Press review

Rassegna quotidiani locali a cura dell’Ufficio stampa e redazione web
31 August 2020

1 - L’UNIONE SARDA di lunedì 31 agosto 2020 / CULTURA
SARDEGNA, ARCIPELAGO DI ABISSI DI SEPARATEZZE
La Sardegna è solo un'isola? Franciscu Sedda, semiologo dell'Università di Cagliari, fa di questa domanda provocatoria il filo conduttore di una riflessione in sei parti che invita a giocare con le nostre identificazioni. Oggi la quinta parte.
di Franciscu Sedda
E se il nome Sardegna più che un'isola indicasse un arcipelago? Non è del resto la Sardegna formata, oltre che dall'isola-madre, da altre isole che l'accompagnano e completano, come Sant'Antioco, San Pietro, La Maddalena? E non è un luogo comune (che a pochi mesi dalla morte infastidiva Antonio Gramsci) dire di ogni territorio della Sardegna, di ogni sua regione storica o linguistica, e persino di ciascun sardo, che è un'isola nell'isola? Se così è perché, dunque, abbiamo così tanta difficoltà a pensarci come un vero e proprio arcipelago?
SANTO PATRONO
Si potrebbe pensare che il problema stia in quella sproporzione che rende le altre isole ancillari rispetto alla grandezza dell'isola-madre. Eppure esse, con la loro diversità così marcata, tutto sono tranne che invisibili. Anzi, per certi versi la loro esistenza risulta più presente nell'immaginario di quella di molti altri paesi della Sardegna. Sant'Antioco, isola nonostante sia collegata con la terraferma, è luogo del patrono della Sardegna. San Pietro risalta per l'orgoglio della comunità tabarkino-parlante che da Carloforte si collega con Calasetta prima di diramarsi lungo altre mulattiere mediterranee. La Maddalena, essa sì riconosciuta arcipelago, è in più modi nell'immaginario: da Garibaldi al mancato G8, dai sommergibili nucleari al parco marino. No. Il problema è storico e intimo al contempo. Ha a che fare con i nostri traumi.
ISOLAMENTO
Dominati da uno sguardo continentale, abbondantemente introiettato, ci siamo sempre pensati isola isolata. Eppure la nostra identità mediterranea ci ha quasi costretto a fare arcipelago, ad essere nodo dentro una rete. Lo siamo stati dentro i traffici commerciali dei fenici o delle repubbliche marinare italiane; i progetti di egemonia della potenza cartaginese o dell'impero romano; i sogni religioso-commerciali degli iberici, come quando la Corona d'Aragona immaginò una “collana di perle” che da Barcellona, passando per Baleari, Sardegna, Sicilia, puntava verso la Terra Santa e l'Oriente. Queste vicende ci hanno coinvolto in arcipelaghi ma la loro natura spesso strumentale, asimmetrica, predatoria ha forse fatto danno alla stessa idea arcipelagica. Chissà quanto le narrazioni mitiche e storiche sui sardi protagonisti nell'antichità di una coalizione di popoli del mare potranno modificare questa percezione.
FRAMMENTAZIONE INFINITA
Se anche accadesse resterebbe però la vera questione, quella intima. Quando pensiamo a una Sardegna fatta di isole nell'isola non immaginiamo una rete di connessioni ma un abisso di separatezze. E pensando alle isole di diversità fisica, linguistica, culturale che abitano la Sardegna ciò che balugina non è la capacità del nome Sardegna di far sintesi delle differenze ma lo spettro di una frammentazione infinita, che partendo dalle diversità collettive più evidenti (il tabarkino, l'algherese...) passa per i conflitti che lacerano ogni singola comunità sarda fino ad arrivare al nostro idiotico individualismo. Per questo pensare la Sardegna a partire dalle sue isole è necessario: la paura del diverso è paura della propria diversità. La sfida dell'arcipelago è quella di trovare un'unità che non si basa su un'atavica, monolitica, essenza di sardità ma sull'elaborazione di una visione e di un impegno che faccia sentire tutti parte di ciò che chiamiamo Sardegna. La nostra identità è davanti a noi, è nell'arcipelago che costruiremo insieme. (5. continua)

 


2 - LA NUOVA SARDEGNA di lunedì 31 agosto 2020 / SASSARI - PAGINA 11
L'APPELLO
Babudieri: ora proteggetevi per davvero. State a 2 metri

SASSARI Il direttore di Malattie infettive dell'Aou di Sassari Sergio Babudieri lancia un appello su Whatsapp che diventa virale. «Proteggetevi sul serio. Non basta più dire "mettetevi la mascherina", perché se è vero che in queste settimane l'attenzione mediatica è stata posta sui giovani e sulle discoteche, è altrettanto vero che tutte le generazioni intermedie, cioè noi, abbiamo girato, incontrato, mangiato, bevuto, riso (vivaddio) e chiacchierato con i nostri amici, spesso a distanza di pochi centimetri e senza assolutamente sapere chi avessero negli ultimi giorni incontrato, abbracciato, baciato, etc... Oggi qualcosa è cambiato. In primavera il virus era solo in ospedale e nelle residenze per anziani; oggi, con quello che è successo a nord-est, può essere ovunque! Non abbiamo ancora prove che sia così, ma le prove (l'incremento dei casi conclamati) arrivano anche dopo 2-4 settimane dall'inizio della circolazione in una popolazione... questo è sicuro. Senza spaventarci, è questo il momento di alzare al massimo l'attenzione! Quando non abbiamo la mascherina, stiamo distanti 2 metri dai nostri interlocutori!!! Si infetta solo chi non si protegge».

 


3 - LA NUOVA SARDEGNA di lunedì 31 agosto 2020 / ESTATE - Pagina 21
Urgu e Zucca a Cinemartist
L'UOMO CHE COMPRÒ LA LUNA
Il dietro le quinte del film

«Ho girato il mondo con questo film e ovunque il pubblico quando compare Benito, dalla sua prima inquadratura, rimane colpito. Giapponesi, svedesi, israeliani: tutti si mettono a ridere». Così Paolo Zucca racconta la forza del volto di quel ragazzo di 81 anni, come si definisce lo stesso Urgu che ha accompagnato il regista a Martis alla presentazione del lungometraggio "L'uomo che comprò la Luna" per CineMartist. In una giornata del festival all'insegna della commedia aperta da un viaggio nel cinema dei fratelli Marx, con Luca Martello che ha scritto la prima monografia italiana integralmente dedicata al celebre gruppo comico americano ("Groucho e i suoi fratelli" pubblicato da Castelvecchi), e continuata con il film sardo di maggiore successo di sempre.
Un'opera che ha dimostrato una volta di più il talento di Paolo Zucca, regista che ha avuto anche il merito di regalare una seconda giovinezza a Benito Urgu nel cinema dopo una carriera spesa soprattutto tra musica, cabaret, televisione. Prima lo ha voluto come allenatore (cieco) per "L'arbitro", a distanza di qualche anno gli ha ritagliato un ruolo importante in "L'uomo che comprò la Luna". Quello di un formatore culturale sui generis, maestro di sardità del personaggio principale interpretato da Jacopo Cullin. Una prova la sua che ha convinto tutti, tanto da fargli guadagnare anche una nomination nella cinquina dei finalisti ai Nastri d'Argento. Manco a dirlo, l'attore ha fatto divertire il pubblico di Martis accorso a vedere il film scelto dalla direzione artistica del festival curata da associazione Hypergamma e Nuovo Circolo del Cinema Ficc. Con il suo umorismo surreale, il ricorrente riferimento a un fantomatico Sergio abitante del paese, e alcuni aneddoti sulla realizzazione del film raccontati anche da Paolo Zucca. Uno degli appuntamenti più seguiti del festival che si è chiuso ieri sera con i cortometraggi "Un dono?" di Giovanni Loriga, "L'orso polare" di Sergio Scavio e gli attesi brevi film girati e montati nei quattro giorni della manifestazione dai giovani filmmaker invitati nell'Anglona per una residenza artistica: piccoli gruppi di allievi dei corsi di cinema di Accademia di Belle Arti di Sassari, dell'Università di Cagliari e della Società Umanitaria di Carbonia. Attività sul territorio che hanno completato il lavoro tra le vie di Martis di giovani artisti sempre dell'Accademia sassarese. Murales sul tema dello spopolamento realizzati da Carla Cannas, Martina Blasi, Federico Satta, Francesco Cherveddu, Simone Capula, Federica Diana, con il coordinamento del docente di pittura Giovanni Sanna. Opere alle quali bisogna aggiungere quelle già presentate per l'inaugurazione, in questo caso dedicate a due giganti del cinema: Ennio Morricone e Gian Maria Volonté. Due murales ai quali hanno lavorato, con gli allievi dell'Accademia, anche dei bambini e dei ragazzi del territorio. Un modo per lasciare una traccia duratura a Martis, con l'amministrazione comunale guidata dal sindaco Tiziano Lasia che dal 2018 crede in questo progetto che va ben oltre la semplice rassegna cinematografica. Le proiezioni di film costituiscono soltanto una parte di questo festival che ha la particolarità di puntare sulla didattica del cinema e di pensare alla rigenerazione dei piccoli centri puntando anche sulla street art.

 


1 - L’UNIONE SARDA di domenica 30 agosto 2020 / PRIMO PIANO - Pagina 6
INTERVISTA. Sergio Baudieri, direttore di Malattie infettive dell’Aou di Sassari: il virus corre, usate la mascherina
«NON PIÙ ANZIANI E FRAGILI, OGGI IN OSPEDALE ARRIVANO I RAGAZZI E I CINQUANTENNI»

Dei ventiquattro malati Covid ricoverati in ospedale in Sardegna, diciassette sono nel suo reparto, compresi i tre ora in carico ai medici della Rianimazione e che, comunque, non vengono spostati di stanza. «Abbiamo tre letti attrezzati per la terapia intensiva e altri li stiamo preparando: la prossima settimana spero di salire a sei», spiega Sergio Babudieri, direttore del reparto Malattie infettive dell'azienda ospedaliera universitaria di Sassari.
Significa che siete in allarme, professore?
«È la soluzione che abbiamo scelto per non gravare sulla terapia intensiva generale e non bloccare l'attività operatoria. Insomma, non è che per salvare i pazienti Covid si devono sacrificare quelli oncologici e tutti gli altri. Quanto all'allarme, no. Però sono preoccupato: se in Gallura aumenta ancora il numero delle persone in quarantena non so cosa succederà... In ogni caso, con l'arrivo di tanti pazienti acuti ho dovuto richiamare il personale dalle ferie. Con un messaggino ho chiesto la disponibilità e sono rientrati».
Più aumentano i contagi, più è facile che arrivi l'ondata in ospedale?
«Dipende sempre da come lavorerà l'Usca, l'assistenza sul territorio. Mi pare che, finora, abbia operato bene: le équipe visitano i pazienti, prescrivono terapie, seguono il decorso».
La maggior parte sono asintomatici, o con pochi sintomi...
«Vanno seguiti anche i pazienti a casa con la febbre e che, ultimamente, sono quelli che rischiano di finire in ospedale. In genere si pensa che, con un po' di brividi e febbre a 37 e mezzo, si è asintomatici. Invece è lì che la malattia è iniziata. Poi, se uno ha 20 anni e la febbre scompare, è chiaro che non succede niente. Ma, in casi come questo, e in tutti gli altri casi, devono essere i medici che monitorano il territorio a valutare il da farsi. L'abbiamo sempre detto: questa è una malattia che va curata sul territorio per non intasare gli ospedali».
Adesso, però, il numero dei ricoveri sta crescendo.
«Fino a Ferragosto c'erano solo due, tre pazienti. Ora siamo a 17, di cui tre in terapia intensiva con una polmonite Covid. Di questi ultimi, due sono persone di mezza età, quindi non certo anziani; il terzo ha 68 anni e nessun precedente problema di salute. Tutti, fino all'altro ieri, facevano attività fisica e lavoravano normalmente».
Ma perché si finisce in terapia intensiva?
«In genere perché si sottovalutano i sintomi. Stiamo parlando non più dei vecchietti fragili delle Rsa ma di persone attive: è questo, oggi, che va sottolineato. Il virus non è certo più debole: se i positivi sono 300, succede che due, tre, quattro o cinque finiscono in terapia intensiva e siamo alle stesse percentuali di quello che accadeva in Lombardia a marzo».
I degenti Covid sono tutti reduci dal focolaio della Costa Smeralda?
«La maggior parte vengono dalla Gallura, uno da Nuoro e uno da Orosei. Ma il contagio, guardi, si è talmente diffuso che anche molti ragazzi rientrati nel Nord Italia sono poi risultati positivi».
Si è parlato di tamponi al Billionaire con cariche virali altissime. Cosa significa?
«Noi dagli inizi di maggio non avevamo più pazienti con sintomi acuti e positività nuove. Per tutto maggio, giugno e luglio abbiamo visto solo pazienti di ritorno, con infezioni vecchie, che si ripositivizzavano a distanza. Pazienti individuati con gli esami di routine perché magari venivano in ospedale per un intervento o perché si erano rotti il ginocchio. Nei loro tamponi c'era una presenza di virus residuale, talmente bassa che oggettivamente non potevano diffondere la malattia. Possono diffonderla, invece, quelli con una carica virale alta, che hanno preso il virus da poco tempo, anche se asintomatici».
Il virus è sempre lui, però.
«Non è cambiato. Siamo invece cambiati noi che possiamo fare diagnosi precoci, abbiamo la possibilità di fare terapie a domicilio e impedire che si finisca in ospedale ed eventualmente intubati».
A parte i 17 ricoverati, negli ultimi giorni quanti pazienti positivi avete visitato?
«Più o meno altrettanti, anche ragazzi tenuti in osservazione e poi dimessi».
Perché un positivo arriva in ospedale?
«Perché magari ha la febbre, una tosse importante, una saturazione (l'ossigeno nel sangue ndr ) che può destare allarme. Se il pronto soccorso ci manda il paziente noi lo teniamo e, eventualmente, anche se ancora positivo ma guarito clinicamente lo rimandiamo a casa dopo tre giorni. Insomma, lo riaffidiamo all'Usca e alla medicina del territorio dopo gli accertamenti fatti per essere sicuri che la malattia non evolva nella forma maligna».
Lei raccomanda sempre coraggio e intelligenza davanti all'epidemia. Ci crede ancora?
«Adesso a maggior ragione. Io dico nessun allarmismo, non serve a niente. Serve coraggio per affrontare la convivenza col virus vivendo e lavorando per quanto possibile in maniera normale, ma serve intelligenza per difenderci. Ciò che è successo nell'isola di Santo Stefano (nel resort 25 dipendenti contagiati e un'ospite, ndr ) dimostra in maniera inequivocabile che il virus lo prende solo chi non si protegge. Solo chi non mette la mascherina. Su tutti gli ospiti solo una turista è risultata positiva, e magari si è contagiata in un momento di distrazione».
La Fondazione Gimbe ha rilevato che nella settimana tra il 19 e il 25 agosto la Sardegna è stata la regione con la più alta incidenza di contagi sul numero degli abitanti.
«Ma non dicano stupidaggini. Sono dati drogati: parliamo di una regione dove ai residenti dobbiamo aggiungere 7 milioni di turisti. Come si fa a dire certe cose? Troppo facile parlare seduti davanti a un computer...».
Settembre è alle porte...
«Senta, adesso i turisti ripartiranno. È fondamentale che i sardi capiscano che il rischio è reale. Questo però non deve allarmare, deve solo rendere ciascuno più consapevole che, per non far arrivare il virus ai familiari più fragili, bisogna semplicemente rispettare le regole. Questo virus corre che è una bellezza, ma possiamo difenderci. Lo dico non solo ai giovani, ma anche a noi sessantenni che andiamo al ristorante e magari baciamo l'amico come nulla fosse. Ma che ne possiamo sapere di chi ha incontrato? Ecco perché dico coraggio sì, ma anche intelligenza».
Piera Serusi

 

 

2 - L’UNIONE SARDA di domenica 30 agosto 2020 / MONDO - Pagina 14
IL CAIRO
Zaky, visita in carcere dopo 5 mesi

IL CAIRO «Per la prima volta dopo più di cinque mesi e mezzo a un membro della famiglia di Patrick Zaky è stato permesso di vederlo»: lo ha riferito la pagina Facebook “Patrick Libero”, creata per seguire il caso dello studente egiziano dell'Università di Bologna, che si trova in carcere in Egitto dallo scorso mese di febbraio con l'accusa di propaganda sovversiva su internet.
«Sua madre ha raccontato che Patrick sta bene. Ha perso un po' di peso ed era leggermente diverso, ma in generale è in buona salute», prosegue il post. Sempre secondo la pagina Fb, «Patrick ha chiesto per quanto ancora sarà detenuto infondatamente e si è mostrato preoccupato per lo stato dei suoi studi, che spera di poter riprendere al più presto», riferisce ancora la pagina a lui dedicata. Patrick George Zaky, 28 anni, dall'agosto del 2019 viveva a Bologna, dov'è iscritto al master europeo Gemma all'Università di Bologna. È anche un attivista per i diritti umani e civili.

 

 

 

3 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 30 agosto 2020 / PRIMO PIANO - Pagina 3
Un infettivologo dell'Aou: «Ci richiamano dalle ferie, voi fate la vostra parte»
LO SFOGO SOCIAL DEL MEDICO: UNO SCHIAFFO AGLI INCOSCIENTI
Post poi cancellato. Il direttore Babudieri: nuova emergenza, ma niente drammi

di Luigi Soriga
SASSARI Non è un post, è una secchiata gelida sull'incoscienza delle persone. Scrive sul suo diario: «Per far capire agli idioti che ancora oggi sottovalutano la grave pandemia che sta attraversando il pianeta. Ebbene a Sassari, vista la situazione di gravità che si è creata nel reparto Malattie Infettive, ci hanno revocato le ferie, rientriamo tutti al lavoro, con grande senso del dovere, non osate più chiamarci eroi, ve ne saremo tutti grati, interrompo le ferie, ma l'emergenza chiama». Scatta un selfie guardandosi allo specchio, e l'unica cosa che si scorge sono gli occhi. Tutto il resto è coperto dal bozzolo anti covid: occhiali, casco, maschera, tuta bianca, guanti. Si chiama Antonio Pintus, infettivologo dell'Aou di Sassari, e il suo messaggio diventa virale quanto il coronavirus. Rimbalza nei lanci Ansa, approda sui siti web dei maggiori quotidiani nazionali, viene condiviso nelle pagine social. Afferma concetti semplici ed efficaci: noi facciamo la nostra parte, rinunciamo alle vacanze e ad agosto siamo di nuovo pronti. Ma anche voi incoscienti che prendete tutto alla leggera, dovete fare la vostra. Quindi mascherina e distanziamento, senza più far finta che il problema covid non esista. Il virus sta pian piano avanzando, i nuovi contagi sono quotidiani, e negli ospedali l'allerta è alta. Personale richiamato dalle ferie, nuovi allestimenti nei reparti critici. I vertici dell'Aou, visto il polverone sollevato dal post, si affrettano a dispensare dosi di messaggi ansiolitici. Nella pagina web dell'infettivologo il suo post scompare, sostituito dalla faccia più rassicurante del professor Sergio Babudieri. «Nessuna situazione drammatica in Malattie Infettive, ma necessità di dover far fronte alla situazione di emergenza che si è creata in questi giorni, dopo i numerosi ricoveri di pazienti arrivati nella nostra struttura dalle aree turistiche del Nord Sardegna - spiega il direttore della clinica di viale San Pietro a Sassari - Abbiamo richiamato il personale in ferie programmate per settembre perché in brevissimo tempo, il numero dei ricoverati è in aumento. Parliamo di 17 pazienti, dei quali 3 si trovano in sub intensiva e 3 in terapia intensiva». Significa che dei 4 posti disponibili in Terapia intensiva, 3 sono già occupati, e ne resta uno solo libero. La palazzina di Malattie infettive, separata da tutte le altre strutture assistenziali dell'Aou, è il bunker anti covid più sicuro. Isolare lì l'emergenza e gestire i contagi, significa preservare tutti gli altri reparti ed evitare i focolai ospedalieri della prima fase. Al primo piano della struttura sono in fase di allestimento altre 6 stanze attrezzate covid, in modo da portare a 10 i posti letto complessivi. L'aspetto singolare è che in Malattie infettive, durante l'emergenza, le ulteriori aree covid erano già operative. Ma cessato il lockdown erano state smantellate. Il direttore della Rianimazione di viale San Pietro, Pier Paolo Terragni dice: «Allo stato attuale la patologia si presenta con le stesse modalità che abbiamo sperimentato all'inizio dell'anno, con pazienti affetti da patologie pregresse che predispongono al peggioramento polmonare. Abbiamo però anche casi che hanno presentato sin da subito problemi respiratori». «Il virus è sempre lo stesso - conclude Sergio Babudieri - mentre è cambiato il fatto che noi abbiamo imparato a conoscerlo. Oggi è possibile fare delle diagnosi precoci sul territorio e trattare questi pazienti anche a domicilio. In questo modo è possibile favorire la loro guarigione e ridurre il numero dei ricoveri ospedalieri».

 

 

 

1 - L’UNIONE SARDA di sabato 29 agosto 2020 / CAGLIARI - Pagina 19
DASS. Accordo fra atenei
VIAGGI NELLO SPAZIO: PATTO CON L'AUSTRALIA
Luna e Marte. Gli studi serviranno a individuare in che modo gli astronauti potranno utilizzare i materiali che troveranno nei corpi celesti

Gli astronauti non dovranno più portarsi i materiali utili dalla Terra ma utilizzeranno quelli che troveranno nei corpi celesti. È questa la logica dell'accordo tra l'Università di Adelaide e il Dass (Distretto aerospaziale della Sardegna): in questo modo, si punta a rendere possibili le missioni sulla Luna e su Marte. In particolare, la Nasa prevede di stabilire una presenza a lungo termine sul satellite entro il 2024 che potrebbe essere usata come base per esplorare lo spazio profondo.
«Siamo lieti di sottoscrivere l'accordo con il Dass in un momento in cui entrambi cerchiamo metodologie per utilizzare in modo sostenibile le risorse, come i minerali e l'acqua, che si trovano nello spazio», sostiene il vice rettore vicario dell'ateneo australiano Anton Middelberg.
Soddistatto anche il presidente del Dass Giacomo Cao. «Non vediamo l'ora di lavorare con l'Università di Adelaide. Il Dass stimola la collaborazione tra centri di ricerca, università e aziende spaziali per stabilire opportunità di business come pure per crescere e innovare nel settore spaziale, sia in Italia che all'estero», ha sottolineato Cao. Precisando che il Dass, specializzato in questo settore, ha al suo attivo due brevetti internazionali relativi all'esplorazione della Luna e di Marte e già concessi in Cina, Europa, India, Giappone, Russia e Stati Uniti.

