Press review

Rassegna quotidiani locali a cura dell’Ufficio stampa e redazione web
18 September 2020


1 - L’UNIONE SARDA di venerdì 18 settembre 2020 / CAGLIARI - Pagina 19
Ex Manifattura

Truzzu parla di verde e water front

Oggi alle 19 il sindaco Paolo Truzzu parlerà al Festival dell'Architettura in programma sino al 27 settembre all'ex Manifattura. Truzzu illustrerà alcuni progetti-chiave della sua amministrazione tra cui quello del fronte del mare.

Nel corso del festival Cagliari sarà una grande residenza collettiva, creativa e operativa, con laboratori in presenza, workshop di autocostruzione e coinvolgimento attivo dei cittadini nella manipolazione fisica di oggetti e spazi della città. Il 26 settembre la città renderà omaggio alla vita e alla carriera dell'architetto Giovanni Zedda, che con i suoi 50 anni di iscrizione all'Ordine è una figura culturale di riferimento per il capoluogo e per la Sardegna. Il 22 e il 24, con raduno alle 18.30 in viale Calamosca, gli architetti sperimenteranno il concetto di geografia emozionale nella manifestazione “Paesaggi a lume di lanterna”.







 

2 - L’UNIONE SARDA di venerdì 18 settembre 2020 / PROVINCIA DI ORISTANO - Pagina 39
Asuni. Sezione staccata di Cagliari
Nel paesino di 300 anime ora c'è anche l'Università: venti iscritti, cinque corsi

I test si sono conclusi ieri e dal prossimo ottobre inizieranno le lezioni a distanza. Sembra impossibile, ma è vero: l'Università è arrivata ad Asuni, un piccolo paese di poco più di 300 abitanti, al confine fra Marmilla e Barigadu.

Per ora sono una ventina gli iscritti ai cinque corsi a distanza, un progetto didattico-culturale, ma anche contro lo spopolamento delle zone interne, nato da un accordo sottoscritto fra l'amministrazione di Asuni e l'Università di Cagliari. Progetto denominato “Unica Asuni”. Le lezioni si svolgeranno nei locali delle ex scuole elementari, stabile dove in queste ultime settimane di settembre si stanno concludendo i lavori finanziati dal Comune per adeguare la struttura.

I corsi

«Abbiamo cinque corsi di laurea triennale: scienze dell'amministrazione e dell'organizzazione, economia e gestione aziendale, ingegneria elettrica, elettronica e informatica. E ancora scienze della comunicazione e beni culturali e spettacolo», ha spiegato Alice Sanna, tutor di orientamento del progetto, 36 anni, che ha aggiunto: «Per ingegneria superare i test è indispensabile, perché la facoltà è a numero chiuso, per gli altri quattro corsi i test hanno solo un valore di prima conoscenza del bagaglio culturale dello studente».

Gli iscritti

Sempre Sanna ha riferito i numeri degli iscritti ai corsi a distanza: «Sono una ventina. Età media 40 anni, 11 uomini e 9 donne, il paese con più iscritti è Nurallao. Il corso di laurea più gettonato è scienze dell'amministrazione e organizzazione».

Inoltre «gli iscritti arrivano non solo dai paesi della zona, come Laconi e Samugheo, ma anche da Teti e Galtellì. Gli studenti di queste zone reputano più semplice raggiungere Asuni di Cagliari».

I servizi

«Gli studenti adesso avranno tempo per immatricolarsi sino al 30 settembre», ha precisato la tutor, «ma il nostro punto di fruizione di Asuni, oltre agli iscritti ai nostri corsi, sarà a disposizione anche di tutti gli altri universitari della zona, iscritti in altre facoltà, che potranno seguire da noi i corsi on line, attivati nelle prossime settimane per l'emergenza pandemia ancora in corso».

La scommessa

«Anche le zone interne meritano questi servizi», ha detto il sindaco Gionata Petza, 35 anni, «è anche un modo per frenare lo spopolamento di questo territorio e motivare i giovani a rimanervi». Ma il primo cittadino va orgoglioso anche del recupero dell'ex edificio delle elementari: «Con il punto di fruizione dei corsi universitari a distanza lo stabile recupera la sua storica funzione di centro di formazione». I lavori si stanno concludendo in questi giorni.

«A ottobre sarà tutto pronto», ha concluso il sindaco Gionata Petza, «già ultimati la facciata e la pavimentazione, manca solo l'installazione degli infissi esterni, che arriveranno la prossima settimana. E poi la nostra nuova scommessa culturale e formativa partirà».

Antonio Pintori








 

3 - L’UNIONE SARDA di venerdì 18 settembre 2020 / PROVINCIA DI NUORO - Pagina 42
BITTI

Parco Tepilora, Ufficio di piano

Prima riunione nella sede del Parco regionale di Tepilora a Bitti dei 21 esperti che compongono l'Ufficio di piano. Obiettivo del gruppo di lavoro, costituito a luglio, è programmare sul piano economico, territoriale, ambientale e culturale politiche destinate all'area Parco. È composto da professionalità interne al personale del Parco e da esperti delle università di Cagliari e Sassari e dall'agenzia Forestas. Responsabile scientifico del team è Corrado Zoppi, ordinario del dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e architettura dell'ateneo cagliaritano.

«Passo dopo passo, la pianificazione delle attività del Parco è sempre più reale, evidente e operativa», commenta il presidente e sindaco di Posada, Roberto Tola. Il sindaco di Torpè, Omar Cabras, sottolinea che con l'avvio dell'Ufficio di piano «si inizia a parlare di pianificazione ambientale e territoriale: una delle azioni più importanti per il futuro della nostra area protetta». Il sindaco di Bitti, Giuseppe Ciccolini, aggiunge: «Bisogna pensare ad azioni innovative capaci di conciliare le esigenze di tutela ambientale con quelle di uno sviluppo sostenibile e radicato nei territori».

 

 

 

 

 


4 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 18 settembre 2020 / PRIMA
MATTARELLA A SASSARI IL 24
Il Presidente nell’isola per ricordare Cossiga a 10 anni dalla morte

SARDEGNA - Pagina 7
Il capo dello Stato sarà alle 11 all'Università per la cerimonia di commemorazione
MATTARELLA IL 24 A SASSARI PER RICORDARE COSSIGA
Poi breve tappa al cimitero per un omaggio al suo predecessore morto 10 anni fa

di Alessandro Pirina
SASSARI A febbraio il presidente Sergio Mattarella aveva dovuto disdire per una indisposizione la sua visita a Sassari, ma nel telegramma inviato al rettore aveva scritto che avrebbe fissato una nuova data nel più breve tempo possibile. Poi l'emergenza Covid lo ha costretto a mettere in standby la visita. Passata l'estate, però, il presidente ha voluto mantenere l'impegno preso con la città e infatti sarà a Sassari giovedì 24 settembre. Anche questa volta l'appuntamento sarà nella sede dell'Università, dove alle 11 si terrà la commemorazione di Francesco Cossiga, in occasione del decennale della sua scomparsa. Dopo il convegno il Capo dello Stato potrebbe andare al cimitero per rendere omaggio alla tomba del suo predecessore, nonché dell'altro capo dello Stato sassarese, Antonio Segni. Da lì poi Mattarella si dirigerà ad Alghero, per poi partire alla volta di Roma con l'aereo presidenziale.
Il 24 febbraio Sassari era pronta ad accogliere il capo dello Stato, ospite d'onore dell'inaugurazione dell'anno accademico insieme al ministro Gaetano Manfredi, ma poche ore prima dell'inizio della cerimonia il Quirinale aveva annunciato il forfait del presidente a causa di un malessere fisico. A darne notizia era stato lo stesso rettore Massimo Carpinelli, di fronte a una platea che comprendeva anche gli ex ministri Luigi Berlinguer, Beppe Pisanu e Arturo Parisi, nonché Mario Segni, che più di tutti aveva lavorato per portare Mattarella a Sassari. Inevitabile l'amarezza per la sua assenza, compensata però dalla promessa contenuta nel telegramma. «Il mio impegno a render visita a UniSassari è, ovviamente, soltanto rinviato e mi propongo di fissare al più presto, d'intesa con lei, una nuova data». Inizialmente si era pensato a maggio, ma nel frattempo l'Italia, e poi il mondo intero, sono stati colpiti dalla pandemia. E dunque la promessa di Mattarella sembrava impossibile da mantenere. Ma il presidente - che questa estate aveva rinunciato alle vacanze alla Maddalena - ci teneva a essere presente a Sassari. L'occasione sarà la commemorazione di Cossiga, di cui il 17 agosto cadeva il decimo anniversario della morte. Una ricorrenza a cui Mattarella aveva reso omaggio con un lungo messaggio. «Cossiga - aveva scritto - era animato da una grande passione civile, una fede robusta rispettosa del principio di laicità dello Stato, una vasta cultura che lui seppe sviluppare negli studi, nell'università. La sua testimonianza umana e civile, gli ideali maturati fin dalla gioventù sono parte di quel patrimonio democratico comune che siamo chiamati a trasmettere alle generazioni più giovani».
Dall'inizio del settennato presidenziale è la terza visita del capo dello Stato in Sardegna, escluse ovviamente le ferie estive alla Maddalena. La prima visita ufficiale di Mattarella nell'isola risale al gennaio 2017, quando partecipò alla inaugurazione dell'anno accademico dell'università di Cagliari. Dopo una visita al museo archeologico raggiunse Ghilarza per una tappa alla casa di Antonio Gramsci. Pochi mesi dopo, nel febbraio 2018, tornò a Cagliari per il 70esimo anniversario dello Statuto sardo. Quella di giovedì 24 settembre sarà la sua terza visita in Sardegna da capo dello Stato, e la sua prima volta a Sassari. Nel capoluogo turritano, dalla nascita della Repubblica, hanno fatto tappa i presidenti Gronchi, Pertini, Scalfaro, Ciampi, Napolitano, oltre ovviamente a Segni e Cossiga che però giocavano in casa.







