Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
22 April 2006
Rassegna a cura dell’Ufficio stampa e web
Segnalati  6 articoli delle testate L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna

 
 
1 - L’Unione Sarda
Pagina 41 – Lettere e opinioni
Il "3+2" all'Università Riforma fallita, studenti beffati di Sandro Maxia*
Tra gli esempi di quello che i filosofi chiamano eterogenesi dei fini, uno dei più impressionanti, anche perché è ancora sotto i nostri occhi, è dato dagli esiti della riforma universitaria detta del "3+2": ottime intenzioni, pessimi risultati. Il fenomeno dei fuori corso che si voleva combattere è più vivo che mai; la qualità degli studi è indubbiamente scaduta (anche per effetto dello spezzettamento delle discipline indotto dal sistema dei "crediti", sicché, tanto per fare l'esempio della mia Facoltà, Lettere e Filosofia, al posto dei venti esami della laurea "vecchio ordinamento", ora gli studenti ne devono sostenere circa un terzo in più); il sistema riformato del reclutamento dei docenti non ha reclutato un bel nulla, essendosi risolto in un generale avanzamento di carriera di quanti già appartenevano a qualsiasi titolo al personale in servizio. La "riforma" suscitò da subito molte critiche, restate però allo stadio di mugugni. La massa dei docenti, allettata dall'offa dell'avanzamento di carriera, inghiottì il grosso rospo, con uno spirito gregario che non cesserà mai di stupire un osservatore che mantenga la sua lucidità critica e autocritica. Poche furono, al momento del varo della "riforma", le voci di dissenso esplicito, tanto autorevoli quanto inascoltate (qualche nome: Eco, Segre, Canfora, Panebianco, Sylos Labini, Giavazzi...). Le tristi previsioni da loro avanzate trovano ora un riscontro drammatico nella svalutazione del titolo triennale, che non dà accesso alle professioni che davvero contano, risolvendosi di fatto in un nuovo inganno per i giovani dei ceti meno abbienti. È oramai generalmente ammesso che le professioni si trasmettono di padre in figlio, sotto l'occhio vigile degli albi professionali. Ora però si è passati dalla svendita sotto costo alla laurea in offerta speciale, come il "Corriere della Sera" del 22 marzo scorso intitolava un'inchiesta di Gian Antonio Stella, tramite la quale viene documentata la gara al ribasso iniziata da alcune Università (spesso le ultime arrivate, come quelle "telematiche", davvero ai limiti della truffa) alla ricerca di "clienti" da spremere in cambio ? qui la frase fatta è da prendere alla lettera - del pezzo di carta. Secondo Stella però nessuna delle dette Università «ha messo all'amo le esche che ha messo la "Libera Università San Pio V" di Roma nella convenzione firmata con il Ministero degli Interni». Nata nel 1996, finanziata sontuosamente (e illegalmente, se consideriamo ancora in vigore la nostra Costituzione) dal ministro Moratti, illustrata da insegnanti della stazza di Buttiglione, Andò, Adornato, eccetera, l'Università, che si dice vicina all'Opus Dei e alla ciellina Compagnia delle Opere, offre ai dipendenti di "area B" (gli "impiegati di concetto", per intenderci) una laurea triennale in Scienze politiche e sociali scontata di 12 esami, tra i quali diritto pubblico, privato, amministrativo. Ancora più ghiotta, dice Stella, l'offerta agli impiegati di "area C" (funzionari e direttori di sezione, posti per i quali era richiesta la laurea già da prima, e dunque occupati abusivamente): a costoro vengono abbuonati 18 esami, cioè tutti quelli che caratterizzano un corso di studi a carattere politico-giuridico (tra i 7 da sostenere brillano Sociologia della devianza, Pedagogia sociale, Geopolitica). Resta solo da chiedersi se si tratta di concorrenza sleale o addirittura di dumping... Sono per ora casi limite, d'accordo. E forse può venirne addirittura del bene, se questa corsa scellerata al ribasso darà fiato a quanti invocano l'unico rimedio possibile allo stato delle cose: l'abolizione del valore legale dei titoli di studio.
