Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
16 June 2006
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 6 articoli delle testate: L’Unione Sarda, La Nuova Sardegna e il Nord Sardegna
 
1 – L’Unione Sarda
Sardi – pag. 14
Milano. Fulvio Ortu guida i dottorati di ricerca all’università Bocconi
«L’intelligenza non ha padroni ma l’Isola ha sete di talenti»
La ricetta per un’istruzione di successo è un’equa circolazione di cervelli
Il guizzo negli occhi è quello. Non mente sulle origini. Origini sarde che Fulvio Ortu - docente all’università Bocconi di Milano con cattedra di direzione dei Phd (Philosophiæ Doctor, dottorati di ricerca) - palesa a tratti. Perché la giovinezza l’ha trascorsa a Trieste, città dal sapore mitteleuropeo che non a caso ha dato i natali a Italo Svevo. E di Trieste, il professore, sembra conservare quella "scontrosa grazia", che Umberto Saba ha assegnato in una lirica alla città. le origini È stato il padre Severino a trasferirsi qui da Terralba, intorno ai trent’anni, sollecitato dall’ingresso nella Scuola di Polizia. Poi, il matrimonio con una ragazza della minoranza slovena da cui è nato Fulvio, nell’agosto del 1960. «Ma da quando ho compiuto due anni, la Sardegna è stata tappa obbligata, nel periodo estivo». Nell’Isola è rimasto ancora il nucleo familiare più consistente, un pugno di cugini sparsi tra Terralba e Sardara. Un laccio affettivo ancora ben stretto. «Mio padre, che risiede tuttora a Trieste, trascorre gran parte dei pomeriggi al circolo culturale sardo della città». Fulvio Ortu invece, alle radici attribuisce un quoziente puramente accidentale. Complice forse il respiro multiculturale di Trieste, subito dopo la laurea alla facoltà di Economia è volato a Chicago per conseguire, dopo cinque anni, il dottorato in Scienze economiche. Ancora una breve sosta triestina nel settore ricerca e poi altri sei anni in America, tra New York e Los Angeles. «La Bocconi di Milano mi ha richiamato in Italia nel 2004». Data dell’istituituzione di un unico organismo che raccoglie tutti i programmi di dottorato della Facoltà. Alla cui guida la Bocconi esigeva proprio Ortu, un’offerta impossibile da declinare. «Ma non è stato il riavvicinamento all’Italia - precisa - a determinare la mia scelta. Mi è parsa semplicemente un’ottima opportunità». Un chiodo su cui batte con risolutezza. «Sono un liberista, convinto che il paradigma più efficace per la valutazione del lavoro sia il valore del lavoro stesso. Non la provenienza, non i tratti somatici o l’idioma. Negli States - ricorda - il mio ufficio era incastrato, con naturalezza, tra quello d’un collega turco e quello di un orientale». Ma tra i corridoi, nessun ramoscello d’ulivo. A tracciare i confini tra i docenti, unicamente le pubblicazioni e l’attività di ricerca. Per questo, quando s’accenna a "fuga di cervelli" il professore si ritrae come di fronte a uno scoppio fragoroso. «È una formula che si esaurisce in sé. Che significa fuga? L’intelligenza non è soggetta a vincoli territoriali, per definizione. Non si può opporle la presunzione di trattenerla a sé. Tanto più considerando che sono gli scambi, e l’esperienza giocata in terreni diversi, le cinghie che ne avviano il motore». L’eccezione italianaA questo la Bocconi sembra crederci davvero. Come attesta il pacchetto di master e lauree specialistiche accessibili a studenti provenienti da tutto il mondo. Il volano? La lingua inglese, una cura somministrata a tutte le lezioni del ciclo. E quel cinquanta per cento di stranieri che scelgono l’iscrizione ai programmi di dottorato di Ortu è il solitario prezioso che fiammeggia sul dito dell’istituto. Tradottosi, fino