Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
22 July 2006
Rassegna a cura dell’Ufficio stampa e web
Segnalati 7 articoli delle testate L’Unione Sarda, La Nuova Sardegna, Il Sardegna

 
 
1 - L’Unione Sarda
Pagina 17 – Cagliari
Clima di festa ad Architettura per il battesimo della nuova disciplina specialistica
La sfida dei neodottori in informatica
Laurea a pieni voti per 5 ragazzi: «Ora subito un lavoro»
Il corso di Tecnologie informatiche sforna le prime lauree. Cinque giovani giunti al traguardo e pronti a entrare nel mercato del lavoro.
Il computer si blocca all'improvviso, proprio durante la discussione di una tesi di laurea. Niente panico, perché a risolvere il problema ci pensa una schiera di scienziati informatici. Il piccolo inconveniente è accaduto ieri, giornata storica per la Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali: i primi cinque laureati del nuovo corso specialistico di Tecnologie informatiche hanno esposto la tesi nell'aula magna del Dipartimento di architettura. La prima sessione di lauree è stata una specie di battesimo per la nuova disciplina e ne ha sancito il passaggio dalla forma sperimentale a quella definitiva. Per questo l'atmosfera era quella di una festa sia per i professori che per gli studenti che hanno portato a casa un 110 e lode. «Il corso - commenta con soddisfazione il coordinatore Michele Pinna è ormai una realtà». I neolaureati hanno festeggiato con parenti, amici e colleghi: Roberto Carcangiu, Cristiano Melis, i gemelli Marco e Mattia Spiga e Gary Steri hanno ottenuto il massimo dei voti. «La nostra è una figura maggiormente preparata rispetto ai laureati dei corsi triennali, senza nulla togliere a loro - spiega Cristiano Melis, tesi in Analisi dei tessuti in tomografie computerizzate - e apre le porte al mercato del lavoro. In Sardegna, ad esempio, nei poli tecnologici c'è abbastanza spazio anche se è difficile trovare posti stabili». Roberto Carcangiu, tesi in bioinformatica, ha già avviato un'attività imprenditoriale: «Mi è stato proposto anche di fare ricerca. Effettivamente è un corso che permette di scegliere tra molte possibilità». Marco Spiga, tesi sul risparmio energetico nei sistemi operativi, racconta: «Due anni passati velocemente. I docenti ci hanno seguito con molta attenzione e abbiamo fatto un grande passo avanti rispetto alla laurea triennale». Le materieArchitetture di processori e progettazione dei sistemi operativi: sono alcune della materie del corso di due anni che segue la laurea triennale in informatica. È a numero chiuso e le selezioni sono molto severe. Possono accedere 45 studenti ogni anno, che abbiano già una laurea ritenuta idonea, come quella in informatica. La frequenza è a tempo pieno e per essere ammessi agli esami è necessario aver partecipato al 50 per cento delle lezioni e al 70% dei laboratori. Quello della facoltà di Scienze è il primo corso specialistico in Sardegna e uno dei pochi in Italia (dove spiccano Roma e Pisa). Era stato inaugurato nel 2004.
Nicola Perrotti (Unioneonline)
 
2 – L’Unione Sarda
Pagina 17 – Cagliari
università
Ingegneria, nuova aula magna
Da ieri la facoltà di Ingegneria ha una nuova Aula Magna, ricavata nell'ala all'interno del grande polo di piazza D'Armi. Una nuova struttura che il rettore Pasquale Mistretta, presente alla cerimonia, e il preside della facoltà Francesco Ginesu hanno voluto per aumentare gli spazi a disposizione di docenti e studenti in una delle sedi più frequentate dell'ateneo cagliaritano. La struttura è costata quasi 1 milione e 400 mila euro. L'Aula è composta da un locale per le riunioni del corpo docente e le attività scolastiche e parascolastiche, con una capienza di 324 posti. Ai lati della cattedra, è dotata di due proiettori per schermi con possibilità di proiezioni isocrone o distinte. L'aria condizionata funziona per sezioni programmabili, e anche l'illuminazione, computerizzata, può essere settorializzata. Il progetto - studiato da Antonio Tramontin - ha previsto l'accessibilità alle persone diversamente abili: l'ingresso principale consente l'accesso alla parte alta dell'aula e la visione degli eventi che si svolgono al suo interno; le rampe con pendenza inferiore all'8 per cento danno l'accesso agli spazi terrazzati, alle sale posteriori e al foyer posteriore. (m. c.)
 