 

 

 

1 - L’UNIONE SARDA di giovedì 27 agosto 2020 / REGIONE - Pagina 8
INTERVISTA. Giuseppe Melis, docente di marketing turistico: ora una campagna di comunicazione della Regione
«NELL'ISOLA VACANZE SICURE»

Adesso magari sarebbe necessaria una comunicazione ben fatta da parte della Regione. C’è troppo silenzio. Serve un messaggio, da veicolare anche su grandi canali, per dire come stanno le cose. E per ricordare che in Sardegna siamo disponibili ad accogliere con piacere le persone che hanno voglia di vivere un’esperienza e di comportarsi responsabili
«Io direi che è il caso di continuare a lavorare per mettere in evidenza che chi viene in Sardegna può fare una bella vacanza e godere di un ambiente integro in condizioni di sicurezza».
Non le sembra che l'Isola ne sia uscita a pezzi dai focolai della Costa Smeralda?
«Ciò che i quotidiani in questi ultimi giorni hanno messo in evidenza è solo la strumentalizzazione di un fenomeno. I motivi per cui questo è accaduto possono essere diversi, a cominciare dalla superficialità di chi ha scritto...».
Giuseppe Melis, docente di marketing dell'Università di Cagliari, avverte che dopo la tempesta mediatica dei giorni scorsi, con la Sardegna additata come il braciere Covid d'Italia, la reazione migliore «è continuare a lavorare, come la maggior parte degli operatori ha fatto finora, per costruire condizioni di sicurezza».
Si è parlato di complotto.
«Io non sono per vedere atteggiamenti complottistici. Anche se tanti indizi rischiano di fare una prova».
In che senso?
«Possibile che tutti i quotidiani nazionali abbiamo usato un linguaggio volto a mettere sul banco degli imputati una regione e non invece a sottolineare come i comportamenti irresponsabili di una serie di soggetti sia stata all'origine di questo fenomeno?».
Si chiama circo mediatico.
«Sì, c'è anche questo. Oltretutto, è vero che i numeri dicono che il fenomeno ha ripreso vigore, ma se andiamo a vedere dove sono localizzati notiamo che la gran parte del territorio è esente. Le persone responsabili, e la maggior parte lo è, rispettano le regole».
Il turismo della Sardegna patinata si è dimostrato più irresponsabile di quello delle rotte meno appariscenti?
«Non farei generalizzazioni. Sono stato in vacanza in Ogliastra, tra Arzana e Villagrande, e devo dire che l'unico giorno in cui sono andato alle cale ho provato fastidio. Sono salito su quei barconi che adesso viaggiano al 60% della capacità, il personale invitava tutti al rispetto delle distanze e a tenere la mascherina. Ma nonostante il numero contingentato dei bagnanti sulle spiagge si aveva la sensazione che ci fosse troppa gente».
Perché?
«C'erano tante barche private, si respirava un fortissimo odore di gasolio. Eravamo sotto Ferragosto, è vero, però il livello di attenzione doveva essere più elevato. Non c'era assembramento ma le distanze erano più ridotte rispetto a quello che, adesso, percepiamo come elemento di sicurezza».
In Sardegna si possono fare vacanze splendide anche a settembre...
«Se il tempo permette anche a ottobre».
Dopo lo tsunami mediatico si può ripartire?
«So che ad esempio a Villasimius le prenotazioni ci sono e stanno continuando ad arrivare. Gli operatori seri, non dico che si disinteressino del fenomeno mediatico, però continuano a lavorare. D'altro canto, le persone che vogliono viaggiare si informano e le informazioni corrette ci sono. Tanto hanno fatto i sardi come comunità...».
In che senso?
«Al di là del fastidio provato abbiamo sentito il dovere di dire: venite, guardate che le cose non sono come vengono rappresentate».
Una reazione sui social...
«Prevalentemente. Adesso magari sarebbe necessaria una comunicazione istituzionale ben fatta da parte della Regione. C'è troppo silenzio».
Una campagna di che tipo?
«La Regione dovrebbe costruire un messaggio, da veicolare anche su grandi canali, per dire come stanno le cose. E per ricordare che in Sardegna siamo disponibili ad accogliere con piacere le persone che hanno voglia di vivere un'esperienza e di comportarsi responsabilmente».
Pensa a un testimonial in particolare?
«Dipendesse da me sceglierei Peter Gabriel. Senza che nessuno gliel'abbia chiesto ha fatto una promozione dicendo: aiutiamo la Sardegna».
Adesso, dunque, dobbiamo puntare su settembre e ottobre.
«Se riuscissimo a lavorare bene in questi due mesi le perdite saranno inferiori alle previsioni. Limitare le perdite sarebbe già un grande risultato per le imprese perché, quantomeno, riescono a sopravvivere».
Piera Serusi

 

2 - L’UNIONE SARDA di giovedì 27 agosto 2020 / REGIONE - Pagina 9
Consiglio regionale. Il primo settembre ritorna in Aula la legge di riforma della Sanità
SCORPORO DEL BROTZU: ORE DECISIVE
Il destino di Oncologico e Microcitemico appeso al parere del Ministero

Si riparte. La riforma sanitaria che ripristina le otto vecchie Asl sarà all'esame del Consiglio regionale il primo settembre, come deciso prima di ferragosto.
Da sciogliere il nodo dell'articolo 17, che prevede il passaggio del Microcitemico e dell'Oncologico dal Brotzu alla nuova Asl 8 di Cagliari. Ma resta ancora da approvare anche l'articolo 41 della legge, cioè il piano straordinario di ristrutturazione e manutenzione dei piccoli ospedali per i quali, stando a quanto dichiarato dal governatore Christian Solinas, «si potrebbe andare oltre i 20 milioni di euro previsti».
LO SCORPORO
La questione più calda è però quella del destino del Microcitemico e dell'Oncologico, due degli ospedali più importanti della Sardegna, che tanto agita il sonno di medici e personale. L'unica cosa quasi certa per ora è che non resteranno dentro l'azienda Brotzu. La legge in approvazione prevede il loro passaggio alla Asl cagliaritana: un ritorno alle origini dunque. C'è però la questione Università di Cagliari, che ha bisogno di posti letto per ottenere l'accreditamento della facoltà di Medicina da parte del Ministero salvando così le scuole di specializzazione. Per questo, prima del rinvio del 12 agosto, la rettrice Maria Del Zompo aveva chiesto ufficialmente la fusione con l'Azienda ospedaliera universitaria quanto meno dell'ospedale Businco.
LA MAGGIORANZA
«Alla fine deciderà il presidente Solinas», spiega Domenico Gallus, presidente della Commissione sanità e consigliere dell'Udc-Cambiamo!. Ma sulla base di un parere chiesto al ministero della Sanità. «Per lo scorporo dal Brotzu di Microcitemico e Oncologico - spiega - stiamo aspettando la risposta dell'interpello fatto al Ministero per capire quale decreto si applica e se dunque è davvero indispensabile che l'Università debba avere quei posti letto perché non perda l'accreditamento. Una volta che si avrà questa risposta, che dovrebbe arrivare a giorni, deciderà il presidente Solinas».
LA MINORANZA
Dal versante dell'opposizione però si fa largo l'intenzione di chiedere un ulteriore rinvio della discussione. «Non credo che il Ministero in questi 15 giorni abbia prodotto alcunché - dice Francesco Agus, dei Progressisti -, inoltre lo scorporo degli ospedali, oltre alla questione dell'Università e delle scuole di specializzazione, pone anche altri problemi, primo fra tutti il fatto di far partire un qualcosa di così gravoso in piena pandemia. Sono dubbi che avevamo sollevato 20 giorni fa e che permangono, anche alla luce del fatto che la situazione dei contagi e dell'epidemia è ancora piuttosto preoccupante tanto che il Policlinico di Cagliari ha nuovamente contigentato gli accessi. Stiamo tornando alla fase per cui sarà difficile accorciare le liste d'attesa ma anzi è più probabile che si allunghino. Fare interventi così importanti in questo contesto rischia di essere traumatico per il sistema sanitario, per questo in assenza del parere dirimente del Ministero ci aspettiamo dalla stessa maggioranza un'ulteriore aggiornamento e qualche mese in più di riflessione». (m. le.)

 

 

3 - L’UNIONE SARDA di giovedì 27 agosto 2020 / CAGLIARI - Pagina 17
Castello. L’istituto italiano castelli qualche giorno fa aveva lanciato l’allarme
IL PORTALE E IL RESTAURO DELLE POLEMICHE
Perplessità sul colore subito accolte: sparito l’arancione dall’arco

La “Casa cantoniera di Castello” (così era stato ribattezzato per il suo nuovo colore il portale settecentesco di via Santa Croce) è morta prima di nascere. Ieri mattina gli operai erano sulle impalcature per raschiare quell'arancione oggettivamente troppo acceso. Un successo dopo la mobilitazione promossa dalla sezione Sardegna dell'Istituto italiano castelli che aveva lanciato l'allarme.
LA SODDISFAZIONE
E ora Donatella Rita Fiorino, presidente della sezione sarda, oltreché docente di Restauro all'Università, esulta: «Non sono a Cagliari ma mi hanno avvertito del fatto che gli operai stanno raschiando quel colore. Finalmente l'applicazione di una buona pratica». Almeno è stato salvato il salvabile. «Quel portale stava diventando un rudere: era necessario intervenire. Ma sarebbe stato meglio puntare su un restauro minimal, scegliendo che cosa ricoprire e che cosa lasciare a vista».
I LAVORI
Invece, si è deciso di salvare l'iscrizione settecentesca sopra l'arco ma anche di intervenire pesantemente. «Sia chiaro», puntualizza Fiorino, «i lavori erano autorizzati». Con quel colore, assolutamente arbitrario però, si è andati troppo oltre. «Ma, nonostante il fatto che ad agosto non ci siano molti funzionari, la Sovrintendenza è intervenuta subito: è bastata la nostra segnalazione e la mobilitazione dei cittadini».
LA STRUTTURA
Un lieto fine, parrebbe, per una vicenda che si trascina da tempo: già cinque anni fa i proprietari della struttura avevano annunciato l'intenzione di restaurare l'arco, salvando l'iscrizione. Un reperto di grande valore storico: era uno degli ingressi della caserma San Paolo (di cui faceva parte anche l'attuale Ghetto), realizzata nel 1738 per ospitare il reparto dei dragoni. Poi, nel primo Ottocento, divenne la caserma dei carabinieri reali a cavallo, in seguito ospitò alloggi per veterani, scuderie e il magazzino del Genio militare. Una funzione che mantenne anche durante la Seconda guerra mondiale quando fu sede di alcuni reparti.
Marcello Cocco

 

4 - L’UNIONE SARDA di giovedì 27 agosto 2020 / CAGLIARI - Pagina 17
Università
TRE NUOVI CORSI TELEMATICI

Con l'avvio dell'anno accademico, l'Università telematica degli studi Iul raddoppia l'offerta formativa. Ai corsi di laurea triennale in Scienze della formazione, Psicologia e Scienze motorie, si aggiungono Economia, Scienze della comunicazione e Giurisprudenza. «Abbiamo aperto le iscrizioni - dice il direttore generale Massimiliano Bizzocchi - con un'offerta formativa sempre più ampia e orientata al mondo del lavoro. In questi mesi di lockdown abbiamo ascoltato le richieste degli utenti avviando tre nuovi corsi: in Economia, in Giurisprudenza e in Scienze della comunicazione». Tra i corsi, il percorso in Economia, management e mercati internazionali forma laureati con competenze interdisciplinari nelle discipline economiche e finanziarie, in grado di operare in contesti nazionali, internazionali. Per informazioni ufficiostampa@iuline.it o 0696668257.

 

5 - L’UNIONE SARDA di giovedì 27 agosto 2020 / AGENDA - Pagina 19
Archeologia
Scade il 10 settembre il termine per la selezione per il percorso post lauream per archeologi.

 

6 - L’UNIONE SARDA di giovedì 27 agosto 2020 / CULTURA - Pagina V
Al via “CineMartist”: da Zucca a Piredda ai giovani film-maker
I registi sardi affermati, come Paolo Zucca e Mario Piredda, e i giovani film-makers. Due murales come locandine che omaggiano Ennio Morricone e Gian Maria Volontè. Benvenuti a Martis, dove il cinema è di casa, con la terza edizione di “CineMartist” che si apre oggi alle 18.30. Quattro giorni con i film, con chi li dirige e chi li conosce bene e li sa raccontare. Un cartellone denso curato dall'associazione Hypergamma e dal Nuovo Circolo del Cinema Ficc. Dopo l'inaugurazione alla presenza di Giovanna Gravina Volontè, il primo incontro in piazza Regina Elena che ospiterà tutti gli eventi del festival: Antioco Floris, docente all'Università di Cagliari, parlerà del cinema di Vittorio De Seta a partire dal suo libro dedicato a “Banditi a Orgosolo”. Alle 21.15, il regista Mario Piredda presenterà il lungometraggio “L'agnello”. Domani Alessandro Cadoni col suo saggio “Il segno della contaminazione” approfondirà lo stile di Pier Paolo Pasolini. A seguire lo scambio con “Across Asia Film Festival”, con la direttrice artistica Maria Paola Zedda; “Premio Centottanta”, con Valentina Spanu e Alessandra Tocco; “La valigia dell'attore”, con l'ideatrice Giovanna Gravina Volonté. Sabato Luca Martello racconterà i Marx Brothers con la monografia “Groucho e i suoi fratelli”, la sera Paolo Zucca presenta “L'uomo che comprò la luna”. Col regista, l'attore Benito Urgu.
Domenica finale con le proiezioni in piazza, alle 21.15, aperte dal cortometraggio di Giovanni Loriga “Un dono?”. Con l'autore Bianca Maria Lay. A seguire, in anteprima assoluta, “L'orso polare” diretto da Sergio Scavio e realizzato con gli allievi di un corso di produzione cinematografica tenuto a Sassari. Interpreti Sara Arango Ochoa e Alessandro Gazale. A chiudere, i corti dei giovani film-makers della residenza artistica nell'Anglona.
Giampiero Marras

 


7 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 27 agosto 2020 / PRIMO PIANO - Pagina 5
Allarme università per il controesodo dei “fuorisede”
Timore e incertezza: sono le due parole chiave che agitano il mondo dell'istruzione, causa Covid. Gli universitari non fanno eccezione, in particolare i fuori sede. Non solo parecchi ragazzi rinunciano a immatricolarsi lontano dalla propria città. Ma tanti altri impostano il navigatore in direzione opposta, verso casa. Secondo una ricerca del portale Skuola.net - che ha coinvolto circa 2.000 studenti che durante lo scorso anno accademico erano fuori sede - quasi 1 su 5 abbandonerà la città che l'ha ospitato (lo scorso anno erano in totale 340.000). Con alcune differenze: circa 2 su 3 effettivamente si iscriveranno in una sede universitaria più a portata di mano, gli altri continueranno a essere formalmente iscritti nello stesso ateneo, pur proseguendo a distanza. Le difficoltà economiche in cui versa la famiglia in seguito al lockdown, che impediscono di garantire al figlio vitto e alloggio fuori da casa, la spinta maggiore per tornare: la mette in cima alla lista il 45% di quelli che si sposteranno definitivamente e il 32% di quelli che, almeno per il momento, continueranno a essere fuori sede solo sulla carta. Anche le difficoltà negli spostamenti che le misure di contenimento del virus hanno generato, però, sono temute da molti: la paura di rimanere bloccato distante dai propri cari per troppo tempo, specie se dovessero esserci nuove chiusure, è stata la molla decisiva per circa 1 su 10. Interessante notare che la campagna di incentivi messa in campo da alcuni atenei per attrarre nuovi iscritti dai territori circostanti non ha avuto un impatto così significativo: solo il 3% è stato «riportato a casa».

 

 

 

1 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 26 agosto 2020 / PRIMA
Il commento
TUTTI CONTRO TUTTI

di Aldo Berlinguer
Continua il duello tra Stato e Regioni, ormai su tutto. Lazio e Sardegna litigano sui rientri dalle vacanze, con addebiti di Zingaretti alle politiche sanitarie isolane. Persevera il conflitto tra la Sicilia e il Viminale, con (prima) le sfuriate del sindaco di Messina, sugli arrivi dallo Stretto e (ora) del governatore Musumeci, che ha ordinato la chiusura degli hotspot.
Non parliamo poi delle varie ordinanze sui rientri dall'estero (Spagna, Malta, Croazia ecc.). Per il ministro della Salute, basta fare un tampone precauzionale, per il governatore della Campania serve una quarantena di 14 giorni, per quello del Molise un tampone non basta: ne servono due, a distanza di dieci giorni. Nel frattempo, isolamento fiduciario.
Insomma, l'emergenza sanitaria, che il Governo aveva pensato di gestire in maniera omogenea sul territorio nazionale, riesplode nuovamente con tutte le sue contraddizioni e con un andamento che tutto è meno che omogeneo: i focolai prevalentemente al nord, i contagi ora scesi al centro-sud, causa vacanze, e così ulteriori, particolari situazioni, come quella degli hotspot siciliani.
In tutte le diverse situazioni citate qual è il tratto comune? Sicuramente un assetto di competenze, tra Stato e Regioni, che fa acqua da tutte le parti, specie dinanzi a questioni urgenti che mettono in serio pericolo la vita dei cittadini e non possono certo attendere i tempi della giustizia, quali che siano. (...) segue a pagina 12

ITALIA - Pagina 12   segue dalla prima
SIAMO AL TUTTI CONTRO TUTTI
(...) In questo, mi pare evidente che la riforma del 2001 che ha ricompreso nella legislazione concorrente “la tutela della salute”, al posto della previgente “assistenza sanitaria e ospedaliera”, sia stata un sostanziale fallimento, avendo generato uno dei più lunghi e incerti contenzioni costituzionali della storia repubblicana, ben lungi dall'essere terminato.
I successivi ritocchi normativi non hanno migliorato il quadro. Quando infatti le competenze diventano incerte (specie se la finanza pubblica scarseggia) non cresce la leale collaborazione tra i livelli istituzionali. Crescono inerzia, scaricabarile e accuse reciproche.
Comune è anche l'immaturità della classe politica (nihil novi) che preferisce il protagonismo e la retorica alla soluzione dei problemi concreti, incurante dei disagi che il bailamme normativo genera per famiglie e imprese. Immaginatevi chi, di ritorno da un soggiorno estero (non esistono solo i ragazzini che si ammassano in discoteca), si trova a dover assumere un avvocato solo per capire a quali adempimenti deve sottoporsi.
Via, dunque, al valzer della retorica, alle esibizioni muscolari: si allunga la lista dei paesi sospetti, senza distinzioni di sorta. Si chiudono, tout court, i centri di accoglienza, mandando i migranti in altra regione (che emanerà, a sua volta, un'ordinanza di trasferimento) o di nuovo in mezzo al mare (a chi, questa volta, la patente di sequestratore?). Si cancellerà, a breve, pure la rappresentanza parlamentare, anch'essa ormai percepita come un problema, un ramo secco da potare. Sull'altare del populismo urlante, le istituzioni divengono balconi per comizi plebiscitari, i ruoli pubblici trampolini per aspiranti al posto fisso, il web la piazza urlante. Tutti contro tutti, vince chi grida di più o chi solletica meglio la pancia di odiatori e complottisti: la terra piatta, le scie chimiche, il signoraggio bancario.
Ha fatto bene, Gustavo Zagrebelsky, a evocare, dinanzi al referendum del 20 settembre, l'asino di Buridano che, te-ntato da acqua e fieno, non riesce a scegliere e muore di stenti. Quell'asino siamo tutti noi. È il Paese intero che, preso tra più fuochi, resta sbigottito, frastornato, paralizzato. Il frastuono rende tutti i suoni simili ed egualmente respingenti. Prevale dunque l'indifferenza, l'indecisione. Gli eventi si susseguono. La storia va avanti. E noi stiamo a guardare.
ALDO BERLINGUER

 

2 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 26 agosto 2020 / CAGLIARI - Pagina 18
Medicina
ERA COVID, IN AUMENTO GLI INFARTI

Intuito e professionalità alla base dello studio condotto in pieno lockdown dai ricercatori della facoltà di Medicina. I gruppi guidati da Luca Saba e Gavino Faa hanno approfondito un aspetto legato all'aumento degli infarti e delle trombosi nelle aree in cui il Covid ha mostrato un'aggressività feroce. La scintilla è scattata rapidamente. Un lavoro che ha avuto le attenzioni della comunità scientifica internazionale. La ricerca apre scenari di forte interesse. «Entrambe le patologie sono causate dall'aterosclerosi, a livello delle arterie coronarie, l'infarto del miocardio, e delle arterie carotidi, ovvero lesioni trombo-emboliche del cervello», spiega il professor Faa. «L'ipotesi sostenuta è che il Sars-Cov-2 possa causare l'infiammazione delle placche aterosclerotiche, trasformando una placca stabile in una vulnerabile. Un'ipotesi originale in quanto collega un'infezione virale a una malattia cronica degenerativa, prima causa di morte nella razza umana», conclude Luca Saba.

 

3 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 26 agosto 2020 / AGENDA - Pagina 19
Post laurea
Scade il 10 settembre il termine per la selezione dell’Università per il percorso di alta formazione post lauream per archeologi. Diciotto i posti messi a concorso. Le informazioni sul sito dell’ateneo.

