castelgenovese e di Alghero. Da tempo storici del Medioevo sardo - come Bertino, Brown e Soddu - hanno evidenziato la necessità di rivedere le date. L’archeologia, da parte sua, ha verificato l’assenza di elementi materiali precedenti al pieno Duecento». È solo agli anni 1154-1164, dunque, che risalgono i primi scritti su alcuni Doria nell’isola. Erano mercanti che lavoravano tra Liguria e Sardegna: poco più tardi, nel 1164, il console genovese Simone Doria, a copertura di crediti, avrebbe ricevuto alcune aziende agricole (donnicalias) dal giudice arborense Barisone. L’atteggiamento filogenovese di Barisone II avrebbe in seguito permesso il radicamento dei Doria e di altre casate, come i Malaspina e gli Spinola.
 I lavori. Durante il convegno di Bastia, Milanese ha inoltre presentato alcune carte storiche. L’obiettivo? Definire meglio, a partire dall’inizio del Duecento, la geografia del potere dei Doria sardi: signoria che fino alla metà del secolo esprimerà potenti proprietari terrieri nel giudicato di Torres per poi trasformarsi in casata territoriale, con una crescente autonomia politica e istituzionale. «È in un simile contesto che avvenne la costruzione dei castelli - ha rimarcato il professore -. Ed è negli anni 1270-1280 che Alghero, Castelgenovese e Monteleone entrano con forza nella storia isolana. Li guida la figura carismatica di Brancaleone I, capace di muoversi nelle relazioni internazionali trattando con papi, re e con Genova e tenendo in mano le redini dell’ormai vasto gruppo familiare». In conclusione, citando gli studi svolti in questo senso dagli storici Meloni e Castellaccio, il docente ha rammentato come tra il 1346 e il 1349 emerga la presenza dei Doria anche nei territori rurali di Anglona e Mejlogu: «Una rete di villaggi adesso scomparsi o a continuità di vita, come Perfugas: qui i Doria avevano residenze signorili. Problema su cui l’archeologia medievale è chiamata a dare il suo contributo, in termini d’identificazione dei luoghi fisici di queste “storie” e di una loro tutela e conoscenza».
 Gli stili. Due specialisti corsi - Roland Chessa e Daniel Istria - hanno incentrato i loro interventi sulle linee «genovesi» delle case medievali di Bonifacio. Tipici i loggiati sormontati da ghiere di archetti. Che non a caso si possono oggi ritrovare a Castelsardo, in particolare nel palazzo comunale. Un altro archeologo, il francese Gilles Giovannangeli, ha concluso i lavori parlando dell’influenza genovese sul sud della Corsica nei secoli XIV e XV e rifacendosi alle testimonianze parallele trovate a Geridu, il paese scomparso vicino a Sorso, da 10 anni al centro di un programma di scavi dell’ateneo sassarese.
 
1 – Il Sardegna
Pagina 22 – Grande Cagliari
Università. Oltre la metà delle stanze per studenti non è in regola.
Il buco nero delle case in affitto
Al locatario basta un accordo verbale
l'offerta premia i senza contratto
Gli appartamenti sfitti non mancano: ma quasi nessuno ha riscaldamento e ascensore
L'offerta non manca. Per lo studente che decide di cambiare casa o ai giovani freschi di matricola, il giornale di annunci si presenta quasi come una Bibbia. Tre pagine di quotidiano scritte fitte e con caratteri ai limiti del leggibile; talmente dense di numeri che solo a sfogliarle ci si fa le dita nere. Offrono una fotografia di Cagliari, scattata con la lente dell'universitario: ampia e pronta ad accogliere chiunque nelle zone di Is Mirrionis, San Michele, piazza Repubblica, più irraggiungibile nel centro. L'imbuto degli appartamenti sfitti ed economici inizia a stringersi in via Sonnino. Cercare casa a Castello equivale a una chimera. PIÙ OMOGENEI sono invece i costi, e anche i servizi. Lo studente che voglia vivere in una stanza singola deve prepararsi a sborsare una media di 180 euro, anche se non mancano picchi al rialzo (250 euro in via Dante e nei pressi dell'ospedale Brotzu), e al ribasso (140 euro in via Ospedale). Dovrà inoltre rinunciare alla comodità dell'ascensore e al riscaldamento. «La casa non è fredda - si sentirà rispondere - male che vada usa una stufa a gas. Non elettrica però: consuma troppo». Soprattutto, nella maggior parte dei casi, dovrà scordarsi di essere in regola. Su 25 stanze in affitto, singole e doppie, solo in sei casi il locatario è disposto a registrare il contratto. Quattro padroni di casa potrebbero eventualmente cedere, nel caso lo studente avesse bisogno di una pezza giustificativa per concorrere alla borsa di studio dell'Ersu. Ma a quel punto le spese sono a carico dello studente o nel migliore dei casi si dividono a metà. In un caso poi (zona piazza del Carmine), diventare inquilini regolari fa lievitare l'affitto di 20 euro. Quindici proprietari semplicemente storcono il naso. Contratto per l'Ersu? «Sto già aspettando altre risposte », chiudono a San Benedetto. «Non possiamo, le ragazze cambiano ogni anno, dovremmo farne uno ogni autunno», si giustificano in via Quirra. Altri hanno pronti gli escamotage: contratto di comodato d'uso (figura che la casa è data gratis), accordo verbale come tra gentiluomini (via Manno), «due righe inter nos» (via Is Maglias) e possibilmente «solo fino a luglio » (piazza SanMichele). E ad agosto? «No, ho già preso impegni ». Non con gli studenti.
Carla Frogheri
 