5 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 18 settembre 2020 / LA MIA ISOLA ESTATE - Pagina 44
FESTIVAL DELL'ARCHITETTURA
Visioni, laboratori e progetti per il volto futuro di Cagliari

Al via il Festival dell'Architettura di Cagliari, progetto vincitore del bando promosso nel 2019 dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del MiBACT. Una grande residenza collettiva, creativa e operativa, con laboratori in presenza, workshop di autocostruzione e coinvolgimento attivo dei cittadini nella manipolazione fisica di oggetti e spazi della città. Oggi la giornata inaugurale con l'apertura delle mostre, la realizzazione di un'opera performativa site-specific per mano di Crisa, e l'avvio dei talk e dei dibattiti, in presenza e online, che si terranno presso Sa Manifattura fino a domenica 27, ogni giorno dalle 18 alle 23. I principi ispiratori del progetto vincente restano immutati. Variano invece le modalità di condivisione dei contenuti, di partecipazione attiva dei cittadini, di interazione con lo spazio: 10 serate di performance, dibattiti, installazioni, visite guidate, conferenze di architetti di fama internazionale e workshop, in presenza e online su piattaforme di streaming, per parlare di una città, Cagliari, che si confronta quotidianamente con le acque - salate, dolci, salmastre - che la circondano e con gli ecosistemi naturali ed economici che entrano in relazione con mare, stagni e lagune. Si parlerà del rapporto tra natura e comunità per focalizzare la sua attenzione sulla linea di costa, con le sue emergenze e le aree da riqualificare. Nell'arco delle 10 serate sarà possibile visitare l'allestimento dei migliori progetti sulla città di Cagliari dell'Accademia di Architettura di Mendrisio e della Facoltà di Ingegneria e Architettura di Cagliari, e partecipare ai diversi talk sulle tematiche di progettazione degli spazi pubblici. Questo e tanto altro ancora per un ricco programma consultabile sul sito www.fac2020.it/. «Abbiamo creduto in questo progetto fin da subito - afferma Giorgio Massacci, direttore del Dipartimento di ingegneria e architettura dell'Università di Cagliari - ed è per questo che abbiamo partecipato, con il coordinamento scientifico di Paolo Sanjust, al bando del MiBACT. E lo hanno fatto tutti i partecipanti alla sua stesura, dalle amministrazioni, agli sponsor, dai partner ai volontari che con noi hanno lavorato in tutti questi mesi per mettere a punto un'offerta di contenuti che potesse soddisfare sia il pubblico che la città di Cagliari in tutte le sue rappresentanze e rappresentazioni». Oltre ai talk, alle mostre, alle perfomance e alle visite guidate, i visitatori del Festival avranno l'opportunità di giocare a Urbagram, un'esperienza di visita aumentata dell'allestimento nella Manifattura Tabacchi ideata per coinvolgere il pubblico nel pensare, immaginare e "giocare" con la città. Con meccanismi che combinano la "caccia al tesoro", l'attività di costruzione/progettazione collaborativa, con elementi di social networking, i partecipanti avranno la possibilità di giocare all'interno e con la Via Roma, un importante luogo di interfaccia terra-mare di alto valore simbolico per la città. Il giocatore dovrà raccogliere all'interno di Sa Manifattura alcuni elementi disseminati lungo l'allestimento degli spazi e utilizzarli per comporre, anche in collaborazione con altri giocatori, una sua proposta o visione della fascia costiera urbana. Ma anche partecipare online ai progetti proposti da altri, commentare e votare.





 

RASSEGNA STAMPA di GIOVEDÌ 17 SETTEMBRE 2020



 

1 - L’UNIONE SARDA di giovedì 17 settembre 2020 / PRIMA
L’intervento

IL FUTURO DELL'EUROPA

di Beniamino Moro
La recente proposta della presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, di convocare in autunno una “Conferenza sul futuro dell'Europa” è molto opportuna, non solo perché l'iniziativa formalmente è stata presa col sostegno politico del presidente francese, Emmanuel Macron, e della cancelliera tedesca, Angela Merkel, ma soprattutto perché nella sostanza è effettivamente necessario, al punto in cui si trova oggi l'Unione europea, un chiarimento sulla sua identità e, quindi, sul suo futuro. Il dibattito è aperto.

Perché proprio adesso? Perché l'emergenza Covid ha creato le condizioni più favorevoli per la ripresa di un dibattito che nel corso del tempo era finito tra le secche dei due fronti contrapposti: quello federalista, che auspica gli Stati Uniti d'Europa sul modello federale americano, e quello che auspica una visione dell'Europa delle nazioni dove l'autonomia degli Stati nazionali resta in ultima analisi intoccabile.

Sul primo fronte ci sono i Paesi più grandi, dalla Germania alla Francia, dall'Italia alla Spagna e al Portogallo, mentre sull'altro ci sono i cosiddetti Paesi frugali del Nord (Olanda, Danimarca, Finlandia, Svezia e Austria) insieme ai Paesi dell'Est, arrivati per ultimi nella Ue. I Paesi frugali fanno del rigore di bilancio una religione, mentre quelli dell'Est sono interessati per lo più a mantenere i lauti finanziamenti europei per lo sviluppo regionale, ma sul federalismo sono allineati ai Paesi frugali. (...) segue a pagina 13

COMMENTI - Pagina 13  segue dalla prima
IL FUTURO DELL'EUROPA
(...) Si diceva che il Covid abbia cambiato le carte in tavola, perché col Recovery Plan, ribattezzato anche Next Generation Eu, c'è stato l'avvio di un finanziamento comune del debito, che ha lasciato intravvedere la prospettiva di un vero bilancio europeo. Come ha scritto Vittorio Armellini sul Corriere della Sera, «la crisi sanitaria ha reso chiaro che se non riuscirà ad integrarsi di più, l'Europa si troverà disarmata dinanzi alle nuove sfide e finirà per scivolare nell'irrilevanza». Perciò, come aveva già sottolineato Maurizio Ferrera, «l'idea è quella di un dibattito a tutto campo, aperto anche alla società civile, sul rafforzamento della Ue. I grandi dibattiti possono svolgere importanti funzioni di legittimazione e costruzione di identità». Tuttavia, prosegue Armellini, la visione federalista «non è condivisa da quanti considerano l'Ue come un esercizio di razionalizzazione economica e di mercato (Paesi frugali), o la vedono come uno strumento per massimizzare i vantaggi di un'identità nazionale da poco recuperata (Paesi dell'Est). L'idea di Europa basata sui valori fondanti della democrazia rappresentativa, dello stato di diritto, del rispetto dei diritti umani e dell'economia di mercato resta comune a tutti; ma i problemi nascono quando dalle affermazioni di principio si passa alla pratica».

Occorre perciò prendere atto che nell'Ue coesistono percorsi ed obiettivi paralleli e non conflittuali fra loro. Maurizio Ferrera ha sintetizzato nelle “tre C” (confini, comandi e condivisione) le vie del rilancio: 1) occorre rafforzare la sorveglianza dei propri confini mediterranei e introdurre un nuovo e più equo regime di asilo e di distribuzione dei migranti, 2) la sovranità fiscale non può reggere senza un po' di sovranità tributaria (comandi), capace di scoraggiare le politiche opportunistiche di alcuni Paesi, soprattutto l'Olanda, 3) senza la disponibilità all'aiuto reciproco (condivisione), come è avvenuto nel contrasto al Covid-19, in caso di avversità non può esserci una comunità politica. Il problema è che neanche su queste ipotesi minimali esiste ancora un'intesa comune. Perciò, occorre prendere atto che vi sono livelli d'integrazione in cui la dimensione sovranazionale ha valore residuale. «La Conferenza - conclude Armellini - dovrebbe affermare la pari dignità delle più Europe esistenti all'interno dell'Unione, per poi individuarne ambiti e modi di funzionamento, facendo tesoro dell'apporto della società civile e senza soggiacere ai tabù dell'immodificabilità dei Trattati».

BENIAMINO MORO






 

2 - L’UNIONE SARDA di giovedì 17 settembre 2020 / PRIMA CAGLIARI - Pagina 17
Policlinico
CONTI RISANATI E BILANCIO IN PAREGGIO

Un bilancio di oltre 173 milioni di euro e sostanzialmente in pareggio. I conti dell'Azienda ospedaliero-universitaria e dei suoi due ospedali, il Policlinico Duilio Casula e il San Giovanni di Dio, cominciano a tornare dopo la politica di risanamento avviata negli ultimi anni. Una situazione totalmente cambiata, sottolinea l'azienda, col bilancio risanato rispetto a cinque anni fa, quando il segno meno e di colore rosso fotografava una perdita secca di oltre 16 milioni di euro».

I numeri dicono che il disavanzo tecnico è di 931mila euro: al netto dell'Irap raggiungerebbe un risultato economico positivo di quasi 4 milioni di euro. Questo quadro riguarda il bilancio di esercizio 2019, siglato dal direttore generale Giorgio Sorrentino. È già arrivata l'approvazione del collegio sindacale, che ha certificato anche una riduzione delle perdite del 43 per cento rispetto all'anno precedente.

«Questo bel risultato», commenta Sorrentino, «è frutto del lavoro di tutta l'Aou e dei suoi 1714 dipendenti: personale sanitario, amministrativo, tecnico». L'obiettivo è stato raggiunto anche con l'incremento del numero del personale (nel 2019 ci sono state 179 assunzioni, incluse le sostituzioni per pensionamenti) e con gli investimenti: quasi 12 milioni spesi per acquisti di attrezzature sanitarie, tecnologie e opere di ammodernamento.






 

3 - L’UNIONE SARDA di giovedì 17 settembre 2020 / AGENDA - Pagina 21
Giornate del Patrimonio. Il 26 e 27
TOUR NEGLI ORTI STORICI TRA NATURA E PASSATO

L'ultimo weekend di settembre offre l'occasione ai cagliaritani di visitare due orti storici della città e scoprire i legami che tradizionalmente uniscono le comunità umane alle comunità vegetali. Due siti che hanno subito negli anni una profonda trasformazione paesaggistica, trasformandosi da rurali in urbani. Con questo spirito, nel programma delle Giornate europee del Patrimonio 2020, si inserisce anche l'iniziativa “Coltivare l'orto dei saperi”: sabato 26 e domenica 27 si spalancheranno al pubblico gratuitamente i cancelli dell'Orto dei Cappuccini, in viale Merello 59 e quelli dell'Orto botanico, in via Sant'Ignazio da Laconi 11.