3 – L’Unione Sarda
Pagina 52 – Lettere & opinioni
Incidenza record nell'isola
Sclerosi multipla, un dramma sardo
La Sardegna è una delle Regioni italiane più colpite dalla Sclerosi multipla. Un'esauriente informazione l'apprendiamo da una pubblicazione edita dal "Centro Regionale per la diagnosi e cura della Sclerosi multipla" dell'Asl 8, diretto da Maria Giovanna Marrosu. La professoressa Marrosu è una delle maggiori esperte di questa malattia, che iniziò a seguire vari anni addietro. I sintomi si caratterizzano con la compromissione delle diverse funzioni del sistema nervoso. Nelle forme croniche si ha la perdita totale dell'autonomia motoria, per la presenza di grave spasticità. La Sardegna conta intorno ai 140 casi ogni 100 mila abitanti, mentre nel resto d'Italia l'incidenza è fra 20 e 60 ogni 10 mila. La diagnosi della malattia viene effettuata con l'ausilio, oltre che dei dati clinici, di esami di laboratorio, strumentali, la risonanza magnetica, l'esame del liquor e i potenziali evocati. Per la terapia al momento non esiste un trattamento definitivo ma interventi che curano i sintomi nella fase acuta. Tra quelli più recenti si registra l'interferone beta, farmaci sintomatici (antidolore, antispastici) oltre agli esami strumentali e a quelli per prevenire o diminuire la disabilità. Inoltre esiste un supporto agli ammalati e ai parenti con pensioni sociali, rinnovo patenti. A Cagliari, con una delibera regionale del 1989 è stato istituito un Centro, provvisoriamente ubicato da maggio 2000 nei locali nell'area dell'Ospedale Binaghi. Una sistemazione però insufficiente e i responsabili politici e della Sanità regionale vengono sollecitati vivamente a realizzare soluzioni più idonee con locali spaziosi e attrezzati. Al momento il centro dispone di quattro posti letto per ricovero e registra una media mensile di 300 visite. Vi operano 8 specialisti. Un altro Centro si trova a Sassari, responsabile è il professor Rosati, mentre a Nuoro vengono svolte attività presso il reparto di Neurologia, sotto la responsabilità del dottor Murgia.
Giovanni De Maina - Cagliari
 
