Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
23 May 2006
Rassegna a cura dell’Ufficio stampa e web
Segnalati 15 articoli delle testate: L’Unione Sarda, La Nuova Sardegna
 

 
 

1 - L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari - Pagina 19
«Azienda mista ancora all’anno zero»
Sardegna ultima in Italia: chiesto l’intervento del ministro
Nel 2004 è stato firmato un protocollo d’intesa tra Università e Regione per la nascita dell’Azienda mista che è rimasto carta straccia.
Sanità. Dure accuse del preside di Medicina Faa: la Regione non ha fatto niente
La facoltà di Medicina è pronta a esautorare la Regione e chiedere l’intervento del ministero della Sanità per avviare la nascita dell’azienda mista sanitaria. «Il consiglio di facoltà lo ha chiesto nelle ultime riunioni ? spiega il preside di Medicina, Gavino Faa, - e la legge 517 del ’99 lo permette. Dopo la firma del protocollo d’intesa con la Regione, nell’ottobre del 2004, sembrava che si fosse individuata la strada giusta. Invece non si è più fatto niente e tutte le scadenze sono saltate».
La grande incompiuta «Un vero peccato. Se ai presupposti del 2004 fosse seguita una intenzione di far nascere l’azienda mista sanitaria, adesso staremmo per nominare il direttore generale. Invece siamo ancora all’anno zero». Il preside di Medicina ricorda che «non è mai stata nominata la commissione per l’attuazione del piano sanitario dell’azienda». Il programma prevedeva che nell’aprile del 2005 l’azienda fosse qualcosa di concreto, pronta per ricevere il via libera dal ministero della Sanità. Invece? «Invece non è stato fatto nulla. Se si dovesse partire adesso ci vorrebbe un anno e mezzo per fare tutto. Per questo siamo preoccupati». Faa ricorda le critiche avanzate dall’assessore regionale alla sanità Nerina Dirindin, appena insediata, perché «la Sardegna era l’unica Regione a non avere l’azienda mista. Se eravamo ultimi due anni fa, adesso cosa siamo?».
Piano sanitario Anche il mondo sanitario universitario si aggiunge al coro di critiche sul modo di operare del manager della Asl 8, Gino Gumirato, nella stesura del piano strategico triennale. «Vengono programmate azioni su cliniche, personale e ospedali, come il Santissima Trinità, che toccano il sistema universitario. Ma l’Università non è stata interpellata. Ne sono venuto a conoscenza in Fiera, quando è stato esposto il piano. Le discussioni - aggiunge Faa - si dovrebbero fare prima. Inoltre non sarebbe sbagliato sentire i medici e gli infermieri che lavorano da decenni nella sanità sarda. Prendo questo piano come una provocazione».
Borse di studio Altro capitolo difficile da digerire è quello della riduzione del numero di borse di studio per le scuole di specializzazioni per i laureati nell’Ateneo cagliaritano: «Hanno finito il corso di studio in 170, e a questi dobbiamo aggiungere i 40 rimasti fuori l’anno precedente. Servirebbero 210 borse. Invece - conclude Faa - arriviamo a 136, con le 96 del Ministero e le 40 della Regione. Cosa devo dire ai 70 laureati che resteranno fuori? Di andare a protestare sotto il palazzo di via Roma?».
(m. v.)
 
2 - L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari - Pagina 19
la scheda
Punto d’incontro tra le Asl e l’Università
Azienda sanitaria come punto d’incontro tra Università e Regione, dove la facoltà di Medicina, oltre ai compiti istituzionali della didattica e della ricerca, ha un ruolo fondamentale nell’assistenza. L’azienda mista dovrebbe nascere proprio con questa finalità: coordinare l’attività tra Università e Asl 8, con compiti precisi per i medici universitari e per quelli del sistema sanitario nazionale. L’azienda mista, secondo il protocollo firmato nel 2004, dovrebbe comprendere le strutture assistenziali del Policlinico universitario e quelle attualmente convenzionate con la Asl 8. Altre strutture sono individuate nel piano strategico: «Si parla di accorpamenti di cliniche pediatriche», commenta il preside di Medicina, Faa, «di una nuova chirurgia che dovrebbe nascere dalla fusione di una universitaria con una ospedaliera. E altro ancora, poco chiaro a tutti». A capo dell’azienda ci sarà un direttore generale (nominato con decreto del presidente della Regione, d’intesa con il rettore dell’Ateneo di Cagliari), che sarà affiancato da un organo di indirizzo, nel quale sarà presente il preside della facoltà di Medicina. (m.v.)
 