Le visite

I partecipanti dovranno prenotare obbligatoriamente, telefonando al numero 3464755945 o via mail all'indirizzo imago. gep2020@gmail.com. La prima visita, il 26, è fissata dalle 17 alle 19: sarà l'occasione - si legge nella locandina - per conoscere la storia dell'Orto dei Cappuccini, realizzato nel 1595, una delle realtà agricole presenti all'interno della città. Lo scopo sarà quello di esaminare le dinamiche di trasformazione della società, facendo presente la necessità attuale di adottare stili di vita sostenibili, alla ricerca del benessere personale e collettivo, facendo scoprire al visitatore gli usi della flora nella tradizione sarda. la domenica seguente, dalle 10 alle 12, la visita dell'Orto botanico che celebra i suoi 154 anni di vita, inserito tra l'altro tra i venti giardini botanici più belli al mondo. Si conoscerà l'uso terapeutico delle piante e la correlazione tra salute ambientale e dell'uomo.





 

4 - L’UNIONE SARDA di giovedì 17 settembre 2020 / SASSARI E ALGHERO - Pagina 41
Sassari. Collegio scaduto e mai rinnovato, procedimento arenato
CARPINELLI DEFERITO (PER FINTA) ALLA DISCIPLINARE

Massimo Carpinelli decadrà dal suo incarico il 31 ottobre. 5 i candidati alla carica di rettore. Le elezioni sono state fissate per il 23 novembre prossimo
Il Decano dell'Università deferisce il rettore Massimo Carpinelli al Collegio di disciplina ma si scopre che l'organismo è scaduto perché il Senato accademico nel 2015 non lo ha rinnovato e lo stesso Carpinelli nel 2017 (quando è intervenuta una modifica del regolamento) non ha mai convocato le votazioni per eleggerlo. Carpinelli non potrà essere giudicato per le sue presunte violazioni perché l'organismo è scaduto a causa di un'omissione dello stesso rettore sottoposto a procedimento.

La vicenda prende le mosse da un esposto dei sindacati Uil-Rua, Flc Cgil, Gilda-Unams inviato a Paolo Pellizzaro, responsabile della Prevenzione della corruzione e Trasparenza. Nel documento Carpinelli veniva accusato di «reiterate violazioni delle norme dell'ordinamento universitario». In particolare, i sindacati puntavano il dito sulla ritardata convocazione delle elezioni per il rettore. Secondo le organizzazioni dei lavoratori la legge avrebbe imposto al rettore la fissazione della data prima entro il 30 aprile scorso, poi, con una successiva legge, entro il 30 giugno. Carpinelli, invece, ha deciso solo il 10 luglio, fissando le consultazioni per il 23 novembre. Cioè quasi un mese dopo il 31 ottobre, giorno di scadenza del suo mandato. Fatto che, secondo i sindacati, ha creato una situazione di «democrazia sospesa», nella quale «l'interesse personale ha soppiantato quello generale». Uil, Cgil e Gilda hanno fatto notare che, nonostante la pandemia, altri atenei (La Sapienza di Roma, Federico II di Napoli, Ca' Foscari di Venezia, Genova, Campania Vanvitelli, Napoli orientale e Basilicata) hanno votato nei tempi previsti.

Il garante della Trasparenza ha inviato il dossier al Decano, che ha deferito Carpinelli al Collegio di disciplina. Appena ricevuto il fascicolo, il presidente, Michele Mario Gutierrez, ha informato il Decano che l'organismo era scaduto da cinque anni. «In questo momento non è presente in Ateneo un Collegio di disciplina validamente formato», ha scritto Gutierrez nella lettera al Decano.

Carpinelli, che avrebbe rischiato una sanzione che va dalla sospensione sino alla destituzione, a questo punto può dormire sonni tranquilli. Al contrario del nuovo rettore (Luca Deidda, Giampaolo Demuro, Roberto Furesi, Plinio Innocenzi e Gavino Mariotti i candidati) che entrerà in carica non prima del 2021 con un'imponente mole di lavoro arretrata. ( iv.p. )





 

5 - L’UNIONE SARDA di giovedì 17 settembre 2020 / CULTURA - Pagina 48
Sa Manifattura. Da domani dieci giorni di incontri, conferenze, mostre e spettacoli

I CONFINI DEL CAMBIAMENTO AL PRIMO FESTIVAL DELL'ARCHITETTURA
“Cagliari tra terra e acqua” è il tema portante della nuova kermesse

«L'architettura cambia il destino dei luoghi, coinvolgendo la popolazione, per migliorare la vita della società»: non ha dubbi in proposito Paolo Sanjust, membro del comitato scientifico della prima edizione di Fac2020, il Festival dell'Architettura che si svolgerà negli spazi di Sa Manifattura a Cagliari da domani a domenica 27 settembre, in una fascia oraria compresa fra le 18 e le 23. Dieci giorni di performance, gaming, dibattiti, installazioni, mostre, visite guidate e conferenze di architetti di fama internazionale, sia in presenza che collegati in streaming. L'Università di Cagliari, capofila del progetto Fac2020 (“I confini del cambiamento”), ha vinto il bando promosso dalla Direzione generale creatività contemporanea del Mibact, a cui si aggiunge il partenariato e il sostegno di enti e associazioni locali (citiamo la Port Authority della Sardegna, il comune di Cagliari, la Regione, Sardegna Ricerche, la Fondazione di Sardegna e Tiscali come media partner).

L'acqua intorno alla città

Il focus del festival sarà rivolto su Cagliari, una città che si confronta ogni giorno con le acque - salate, dolci, salmastre - che la circondano e con gli ecosistemi naturali ed economici che entrano in relazione con il mare, gli stagni e le lagune - prendendo in esame le emergenze e le aree da riqualificare situate lungo la costa (pensiamo all'ex Ospedale Marino, al Padiglione Nervi nelle saline del Molentargius o alla caserma Ederle di Calamosca).

Padiglione Italia

L'apertura del festival sarà domani alle 20.30, con un incontro sui temi della sostenibilità ambientale che vedrà come protagonisti Alessandro Melis, curatore del Padiglione Italia per la 17° Mostra Internazionale di Architettura di Venezia 2021, e Raul Pantaleo, architetto che ha ideato il Centro di cardiochirurgia Salam per Emergency in Sudan. Durante le prime tre serate sarà inoltre possibile vedere l'artista cagliaritano Crisa mentre realizza un'opera sitespecific. Fra gli altri ospiti da non perdere: Pamela Jerome, membro del Comitato scientifico internazionale per il patrimonio del XX Secolo, e Zaida Muxí Martínez, docente argentina specializzata in urbanistica, architettura e genere. Fra i temi affrontati: quale scenario si aprirà per Cagliari con l'innalzamento dei mari, o l'attualissimo problema gestionale delle cosiddette bombe d'acqua. A corredo degli incontri, nei due weekend, anche spazi dedicati ad acrobati, compagnie di teatro e giocolieri. Tutti i dettagli del programma sul sito www.fac2020.it/.

I visitatori potranno giocare con l'app Urbagram, un'esperienza di “visita aumentata” dell'allestimento nella Manifattura Tabacchi ideata per pensare, immaginare e giocare con la città. Grazie a meccanismi che combinano la “caccia al tesoro”, l'attività di costruzione e progettazione collaborativa, con elementi di social networking, i partecipanti potranno giocare tra la Manifattura (tramite QR-code) e via Roma.

Durante il Festival dell'Architettura, dalle 18 alle 23, sarà possibile visitare due mostre. La prima, “Progetti per Cagliari”, illustra i progetti della Scuola di architettura di Cagliari e dell'Accademia di architettura di Mendrisio per la città, la seconda, “Il profilo dell'acqua”, è un progetto di ricerca territoriale che si propone di costruire una mappatura di luoghi e un atlante dei caratteri dei paesaggi costieri del sud Sardegna.

Limiti di 200 persone

La manifestazione potrà ospitare fino a 200 persone ad evento e per partecipare sarà necessario registrarsi online sul sito www.fac2020.it. Con la registrazione si otterrà un codice attraverso il quale ogni giorno il visitatore riceverà un avviso automatico e un biglietto del giorno in formato QR-code, da verificare all'ingresso di Sa Manifattura. Si avrà così la sicurezza di rispettare tutte le norme anti Covid per la fruizione dei luoghi aperti al pubblico.

Luca Mirarchi

 

 

 

 


6 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 17 settembre 2020 / SARDEGNA - Pagina 6
LA MAPPA DEI COMMISSARI: COMINCIA LA SPARTIZIONE