a oggi, nell’attivazione di dieci cattedre di docenza per studiosi "importati" da paesi europei ed extraeuropei. E le altre università italiane? Perché si spendono in energie e risorse per dare calce alla formazione e poi l’abbattono con i picconi di proposte di lavoro poco allettanti? Ortu affonda la lama nella natura pubblica dell’università italiana. «Il nostro sistema universitario è un’imponente macchina i cui bulloni sono avvitati dal monopolio pubblico. Gran parte del gettito delle risorse è erogato dal Ministero su parametri che poco o nulla hanno a che fare con l’eccellenza. È questa la fanghiglia su cui l’incentivo all’assunzione s’impantana. Senza contare la cattiva allocazione dei fondi che può divenire veleno se iniettata nella tendenza, tutta italiana, al rinchiudersi dentro gli steccati del proprio provincialismo». È allora facile, in questo contesto, scivolare su valutazioni miopi. l’esempio di sassariUn esempio sintomatico: in una ricerca pubblicata di recente l’università di Economia degli studi di Sassari è apparsa la migliore in Italia, per quanto concerne l’attività di ricerca. Un risultato inaspettato. A far schizzare gli indicatori, una ragione che ha un nome e un cognome: il professor Luigi Guiso, ordinario di Economia politica. O meglio, le sue pubblicazioni. Economista per molti anni al Servizio Studi della Banca d’Italia, con una specializzazione in macroeconomia e politica economica, il professore si è aggiudicato una tale mole di trattati in materia che ha sollevato involontariamente, nella valutazione, l’intera struttura universitaria locale. Ma in questo modo, non si rischia di insabbiare nell’afasia l’università italiana? «In Inghilterra - suggerisce Ortu - le allocazioni dei fondi sono state deliberate secondo una politica che premia gli istituti più produttivi, dal punto di vista scientifico. E in fondo un’università come la Bocconi, in Italia, costa un terzo di una valida università americana». Già, però il tessuto sociale statunitense è molto diverso. I contratti di docenza a tempo determinato sono presenti su larga scala, ma è un precariato difforme dal nostro. Meglio retribuito e garantito da un’efficace rete di ammortizzatori sociali. «È vero - conferma - ma i giovani devono abituarsi all’idea di lavorare lontano da casa. Solo in questo modo è possibile un’equa circolazione di talenti». E la Sardegna? negli UsaPerché gli studenti sardi sono costretti ad allontanarsi dall’Isola per studiare? «Bisogna allora chiedersi - risponde - perché un’università prestigiosa come Princeton, nel New Jersey, sia sorta in una provincia così desolata. Perché non a Terralba, una scaglia di terra di 10 mila abitanti, a una manciata di chilometri da Oristano? La risposta è che ogni provincia, in Italia, esige la sua università, ma non tutte sono in grado di raggiungere determinati livelli. In questo senso mi pare che la mancanza di competitività e l’indiscriminato sostegno statale nell’elargizione dei fondi costituisca un impedimento, e non un viatico all’istruzione». Il quesito va allora rovesciato. Perché nessun diplomato sceglie la Sardegna per cercare le migliori opportunità di studio? «Un mio allievo di Olbia - prosegue - è appena stato accettato a Cambridge. Potrebbe continuare anche qui in Bocconi, avrebbe garantite le stesse opportunità. Ma è una decisione che spetta solo a lui. Facciamo in modo che anche Cagliari e Sassari dispongano di valide università, capaci di accogliere iscritti anche dal resto d’Italia». E, se gli studenti sardi dovessero decidere di spostarsi, non sarà più un segnale di malessere, ma una delle scelte possibili.
Paola Bacchiddu
 