 

 

 


4 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 26 agosto 2020 / BUSSOLA - Pagina 12
Ma in Italia solo 1 su 4 si laurea in queste discipline
TROVARE UN POSTO SARÀ PIÙ FACILE SE STUDIATE "STEM"

di Angelica Marcianò, tecnico del marketing Associazione Big Five
«Un tempo si diceva che l' inglese sarebbe stata la lingua in grado di far diventare cittadini del mondo. Alle nuove generazioni bisogna dire che la matematica è la lingua che farà diventare cittadini del futuro...»: lo ha dichiarato di recente la ministra per le Pari Opportunità e per la Famiglia, Elena Bonetti. Matematica e Futuro... sì ma come? Attraverso una nuova lingua: la lingua Stem. Stem è un acronimo inglese che riporta le iniziali di: scienza, tecnologia, ingegneria e matematica, un quadrivio di discipline che sono sempre più importanti per lo sviluppo delle società e, di conseguenza, molto spendibili sul mercato del lavoro. Il movimento per le Stem nell'istruzione è stato spinto dai cambiamenti dell'economia globale e le sue relative crisi degli ultimi decenni ( con particolare attenzione alla recente post Covid) ma anche dalla necessità di nuove professioni che verranno richieste in futuro. Per questo Stati Uniti, Europa, altri paesi dell'area anglofona e le economie asiatiche sono già intervenute nel sistema scolastico, apportando un miglioramento dell'istruzione nelle discipline Stem proponendole come fattore di sviluppo economico in grado di preparare gli studenti ad affrontare le esigenze del mercato del lavoro presente e futuro, creando delle connessioni tra la formazione nelle discipline Stem e le opportunità occupazionali ad esse attinenti. In Italia i laureati di scienza, tecnologia, ingegneria e matematica del 2019 rappresentano appena il 24,6 per cento (25-34enni), nonostante la forte ricerca di questi profili professionali, il che diventa assurdo, se si considera che, nel 2019, il tasso di occupazione della popolazione laureata raggiunge il livello più alto proprio per l'area medico-sanitaria e farmaceutica (86,8 per cento) e per le lauree Stem (83,6%).Ma, nel dettaglio, quali sono le lauree Stem? Secondo il ministero, sono considerate lauree Stem (di primo e secondo livello):- tutte le classi di laurea dei gruppi architettura e ingegneria ad eccezione delle classi di laurea di primo livello in disegno industriale e di secondo livello in design;- le classi di laurea del gruppo chimico-farmaceutico, ad eccezione delle lauree magistrali a ciclo unico in farmacia e farmacia industriale;- le classi di laurea di primo livello in statistica e di secondo livello in scienze statistiche attuariali e finanziarie e scienze statistiche all'interno del gruppo economico-statistico;- le classi di laurea del gruppo geo-biologico, ad eccezione della classe di secondo livello in biotecnologie agrarie;- le classi di laurea del gruppo scientifico ad eccezione di Metodologie informatiche per le discipline umanistiche (secondo livello);- la classe di laurea di secondo livello in nutrizione umana del gruppo medico;- la classe di laurea di secondo livello in tecniche e metodi per la società;- le classi di laurea di primo livello in diagnostica per la conservazione dei beni culturali e di secondo livello in conservazione dei beni architettonici e ambientali. Se si considera che entro cinque anni dal conseguimento del titolo, il tasso di occupazione dei laureati Stem è complessivamente pari all'89,3 per cento, diventa sicuramente più incoraggiante intraprendere tale percorso. Ma, ancora una volta, si evidenzia una disparità di genere, infatti, tra i laureati Stem è più elevata la componente maschile che raggiunge solo nel 2019 il 37,3 per cento, contro il 16,2% delle donne; anche se bisogna ammettere che la resa femminile è decisamente più brillante grazie ai voti di laurea più alti.


5 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 26 agosto 2020 / BUSSOLA - Pagina 12
PROGRAMMA BEST
Sette borse di studio in Usa per ragazzi sardi under 35

C'è meno di una settimana di tempo per candidarsi alle sette borse di studio per i ragazzi sardi finanziate dalla Regione tramite l'Aspal. È il programma Best, una grande opportunità perché i vincitori vivranno un'esperienza unica: corsi e tirocini negli Stati Uniti, sei mesi di studi intensivi nel settore scientifico e tecnologico. Il programma è promosso da Invitalia e dal Best Steering Committee in collaborazione con la Commissione Fulbright. Si rivolge a cittadini under 35, laureati o frequentanti un dottorato di ricerca e fortemente motivati a realizzare il proprio progetto. La scadenza per le domande è fissata al primo settembre. La domanda è scaricabile dal sito www.fulbright.it/programma-best

 

 

 

 

1 - L’UNIONE SARDA di martedì 25 agosto 2020 / PRIMA
Il commento
LA SFERZATA DI DRAGHI

di Benianimo Moro
L 'intervento di Mario Draghi al recente meeting di Rimini di Comunione e Liberazione è stato centrato sugli effetti perversi per il Paese della crisi economica in atto e ha suscitato non poco scalpore nei resoconti della stampa e nell'opinione pubblica sempre attenta alle prese di posizione dell'ex presidente della Bce.
Draghi non parla mai a caso, ma va dritto al cuore dei problemi, focalizzandone le possibili soluzioni: è un uomo operativo che non si perde in aspetti secondari, ma ne individua gli aspetti essenziali nella loro disarmante semplicità. È passata alla storia la sua frase lapidaria del luglio 2012, pronunciata in un meeting londinese nel pieno della crisi economica dei debiti sovrani, quel “whatever it takes” (faremo tutto il possibile, costi quel che costi) con cui ha invertito in senso positivo l'andamento traballante dei mercati finanziari. A Rimini, il cuore del discorso di Draghi è consistito in un richiamo a non fare pagare ai giovani il prezzo della pandemia. A tal fine, sempre in forma lapidaria, l'ex presidente della Bce ha fatto due osservazioni: con la prima ha invitato i politici italiani a mettere fine alla politica dei sussidi, mentre con la seconda ha suggerito loro di privilegiare il “debito buono” (quello per investimenti su formazione e infrastrutture) rispetto a “quello cattivo” (la spesa corrente elargita senza una chiara visione del futuro, ma solo per creare consenso). (...) segue a pagina 14

ECONOMIA - Pagina 14   segue dalla prima
LA SFERZATA DI MARIO DRAGHI
(...) Draghi non critica il Governo per il modo con cui ha affrontato l'emergenza della pandemia, anzi sostiene al riguardo che «i governi sono intervenuti con misure straordinarie a sostegno dell'occupazione e del reddito. Al di là delle singole agende nazionali, la direzione della risposta è stata corretta». Semmai, «il problema è che i sussidi finiranno e resterà una mancanza di qualificazione professionale che potrà sacrificare la libertà di scelta dei giovani e il loro reddito futuri». Perciò «è urgente un massiccio investimento di intelligenza e risorse finanziarie sull'istruzione e sui giovani».
Ma «c'è anche una ragione morale» che deve spingere a tenere i giovani al centro delle politiche: «Il debito creato è senza precedenti e dovrà essere ripagato da loro. Bisogna dare loro gli strumenti per farlo per vivere in una società migliore della nostra». Perciò, egli assoggetta esplicitamente l'analisi economica a un primato dell'etica. «Non voglio fare oggi una lezione di politica economica ma darvi un messaggio più di natura etica per affrontare insieme le sfide che ci pone la ricostruzione e insieme affermare i valori e gli obiettivi su cui vogliamo costruire la nostra società, le nostre economie in Italia e in Europa».
Il plauso generale che le forze politiche hanno riservato a caldo al discorso di Draghi, il quale è stato ben attento a non entrare sulle scelte specifiche da fare in Italia, ha lasciato il posto, nei giorni successivi, a considerazioni più articolate. Che non si possa andare avanti indefinitamente con la politica dei sussidi suona come un avvertimento all'intera classe politica, ma suona anche come un monito per il Governo. Occorre passare al più presto alla fase della progettazione degli interventi da finanziare col Recovery Fund europeo, per dimostrare che il nuovo debito che ci accingiamo a fare, e che porterà a breve il rapporto debito/Pil oltre il 160%, sia “debito buono” fatto per finanziare nuovi progetti d'investimento. Draghi non lo ha detto esplicitamente, ma su questa scommessa si giocherà la sorte non solo del Governo ma forse anche della classe politica italiana, di sinistra e di destra.
BENIAMINO MORO
DOCENTE DI ECONOMIA POLITICA UNIVERSITÀ DI CAGLIARI

 

2 - L’UNIONE SARDA di martedì 25 agosto 2020 / PRIMO PIANO - Pagina 6
Parla Germano Orrù, responsabile del reparto di Biologia molecolare dell’Aou di Cagliari
«ORA PREOCCUPA L'AUTUNNO, QUANDO VEDREMO GLI EFFETTI DEI CASI DI QUESTI GIORNI»

Discutere e polemizzare sul perché abbiamo avuto tutti questi positivi ora non serve, è già tardi. Dobbiamo invece spegnere i focolai, pensare ai malati di settembre/ottobre, se abbiamo le strutture necessarie, che misure di contenimento prendere. Dobbiamo guardare avanti e essere più veloci del virus
«Siamo di nuovo in una fase di massima allerta. Discutere su chi e dove si è sbagliato non serve, è tardi. Dobbiamo circoscrivere i focolai e attrezzarci per reggere quello che succederà tra settembre e ottobre, quando avremo gli effetti reali delle attuali positività, i casi clinici».
Germano Orrù, cagliaritano, 58 anni, responsabile di Biologia molecolare dell'Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari al San Giovanni di Dio, è lo scienziato che con la sua équipe ha creato il primo sistema diagnostico in Italia per rilevare il coronavirus; analizza ogni giorno centinaia di tamponi e interpreta i numeri; porta avanti progetti importanti per il contenimento dell'epidemia.
Professore, la salita della curva dei contagi è preoccupante.
«Sono tornati i contagi perché abbiamo aperto la Sardegna. Se aumenta la popolazione, e tra questi ci sono degli infetti, anche asintomatici ma con elevata carica virale, è ovvio che aumentano i casi. Purtroppo ancora non ci siamo abituati alla velocità con cui il Covid ci travolge. Adesso stare a discutere e polemizzare non serve, dobbiamo agire guardando al prossimo futuro».
Cioè?
«Quello che mi preoccupa non è tanto il numero dei contagiati che ci sono nell'Isola, ma il destino dei positivi nei mesi a venire».
Cosa potrebbe accadere?
«Dove c'è stata una fase di contagio nei mesi caldi, come in Sud America, quando le temperature si sono abbassate sono emersi i malati. Il Covid è stagionale, come l'influenza. Chi ha l'influenza lo vediamo in autunno, ma i positivi ci sono già. Ci dobbiamo preparare».
Il fatto che la maggior parte dei nuovi casi riguardino giovani cosa significa?
«Significa che il ragazzo che rientra dalla Spagna e va a salutare la nonna è un problema. Magari non svilupperà la malattia, ma entrambi saranno sottoposti a uno stress immunitario appena caleranno le temperature, come è successo in Brasile, in Uruguay, in Paraguay. Spero che non accada, che siano dinamiche casuali, ma dobbiamo essere pronti ad affrontare un'esplosione di casi clinici. Con il collega Mauro Carta abbiamo pubblicato uno studio: con temperature sotto i venti gradi è probabile un incremento dei ricoverati».
La Sardegna oggi è messa peggio di altre regioni?
«No, e sono totalmente in disaccordo con quello che stanno scrivendo le testate nazionali. I numeri delle regioni del nord sono di gran lunga più preoccupanti. Noi eravamo a zero casi, poi abbiamo avuto un boom di turisti e ora stiamo arginando questo boom. È arrivato tutto da fuori. La sfida è individuare i focolai, gestirli e spegnerli, è l'attività in cui siamo impegnati giorno e notte».
Cosa intende esattamente per focolaio?
«Più di cinque persone infette in una comunità».
Ce ne sono molti?
«C'è un'attenzione particolare verso alcuni territori, ce ne sono nel Sulcis, in Trexenta, nel Sud Sardegna, e in Gallura».
Com'è la situazione a Carloforte?
«Sotto controllo, ma ci vuole tempo per tornare Covid free. L'abbiamo vissuto in inverno, abbiamo avuto infetti che hanno mantenuto la positività, anche con caratteristiche diverse, per tre mesi. Il coronavirus è molto veloce nell'aggredire le zone pulite ma è molto lento a scomparire. Per questo dobbiamo essere bravi e veloci nelle nostre azioni».
Come si deve procedere?
«Cosa abbiamo imparato? Che i punti più caldi sono ospedali e Rsa, dunque devono scattare subito provvedimenti ad hoc, anzi, dovevano scattare una settimana fa. È necessario chiudere alle visite esterne».
E negli ospedali?
«Dobbiamo monitorare tutto il personale che sta rientrando dalle ferie. C'è un incremento dei controlli».
Tutti devono tenere alta la guardia.
«Non facciamoci prendere dal panico, ma dobbiamo essere categorici sull'uso delle mascherine, dobbiamo stigmatizzare chi non le usa, allontanarlo, isolarlo, obbligare i nostri figli a usarle, non far entrare in ufficio il collega che non ce l'ha».
Insomma, ognuno di noi ha precise responsabilità.
«Certo, noi stiamo facendo di tutto per individuare i focolai, c'è un esercito che opera 24 ore su 24 per questo. È come se ci fossero tanti piccoli incendi vicino a un bosco, più riusciamo a spegnerne meno rischiamo che il bosco prenda fuoco. Noi facciamo la nostra parte, ma il singolo cittadino deve diventare "talebano" sull'uso delle mascherine. Così si bloccano i focolai e non si raggiunge una massa critica di casi che porta a situazioni gravi come quella di Bergamo a febbraio/marzo».
State facendo più tamponi.
«Sì, dai 700 al giorno in su. Domani (oggi, ndr.) dobbiamo farne, solo nel nostro laboratorio, 1.500. Dobbiamo screenare Carloforte, alcune comunità di migranti, e quelli degli aeroporti. Per ora la maggior parte dei nuovi casi sono collegati ai viaggi e al turismo. Noi operiamo in tandem con il laboratorio di Monserrato (loro estraggono l'Rna e noi lo analizziamo) e in sintonia con le strutture del nord Sardegna, con cui ci dividiamo i carichi. L'altro giorno ci siamo occupati di un noto locale della Costa Smeralda, e abbiamo trovato decine di positivi».
E sul fronte della ricerca?
«Con le università di Sassari e di Nuoro stiamo sequenziando il virus, per vedere se ci sono genotipi più virulenti oltre a quello standard. Inoltre, e di questo sono particolarmente orgoglioso, stiamo facendo una sperimentazione finanziata interamente dai pastori sardi: a gennaio si sono quotati - con i ricavi della vendita di 100 litri di latte ciascuno - e ci hanno consegnato i soldi per studiare se la lana di pecora può contenere il virus, cioè, ad esempio, se è utile metterla nei filtri degli impianti di aereazione. I pastori hanno risposto subito all'emergenza, si sono impegnati e sacrificati, altro che Briatore e i suoi amici vip».
La sua squadra ha realizzato il primo sistema diagnostico in Italia per rilevare il virus.
«I primi di gennaio una collega microbiologa sud coreana mi ha avvertito che in Cina stava girando una nuova infezione virale. Ho cominciato a tenere sott'occhio le banche dati dove tutti depositiamo i risultati dei nostri lavori, e un giorno, il 10 gennaio, è comparsa una sequenza di Wuhan, poi cancellata dopo poco a causa delle censura del governo di Pechino. Io ero riuscito a scaricarla, ho capito che era la setssa di cui mi aveva parlato la collega, e su quello ho fatto subito il sistema per rilevare il coronavirus. Quando abbiamo avuto il caso di Carlo Tivinio, abbiamo capito subito che il Covid era arrivato in Sardegna.
Abbiamo ribattezzato questo sistema "Caterina", un nome di donna per allentare la preoccupazione che c'era in quei giorni, la stessa che abbiamo di nuovo adesso».
Cristina Cossu

 

3 - L’UNIONE SARDA di martedì 25 agosto 2020 / LAVORO - Pagina 16
CAGLIARI
Opportunità per 27 ricercatori in varie discipline all'Università: contratti triennali

Tempo di assunzioni nel mondo della ricerca accademica sarda. L'Università di Cagliari ha bandito le procedure di selezione per la copertura di ventisette posti di ricercatore. Tutti i contratti saranno a tempo pieno e determinato (tre anni) non rinnovabili.
I posti sono così distribuiti nei seguenti Dipartimenti: due per scienze economiche ed aziendali; due per fisica; uno per giurisprudenza; due per ingegneria civile, ambientale e architettura; due per ingegneria elettrica ed elettronica; uno per ingegneria meccanica, chimica e dei materiali; tre per lettere, lingue e beni culturali; uno per matematica e informatica; uno per pedagogia, psicologia e filosofia; due per scienze biomediche; due per scienze chimiche e geologiche; due per scienze chirurgiche; due per scienze della vita e dell'ambiente; tre per scienze mediche e sanità pubblica; uno per scienze politiche e sociali.
Le domande per le selezioni dovranno pervenire via Posta elettronica certificata entro giovedì 17 settembre.
I bandi sono stati pubblicati nel sito web istituzionale dell'Ateneo http://dirpersonale.unica.it/concorsi. Gli avvisi sono consultabili nella Gazzetta ufficiale 64 di venerdì 18 agosto. (g. dep.)

 

4 - L’UNIONE SARDA di martedì 25 agosto 2020 / AGENDA - Pagina 20
Post laurea
Scade il 10 settembre il termine per partecipare alla selezione dell’Università per il percorso biennale di alta formazione post lauream dedicato alle archeologhe e agli archeologi. Diciotto i posti messi a concorso per i quattro curricula professionalizzanti, relativi ai settori scientifico disciplinari legati al patrimonio archeologico. Tutte le informazioni sul sito dell’ateneo.

 

 


5 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 25 agosto 2020 / SASSARI - Pagina 15

 

Via alla gara di progettazione per rimettere a nuovo la sede della Sironi e il Mas.Edu in corso Pascoli

QUATTRO MILIONI PER L'ACCADEMIA

di Giovanni Bua
SASSARI Un concorso di progettazione bandito dalla Provincia per il restauro, la ristrutturazione e la riqualificazione degli edifici in concessione all'Accademia di Belle Arti Sironi: il complesso in via Duca degli Abruzzi che ospita la sede centrale, e il museo di Arte contemporanea Mas.Edu in corso Pascoli, sede del Centro risorse e innovazioni per i mestieri d'arte, gestito sempre dall'Accademia. Un intervento da oltre 4 milioni, finanziato dalla Regione.Il concorso di progettazione è aperto agli architetti e ingegneri, ma è previsto che si crei un gruppo di lavoro che comprenda (anche come consulenti) restauratori, agronomi, espertiin building information modeling. Chi vincerà infatti, oltre ad aggiudicarsi 50mila euro di premio (per il secondo classificato è previsto un rimborso spese di 14mila, per il terzo di 7mila) riceverà dal settore Appalti e Contratti della Provincia, attraverso procedura negoziata, l'incarico per la redazione della progettazione definitiva ed esecutiva, di coordinamento della sicurezza in fase di progettazione, la direzione lavori e il coordinamento della sicurezza in fase di esecuzione. La Provincia inoltre, con il pagamento dei premi, acquisterà la proprietà dei primi cinque progetti classificati, potrà utilizzarne parti per la realizzazione del progetto definitivo, o esporli in mostre organizzate. E si riserva chiaramente la facoltà di procedere o meno all'intervento. A decidere il miglior lavorono contribuiranno principalmente alcuni criteri. Prima di tutto la qualità della soluzione architettonica proposta, la razionalità e semplicità di utilizzo degli spazi (e il loro essere facilmente rimodulabili), la chiara identificazione delle funzioni e dei percorsi interni ed esterni, l'accessibilità e fruibilità da parte di persone con disabilità ma anche l'insieme delle linee architettoniche e delle strutture ornamentali che connotano l'edificio e che gli imprimono una propria fisionomia e pregio estetico, e chiaramente il rispetto al sito ed all'ambiente circostante. Si guarderà poi alla dotazione tecnologica e l'integrazione architettonica ed impiantistica, stando attenti a comfort termico, acustico e luminoso. E alla qualità ambientale dell'edificio, che dovrà essere del massimo livello di qualificazione energetica. Ma dovrà anche ricercare soluzioni che incentivino l'utilizzo sostenibile dell'edificio: ad esempio disegno dell'area di parcheggio delle biciclette con prese di aria compressa per il gonfiaggio dei pneumatici e punti per la ricarica di biciclette elettriche, o punti di raccolta dei rifiuti con separazione differenziata integrati nelle sistemazioni esterne in prossimità dell'edificio o dell'area verde. Si guarderà poi alle innovazioni tecniche e tecnologiche proposte e chiaramente alla sostenibilità economica sia dell'intervento che della gestione. L'accademia di Belle Arti "Mario Sironi" è istituto di alta cultura per la formazione delle arti visive. Fondata nel 1989 è la più giovane tra le venti Accademie nazionali. La sua sede centrale in via Duca degli Abruzzi è formata da un complesso di edifici di pregio storico e culturale, collegati da un "sistema" di giardini storici: il giardino formale dei pini, quello dei cipressi, il giardino informale e la limonaia (in realtà un agrumeto). Una delle idee guida per il suo recupero e valorizzazione è quella di creare una struttura polifuzionale moderna, che si integri con gli edifici storici e li colleghi tra loro. E che si possa potenzialmente allargare al vicino complesso dell'exMa che potrebbe essere data in concessione dal Comune proprio all'Accademia. Più leggeri invece gli interventi previsti dell'ex saponificio di via Pascoli, già oggetto di importanti investimenti da parte della Provincia.