3 - L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari - Pagina 19
Novità per i medici neolaureati
L’infarto si studia sul cuore del manichino
Sembra un uomo in carne e ossa, in realtà è un sofisticato apparecchio che permette ai medici neolaureati di acquisire esperienza e affrontare al meglio le emergenze provocate dalle malattie cardiache e della circolazione. Il robot ha infatti un cuore che batte, respira, muove le palpebre: si chiama Sam (Simulatore artificiale medico) ed è il più moderno strumento capace di riprodurre i sintomi di numerose patologie. il progettoLa sua anima è il computer: da oggi (e fino a sabato) il simulatore sarà la cavia sulla quale si eserciteranno 200 medici provenienti dalla Asl 8, ma anche dalla 7 del Sulcis e dalla 6 del Medio Campidano nell’ambito del progetto Lifecase: un corso di formazione per i laureati in medicina generale che punta ad aumentare le competenze nella prevenzione del rischio cardio-cerebrovascolare. L’iniziativa è nata dalla collaborazione tra Dies Group, azienda specializzata nel campo socio-sanitario, la casa farmaceutica Pfizer e l’assessorato regionale alla Sanità. Entro il 2007 coinvolgerà 15 mila medici di 75 Asl di tutta Italia. il corsoIn questi giorni, i medici seguiranno in città un corso di cinque ore, diviso tra teoria e pratica sul simulatore: «È uno strumento innovativo che permette di avere un momento formativo concreto», ha spiegato ieri il direttore sanitario della Asl 8 Giorgio Sorrentino. il simulatoreIl simulatore costa 250 mila euro ed è prodotto dalla Dies Group in collaborazione con l’azienda americana Meti: in Italia ne esistono 2 esemplari. I medici possono sentire il polso, ascoltare i battiti, misurare la pressione arteriosa, iniettare farmaci, ma anche intervenire per la defibrillazione, eseguire la respirazione artificiale e il massaggio cardiaco. (n. p.)
 
4 - L’Unione Sarda
Provincia di Sassari - Pagina 36
La sfida dell’agroalimentare
Porto Conte Ricerche a caccia di alleati per fondare il primo Distretto biotecnologico del Nord Sardegna. Un sistema capace di aumentare la capacità di stare sul mercato delle imprese locali, punto di riferimento soprattutto per il settore agroalimentare. Se n’è discusso ieri, nei locali del centro di Tramariglio, alla presenza del presidente del Consorzio 21 Giuliano Murgia, dell’Amministratore unico di Porto Conte Ricerche, Sergio Uzzau, del presidente del comitato di indirizzo scientifico Antonio Farris e dei rappresentanti politici e istituzionali del territorio. «Più che un progetto vero e proprio è un’aspirazione ? ha detto subito Murgia ? non è facile infatti creare da soli una realtà di questo genere, occorre che le istituzioni facciano la loro parte». Il centro di Tramariglio è pronto a mettere a disposizione gli spazi e i sofisticati macchinari di cui è dotato. Apparecchiature che vengono impiegate per migliorare la produzione nel settore alimentare, ambientale e medico. «Ora vogliamo creare qualcosa di importante ? ha spiegato Farris ? desideriamo che gli obiettivi che ci eravamo prefissati nel 1996, con la nascita del Polo biotecnologico del parco scientifico regionale, siano condivisi». Università, Cnr, Istituti Zooprofilattico e Caseario, Camera di Commercio e associazioni di categoria e poi ancora le grandi imprese del settore vitivinicolo e alimentare, sono tutte invitate a far parte del progetto. «Occorre fare sistema ? ha continuato il presidente del comitato scientifico ? per diffondere le competenze e le informazioni di carattere scientifico a tutto vantaggio delle imprese». Un lavoro che nel centro ricerche di Alghero, in parte, è stato già fatto. Alcune aziende, come la Barilla, per esempio, si sono servite delle apparecchiature presenti per sperimentare dei particolari prodotti alimentari prima della produzione di massa. Lo stesso non si può dire per le piccole imprese locali, a conduzione familiare «dove è difficile spiegare che la ricerca non è un lusso, ma una necessità». Ora la sfida di unire le forze e provare a concentrare a Tramariglio le conoscenze tecniche e scientifiche di quei soggetti che possono dare vita a un forte sviluppo nel settore agroalimentare. «In uno spazio gradevole anche dal punto di vista della qualità della vita e dell’ambiente» ha aggiunto Murgia. Qui, in questo paradiso a due passi dal mare potrebbe nascere il primo Distretto delle biotecnologie. (c. fi.)
 
5 - L’Unione Sarda
Provincia Sulcis Pagina 21
Sì al progetto per salvaguardare le falde acquifere
Via libera alla barriera idraulica intorno alle industrie di Portovesme
Roma è d’accordo: si farà la barriera idraulica per mettere in sicurezza una falda compromessa che scorre sotto il polo industriale di Portovesme. Anzi, il progetto dovrà essere pronto entro due mesi. Lo ha sancito avant’ieri sera la Conferenza di servizi decisoria, svoltasi nella capitale fra i funzionari del Ministero dell’Ambiente e i colleghi dell’omonimo assessorato regionale. Sul tavolo della discussone, la decisione delle aziende del polo industriale e del Consorzio di Industrializzazione di realizzare una barriera idraulica di settanta pozzi che dovranno captare l’acqua inquinata della falda (a circa 80 metri di profondità) e depurarla rimettendola in circolo per le stesse industrie. La spesa è di circa 20 milioni di euro. Un bel risparmio se si pensa alla prima soluzione avanzata dallo stesso Ministero, diversi mesi fa, quando ipotizzò la costruzione di una barriera fisica: un muro lungo 7 chilometri e profondo una trentina di metri. Una follia ambientale e finanziaria (sarebbero serviti 100 milioni di euro) che almeno servì da sprone alle industrie (principali responsabili dell’inquinamento della falda), per forza impegnate nella ricerca di soluzioni alternative. La "Conferenza decisoria" (questo la definizione tecnica) fra Stato e Regione di martedì è stata determinante. Ha dato il via ufficiale al programma. «Il Ministero ha detto sì alla proposta di barriera idraulica ? spiega il presidente del Consorzio di Industrializzazione di Portovesme Ignazio Cuccu ? ed imposto l’elaborazione del progetto entro sessanta giorni, il passo successivo sarà adesso convocare entro la prossima settimana le aziende per l’assegnazione formale dell’incarico di progettazione all’Università di Cagliari». Il Consorzio ha infine appurato che anch’esso potrebbe essere chiamato a contribuire alle spese. «Anche se in misura decisamente inferiore rispetto alle aziende», premette Cuccu. (a. s.)
 