Sassari fa gola alla Lega, Olbia andrà a Forza Italia, il Psd'Az punta a Nuoro

di Umberto Aime
CAGLIARI Il ritorno delle Asl è legge da quasi venti giorni. Ma non è stata pubblicata sul bollettino della Regione. Non è un ritardo da poco: i tempi per la nomina dei commissari sono sempre più stretti e senza commissari la rivoluzione non può cominciare. Il centrodestra lo sa bene. In attesa dell'ufficialità s'è messo subito al lavoro per disegnare la mappa delle poltrone da assegnare. Avant'ieri, nell'ultimo vertice di maggioranza, i partiti hanno cominciato a discutere di fasce, ci sono Asl più importanti e altre molto meno, spartizione e spessore politico degli aspiranti commissari. I tempi. La legge impone che i traghettatori dall'Ats alle otto Aziende sanitarie, più la capofila Ares, debbano essere scelti entro 30 giorni dall'entrata in vigore della riforma e quindi dal giorno in cui sarà pubblicata sul Bollettino della Regione. Non solo: entro il 15 ottobre i commissari dovranno presentare all'assessorato alla sanità il piano di riorganizzazione e riordino territoriale. Perché, com'è scritto sempre nella legge, il ritorno delle Asl dovrà scattare fra tre mesi, allo scoccare della mezzanotte del 31 dicembre. Anche se sono in molti a sostenere: «Tutto slitterà almeno alla fine di marzo».
Le fasce. L'Asl di Cagliari, la numero otto, è in testa alla graduatoria: gestisce il maggior numero di ospedali e amministra una popolazione che va dalla Città metropolitana all'ex Provincia del Sud Sardegna. Un gradino appena più sotto c'è l'Azienda autonoma Brotzu, che ha un commissario (Paolo Cannas, quota Riformatori) ma in scadenza di mandati. Al terzo posto, la neonata Ares, che prenderà il posto dell'Ats, come centrale d'acquisto per gli appalti e amministrerà gli oltre 17mila dipendenti del sistema sanitario regionale. Ha lo stesso peso specifico l'Azienda universitaria di Cagliari, ma l'attuale direttore generale Giorgio Sorrentino ha un altro anno di contratto e quindi dovrebbe essere al sicuro. Sono invece giù dal podio, le Asl della Gallura, di Nuoro e Oristano. Nella seconda fascia, sempre intesa come peso politico, ci sono Sassari, territorio in cui il primo posto da sempre spetta all'Azienda universitaria, oggi governata da un facente funzioni, e a seguire Medio Campidano, Sulcis, Ogliastra e l'Areus, dove il posto di direttore generale è vacante da mesi.
Le aspirazioni. Nell'ultimo vertice di maggioranza non sono state riempite le caselle, ma i sette partiti del centrodestra sono pronti per la grande corsa: stanno affilando le armi. L'Udc vorrebbe mettere il cappello sull'Asl di Cagliari e dovrà vedersela con i Riformatori, che però potrebbero abbandonare questa corsa se al Brotzu fosse confermato un loro fedelissimo. La Gallura dovrebbe essere un'esclusiva di Forza Italia, che ha nel sindaco di Olbia, Settimo Nizzi, il suo pezzo da novanta e quindi è sempre lui ad aver più voce in capitolo. Lega e Psd'Az dovranno mettersi d'accordo a Sassari sul commissario della Asl e su quello per l'Ares, ma molto dipenderà dal trasferimento o meno a Cagliari della sede dell'Azienda regionale. Però, nella corsa per l'Asl sassarese, potrebbero essere decisive anche le richieste di Antonello Peru, il recordman delle preferenze in Consiglio regionale e leader del Movimento Cambiamo. Su Nuoro potrebbe accampare la prima scelta il Psd'Az, con i Riformatori in agguato. È ancora più incerta la primogenitura su Oristano e molto dipenderà se in autunno ci sarà il rimpasto in Giunta annunciato dal governatore Christian Solinas. Fdi starebbe puntando sull'Ogliastra, ma un pensierino ce l'ha fatto anche la Lega, e il Medio Campidano, dove a dettar legge è l'assessore regionale all'ambiente Gianni Lampis. Sardegna 20.
Venti, il movimento del consigliere regionale Stefano Tunis, avrebbe messo nel mirino l'Asl del Sulcis, ma è forte la concorrenza di Forza Italia. Infine, resta da capire se in questa mappa troverà posto anche l'attuale commissario dell'Ats Giorgio Steri.
Incarichi a tempo. La spartizione comunque durerà pochi mesi. La vera battaglia si scatenerà a gennaio, o in primavera, quando la Giunta nominerà i direttori generali. Anche se la legge deve passare ancora al vaglio del Governo, che potrebbe contestare questo passaggio: la scelta dei manager avverrà da un elenco regionale molto esclusivo.
AOU DI CAGLIARI
DOPO CINQUE ANNI BILANCIO IN PAREGGIO

CAGLIARI. Addio deficit. Dopo cinque anni, il bilancio dell'Azienda universitaria di Cagliari ha chiuso in pareggio. «È un ottimo risultato», ha sottolineato il direttore generale Giorgio Sorrentino, e «l'abbiamo raggiunto grazie all'impegno di tutta l'Aou e dei suoi 1714 dipendenti: personale sanitario, amministrativo, tecnico». Il bilancio è di oltre 173 milioni, sostanzialmente in pareggio, ed è completamente risanato rispetto a cinque anni fa, quando il segno meno fotografava una perdita secca di oltre 16 milioni. Al netto dell'Irap sarebbe stato raggiunto addirittura un risultato economico positivo di quasi 4 milioni. Le perdite sono state ridotte del 43 per cento, ma allo stesso tempo c'è stato un aumento delle assunzioni (179 incluse le sostituzioni per pensionamenti) e degli investimenti, che hanno sfiorato la soglia dei 12 milioni.








7 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 17 settembre 2020 / SARDEGNA - Pagina 6
CAGLIARI
Rotary, 8 defibrillatori all'ateneo dopo la tragedia di un docente

CAGLIARI Solidarietà, attenzione per il prossimo, innovazione e tempismo. Dietro la consegna degli otto Dae (Defibrillatori semiautomatici esterni) donati dal Rotary club Cagliari all'Università del capoluogo si cela una filosofia nitida: saper essere pronti e vicini anche nelle emergenze. «Con il Rotary condividiamo la passione per la cultura e la conoscenza. I nostri studenti - dice il rettore Maria Del Zompo - devono crescere anche nel pensiero critico, nei valori etici e nel rispetto reciproco». Gli apparecchi andranno nelle aule magne delle sei facoltà. Alla cerimonia in rettorato hanno preso parte i presidenti del Rotary Club Cagliari e Anfiteatro, Carlo Carcassi e Maria Rita Gatto, i rotariani Francesco Danero e Brigida Corbo. Con il rettore e il direttore generale dell'ateneo, Aldo Urru, l'artefice della donazione, Nico Porcu, presidente Commissione Rotary per Cagliari Cardioprotetta. I due club rafforzano la collaborazione nata dopo la morte di Alberto Nori, docente di logopedia di Medicina. Lo scorso gennaio lo specialista si è accasciato per un attacco cardiaco in Cittadella universitaria a Monserrato. Da qui, nel cordoglio per la perdita di un giovane professore (39 anni), un altro sforzo per garantire e ampliare le emergenze con una cardioprotezione all'avanguardia in ateneo. (m.f.)







8 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 17 settembre 2020 / LA MIA ISOLA- Pagina 23
DOCENTE ANCHE A CAGLIARI
Morto Mario Torelli, archeologo degli Etruschi

Conosciuto per la scoperta di Gravisca, il porto etrusco di Tarquinia, e per tante fondamentali ricerche sull'antica Roma, è morto a Palermo l'archeologo Mario Torelli, 83 anni, uno dei più grandi studiosi degli Etruschi. L'annuncio della scomparsa è stato dato dalla Direzione generale dei musei del Mibact e rilanciato insieme al cordoglio dei direttori e di tutti gli operatori dal Parco archeologico di Pompei e dal Parco archeologico del Colosseo. Nato a Roma nel 1937, dal 2010 a riposo dall'Università, il professor Torelli, viene sottolineato, «stava lavorando, in qualità di curatore, al progetto di una grande mostra su Pompei e Roma, che a breve avrebbe inaugurato nelle sedi di Pompei e del Colosseo, le cui Istituzioni sono oggi dirette da due suoi allievi (Massimo Osanna e Alfonsina Russo ndr) e dove lavorano diversi suoi ex studenti».
Professore di Archeologia e Storia dell'Arte greca e romana nelle Università di Cagliari e poi di Perugia, Torelli era socio dell'Accademia nazionale dei Lincei, accademico nazionale dell'Academia Europæa, socio ordinario dell'Istituto Nazionale di Studi etruschi e italici a Firenze, socio accademico dei Sepolti di Volterra, accademico d'onore dell'Accademia Pietro Vannucci di Perugia, socio corrispondente dell'Accademia delle Scienze di Torino, del Deutsches Archäologisches Institut nonché Honorary Member della British School at Rome e dell'American Institute of Archaeology. È stato vincitore del Premio Balzan per l'Archeologia (2014). Vastissima la sua attività sul campo, dove ha diretto gli scavi del santuario etrusco di Minerva a Santa Marinella (1964-1966), del santuario etrusco di Porta Cerere di Veio (1966-1969), del santuario greco di Gravisca, l'antico porto di Tarquinia (1969-1979 e 1994-2010), del santuario extra-urbano di Afrodite a Paestum (1982-1985), del santuario di Demetra e dell'agorà di Heraclea Lucana (1985-1991) presso Policoro. Conosciuto e stimato in tutto il mondo, è stato Visiting Professor in tantissime università, dal Colorado (1974) al Michigan (1978), dalla Sorbona (1985), all'École Normale Supérieure (1985), del Collège de France (1986), da Oxford (1988) e Bristol (1993) al Getty Center for the History of Art and the Humanities at Santa Monica (1990-1991).



 

RASSEGNA STAMPA di MERCOLEDÌ 16 SETTEMBRE 2020

 

 




 

1 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 16 settembre 2020 / REGIONE - Pagina 12
Intervista. Michele Schirru, premiato ieri a Vienna per le sue ricerche legate all’innovazione

L'INGEGNERE SARDO E QUEI BREVETTI PER I VIAGGI SPAZIALI

Michele Schirru, cagliaritano, 32 anni, dopo la laurea in Ingegneria meccanica nell'Ateneo della sua città è partito verso nuovi orizzonti di ricerca. Ora lavora a Vienna, per una società di ricerca nel campo della tribologia: è la disciplina che studia il contatto e l'attrito tra superfici. Ieri all'Office Park dell'aeroporto della capitale austriaca ha ritirato un premio prestigioso, assegnato ai migliori ricercatori: «Questo riconoscimento - dice - è assegnato dalle aziende dello Stato della Bassa Austria per innovazioni tecnologiche che favoriscono lo sviluppo nazionale. Ho brevettato una nuova tecnologia per l'installazione di sensori miniaturizzati in componenti per automobili. Il nuovo sistema può aiutare a ridurre emissioni di CO2 attraverso un controllo intelligente dell'attrito. Oltre al valore ecologico, c'è l'aspetto economico: il guadagno per le aziende della sola Austria sarebbe di circa un miliardo di euro l'anno». Michele Schirru ha ricevuto tre anni fa anche la “Tribology Bronze medal dell'Institute of Mechanical engineers”, il massimo traguardo per chi fa ricerca in questo campo.

Perché ha lasciato la Sardegna?

«Per mancanza di opportunità: ho trovato solo i soliti impieghi non retribuiti. Dopo un percorso di studi arduo come quello di Ingegneria, volevo di più. Ho potuto accedere a un dottorato di ricerca in Gran Bretagna, all'università di Sheffield, finanziato da una delle più grandi compagnie al mondo di prodotti chimici, la Lubrizol Corp. A una settimana dal colloquio ero già in Inghilterra».

Dove lavora oggi?

«Da poco più di un anno, mi sono trasferito con mia moglie in Austria. Lavoro in una compagnia di ricerca, Ac2t, che nel campo della tribologia è la più grande d'Europa. Ho aperto un laboratorio per lo sviluppo di sensori basati sulla tecnologia a ultrasuoni. In parallelo alla ricerca pura, gestisco progetti per un valore totale di circa due milioni di euro e ho contatti con diversi istituti europei».

Che cosa ha trovato fuori dalla Sardegna?

«Ho realizzato il sogno di fare ricerca ad alto livello con il sostegno del mio mentore, il professor Rob Dwyer-Joyce, cui devo tantissimo. Il mio lavoro in Gran Bretagna non era limitato al laboratorio universitario e all'insegnamento, ma sono stato coinvolto in molti progetti di consulenza per importanti colossi industriali, inclusi Arcelor Mittal, Rolls-Royce e Bp. Questo mi ha aiutato ad acquisire preziose competenze manageriali. Ora sono in grado di presentare e promuovere i miei progetti a diversi livelli».