La curiosità
Monetine da 5 cent per pagare la stanza
Potrebbe essere necessario mettere mano al salvadanaio ogni mese, pur di pagare la cifra esatta dell'affitto di una stanza singola alla Marina. In barba ai rincari dovuti all'euro, il costo per la stanzetta è di 167,85 euro, spiega una delle tre ragazze che vivono nell'appartamento e cercano una quarta coinquilina. Il motivo dei decimali è proprio dovuto ad uno scherzo della calcolatrice. «Prima la padrona di casa affittava la stanza a 325mila lire», spiega una giovane, «con il cambio viene così. Meglio una pignola che una furba», si conforta.
 
 
2 – Il Sardegna
Pagina 23 – Grande Cagliari
Il progetto. Un piano da 40 milioni per il diritto allo studio: previsti alloggi, biblioteche e una lavanderia
Mille posti letto nell'ex semoleria
Il Campus dell'Isola pronto tra tre anni
In cantiere un'altra struttura che accoglierà 500 ragazzi. Sorgerà nell'area di Ingegneria
Cagliari capitale dell'architettura e in piena espansione culturale. Dopo il Bètile a Sant'Elia, la nuova frontiera architettonica del capoluogo potrebbe essere il campus universitario. Un mega progetto da 40 milioni di euro da realizzare nel cuore della città. «Una sintesi perfetta di efficienza ed estetica», così Christian Solinas, presidente dell'Ersu, illustra quello che sarà, «un simbolo per Cagliari e l'intera regione». Mille posti letto. Il doppio rispetto alla disponibilità attuale. Ma non dovrebbero aumentare solo gli alloggi per i più meritevoli. Nel progetto anche numerosi altri servizi: dai punti ristoro alla biblioteca, persino una lavanderia automatica. Certo è che il vecchio progetto da 400 posti letto è stato messo da parte. L'EX SEMOLERIA di via San Paolo ospiterà il primo campus universitario dell'isola. «Rispetto al passato, Regione e Ersu lavorano con presupposti differenti. Secondo un principio di omogeneità: non più solo casa, ma circa due ettari da destinare agli studenti. Il nuovo progetto sarà rimodulato dalla stessa impresa Edilia». Nell'aria c'è voglia di progetti in grande stile. Un'opera maestosa che faccia da contraltare al museo archeologico in programma a Sant'Elia. Per ora è stato firmato un protocollo d'intesa tra Regione, Ersu e Comune. Ma presto sarà siglato un accordo di programma. Il quadro d'intervento finanziario è garantito da risorse regionali e già si prevede una realizzazione lampo. Il Campus dovrebbe infatti essere pronto entro il 2009, parallelamente alla realizzazione di altri cinquecento posti letto nell'area di Ingegneria. Non è tutto. «L'altra sfida», spiega Solinas, «è quella di lanciare l'ospitalità diffusa. L'idea è quella di censire gli immobili pubblici inutilizzati: investire per la ristrutturazione in cambio della concessione d'uso per realizzare alloggi per studenti ». Una boccata d'ossigeno per i numerosi studenti fuorisede e per le loro famiglie costrette a spendere cifre esorbitanti. In barba al diritto allo studio. «Quello degli affitti è un mercato senza regole», spiegaMatteo Murgia rappresentante degli studenti nel consiglio amministrazione Ersu. «Il campus rappresenta una novità e non può che essere accolto favorevolmente. Ma è necessario intraprendere una seria discussione politica per risolvere il problema degli affitti».
Cinzia Isola

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