Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
15 August 2006
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 3 articoli delle testate: L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna 

 

1 – L’Unione Sarda
Provincia di Cagliari - Pagina 23
Settimo San Pietro
Un progetto per trattare i rifiuti urbani umidi
Il Comune di Settimo cofinanzierà un progetto per la trasformazione dei rifiuti urbani umidi attraverso un processo di poche ore. Verrà realizzata una struttura con l’Università e alcune aziende. «Ci candidiamo - dice il sindaco Costantino Palmas - a diventare promotori di sviluppo. Ci sarà un abbattimento dei costi almeno per quanto concerne l’umido. Non ci saranno né stoccaggio né puzza. Il finanziamento è di un milione e 400 mila euro. Il progetto andrà a beneficio anche dell’Area vasta di Cagliari. Da decidere il punto dove sorgerà l’impianto». L’iniziativa vede anche l’impegno della Unione dei Comuni. Un progetto futuristico che darebbe solide garanzie di successo.



 


2 – La Nuova Sardegna
Pagina 4 - Olbia
«Il granito per salvare le spiagge»
Riproposto l’utilizzo degli scarti contro l’erosione delle coste
SANT’ANTONIO Un convegno pubblico
Con il granito si possono salvare i 35 km di costa sarda e risanare le dieci spiagge della Sardegna erose dal mare con quattro milioni e mezzo di metri cubi di sabbia granitica. Lo ha affermato il professor Sergio Ginesu, titolare della cattedra di geomorfologia dell’Università di Sassari, durante il primo convegno “Sant’Antonio, paese della pietra. L’evoluzione lapidea nella realtà gallurese” tenutosi nella sala del Centro di aggregazione sociale in occasione della riuscita due giorni “Bruttèa in carrera”, promossa dalla Pro loco e dall’amministrazione comunale. Non solo, dunque, prodotti offerti ai turisti ma anche occasione di riflessione sull’economia del territorio queste sagre estive nei paesi di Gallura.
Dopo i saluti del sindaco Benito Scanu, ha preso la parola Mario Fresi, rappresentante del Consorzio Marmi e Graniti della Sardegna. Per lui Sant’Antonio è uno dei pochi paesi galluresi dove tutte le antiche abitazioni sono state costruite in granito, ricoperte poi da intonaco perché era allora opinione comune che il “faccia a vista” era sinonimo di povertà, come dimostra il fatto che, in occasione di una visita di Benito Mussolini a Tempio, le costruzioni prospicienti le vie percorse dall’illustre corteo furono intonacate. Eppure tutti sanno che il granito era considerato da sempre un prodotto di abbellimento e di maestosità; gli antichi romani lo estraevano a Capotesta per costruire a Roma le ville dei nobili e dello stesso imperatore. I paesi della Gallura quali Tempio, Luras, Aggius, Calangianus e Sant’Antonio sono considerati la patria del granito “ghiandone” che ora, perché più richiesto, è stato sostituito dal “Beta rosa” di Luogosanto, Bassacutena e Arzachena, causando la perdita di molti posti di lavoro. Secondo Fresi «il granito incrementa il turismo, perché migliaia di fotografie di abitazioni e di chiese in granito fanno il giro del mondo».
Un convegno che ha anche rimarcato come il comune di Sant’Antonio, con grande lungimiranza a pochi anni dalla sua autonomia, negli anni 80, pose le premesse, per agevolare l’insediamento di alcune segherie nella zona industriale per la lavorazione del granito. Nel comune di S’Antonio in quegli anni dal 5% al 7% della popolazione lavorava nel granito e si registrò anche con l’apporto degli occupati in Costa Smeralda, un incremento demografico da 1200 a 1600 abitanti.
Il professor Sergio Ginesu, nell’intervento più atteso, ha offerto due esempi di come si potrebbe smaltire il granito delle discariche di cava. A Platamona, in località Marrizza, le case costruite 50 anni fa a 60 metri dal mare, ora sono lambite dalle onde; basterebbe ricoprire le coste con gli sfridi delle cave per ovviare questo fenomeno. Nel Poetto hanno tolto al mare un milione e mezzo di metri cubi di sabbia, che non verrà ripristinata perché non ci sono fiumi che sfociano nel mare. Sarebbe bastato usare la sabbia di granito degli sfridi.
Il finale spetta al dottor Mario Ratti Presidente del Consorzio Marmi e Graniti di Orosei con due richieste. In Sardegna sono stati persi cento posti di lavoro perchè le fabbriche chiudono a causa dell’elevato costo dell’energia elettrica che potrebbe essere sostituita con quella eolica più economica. Inoltre il granito gallurese è si esportato in tutto il mondo ma con l’avvento del filo diamantato, per il taglio dei massi, gli scarti diminuiscono. Aumenta però su scala mondiale la produzione del granito, elemento insostituibile per moltissimi tipi di costruzione.
Pietro Zannoni