*Docente nell'Università di Cagliari
 
2 – L’Unione Sarda
Pagina 12 – Economia
L'istituto di credito del gruppo Bper dopo tredici anni "premia" i suoi azionisti
Banca di Sassari, 5 milioni di utile e dividendo
La nuova mission della Banca di Sassari ha imboccato la strada giusta. Il bilancio d'esercizio 2005 si è concluso con un utile netto di 4,99 milioni di euro contro i 2,20 del 2004. Un risultato che ha consentito all'assemblea, che ieri lo ha approvato, di assegnare agli azionisti un dividendo di 2 centesimi per azione con un esborso complessivo di 1.042.450 euro. È la prima volta che accade dal 1993, anno della rinascita della Banca di Sassari. Il pagamento sarà esigibile dal 28 aprile. L'assemblea ha inoltre deciso di riconfermare gli organismi dirigenti della Banca e di integrare il Cda (che passa da 9 a 11 consiglieri) con la nomina di Stefano Usai, professore di Economia politica dell'Università di Cagliari e del libero professionista Franco Fercia. Nella sua relazione il presidente della Banca, Ivano Spallanzani, ha manifestato soddisfazione per i risultati ottenuti e un certo ottimismo per il 2006: «le previsioni - ha detto - indicano la possibilità di una crescita anche significativa dei margini». Carte di creditoNote positive vengono anche dalla "divisione consumer", l'unità di business diretta da Claudio Battaglia, vera scommessa della "Sassari" in un mercato agguerrito come quello delle carte di credito e debito in cui opera con il sostegno dell'intero gruppo Bper. Ad oggi le carte distribuite sono oltre 125 mila, l'obiettivo del 2006 è arrivare a quota 200 mila. La "divisione consumer" sta operando anche nella fidelizzazione della clientela basata sull'utilizzo di carta a banda magnetica (Fidelia) e Pos. Accordi sono già operativi con centri della grande distribuzione e consorzi di commercianti. Fra le novità per difendere la clientela dalle frodi, come la clonazione delle carte, un sistema di sms che raggiungerà l'utente comunicandogli in tempo reale i movimenti sulla propria card. Crescite consistenti si sono registrate anche nell'erogazione di mutui per la casa e dei prestiti assistiti, le classiche cessioni del quinto dello stipendio.
Gibi Puggioni
 
3 – L’Unione Sarda
Pagina 14 – Lavoro
Collaborazioni all'Università con assegni annuali di ricerca
Cagliari, posti per ingegneri e fisici
L'Università di Cagliari mette in palio due assegni per la collaborazione ad attività di ricerca da svolgersi nel Dipartimento di fisica e di ingegneria elettrica ed elettronica. L'importo annuale di ciascun assegno di ricerca è di 16.138 euro, al netto degli oneri a carico dell'amministrazione. Per l'assegno in fisica è richiesto il titolo di dottore di ricerca in fisica o diploma di laurea conferito secondo il vecchio ordinamento, o laurea specialistica o magistrale, in fisica, conseguito da almeno due anni e accompagnato da idoneo curriculum scientifico professionale; per l'assegno in ingegneria il titolo di dottore di ricerca in elettronica o informatica o diploma di laurea conferito secondo il vecchio ordinamento, o laurea specialistica o magistrale, in ingegneria elettronica o informatica o in scienza dell'informazione o in fisica o in matematica, conseguito da almeno due anni e accompagnato dal curriculum scientifico professionale. Le domande, indirizzate al Magnifico Rettore, ripartizione concorsi, via Università 40, 09124 Cagliari, devono essere presentate a mano o spedite per raccomandata entro oggi, 22 aprile. (al. co.)

