Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
15 May 2006
Rassegna a cura dell’ufficio stampa e web
Segnalati 4 articoli delle testate: L’Unione Sarda, La Nuova Sardegna, Il Nord Sardegna
 

 

1 - L’Unione Sarda
Pagina 11 - Artigianato e Pmi
Legacoop
All’Università di Cagliari si parla di cooperazione
Per festeggiare il suo 120° anniversario, Legacoop promuove un’iniziativa per avvicinare studenti, e giovani alla cooperazione. D’intesa con la facoltà di Economia e commercio di Cagliari, venerdì 19 maggio dalle ore 16.30 alle 19.30, si terrà un seminario dal titolo"Lezioni cooperative: verso una nuova teoria economica della cooperazione". L’apertura dei lavori, che si terranno presso l’aula magna della facoltà di economia e commercio di Cagliari, è affidata al preside Roberto Malavasi, e a Mario Salani, docente di sociologia dei processi economici del lavoro alla Sapienza di Roma. Giovanni Melis, docente di economia aziendale, illustrerà gli aspetti economico aziendali dell’impresa cooperativa, mentre gli aspetti sociologici saranno presentati dal docente Gianfranco Bottazzi. La chiusura dei lavori sarà di Antonio Carta, presidente regionale di Legacoop Sardegna, che parlerà delle prospettive dell’impresa cooperativa e del suo ruolo nello sviluppo locale.
(r. k.)
 

 

2 - La Nuova Sardegna
Pagina 19 - Cultura e Spettacoli
Scienza, addio a Umberto Colombo 
È scomparso all’età di 79 anni il chimico ed esperto di ambiente, ministro del governo Ciampi nel 1993 
Seguì i problemi dei cambiamenti climatici e dello sviluppo sostenibile 
E’ morto all’età di 79 anni Umberto Colombo, scienziato italiano di fama internazionale e ministro del governo Ciampi nel 1993. Chimico e fisico, esperto di energia, ambiente e di politica scientifica e tecnologica, ha ricoperto, tra le numerose cariche, quella di presidente del Cnen dal 1979 al 1982, dell’Eni dal 1982 al 1983 e dell’Enea nel decennio 1983-93. Già presidente del Comitato per la politica scientifica e tecnologica dell’Ocse dal 1971 al 1975, dell’Advisor Committee on Science and Tecnology for Development delle Nazioni Unite dal 1984 al 1986, dell’European Science Foundation di Strasburgo dal 1991 al 1993, Umberto Colombo era stato ministro dell’Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica dal 1993 al 1994. Come presidente dell’Enea e dell’Eni, ministro della Ricerca e membro dell’Accademia dei Lincei, Umberto Colombo è stato fra i protagonisti della vita scientifica e della politica della ricerca in Italia. Livornese come il presidente della Repubblica uscente Carlo Azeglio Ciampi, Colombo era nato il 20 dicembre 1927. Si era laureato in Chimica e fisica a Pavia e dopo la laurea aveva intrapreso la carriera universitaria nella stessa università, come libero docente di Chimica applicata. Dal 1967 al 1970 era stato direttore dell’Istituto di Ricerche Donegani e poi responsabile delle strategie di sviluppo della Montedison. Nel 1979 la nomina a presidente dell’ allora Cnen, il Consiglio nazionale per la ricerca nucleare, poi diventato Enea, carica che ha lasciato per quattro mesi, dal novembre 1982 al febbraio 1983, per assumere una brevissima presidenza all’Eni. Dal marzo 1983, con la trasformazione del Cnen in Enea, Colombo era tornato alla presidenza dell’ente. Dieci anni più tardi, nel 1993, la nomina a ministro della Ricerca con il governo Ciampi. Sotto la presidenza di Colombo il Cnen-Enea ha vissuto la complessa trasformazione da ente nucleare nazionale nell’ente per le nuove tecnologie, l’ energia e l’ambiente. ha seguito con particolare attenzione i problemi dei cambiamenti climatici globali e dello sviluppo sostenibile. Nel 1982 aveva firmato, con 40 scienziati, fra i quali il direttore dell’Istituto Mario Negri di Milano, Silvio Garattini e Rita Levi Montalcini, un documento di rifiuto delle armi nucleari nel quale si affermava che «in un’eventuale guerra nucleare non vi sarebbero nè vincitori nè vinti, ma soltanto sterminati». «Partecipo commosso al dolore della famiglia e della comunità scientifica per la scomparsa di Umberto Colombo». Questo il messaggio di cordoglio del presidente eletto della Repubblica Giorgio Napolitano per la scomparsa dello scienziato Umberto Colombo, già presidente dell’Eni e ministro dell’Università e della Ricerca del governo Ciampi del 1993. «Lo ricordo con il rimpianto di un amico che ha con lui condiviso passione civile interessi culturali e motivazioni ideali - prosegue il messaggio di Napolitano - e che ne ha ben conosciuto la profonda umanità. La competenza e il rigore con cui ha adempiuto nel tempo ad alti incarichi al servizio del bene pubblico costituiscono un patrimonio prezioso per l’Italia e l’Europa. E’ interpretando questi sentimenti profondi di riconoscenza che mi inchino alla memoria di un grande italiano». Il presidente della Camera dei deputati, Fausto Bertinotti, ha espresso alla famiglia il suo «cordoglio personale e della Camera». Nel messaggio il presidente Bertinotti, dopo aver ricordato gli antichi legami di amicizia con il professor Colombo sin dai tempi dell’istituto Donegani, ne ha sottolineato le doti di scenziato e la sua profonda ispirazione democratica. «Profondo cordoglio» ha espresso infine anche in un suo messaggio alla famiglia il Presidente del Senato, Franco Marini.
 