6 - L’Unione Sarda
Lavoro e Opportunità Pagina 15
Borse di studio destinate a laureati
Istituto sicurezza e Commissione europea
L’Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro ha messo a disposizione 14 borse di studio per laureati. Altre borse di studio destinate ai laureati sono proposte dalla Commissione europea. Queste nel dettaglio le offerte. istituto superioreTredici borse di studio dell’Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro sono destinate a cittadini italiani con laurea del vecchio ordinamento o specialistica in scienze statistiche ed economiche, scienze biologiche, biotecnologie, scienze ambientali, scienze naturali, ingegneria chimica, ingegneria ambientale, ingegneria informatica o gestionale o delle telecomunicazioni, chimica e chimica industriale, biologia, scienze matematiche, fisiche e naturali, fisica ed ingegneria elettronica; una borsa di studio è invece destinata a coloro che hanno la laurea triennale in chimica. Le borse durano un anno e ammontano 12.600,00 euro e sarà corrisposto in rate mensili. La domanda di ammissione al concorso dovrà essere inoltrata per raccomandata con avviso di ricevimento all’Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza sul lavoro, Dipartimento relazioni esterne e servizi comuni di supporto alle aree di ricerca "Casilina" e "Monteporzio", unità funzionale II, unità amministrativa per le attività di stampa, formazione e informazione entro il 12 giugno. Maggiori informazioni e il bando sono disponibile nel sito del Comune di Sassari www.comune.sassari.it/lavoro/territorio/borse_studio.htm. commissione europeaLa Commissione europea mette a disposizione borse di studio destinate a studenti di tutte le discipline, che siano stati accettati in un corso di formazione post laurea a tempo pieno in "interpretazione e conferenze". Il corso, organizzato da una università riconosciuta o da un istituto a livello universitario, se completato con successo, deve dare al partecipante una qualifica che certifichi la capacità di lavorare come interprete professionale consecutivo o simultaneo. Per essere ammessi i partecipanti devono essere in possesso (o frequentare l’ultimo anno di corso) di un diploma universitario o altro titolo equipollente. L’importo di ciascuna borsa sarà di 2.000 euro per i candidati di uno dei Paesi dell’Ue. Le domande devono essere presentate entro il prossimo 16 luglio. Per informazioni rivolgersi alla rete Eurodesk Italia, tel. 800.257330, e-mail programmi@eurodesk.it, sito internet www.eurodesk.it, oppure recarsi a Cagliari (viale Regina Margherita 43, telefono 070.653937) e di Olbia (via Pisa 6/A, 0789.25139). (r.f. - giu.dep.)
 
 

 
7 - La Nuova Sardegna 
Pagina 1 - Prima Pagina
Sassari, l’università elegge il rettore 
Si vota il 7 giugno, in lizza tre candidati tra i quali l’uscente Maida 
Concorrono anche Giovanni Lobrano e Virgilio Agnetti 
SASSARI. Nuovi rettori nelle due università della Sardegna. Dopo le elezioni nell’ateneo di Cagliari, che nei giorni scorsi ha confermato nella carica Pasquale Mistretta, il 7 giugno si voterà nell’università di Sassari. Tre i candidati in campo. Il primo è il rettore uscente Alessandro Maida, docente di Medicina, che si presenta alle elezioni per la quarta volta ed è dato per favorito. Gli altri candidati in lizza sono il giurista Giovanni Lobrano, preside della facoltà di Giurisprudenza, e il neurologo Virgilio Agnetti. Tutti hanno già presentato i loro programmi, che sono visibili anche sul sito internet dell’università di Sassari. Al voto sono chiamati complessivamente 788 elettori.
 