 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 3 - Nuoro
Un master sul rischio sanitario
Nuovo corso di specializzazione dell’università nuorese
di Antonio Bassu
NUORO. Un corso di specializzazione di livello universitario sui crediti formativi, che affronta in modo sistematico le questioni giuridiche, economiche, tecnologiche e gestionali del rischio in sanità, si terrà in città a partire dall’anno accademico 2006-2007. La proposta è dell’assessore all’Università Lorenzo Palermo. Il progetto è stato sottoscritto da tutte le Asl della Sardegna, dagli otto enti intermedi, il Consorzio per gli studi universitari, l’assessore regionale alla sanità Nerina Dirindin, gli Ordini professionali dei medici e avvocati e la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.
 Corso di formazione e specializzazione che coinvolgerà una trentina di giovani laureati. Se ne è parlato ampiamente nell’incontro per la progettazione dei percorsi formativi e di ricerca, presenti l’avvocato Giovanni Comandè e il professor Giuseppe Turchetti della Scuola superiore Sant’Anna di studi universitari e di perfezionamento di Pisa. Si tratta, più specificatamente, di una sorta di master interdisciplinare che affronata le problematiche relative agli aspetti giuridici e gestionali dei rischi che corrono, durante la loro attività, gli operatori che lavorano nel mondo sanitario, e con essi gli stessi pazienti.
 Il tutto tenendo conto delle innovazioni e dei modelli sviluppati e in corso di sperimentazione a livello locale e internazionale al fine di collocare le diverse problematiche nel contesto teorico e di avviare gli operatori alla soluzione autonoma delle questioni pratiche. Il che consentità ai professionisti esterni alle strutture sanitarie di fornire servizi di qualità e agli interni di sviluppare e gestire i percorsi di riduzione dei rischi e dei costi in termini economico-assicurativi e di salute connessi negli ospedali e nelle aziende sanitarie.
 È ben noto, infatti, che queste ultime, in caso di incidenti o di errori degli operatori, vengono chiamate a pagare salatissime somme, specie nel momento in cui le Asl non abbiano sottoscritto una polizza assicurativa. La proposta dell’amministrazione provinciale barbaricina, e per essa dell’assessorato all’Università, innovazione e ricerca, è stata accolta da tutti gli enti locali e dalle aziende sanitarie con grandissimo interesse, in funzione anche della garanzia di serietà offerta dal “Laboratorio interdisciplinare diritti e regole della Scuola superiore di studi universitari e di perfezionamento della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa”. Il periodo di stage intra-aziendale permetterà di sviluppare progetti operativi di immediato interesse per ogni struttura sanitaria.
 «Il corso - ha spiegato l’assessore Lorenzo Palermo - offre strumenti di qualificazione professionale sia per coloro che operano all’interno delle strutture del servizio sanitario sia per i professionisti (avvocati, medici, tecnici e consulenti) che svolgono la loro attività nelle strutture pubbliche e private. Pertanto il percorso formativo consente di articolare l’offerta per le consulenze alle strutture sanitarie. Complessivamente le ore di attività di formazione è stata calcolata in 750 ore, di cui: 140 d’insegnamento, 420 di studio individuale, con supporto on line, nonchè di 190 pre dedicate alla redazione e discussione finale di un speciale dossier».