 


6 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 25 agosto 2020 / LETTERE E COMMENTI - Pagina 40

Intervento
L'ACCADEMIA E I CONSERVATORI SONO UNIVERSITÀ

di Antonio Bisaccia, direttore dell'Accademia di Belle Arti"Mario Sironi" di Sassari
L'8 luglio del 1996, sotto l'egida del Presidente Federico Palomba, fu varata la legge regionale n. 26. La Regione, grazie a questa norma, interviene in sostegno delle istituzioni di Alta Formazione di livello universitario. Il 21 dicembre del 1999 venne varata la legge nazionale n. 508. Si trattava della riforma riguardante le Accademie di belle arti e i Conservatori di musica. Essa qualifica le istituzioni anzidette quali «istituti di alta cultura cui l'art. 33 della costituzione riconosce il diritto di darsi ordinamenti autonomi». In pratica entrano nell'alveo della formazione di livello universitario, con tutto quello che ne consegue ad ogni livello. Dal 1999, però, nessun governo regionale ha pensato che fosse necessario inserire l'Afam nella legge n. 26 del 1996. Esse sono rimaste in una sorta di limbo. L'Afam sardo (due Conservatori e un'Accademia) è dentro una bolla ultraventennale di disparità di trattamento. Con la legge n. 508, infatti, le istituzioni Afam hanno cessato d'essere promanazione dello Stato con meri compiti d'istruzione, e da questo dipendenti, per divenire espressione delle singole comunità territoriali artistiche e scientifiche, cui è riconosciuto il potere di autodeterminarsi allo scopo di realizzare le proprie finalità di promozione dell'arte nelle varie articolazioni: dall'istruzione alla ricerca, fino alla terza missione. Nel panorama nazionale, gli istituti dell'Afam sono divenuti enti universitari tout-court. Per analogia con quanto avviene per le due Università sarde, la strada per superare questo ritardo ciclopico è mettere a sistema l'Afam sardo all'interno del "fondo globale" relativo agli "interventi regionali per l'Università", ai sensi della Legge Regionale n. 26 del 1996. Del resto, lo stesso governo regionale nel 2016, allorché varò un primo timido riconoscimento, aveva dichiarato che s'interveniva nelle more di una revisione della legge citata. Si è trattato, dunque, di un primo passo. E lì si è fermato. Siamo ancora "nelle more" di una modifica normativa che non avviene mai. È successo che alcuni consiglieri regionali e qualche assessore, in passato, abbiano manifestato - flebilmente - l'intenzione di porre fine a questa sperequazione, ma senza lasciare mai la comfort zone della retorica, sciorinando le classiche metafore sull'Afam della Sardegna: "fiore all'occhiello", "motore culturale", "eccellenza"... Come ho detto in più occasioni, non possono esistere in Sardegna studenti di serie A (coloro che si iscrivono all'Università) e studenti di serie B (coloro che si iscrivono alle istituzioni Afam). Gli studenti di Accademie e Conservatori devono avere - soprattutto nel difficile e delicato del post-lockdown - le medesime opportunità di formazione e gli stessi servizi erogati agli studenti universitari. Auspichiamo che il governo regionale in carica voglia sciogliere questo nodo. Sarebbe un segnale di "civiltà" amministrativa che entrerebbe all'interno dell'enciclopedia - generalmente scarna - delle buone pratiche della politica. Se è vero che la formazione artistica, cosi come i patrimoni artistici, sono considerati un asset strategico per lo sviluppo culturale, è necessario uno scatto di orgoglio che consenta di scrivere, una volta per tutte, una pagina risolutiva con carattere di innovazione. La Sardegna è una delle poche regioni in cui la bellezza non è solo una categoria del giudizio, ma anche una potenziale e formidabile datrice di lavoro. E come dimostrano i dati del rapporto Symbola-Unioncamere (Io sono Cultura 2019. L'Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi), il ruolo della cultura - con la sua filiera produttiva - nell'economia di un territorio può modificare il bilancio di una regione. Le istituzioni Afam non possono più aspettare, così come non possono aspettare migliaia di studenti sardi e il loro futuro, migliaia di famiglie e le loro aspettative.


7 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 25 agosto 2020 / LETTERE E COMMENTI - Pagina 40

La parola ai lettori. Risponde Antonietta Mazzette
I CAMPUS HANNO POCO A CHE FARE CON L'ITALIA

Gentile professoressa Mazzette, in un articolo comparso nei giorni scorsi sulla Nuova Sardegna ho letto che lo scorso luglio l'Ersu (Ente Regionale per il Diritto allo Studio Universitario) ha presentato al Comune di Sassari l'istanza per ottenere l'autorizzazione a costruire il mini campus universitario di San Lorenzo, situato all'inizio della direttissima per Ittiri, di fronte all'Orto botanico e al Polo bionaturalistico universitario di Piandanna. Il progetto, da 20 milioni di euro, prevede diecimila metri quadri di residenze immersi nel verde per 280 studenti, oltre a un'area attrezzata con campi da gioco e per lo sport, spazi per il ritrovo e tempo libero, percorsi ciclo-pedonali, ecc. Le chiedo se oltre agli studenti fuori sede ne trarrà beneficio anche la città o non sarebbe stato meglio riqualificare il centro storico o altri edifici pubblici in disuso e predisporre lo studentato nel contesto urbano cittadino?   Costantino Corda, Sassari
* * *
L'ipotesi di costruire una sorta di campus universitario nella località di San Lorenzo mi lascia perplessa per una serie di ragioni, ma per brevità mi limito a indicarne tre. La prima riguarda l'idea stessa di campus - ovvero un corpo separato dal resto della città - che poco ha a che fare con la tradizione italiana, seppure dagli anni '70 del Novecento in poi qualche campus sia sorto, come quello di Rende-Arcavacata in Calabria che, com'è noto, ha contribuito a svuotare di presenze e di attività il bellissimo centro storico di Cosenza. La seconda ragione è legata, come Lei ricorda, al fatto che a Sassari vanno moltiplicandosi gli edifici in disuso e sarebbe stato un bel segnale di sensibilità ambientale che dei denari pubblici (cioè nostri) venissero utilizzati per riqualificare il patrimonio esistente, invece di consumare altro suolo. La terza ragione è connessa alla delicata fase di emergenza sanitaria in corso e al fatto che gli assembramenti che inevitabilmente si creano negli spazi ad uso collettivo sono un problema anche in prospettiva difficilmente gestibile per i rischi di contagio. Credo che questo progetto non sia recente, ma che sia rimasto nei cassetti dell'Ersu non si sa bene da quando, ma può essere riproposto senza prendere in considerazione i problemi connessi al Covid 19? Inoltre, in quale idea di città si colloca il progetto che si intende realizzare? Come troppo spesso avviene a Sassari, per interessi speculativi si aggiungono pezzi (ovvero cemento) come un puzzle demenziale.

 

 

1 - L’UNIONE SARDA di lunedì 24 agosto 2020 /  SALUTE - Pagina 16
Il direttore dell’unità di Otorinolaringoiatria del Policlinico “Casula”
Roberto Puxeddu, su una patologia estremamente diffusa nei mesi caldi
SE IL MAL D'ORECCHIE METTE A DURA PROVA LE NOSTRE VACANZE
L’otite esterna è facilitata dal contatto della cute dell’orecchio con l’acqua, che nel periodo estivo diventa pressoché quotidiano

Un tuffo in mare, qualche altro nella piscina dell'hotel in cui si sta magari trascorrendo le vacanza e un leggero fastidio a un orecchio comincia a farsi sentire. Di lì a poco il disturbo diventa dolore. Ferie alla malora? Bagni da dimenticare? A volte accade. Basta però conoscerli in anticipo i comportamenti da adottare per evitare di inciampare nelle otiti, nel “mal d'orecchio”, per intenderci, in quelle infiammazioni che non sono certo rare durante l'estate e che colpiscono indistintamente piccoli e grandi, uomini e donne di ogni età. «Durante i mesi estivi notiamo un incremento importante delle patologie flogistiche acute a carico dell'orecchio, in particolar modo sono diffuse le otiti esterne e le otiti medie barotraumatiche, soprattutto nei nuotatori e le ultime nei subacquei», spiega il professor Roberto Puxeddu, direttore della struttura complessa di Otorinolaringoiatria del Policlinico. «L'otite esterna rappresenta circa il 30-50 per cento delle infiammazioni ed è facilitata dal contatto della cute dell'orecchio esterno con l'acqua, che nel periodo estivo diventa pressoché quotidiano. Le infezioni a carico del condotto esterno sono facilitate da condizioni preesistenti quali l'accumulo di cerume, che per conformazione anatomica può occludere in parte o completamente il condotto, o per la presenza di dermatosi che a contatto con l'acqua possono favorire la macerazione della cute del condotto e lo sviluppo di batteri o funghi».
I COTTON FIOC
Anche i microtraumatismi indotti dall'uso dei cotton fioc rappresentano il momento di inizio di una otite esterna. «I microrganismi responsabili delle otiti esterne sono generalmente lo stafilococco aureo e la pseudomonas aeruginosa o, nel caso di micosi, la candida e l'aspergillo che se in condizioni di normale sviluppo non creano problemi, in condizioni di aumentato numero diventano problematici», precisa Puxeddu.
I sintomi sono caratteristici: dolore alla palpazione o alla trazione del padiglione auricolare e progressiva occlusione del condotto fino a un calo, anche importante, dell'udito. Il dolore può essere talmente intenso da impedire una corretta pulizia del condotto da parte dello specialista. Tutto risolvibile con un'adeguata terapia. Antinfiammatori per via orale - come ricorda il medico - e soluzioni antibiotiche e cortisoniche o antimicotiche a seconda della patogenesi per via locale. «Per scongiurare il ripetersi degli episodi è consigliabile l'uso di soluzioni disinfettanti auricolari spray, così da tenere pulito il condotto senza dover ricorrere all'uso errato dei cotton fioc che nella maggior parte dei casi peggiora il quadro. Nei casi complicati in cui l'infezione batterica interessi più estesamente il padiglione auricolare si dovrà ricorrere ad antibiotici».
ATTIVITÀ SUBACQUEE
«Le otiti barotraumatiche rappresentano una patologia più importante per quanto riguarda l'organo dell'udito, perché moderate variazioni pressorie improvvise anche a seguito di un tuffo in mare, possono determinare non solo la perforazione del timpano ma anche la sofferenza dell'orecchio interno», spiega Roberto Puxeddu. In questo caso la visita specialistica è consigliata entro le 48 ore. «L'otite barotraumatica in genere è favorita dalla disfunzione tubarica che impedisce una corretta compensazione delle pressioni tra l'esterno e l'orecchio medio», racconta l'otorino riferendosi alla patologia frequente nei sub. In caso di rinite o rinofaringite è sconsigliabile immergersi».
Andrea Piras

 

2 - L’UNIONE SARDA di lunedì 24 agosto 2020 / Speciale CULTURA - Pagina IV
Ma l'Atlante catalano tace il valore dei sardi
La Sardegna è solo un'isola? Franciscu Sedda, semiologo dell'Università di Cagliari, fa di questa domanda provocatoria il filo conduttore di una riflessione in cinque parti che invita a giocare con le nostre identificazioni. Oggi la quarta parte.

di Franciscu Sedda

In epoca antica la Sardegna aveva la nomea di essere la più grande isola del Mediterraneo. Più della Sicilia. Effetto della maggiore lunghezza delle nostre coste. Non solo. Dato che lo spazio conosciuto finiva col Mediterraneo, la Sardegna era nientemeno che l'isola più grande al mondo! Nel Novecento alcuni sardi fra i più influenti la considereranno invece piccola, periferica, uno zatterone disperso nel mare. Una prigione. E questo nonostante il mondo non fosse mai stato così connesso, la Sardegna non si fosse spostata da dov'era al tempo dei greci e fosse politicamente fusa col continente. Insomma, dirsi isola non basta nemmeno a capire se siamo piccoli o grandi. E soprattutto per chi e per cosa lo siamo.

SUI LIBRI DI SCUOLA

Inutile cercare scuse. Il mero dato geografico non ci salverà dal compito di definire il nostro valore. Il mio manuale di storia delle superiori, reputato fra i migliori, nelle sue migliaia di pagine non menzionava mai la Sardegna. Laddove proprio non poteva fare a meno di citarla era nelle mappe. La più indicativa era quella del medioevo dove la Sardegna giudicale era lasciata bianca. Luogo senza vita, storia e valore? O luogo la cui vita, storia e valore era incompatibile con quella che la scuola voleva raccontare? Quella mappa era sintomaticamente simile a quella dell'Atlante catalano del 1375. Una perla della cartografia. Fra luoghi segnati da stemmi la Sardegna risultava percorsa da turbini. Eppure nel 1355 il re catalano Pietro IV aveva celebrato a Cagliari un Parlamento in cui intimava ai sardi di riconoscerlo legittimo re di Sardegna (e Corsica) pena una conquista violenta. I sardi invece seguirono Mariani de Arbaré e liberarono quasi per intero l'isola. Nel 1375 l'unico modo di rappresentare una così imbarazzante situazione fu non rappresentare il nostro valore: hic sunt leones.

L'INVITO DI AZUNI

Nel 1798 Domenico Alberto Azuni, all'epoca fra i maggiori studiosi al mondo di diritto commerciale, da Parigi esortava il Parlamento sardo a ricordare la fortuna di essere «al centro del Mediterraneo, tra i due grandi continenti d'Africa e d'Europa», cosa che candidava la Sardegna «ad avere un rango distinto fra le Nazioni commercianti dell'Universo». Oggi che ci crediamo regione e snoccioliamo quotidianamente litanie di perifericità e paura del mondo, chi condividerebbe pensieri così intraprendenti, così patriottici e cosmopoliti al contempo?

INDIFFERENZA VERSO I CORSI

Torniamo all'Atlante medievale. Sardegna e Corsica, tratteggiate in modo uguale, sembrano fare arcipelago. In realtà per vedere sardi e corsi collaborare formalmente e provare a scrivere insieme una nuova storia bisognerà aspettare nientemeno che il 2016 quando prenderà vita la Consulta Sardo-Corsa e i due governi porteranno avanti, coinvolgendo anche le Baleari, una battaglia per i propri diritti in Europa. Non è strano questo lungo, reciproco ignorarsi di due isole per cui non c'è mai stata terra fisicamente più vicina? La risposta è che non si fa arcipelago se si è distanti nelle mappe dell'immaginario. E in quelle le due sono state a lungo reciprocamente sbiadite, come nelle cartine del meteo, o inesistenti, come accade nella rappresentazione del territorio dei due stati, l'Italia e la Francia, sui più svariati oggetti. Persino le mappe, sulla carta e in testa, fanno più che la pura fisicità quando si tratta di stabilire dimensioni, valori, posizioni, relazioni.

 

 


3 - LA NUOVA SARDEGNA di lunedì 24 agosto 2020 / SASSARI - Pagina 13

 

Il lavoro di Marta Pileri, studentessa di Architettura. Presentazione il 28 a Nulvi

I CANDELIERI SARDI IN UNA TESI DI LAUREA

SASSARI Il chiostro dell'ex convento di Santa Tecla ospiterà venerdì 28 agosto la presentazione della tesi di laurea di Marta Pileri, neo architetta laureatasi nel Dipartimento di Architettura, Design e Urbanistica di Alghero con una tesi imperniata sulle macchine devozionali a spalla della Sardegna. Marta ha vissuto a Nulvi parte della sua infanzia poi si è trasferita a Sassari con la sua famiglia ma la spettacolare uscita annuale dei tre grandi ceri nulvesi le è rimasta nel cuore. Il lavoro della giovane architetta affronta la tematica - oltre ai Candelieri di Nulvi - anche dei grandi ceri di Sassari, Iglesias e Ploaghe. E sceglie il disegno geometrico come punto di partenza per realizzare un percorso di ricerca ampio ed approfondito, finalizzato a costruire supporti grafici di comunicazione al pubblico utilizzando la tecnica del visual journalism, in cui le immagini sono protagoniste del sapere. Dopo il rilievo è stata effettuata un'analisi grafica utile alla creazione di dispositivi di divulgazione come l'allestimento museale o la condivisione tramite social network. L'architetto si conferma quindi come un visualizzatore per eccellenza in quanto utilizza le sue capacità per rendere visibile ciò che in realtà visibile non è, come, in questo caso, il patrimonio culturale intangibile dei riti e delle tradizioni. Il lavoro di Marta Pileri è stato presentato di recente anche ad Iglesias su iniziativa dell'associazione dei Candelieri di Iglesias che, insieme al Comune, ha voluto finanziarne la pubblicazione. «Ho scelto questo meraviglioso argomento perché, sin da quando ne ho memoria, ho partecipato a Sa Essida de Sos Candhaleris di Nulvi, un rito che da sempre mi affascina e mi emoziona - spiega Marta - ci ho lavorato tanto e ho ricevuto tantissimo supporto durante l'epidemia del Covid-19 e vorrei ringraziare il mio relatore, il professor Enrico Cicalò, per aver riposto tanta fiducia nei miei confronti e tutti i meravigliosi nulvesi, sassaresi, iglesienti e ploaghesi per la loro solidarietà e il loro aiuto concreto». L'evento, voluto dal Comune di Nulvi e dall'assessora alla Cultura Elvira Decortes si terrà a partire dalle 21.
Mauro Tedde

 

 


1 - L’UNIONE SARDA di domenica 23 agosto 2020 / ECONOMIA - Pagina 21

La polemica. Il presidente, professore in pensione, ha ricevuto l’ok dagli uffici della Corte dei Conti

«È LEGITTIMO IL COMPENSO DI RACUGNO PER ABBANOA»

«Tutto in regola». Gabriele Racugno, presidente di Abbanoa, nonché professore universitario di Diritto commerciale in pensione e avvocato, replica agli attacchi arrivati da alcuni sindaci soci della società a partecipazione pubblica, che denunciavano l'illegittimità dei compensi percepiti come manager del gestore idrico, in quanto, appunto, ex docente già beneficiario di un assegno pensionistico.

Racugno non ha perso tempo e, interpellata la segreteria della Corte dei Conti, ha confermato la regolarità dell'operazione: «La norma che regola la materia non trova applicazione nell'ipotesi in cui il soggetto svolga, con regolare iscrizione all'Albo, la professione di avvocato», ha chiarito la Corte. «Ed è proprio il mio caso», aggiunge il presidente: «Porto infatti avanti uno studio legale e il mio incarico di presidente di Abbanoa mi sottrae tempo per la sua gestione».

La norma, secondo i vertici della società idrica, non intende quindi penalizzare coloro che percepiscono un emolumento pubblico quale corrispettivo per l'impegno e il tempo dedicato al ruolo di presidente, sottratto alla normale attività di avvocato, ma soltanto quanti si trovano in una situazione di «quiescenza totale», che vede l'impegno societario non incidere sul proprio reddito professionale.

 


2 - L’UNIONE SARDA di domenica 23 agosto 2020 / AGENGA - Pagina 27
Ctm, studenti
Da domani è possibile acquistare gli abbonamenti per il Ctm con le tariffe agevolate per gli studenti: riduzione dell’80 o del 60 per cento a seconda della fascia di reddito. Il rinnovo del profilo studente deve essere fatto esclusivamente online, sul sito www.ctmcagliari.it cliccando sul tasto Registrati e accendendo all’area personale.

 


3 - L’UNIONE SARDA di domenica 23 agosto 2020 / DATANUMRIGHE
Tardo medioevo, Cagliari: il libro di Giuseppe Seche svela una saga inedita
DESSÌ, ABILI MERCANTI

di Pierluigi Serra
Erano mercanti, navigatori, armatori, commercianti e uomini altrettanto abili nel tessere rapporti fiduciari con i loro colleghi iberici e italiani: i cagliaritani Antoni, Arnau, Julià e Nicolau Dessì - nati e residenti nel quartiere di Stampace - ricoprirono un ruolo di rilievo in un panorama economico che ebbe come teatro il Mediterraneo tra il 1400 e il 1500. Padre e figli votati agli scambi, sagaci e intraprendenti, minuziosi osservatori degli avvenimenti politici e sociali riemergono dal passato per raccontare, attraverso una nutrita documentazione commerciale, un periodo storico dinamico e ricco di curiosità. A riportare alla luce le loro storie e le vicende ad essi legate è un prezioso e accurato studio di Giuseppe Seche, appena pubblicato dall'editore Viella: “Un mare di mercanti. Il Mediterraneo tra la Sardegna e l'Aragona nel tardo Medioevo” ( Viella editore, pagg. 308, euro 35) costituisce una tappa importante nelle indagini storiche e archivistiche europee.

LA RICERCA

«Questo studio - racconta l'autore, assegnista di ricerca presso l'Università di Cagliari e docente a contratto di Storia Medievale nell'Università di Sassari - si basa su una fonte nuova ed eccezionale rappresentata da un centinaio di lettere commerciali, conservate presso l'Archivio Arcivescovile di Cagliari. Tre corposi faldoni, intestati alla famiglia cagliaritana Dessì, racchiudevano una preziosa corrispondenza inedita composta da lettere, biglietti, atti di compravendita. Attraverso lo studio di questi documenti è emerso un panorama del tutto nuovo nel quale la famiglia Dessì rivestiva un ruolo di rilievo negli scambi e nei commerci tra la Sardegna e i paesi del Mediterraneo». Sono oltre un centinaio i documenti esaminati e pubblicati da Giuseppe Seche, ricercatore e studioso che si rivela abile nel raccontare anche le spigolature e le curiosità: come nel caso delle missive inviate dal capofamiglia, Julià Dessì, ad uno dei figli nelle quali racconta la ribellione di Sassari capeggiata dalla famiglia Gambella contro il Vicerè, degli arresti e delle condanne a morte che tanto impressionarono la popolazione. La documentazione offre una nuovissima chiave di lettura dei traffici da e per la Sardegna: dal Campidano partivano con la flotta armata dai Dessì ingenti quantità di formaggi di vario tipo, pasta di grano e prodotti semilavorati. Le stesse navi portavano in Sardegna spezie, saponi, armi ed anche tessuti pregiati a dimostrare non solo il potere d'acquisto della classe alta isolana ma anche la raffinatezza nei gusti e nel vestire. Una nuova chiave di lettura per comprendere il livello di scolarizzazione del ceto commerciale: i documenti scritti dai Dessì, dai loro corrispondenti ed anche da artigiani e piccoli produttori mostrano un volto nuovo di una Sardegna capace di dialogare e interagire con il mercato mediterraneo.

ARCHIVIO DI FAMIGLIA

Tra le curiosità anche i biglietti scritti con grafia precisa da mani femminili. «L'archivio della famiglia Dessì -precisa Giuseppe Seche- non ha eguali in Sardegna e mostra in pieno l'attività quotidiana dei mercanti stampacini: il tutto con una dovizia di particolari e descrizioni che riguardano luoghi e porti d'approdo, scambi e intraprese economiche. Una fonte importantissima quindi per conoscere attraverso queste microstorie vicende più ampie». Sarà Antoni a narrare, nelle lettere al padre, della peste che imperversa a Valenza nel 1490 con un resoconto puntuale e preciso sui decessi e sui contagi. Il lavoro di Seche è un contributo scientifico per la comprensione delle vicende mediterranee e si rivela un libro di storie vissute, capaci di trasportare il lettore a bordo di quella Santa Maria armata da Julià Dessì da Stampace, nocchiero di un viaggio accattivante nel nostro passato.