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 33 - Cultura e Spettacoli
Sfida nell’università di Sassari 
Nuovo rettore, il 7 giugno in campo tre candidati 
Alessandro Maida si presenta per la quarta volta, gli avversari sono Giovanni Lobrano e Virgilio Agnetti 
Pier Giorgio Pinna
Due sfidanti per Alessandro Maida. Stavolta all’università di Sassari non c’è un candidato unico. Il rettore uscente si presenta per il quarto mandato. Obiettivo: passare da 9 a 12 anni alla guida dell’ateneo che fu di Cossiga e dei Segni. Sulla sua strada Maida trova però concorrenti decisi.
 Il primo è il preside di Giurisprudenza, Giovanni Lobrano. Il secondo Virgilio Agnetti, neurologo a Medicina, la stessa facoltà dove Maida dirige l’istituto d’Igiene. Si vota il 7 giugno. Chi vincerà? L’attuale rettore parte favorito: i sostenitori l’accreditano di un vantaggio non colmabile. Ma gli avversari, che così come lui hanno già presentato un dettagliato programma diffuso anche sul sito www.uniss.it, appaiono determinati. E, soprattutto, pronti a convincere i dubbiosi con gli incontri nelle facoltà predisposti a questo scopo. Per farlo, comunque, hanno due settimane. Poi si penserà soltanto a contare le preferenze.
 Nel frattempo si può riflettere su qualche aspetto. I tre candidati hanno grosso modo la medesima età. Appartengono perciò alla stessa generazione di accademici. La loro estrazione fa capo al centrosinistra, sia pure con sfumature e tratti personali molto differenti. Di più: la matrice culturale e ideologica comune è l’area cattolica. Così la prima volta dopo tanto tempo nella quale si presentano candidature alternative non ci sono in lizza esponenti del centrodestra, del mondo laico o della sinistra radicale. Un caso? O la naturale evoluzione dei criteri adottati negli ultimi trent’anni? La risposta non è semplice né univoca: le indagini per capire meglio sarebbero, con ogni probabilità, complesse e non tutti si ritroverebbero d’accordo sulla stessa analisi. Ma non è forse sbagliato dire che le collocazioni politiche contano poco ed è piuttosto «il partito dell’università» a incontrare i favori di un elettorato del tutto particolare. Con una differenza: c’è qui chi si batte per la continuità e chi si propone per un ricambio.
Così le manovre sono cominciate. Da mesi. E c’è poco da stupirsi. Maida guida l’ateneo sassarese dal 1997. Era subentrato al docente di Veterinaria Giovanni Palmieri, che subito dopo venne eletto presidente della Fondazione Banco di Sardegna. In carica nei sei anni precedenti, Palmieri era a sua volta subentrato a un recordman di durata nel mandato, un maratoneta del calibro di Pasquale Mistretta, di recente riconfermato a Cagliari per la sesta volta: si parla di Antonio Milella, docente di Agraria. Fu ininterrottamente rettore dagli anni Settanta al ’91 in un periodo nel quale lo Statuto non poneva limiti alla rielezione.
Da quella lontana fase molto è cambiato. E l’università di Sassari ha raggiunto nuove posizioni. Oltre 160 milioni da amministrare ogni anno, 730 docenti, centinaia di dipendenti fra personale tecnico e amministrativo, 16mila studenti. Cifre che parlano da sole. Anche da qui l’estrema attenzione per le scelte che si faranno nei prossimi giorni in un ateneo certo proiettato verso il futuro ma che non dimentica il passato. Un passato che ha visto protagonisti studiosi di valore: persino un Nobel per la Medicina (Daniel Bovet, 1957).
Adesso Giovanni Lobrano punta sul cambiamento. E propugna di allargare poteri che oggi gli paiono accentrati. Finora nel Senato accademico in questa battaglia lo hanno sostenuto i presidi di Veterinaria (Sergio Coda) e di Economia (prima guidata da Carlo Ibba, ora da Francesco Morandi). Consensi pesanti ai fini del voto dei prossimi giorni arriveranno proprio da queste tre facoltà. A prescindere da posizioni differenti di singoli professori, infatti, i bene informati spiegano che Economia, Legge e Veterinaria sostengono la candidatura Lobrano. Insieme con alcuni altri rappresentanti degli studenti e del personale non docente. La base elettorale di Lobrano si attesterebbe così tra il 14 e il 16%. In tutto, gli elettori sfiorano gli 800. Mercoledì 7 giugno, per essere eletti, sarà necessaria la metà più uno degli aventi diritto (e non dei votanti). Se nessuno la spunterà in prima battuta, ci saranno altre due consultazioni, sempre con la stessa maggioranza assoluta. Poi si andrà al ballottaggio fra i soli due candidati che hanno ottenuto più consensi.
Anche Virgilio Agnetti punta sul rinnovamento. Al di là di diversi sostenitori a Medicina e altrove, più che di aiuti legati ai dipartimenti o alle facoltà Agnetti gode di molti sostegni personali. La stessa considerazione che lo ha portato a ricevere appoggio tra i movimenti cattolici di cui fa parte, come quello dei Focolarini. Difficile calcolare la sua base elettorare in seno all’ateneo, secondo i «sondaggisti» non ufficiali più introdotti ancorata a circa la metà di quella di Lobrano.
Maida, infine, si ripropone nel segno della continuità. E’ forte del sostegno di 8 facoltà. Viene accreditato di un buon 75% di consensi fin dalla prima votazione. Solo tra 15 giorni, comunque, si saprà se davvero il quadro è lo stesso delineato in queste ore. E se i gruppi accademici saranno in grado di modificare o no gli attuali equilibri.
 