2 – L’Unione Sarda
Economia Pagina 10
Termalismo, tesi di laurea
«C’è un patrimonio straordinario, pochi lo conoscono»
 Le regioni italiane più gettonate dai sardi per le cure termali sono Toscana, Emilia Romagna, Veneto e Lazio. Da sole, coprono l’85% del mercato. È uno dei tanti dati, preziosi, contenuti della tesi "Terme e termalismo in Sardegna", con la quale Gian Luisa Carracoi, di Barisardo, si è laureta a Verona, facoltà di Lettere e Filosofia. «Il mio relatore, il professor Roberto Bernardi, docente di Geografia a Verona, è un geologo che ha lavorato anche in Sardegna. Nel definire la tesi», spiega Gian Luisa Carracoi, «si è pensato di scegliere un segmento particolare nel contesto del turismo sardo. E la scelta è caduta sulle terme». L’obiettivo di questo lavoro interdisciplinare», aggiunge l’autrice, «è stato quello di mettere in luce una realtà della nostra isola, per molti ancora sconosciuta, cercando di comprenderne i punti di forza e di debolezza, programmando la valorizzazione». Risorse localiGian Luisa Carracoi, dopo la laurea, è tornata in Ogliastra. Attualmente insegna Geografia economica e turistica per i corsi di formazione professionale dell’Anap, a Tortolì. Ma, non lo nasconde, è pronta a mettere a frutto, sul campo, gli sforzi condensati nelle 125 pagine della tesi. «L’utilizzazione del territorio», evidenzia, «significa soprattutto utilizzazione delle risorse locali. Utilizzazione corretta, naturalmente. È indubbio che anche le acque termominerali costituiscano una source di notevole importanza nell’economia di una regione. La valorizzazione di questa risorsa è rimasta fino ad oggi, in gran parte, allo stato potenziale». Il patrimonioEntrando nel dettaglio, Gian Luisa Carracoi ricorda che «a Fordongianus ci sono acque solforose, temperatura 44 gradi. A Casteldoria acque salso-bromo-iodiche, 75 gradi. A Sardara acque bicarbonato-alcaline, 56,4 gradi. A Benetutti, acque sulfuree-salse-bromoiodiche-radioattive, 40 gradi. A Tempio Pausania, acque molto simili a quelle di Fiuggi. Sono tutte indicate per le patologie reumatiche, articolari, dermatologiche, apparato respiratorio....». L’auspicio della giovane ogliastrina è che la Regione si impegni in prima persona «in una politica termale» e che le aziende evitino una promozione frammentata. Peccato, perché «il giro d’affari diretto dalle attività termali si moltiplica circa per dieci se si considerano le attività indotte e connesse». Val la pena di tenerne conto. (e. d.)
 