Il suo interesse si rivolge anche al campo aerospaziale.

«Faccio parte di un consorzio di ricercatori impegnati nella ricerca sulla propulsione “esotica” del professor Woodward della Fullerton University e del Space Studies Institute. Il progetto è finanziato dalla Nasa. Il motore in fase di studio è alimentato da particolari vibrazioni. I razzi e i satelliti hanno bisogno di carburante e di espellere materia per entrare in orbita e questo aumenta il peso del carico e il costo delle missioni. Metodi alternativi a questo tipo di propulsione tradizionale sono definiti “esotici” perché sono in fase sperimentale».

A un giovane sardo che vuole affrontare nuove esperienze nel campo della ricerca quale consiglio darebbe?

«Oltre a lavorare duramente, bisogna esplorare approcci multidisciplinari per creare innovazione».

Nel suo lavoro come si esprime lo spirito della sua terra?

«Così come i tanti colleghi sardi che ho conosciuto in questi anni credo di essere diretto e leale nei rapporti professionali».

Pensa di tornare a casa per mettere a frutto le competenze acquisite?

«Ho viaggiato tanto, ma non c'è nessuna terra come la Sardegna. Spero che un giorno si presenti l'opportunità di tornare. Voglio fornire il mio contributo per far crescere l'Isola in cui sono nato».

Massimiliano Rais





 

L’UNIONE SARDA di mercoledì 16 settembre 2020 / MONDO - Pagina 14
Londra. Chat fra studenti
STUPRI CLASSISTI, GARA IN ATENEO

Sanzioni ferme. Per ora l'università ha aperto un'inchiesta e solo minacciato espulsioni. «Si tratta di commenti ripugnanti e di una chat inaccettabile per i nostri valori e i nostri principi», ha detto il dirigente Jeremy Cook in attesa che il rettorato passi ai fatti

LONDRA Un gruppo di studenti di classe sociale elevata, neoiscritti alla antica e prestigiosa università di Durham, hanno promosso via chat una sorta di caccia sessuale alle colleghe più povere, in un diluvio di richiami sessisti, classisti e di riferimenti espliciti allo stupro.

L'idea era quella di una competizione interna: vince chi riesce a portarsi a letto la ragazza più povera del campus. Un'espressione particolarmente ripugnante di elitismo britannico, notano alcuni commentatori, che è stata scoperta grazie all'azione di un gruppo Facebook universitario chiamato “Overheard at Durham Uni”.






 

2 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 16 settembre 2020 / CAGLIARI - Pagina 18
Salute. Sono stati donati da alcuni Rotary club della città
OTTO DEFIBRILLATORI NELLE AULE DELL'UNIVERSITÀ

Otto defibrillatori per l'Università. I macchinari salvavita sono stati consegnati alla rettrice Maria Del Zompo dai presidenti dei Rotary club cittadini, Rotary club di Cagliari e Rotary Club Cagliari anfiteatro Carlo Carcassi, Maria Rita Gatto, Francesco Danero e Brigida Corbo. La breve cerimonia per la consegna degli apparati sanitari si è svolta nell'Aula magna del Rettorato, in via Università, alla quale hanno partecipato i presidenti delle diverse associazione che hanno donato i defibrillatori.

L'iniziativa era nata nel periodo del lockdown dopo la morte improvvisa, avvenuta nel gennaio di quest'anno, del docente universitario di Logopedia alla facoltà di Medicina e Chirurgia, Alberto Nori, di 39 anni. È stato stroncato da un problema cardiaco. Allora i due Rotary, nell'ambito dei rispettivi programmi di cardioprotezione che riguardano anche le scuole, avevano deciso di donare complessivamente cinquanta defibrillatori. Non solo: hanno anche assicurato la formazione per il corretto utilizzo del defibrillatore.

Otto apparecchiature semiautomatiche esterne erano state acquistate per arricchire le dotazioni di sicurezza delle Aule magne universitarie: a individuare quali fossere quelle in cui i defibrillatori sarebbero stati più utili è stata l'amministrazione dell'Ateneo. Ora proprio quest'ultimo progetto è stato definitivamente completato, ieri pomeriggio, durante l'incontro con la rettrice.







 

3 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 16 settembre 2020 / CULTURA - Pagina 48
Lutto nel mondo della scienza. Si è spento ieri (all’età di 67 anni) il presidente dell’Inaf

ADDIO A NICOLÒ D'AMICO , PAPÀ DEL SARDINIA RADIO TELESCOPE
È stato docente di Astronomia e Astrofisica dell’Ateneo cagliaritano

Ieri all'età di 67 anni si è spento nella sua abitazione Nicolò (Nichi) D'Amico, presidente dell'Istituto nazionale di Astrofisica, ordinario di astronomia e astrofisica all'Università di Cagliari e padre del Radiotelescopio sardo Srt (Sardinia Radio Telescope) di San Basilio.

La carriera

Astronomo conosciuto in tutto il mondo, ha iniziato la sua carriera presso l'osservatorio astronomico di Bologna, collaborando prima con la Nasa e poi con i radioastronomi del radiotelescopio di Parkes in Australia.

Scoperte

Grazie allo sviluppo da lui coordinato di nuove tecnologie per lo storico radiotelescopio australiano, il suo gruppo di ricerca potè usufruire dello strumento per osservare un tipo particolare di stelle, le Pulsar, arrivando a scoprirne così tante da raddoppiare il numero di quelle conosciute fino ad allora. Fra le scoperte del suo gruppo c'è inoltre da annoverare quella della doppia pulsar, fatta dall'astronoma Marta Burgay.

L'arrivo a Cagliari

Giunto a Cagliari nel 2002 per dirigere l'Osservatorio Astronomico, assunse anche la cattedra di Astronomia e Astrofisica presso l'Università di Cagliari, diventando inoltre il referente italiano per lo sviluppo del Radiotelescopio sardo. Da quel momento in poi, D'Amico si impegnò per far nascere in Sardegna una nuova generazione di astronomi, specializzati nel campo della radioastronomia e pronti ad affrontare la ricerca con il radiotelescopio che con il suo fondamentale contributo si andava a realizzare.

Il cordoglio del rettore

«Con grande sgomento abbiamo appreso di aver perso un collega valido e innamorato dell'Ateneo cagliaritano, della Sardegna e dei sardi. Nichi D'Amico ha contribuito a far crescere nell'ambito della fisica la disciplina dell'astrofisica, che adesso ci vede protagonisti nel mondo grazie a ricercatori a cui lui ha fatto da maestro». È il commento di Maria Del Zompo, rettore dell'Università di Cagliari. «È una gravissima perdita per il mondo della fisica nazionale e internazionale, per il nostro Ateneo e per la nostra terra di cui era innamorato. Ci mancherà moltissimo, non solo dal punto di vista affettivo, ma anche culturale e scientifico».

La comunità scientifica

Dopo l'inaugurazione nel 2013 del suo più grande progetto, il Sardinia Radio Telescope, venne chiamato a presiedere nel 2015 l'Istituto nazionale di Astrofisica (Inaf), diventando dunque uno dei maggiori promotori della ricerca scientifica italiana. «La comunità scientifica nazionale e internazionale dell'astrofisica perde con lui un suo punto di riferimento importante», commenta Antonio Zoccoli, presidente dell'Istituto nazionale di Fisica Nucleare (Infn). «I nostri due istituti sono ormai da molti anni stretti collaboratori nelle principali imprese scientifiche a livello mondiale per lo studio del cosmo. Questo- prosegue il presidente dell'Infn - mi aveva offerto l'opportunità di conoscere Nichi D'Amico, con cui è sempre stato molto stimolante e utile confrontarsi, non solo sui temi scientifici sui quali i nostri istituti erano impegnati».

Manuel Floris






 

4 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 16 settembre 2020 / CULTURA - Pagina 48
Università di Cagliari. Il caso diventa internazionale
LA SCOPERTA E IL MISTERO DEL GATTUCCIO MUTANTE

Non ha la pelle e neppure i denti. Le sue condizioni di salute però sono ottimali. È lo strano caso del gattuccio boccanera, un pesce catturato nel luglio 2019 da un peschereccio nella zona di Capo Carbonara a cinquecento metri di profondità. Un pesce che è stato al centro di uno studio condotto dai ricercatori dell'Università di Cagliari (dipartimento Scienze della vita e dell'ambiente) e pubblicato sulla rivista Journal of fish biology.

Studio ripreso dalle principali testate scientifiche mondiali. Il team di esperti, guidati da Maria Cristina Follesa, ha studiato quello che si è dimostrato essere il primo caso al mondo di un gattuccio che ha subito mutazioni. Un pesce di trenta centimetri (Galeus melastomus) che ha posto il mondo scientifico di fronte ad una domanda: la mutazione del gattuccio è naturale o è dovuta alle variazioni delle condizioni ambientali?

Risposta difficile, come sottolinea il biologo marino Antonello Mulas che ha affiancato negli studi la professoressa Follesa: «L'esemplare di gattuccio boccanera - spiega - presenta malformazioni che avrebbero dovuto portare l'animale alla morte in breve tempo. E invece dalle nostre analisi è emerso come fosse ben sviluppato e in buona salute». Un aspetto così sorprendente da essere ripreso da prestigiose riviste scientifiche internazionali.

Il lavoro è firmato da Antonello Mulas, Andrea Bellodi, Cristina Porcu, Alessandro Cau, Elisabetta Coluccia, Riccardo Demurtas, Martina Francesca Marongiu, Paola Pesci e Maria Cristina Follesa.