4 – L’Unione Sarda
Pagina 24 – Provincia di Cagliari
Ritratti. Licenziato dall'Aias, da due anni è disoccupato malgrado studi ed esperienze di livello
«Sono spastico e laureato: devo morire?»
Sepolto vivo a quarantadue anni con 234 euro al mese di pensione
Sogna una vita «libera da uomo libero». Rifiuta spintarelle, partecipa ai concorsi, chiede solo un'opportunità.
Si sente come sepolto vivo. «A quarantadue anni, anche se non fossi spastico, con una laurea in pedagogia e due specializzazioni mi sto rendendo conto che è quasi impossibile trovare un lavoro. Soprattutto un impiego che possa consentirmi di mettere a frutto i miei studi». Francesco Siciliano, nato a Domusnovas, da diverso tempo residente ad Assemini, comunque non si rassegna a vivere della pensione di Stato da 234 euro al mese: «Sogno una vita normale, libera da uomo libero». Cerca un lavoro dignitoso, qualsiasi. «Certo - sottolinea con un'autoironia che spiega soprattutto la sua intelligenza - non posso fare la hostess sugli aerei perché le gonne non mi stanno bene. Né il cameriere perché non cammino benissimo, né l'operatore telefonico perché mi rendo conto dei miei problemi di eloquio (comunque lievi, n.d.r.). Per il resto sono disposto a tutto: anche a cucinare o a lavare i piatti, è una vita che lo faccio da solo a casa, potrei continuare anche in un ristorante o in una pizzeria». La famigliaOcchi verdi, sguardo che non si ferma mai un attimo, Francesco Siciliano è un esempio per tutti i disabili. «Merito di mio padre e mia madre che erano impiegati alle Poste di Domusnovas, merito dei miei fratelli che mi hanno sempre trattato come se fossi come loro. I problemi sono nati con me, durante il parto: lieve asfissia cerebrale. Mi è andata bene: ho difficoltà nel camminare, un po' anche nel parlare, ma come si dice dalle mie parti, seu maccu, non scimpru». Il ricoveroCapisce meglio di chiunque altro quel che serve al prossimo in difficoltà. «Forse perché l'ho provato sulla pelle. A Sassari, da piccolissimo, ospedale San Camillo, ero nella stanza con Carmelo Porcu, il parlamentare, siamo amici. Ringrazio i miei genitori per avermi tolto in fretta da quella struttura: i bambini imitano gli altri, spesso copiano i disagi degli altri. Aver lasciato Sassari e aver fatto ritorno a casa mia, con i miei fratelli, con gli scout, è stata la mia salvezza. Gli studi universitari hanno poi confermato ciò che avevo vissuto: le persone come me vanno aiutate, indirizzate a scoprire le potenzialità che ognuno possiede dentro sé e a cercare di andare avanti con le proprie forze. Fondamentali per me sono stati i 15 anni con gli scout, giocare a pallone con mio fratello che tirava i rigori e aveva bisogno di un portiere che cercasse di pararli». La laureaDopo il diploma alle magistrali di Iglesias, non pensava di proseguire all'Università: «Da sempre frequentavo i centri Aias per la fisioterapia, chiesi un posti di lavoro e venni assunto come applicato di segreteria. Stando in quell'ufficio, lavorando in quella struttura capii che avrei potuto fare molto di più, sia per me stesso sia per gli altri. Ottenni il part time, mi iscrissi in pedagogia su consiglio proprio di Bruno Randazzo, il presidente dell'Aias». Il lavoroDopo la laurea, dal 1996 al 2004 Francesco Siciliano ha lavorato con continuità, proprio per conto dell'Aias come pedagogo ma anche come libero professionista presso Comuni e altri centri specializzati. Poi la svolta. «La legge Biagi - spiega - ha impedito ai privati di portare avanti i contratti co.co.co., imponeva l'assunzione, oppure la trasformazione in contratti a progetto, o la fine della collaborazione. Tutti noi consulenti esterni ci siamo trovati sulla strada». Ha bussato a tante porte, ma senza mai pietire un posto: «A un onorevole regionale che mi promise una spintarella, dissi che aveva frainteso la mia richiesta, che non volevo il bacio di un principe azzurro per farmi trasformare da disoccupato in impiegato grazie al padrino politico». E la disperazione non gli fa perdere la lucidità: «In passato ho sbagliato: rifiutai lavori non in linea con i miei studi, avevo un po' la puzza sotto il naso. Poi è arrivata la crisi: ogni Governo i primi tagli li riserva alle spese per i servizi sociali, ogni Regione, Provincia e Comune fa lo stesso. La mentalità è sempre quella: se qualcuno ha un problema, si cerca di affrontarlo dal punto di vista medico. Giusto, certo. Ma noi pedagogisti clinici - clinici nel senso etimologico, che si prendono cura della persona - veniamo per lo più esclusi dai percorsi studiati per affrontare certi casi. Adesso accetterei qualunque impiego». Il futuroSotto sotto è pessimista: «Oggi il mercato del lavoro non è in grado di capire e apprezzare certe professionalità. Mi auguro di sbagliarmi, ma si cercano i risultati di un lavoro in fretta, subito. La pedagogia ha un approccio molto diverso, insegna soprattutto a tirar fuori il meglio da ogni individuo, accettando anche i propri limiti, dopo averli conosciuti». Pessimista ma non rassegnato: «L'integrazione tra normali e disabili è lontana. Con tutto il rispetto per gli stranieri, lo Stato preferisce inserire i senegalesi o i marocchini perché il colore della pelle non cambia mentre è diverso con noi disabili. Perché uno come me ricorda agli altri in ogni istante la precarietà della condizione umana, che chiunque per un qualsiasi motivo potrebbe diventare dall'oggi al domani come me e non lo si accetta. Io sogno una famiglia, un futuro. Sino a qualche mese fa avevo una bellissima storia d'amore. È finita perché non potevo garantire un futuro alla mia donna e la capisco. Comunque non mi arrendo».
Paolo Carta