 

 


4 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 23 agosto 2020 / PRIMO PIANO - Pagina 4

Dovranno indicare anche il luogo delle ferie. In primavera i contagi in Cardiologia

SASSARI, TAMPONI AI DIPENDENTI DELL'AOU

SASSARI L'Aou di Sassari alza le difese anti Covid, in vista di un autunno che si annuncia caldo e memore dell'esplosione del virus all'interno dell'ospedale cittadino la scorsa primavera, nel reparto di Cardiologia. Un "ingresso" sulla quale sono in corso due inchieste giudiziarie, che hanno al vaglio anche l'ipotesi che a portare il Covid in corsia sia stato un medico di rientro da un viaggio non comunicato in "zona rossa".Non potrebbe più succedere. Visto che l'azienda farà i tamponi a tutti i dipendenti che tornano dalle vacanze estive. E vorrà sapere dove e quanto a lungo sono stati. E anche se hanno corso qualche rischio di troppo. Un piano che si inserisce all'interno di un programma di valutazione costante di tutto il personale e della realtà che ruota attorno agli ospedali, con l'obiettivo di garantire la sicurezza. Il piano è realizzato su impulso della direzione strategica, della struttura di Sorveglianza sanitaria, in collaborazione con le strutture di Otorinolaringoiatria, delle Professioni sanitarie, della Patologia medica e della direzione medica di presidio. «La situazione epidemiologica attuale - afferma Antonello Serra responsabile della Sorveglianza sanitaria - e quella prevista nel prossimo futuro non consentono di abbassare la guardia. Ecco allora che con l'esperienza maturata in questi mesi, il piano prevede un controllo sistematico degli operatori sanitari secondo un ordine di priorità basato sull'analisi del rischio». Viene fatta così una distinzione tra aree a rischio in cui medici, infermieri, operatori socio sanitario sono impiegati. L'area primaria o rossa comprende i reparti deputati al ricovero di pazienti Covid+, i reparti di pronto intervento e i dipendenti che abbiano avuto contatti a rischio. Poi l'area gialla con i reparti che ricoverano pazienti a maggior rischio di contrarre un'infezione clinicamente evolutiva. Infine, un'area bianca che comprende tutti gli altri reparti. «Per interpretare i dati complessivi e orientare con maggiore precisione le linee strategiche - spiega Serra - ci si affiderà a consolidati criteri clinico-epidemiologici. Tra questi, a esempio, non mancherà la valutazione del rischio legato agli spostamenti dei dipendenti durante le vacanze».

Il piano prevede che i dipendenti in fase di rientro vengano sottoposti a tampone. Dovranno comunicare i dati di viaggio, i luoghi di permanenza, se presente sintomatologia riferibile a infezione da Covid19, e se hanno tenuto eventuali comportamenti a rischio.

 

 

1 - L’UNIONE SARDA di sabato 22 agosto 2020 / PRIMA

L’ANALISI

Trasformismo grillino

di Marco Pignotti
Si nasce movimento, ma si finisce partito: la regola aurea della normalizzazione politica viene confermata. Il M5S nasce da una potente intuizione di Beppe Grillo che investe frontalmente il sistema politico all'insegna del bisogno di cancellare il profondo distacco fra classe dirigente e volontà popolare. Il risultato è facilmente condensabile nella miscela esplosiva che unisce due ingredienti sempre proficui nella narrazione politica: il “nuovo” e l'antipolitica. La novità consiste nel rifiutare l'etichetta di “partito” e nell'adottare quella di movimento, mentre l'antipolitica si materializza tramite la collaudata battaglia antipartitocratica di pannelliana memoria. Quest'ultima, in particolare, si traduce nella ricerca di una classe politica che provenga dalla società civile e cancelli la categoria dei “professionisti della politica”, composta da un'élite di privilegiati che perpetuano i loro mandati e i loro incarichi all'interno o nelle aree limitrofe al Palazzo. La rappresentanza parlamentare viene, dunque, declassata a semplice funzione di “portavoce del popolo”, cosicché chiunque può svolgere questo ruolo in quanto “uno vale uno”. Scatta perciò la suggestiva proposta che gli eletti in Parlamento non possono ricoprire il “deprecabile” mandato oltre le due legislature, per non rischiare di essere investiti dai malefici miasmi prodotti da un sistema politico corrotto e ammaliante, ma soprattutto per non snaturare la purezza del movimento (...). segue a pagina 13

ITALIA - Pagina 13   segue dalla prima
IL TRASFORMISMO DEI GRILLINI
(...) Si tratta di una sintesi un po' caricaturale, ma nella sostanza questi elementi costituiscono le ragioni di un successo travolgente, con cui il M5S stravince alle elezioni politiche del marzo 2018, conquistando la fiducia di un elettore su tre. Da quel momento il movimento registra un lento, ma inarrestabile, percorso che lo conduce alla fisiologica trasformazione in partito. Cade uno dei principali requisiti che lo ha contraddistinto: nessuna alleanza. Nasce infatti l'esecutivo giallo-verde (con la Lega di Salvini), che rappresenta il primo compromesso imposto dalla logica dei sistemi democratici, che indicano nei governi di coalizione l'unico rimedio all'ingovernabilità a oltranza. Sarebbe inutile elencare tutti i successivi passaggi che segnano l'approdo del movimento alla struttura di partito. È sufficiente prendere in esame l'ultimo stadio: l'archiviazione del limite dei due mandati parlamentari che intacca il principio cardine dell'originario movimento. “Uno non è più uguale a uno”, perché qualcuno diventa “più uno” degli altri. Nasce il “mandato zero”, formula assai maccheronica che ricorda molto il politichese della prima repubblica, in quanto maschera tramite un'alchimia aritmetica la possibilità di concedere a una robusta pattuglia di deputati grillini di mantenere la possibilità di continuare la propria attività nelle aule del Palazzo (Montecitorio o Madama). Si tratta di nomi eccellenti che, di fatto, diventano una sorta di aristocrazia all'interno di un soggetto politico che voleva abbattere tutto ciò che richiamava il concetto di “casta”. In conclusione, quanto affermava il cinico ma brillante politologo fiorentino Giovanni Sartori, qualsiasi soggetto che si presenti alle elezioni e invii nelle sedi istituzionali i propri candidati con un programma condiviso è a tutti gli effetti un partito politico. Che lo si voglia o meno, quando ci si cimenta con la politica, non ci si potrà mai autoproclamare distanti dalla politica, allo stesso tempo quando si ambisce a vincere le elezioni si diventa inevitabilmente un “partito”. Quindi, benvenuto M5S nel sistema di partito, in quanto questa trasformazione contribuisce a rendere il sistema politico italiano meno eccentrico e più stabile. E, come disse Franz Liszt, la politica è la scienza dell'opportunismo e l'arte del compromesso.
MARCO PIGNOTTI
DOCENTE STORIA CONTEMPORANEA UNICA

 

2 - L’UNIONE SARDA di sabato 22 agosto 2020 / ECONOMIA - Pagina 16
Immobiliare. Il 65% è arrivato da studenti universitari fuori sede
AFFITTI, IN AUMENTO LE ISTANZE DI TAGLIO DEL CANONE

Iniziano a vedersi le prime conseguenze del lockdown sul mercato immobiliare e a pagarne le spese saranno gli studenti universitari fuori sede. Come ogni anno, Solo Affitti S.p.A., società leader del settore in Italia ha diffuso dati e prospettive del settore:

nelle città universitarie, il 65% delle richieste di riduzione del canone di affitto pervenute alle varie agenzie riguardava propri immobili affittati da universitari. Molte anche le richieste di risoluzione del contratto, poiché sin dal principio molti studenti hanno potuto contare sulla didattica a distanza e la situazione di forte incertezza li ha spinti a voler tornare nella città di origine, oltre che per ragioni affettive anche e soprattutto per motivi di risparmio economico. Il 42% delle agenzie ha rilevato una moderata crescita delle disdette inviate ai proprietari dagli studenti durante il lockdown e il 37,5% ha segnalato una forte crescita. Le agenzie interessate dal fenomeno sono state quindi complessivamente il 79,5%, con disdette all'ordine del giorno nella gran parte delle città italiane.

Il mercato si trova ora a vivere una situazione di incertezza generale, con la speranza che dai mesi di settembre-ottobre si possa registrare una ripresa sensibile.

 

 


3 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 22 agosto 2020 / OLBIA - Pagina 34

 

Le attività didattiche si svolgeranno su Teams e Moodle

TRE CORSI DI LAUREA CON LEZIONI A DISTANZA PER ALMENO SEI MESI

Primi test l'8 settembre, immatricolazioni fino al 19 ottobre

di Dario Budroni
OLBIA Il tempo della distanza non è ancora finito. L'università riparte ma le lezioni e gli esami si svolgeranno ancora sulle piattaforme diventate famose nei mesi scorsi. Sarà così almeno per il primo semestre. Solo dopo, forse, si potrà tornare in aula. Il Polo universitario di Olbia si prepara ad affrontare il complicato anno accademico 2020-2021, con i primi test che si svolgeranno nelle prossime settimane. Tre i corsi di laurea, con sede in aeroporto. Innanzitutto la triennale in "Economia e management del turismo" e la magistrale in "Economia aziendale" con curriculum Tourism management. Infine la novità di quest'anno: un'altra magistrale in "Innovation management for sustainable tourism", che sarà sostenuta interamente in lingua inglese. E tutto mentre il neonato consorzio di gestione del Polo UniOlbia è al lavoro per moltiplicare le sedi accademiche in città e per fare del centro storico il cuore pulsante dell'università olbiese.Università al via. Per le immatricolazioni della triennale c'è ancora tempo, visto che la scadenza è il 19 ottobre. Il primo test di ingresso, a distanza, si svolgerà l'11 settembre, il secondo a ottobre e il terzo a novembre. Sono esentati gli studenti che si sono diplomati con un voto pari o superiore a 95, che dovranno comunque iscriversi al test per poi sostenere un colloquio con il direttore di dipartimento. Esentati anche gli studenti che hanno effettuato un passaggio di corso e in grado di farsi riconoscere almeno un esame. Poi c'è il test di inglese, che si svolgerà il 22 settembre. La procedura di immatricolazione può comunque essere svolta anche prima dei test, visto che il corso è ad accesso libero. Le lezioni della triennale prenderanno il via il 12 ottobre. Per quanto riguarda i corsi magistrali, invece, ci si potrà immatricolare dopo aver sostenuto il colloquio di verifica dell'8 settembre, mentre le lezioni prenderanno il via il 21. Per altre informazioni visitare il sito dell'università o contattare la segreteria: uniolbia@uniss.it o 0789 642184. La distanza. Nell'ultima seduta del Consiglio di dipartimento di Scienze economiche e aziendali, che fa capo all'università di Sassari, è stato deciso che le attività didattiche si svolgeranno a distanza attraverso le piattaforme Microsoft Teams e Moodle. I docenti potranno organizzare attività integrative e di tutorato per piccoli gruppi in presenza, garantendo comunque la distanza. Stesso discorso per alcuni esami. Le attività del secondo semestre dovrebbero invece svolgersi in presenza «a condizione che la normativa vigente al momento non esiga più misure di distanziamento e garantendo comunque la fruizione a distanza attraverso l'erogazione delle lezioni in modalità streaming». La rivoluzione. Nel frattempo si continua a lavorare per arricchire l'offerta formativa del Polo UniOlbia, con la nascita di nuovi corsi, e per aumentare le sedi in città, che alla fine saranno sei. Nel centro storico si studierà al palazzo Giordo di corso Umberto, che sarà ristrutturato, e all'Expo di via Porto Romano, che ospiterà uffici e aula magna. Sedi universitarie sono inoltre previste nella nuova Pte in zona industriale e al Mater Olbia, dove a ottobre dovrebbe prendere il via un corso in scienze infermieristiche. Rimarrà disponibile anche la sede dell'aeroporto, mentre nell'ex area Sep di via Dei Lidi nascerà l'università del mare.


4 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 22 agosto 2020 / OLBIA - Pagina 34

Entro pochi anni nuove sedi
al Corso e in via dei Lidi

Il polo universitario olbiese è destinato a crescere. Nel giro di pochi anni in città cambierà praticamente tutto, grazie alla nascita di nuove sedi e di nuovi corsi di laurea. Da poco, il Comune, ha per esempio ottenuto dalla Regione sei milioni e mezzo per ristrutturare e trasformare il palazzo Giordo del Corso, già acquistato tempo fa dall'Aspo, in una sede universitaria. In fondo a via Dei Lidi, invece, è in corso la ristrutturazione dei capannoni del vecchio Servizio escavazione porti. Qui l'università di Sassari, con il pieno sostegno dell'Amp di Tavolara, inaugurerà presto una corso di laurea magistrale in Gestione dell'ambiente e del territorio.
 


LA NUOVA SARDEGNA di sabato 22 agosto 2020 / PRIMO PIANO - Pagina 4

 

 

 

 

1 - L’UNIONE SARDA di venerdì 21 agosto 2020 / ECONOMIA - Pagina 14
La svolta. Si allungano i tempi del rientro in ufficio, e molti potrebbero restare a casa

«SMART WORKING, ORA SERVONO REGOLE»
I sindacati: subito investimenti e una nuova organizzazione del laboto

Lo smart working è entrato come un uragano nelle vite degli italiani che senza poterci pensare troppo si sono ritrovati a dover trasformare il tavolo della cucina in una scrivania da lavoro. Una situazione provvisoria che continua ad allungarsi nel tempo e per molti potrebbe diventare strutturale, o quasi.

I PERICOLI

«Il rischio è che si sviluppino forme di lavoro atipiche che vedranno calare i lavoratori dipendenti in virtù di figure professionali aleatorie, chissà con quali trattamenti e compensi retributivi», è il timore di Cristiano Ardau segretario generale Uiltucs. «Dobbiamo stare molto attenti: tutte le normative che verranno determinate nei prossimi mesi saranno la rondine che farà la primavera, perché tutti i passi falsi che si faranno rischiano di diventare un boomerang nel futuro».

La paura è che le decisioni di oggi possano essere l'occasione per destrutturare ulteriormente il mondo del lavoro. Se domani tutto sarà smart working allora come si dovrà lavorare? Come verranno conteggiate le ore e la retribuzione dei lavoratori?

OPPORTUNITÀ E RITARDI

«Prepararsi a gestire almeno il 50 % di lavoratori in smart working, come previsto al momento, è una sfida che presuppone precondizioni, organizzative strutturali, di welfare aziendale e familiare che non esistono», sottolinea Davide Paderi, segretario generale Cisl-Fp. «Lo Smart Working va sviluppato è supportato, si tratta che di una sfida culturale, ma servono investimenti e buone pratiche di sistema, che possono aiutare l'ambiente, il risparmio energetico e dei consumi, che non possono essere a carico del lavoratore».

CAMBIO DI VITA

Sono tante le difficoltà a cui chi lavora a casa va incontro: dagli aumenti nella bolletta elettrica alla precarietà della rete Internet, alla mancanza di serenità e alle ore di lavoro che diventano infinite. «Assieme alle aziende abbiamo deciso di confrontarci mese per mese», spiega Tonino Ortega segretario provinciale Uilcom Ca. «Chi lavora da casa spesso non ha neanche gli strumenti basilari per lavorare in serenità e sicurezza. La paura è che il lavoro agile diventi una costante per le aziende che nel tempo si possono accorgere del risparmio nel tenere i propri lavoratori a casa».

Francesca Melis

 

 

2 - L’UNIONE SARDA di venerdì 21 agosto 2020 / ECONOMIA - Pagina 16

Ctm. Via agli abbonamenti
GLI STUDENTI SUI BUS CON LA TARIFFA RIDOTTA

Al via al Ctm la campagna abbonamenti per gli studenti con tariffe ridotte sino al 60 e all'80 per cento. L'acquisto sarà possibile a partire da lunedì. Il rinnovo si può eseguire solo online sul sito www.ctmcagliari.it cliccando sul tasto “registrati” e accedendo all'area personale; se la tessera si compra su “Busfinder” tutta la procedura potrà essere effettuata direttamente online; in caso di primo rilascio della Ctm card, per chiedere un duplicato e un contestuale rinnovo o per la variazione del profilo (in caso il reddito Isee sia diverso rispetto all'anno precedente) è necessario presentarsi al Ctm point di viale Trieste 151 ma esclusivamente su appuntamento tramite il sito internet dell'azienda.

Per gli studenti di famiglie con un Isee inferiore ai 25.500 euro all'anno, o per il terzo figlio studente, la riduzione è dell'80 per cento (abbonamento annuale 35 euro, mensile 4,20); per chi ha un Isee superiore il taglio è del 60 per cento (70 euro annuale, 8,40 mensile).

Il Ctm Point di viale Trieste è aperto dal lunedì al venerdì dalle 8,15 alle 13 e il lunedì, martedì e giovedì anche dalle 14,30 alle 18. Per ulteriori informazioni sono attivi tutti i giorni dalle 8,30 alle 18,30 il numero verde gratuito 800.078.870 e lo 070.2091200 dell'Ufficio relazioni esterne.

 

RASSEGNA STAMPA di GIOVEDÌ 20 AGOSTO 2020

 

1 - L’UNIONE SARDA di giovedì 20 agosto 2020 / CAGLIARI - Pagina 20

UNIVERSITÀ. Riprende la mobilitazione dopo il sit-in del giugno scorso

SILENZIO SUI RIMBORSI AI FUORISEDE: STUDENTI PRONTI A NUOVE PROTESTE

«Se non ci saranno i rimborsi siamo pronti a una nuova serie di proteste». Se non è un ultimatum poco ci manca. Dopo l'occupazione della mensa universitaria e i sit-in dei mesi scorsi gli studenti universitari sono pronti a tornare in piazza ai primi di settembre.

Mancano ancora dieci giorni ma i fuorisede che frequentano l'ateneo cittadino aspettano alcune risposte in merito ai rimborsi per il mancato utilizzo degli alloggi nelle case delle studente durante il lockdown. I soldi, circa 400 euro a testa per 400 aventi diritto, dovrebbero arrivare dalla Regione.

Durante la protesta gli universitari avevano chiesto un risarcimento di 600 euro. «Il provvedimento interessa tanti studenti - spiega il presidente dell'Ersu Michele Camoglio - ci sono inoltre anche le richieste dei rimborsi per il cosiddetto fitto casa, ovvero per aiutare chi ha diritto alla casa dello studente ma vive in casa private. Si tratta di oltre 100 studenti. Per il momento non abbiamo notizie da parte della Regione».

In seguito alle manifestazioni di qualche settimana fa l'Ersu ha annunciato la volontà di riaprire le mense a partire da settembre. Chiaramente tutto è legato all'emergenza Covid-19. «Manca ormai pochissimo alla ripresa dell'attività didattica - spiegano gli studenti del comitato spontaneo che si è formato durante la protesta - ma purtroppo la vicenda dei rimborsi sembra avvolta nel mistero. Non sappiamo niente. Non ci risulta alcun provvedimento da parte della Regione. Speriamo facciano qualcosa in questi giorni. Se non dovesse accadere niente siamo pronti a riprendere la protesta». (f. p.)

 

2 - L’UNIONE SARDA di giovedì 20 agosto 2020 / SASSARI E ALGHERO - Pagina 32

Sassari. Aperto il secondo bando per accedere ai percorsi speciali creati dall’Università
I CERVELLI? NON FUGGONO PIÙ
Alla Scuola superiore della Sardegna venti borse per studenti al top

Gli studenti eccellenti non sono più obbligati a lasciare l'isola. L'anno scorso ha aperto i battenti a Sassari la Scuola Superiore della Sardegna che ha accolto 29 giovani meritevoli. Qualche giorno fa è partito il bando per il secondo anno. A disposizione altri 20 posti. Senza distinzioni geografiche. L'anno scorso ha superato il test di ammissione un ragazzo proveniente da Rimini, Francesco Lugli, che aveva conseguito la laurea triennale in Scienze della Natura e dell'Ambiente nell'ateneo di Parma. «Le impressioni sono molto buone, il programma era allettante e ho apprezzato molto la preparazione al livello C1 d'inglese, per questo ho fatto il test d'ammissione. Purtroppo abbiamo fatto pochino a causa del Covid-19 ma la Scuola è stata brava ad adattarsi alla quarantena preparando webinar appositi». La sassarese Alice Bilotta, 19 anni, neo diplomata al Liceo Azuni, spiega la sua scelta: Volevo avere più opportunità e ho deciso di provare col test per l'ingresso a Medicina e alla Scuola Superiore: li ho passati entrambi e sono soddisfatta perché nella Scuola siamo liberi di proporre le nostre idee e fare progetti, col vantaggio anche di poter seguire corsi all'estero».

ALTA FORMAZIONE

Voluta fortemente dal rettore Massimo Carpinelli, la Scuola Superiore dell'Ateneo di Sassari fornisce un percorso formativo di alto livello con ulteriori attività extra-curriculari in aggiunta al normale percorso di studi universitari. Dal mese scorso a dirigerla è Massimo Dell'Utri: «La Scuola non è una torre d'avorio, semmai una locomotiva che interagisce col territorio e fa da traino ai vagoni dell'Università, ricevendone suggerimenti sulle direzioni da prendere». Ogni studente è affiancato da un tutor e prende parte ad attività formative, scientifiche e culturali di alto profilo internazionale, compresa la partecipazione a gruppi di ricerca internazionali, e a corsi di Formazione e Alta Formazione, anche in collaborazione con altre università e soggetti pubblici e privati.

TRIENNALI E MAGISTRALI

I 20 posti a disposizione per l'anno accademico 2020/21 sono divisi in due livelli: alfa per allievi iscritti o che si iscriveranno a corsi di laurea di durata triennale o Magistrale a ciclo unico; beta per quelli iscritti (o che si iscriveranno) alla laurea Magistrale biennale. Aggiunge il direttore: «I posti sono divisi per le 4 aree del sapere: Discipline umanistiche, Scienze, Scienze Mediche-Veterinarie e Scienze Sociali».