3 - La Nuova Sardegna
Pagina 17 - Cronaca
«Nei due atenei troppi studenti» 
L’assessore alla Sanità promette interventi per i neomedici tagliati fuori dalle specializzazioni 
Dirindin: «Va riprogrammato l’accesso a Medicina» 
«Anche in Sardegna si soffre del problema della ‘pletora medica’» 
CAGLIARI Ha varie cose da puntualizzare l’assessore regionale alla sanità Nerina Dirindin, a proposito delle borse di studio sulle scuole di specializzazione per i neolaureati che quest’anno saranno appena 73 e non le almeno 100 che la sola facoltà cagliaritana chiedeva. L’assessore dice che, della penuria di borse, ha parlato col collega alla programmazione Pigliaru e col presidente Soru, si cercherà rimedio nel programma Master and Back (si mandano laureati all’estero a studiare in scuole di alta specializzazione). Ma la prima cosa che si dovrà fare, spiega, è la riprogrammazione dei numeri di studenti ammessi nelle facoltà di Medicina.
 Dirindin dice di averlo detto appena arrivata in Sardegna e di aver lavorato anche a livello nazionale perché le università imboccassero con decisione questa strada. Per spiegare di cosa si stia parlando, cita uno studio condotto dall’Ocse, la conferenza permanente composta dai delegati di 30 nazioni che sorveglia l’andamento economico degli stati, studia i problemi per temi, presenta proposte di intervento una volta individuati i punti critici. La salute e il suo governo sono uno dei temi trattati in modo permanente dell’Ocse e nel febbraio scorso l’organizzazione ha concluso un rapporto sulle dotazioni di medici nei paesi sviluppati: «In Italia - spiega Dirindin - soffriamo della cosiddetta pletora medica, siamo ai primi posti per densità di medici ogni mille abitanti. Noi ne abbiamo 4, la Gran Bretagna 2 (ogni mille abitanti), la Germania 3,4, gli Stati Uniti 2. Questa nostra condizione provoca sottoccupazione dei medici (mentre altrove li importano) e pressione sul servizio sanitario. Da tempo si ritiene che le politiche di ingresso alle nostre facoltà di Medicina debbano essere riviste». Il ragionamento secondo l’assessore vale anche per le scuole di specializzazione: «In Italia e in Sardegna sono tante, frammentate, col rischio di duplicazioni, mentre potrebbero lavorare assieme. Adesso, qui, emerge un problema storico, non solo sardo, e gli studenti che escono dalla facoltà di Medicina si trovano in difficoltà. Le due università - continua Dirindin - sono state invitate dalla Regione affinché ci mandassero le richieste, sanno che la programmazione si fa in questo periodo e sanno anche che i milioni di euro stanziati sono sempre 4 e mezzo e che le borse, a 11 mila e 600 euro ciascuna l’anno, in tutto sono 389. Col passare degli anni è cresciuto lo stock di studenti che ha la specialità in corso e le somme per i nuovi si sono ridotte. Siamo a 73, meno dell’anno scorso». I ragionamenti per il futuro hanno il loro valore, il problema, però, sono le decine di ragazzi da parcheggiare adesso, non si sa neppure per quanto tempo: «Posso ben capire. E non intendiamo non farci carico del problema, ma, ripeto, il primo problema è la programmazione dei numeri e la programmazione della formazione è universitaria, la Regione indica il fabbisogno del servizio sanitario e basta. Se le due università sarde erano consapevoli che lo stock degli specializzandi era elevato, forse, loro, avrebbero dovuto sollevare il problema, li abbiamo chiamati a esprimere proposte, ma noi non possiamo garantire un posto di lavoro. Io ho chiesto e offerto collaborazione, mi stupisco che la programmazione della formazione universitaria sia attribuita alla Regione». Una soluzione positiva del problema è bloccata dal fatto che uno neodottore in Medicina per entrare alla specializzazione deve ottenere una borsa di studio pagata dalla mano pubblica: «Si deve notare che gli studenti di Medicina sono gli unici ad avere riconosciuta la borsa di studio a spese dei contribuenti. La ragione non era soltanto legata alla volontà di non discriminare ricchi e poveri, ma soprattutto al fatto che gli specializzandi contribuiscono al funzionamento del servizio sanitario. Le borse le paga lo Stato, le Regioni integrano. Altrove ci sono anche privati che mettono a disposizione le somme per le scuole di specializzazione. La logica della legge è garantire le borse di studio delle specializzazioni che servono, altro motivo che rende indispensabile la programmazione».
Alessandra Sallemi 
 