 
 
5 – La Nuova Sardegna
Cronaca di Cagliari
Sei saggi contro le figuracce degli studenti
Università e Direzione scolastica hanno firmato un protocollo
 CAGLIARI. Basta con le figuracce che si presentano puntuali ogni volta che gli studenti sardi fanno i conti con gli esami d’ammissione all’Università: d’ora in poi a vigilare sulla loro preparazione saranno insieme Università e Direzione scolastica regionale che, grazie a un’intesa firmata nei giorni scorsi, metteranno insieme competenze e risorse per colmare le lacune dei ragazzi.
 La notizia arriva dal direttore regionale Armando Pietrella, che in una nota assicura: ‹‹Un comitato composto da sei persone, dell’Università e dell’Ufficio scolastico regionale, dovrà assicurare la realizzazione degli obiettivi e procederà ogni anno al monitoraggio dell’esperienza innovativa››.
 Tutto parte dai dati degli ultimi sondaggi, compresi quelli internazionali, secondo cui ‹‹gli studenti italiani fanno registrare livelli d’apprendimento e di competenze che si collocano agli ultimi posti delle graduatorie››. Al triste risultato la Sardegna contribuisce, così come le altre regioni del Mezzogiorno, in maniera massiccia. Per rendersene conto basta pensare al misero risultato registrato dai nostri studenti l’anno passato, quando nelle prove d’ammissione al corso di laurea in Odontoiatria, solo quattro di loro, su un totale di venti posti disponibili, riuscirono a superarle. L’ultimo d’una serie di fattacci che hanno convito Università e Direzione scolastica regionale della necessità di correre ai ripari. In che modo? Un richiamo costante all’impegno, rivolto ai ragazzi e alle ragazze, o un’alleanza forte tra scuola e famiglia, da sole non bastano, ammette lo stesso Pietrella. Ecco allora il patto scuola - università: le scuole superiori cittadine che vorranno convenzionarsi offriranno la competenza dei propri insegnanti (scelti in base alla carriera e al curriculum) che con un lavoro aggiuntivo, retribuito dall’università, cercheranno di colmare le lacune degli studenti, che vanno dalla comprensione dei testi alla matematica, mentre diversi docenti universitari saranno impegnati, durante l’anno scolastico, nel diffondere ‹‹competenze e saperi». (s.z.)
 