Gianni Agus

 

 

 

 

 


5 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 16 settembre 2020 / SASSARI - Pagina 15
I settori Acquisti, Affari generali e Risorse umane sono senza responsabili: delibere e gare ferme
NELL'AOU C'È LA FUGA DEI DIRIGENTI

di Luigi Soriga
SASSARI La home page dell'Aou è da qualche settimana che langue di aggiornamenti. Non è un buon segno, anche perché le delibere sono un po' come le pulsazioni vitali: in questo momento il battito è a zero. Il motivo è semplice: da due settimane non c'era un comandante che potesse firmare decisioni strategiche. Forse però non era il frangente più adatto per un regime di autogestione. Insomma, l'Aou di Sassari si prepara all'eventuale seconda ondata di Covid, ma lo fa navigando a vista. Cioè senza mani salde sul timone, nel regno dei facenti funzioni, perché buona parte dei posti di comando al momento restano vacanti. Il commissario Antonio Spano, nominato in via provvisoria per sostituire il dimissionario Giovanni Maria Soro, con mandato ufficialmente scaduto dal primo settembre è stato riconfermato nel suo incarico solamente ieri pomeriggio. Per la nomina del direttore generale, la politica prende ancora tempo.Il problema è che non manca solo il timone, ma nella gerarchia di comando latitano altri graduati, alcuni dei quali in postazioni davvero strategiche. Niente responsabile delle risorse Umane, perché la dirigente Chiara Seazzu approda a una scrivania del Comune di Sassari. E la stessa scelta ha fatto il collega Antonio Solinas, direttore degli Affari Generali. Senza queste figure quadro, è già evidente che una larga fetta dell'attività amministrativa dell'Aou risulta completamente ingessata. Ma non basta: c'è un'altra casella importantissima che salta: la direttrice del servizio Acquisti Ivana Falco è in procinto di rientrare a Cagliari. Quindi anche per la semplice incombenza delle "compere", non c'è un referente che possa mettere il proprio nome su un atto, nero su bianco. Vien da chiedersi il motivo di questo esodo di massa dagli uffici dell'Aou: e la risposta, stando alle lamentele del personale, è questa: pochissime possibilità, se non inesistenti, di avanzamento di carriera. Le posizioni organizzative sono state già deliberate nel marzo del 2019, e ci sono anche i fondi stanziati. Ma ad oggi non è stato bandito alcun concorso. Il prosciugamento delle figure di vertice, in un momento così delicato, si traduce in un solo approccio gestionale: navigazione a vista, nessuna programmazione, si procede secondo l'emergenza. Esempio: non c'è alcuna possibilità di potenziare l'organico con nuove assunzioni di personale. Se dovessero servire nuovi innesti di infermieri o di oss, le delibere sono in freezer. Si può solamente avvalersi del regime di straordinari, facendo lavorare di più gli attuali dipendenti. Oppure ricorrere alle assunzioni attraverso le società interinali, che sono onerose e vanno ad alimentare il già consistente precariato nella sanità.
Inoltre c'è ancora un altro aspetto da non sottovalutare: anche le gare di appalto al momento sono ferme. E questo è un tasto dolente, perché la dirigenza dell'Aou si era impegnata a schierare una task force in grado di bandire le gare in tempi utili e non ricorrere all'istituto ormai fuori legge della proroga. Ma senza dirigenti che mettono le firme, non si possono nominare le commissioni che valutano le offerte e nemmeno partire con la fase istruttoria. E anche le commissioni già nominate, per lo stesso motivo sono costrette a rimanere in stand-by.





 


6 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 16 settembre 2020 / SASSARI - Pagina 15
I sindacati lamentano carriere bloccate e carenze di 140 oss e 110 infermieri
NIENTE ASSUNZIONI, IL REGNO DEI PRECARI

SASSARI I mesi infernali di marzo, aprile e maggio hanno messo a dura prova la resistenza della sanità sassarese. Se ha retto all'urto del Covid, molto lo si deve allo spirito di sacrificio di una parte del personale medico e infermieristico, che si è sottoposto a turni massacranti pur di garantire assistenza e cure nel mezzo della tempesta emergenziale. Le carenze di organico però si sono fatte sentire. All'appello, nella conta dei sindacati, mancano almeno 140 Oss e 110 infermieri. Tra quelli in forze all'Aou la maggior parte sono precari assunti tramite le agenzie interinali e all'orizzonte non si vedono concorsi finalizzati alla stabilizzazione. Tra l'altro la Regione proprio su Sassari, a differenze di altre Assl, impedisce le assunzioni per un intero anno, ma pone il limite di sei mesi. Quindi nel momento in cui c'è l'urgenza di reclutare nuove forze, non è scontato che gli aspiranti accettino il posto a Sassari, perché magari è più conveniente un'assunzione in un'altra sede che offre la garanzia di un impegno per 365 giorni. Anche diversi i riconoscimenti in busta paga restano in freezer. Ad esempio la produttività del 2019 è ferma, mai portata su un tavolo per essere discussa.I coordinatori infermieristici hanno contratti scaduti da tre anni, mai rinnovati e chi ha quell'incarico sta lavorando senza proroga. Purtroppo però senza un direttore generale, o quantomeno un commissario straordinario, o un direttore amministrativo col quale confrontarsi, viene in salita anche intraprendere una proficua trattativa sindacale.In un hub di secondo livello rimasto provvisoriamente senza guida, sono tante le questioni aperte che covano sotto la cenere. Occorre una nuova dirigenza in grado di decidere e di affrontarle. (lu.so.)





 

RASSEGNA STAMPA di MARTEDÌ 15 SETTEMBRE 2020



 

1 - L’UNIONE SARDA di martedì 15 settembre 2020 / CAGLIARI - Pagina 19
Università. Importante studio di due ricercatori della facoltà di Medicina

NATI PREMATURI, LA SALUTE DEI RENI POTREBBE RISENTIRNE
Scoperta. Secondo un recente studio dell’università di Cagliari la salute dei reni viene determinata nel periodo di gestazione da alcuni fattori-chiave

La salute dei reni dipende da come si sviluppano nella fase della gestazione. E questo sviluppo può essere condizionato da numerosi fattori, tra i quali violenze subite, una dieta sbilanciata, l'abuso di farmaci o il malfunzionamento della placenta

È la tesi formulata dai ricercatori cagliaritani guidati da Gavino Faa, caposcuola dell'anatomopatologia, già preside della facoltà di Medicina dell'università, e Vassilios Fanos, ordinario di Pediatria, a capo della neonatologia del Policlinico di Monserrato.

Gli studi, verificati nei laboratori tra il San Giovanni di Dio e il Policlinico di Monserrato e approfonditi dai principali specialisti nei più qualificati centri di ricerca internazionali, sono stati inseriti nel volume “Programmazione della vita fetale” edito da Springer. «La nascita dei nostri glomeruli, ovvero le unità funzionali del rene, si arresta alla nascita», spiega Faa. «Significa che se lo sviluppo è andato bene, un individuo avrà due milioni di glomeruli. Ma se qualcosa non funziona in gravidanza, si nasce con un numero molto minore di glomeruli», aggiunge Fanos.

«I motivi critici in gravidanza potrebbero derivare dal maltrattamento della madre da parte di un marito violento, da una dieta materna sbilanciata come talvolta accade nei vegani, dall'abuso di farmaci o dal malfunzionamento della placenta», rimarcano i cattedratici. «Consideriamo due individui e immaginiamo che, nella vita adulta, abbiano un'infezione virale o un trattamento con farmaci che danneggino centomila glomeruli. Quello che ha avuto una gravidanza a norma li perderà dai circa due milioni di glomeruli senza alcuna conseguenza clinica», spiegano ancora, «ma il soggetto nato con soli duecentomila glomeruli per un decorso difficile ne avrà perso la metà e farà i conti con insufficienza renale cronica e dialisi. I nefrologi dell'adulto chiedono subito ai pazienti con problemi renali il peso alla nascita e dopo quanti mesi di gravidanza siano nati», spiegano ancora. La ragione? Il parto prematuro toglie tempo al rene per svilupparsi completamente. Un peso corporeo basso testimonia che il bambino non è stato ben nutrito in utero e non ha potuto costruire glomeruli alla velocità regolare».





 

2 - L’UNIONE SARDA di martedì 15 settembre 2020 / OGLIASTRA - Pagina 41
Lanusei. Lo studio condotto da Francesco Cucca è stato pubblicato su Nature Genetics

MALATTIE AUTOIMMUNI, PROGENIA SCOVA I BERSAGLI STUDIANDO IL DNA
Nuove possibilità di cura dalla ricerca su 4000 volontari ogliastrini

I ricercatori ProgeNia e SardiNia hanno identificato i bersagli per le malattie autoimmuni. Sono state scoperte 120 nuove associazioni tra varianti genetiche e i livelli di almeno uno dei 700 parametri immunologici esaminati. Cinque volte in più rispetto alle attuali conoscenze in materia.

Un risultato che apre la strada a nuove possibilità terapeutiche per le malattie autoimmuni.

Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature Genetics, è stato condotto dal team guidato da Francesco Cucca, professore di genetica umana a Sassari e associato dell'Istituto di ricerca genetica e biomedica del Cnr, su circa 4000 persone in Ogliastra.

La ricerca

Oggi l'analisi genetica è uno strumento molto potente. Viene utilizzata per identificare le variazioni della sequenza del Dna in grado di influenzare caratteristiche misurabili del nostro corpo, come i livelli delle cellule e delle molecole solubili nel sangue. È inoltre possibile capire, attraverso analisi statistico-genetiche, quali di esse siano coinvolte nell'insorgenza di malattie umane. In questo modo è possibile formulare corrette ipotesi terapeutiche.

In Ogliastra sono state studiate le conseguenze di circa 20 milioni di varianti della sequenza del Dna su oltre 700 caratteristiche misurabili, dette “tratti quantitativi”, rappresentate da diversi tipi di cellule del sistema immune e dalle molecole espresse sulla loro superficie. L'idea geniale di Giuseppe Pilia sul laboratorio genetico Ogliastra continua a dare buoni frutti.

Lo scienziato

«Lo studio ha rilevato oltre 120 correlazioni significative, dette associazioni, tra specifiche varianti genetiche e i livelli di uno o più dei circa 700 tratti esaminati, un aumento di 5 volte rispetto alle conoscenze esistenti precedentemente. - spiega Francesco Cucca - Circa la metà di queste associazioni si sovrappone perfettamente ad associazioni con varianti genetiche in grado di modificare il rischio di almeno una malattia autoimmune quali sclerosi multipla, lupus eritematoso sistemico, artrite reumatoide, colite ulcerosa, diabete di tipo 1 e malattia di Kawasaki. Quando la stessa variante genetica influenza sia livelli ematici di un tipo di cellule immunitarie che il rischio di una malattia autoimmune, è probabile che il prodotto proteico di quel gene agisca nel processo alla base di quella malattia. I risultati forniscono quindi indizi preziosi sulle proteine e i meccanismi implicati nello sviluppo delle malattie autoimmuni». Ma soprattutto indicano i bersagli per le future terapie.