Il test d'ammissione è complesso ed è appaltato all'esterno (Cisia). Chi riesce a superarlo ha diritto a una borsa di studio di 6 mila euro più vitto e alloggio gratuiti. «Per restare nella Scuola lo studente deve essere sempre in regola, mai fuori corso e mai scendere sotto la media del 28. Deve acquisire poi ulteriori 20 crediti formativi, 6 di questi riguardano i corsi d'inglese di livello C1, il gradino immediatamente al di sotto della massima conoscenza della lingua».

Giampiero Marras

 

 

 


3 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 20 agosto 2020 / SASSARI - Pagina 12
L'Ersu ha chiesto al Comune l'autorizzazione per costruire la residenza
QUATTRO TORRI E TANTO VERDE NEL CAMPUS DI SAN LORENZO

Costerà 20 milioni e ospiterà 280 studenti in un'area di fronte all'Orto Botanico

di Giovanni Bua
SASSARI Muove un altro passo, lungo il complicatissimo iter che si trascina da anni, il mini campus universitario di San Lorenzo. Lo scorso 23 luglio l'Ersu ha presentato al Comune l'istanza finalizzata al rilascio del permesso di costruire convenzionato, con il progetto preliminare che rimarrà depositato a Palazzo Ducale per 30 giorni aperto alle osservazioni, dovrà fare un passaggio in Regione, e poi necessiterà della stipula di un'apposita convenzione che dovrà essere approvata dal consiglio comunale per concludere il suo cammino.
Un progetto da 20 milioni che prevede diecimila metri quadri di residenze e 280 studenti che troveranno posto in quattro torri da 5 piani con al centro una piazza verde ribassata, e dentro spazi studio, lavanderia/stireria biblioteca, sala polifunzionale, video, musica, spazio internet, sala giochi, portineria, uffici e locali per la conduzione gestionale. Oltre che un'area circostante trattata a verde ed alberature, e attrezzata con campi da gioco e per lo sport, spazi gradonati per il ritrovo e tempo libero, percorsi ciclo-pedonali.
Il tutto nell'area che si trova all'inizio della direttissima per Ittiri, proprio di fronte all'Orto botanico e al Polo bionaturalistico universitario di Piandanna. Dei 20 milioni di euro disponibili, 13 milioni e 650mila per i lavori veri e propri e il resto da spendere fra progettazione, esecuzione delle opere, direzione dei lavori, oneri di sicurezza e Iva. Di questi fondi 848mila euro sono serviti all'Ersu per acquistare dall'Università di Sassari il terreno di 26mila e 700 metri quadrati su cui sorgerà la residenza per studenti. Nel 2016 l'Ersu ha assegnato il servizio di progettazione della struttura con una gara pubblica da 1 milione e 838 mila euro vinta dalla Rossiprodi Associati srl di Firenze, capogruppo di un raggruppamento di imprese, la "Cluster", che ha curato la predisposizione del progetto di fattibilità tecnica ed economica ora depositato in Comune per concludere l'iter autorizzativo preliminare, e che dovrà passare anche per gli uffici regionali, che hanno seguito però passo passo il complesso iter senza rilevare incongruenze.
Un importante passo in una vicenda che va avanti da oltre un decennio. Con il finanziamento europeo da 40 milioni per realizzare un campus universitario che era stato impegnato dall'Ersu per una nuova struttura da realizzare negli ex mulini Azzena, in via Predda Niedda poco prima del sottopasso di Santa Maria. Progetto bocciato in extremis da Palazzo Ducale e nuova manifestazione di interesse dell'Ersu, che arrivava anche questa volta all'ultimo metro (con l'individuazione di un'area a Piandanna) ma andava incontro a una nuova bocciatura.
Alla fine Ersu, Regione e Comune hanno deposto le armi e firmato un accordo con il quale hanno "spacchettato" il Campus in tre, e avviato il progetto della prima casa per studenti a San Lorenzo e di altri due (entrambi da 20 milioni per i quali esisterebbero dei finanziamenti indicati nel Patto per la Sardegna siglato dall'allora premier Renzi e dal presidente Pigliaru) nell'ex brefotrofio di via Sant'Anna, e nella caserma La Marmora in piazza Castello. Progetti di cui si sono perse da allora le tracce.
Resta il campus di San Lorenzo, che prova a superare l'ultimo scoglio "burocratico", dopo con il Comune che nel 2017 era già dovuto intervenire con una variante urbanistica che raddoppiava di fatto la volumetria consentita. Prima che gli studenti trovino davvero casa serviranno poi progetto definitivo, esecutivo, messa a bando dei lavori e realizzazione della struttura, attesa, importante, ma ancora parecchio lontana.


4 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 20 agosto 2020 / OGLIASTRA - Pagina 20

Seminario di studi per un gruppo di studenti sul rilancio del Parco Batteria

DAL POLITECNICO DI MILANO AD ARBATAX

di Lamberto Cugudda
TORTOLÌ Parco comunale Batteria, nella collinetta che domina la zona delle Rocce Rosse e Cala Moresca ad Arbatax: un aiuto per progettarne al meglio il rilancio in chiave turistica e naturalistica-culturale, verrà dai frutti di un importante workshop che si terrà in loco a ottobre, degli studenti di Architettura del Politecnico di Milano. Il tutto in collaborazione con la società Levante srls (guidata dal giovane imprenditore villagrandese Alberto Scudu) e il Comune di Tortolì. "Arbatax-Tortolì evolutionary city": così è stato chiamato il seminario di studi che durerà una decina di giorni, dal prossimo 12 fino al 22 ottobre.«Grazie all'approfondita ricerca che verrà effettuata dagli studenti di Architettura del Politecnico di Milano - spiega Alberto Scudu - la Levante srls, che si è aggiudicata, dopo tre bandi del Comune andati deserti, il Parco Batteria ad Arbatax, potrà trovare spunti sulla valorizzazione dell'area proprio dagli studi portati avantri da un gruppo di studenti di Architettura che per dieci giorni saranno qui. Tutto questo servirà a valorizzare non solo Arbatax, ma l'intero territorio ogliastrino. Questo è uno degli obiettivi primari della Levante srls». La società ogliastrina era riuscita a superare, come valutazione dell'offerta e del progetto da parte dell'apposita commissione comunale, quella presentata da una cooperativa con sede a Lanusei. Il quarto bando per l'affidamento in gestione (di concessione demaniale marittima) per la durata di nove anni, di un'area di 40.551 metri quadrati del Parco Batteria, sita nel promontorio di Capo Bellavista ad Arbatax, era stato riaperto dal Comune di Tortolì il 16 luglio dello scorso anno e chiuso il 6 settembre.La bellissima area, purtroppo diventata famosa anche per i numerosi furti di materiali e una serie di danneggiamenti, è da tempo destinata alla valorizzazione di un itinerario integrato naturalistico culturale. L'obiettivo prioritario del Comune è la concessione a terzi del Parco e delle strutture presenti al suo interno, con l'obiettivo di una sua valorizzazione e l'intento di dare attuazione a quella che è stata la scelta di programmazione iniziale, per la quale sono state spese risorse pubbliche per la realizzazione dei lavori e delle varie opere esistenti. L'importo base del canone annuo è di 7.636 euro.La durata della concessione - era stato spiegato nel bando di gara - sarà di nove anni e il valore della con concessione sarà quindi pari a 68.724 euro. L'apertura del Parco Batteria e delle strutture presenti, ovvero il chiosco-bar-punto di ristoro, almeno 12 ore al giorno. Dovrà essere garantita, nel periodo compreso tra i mesi di maggio e ottobre.

 


4 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 20 agosto 2020 / UNINUORO - Pagina 23

Il terzo numero
STUDI GIURIDICI CON SGUARDO SUL MONDO
PER DIFENDERE I DIRITTI E ABBATTERE I MURI

Una finestra aperta sul mondo. Un orizzonte che va ben oltre il Monte Ortobene e il mare nostrum che circonda l'isola. Uno scenario internazionale che ormai è di casa, senza più limiti né ostacoli. Così Nuoro guarda lontano e abbatte tutti i muri di qualsiasi periferia. Così Nuoro diventa città aperta e partecipe della vita del mondo, della stretta attualità di tutti i giorni come pure dei grandi dilemmi che incombono sull'Occidente tutto, in particolare. È UniNuoro che apre la finestra e guarda e vive con grane interesse l'Europa e gli altri Continenti. Basta buttare un occhio sulle finalità del Centro studi sui Diritti della persona e dei popoli istituito presso il Consorzio per la promozione degli studi universitari nella Sardegna centrale: «Il Centro promuove l'elaborazione di una cultura fondata su valori universali quali i diritti umani, la pace, la salvaguardia dell'ambiente, la solidarietà e la non discriminazione». E poi: «Promuovere i valori dello Stato di Diritto e della legalità ed accrescere la consapevolezza del livello di diritti acquisiti anche grazie al processo di integrazione europea». E ancora: «Diffondere una cultura della cittadinanza europea attiva». Bastano queste poche pennellate per capire che aria si respira nel Polo giuridico di UniNuoro, sede in via Salaris, là dove un tempo c'era la questura della Polizia di Stato, in pieno centro urbano. È qui che hanno trovato casa i corsi e le attività di Scienze dei servizi giuridici per l'amministrazione, uno degli assi portanti del consorzio nuorese. Uno dei fiori all'occhiello di UniNuoro e al quale UniNuoro, il giornale nel giornale, dedica questo numero monografico con le autorevoli presentazioni di Rosanna Ortu, Gabriella Ferranti, Maria Cristina Carta e Stefania Fusco. Sono loro che, stavolta, ci accompagnano alla scoperta della didattica e della ricerca, alla scoperta del corso triennale di Scienze dei servizi giuridici (L-14) interamente dedicato ai "Servizi giuridici per l'amministrazione" come pure del Centro studi sui diritti della persona e dei popoli; del pionieristico laboratorio "Law and gender: questioni di genere dal diritto romano al diritto contemporaneo" come pure della ormai collaudata International summer school Nuoro, alla quinta edizione, il prossimo settembre, con "The future of human rights in Europe".


5 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 20 agosto 2020 / UNINUORO - Pagina 23

L'OFFERTA. Un corso che consente ai laureati di rivolgersi immediatamente al mondo del lavoro, nel pubblico e nel privato, come impiegati o funzionari
SCIENZE DEI SERVIZI GIURIDICI: COSÌ SI IMPARA
L’attività di formazione degli studenti è caratterizzata da una forte connotazione internazionale con la presenza di docenti di importanti università straniere. Un biennio di formazione di base a cui segue un terzo anno che offre una preparazione settoriale. Ampia scelta per la mobilità ai fini di studio o di tirocinio

di Rosanna Ortu, Presidente del Consiglio del corso di studi in Scienze dei servizi giuridici del dipartimento di Giurisprudenza dell'Università degli studi di Sassari
Come da consolidata tradizione, nel Polo didattico del Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università di Sassari con sede a Nuoro si svolge, con erogazione di lezioni in presenza, il corso di laurea triennale di Scienze dei servizi giuridici (L-14) interamente dedicato ai "Servizi giuridici per l'amministrazione". Un percorso di studi ad accesso libero, a cui possono accedere coloro che sono in possesso del titolo di scuola media superiore, che si sviluppa in tre anni e dà la possibilità di conseguire il titolo di Dottore in Scienze dei servizi giuridici. Tale titolo consente ai laureati di rivolgersi immediatamente al mondo del lavoro, oppure di proseguire il percorso di studi universitari con accesso ad una laurea specialistica o magistrale in Giurisprudenza. In piena conformità con gli obiettivi formativi - che prevedono la trasmissione della conoscenza del "metodo" giuridico; la preparazione adeguata alla formazione di un giurista capace di interpretare ed applicare la normativa vigente; lo sviluppo di conoscenze giuridiche con una prospettiva internazionale, attraverso la promozione della mobilità degli studenti con periodi di studio in università straniere - il corso di laurea in Scienze dei servizi giuridici per l'amministrazione è strutturato in un biennio di formazione giuridica di base, a cui segue un terzo anno che offre una preparazione settoriale. La sede di svolgimento delle lezioni è nei locali del Consorzio per la promozione degli studi universitari nella Sardegna centrale, in via Salaris a Nuoro. Il Polo didattico è dotato di una Biblioteca giuridica, situata nel medesimo edificio di via Salaris, con un patrimonio librario in costante crescita, con servizio prestito dei volumi e sale di consultazione e di studio. Esistono anche sale di studio collocate al piano terra della struttura, che consentono la socializzazione e contatti tra gli iscritti. L'attività di formazione degli studenti iscritti al corso è caratterizzata da una forte connotazione internazionale. La presenza di docenti provenienti da importanti università straniere ha consentito di realizzare negli anni rilevati eventi di carattere formativo e culturale, svolti in parallelo all'attività didattica erogata sulla base di metodologie tradizionali. Solo per fare alcuni esempi: i laboratori giuridici svolti in presenza a Nuoro, come quelli destinati all'approfondimento delle problematiche legate allo studio delle questioni di genere e dell'identità femminile, operanti a far data dal 2016, che nel 2020 hanno dato vita al laboratorio internazionale di Law and Gender, primo WebLab all'epoca del coronavirus svolto su piattaforma Teams; o alle attività delle Summer e Winter schools in tema di "Tutela dei Diritti umani" (a far data del 2015), con edizione dell'inverno 2019 svolta in Spagna a seguito dell'Accordo con l'università di Alcalà de Henares; o alla Summer school di "Fondamenti del diritto contrattuale europeo", nata in collaborazione con la facoltà di Giurisprudenza dell'Università di San Paolo nel 2017, a seguito dell'Accordo generale di cooperazione internazionale accademica tra l'Università degli studi di Sassari e l'Università brasiliana di São Paulo.Un ruolo centrale nell'attività di orientamento in itinere è svolto sia dai docenti, sia da personale tecnico amministrativo, che nella sede di Nuoro, tramite un ricevimento studenti appositamente dedicato, forniscono agli studenti informazioni e indicazioni su piani di studio, passaggi di corso, abbreviazioni ed altre problematiche inerenti al corso di laurea. Le attività degli studenti sono supportate da servizi di tutorato svolto direttamente da studenti e da docenti, i quali seguono e sostengono il percorso universitario degli iscritti. Le attività di tirocinio mirano ad una formazione di tipo teorico-pratico, grazie ad accordi specifici con enti e istituzioni italiane e straniere, anche extra europee. È garantita mediante la partecipazione ai progetti Erasmus plus e Ulisse, con supporto da parte dei docenti e personale amministrativo per la scelta delle sedi dove svolgere la mobilità a fini di studio e di tirocinio nell'ampia rosa di preferenze tra i 59 accordi Erasmus stipulati con le università di Austria, Belgio, Cipro, Croazia, Estonia, Francia, Germania, Lituania, Malta, Polonia, Portogallo, Romania, Spagna, Turchia e Ungheria; i 4 accordi di mobilità ai fini di tirocinio da svolgersi negli uffici amministrativi e centri di ricerca presso le università in Spagna e Polonia; e i due accordi bilaterali che contemplano la mobilità sia a fini di studio che di tirocinio con due università in territori extra-europei (Argentina e Brasile). Le funzioni che il laureato in Scienze dei servizi giuridici dell'amministrazione andrà a svolgere riguarderanno lo svolgimento di processi organizzativi e decisionali pubblici, sia nella prospettiva interna alle pubbliche amministrazioni, sia in quella interna agli enti privati che entrano in relazione con amministrazioni pubbliche. I laureati del corso potranno svolgere attività, fino alla qualifica compatibile con la laurea triennale, come impiegati e funzionari nelle istituzioni, nelle pubbliche amministrazioni, nelle imprese private, in enti operanti nel settore sociale, socio-economico e politico. Si tratta senza alcun dubbio di un percorso universitario che pone la formazione, con spiccata vocazione internazionale, come obbiettivo fondamentale e "centrale" da realizzare e che trova nella sede di Nuoro il luogo ideale e "centrale" per la sua realizzazione.


6 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 20 agosto 2020 / UNINUORO - Pagina 24

Il Centro studi per i diritti è una realtà culturale e sociale di rilievo nel territorio

TUTELARE LA PERSONA E I POPOLI

di Gabriella Ferranti, coordinatrice del Centro studi sui diritti della persona e dei popoli di UniNuoro
A Nuoro, presso l'Università in via Salaris 18 ha sede il Centro studi sui diritti della persona e dei popoli; considerato una realtà culturale e sociale di rilievo per la comunità nuorese e per tutto il suo territorio. Il Centro ha tra le sue finalità la promozione dei valori universali dei diritti umani, la salvaguardia dell'ambiente, la solidarietà e la non discriminazione e la diffusione della consapevolezza dei diritti derivanti dalla cittadinanza europea.L'aula magna piena non solo di studenti, ma anche di rappresentanti di associazioni e di cittadini per partecipare (prima del lockdown) al ciclo di incontri "Uno sguardo sul mondo" che hanno portato a Nuoro esponenti istituzionali a livello internazionale per dialogare ed informare sui temi di rilievo nella tutela dei diritti umani come la questione palestinese e la sopravvivenza del popolo curdo, ha evidenziato che il Centro risponde ad esigenze di conoscenza del territorio nuorese. Proprio in un'ottica di apertura al contesto sociale ed alle sue esigenze di conoscenza e formazione è previsto in seno al Centro il Comitato dei portatori d'interesse. Possono farne parte tutte le organizzazioni pubbliche o private, singole persone o enti che intendano dare un contributo alle attività del Centro in termini di definizione di obiettivi e progettualità.La partecipazione e l'adesione all'attività del Comitato, che è organo consultivo come per tutti gli organi del Centro, è a titolo gratuito e volontaria. Covid 19 ha bloccato le attività avviate con successo, ma non certamente l'intenso lavoro di ricerca, analisi e programmazione che è stato costante, come evidenzia il prestigioso programma della Summer school on line The Future of Human Rights in Europe dedicata a "I diritti umani ai tempi del Covid 19" che si terrà dal 14 al 17 settembre. Il periodo dell'emergenza ha evidenziato il problematico rapporto tra la sicurezza della salute e la sicurezza dei diritti ed è opportuno pertanto che ci sia in proposito informazione competente per promuovere riflessioni ed il necessario dibattito. Certamente Covid 19 rende necessaria l'identificazione di un nuovo modello di società ed il Centro studi sui diritti della persona e dei popoli intende dare un contributo importante in termini di ricerca, analisi e dibattito. In questo ambito la formazione di sensibilità adeguate ai tempi, che fa parte anch'essa degli obiettivi del Centro, può rappresentare una risposta efficace. A progettare le attività un competente Comitato tecnico scientifico di cui è presidente onorario Piervirgilio Dastoli, presidente del Movimento europeo e coordinatrice la sottoscritta.


7 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 20 agosto 2020 / UNINUORO - Pagina 25
LA SCUOLA ESTIVA. La quinta edizione di "The Future of Human Rights in Europe" quest'anno si svolgerà online dal 14 al 17 settembre
GRANDI GIURISTI A CONFRONTO SULLA LIMITAZIONE DEI DIRITTI NELL'EMERGENZA CORONAVIRUS

di Maria Cristina Carta, docente di Diritto internazionale e dell'Unione europea e di Tutela dei diritti umani nello spazio giuridico europeo
Dal 14 al 17 settembre 2020 prenderà avvio la V edizione della International Summer School Nuoro "The Future of Human Rights in Europe", che fin dal 2016 rappresenta un fiore all'occhiello per il Dipartimento di Giurisprudenza di Sassari e per UniNuoro in termini di internazionalizzazione. Quest'anno sarà un'edizione speciale, interamente dedicata al tema dei diritti umani ai tempi del Covid-19. I Webinar si svolgeranno online sulla piattaforma Microsoft Teams ed in diretta Facebook nella pagina UniNuoro; avranno inizio alle 16 e sarà consentito a tutti gli interessati di assistere gratuitamente.
Nonostante l'iniziale rammarico per aver dovuto cancellare, a causa dell'emergenza sanitaria legata al Covid-19, l'edizione in presenza già programmata per luglio, abbiamo ritenuto opportuno garantire continuità all'iniziativa che ha negli anni riscosso un sempre maggiore successo di pubblico ed attirato nel Polo universitario di Nuoro partecipanti da numerosi paesi europei ed extra-europei (Spagna, Francia, Polonia, Germania, Sudan, Iran, Turchia e Congo). Abbiamo chiesto agli illustri ospiti di modificare gli argomenti inizialmente previsti per le loro relazioni, dando maggiore risalto a tematiche come le limitazioni alla libertà di circolazione, al diritto allo studio ed al diritto alla salute conseguenti al proclamato stato d'emergenza, resosi necessario a causa del dilagare del corona virus. Tutti i relatori, mostrando grande sensibilità, hanno confermato la loro partecipazione anche per il ciclo di webinar di settembre e comunicato i nuovi titoli dei loro interventi. In un momento storico così segnante come quello che stiamo vivendo e con l'auspicio che nel più breve tempo possibile si possa finalmente ritornare alla piena normalità nello svolgimento di tutte le attività universitarie, il Polo di Nuoro si conferma territorio chiave per mantenere alta l'attenzione sul tema della tutela dei diritti umani, gravemente compressi durante la pandemia che sta coinvolgendo metà della popolazione mondiale. Molti degli interventi analizzeranno, infatti, gli effetti devastanti che il moltiplicarsi incontrollato dei contagi ha avuto in questi mesi soprattutto sulle persone più vulnerabili, che vivono una vita precaria e versano in condizioni di svantaggio, come anziani, disabili e detenuti.Il buon esito dell'iniziativa - che in ragione della sua qualità scientifica ha ottenuto il patrocinio della Corte europea dei Diritti dell'Uomo di Strasburgo - sarà garantito dal costante sostegno del Consorzio UniNuoro e del Dipartimento GiuriSs. Illustri i relatori di questa V edizione: Ennio Triggiani ed Ugo Villani, Emeriti rispettivamente di Diritto dell'Unione europea e di Diritto internazionale presso l'Università di Bari; Giandonato Caggiano, ordinario di Diritto dell'Unione europea presso l'Università di Roma Tre; Angela Di Stasi, Ordinario di Diritto Internazionale presso l'Università di Salerno; Paola Mori, Ordinario di Diritto dell'Unione europea presso l'Università di Catanzaro; Lina Panella, Ordinario di Diritto internazionale presso l'Università di Messina e M. Cristina Carta, Ricercatrice di Diritto dell'Unione europea presso l'Università di Sassari e responsabile scientifico dell'iniziativa. Tra i relatori anche Alison Jones, rappresentante del Movimento British in Europe. Moderatore della prima giornata di studio l'avvocato Stefano Mannironi, del Foro di Nuoro, che da anni collabora con UniNuoro al fine di sensibilizzare studenti e popolazione sull'importanza di tematiche di stringente attualità legate alla protezione dei diritti fondamentali. Poiché una delle Relazioni della prima giornata della Summer School sarà dedicata al dibattuto tema del sovraffollamento carcerario ed al c.d. giustizialismo affievolito alla luce dei rischi epidemiologici legati al Covid 19, grazie alla collaborazione dell'Avv. Mannironi e della Garante dei detenuti di Nuoro Avv. Giovanna Serra, ci stiamo attivando per far sì che il primo incontro possa essere trasmesso dal carcere di Badu 'e Carros, nel rispetto di tutte le regole per la sicurezza comune. Auspichiamo - assieme alla prof.ssa Gabriella Ferranti, Presidente del Comitato tecnico-scientifico del Centro studi sui Diritti umani di Nuoro e colonna portante della Summer School sin dalla sua prima edizione - che dalle difficoltà di una così straordinaria e critica situazione legata al Covid-19, questa speciale edizione dedicata alla memoria della giovane laureata UniNuoro Gianfranca Deiana possa rappresentare un'occasione di riflessione e di crescita per molti e possa, grazie all'utilizzo della piattaforma online, raggiungere un numero elevato di partecipanti dall'Italia e dall'estero.