9 – La Nuova Sardegna
Pagina 33 - Cultura e Spettacoli
Maida nel segno della continuità: «Valorizzare la didattica e la ricerca» 
Alessandro Maida punta molto sulla continuità e su altre alleanze con Sassari e il suo territorio. «Ancora una volta cercherò di riservare la massima attenzione per tutti - sostiene - I punti qualificanti del mio programma, oggi come in passato, sono l’arricchimento della didattica per gli studenti, il reclutamento dei giovani ricercatori, il potenziamento delle risorse, il progetto per la realizzazione dell’azienda mista nel campo della sanità. Intendo battermi anche per una maggiore partecipazione di componenti universitarie ora assenti nel Cda e nel Senato accademico e per valorizzare al meglio dipartimenti e facoltà».
Siciliano di nascita, Maida è arrivato a Sassari nel 1968 come giovane docente della facoltà di Medicina. Oggi, a 67 anni, si presenta per un nuovo mandato perché ritiene di poter proseguire, con la lunga esperienza acquisita sul campo, le iniziative intraprese. Anche nella ricerca di nuovi rapporti con le risorse del territorio, in grado di contribuire allo sviluppo sia dell’università sia del Nord Sardegna.
«In questo senso - aggiunge - intendo fin da questo momento impegnarmi anche per il pieno utilizzo del nuovo teatro comunale che a Sassari sta sorgendo a Cappuccini. Se adeguatamente valorizzato, può trasformarsi in un volano di sviluppo culturale ed economico, così come tante altre opere già presenti in un coincidente interesse tra noi, il Comune e la Provincia».
Sereno, Maida attende il voto del 7 giugno senza patemi d’animo. Ricorda che alcune modifiche statutarie ora al centro di critiche risalgono a un periodo precedente alla sua elezione. Spiega anzi di essersi battuto per un decentramento di poteri e funzioni, per maggiori aperture e ruoli operativi differenti. Ma di non aver trovato grandi consensi, in particolare nei settori che adesso rilevano accentramenti eccessivi. Soddisfatto perché la campagna elettorale si è mantenuta nello spirito di una perfetta discussione accademica, e certo non a caso, il rettore uscente ha presentato un programma che ricalca i progetti perseguiti negli ultimi anni anche con obiettivi differenti: dal potenziamento dell’offerta formativa al miglioramento dei servizi, dalla riorganizzazione dell’amministrazione centrale e periferica all’ultimazione del piano per l’edilizia. «Tutto - afferma - nell’interesse del partito dell’università». (pgp)
 
10 – La Nuova Sardegna
Pagina 33 - Cultura e Spettacoli
L’impegno del neurologo Agnetti: «Più partecipazione e democrazia» 
Virgilio Agnetti non fa mistero delle sue convinzioni: «Per cambiare - sostiene - a volte è necessario andare controcorrente: l’importante è non rimanere soli». Negli incontri con i colleghi, in questi giorni, è solito ricordare l’adagio. Anzi, lo ripropone spesso consegnando agli interlocutori un segnalibro giallo con un’illustrazione-vignetta: una pecora (nera) cerca spazio nel suo bianco gregge dicendo «permesso, permesso...». Più che un’allusione alla esigenza di contrastare i convenzionalismi che regolano i comportamenti degli esseri viventi.
Vignetti è nato a Padova il 28 novembre 1943, lo stesso giorno del rettore uscente (Maida, però, è del ’38). Si è laureato in Medicina a Parma. Ma a Sassari ha percorso tutte le tappe della sua carriera universitaria. Oggi è professore ordinario - o di prima fascia - di Neurologia. Dallo scorso ottobre consigliere d’amministrazione nel Cda dell’ateneo (è stato il secondo più votato con 44 preferenze), aveva già svolto precedenti analoghe esperienze negli anni Ottanta. E’ anche presidente della fondazione San Giovanni Battista di Ploaghe per l’assistenza ai disabili.
«La mia candidature non ha targhe - tiene a precisare il docente - Nasce all’interno dell’ateneo e non è stata pensata a tavolino. Mi appare come il frutto di un’esperienza vissuta. Deriva dalla mia attenzione verso certe problematiche. Penso di aver preso questa decisione quando ho potuto constatare come la situazione fosse bloccata, ingessata».
«Oggi - continua Agnetti - tutte le scelte sono in mano al Senato accademico. Ho denunciato un conflitto d’interessi: come hanno potuto i suoi componenti intervenire sullo spostamento dei termini d’ineggibilità per il rettore nel momento in cui loro stessi dovevano poi decidere nel merito? Ecco, è allora che ho visto tutta la fragilità del sistema, la sua debolezza, e cosìoho deciso di presentarmi in alternativa per salvaguardare precisi principi democratici di alternanza e allargare la partecipazione».
Una delle novità che, se eletto, Vignetti vorrebbe applicare è l’attuazione effettiva delle funzioni della Giunta d’ateneo, organismo composto da delegati dello stesso rettore che lo rappresentano in diverse attività. «Intendo poi battermi per un nuovo diritto allo studio - è la sua conclusione - Un diritto alla formazione di qualità. Anche nei rapporti con la Regione». (pgp)
 
