Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
15 July 2006

Rassegna a cura dell’Ufficio stampa e web
Segnalato 1 articolo della testata L’Unione Sarda





1 – L’Unione Sarda
Pagina 4 – Cronaca regionale
Digitale terrestre. In un convegno a Napoli messi all'indice gli effetti collaterali legati al rinvio
«Sbagliato fermare la nuova tv»
Il clima di incertezza sta penalizzando i sardi
Dal nostro inviato Fabio Manca Napoli
In Gran Bretagna sono partiti tardi rispetto all'Italia. Eppure oggi, a due anni dallo switch off, cioè dal momento in cui anche oltremanica sarà spento il segnale analogico, hanno 34 nuovi canali sul digitale terrestre che vanno dall'arte all'intrattenimento, dalla fiction allo sport. Gratis e senza abbonamento. L'offerta è aumentata - dunque se ne è avvantaggiato il pubblico - sono entrati sul mercato nuovi editori che hanno attinto ai 200 milioni di sterline di contributi pubblici per offrire progetti nuovi. Si è allargato il mercato, le imprese sono cresciute, hanno creato lavoro. Tutto questo è stato possibile grazie a quattro condizioni: la certezza dei tempi, un forte convincimento del governo, che ha incentivato economicamente la tv pubblica ad avviare i primi canali attirando i telespettatori e convincendoli ad acquistare il decoder, un coordinamento tra imprese televisive, governo e regioni, incentivi alle piccole emittenti. Il modello«L'Italia deve partire da qui, dalle certezze per chi investe, da un piano preciso, da un ruolo centrale della Rai, per lanciare definitivamente il digitale terrestre, una rivoluzione che ha un vantaggio chiaro per i cittadini: offre più canali gratis a tutti e non solo, come avviene per la tv via satellite, a chi può pagare un abbonamento». Andrea Ambrogetti, numero uno di Dgtvi, l'Associazione italiana per lo sviluppo del digitale terrestre, non vede altre soluzioni per uscire da quella strana situazione che si chiama switch over. Quel lasso di tempo che passa tra l'avvio di un percorso e la sua conclusione. Un periodo che in Italia si è trasformato in un incubo per le emittenti locali che hanno creduto nella nuova piattaforma. Ed hanno investito mediamente 500 mila euro a testa, con punte di due milioni, per infrastrutturarsi e programmare nuovi contenuti. Un incubo perché dopo numerosi rinvii, sembrava che il 31 luglio, tra due settimane, in Sardegna e Valle d'Aosta si dovesse passare definitivamente dal sistema analogico a quello digitale. Invece il 22 giugno, con un Protocollo di intesa siglato da Regione, Governo e l'associazione Adgtvi - che raggruppa tv nazionali e le principali emittenti locali sarde - si è stabilito che tutto questo accadrà entro marzo 2008. C'è una data, almeno. L'emittenza locale«Ma in questo periodo le tv, specie le più piccole, sono come piccole barche che attraversano il mare in tempesta», ha ammonito Filippo Rebecchini, numero uno della Frt, la Federazione che raggruppa centinaia di tv locali, al pubblico accorso a Castel dell'Ovo, a Napoli, alla seconda conferenza nazionale sul Digitale terrestre. Una conferenza che ha un titolo che spiega molto: "La televisione di tutti". Michele Mirabella, conduttore tv, ha spiegato il senso di quello slogan con una frase tanto banale quanto efficace: «Oggi in molti vedono pochi canali e pochi ne vedono molti (a pagamento). Con il digitale terrestre molti vedranno tutto (gratis)». I vantaggiC'è molto da spiegare sui vantaggi che il cittadino potrà avere acquistando un decoder. Più programmi, interattività - cioè tanto la possibilità di personalizzare l'offerta tv quanto di richiedere un atto della commissione edilizia - qualità dell'immagine superiore. «L'Isola è a un passo dall'obiettivo di diventare la regione pilota in Europa per diffusione di decoder e di contenuti», ha evidenziato Ambrogetti. «È avanti rispetto agli altri (il 56% delle famiglie sarde ha il decoder, in Italia ne sono stati venduti 3,9 milioni), ma è chiaro che ci sono ancora ostacoli». Di natura politica, ad esempio. Per questo Piero De Chiara, presidente di Dgtvi, ha invitato la Regione a «lavorare con la mente sgombra da polemiche del passato (per Renato Soru il digitale deve essere finalizzato al t-government) e puntare al primato che ha a portata di mano: essere Regione-guida in Europa sulla nuova piattaforma». L'accelerazioneTra otto mesi, stabilisce il protocollo d'intesa, tre reti nazionali (su Mediaset, Rai, Telecom Italia media) dovranno trasmettere solo in digitale. E questa sarà una spinta nella direzione auspicata. La gente vedrà, si convincerà, acquisterà il decoder e le emittenti locali avranno una base certa su cui avviare la propria nuova programmazione. Giuseppe Flores D'Arcais è un consulente spagnolo che aiuta il governo catalano a digitalizzare la propria offerta televisiva. «Mi hanno chiesto di accelerare lo switch off e io lo sto facendo», spiega. Come? Flores D'Arcais dà una serie di spiegazioni tecniche più o meno comprensibili, poi dice una cosa fondamentale. «È una rivoluzione, bisogna investire molto per far capire alla gente che ha solo vantaggi. E per farlo capire bisogna credere nella promozione e nella comunicazione». A sentire tutto questo, a Napoli, c'erano politici, imprenditori, rappresentanti delle Autorità garanti, del governo, delle principali tv nazionali e regionali, della Regione Valle D'Aosta. Mancava solo la Sardegna.

Questionnaire and social

Share on:
Impostazioni cookie