Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
17 August 2006
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalato 1 articolo della testata: La Nuova Sardegna 

 
 
1 - La Nuova Sardegna
Pagina 3 - Oristano
Terralba. Così vivevano i pescatori nel sesto millennio avanti Cristo 
Marceddì, ritrovamenti nel sito all’interno del museo del mare
Stasera l’inaugurazione 
Terralba. Verrà inaugurato oggi alle 19, con una mostra fotografica sulla storia della borgata di Marceddì. Ma il nuovo “Museo del mare” ha anche una faccia nascosta. Oltre a essere destinato a raccogliere collezioni dell’arte e della tradizione locale, infatti, racchiude al suo interno un sito archeologico al quale stanno lavorando da tempo un gruppo di archeologi della Sovrintendenza delle province di Cagliari e Oristano e dell’Università di Cagliari.
La presenza di un insediamento preistorico era nota già dal 1955, in seguito al rinvenimento di manufatti in ceramica e in pietra accanto alla caserma della Guardia di finanza e ulteriori testimonianze si ebbero negli anni ’70, a causa di diversi lavori di sistemazione delle sponde nel compendio di Marceddì.
Nel dicembre del 2004 i lavori per la ristrutturazione dell’ex caserma della Guardia di finanza hanno portato alla luce alcuni reperti, rendendo necessario un intervento di scavo. Il lavoro degli archeologi è stato interrotto nell’aprile 2005, per permettere il proseguimento dei lavori per la costruzione del museo, ma si prevede che riprenderanno nel prossimo autunno.
“È stata una fortuna per noi la scoperta di questo sito”, dichiara il sindaco Giampietro Pili, “nonostante abbia un po’ scombinato il progetto del museo, visto che abbiamo dovuto rinunciare ad alcuni uffici. Siamo molto contenti di quest’opportunità”.
Finora sono stati rinvenuti circa duemila reperti, tra frammenti di pietra e di ceramica, e resti di pasto: dal punto di vista museale niente di eccezionale, ma molto interessanti dal punto di vista scientifico: “ Sarà molto difficile trovare qualche manufatto integro, ma ci aspettiamo soprattutto elementi per formulare ipotesi interpretative sullo stile di vita degli uomini che qui vivevano, per poter ricostruire il modello di questa società preistorica”, spiega l’archeologo Carlo Lugliè.
Gli scavi hanno comunque portato alla luce una struttura infossata nel calcare, che risale alle fasi finali del Neolitico Antico (VI millennio a.c.) e di cui un tratto potrebbe estendersi sotto la chiesa, purtroppo però non è ancora possibile ipotizzare quale fosse il suo utilizzo.”Dai resti di cibo, che sono soprattutto di origine marina, possiamo affermare che si tratta di una comunità di pescatori che risiedeva in quest’area”, continua Lugliè, “comunque l’importanza del sito è dovuta soprattutto alla sua antichità, nell’Oristanese è l’unico risalente a quest’epoca che sia stato indagato scientificamente e per il quale sia possibile effettuare uno scavo, negli altri casi il sito non è più integro, per cui sono stati possibili solo alcuni rinvenimenti superficiali”.
Cristina Diana

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