11 – La Nuova Sardegna
Pagina 33 - Cultura e Spettacoli
Il giurista Lobrano: «Ruoli decisivi per le facoltà e per i dipartimenti» 
Giovanni Lobrano, 61 anni, insegna Diritto romano a Giurisprudenza, la stessa facoltà di cui è preside. Nato a Sassari, vissuto a lungo ad Alghero, ora abita a Fertilia, la zona della Riviera del corallo che ama con più passione. In passato è stato per qualche tempo segretario dei Popolari catalani. Tra il 1994 e il ’95, nella prima Giunta Palomba, ha ricoperto, come tecnico, la carica di assessore agli Affari generali. «In quella veste - ricorda - ho promosso l’attuale legge sul personale della Regione e la riforma, mai andata in aula, della programmazione».
 Adesso è invece impegnato a spiegare le ragioni alla base del suo nuovo impegno elettorale. Che non deriva, come lui stesso chiarisce, «né da un giudizio critico sull’azione di Maida né dal prolungarsi del suo operato». «La mia candidatura nasce dall’esigenza di rilanciare un’importante posizione in seno all’ateneo e nel Senato accademico sulla forma di governo e sul tipo di Statuto - prosegue Lobrano - A 17 anni dalla legge sull’autonomia universitaria e a 11 dalla prima redazione dello Statuto, solo adesso l’ateneo sta sperimentando la necessità reale di un governo in grado di rispondere alle sfide che ci attendono. Il Senato ha preso atto di aver bisogno di una forma di governo adeguata, così come il corpo accademico nella sua interezza. Tutti sono d’accordo. Ma il problema è il come: quale strumento di navigazione adottare». «Finora - continua il preside di Giurisprudenza - è prevalsa la tendenza a potenziare senza modifiche l’attuale stato di cose. Con una conferma dello scarso peso decisionale da parte di facoltà e dipartimenti e l’accentuazione dei poteri del corpo centrale tramite il Senato accademico integrato. Credo che quest’orientamento debba essere invertito. Bisogna spostare il baricentro decisionale proprio sulle facoltà e sui dipartimenti. E’ infatti in queste sedi che deve avvenire il vero equilibrio tra le diverse componenti. Ecco: questa logica richiede un’apertura verso l’esterno, con dentro il sistema sardo dell’autonomia, in una cornice di autentica riscoperta del nostro ruolo in Europa e nel Mediterraneo e in un dialogo col sistema delle autonomie non circoscritto al solo governo regionale». «C’è poi il caso del Consorzio per l’università di Nuoro - sostiene infine Lobrano - Dobbiamo impegnarci a fondo perché diventi una realtà dotata di strutture adeguate per la didattica e la ricerca». (pgp)
 
12 - La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Cagliari
Paolo Pani: «Le istituzioni stiano fuori»
Al mio Preside, professor Gavino Faa.
Riceverà questa mia nota in ritardo. Purtroppo ho ricevuto il Suo invito a partecipare all’incontro fra la Facoltà di Medicina ed il candidato Sindaco, Emilio Floris, solamente il 22 maggio. So che vi sarà un incontro anche con un altro candidato, Gianmario Selis. Io non vi parteciperò. Considero infatti queste iniziative di grave disinvoltura, se non fuori dalle regole (di questo non ho certezze), almeno oltre la prassi istituzionale.
Se mi è permesso un confronto è come se i candidati Sindaci esponessero le loro ragioni nella sede del Palazzo di Giustizia di Cagliari, o presso lo stesso Consiglio comunale. Ho sempre considerato auspicabile un confronto fra le istituzioni, fra università ed amministrazione cittadina. Questo può avvenire, ma solo nelle sedi proprie, pubblicamente, senza inopportuni coinvolgimenti istituzionali. Sono queste le ragioni del mio dissenso, a cui aggiungo, Preside, anche un invito di maggior rigore istituzionale, almeno secondo la nostra prassi.
Paolo Pani Docente Facoltà di Medicina
 