8 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 20 agosto 2020 / UNINUORO - Pagina 25
Dal diritto romano a oggi, una riflessione sulle violazioni della dignità delle donne
IL LABORATORIO "LAW AND GENDER"

di Stefania Fusco, docente di Diritto pubblico romano
Su iniziativa delle cattedre di Fondamenti del diritto europeo di Diritto pubblico romano e di Diritto privato romano dirette dalla prof.ssa Rosanna Ortu e dalla sottoscritta, presso il polo didattico di Nuoro del Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università di Sassari, e con la collaborazione del Consorzio per la promozione degli studi universitari nella Sardegna centrale, nel luglio scorso si è svolto, mediante più eventi live sulla piattaforma Teams il laboratorio "Law and gender": questioni di genere dal diritto romano al diritto contemporaneo. All'attenzione degli studenti la tematica dell'identità femminile e delle questioni di genere, al fine di fornire, attraverso l'indagine dei modelli del passato (da cui la divisione dei ruoli di genere trae origine) e degli istituti giuridici contemporanei la base di una seria riflessione sui cambiamenti necessari per una più profonda tutela giuridica della donna e la repressione di tutti quei comportamenti che ne violano la dignità umana, alla luce soprattutto della costante attualità della violenza nei confronti delle donne. Il laboratorio, inoltre, si è fatto portavoce di un movimento di carattere globale, espresso nella Agenda 2030, una Risoluzione adottata dall'Assemblea generale delle Nazioni unite il 25 settembre 2015. Il laboratorio, in particolare, ha fatto proprio l'obiettivo 5: raggiungere la parità di genere e l'emancipazione di tutte le donne e le ragazze, al fine di «porre fine ovunque a ogni forma di discriminazione nei confronti di donne e ragazze; eliminare ogni forma di violenza nei confronti di donne e bambine, nella sfera privata e in quella pubblica, compreso il traffico e lo sfruttamento sessuale e di ogni altro tipo; garantire la piena ed effettiva partecipazione femminile e opportunità di leadership a ogni livello decisionale in ambito politico, economico e della vita pubblica; avviare riforme per dare alle donne diritti di accesso alle risorse economiche, al controllo della terra e ad altre forme di proprietà e servizi finanziari». Tra gli illustri relatori di questa edizione vogliamo ricordare, la prof.ssa Iole Fargnoli (Università statale di Milano), il prof. Alessandro Hirata (Università di San Paolo), la prof. ssa Paola Ruggeri (Università degli studi di Sassari, la prof.ssa Sara Correa (Università di Araraquara - Uniara- Brasile), la prof.ssa Rosanna Ortu (Università di Sassari), la prof.ssa Anna Alberti (Università degli studi di Sassari), la prof. ssa Anna Samassimo (Università Cattolica di Milano), la prof.ssa Albertina Vittoria (Università di Sassari, l'avv. Elvira Useli (già presidente della Commissione pari opportunità del Comune di Sassari), la prof.ssa Luciana Goisis (Università di Sassari) e il prof. Fabio Botta (Università di Cagliari).

 


 

 

 

1 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 19 agosto 2020 / AGENDA - Pagina 18
Archeologia
Bando di selezione per la scuola di specializzazione in Archeologia. Domande entro il 10 settembre utilizzando la procedura disponibile nella sezione servizionline del sito dell’Università.

 

 

 

1 - L’UNIONE SARDA di martedì 18 agosto 2020 / PRIMO PIANO - Pagina 5

Covid-19. L’epidemiologo Contu: solo obblighi calati dall’alto, sbagliati i toni intimidatori
«MANCA LA CONDIVISIONE DELLE DECISIONI, E ALLA FINE PAGANO INTERE CATEGORIE DI LAVORATORI»

«Quel che è successo era prevedibile».

Perché?

«Perchè non era neanche fattibile. Insomma, sembra abbastanza difficile immaginare che in una discoteca ci sia un costante distanziamento e che si possa tenere la mascherina tutto il tempo, tra l'altro con l'alcol che via via diminuisce l'attenzione».

Lei avrebbe tenuto chiuse le discoteche?

«Queste sono sempre scelte totalmente politiche che, però, vanno sempre valutate e spiegate. Sono valutazioni di bilanciamento tra la necessità, fondamentale va ricordato, di assicurare lavoro e vita sociale da un lato e dall'altro il controllo e la diminuzione del contagio. Comunque c'è implicitamente un'accettazione dell'aumento dei casi».

Che cosa si è sbagliato?

«È mancato fin dall'inizio il coinvolgimento di chi gestisce l'industria del divertimento per capire quali soluzioni di compromesso si potevano trovare per far ripartire le aziende in sicurezza. Sono cose che sanno i gestori dei locali non i comitati scientifici, né i politici. Invece...».

Invece?

«È finita com'era facile prevedere. Invece di parlare, decidere assieme si è, come al solito, fatto calare le decisioni dall'alto. E il risultato è che adesso c'è un'intera categoria che ci perde».

L'epidemiologo Paolo Contu, docente di Igiene dell'Università di Cagliari, boccia su tutta la linea la comunicazione politica e sanitaria in tempi di pandemia. «Finora si è puntato sugli slogan, non si è mai spiegato chiaramente ai cittadini perché si devono tenere certi comportamenti e quali conseguenze ci possono essere in caso contrario. Per non parlare dei toni minacciosi che, va detto, nelle questioni di salute pubblica spesso sono controproducenti». Il professore ha a cuore il concetto di «empowerment dei cittadini», informazione e consapevolezza, ribadito anche nell'ultimo documento della IUHPE, l'Unione Internazionale per l'educazione e la promozione della salute, organismo di cui è vicepresidente per l'Europa.

Lei parla di «un'intera categoria che adesso ci perde»...

«E dobbiamo aggiungerci gli stagionali, l'indotto. Credo che da parte dei tecnici ci sia una sottovalutazione dell'aspetto economico».

Tanti suoi colleghi plaudono alla decisione di chiudere le discoteche...

«Io vedo che qui si sono sommati molti errori: decisioni prese senza dare spiegazioni e soprattutto non condivise con chi, poi, una situazione la deve gestire. Oggi sono le discoteche, domani può essere la scuola. Insomma, se i gestori delle discoteche fossero stati coinvolti nell'organizzazione della riapertura, forse avrebbero spiegato che, a quelle condizioni, sarebbe stato impossibile ballare».

Cosa pensa dell'obbligo della mascherina all'aperto?

«C'era anche prima, no? Insomma, il ragionamento è che devo metterla se non posso stare a distanza di un metro. Lo sapevamo già, che senso ha presentarla come una misura nuova? E poi il tono è stato un po' fastidioso. Direi un tono di minaccia».

Perché si è parlato di rischi di chiusure a zona e altre misure drastiche?

«Minacce che non servono, anzi, sono controproducenti».

Comunque un certo lassismo c'è, da parte dei cittadini...

«È una regola della promozione della salute: mai usare termini dispregiativi riguardo i comportamenti. In ogni caso, l'errore è che si è puntato troppo sugli obblighi e poco sul ragionamento e la consapevolezza. Non basta dire come avviene l'infezione e cosa devo fare per evitarla usando distanza, mascherina e igiene delle mani. Tutto va spiegato e motivato».

Tra un mese dovremmo riaprire le scuole...

«Anche qui: non si possono calare regole dall'alto senza consultare chi a scuola ci deve stare. E, a questo punto, francamente mi pare che siamo molto in ritardo».

Piera Serusi

 

 


2 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 18 agosto 2020 / PROVINCIA DI ORISTANO - Pagina 38
Asuni: il Comune trova la sede, l'ateneo cagliaritano avvia cinque corsi

LAUREA ANCHE A DISTANZA E L'UNIVERSITÀ È PIÙ VICINA
Il sindaco Petza: «La lotta allo spopolamento passa attraverso l'istruzione»

di Ivana Fulghesu
ASUNI Un calcio allo spopolamento e uno ai problemi legati al Covid. Il progetto portato avanti dal Comune e dall'Università di Cagliari arriva proprio in un momento in cui al primo problema, quello della fuga dai paesi dell'interno, si unisce l'emergenza sanitaria. Ci si prova così con la possibilità di proseguire gli studi anche dopo le scuole superiori senza per forza dover frequentare nelle sedi universitaria. Dopo gli annunci, arriva ora il momento delle iscrizioni ai corsi universitari che si potranno seguire a due passi da casa nella nuova sede di Asuni.
Nel pieno rispetto dei tempi annunciati, nasce Unica@Asuni il punto di fruizione a distanza dei servizi didattici erogati dall'Università di Cagliari a favore degli studenti residenti nel territorio dell'Alta Marmilla e dei centri vicini. Un progetto ambizioso, frutto di un accordo siglato lo scorso giugno tra l'ateneo cagliaritano e il Comune, che punta a migliorare la qualità, l'efficienza e l'efficacia dell'azione formativa e a prevenire e ridurre l'abbandono degli studi universitari.
L'inizio delle lezioni è previsto ad ottobre, simultaneamente a quello nelle aule cagliaritane, e nei giorni scorsi è stata comunicata l'offerta formativa che prevede corsi di laurea in Scienze della comunicazione, Economia e gestione Aziendale, Scienze dell'amministrazione e dell'organizzazione, Beni culturali e Spettacolo, Ingegneria elettrica, elettronica e informatica.
Per lo svolgimento delle attività, il Comune ha messo a disposizione i locali dell'ex scuola elementare e tutta la dotazione informatica necessaria per consentire agli studenti di fruire dei servizi. «Confidiamo che la presenza dell'Università nel territorio - dice il sindaco Gionata Petza - pensata come un punto di fruizione e di confronto e non come punto di semplice consultazione telematica, possa essere uno strumento per l'accrescimento delle competenze, volano indispensabile per la nostra crescita e quella del nostro territorio». È, dunque, un importante investimento in istruzione e cultura, che certamente rappresenta una preziosa opportunità per i giovani del territorio, ma che potrebbe anche contribuire a contrastare lo spopolamento. «Quello che un punto di fruizione locale rappresenta - spiega il sindaco Petza - non è solamente l'offerta della possibilità di seguire una lezione, ma la possibilità di abbattere le distanze grazie alla rete, di creare un confronto tra i colleghi, di costruire gruppi di studio e avere il supporto in presenza di un tutor multidisciplinare in costante contatto con l'Università di Cagliari».
Per avere maggiori informazioni sui corsi, sugli sbocchi professionali e sulle scadenze, è possibile inviare una e-mail all'indirizzo unica.asuni@gmail.com.

 

 

 

 

1 - L’UNIONE SARDA di lunedì 17 agosto 2020 / Speciale CULTURA - Pagina IV
MA LA PAROLA SARDEGNA NON DICE CHI SONO I SARDI

La Sardegna è solo un'isola? Franciscu Sedda, semiologo dell'Università di Cagliari, fa di questa domanda provocatoria il filo conduttore di una riflessione in cinque parti che invita a giocare con le nostre identificazioni. Oggi la terza parte.

La storia confonde nomi, cose, significati. O forse siamo noi che la ascoltiamo troppo distrattamente quando prova a ricordarci che non basta dire Sardegna per riferirsi ai sardi o quando ci insegna che lungo la nostra storia non siamo stati solo un'isola . Prendiamo la battaglia di Sanluri del 1409. Se si racconta che i due eserciti in campo rappresentavano il Regno di Sardegna e il Giudicato d'Arborea viene facile associare al primo i sardi e al secondo gli oristanesi (sperando che qualcuno non abbia pensato che in battaglia ci fosse un'impresa produttrice di latte). Eppure il Regno di Sardegna era un'istituzione creata da un papa e data in appalto alla Corona d'Aragona. Ed erano gli stessi catalano-aragonesi a vedere nel Giudicato d'Arborea il rappresentante della nació sardesca : il Rennu de Arbaré agiva infatti per il bene della republicha sardischa , come dice la Carta de Logu voluta da Eleonora (pardon, Elianora ).

METTERE I NOMI GIUSTI

In attesa di mettere i nomi giusti al posto giusto - Corona d'Aragona vs Republicha sardischa? - resta un fatto: qui Sardegna più che un'isola è un collettivo, un'istituzione, un ideale. E questi, anche quando paiono coincidere con uno spazio definito, sono altro. Due esempi per capirci. Nel Settecento sotto il nome Regno di Sardegna ricadranno anche territori peninsulari come il Piemonte, senza che ciò significasse alcun potere politico o culturale per i sardi: Sardegna era più che un'isola ma i sardi era come se in essa non esistessero. Anno mille: i sardi non avevano dubbi sull'essere sardi, nondimeno spezzettarono l'isola nei quattro regni di Cagliari, Torres, Arborea, Gallura e di tanto in tanto non disdegnarono darsele per avere in essa la primazia. Qui i sardi hanno il potere sotto forma di più entità sovrane di cui nessuna però porta il nome Sardegna .

QUESTIONE ATTUALE

Non si tratta di questioni passate. Oggi la Sardegna corrisponde ad una Regione Autonoma dell'Italia, dunque una parte di una totalità più ampia, tanto che molti sardi non trovano contraddizione nella frase “Cagliari è una delle più belle città della Penisola”. Al contempo per alcuni sardi, invero pochi o molto silenziosi, Sardegna indica una nazione . Il che non rende le cose più semplici dato che l'idea di nazione è soggetta a restringersi o espandersi nello spazio e nel tempo. Nell'idea nazionalista essa è associata a un che di trascendente che più che in uno spazio sta di volta in volta nel sangue, nella lingua o in qualche tradizione. Nell'idea etnicista è identificata con alcune zone specifiche dove la qualità nazionale (ma più spesso si tratta di una generica qualità sarda) resiste: “la Sardegna vera è quella dell'interno!”. Nell'indipendentismo progressista Sardegna è un progetto che include tutte le isole della Sardegna e con esse tutta la pluralità culturale, presente e futura, dell'isola.

MOLTEPLICI PROSPETTIVE

La verità è che questa cosa che per comodità, qui e ora, chiamiamo Sardegna è materia contesa fra molteplici definizioni, narrazioni, poteri. Ognuno imprime su di essa una forma che produce sostanze differenti: isola o arcipelago, regno altrui o molti regni propri, regione o nazione, frammento o totalità, appendice o centro. Addirittura una Sardegna contro i sardi oppure dei sardi che fanno la Sardegna attraverso simboli oggi difficili da riconoscere: come quando ci unimmo attorno al nome di Arbaré per combattere il Regno di Sardegna . (3.continua)
di Franciscu Sedda

 

 

 

 

1 - L’UNIONE SARDA di sabato 15 agosto 2020 / AGENDA - Pagina 31
ARCHEOLOGIA
Bando di selezione per la scuola di specializzazione in Archeologia. Domande entro il 10 settembre utilizzando la procedura disponibile nella sezione servizi online del sito Università, all’indirizzo “https://unica.esse3.cineca.it/Home.do”. Può accedere alla scuola di specializzazione in Beni archeologici chi è in possesso di laurea in Archeologia (S/2), laurea magistrale in Archeologia (LM-2), laurea in Lettere vecchio ordinamento equiparata alle lauree in Archeologia S/2 e LM/2 o altro titolo equivalente conseguito con un minimo di 90 crediti (Cfu) nei settori disciplinari dell’ambito caratterizzante. La scuola di Beni archeologici è subordinata al superamento di una selezione pubblica.

 

 


8 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 15 agosto 2020 / SASSARI - Pagina 15
APPROVATE DUE DELIBERE
L'Aou stabilizza 23 operatori presto assunti anche 28 medici

SASSARI L'Azienda ospedaliero universitaria di Sassari stabilizza 23 operatori sanitari. Le due delibere approvate ieri, infatti, prevedono il passaggio da tempo determinato a tempo indeterminato di sedici infermieri e sette operatori socio sanitari. A presentare domanda di stabilizzazione, in realtà, sono stati quaranta (trenta infermieri e dieci Oss) ma soltanto 23 avevano i requisiti previsti dall'articolo 20, comma 1, del decreto legislativo 75/2017 e dalla legge di bilancio 2020 numero 160/2019 e dalla legge 8/2020.Le istanze sono arrivate all'Aou dopo l'indizione dell'avviso pubblico per la procedura di stabilizzazione del personale precario del comparto Sanità, approvato dal commissario straordinario nell'aprile scorso. «Si tratta di un risultato molto importante - commentano i vertici aziendali - perché si conclude quel percorso, avviato come da mandato dell'assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, per la stabilizzazione di infermieri e Oss precari che, nell'ambito dell'emergenza Covid, beneficiano della deroga temporanea all'applicazione delle disposizioni in materia di piani di fabbisogni del personale e di bilanci di previsione. Inoltre, si dà una certezza in più ai tanti lavoratori che, da tempo precari nel settore della sanità, potranno così trovare una maggiore stabilità». Una buona notizia, dunque, in tempi in cui le carenze di organici nella sanità rischiano di compromettere la già difficile situazione degli ospedali che negli ultimi mesi hanno lavorato a pieno regime.L'Aou di Sassari, inoltre, sta definendo le procedure di stabilizzazione anche per altro personale del comparto e per quello della dirigenza medica. In particolare, per il comparto si prevede di trasformare il tempo determinato in tempo indeterminato per sedici operatori sanitari, tra questi figurano tecnici di laboratorio, tecnici di radiologia medica, fisioterapisti e ostetriche. Per quanto riguarda la dirigenza medica, invece, sono ventotto le figure che saranno stabilizzate. Si tratta in questo caso di medicidi diverse discipline: accettazione e urgenza, urologia, oftalmologia, fisiatria, neurologia, medicina interna, ematologia, medicina trasfusionale, chirurgia plastica e geriatria.

 

 

 

 

1 - L’UNIONE SARDA di venerdì 14 agosto 2020 / CAGLIARI - Pagina 21
Università. Dopo sei anni di abbandono sono in programma lavori per 9 milioni di euro
LA RINASCITA DELLA CLINICA MACCIOTTA
Gli edifici, ristrutturati, tra due anni ospiteranno nuovi laboratori e aule

Sei anni di attesa per ottenere l'ultimo via libera, quello edilizio, che riporterà l'ex clinica Macciotta all'antico splendore. Martedì, al termine di una procedura burocratica cominciata nel 2014 e la cui farraginosità avrebbe sfinito chiunque, dal Comune è arrivato l'ok: «Ristrutturate». L'Università può portare a termine la trasformazione dell'imponente complesso medico che ha fatto la storia della pediatria in città. Tra via Ospedale e via Porcell, dove si trovavano reparti, pronto soccorso, sale mediche e ambulatori per neonati e bambini (tutto trasferito da tempo al Policlinico di Monserrato e al Microcitemico), sorgeranno studi, aule e laboratori destinati ad altri attività. L'intenzione è spostare qui parte del polo che gravita su via Sant'Ignazio (Economia soprattutto) e il dipartimento di Matematica e informatica che attualmente occupa, ultimo rimasto, l'adiacente Palazzo delle scienze. Il capoluogo torna a impossessarsi di un'area storica.

I LAVORI E LA SPESA

Se tutto andrà nel migliore dei modi - dunque senza intoppi nella procedura di gara, nell'affidamento delle opere e nella loro realizzazione - gli interventi saranno completati entro due anni, anche perché qualcosa è stato già realizzato: in attesa del benestare comunale le maestranze dell'Ateneo nei mesi scorsi hanno ripulito tutta l'area esterna, quella davanti alla quale sorge l'ex clinica Aresu (dove ha sede la facoltà di studi umanistici), portando via quintali di spazzatura ed erba secca. Adesso deve essere predisposto il bando, quindi dovranno essere valutate le offerte e infine saranno assegnati i lavori. Si prevede una spesa di 9 milioni di euro per risistemare da cima a fondo tutti gli edifici di un'area vasta circa 5mila metri quadrati. La speranza è far aprire il cantiere a inizio 2021 e chiuderlo dopo un anno e mezzo. Tempi contingentati, perché gli operai saranno seguiti passo per passo dalla Soprintendenza (nel caso si scoprano reperti archeologici) e da esperti di esplosivi (sia mai che spuntino vecchi ordigni bellici: sarà utilizzato un apposito georadar). Va da sé che, nel caso si trovasse qualcosa, tutto si bloccherebbe e i due anni potrebbero diventare tre. O più.

