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Rassegna quotidiani locali a cura dell’Ufficio stampa e redazione web
10 August 2020

L'Unione Sarda



 

1 - L’UNIONE SARDA di lunedì 10 agosto 2020 / CULTURA - Speciale SARDEGNA ESTATE - Pagina IV

UN'ISOLA DAI MOLTI NOMI NEL MARE DEI SIGNIFICATI

La Sardegna è solo un'isola? Franciscu Sedda, semiologo dell'Università di Cagliari, fa di questa domanda provocatoria il filo conduttore di una riflessione in cinque parti che invita a giocare con le nostre identificazioni. Oggi la seconda parte.

di Franciscu Sedda

Sardegna Endless Island recita la campagna pubblicitaria che in questi anni ha definito l'immagine nostrana. Un'isola senza fine, questo siamo. E il fascino di quel senso d'infinitudine che sgorga da uno spazio finito sembra definitivo: cosa chiedere di più? Perché darsi pena a scandagliare il rapporto fra la Sardegna, il suo nome e il suo esser isola quando è lì che luccica attraente? Eppure proprio in quel claim , dietro il suo potere seduttivo, si annida un rischio: la vertigine di una doppia assenza. Dei sardi e della sardità. Come se ci si ritrovasse davanti ad uno specchio che proietta infinite immagini, tranne quelle di chi l'ha prodotto per riflettercisi.

FRA ITALIANO E INGLESE

Per rendersene conto bisogna porsi nel punto in cui un nome in italiano in una campagna in inglese incrocia il desiderio di offrirsi ai turisti come spazio utopico a loro disposizione. E farsi due domande. Perché nell'intera comunicazione sarda sulla Sardegna quasi mai compare il nome in sardo dell'isola? Perché nel racconto della Sardegna questa compare quasi sempre come spazio fisico invece che offrirsi attraverso una definizione che la renda immediatamente riconoscibile come soggetto produttore di storia e geografia?

La significatività del primo fatto è tanto più forte se si nota che persino nella comunicazione in inglese si utilizza il nome italiano Sardegna come marcatore di autenticità, come il nome proprio più autentico e identitario. E questo nonostante l'inglese Sardinia echeggi, lo mostreremo, sardità antica. La riduzione a mero spazio la si coglie meglio se pensiamo che dicendo isola la Sardegna rischia di apparire come un contenitore vuoto da riempire. Come spesso appare anche nella narrazione storiografica: la Sardegna fenicia, punica, romana, pisana, genovese, catalana, aragonese, spagnola, sabauda. E qui ci si ferma, quando sarebbe invece utile proseguire nella lista. Insomma, il potere mitopoietico del nome e quello utopico dell'isola non bastano a nascondere il travaglio della loro relazione. Invece vale la pena chiedersi fino a che punto e a quali condizioni Sardegna , Sardigna , Sardinia sono sinonimi equivalenti. O se piuttosto nella differenza linguistica non vibri altra diversità, che a volte è traccia o avvertenza di scosse.

SARDIGNA, SARDINNIA, SARDINNA

Del resto persino dentro una stessa lingua si può percepire una vibrazione, come quando in sardo si scrive Sardigna ma anche Sardinnia o Sardinna . Per non dire del gallurese Saldigna , che sembra marcare altre differenze mentre è uguale al modo in cui la nostra cosa si dice nel paese al centro dell'isola, Meana. E non ci sono solo le sinonimie , con la loro tranquillizzante idea di riferirsi ad un'unica e stabile realtà, ma anche le omonimie , con la loro inversa capacità di farci percepire realtà plurali dietro un'apparente unità: Sardinia , nel medioevo, è stato in sardo nome di donna , di schiave e regine, mentre lo era anche della nostra terra. Oggi lo scambieremmo per inglese.

SCARTI DI MACELLAZIONE

Di converso il nome oggi più sardo è quello un tempo usato da Dante nel suo italiano ( E a dir di Sardigna le lingue lor non si sentono stanche ) e che nell'Italia del tempo indicava il luogo fuori città dove andavano accumulati scarti della macellazione e carni infette. Vedere dizionario per credere. Meglio non dare per scontati i nomi e le identificazioni. Sono abitati da storie perturbanti, infinite o ancora da scrivere.

(2. continua)

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