13 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Cagliari
il preside di medicina 
«Azienda mista, siamo in alto mare» 
Fatto il protocollo tutto si è fermato, altro che inaugurazione nel 2007 
Alessandra Sallemi
CAGLIARI Nessuna azienda mista Regione-Università potrà vedere la luce il 1° gennaio 2007. Lo dice preoccupato il preside della facoltà di Medicina Gavino Faa delegato del rettore proprio per trattare con la Regione sul tema per conto dell’ateneo. Faa tira fuori uno scritto steso due anni fa con i passaggi e i tempi necessari per arrivare ad inaugurare l’azienda e si capisce perché è pessimista: oggi, maggio 2006, l’azienda dovrebbe avere un direttore generale al lavoro per elaborare l’atto aziendale, da presentare a luglio. Invece la commissione si sarà riunita sì e no un paio di volte, naturalmente senza produrre alcunché.
L’esordio dell’assessore regionale alla sanità Nerina Dirindin se lo ricordano bene gli operatori: insediata a luglio (2004), a ottobre aveva radunato le parti in rissa da anni per firmare il protocollo d’intesa Regione-Università dove si fissava sulla carta il percorso da seguire per arrivare all’apertura dell’azienda mista. Nel documento non si trascurava di precisare i tempi di lavoro e il preside di Medicina fece per sé un promemoria con le date indicative. Oggi, due anni e mezzo dopo, nulla di ciò che il protocollo prevedeva è stato fatto. Un fallimento, l’ennesimo, se si torna per un attimo alle disposizioni della legge 517 «la quale - spiega Faa - riconosceva che per fare buona didattica bisogna che il sistema metta a disposizione una buona organizzazione dell’assistenza e della ricerca. Ancora oggi invece siamo nell’impossibilità di ottimizzare la didattica con assistenza e ricerca. Inoltre, il Policlinico sta accumulando crediti enormi sia verso la Asl 8 sia verso la Regione, ma non si fa cenno a una soluzione». Ancora un’eredità del passato: circa 13 milioni di euro sono i crediti vantati dal Policlinico per prestazioni erogate fino al 2004 a favore di cittadini di quel territorio sanitario; l’Asl 8 ha cominciato a pagare l’integrazione per l’assistenza garantita dagli universitari solo dal gennaio 2006, fino a quella data l’anticipazione sugli stipendi è stata garantita dall’ateneo stesso. Tanti, insomma, gli argomenti che pressano per arrivare all’azienda mista. Il piano strategico aziendale della Asl 8, poi, per Faa e l’università ha avuto lo stesso effetto di uno schiaffo: il 17 maggio, giorno della presentazione ufficiale, Faa spiega di aver ascoltato il manager di una diversa amministrazione che illustrava quel che si poteva fare in casa sua (pediatrie, neurochirurgie ecc.), ma senza neppure una consultazione. «Il direttore generale della 8 avrebbe dovuto seguire la programmazione del consiglio regionale - dice il preside di Medicina - e se il consiglio regionale era, com’è, in ritardo, ancora di più avrebbe dovuto sviluppare una politica di grande concertazione. Invece io le linee progettuali che coinvolgono l’università le ho sentite per la prima volta lì. Io ho parlato varie volte per le due chirurgie del Binaghi da trasferire al Policlinico, ma il 17 sono state proposte varie fusioni di cui bisognerebbe ragionare assieme».
Sui tempi dell’azienda mista. Si doveva costituire una commissione col compito di monitorare l’esecuzione del protocollo, la commissione non è stata formata. Il tavolo tecnico composto dalle parti entro sei mesi dalla firma del protocollo avrebbe dovuto portare alla «definizione puntuale dell’azienda»: il «tavolo» si è riunito due volte, poi più nulla.
«Nel protocollo c’era scritto che entro il 10 aprile 2005 c’era l’impegno di presentare la razionalizzazione della rete ospedaliera che serviva per definire esattamente i letti dell’azienda: la razionalizzazione - spiega Faa - non c’è.
Definita l’azienda, entro 60 giorni bisognava varare il progetto di scorporo, vale a dire decidere tutto ciò che deve essere conferito nell’azienda: persone, strumenti, strutture.
La bozza del piano sanitario c’è, alla luce di questa l’azienda avrebbe dovuto raggiungere il dimensionamento entro giugno 2005. Dopo tale data si poteva costituire l’azienda e quindi procedere alla nomina del direttore generale: secondo le scadenze originarie la nomina doveva avvenire più o meno adesso.
Ecco perché il gennaio 2007 non è più una data credibile: con un impegno eccezionale si potrebbe tentare di recuperare parte del percorso perduto, ma non vedo i segni di un impegno del genere».
 