 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 21 - Cagliari
Ricerca dell’antropologo Cosimo Zene, docente di studi orientali e africani all’università di Londra
I rituali del dono e della vendetta
La contrapposizione dei diversi codici nel centro Sardegna
NATALINO PIRAS
NUORO. L’antropologo Cosimo Zene è da tempo che fa ricerca sul tema “Dono e vendetta nella Sardegna centrale”. Ci sono dentro secoli e secoli di vita e tradizioni. Anche rituali di morte, intesa come scambio, come “torradura”. Zene, 57 anni, nulese di nascita e di “ritorni al paese”, dal 1998 insegna alla Scuola di studi orientali e africani dell’università di Londra, la città dove vive. Sposato con un’inglese, hanno un figlio, Stephen, Isteveneddu. Racconta Zene al telefono che nella scuola frequentata dal figlio un’insegnante ha chiesto al ragazzino dei suoi genitori. Ottenuta risposta l’insegnante riassumeva “mamma inglese e babbo italiano” ma subito Stephen Zene la richiamò all’ordine: “Teacher, quante volte ti devo dire che mio babbo è sardo”. In una fotografia abbastanza recente padre e figlio sono nel giardino di casa, seduti su una panca coperta da un tappeto di Nule dai colori rosa e marrone, in sintonia con il verde del prato. A dire ancora delle differenti anime che ci sono nell’esperienza dell’antropologo, sempre alla Scuola di studi orientali e africani, nel 1994 Zene ha conseguito il dottorato di ricerca con una tesi su un gruppo di “intoccabili”, i paria del Bengala/Bangladesh convertiti al cristianesimo. Il lavoro è stato pubblicato dalla RoutledgeCurzon di Londra. Sul versante sardo, quest’anno Cosimo Zene si sta occupando, per conto dell’Istituto Superiore Regionale Etnografico, del “fondo Bentzon”, l’antropologo danese morto nel 1971 a 35 anni che ha lasciato tra l’altro uno studio fondamentale sulle launeddas. Tra il 1965 e l’anno della sua morte, Andreas Fridolin Weis Bentzon fece ricerca anche a Nule su molti aspetti della vita della comunità. Nule è al confine, a lakana tra Goceano e Barbagia, un universo mondo dove la lingua parlata è lo stesso sardo, magari con “odale” al posto di “nichele”, di Bitti, Orune, Nuoro, Mamoiada, Oniferi e Orotelli, il paese del padre di Zene. Il saggio su “Dono e vendetta” è destinato a un numero speciale della rivista “Lares” diretta dall’antropologo Pietro Clemente per poi diventare libro a sé stante. Dice Cosimo che il titolo che lui vorrebbe dare al volume è “Dono, Comunità e Identità. S’imbiatu nella Sardegna centrale”.Il fulcro è quindi s’imbiatu, “cosa da inviare, mandare”, lo scambio di doni tra le famiglie. Imbiatu era, prima con più assiduità, la parte migliore del maiale appena ucciso, mandata ai parenti e alle famiglie amiche. Ma era anche sa limusina, pane e dolci e carne per l’anniversario della morte di un caro estinto, per le feste. S’imbiatu come lo indaga Cosimo Zene è dentro l’idea “de su connottu”. Affonda le radici dentro usi e costumi, dentro la storia di quanto per secoli e secoli “si è conosciuto” nella Sardegna centrale: terre e bestiame, guerre e pakes tra famiglie-nassones. Il concetto di dono-imbiatu è legato all’altro di “sambenadu” che vuol dire cognome e appartenenza di sangue. Dentro questo campo “del conosciuto” ci sono vere e proprie norme che regolano il tempo e l’andare delle cose, patti e violazioni. Nel saggio dell’antropologo, un nome ricorrente è quello di Antonio Pigliaru, l’intellettuale orunese che ha trascritto dall’oralità il codice della “vendetta barbaricina come ordinamento giuridico”. Il tempo del lavoro e della festa, la casa e su campu, il donare e il rubare, la gradualità della risposta al furto e all’offesa, formavano il tessuto connettivo delle comunità. Negli anni cinquanta-sessanta, per poter trascrivere il codice, Pigliaru andò a intervistare i pastori in campu e nelle pinnette. Verificò cosa significava dono come scambio e dono come ritorno di sangue e faide. Per una parola male detta e male interpretata, per una pecora rubata, per un saluto non dato né ricevuto. Il codice trascritto da Pigliaru è composto da 23 articoli: 10 di principi