 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
L’indagine. Marina Mura, ricercatrice di psicologia sociale all’università, ha setacciato i retroscena di uno stereotipo
Turistica? No, grazie: lo dicono i cagliaritani
Ma anche i forestieri sono critici: «Senza promozione, qui resta solo il vuoto»
I turisti: «Bella ma non per le vacanze» I cagliaritani: «Nessuna invasione» La concertazione per un nuovo sviluppo
CAGLIARI. Di diventare Città turistica sembra proprio non valerne sapere. Come ogni estate e nonostante gli slogan, fioccano le polemiche e il numero dei turisti continua a restare basso. Così mentre la Sardegna ha conosciuto uno sviluppo massiccio del turismo, la sua Capitale è ancora ai margini del fenomeno.
Ma Cagliari ha o vuole avere una vocazione turistica? Se lo è chiesto Marina Mura, docente di Psicologia ambientale dell’Università, che nel libro «Cagliari Città Turistica? Nuove prospettive di Psicologia Ambientale», ha dimostrato che sono gli stessi cagliaritani a non volere una città ad uso e dimensione turistica. Questo perché il turismo è ‹‹un fenomeno psicologico e sociale che coinvolge diversi aspetti del comportamento individuale e collettivo››. Lo sviluppo di un territorio promuove il turismo ed è da questo promosso, ma l’ambiente, inteso come sistema ecologico, può essere te distrutto dallo stesso fenomeno: questo è il rischio.
Partendo da un’analisi dell’esperienza turistica dal punto dei vista dei residenti, provenienti anche da altre zone della Sardegna e della Penisola, Marina Mura analizza con rigore scientifico, le rappresentazioni e le espressioni di un’identità sociale dei cagliaritani, poiché l’ambiente urbano ‹‹deve rimanere l’ambiente-di-vita, in primo luogo e principalmente, dei suoi abitanti (gli unici a dargli una identità distinta), poi dei visitatori, ed infine delle generazioni future nella prospettiva della sostenibilità dello sviluppo››. Secondo la ricercatrice parlare di sviluppo turistico spesso vuol dire costruire dei luoghi per turisti, ma questo comporta un senso di fastidio da parte dei residenti e una perdita di identità socio-culturale, proprio quello che invece i turisti cercano. Tutti i forestieri vorrebbero avere un amico autoctono, che mostri loro non solo i luoghi di interesse, ma anche come vivono i residenti. ‹‹I turisti sono diventati degli antropologi - ha spiegato Mura - che vogliono vedere anche le cose banali e vivere le esperienze del luogo. Cagliari ha certamente delle risorse turistiche, ma non è etichettabile come tale, e gli stessi cagliaritani non vorrebbero una città come Venezia o altre città turistiche››. Dunque, conclude Mura, gli amministratori pubblici dovrebbero puntare alla salvaguardia della socio-diversità, perché la forza di Cagliari è proprio nella sua diversità ambientale e sociale. 

Questionnaire and social

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