14 – La Nuova Sardegna
Pagina 34 - Cultura e Spettacoli
Porto Conte, parte la sfida tecnologica del Nord Sardegna 
Al via il progetto per dar vita a un distretto delle biotecnologie che faccia da volano allo sviluppo dell’industria agroalimentare 
Costantino Cossu
La notizia: Porto Conte Ricerche decide di diventare grande e annuncia di voler fare da locomotiva di un’operazione che dovrebbe portare alla nascita di un distretto delle biotecnologie radicato nella Sardegna nord occidentale, parte di un più largo sistema di ricerca regionale. Per dire come questo sarà possibile, ieri pomeriggio, nella sala conferenze di Tramariglio, il nuovo amministratore unico della società, Sergio Uzzau, ha convocato tutti i principali giocatori della partita. C’erano il rettore dell’Università di Sassari Alessandro Maida, il vicepresidente della Provincia Franco Borghetto, il presidente del Comitato d’indirizzo scientifico della Porto Conte Ricerche Antonio Farris e l’assessore regionale al Bilancio e alla Programmazione Francesco Pigliaru. Ma in sala erano seduti anche i titolari delle imprese che hanno scelto Porto Conte come loro base operativa, amministratori locali, rappresentanti dell’Associazione degli industriali e di diverse categorie economiche.
La Porto Conte Ricerche, con l’ultima riforma voluta da Soru, è diventata una società controllata dal Consorzio 21. E’ quindi un ente strumentale della Regione, che ha il compito di fornire alle imprese il supporto di conoscenze scientifiche e tecnologiche necessario per competere sui mercati mondializzati. Potrebbe fermarsi qui. Anche perché la faccenda non è che sia particolarmente semplice. Invece ha deciso di andare oltre, di passare ad una fase due. Obiettivo la creazione di un sistema integrato di ricerca sulle biotecnolgie che tenga insieme i principali team di scienziati della Sardegna nord-occidentale, imprese e pubbliche amministrazioni.
Di che cosa si tratta lo ha spiegato, nelle linee generali, Giuliano Murgia, presidente del Parco scientifico regionale Polaris di cui Porto Conte è una delle articolazioni. Ci sono caratteristiche dell’ambiente della Sardegna nord-occidentale, ha spiegato Murgia, che ne fanno un luogo ricco di potenzialità per lo sviluppo di un comparto agroalimentare che fondi la sua forza di penetrazione nei mercati internazionali sulle biodiversità. Ovviamente ciò che si trova in natura è del tutto insufficiente se non ci sono imprese che sappiano trarne prodotti in grado di affrontare agguerritissimi concorrenti. E le imprese non hanno alcuna possibilità di successo se non vengono sostenute da un’attività di ricerca d’avanguardia. La società di Porto Conte punta a un’integarzione sistemica fra tutti i soggetti che sul territorio fanno ricerca e il mondo dell’imprenditoria.
Come tutto ciò sarà possibile lo ha detto Sergio Uzzau. C’è innanzitutto l’Università. Ma ci sono anche il CNR, l’Isituto zootecnico caseario e l’Istituto zooprofilatico. Ciascuno in campi diversi, hanno linee di ricerca d’eccellenza. Si tratta d’integrarle in un unico sistema, eliminando doppioni e guardando anche più in là, a ciò che accade nel resto dell’isola, in una dimensione integrata.
Oggi a Porto Conte le principali direttrici di ricerca sono: tecnologie chimico-analitiche su prodotti alimentari, biotecnologie applicate alla medicina, tecnologie alimentari avanzate, tecnologie di visione artificiale, biotecnologie microbiche, nanotecnologie. Sono otto le imprese private che operano all’interno della struttura di Tramariglio: qui trovano condizioni particolari che non esistono in alcun’altra parte d’Italia. Premere sull’acceleratore significa, ha spiegato Uzzau, passare ad una fase in cui il coinvolgimento delle imprese, a partire da quelle locali, diventa non solo più ampio, ma in qualche modo organico. L’obiettivo è quello di creare un circuito virtuoso tra ricerca scientifica e attività economiche.
Buone intenzioni, per realizzare le quali non occorrono soltanto entusiasmo e competenze scientifiche e organizzative. Servono anche, e forse soprattutto, molti soldi. Lo ha detto in maniera diretta il rettore Maida. «Riconosco alla Regione un’attenzione al polo scientifico sassarese che non c’era mai stata. E questo non può che renderci felici. Noi, per ciò che ci riguarda, stiamo faccendo la nostra parte. All’assessore Pigliaru abbiamo consegnato un rapporto dettagliato su come son stati spesi i denari che sinora ci ha dato. E crediamo di avere fatto le scelte giuste. Ma non bisogna fermarsi qui. Serve un appoggio ulteriore, nuovi sostegni finanziari. Il varo del distretto delle biotecnologie sarà possibile solamente se all’inizio ci sarà un forte sostegno regionale. Poi, ne sono certo, saremo capaci di camminare con le nostre gambe».
Borghetto ha spostato il discorso sul piano regionale: «Possiamo farcela se stiamo dentro ad un progetto di sviluppo locale sostenuto da forti iniezioni di scienza e di tecnologia. La Regione si è messa su questa strada in maniera convinta. Non bisogna tornare indietro».
Sviluppo locale e tecnologia, un binomio centrale nel programma con il quale Renato Soru ha affrontato, due anni fa, la sua campagna elettorale. Lo ha ricordato Francesco Pigliaru, che del programma soriano è uno dei padri. L’assessore al Bilancio ha confermato che quello resta un impegno sul quale si gioca molto della riuscita dell’azione complessiva della giunta regionale. Ricerca scientifica al servizio delle specificità e delle risorse locali. Sui mercati la diversità paga. Poi, magari, bisognerà vedere se, insieme all’obiettivo di stare sui mercati, si centra anche quello di costruire un tessuto sociale meno segnato da diseguaglianze individuali e da sperequazioni territoriali. Ma di questo, ieri, nessuno ha detto.

15 - La Nuova Sardegna
Pagina 26 - Sassari
BREVI 
Borse di studio
Il comune informa che sono in pagamento le borse di studio a sostegno della spesa sostenuta dalle famiglie per l’istruzione (anno scolastico 2004/2005) e il contributo per la fornitura gratuita o semigratuita dei libri di testo (anno 2005/2006). I beneficiari possono recarsi per la riscossione presso qualsiasi sportello del Banco di Sardegna, muniti di un valido documento di riconoscimento.
Dibattito sulla scuola
Martedì 23 nell’aula A della facoltà di Lettere e Filosofica (via Zanfarino), alle 17, si terrà l’incontro dibattito «Quale scuola? Sarda, di massa, laica!», organizzato dal Collettivo studentesco. Relazioni di Angelo Marras, responsabile territoriale del Css, Sidacadu de sa nazione sarda, e Massimo Nappi, settore scuola del Css.
Università
È stata indetta una procedura di valutazione comparativa, per titoli ed esame colloquio, per l’attribuzione di 1 assegno di ricerca della durata di 2 anni, presso la facoltà di Lettere e filosofia nel settore scientifico disciplinare L-Lin/10 letteratura inglese, per il progetto «La letteratura irlandese moderna e contemporanea tra Cattolicesimo e Protestantismo». Sono richiesti: dottorato di ricerca conseguito in data non anteriore al 1992, oppure diploma di laurea o titolo di studio equipollente e possesso di curriculum idoneo. Domande entro il 31 maggio, bandi all’ufficio concorsi in via Macao 32 o all’indirizzo www.ammin.uniss.it/concorsi.
Ersu
È in pagamento, in qualunque agenzia del Banco di Sardegna, la tassa regionale di 62 euro per gli studenti che ne hanno fatto richiesta in virtù della legge regionale 25 del 2002.
 
 
 

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