generali,7 per le offese, 6 sulle misure della vendetta. “Est lozicu, è logico” era la risposta frequente che gli intervistati davano a Pigliaru. Lo dicevano per motivare scelte razionali, il calcolo del donare e del dover “torrare”. Scrive Zene che «forse non è solo un caso fortuito che Nule e Orune siano confinanti, e che i pastori dei due paesi, oltre ai pascoli di su campu e su comunale, condividano anche gli stessi codici». Allargando la visuale, Zene fa riferimento al “potlatch” parola dell’antropologia che racconta un cerimoniale, con ben precisa e rigorosa etichetta, sullo scambio dei doni. Nelle società tradizionali, durante il “potlatch” bisognava prestare molta attenzione a rispettare le funzioni che a ciascuno dei donatori o dei riceventi derivavano dal suo status sociale. Guai a infrangere le regole, anche se non scritte. Dice Zene che «pur non presentando i tratti estremi del potlatch, s’imbiatu è molto simile a quello che l’antropologo Mauss definiva come fatto sociale totale». Dentro il campo imbiatu-connottu si definivano le esperienze e le esistenze. Amistade e disamistade sono dentro questo “potlatch” della Sardegna centrale, così come l’essere e il non essere. “Non semus” si diceva quando due persone, due famiglie, due fazioni erano in guerra tra di loro. Nel “non semus” non poteva esserci scambio di doni. A volte, in casi estremi, per tentare riavvicinamento e riappacificazioni interveniva la comunità. A Nule per esempio, nella celebrazione de sos candelarzos del 31 dicembre che a Bitti era ed è s’arina capute e a Orgosolo sa candelarìa, «i bambini questuanti sono spesso invitati a visitare tutte le case, iniziando proprio da quelle con le quali non c’è rapporto, chin chie semus a primma». Bisogna cercare di muoversi nel segno della riconciliazione nonostante tutto. E vedere nei segni dell’antico quelli della modernità. Significativo che il discorso di Zene trovi risvolti anche nella guerra in corso in Iraq. Ci sono ragioni e leggi e scontri tra queste dove il più forte impone il proprio codice sul più debole. Per molto tempo anche la nostra società barbarica, regolata dal codice della vendetta, considerava un’ingerenza le leggi dell’ “altro stato”, quello italiano in particolar modo. Si rifiutava di capire la violenza a cui spesso l’altro stato ricorreva per imporre una propria idea di ordine. Parlare di doni è sempre entrare nel groviglio. Nel campo de su connottu, dice Zene che il codice del dono «si pone in relazione-contrasto al codice della vendetta». Ne evidenzia la resistenza ma anche la tensione etica e sociale. Come dire che sono possibili dei cambiamenti, delle diverse direzioni. A ritornare e ripartire anche dal ruolo che nelle comunità barbaricine ebbero le donne. «Queste ultime spesso sono state giudicate sia in campo criminologico che psicanalitico come la vera radice, cosciente o incosciente, della violenza». Una questione dell’ieri. Oggi s’imbiatu è, dovrebbe essere, “dono in transito” dice Zene e il suo recupero, quando lo si fa, solo “ritualizzato e simbolico”. Se ne è fatta di strada da quando “dare e torrare” entravano nella carne viva. Ma ne resta ancora, di cammino da compiere.
 
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 26 - Sassari
Iscrizioni alle scuole di specializzazione
SASSARI. All’università, per l’anno accademico 2005-2006, sono aperti i termini per la presentazione delle domande di ammissione al primo anno delle scuole di specializzazione per laureati in medicina e chirurgia. La domanda di partecipazione al concorso, da redigere in carta semplice, deve essere inviata al Rettore dell’università degli studi di sassari e inviata a mezzo reaccomandata postale con avviso di ricevimento o presentata direttamente all’Ufficio protocollo in piazza Università 21 entro il 15 maggio prossimo. Chi dovesse presentare la domanda oltre il termine non sarà ammesso alla prova scritta. Il bando di concorso può essere consultato nel sito dell’università www.ammin.uniss.it/scuole-specializzazione/scuole.php.

Questionnaire and social

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