 


 
3 - La Nuova Sardegna
Pagina 5 - Olbia
ARZACHENA 
Oggi appuntamento con la narrativa 
ARZACHENA. Un incontro a metà strada tra la narrativa e l’antropologia nel centro sociale di Arzachena in via Dettori. Oggi Giulio Angioni presenterà il suo ultimo romanzo “Le fiamme di Toledo”, che racconta la storia del magistrato Sigismondo Arquer, arso vivo dall’inquisizione nel 1571. La serata è organizzata del presidio del libro “Le parole e le pietre”. L’antropologo-scrittore ha vinto per questa opera il premio letterario Dessì. Angioni è docente di antropologia all’università di Cagliari, ma da anni accanto ai successi accademici ha affermato la sua vocazione da romanziere. La serata si svolgerà dalle 19 nel centro sociale di via Dettori e sarà presentata da Elsa Guggino. (l.r.)
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
UNIVERSITÀ 
Donare il sangue con musica e poesia 
CAGLIARI. Un “piano regionale del sangue” per stimolare i donatori abituali a farsi vedere più spesso e incrementare così il numero delle sacche raccolte ogni anno. A lanciare la proposta è il presidente regionale dell’Associazione talassemici, Giorgio Vargiu che, facendo notare come in altre parti d’Italia ‹‹funzioni già così››, chiede che la questione sia presa in considerazione dal Piano sanitario regionale. L’idea arriva nel pieno dell’incontro in cui l’Ente regionale per il diritto allo studio presenta la sua decima campagna di sensibilizzazione alla donazione del sangue rivolta agli studenti: sette giorni di musica, poesie e autoemoteche ferme davanti alle diverse facoltà, perché gli universitari anche stavolta possano fornire il loro contributo prezioso. ‹‹Sensibilizzazione, informazione, consapevolezza: sono questi gli obiettivi che ci prefiggiamo di raggiungere con la nuova campagna››, dice il giovane presidente dell’Ersu, Cristian Solinas. Obiettivi che a guardare i dati sulle donazioni degli universitari in questi dieci anni sembrano facilmente raggiungibili anche stavolta: dal 1996 al 2005 sono state 6.500 le donazioni fatte dagli studenti. Numeri che riempiono d’orgoglio ma che non devono far abbassare la guardia. Anche perché in Sardegna, sottolinea il presidente provinciale dell’Avis, Antonello Carta, l’emergenza è continua: ‹‹Ogni anno nella nostra regione servono almeno 105 mila sacche di sangue - dice - ma riusciamo a raccoglierne in media 65 mila: significa che le sacche restanti siamo costretti a farle arrivare da fuori››. Dal resto d’Italia, dove i donatori pare abbondino soprattutto in regioni come Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia, Toscana e Sicilia.
 Da qui l’appello ai sardi perché l’isola arrivi all’autosufficenza, e l’idea di un Piano regionale del sangue per contattare più spesso i donatori abituali: ‹‹Possono dare il sangue un paio di volte l’anno - dice Giorgio Vargiu - ma dai dati emerge che lo danno 1, 2 l’anno››. Le manifestazioni organizzate dall’Ersu partono oggi alle 19 nel cine teatro Nanni Loy dell’Ersu con “Parole e musica”, serata dedicata alla lettura delle poesie di autori come Alda Merini e Federico Garcia Lorca, e alla musica da camera con Mozart in primo piano. Da lunedì a venerdì 23 le autoemoteche dell’Avis saranno ogni giorno in facoltà diverse: il calendario completo è su www.ersucagliari.it. (s.z.)
  
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 15 - Sassari
L’hotel Turritania forse diventerà una moderna casa dello studente 
SASSARI. Per l’hotel Turritania si aprono nuove prospettive. Dopo la mannaia comunale della demolizione e il veto salvifico della Soprintendenza, ora il vecchio edificio potrebbe trasformarsi in una casa dello studente. L’Ersu infatti è alla caccia di immobili e strutture da destinare agli universitari e ha bandito una gara pubblica. L’amministrazione comunale, dopo aver verificato la rispondenza dell’Hotel Turritania ai requisiti del bando, ha deciso di partecipare. Mettendo così a disposizione della città un edificio da troppo tempo in stato di abbandono e posto in una posizione centrale, e risparmiandosi allo stesso tempo tutti i soldi necessari per rimetterlo in sesto. (lu.so.)
 
 
 


6 - Il Nord Sardegna
Pagina 26 - Sassari
Palazzo Ducale Turritania:
il Comune partecipa al bando Ersu
Era solo un’idea, ora è proposta concreta. Il Comune di Sassari pensa al futuro dell’ex hotel Turritania, e sembra fortemente interessato a farlo divenire casa dello studente. Restano diversi nodi da superare, mal’atto di indirizzo approvato in Giunta parla chiaro: Palazzo Ducale parteciperà all’avviso pubblico dell’Ersu per edifici da destinare ad alloggi per gli studenti e ha individuato l’immobile da destinare alla struttura. I 1500 metri quadri di porta Sant’Antonio potrebbero dunque conoscere presto il loro futuro, in attesa che la sovrintendenza dia al Comune l’ok per la trasformazione. Il Comune ha deciso di partecipare al bando pubblico nel quale l’Ersu di Sassari manifesta l’intenzione di acquisire da altri enti o privati strutture idonee ad ospitare residenze per studenti, che nel polo settentrionale dell’università sarda sarebbero carenti.
L’ex hotel è l’edificio che risponderebbe alle richieste dell’ente per il diritto allo studio: un milione 200 mila euro il costo dell’immobile.

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