Evoluzione

Lo studio rappresenta l'evoluzione in senso applicativo delle numerose scoperte effettuate dallo studio ProgeNia e già pubblicate in oltre 150 articoli scientifici. «Studi precedenti avevano identificato le prime associazioni geniche mai riportate con i livelli ematici di cellule immunitarie, citochine e marcatori infiammatori, così come con i livelli dei diversi tipi di emoglobina, acido urico, lipidi e di variabili antropometriche come l'altezza, e valutato l'impatto di questi parametri sul rischio e decorso clinico di malattie come la sclerosi multipla, il diabete, la talassemia, la gotta, e le malattie cardiache e renali», conclude il genetista. Lo studio è stato reso possibile da fondi europei, italiani e americani.

Si. L.






 

3 - L’UNIONE SARDA di martedì 15 settembre 2020 / CULTURA - Pagina 47
Scienza. La molecola si forma in natura con la decomposizione di tessuti organici

«POSSIBILI SEGNALI DI VITA DA VENERE, UN PASSO PER COMPRENDERE LE ORIGINI»
Burderi, astrofisico, spiega il ritrovamento sul pianeta della Fosfina

Venere e Marte sono i pianeti più vicini e simili alla nostra Terra e quelli su cui l'uomo ha posto i suoi occhi indagatori fin dall'invenzione del telescopio. Grazie a Venere, Galileo Galilei trovò la prova che i pianeti orbitano attorno al Sole, stravolgendo il nostro ruolo nell'Universo, spostandoci dal suo centro e mettendoci su un piccolo corpo celeste in movimento attorno a una delle miliardi di stelle della nostra galassia. Come accaduto 400 anni fa, oggi Venere potrebbe cambiare ancora il nostro modo di porci nell'Universo, in particolare nei confronti di una domanda fondamentale dell'Uomo: esiste vita fuori dalla Terra?

Articolo su Nature

Ricercatori americani ed europei, coordinati dalla dottoressa Jane Greaves dell'Università di Cardiff del Regno Unito, hanno pubblicato sulla rivista Nature la notizia della scoperta di un possibile indicatore dell'esistenza di vita sul pianeta Venere. Utilizzando il telescopio americano James Clerk Maxwell nelle Hawaii ed il grande radiotelescopio europeo Alma, che si trova nelle Ande cilene, studiando l'atmosfera di Venere hanno trovato una particolare molecola, la Fosfina. Sconosciuta ai più, questa molecola sulla Terra può essere prodotta in laboratorio, ma in natura si forma a seguito dei processi di decomposizione di tessuti organici. Al momento non si conoscono in natura, dei meccanismi chimico-fisici in grado di formare la Fosfina, per questo motivo la sua presenza in modo abbondante nell'atmosfera di un pianeta, viene considerata dagli astronomi, come un possibile indicatore della presenza di vita.

Luogo inabitato

Se gli occhi degli astronomi sono puntati verso i centinaia di pianeti extrasolari simili alla Terra, scoperti negli ultimi decenni in orbita attorno a lontane stelle, grande sorpresa si è avuta nello scoprire la Fosfina in un luogo considerato inabitabile come Venere. Vulcani attivi, piogge acide, temperatura di 400° C e pressioni tali da schiacciare un carro armato, sono le caratteristiche di quello che per gli antichi era la dea della bellezza e che per i planetologi è nei fatti un Inferno. Il team di scienziati ha ipotizzato l'esistenza di forme di vita aeree nell'atmosfera del pianeta, a quote di 50 chilometri, dove la temperatura è di 20° C e la pressione atmosferica è simile a quella terreste. Difficile immaginare quali forme di vita possano esistere, vista l'alta acidità dell'ambiente, ma questa scoperta apre scenari molto importanti ed affascinanti, nella ricerca della vita fuori dalla Terra.

Lo scienziato

Secondo il professor Luciano Burderi, ordinario di astrofisica all'Università di Cagliari «la scoperta di una simile molecola che non si degrada nell'atmosfera di Venere e che vi permane, è un possibile indizio della presenza di vita, ma come nelle indagini di polizia, un indizio non è una prova». Infatti, viste le estreme condizioni del pianeta, potrebbero esistere meccanismi chimico-fisici non ancora scoperti, che possono produrre questa molecola senza che ci sia vita. «Questa scoperta se confermata», dichiara Burderi, «è un possibile passo sulla strada che ci porta alla comprensione delle origini della vita e della sua diffusione nella nostra galassia». Al momento prove di esistenza di vita fuori dalla Terra non ne sono mai state trovate, ma più di 4000 pianeti sono stati scoperti fuori dal Sistema Solare e si ipotizza che ne esistano miliardi solo nella nostra galassia. Quindi «se l'origine della fosfina venisse confermata», dichiara Burderi, «la vita non sarebbe legata solo a pianeti simili alla Terra, con luce diretta e alla giusta distanza dal Sole, ma potrebbe manifestarsi in condizioni molto diverse ed estreme». Già da tempo, infatti, gli astronomi sospettano che anche lune ghiacciate come Europa ed Encelado, dotate di un vulcanismo ed oceani d'acqua sotterranei, possano ospitare forme di vita elementari. Continuano quindi le osservazioni degli altri mondi e la Fosfina, potrebbe essere una nuova chiave di ricerca della vita, non solo nel nostro Sistema Solare, ma nei milioni di pianeti in orbita attorno alle altre stelle.

Manuel Floris

 

 

 

 


4 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 15 settembre 2020 / PRIMA
Varianti genetiche legate al rischio di malattie autoimmuni
NUOVE SCOPERTE GRAZIE AL DNA DEI SARDI

Un team di ricercatori guidato da Francesco Cucca, docente all’Università di Sassari e ricercatore principale dello studio ProgeNIA/SardiNIA, ha caratterizzato in circa 4mila individui in Ogliastra le conseguenze di circa 20milioni di varianti della sequenza del Dsa su oltre 700 caratteristiche misurabili. Lo studio ha rilevato oltre 120 correlazioni significative, la metà delle quali si sovrappone perfettamente ad associazioni con varianti genetiche in grado di modificare il rischio di almeno una malattia autoimmune quali sclerosi multipla, lupus eritematoso sistemico, artrite reumatoide, colite ulcerosa, diabete di tipo 1. La scoperta potrebbe aprire importanti prospettive nelle terapie.  A pagina 11

LA BUSSOLA SaluteBenessere - Pagina 11
Malattie autoimmuni, "ProgeNIA/SardiNIA" ha identificato una serie di importanti bersagli terapeutici per il loro trattamento
NUOVI "REGALI" DAL DNA SARDO

di Luisa Satta
L'analisi genetica è uno strumento sempre più potente per identificare le variazioni della sequenza del DNA in grado di influenzare caratteristiche misurabili del nostro corpo, come i livelli delle cellule e delle molecole solubili nel sangue. Attraverso analisi statistico-genetiche appropriate è inoltre possibile capire quali di esse siano coinvolte nell'insorgenza di malattie umane, contribuendo a formulare corrette ipotesi terapeutiche per il loro trattamento. In uno studio pubblicato sulla rivista Nature Genetics, un team di ricercatori guidato da Francesco Cucca, professore di genetica umana all'Università di Sassari e ricercatore principale dello studio ProgeNIA/SardiNIA dell'Istituto di ricerca genetica e biomedica del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Irgb), ha caratterizzato in circa 4.000 individui in Ogliastra le conseguenze di circa 20 milioni di varianti della sequenza del DNA su oltre 700 caratteristiche misurabili, dette "tratti quantitativi", rappresentate da diversi tipi di cellule del sistema immune e dalle molecole espresse sulla loro superficie. «Lo studio ha rilevato oltre 120 correlazioni significative, dette associazioni, tra specifiche varianti genetiche e i livelli di uno o più dei circa 700 tratti esaminati, un aumento di 5 volte rispetto alle conoscenze esistenti precedentemente - spiega Cucca -. Circa la metà di queste associazioni si sovrappone perfettamente ad associazioni con varianti genetiche in grado di modificare il rischio di almeno una malattia autoimmune quali sclerosi multipla, lupus eritematoso sistemico, artrite reumatoide, colite ulcerosa, diabete di tipo 1 e malattia di Kawasaki. Quando la stessa variante genetica influenza sia livelli ematici di un tipo di cellule immunitarie che il rischio di una malattia autoimmune, è probabile che il prodotto proteico di quel gene agisca nel processo alla base di quella malattia attraverso quel tipo di cellule. I risultati ottenuti da questo studio forniscono quindi indizi preziosissimi sulle proteine e i meccanismi effettivamente implicati nello sviluppo delle malattie autoimmuni, e indicano nuovi ed importanti bersagli terapeutici per il loro trattamento: le specifiche proteine suscettibili di essere modulate terapeuticamente».
Lo studio corrente rappresenta l'evoluzione in senso applicativo delle numerose scoperte effettuate dallo studio ProgeNIA e già pubblicate in oltre 150 articoli scientifici. «Studi precedenti avevano identificato le prime associazioni geniche mai riportate con i livelli ematici di cellule immunitarie, citochine e marcatori infiammatori, così come con i livelli dei diversi tipi di emoglobina, acido urico, lipidi e di variabili antropometriche come l'altezza, e valutato l'impatto di questi parametri sul rischio e decorso clinico di malattie come la sclerosi multipla, il diabete, la talassemia, la gotta, e le malattie cardiache e renali», conclude il genetista. Lo studio è stato finanziato da agenzie pubbliche come il Programma di ricerca e innovazione Horizon 2020 dell'Unione Europea, e l'Istituto nazionale per l'invecchiamento (NIA) dell'Istituto nazionale di sanità (NIH) del governo USA, e dalla Fondazione italiana per la sclerosi multipla (Fism).La pubblicazione su Nature Genetics, premia l'impegno dell'Università sassarese in un campo affascinante come quello della genetica e conferma una volta di più l'importanza del DNA della popolazione sarda, e ogliastrina in particolare. Non a caso i ricercatori dell'ateneo turritano si sono affidati anche questa volta al patrimonio genetico donato da 4000 residenti in una delle regioni che ha il record mondiale di longevità legato sicuramente alle condizioni di vita, ma non solo.