LE CONCESSIONI

In ogni caso l'ultimo fondamentale passaggio per avviare la macchina è arrivato. Il progetto per la ristrutturazione risale al 2012 e mancava solo questo tassello: l'Ateneo aveva già ricevuto lo scorso maggio il benestare paesaggistico dallo stesso Comune e, nel 2014, il via libera dei vigili del fuoco e della Soprintendenza (sono edifici vincolati) durante l'apposita conferenza di servizi. Era l'anno in cui gli ultimi reparti ancora attivi nel complesso (la clinica pediatrica e quella di neuropsichiatria infantile) erano stati trasferiti all'ospedale Microcitemico. Tutti gli altri erano andati al Policlinico di Monserrato già nel giugno 2013.

ALCUNI VOLUMI SOSPETTI

Ma gli uffici comunali nel 2017-2018 anno voluto maggiori dettagli sui volumi edificatori temendo fossero eccessivi, e a inizio di quest'anno hanno chiesto fosse dimostrata la regolarità di quanto costruito sino ad allora. L'opera era stata realizzata dal Genio civile ma l'Università ha dovuto spulciare tra tutti gli archivi esistenti recuperando carte impolverate e ingiallite riguardanti ogni edificazione in quell'area sin dal 1934. Pochi mesi fa ha realizzato anche una perizia giurata che legittimava i volumi presenti nel complesso. Sono rimasti dubbi su alcuni locali definiti dagli addetti ai lavori «grandi come un'edicola». Il Municipio ha chiesto il loro abbattimento per ottenere il via libero edilizio, ma i tecnici dell'Università hanno presentato una contro proposta: dateci l'ok, noi cominciamo le opere e intanto continuiamo a cercare le carte che dimostrino la liceità di quei piccoli spazi. Se le troviamo, è tutto in ordine ed evitiamo di abbattere costruzioni legittime; se non le recuperiamo, butteremo giù quei muri. Ed è arrivata la concessione.

Andrea Manunza

 

 

2 - L’UNIONE SARDA di venerdì 14 agosto 2020 / CAGLIARI - Pagina 21
Reazioni. Maria Del Zompo
Rettrice soddisfatta «Rendiamo alla città un'area importante»

«È un progetto importante, vogliamo aiutare dipartimenti che attualmente sono in difficoltà per mancanza di spazi, studi e laboratori. Finalmente abbiamo tutte le autorizzazioni per avviarlo». La rettrice Maria del Zompo è soddisfatta, non potrebbe essere altrimenti, dopo il via libera edilizio comunale (l'ultimo necessario tra i tanti) che consentirà all'Ateneo di ridare lustro a «una parte importante della città che sarà restituita a una vita normale», sostiene Del Zompo, «è un edificio storico della facoltà di medicina che per decenni è stato sede della pediatria e del pronto soccorso pediatrico universitario». Poi dal 2014, col trasloco definitivo degli ultimi reparti in altra sede, i locali sono stati abbandonati. «Ma ora rientriamo in gioco»

Nei vari caseggiati dovrebbero essere trasferiti in particolare aule e laboratori di matematica ed economia, «ma soprattutto avremo un numero maggiore di aule studio per i ragazzi e la possibilità di ampliare l'offerta ricavando spazi per le lauree magistrali e triennali». Non solo. Nell'atrio sarà «ricostruita la storia della clinica» e nell'edificio sorgerà uno spazio dedicato alla mensa per studenti e personale che però potrà anche «essere utilizzato dai cittadini all'interno e all'esterno, soprattutto la sera». Sarà bandita una gara per affidare il servizio. «Siamo doppiamente contenti», chiude la rettrice, «e ringrazio il sindaco Paolo Truzzu per aver posto l'attenzione necessaria a superare i problemi».

An. M.

 

 


8 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 14 agosto 2020 / SARDEGNA - Pagina 7
La gestione dei grandi ospedali è stata la causa del rinvio del voto a settembre

LE UNIVERSITÀ ALZANO LA VOCE:
«CI SERVONO PIÙ POSTI LETTO»

di Umberto Aime
CAGLIARI È zoppa ma blindata. Per altre due settimane, fino all'inizio di settembre, la riforma sanitaria del centrodestra resterà un'incompiuta. All'ultimo momento, mercoledì sera, il ritorno delle otto Asl è stato congelato dal Consiglio regionale. Un rinvio deciso in corsa dalla coalizione al governo della Regione, per evitare contraccolpi troppo forti sugli equilibri interni.
Il valzer. L'accordo su fusioni, traslochi e distacchi degli ospedali non c'è ancora e non sarà facile da trovare fra i Riformatori e l'Udc. Anzi, per la precisione, il centrodestra in blocco sarebbe schierato a favore del trasferimento del Marino di Alghero sotto il controllo dell'Azienda universitaria sassarese. Mentre sul futuro degli ospedali cagliaritani, il Microcitemico e l'Oncologico, proprio i due partiti di Centro continuano a pensarla in modo diverso. I Riformatori vogliono che restino accorpati al Brotzu: è così da qualche anno. L'Udc, invece, punta a riportarli sotto la gestione della futura Asl 8, com'era in passato. In mezzo, però, c'è l'esigenza delle due Università, Sassari e Cagliari, che da sempre pretendono di avere più posti letto a disposizione. Perché se dovessero rimanere gli attuali, che sono troppo pochi rispetto agli standard nazionali, le due scuole di specializzazione in medicina potrebbero essere ridimensionate. È un rischio, ha fatto sapere il rettore di Cagliari Maria Del Zompo, da «scongiurare in qualunque modo».
I grandi ospedali. La cartina geo-sanitaria è bella che disegnata. In testa alla piramide, come l'ha pensata e votata il centrodestra, non ci sarà più l'Ats. Subentrerà l'Ares, che gestirà a livello regionale gli appalti, la contabilità, il personale e i concorsi. Invece gli ospedali, la sanità territoriale e le reti di cura ritorneranno a essere un'esclusiva delle Aziende sanitarie locali. Saranno otto, con gli stessi confini delle Province e delle Città Metropolitane: Cagliari, Sassari, Gallura, Nuoro, Oristano, Ogliastra, Sulcis-Iglesiente e Medio Campidano. Il presidente del Consiglio regionale, Michele Pais, Lega, ha commentato: «Riportiamo finalmente la sanità vicino ai cittadini, lasciandoci alle spalle l'esperienza fallimentare dell'Ats». Nascerà comunque una cabina di regia per decidere le strategie sanitarie: sarà il coordinamento dei direttori generali dell'Ares, delle otto Asl, più quelli del Brotzu, delle aziende universitarie di Sassari e Cagliari e dell'emergenza-urgenza, l'Areus. A proposito del Brotzu il presidente del Consiglio comunale di Cagliari, Edoardo Tocco, Forza Italia, ha detto: «Va rilanciato al più presto. Deve ritornare a essere un'eccellenza». Ancora: la Giunta ha confermato di voler costruire, con i milioni in arrivo dal Governo, tre ospedali e saranno a Sassari, Cagliari e San Gavino. Nel frattempo, però, la stessa Giunta dovrà chiarire il ruolo del Mater Olbia: è privato ma sta per scadere la deroga concessa anni fa dal ministero della salute sul suo posizionamento all'interno del sistema sanitario regionale. C'è infine il caso della rete ospedaliera, ovvero la distribuzione territoriale dei posti letto reparto per reparto: il Consiglio, grazie a un accordo trasversale, è riuscito a evitare che sia la Giunta a decidere le eventuali, ma tutti sanno necessarie, correzioni rispetto alla mappa del 2017.I piccoli ospedali. In aula le opposizioni, soprattutto il Pd, hanno ricordato che «con la nostra riforma, neanche uno è stato chiuso». Ora tutti pare vogliano farli crescere: sono e saranno il vero pilastro della sanità territoriale, insieme alle case della salute. Ma proprio sul rilancio di La Maddalena, Thiesi, Ittiri, Bosa, Ozieri, Sorgono, Isili e Muravera s'è consumato il secondo strappo, dopo quello sugli accorpamenti, in Consiglio regionale. Anche l'articolo su come dovranno essere ristrutturati è stato rinviato a settembre. Il motivo dello slittamento potrebbe essere questo: Nuoro, Olbia, Iglesias e Oristano non vogliono essere tagliati fuori dal maxi piano di investimenti annunciato in aula dal governatore Christian Solinas, intenzionato a investire nella sanità buona parte dei miliardi che dovrebbero arrivare dall'Unione europea attraverso la montagna di finanziamenti post Covid. In ogni caso, qualcosa s'è già mosso per gli ospedali periferici. Con un emendamento, proposto dal leghista Dario Giagoni, è passato l'immediato potenziamento delle emergenze-urgenze nelle zone disagiate.

SASSARI - Pagina 14

UNIVERSITÀ >> SPECIALIZZAZIONI
Parla il presidente della facoltà di Medicina: «Ho fiducia in Regione e Aou»

MONTELLA: «CARDIOLOGIA, LA SCUOLA VA SALVATA»

Sulle altre strutture: «Il riordino rigoroso ha aumentato qualità, fondi e posti»

di Giovanni Bua
SASSARI «La Scuola di specializzazione di Cardiologia deve essere salvata e sono sicuro che la Regione e la Aou di Sassari sapranno dare le risposte necessarie affinché la Clinica Cardiologica sperimentale, struttura assistenziale sede della scuola di specializzazione abbia i requisiti per potere garantire l'accreditamento della scuola. Tra università e azienda sono intercorsi negli ultimi mesi tutta una serie di colloqui allo scopo di raggiungere questo obiettivo indispensabile per la sanità sassarese».Così Andrea Montella, presidente della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università di Sassari, che interviene dopo l'allarme lanciato dalla Nuova Sardegna relativo al rischio chiusura della scuola.Ma se per Cardiologia la situazione è preoccupante, così non è per le altre scuole di specializzazione dell'Ateneo turritano che anzi, sottolinea il presidente della Facoltà di Medicina e Chirurgia, godono di ottima salute e interessanti prospettive di crescita.«Le scuole di specializzazione di area medica - sottolinea Montella - sono state oggetto lo scorso anno di una profonda riforma ministeriale, che ha avuto lo scopo di rendere più rigorosi i requisiti di accreditamento, questo fatto ha determinato inevitabilmente su tutto il territorio italiano la chiusura di molte scuole di specializzazione. Le Università di Sassari e di Cagliari, in maniera coordinata e facendo per una volta sistema, hanno prontamente provveduto ad accreditare le proprie scuole di specializzazione secondo i nuovi parametri, riuscendo in tal modo a garantire nelle sedi universitarie sarde un numero congruo di scuole di specializzazione attive, con un organico di medici specializzandi addirittura maggiore rispetto agli anni precedenti».Per la sede di Sassari numeri sono i seguenti: 19 scuole di specializzazione attive con sede amministrativa a Sassari (delle quali solo 4 hanno l'accreditamento provvisorio - e tra queste la SdS in Cardiologia), a cui devono aggiungere le 13 Scuole di specializzazione con sede amministrativa a Cagliari in convenzione con l'università di Sassari. «L'obiettivo per il futuro - continua Montella - è quello di continuare a investire sulla qualità delle scuole di specializzazione e di garantire l'incremento dei finanziamenti statali e regionali sulla formazione specialistica in area medica. La Facoltà di Medicina di Sassari, attraverso i dipartimenti universitari di area medica ha avviato da alcuni anni, con fondi di Ateneo e con fondi regionali, un ambizioso programma di reclutamento di docenti altamente qualificati proprio allo scopo di rafforzare i corsi di laurea e le scuole di specializzazione».
«I segnali ricevuti - chiude il presidente della Facoltà - ci fanno ottimisticamente ritenere che quest'anno ci sarà un ulteriore e significativo passo in avanti: Nella banca dati nazionale del Miur è stato ricalcolato il numero degli iscrivibili al primo anno delle scuole di specializzazione di Sassari portandolo da 158 a 329. Inoltre, sembra oramai accertato che il Miur finanzi ben 122 contratti per la formazione medica specialistica a Sassari (contro i 79 dello scorso anno) a cui si aggiungeranno i contratti regionali che saranno concessi dalla Regione proprio in questi giorni».

SASSARI - Pagina 14
SOLIDARIETÀ
I punti vendita Conad donano 70mila euro all'Aou di Sassari

SASSARI La generosità non va in vacanza. Sono numerose, infatti, le donazioni di cittadini, imprese, associazioni che sono state recepite in questi giorni dall'Aou. Alcuni hanno donato somme di denaro derivanti da raccolta fondi, altri apparecchiature utili per l'attività delle unità operative e altri ancora forniture di libri per i bambini e i ragazzi.Nell'ambito delle raccolte fondi, trova risalto quella realizzata dalla Conad e da alcuni punti vendita della provincia di Sassari a favore dell'Aou. Il valore contributivo dei soci Conad del territorio è stato di quasi 50mila euro. A questa somma, grazie al progetto "Unisciti a noi" si sono aggiunte le donazioni volontarie dei clienti alle casse dei negozi, per un importo di circa 20mila euro. L'Alleanza Aio-Andi ha donato un ecografo per la Pneumologia Clinica e cinque pompe peristaltiche per l'Anestesia e Rianimazione. La Medical Concept Lab di Sassari ha donato alla Cardiochirurgia una centrifuga completa di rotore. A questa si aggiunge la donazione dell'associazione sportiva culturale no-profit "Gianni Fresu" di Porto Torres che ha donato alla Pediatria un Monitor Vitaguard, tre confezioni di elettrodi neonatali e tre sensori Una serie di libri sono stati donati dalla società Giunti al Punto.

 

 

 

1 - L’UNIONE SARDA di giovedì 13 agosto 2020 / PRIMO PIANO - Pagina 9

Regione. Nuove strutture sanitarie con i soldi dell’accordo entrate col Governo: passa emendamento della giunta

L'OSTACOLO OSPEDALI FERMA LA CORSA IN AULA RIFORMA A SETTEMBRE
Presìdi regionali, gelo Udc-Riformatori

DEL ZOMPO: “Il Businco stia con l’Aou. La fusione dell’Oncologico con l’Azienda ospedaliera universitaria è necessaria per mettere in sicurezza il sistema regionale della sanità e per dare un sbocco ai laureati in Medicina”

Il nodo sullo scorporo degli ospedali ha fatto slittare il varo della riforma che ripristina le otto vecchie Asl a settembre. Ieri maggioranza e opposizione sono arrivate a un'intesa: esaminare direttamente dopo le vacanze l'articolo 17 sul passaggio del Microcitemico e dell'Oncologico dal Brotzu alla Asl 8. A fine serata si è deciso di rimandare anche l'esame del 41 su un piano straordinario di ristrutturazione e manutenzione dei piccoli ospedali. In compenso è passato un emendamento della Giunta molto importante: «Prevede la possibilità di utilizzare i fondi dell'accordo sottoscritto col governo per la partita entrate», ha spiegato il presidente Christian Solinas, «per finanziare le nuove realizzazioni di ospedali previste dall'articolo 40 e le nuove ristrutturazioni previste dal 41. Questo significa che potremo andare ben oltre i venti milioni previsti». Via libera anche a 250mila euro per contribuire alla conservazione delle raccolte del patrimonio genetico dei sardi, anche istituendo una specifica Fondazione.

SCORPORO RINVIATO

La richiesta di rinvio dello scorporo è arrivata da più parti in entrambi gli schieramenti. Il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus ha invitato il centrodestra «a non prendere decisioni del genere a pochi giorni da Ferragosto, si tratta di temi che necessitano di ulteriore tempo per riflettere». Per esempio, sull'eventualità che i due ospedali, o almeno il Businco, possano transitare nell'orbita dell'Aou, considerato che servono un certo numero di posti letto per far funzionare le scuole di specializzazione e la stessa facoltà di medicina. Ieri, a stretto giro, l'Università di Cagliari ha chiesto ufficialmente la fusione dell'Oncologico con l'AoU. «È necessaria per mettere in sicurezza per il presente e per il futuro il sistema regionale della sanità e dare sbocco professionale ai laureati sardi in medicina e chirurgia», ha spiegato in una nota il Rettore Maria Del Zompo.

LE CONDIZIONI

In maggioranza i Riformatori non hanno mai fatto mistero di essere contrari a uno scorporo che l'Udc ha voluto veder scritto in legge. La questione destabilizza gli equilibri del centrodestra che ieri, in generale, si è mostrato ben disposto sulla soluzione rinvio. Ma a una condizione: che a settembre, dopo l'approvazione del ddl della sanità, si possano portare in Aula il disegno di legge 107, che riforma la Regione aumentando i poteri del presidente della Giunta anche sugli assessori, e il 127 in materia di servizi sociali. Solo successivamente entrerebbe tra i banchi dell'Assemblea il testo unificato sulle Province. L'opposizione, da parte sua, si è impegnata a rinunciare all'ostruzionismo: promessa mantenuta visto che in un giorno l'Aula ha votato 47 articoli.

STABILIZZAZIONI

Anche per agevolare l'accordo sul rinvio a settembre, la Giunta ha fatto suo un emendamento di Leu - approvato poi dall'Aula - che consente la stabilizzazione del personale precario in servizio presso le aziende sanitarie. «Dopo tante battaglie - ha commentato il capogruppo di Leu Daniele Cocco - siamo riusciti ad approvare un emendamento condiviso che consente di tutelare il patrimonio di esperienze professionali presenti nel sistema sanitario regionale, garantendo un lavoro stabile a circa 250 lavoratori, che ogni giorno si occupano con grandi sacrifici della nostra salute».

SANITÀ DIGITALE

Novità sul fronte della telemedicina. Un emendamento della Giunta ha recepito una proposta dei Riformatori sulla sanità digitale: presso l'Ares sarà istituita una struttura con l'obiettivo di promuovere nuove modalità di diagnosi e cura, evitando lo spostamento fisico del paziente, di diffondere l'utilizzo della cartella clinica elettronica e del fascicolo sanitario elettronico anche per creare network dematerializzati di logistica sanitaria. L'Ares inoltre elabora un piano triennale di sanità digitale. «Un tema strategico», ha detto Michele Cossa, «dal momento che la Regione ha avviato un investimento importante sulla banda larga».

Roberto Murgia

 

 


2 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 13 agosto 2020 / SASSARI - Pagina 15
La struttura universitaria creata per rispettare i parametri è una scatola vuota
CARDIOLOGIA, PER LA SCUOLA TORNA L'INCUBO CHIUSURA

Serve un docente associato per attivarla ma il concorso rischia di andare deserto

di Giovanni Bua
SASSARIÈ di nuovo a rischio il futuro della scuola di specializzazione in malattie dell'apparato cardiovascolare dell'università di Sassari. Messo in pericolo dai rinnovati e assai stringenti requisiti ministeriali per l'accreditamento delle Scuole di Specializzazione, che hanno innescando un complesso risiko all'interno di università e Aou per salvaguardare gli equilibri tra "ospedalieri" e "universitari". Risiko che aveva portato nella scorsa primavera all'attivava della struttura semplice dipartimentale denominata "clinica cardiologica e sperimentale" a direzione universitaria determinando nel contempo la cessazione della struttura semplice a direzione universitaria "emodinamica e cardiologia interventistica". La nuova struttura avrebbe dovuto operare parallelamente alla struttura complessa "cardiologia clinica e interventistica" a direzione ospedaliera salvaguardando l'esistenza della scuola di specializzazione.
Problema risolto dunque? Purtroppo no. Infatti, i requisiti ministeriali per l'accreditamento delle scuole di specializzazione richiedono la presenza di un secondo docente di II fascia (un professore associato). Il concorso, già bandito una prima volta dall'Università di Sassari nel 2019, ha visto la rinuncia di entrambi i candidati risultati idonei e vincitori della procedura comparativa.
Si sperava però che con la nascita della clinica cardiologica e sperimentale si sarebbe posto fine a questa situazione. Infatti, bandendo un nuovo concorso per docente di II fascia, Uniss avrebbe potuto finalmente garantire la presenza di un altro professore e salvare la Scuola di Specializzazione. In effetti Uniss ha bandito un nuovo concorso i cui termini per la presentazione delle domande sono appena scaduti. Problema risolto? Ancora una volta no. Infatti la clinica cardiologica e sperimentale esiste al momento solo sulla carta ed il timore è che resti una "scatola vuota", una struttura magari ambulatoriale, priva di posti letto di degenza e terapia intensiva coronarica, senza un accesso diretto alle sale di emodinamica ed elettrofisiologia, senza un laboratorio dedicato per la diagnostica non invasiva. Se questi sono i presupposti è lecito attendersi che anche il secondo concorso bandito da Uniss possa andare deserto. Nessun professionista con una abilitazione scientifica nazionale per fare il Professore Universitario accetterebbe un incarico in una Azienda in cui il suo ruolo e profilo assistenziale non siano chiaramente definiti.
L'unica soluzione possibile al momento è quella di definire subito ed in maniera chiara quelli che sono gli assetti strutturali ed organizzativi (sede, numero di posti letto, attività, pianta organica) della cardiologia clinica e interventistica (il cui bando per la direzione ospedaliera è stato appena pubblicato in gazzetta ufficiale) e della clinica cardiologica e sperimentale. Il rischio infatti è che se anche il secondo bando andrà deserto a quel punto per la Scuola di Specializzazione in Malattie dell'Apparato Cardiovascolare di Sassari sarà realmente l'epilogo. Reso ancor più indigesto dal fatto che la cardiologia di Sassari che ha dimostrato di essere il reparto più virtuoso dell'azienda Aou di Sassari, con numeri in crescita su tutti i settori, capace di dare risposte assistenziali con abbattimento delle liste d'attesa anche per le procedure più complesse e con una capacità formativa mai vista in precedenza.

 


3 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 13 agosto 2020 / SASSARI - Pagina 15
I numeri

IN POCO PIÙ DI 10 ANNI SI È PASSATI DA 44 A 22 SCUOLE ATTIVE

SASSARI Delle 44 scuole presenti fino al 2009 nell'ambito dell'ateneo sassarese, al momento esistono solo 6 scuole di specializzazione accreditate formalmente e 16 scuole accreditate in via provvisoria (tra le quali cardiologia). Ciò significa che sono state perse 22 scuole di specializzazione nell'arco di 10 anni e permane l'elevato rischio che se ne perdano altre in assenza di manovre di controtendenza. Calcolando una media di 16 specializzandi per scuola di specializzazione (4 per anno), significa che la nostra facoltà di Medicina e Chirurgia ha perso circa 350 medici in formazione, sottratti alla didattica, alla ricerca, alla assistenza e in definitiva al tessuto economico-sociale che ruota attorno all'università di Sassari.

Questionnaire and social

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