 

4 - Il Nord Sardegna
Pagina 28 - Alghero
La salute delle spiagge dipende dalle alghe
Ricerche. La posidonia come risorsa per i litorali
Viene considerata dai profani sinonimo di spiagge sporche quando si deposita a mucchi sulla sabbia. Ma quando, come e soprattutto se rimuovere le alghe dagli arenili. Sono questi i quesiti che legislatori, biologi, pubblici amministratori, ambientalisti e addetti ai lavori, si stanno ponendo negli ultimi anni. Non è possibile pensare ad accatastare cumuli di “Posidonia oceanica” e poi conferirla nelle discariche come un normale rifiuto. La riflessione che si è aperta sull’importanza della fanerogama marina, impone valutazioni diverse rispetto al passato che ne fanno una preziosa risorsa per la sopravvivenza delle nostre spiagge. Ed è per questo motivo che l’associazione Asap Mare e ambiente, che raduna i biologi sfornati dalla facoltà di Scienze del mare e delle Produzioni marine del polo universitario di Alghero, hanno organizzato un dibattito proprio per tracciare il punto sullo stato di gestione della “Posidonia oceanica” sui litorali. IL CONVEGNO cui sono stati invitati a partecipare esperti, docenti universitari e i rappresentanti di parchi, riserve protette e realtà ambientali del Nord Sardegna, si svolgerà venerdì 19 maggio alle ore 9,30, presso la sede universitaria del locale corso di laurea, nel palazzo del Pou Salit. Durante l’incontro si parlerà anche delle possibilità di riutilizzo della cosiddetta “paglia marina” ai fini agricoli; dell’importanza dei banchi di Posidonia come barriera naturale all’erosione costiera ma anche habitat di minuscoli e fragili animaletti. Si dibatterà inoltre della necessità di trovare un compromesso tra la corretta gestione ambientale dei litorali e le esigenze legate alla fruizione turistica.
P P. P.

Questionnaire and social

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