 


5 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 15 settembre 2020 / LA BUSSOLA SaluteBenessere - Pagina 10
PREVENZIONE
La scoperta dei ricercatori dell'università di Cagliari

SANI O MALATI: LO DICE LO SVILUPPO DEL RENE NEL FETO
di Mario Frongia
Un unico filo unisce rene, nove mesi di gestazione, quanto e come saremo sani da adulti. Dopo studi rigorosi, verificati nei laboratori tra il San Giovanni di Dio e il Policlinico di Monserrato e, a seguire, ripresi e approfonditi dai principali specialisti nei più qualificati centri di ricerca internazionali, l'ipotesi maturata tra l'istituto di anatomia patologica e la neonatologia dell'università di Cagliari, è rivoluzionaria: dallo sviluppo del rene durante la gravidanza passa gran parte delle possibilità che si hanno di ammalarsi durante la vita futura.
La tesi formulata dai ricercatori cagliaritani guidati da Gavino Faa e Vassilios Fanos ha radici solide e antiche. Una scienza che intuisce, verifica, mette la freccia. Il lavoro degli studiosi dell'Azienda ospedaliera-universitaria del capoluogo ha scosso piacevolmente la comunità scientifica. Tanto che Springer, casa editrice bibbia medico-sanitaria, ha pubblicato e inserito la ricerca made in Sardinia nei punti fermi del percorso "Programmazione della vita fetale". Da qui il plauso dell'accademia con in prima fila pediatri, ginecologi, radiologi, nefrologi, internisti. «La ricerca prosegue su più fronti. Intanto, siamo soddisfatti per la risposta avuta dal volume edito da Springer. Pur trattandosi di un argomento molto specifico, l'impatto è stato positivo. L'originalità dello studio - dice Gavino Faa, caposcuola dell'anatomopatologia, già preside di Medicina dell'università di Cagliari - risiede nell'ipotesi che dallo sviluppo del rene durante la gravidanza, dipenda la nostra suscettibilità ad ammalarci nell'età adulta». Un'idea reale, vicina a chiunque che apre interessanti prospettive cliniche future. «La nascita dei nostri glomeruli, ovvero le unità funzionali del rene, si arresta alla nascita. Significa che - spiega Vassilios Fanos, ordinario di pediatria, a capo della neonatologia del Policlinico di Monserrato - se lo sviluppo è andato bene, un individuo avrà due milioni di glomeruli. Ma se qualcosa non funziona in gravidanza, si nasce con un numero molto minore di glomeruli».
Sui motivi critici i cattedratici sono chiari: «Potrebbero derivare dal maltrattamento della madre da parte di un marito violento, da una dieta materna sbilanciata come accade nei vegani, dall'abuso di farmaci o dal malfunzionamento della placenta».
La storia prosegue. «Consideriamo due individui e immaginiamo che, nella vita adulta, abbiano un'infezione virale o un trattamento con farmaci che danneggino 100mila glomeruli. Quello che ha avuto una gravidanza a norma li perderà dai circa due milioni di glomeruli senza alcuna conseguenza clinica. Il soggetto nato con soli 200mila glomeruli per un decorso difficile ne avrà perso la metà e farà i conti con insufficienza renale cronica e dialisi».
Da qui, la teoria della "Programmazione nella vita fetale" delle malattie della vita adulta, tema che Faa e Fanos seguono da anni. «I nefrologi dell'adulto, anche a seguito del nostro lavoro, chiedono subito ai pazienti con problemi renali il peso alla nascita e dopo quanti mesi di gravidanza siano nati. La ragione? Il parto prematuro toglie tempo al rene per svilupparsi completamente, in quanto dopo la nascita la formazione dei glomeruli si arresta. Questo può far diminuire il "tesoretto" di glomeruli che abbiamo in dote e rende il prematuro più suscettibile alle malattie renali» rimarca il professor Faa. «Un peso corporeo basso testimonia che il bambino non è stato ben nutrito in utero e - sottolinea il professor Fanos - non ha potuto costruire glomeruli alla velocità regolare». Un viaggio di nove mesi, con il rene che deve crescere al meglio. Altrimenti, la qualità della salute futura è a rischio.




 

RASSEGNA STAMPA di LUNEDÌ 14 SETTEMBRE 2020



 

1 - L’UNIONE SARDA di lunedì 14 settembre 2020 / CAGLIARI - Pagina 13
Università. Fanno parte di un gruppo suddiviso in atenei di tutta l’Italia
TRE RIFUGIATI AFRICANI STUDIERANNO IN CITTÀ

C'è anche l'Università di Cagliari, tra i dieci Atenei italiani che consentiranno a un folto gruppo di giovani rifugiati di proseguire gli studi universitari. Il gruppo di stranieri è arrivato venerdì all'aeroporto di Fiumicino, dove sono stati smistati verso le destinazioni che fanno parte del progetto “University corridors for refugees”. Tre di loro hanno proseguito il viaggio fino all'aeroporto di Cagliari/Elmas: quando avranno terminato il periodo di quarantena, potranno continuare il percorso di studi all'Università.

Gli studenti, tra cui una donna, provengono da Eritrea, Sudan, Sud Sudan e Repubblica Democratica del Congo e sono stati selezionati sulla base del merito accademico e della motivazione, attraverso un bando pubblico, da una commissione individuata da ciascuna università. Quando avranno completato il periodo di quarantena obbligatorio per l'emergenza Covid-19, gli studenti inizieranno il loro percorso universitario in città e nelle Università di Firenze, L'Aquila, Milano (Statale), Padova, Perugia, Pisa, Roma (Luiss), Sassari e Venezia (Iuav).

«Tra le parole chiave del piano strategico del nostro Ateneo», dice Maria Del Zompo, rettrice dell'Università di Cagliari «c'è l'inclusione intesa come possibilità di facilitare il diritto allo studio delle persone, indipendentemente da colore della pelle, religione e genere».



 

RASSEGNA STAMPA di DOMENICA 13 SETTEMBRE 2020



 

1 - L’UNIONE SARDA di domenica 13 settembre 2020 / PRIMO PIANO - Pagina 2
Covid-19. Previste multe da 400 a 3mila euro. E gli esercizi rischiano
MASCHERINA A TUTTE LE ORE, GLI ESPERTI: «GIUSTO, BISOGNAVA IMPORLA PRIMA»
Cosentino: ma serve più chiarezza. Contu: pericolo controversie

«Una norma come questa andava fatta prima, almeno quando è stato imposto l'obbligo dopo le 18», dice Sofia Cosentino, docente di Igiene dell'Università di Cagliari. Un mese fa, poco meno, quando - dopo un affollatissimo Ferragosto nei luoghi di vacanza - un decreto del Governo ha chiuso le discoteche e imposto la stretta alla movida con l'obbligo della mascherina, anche all'aperto, dalle sei del pomeriggio alle sei del mattino.

Via dalla folla
Adesso in Sardegna, come già è stato deciso in altre regioni e anticipato da diversi sindaci, l'obbligo è stato esteso all'intera giornata, «in tutti gli ambienti chiusi o aperti - è scritto nell'ordinanza firmata dal presidente Christian Solinas - in cui non sia possibile garantire continuativamente il mantenimento della distanza di sicurezza di almeno un metro». È vero che, almeno sulla carta, questo benedetto metro di invalicabilità tra le persone non è mai stato cancellato. Ma bisogna pur puntualizzare che da mesi, oramai - e il virus se n'è difatti accorto - un po' tutti, compresi gli addetti ai controlli, se ne sono dimenticati. Ora si corre ai ripari.

Barriera per le goccioline
«È importante che le persone capiscano il motivo che sta dietro una norma, perché altrimenti - sottolinea la professoressa Cosentino - finisce come quando è stata imposta l'obbligatorietà delle mascherine dopo le 18. È vero che era tutto legato alla gestione della movida, degli assembramenti tra i giovani, ma sui social ho visto di tutto, conversazioni allucinanti. Riguardo le mascherine va semplicemente detto che sono fondamentali perché diminuiscono la dispersione nell'aria delle particelle, cioè le goccioline veicolo del virus, prodotte quando respiriamo, parliamo, tossiamo. Visto che non sappiamo chi e quanti sono eventualmente gli infetti intorno a noi, e quindi gli altri non sanno se io stessa lo sono, vanno usate sempre quando non si può mantenere la distanza di un metro negli ambienti chiusi dove, se non si arieggia, le secrezioni tendono a rimanere nell'aria. Vanno usate negli ambienti aperti, dove pure c'è una maggiore diluizione di queste particelle, quando c'è la possibilità di assembramenti».

Serve chiarezza
«Basterebbe spiegare le ordinanze, dire ai cittadini perché si stanno adottando certi provvedimenti». L'epidemiologo Paolo Contu, docente di Igiene dell'Università di Cagliari, ha sempre richiamato il concetto di «empowerment dei cittadini», informazione e consapevolezza, ribadito anche nell'ultimo documento della IUHPE, l'Unione Internazionale per l'educazione e la promozione della salute, organismo di cui è vicepresidente per l'Europa.

Il rischio di conflitto
«In una situazione che andrà avanti per anni (l'Oms ha detto almeno due, ndr ) non si può ancora pensare di poter disciplinare con ordinanze e linee guida ogni azione della vita quotidiana. Bisogna invece far sì che i cittadini ragionino, sostenendo la loro capacità di autoregolarsi e aiutandoli perciò ad avere le idee chiare. Sarebbe questo il vero passaggio dagli slogan all'informazione. Ogni ordinanza dovrebbe comunicare anche la motivazione tecnica spiegata in termini chiari: vi chiediamo di mettere la mascherina perché, quando la distanza è ravvicinata, è una barriera che diminuisce il rischio di contagio». Ma è anche vero, avvisa il professor Contu, «che questa è una norma che può generare tante, troppe interpretazioni: ad esempio, se passo alle 8 del mattino in una strada normalmente affollata che in quel momento è vuota, non ho motivo di mettere la mascherina. Rischio però di incontrare il vigile urbano che mi riprende e, a quel punto, è un problema».

I guai dell'inosservanza
Ma cosa rischia chi non porta la mascherina quando sarebbe tenuto a indossarla? «Rischia una sanzione di 400 euro, ridotta del 30% se pagata entro cinque giorni, e raddoppiata se la violazione si ripete - spiega Gianni Serra, comandante della polizia locale di Sassari, Comune dove l'obbligo H24 è stato introdotto da quasi una settimana -. In più c'è la sanzione accessoria adottata dal prefetto: se parliamo di un'attività o pubblico esercizio come ad esempio un bar o un ristorante, la chiusura da 5 a 30 giorni». Disposizioni base, «perché ci sono le ulteriori sanzioni accessorie che possono sempre essere adottate dal governatore o dal sindaco». Dal Corpo Forestale fanno sapere che la sanzione può arrivare fino a 3mila euro.

Piera Serusi

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