6 – La Nuova Sardegna
Cronaca di Cagliari
Università. I laureati sono di Monserrato, Domusnovas e Cagliari
I cinque mister internet
Prova finale per il corso in Tecnologie informatiche
 
 CAGLIARI. Roberto Carcangiu, Cristiano Melis, Marco e Mattia Spiga, Gary Steri: sono i primi cinque laureati in tecnologie informatiche, corso inaugurato tre anni fa dalla facoltà di scienze matematiche. I cinque di Monserrato, Domusnovas e Cagliari non hanno perso tempo e tagliato il traguardo nei tempi previsti dal piano di studi. La corona d’alloro è arrivata ieri, nell’aula magna di via Corte d’appello, alla presenza di amici e parenti che alle 11 hanno applaudito i neo-dottori. Accomunati anche da un particolare alquanto lusinghiero: tutti e cinque possono vantare il massimo dei voti, un bel centodieci e lode.
 I temi trattati davanti alla commissione esaminatrice, presente il preside Roberto Crnjar, hanno spaziato a trecentosessanta gradi, dalle applicazioni prettamente informatiche fino all’impiego delle nuove tecnologie nel campo della ricerca medica. È il caso del lavoro presentato dal monserratino Roberto Carcangiu: uno studio sull’analisi dei dati genetici attraverso metodi informatici, con particolare attenzione alle ricerche sul Dna. «È un corso che permette di avere delle ottime conoscenze specialistiche - ha detto raggiante il neo laureato - e applicarle poi in ambito lavorativo. Ora non so ancora cosa farò, a parte un periodo di meritato riposo, ma credo che le scelte si riducano a due strade ben definite: buttarmi nella ricerca o continuare a studiare e frequentare un master specialistico. Di sicuro preferirei fare capolino nel mondo del lavoro». D’altronde, le opportunità non mancano, come sottolineato dal preside Crnjar: «Le possibilità di trovare un impiego già a partire da domani sono concrete. La crescente esigenza manifestata dal mercato di reperire una figura di elevata professionalità è lampante, ed è per questo che abbiamo istituito un corso di laurea come questo. Dalla nostra parte abbiamo un’alta qualità e in secondo luogo, anche considerando l’indotto, la Sardegna ha bisogno di queste professionalità. Voglio congratularmi con questi ragazzi e con i miei colleghi, senza dimenticare l’apporto indispensabile fornito da Tiscali e dal centro di Sa illetta, che ci ha fornito un importante aiuto per quanto riguarda gli stages e i supporti didattici».
 Diversi le possibilità di lavoro: i neolaureati potranno diventare responsabili e dirigenti nel mondo della progettazione e della ricerca informatica, ma anche amministratori di sistema internet e docenti di informatica.
Pablo Sole

 
7 – Il Sardegna
Pagina 26 – Cagliari
U n i ve rs i t à . Investimento di un milione e mezzo di euro
Ingegneria inaugura
la nuova aula magna
Il preside Ginesu: «Bisogna insistere sulla ricerca e collegarsi a Regione e imprese»
 
Cinzia Isola
 
Il cuore della facoltà ha ripreso a pulsare. Con un velo di commozione Francesco Ginesu ha inaugurato ieri mattina la nuova aula magna di Ingegneria. Una struttura che si avvicina a quella di un piccolo auditorium: 500 metri quadrati complessivi, 324 posti a sedere su comode poltroncine color glicine, cattedra da 11 posti, soffitto ondulato per un’acustica perfetta, due maxi schermo alle pareti. Il tutto per una spesa complessiva che sfiora un milione e 400 mila euro.
Tante persone presenti per la prima della nuova struttura, ma l’inaugurazione è anche l’occasione per fare il punto della situazione. Per parlare dei problemi e dei programmi futuri della facoltà di Ingegneria. Come la sua ridefinizione sotto il profilo culturale, scientifico e della didattica. «Bisogna insistere sulla ricerca», ha detto il preside Ginesu, «e cercare un collegamento con il territorio con iniziative comuni che coinvolgano l’università, la regione e le imprese». All’apertura ufficiale della nuova sala non poteva certo mancare il rettore Pasquale Mistretta: «Questo è il risultato di un impegno preso molti anni fa», ha commentato, «con l’utilizzo di soldi accantonati dal 2001».
 

 

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