Press review

Rassegna quotidiani locali a cura dell’Ufficio stampa e redazione web
06 August 2020

L'Unione Sarda



 

1 - L’UNIONE SARDA di giovedì 6 agosto 2020 / PRIMA PAGINA
L’epidemiologo Bellizzi: uno nuova ondata è possibile, serve responsabilità
IL COVID-19 NON È IN VACANZA
Nell’Isola altri 10 positivi, a Carloforte tamponi per decine di giovani

In Sardegna ci sono una decina di nuovi contagi al Covid-19: 5 nel Cagliaritano (legati a viaggi fuori dall'Isola). Positivi altri due algerini, una donna a Sassari (è in ospedale) e a Macomer. Un caso anche a Sant'Antioco. A Carloforte 45 persone, molti i giovani, sono in quarantena. Decine i tamponi. L'epidemiologo Bellizzi non esclude una nuova ondata. ALLE PAGINE 2, 3

 
PRIMO PIANO - Pagina 2
Sassari. La denuncia: a contatto con sospetti Covid-19. L’azienda: nessun rischio
AOU, L'IRA DEI PAZIENTI DEL PRONTO SOCCORSO: «SCARSA SICUREZZA»

È sempre il Pronto Soccorso dell'ospedale Santissima Annunziata la prima linea dell'azione anti Covid, ma nelle ultime 48 ore sono stati i pazienti a protestate, dentro il reparto, per le modalità di gestione delle emergenze. Diverse persone si sono lamentate con il personale sanitario in servizio dopo avere assistito ad alcuni episodi che, peraltro, sono a conoscenza della direzione dell’Azienda ospedaliero universitaria. In particolare, nella giornata di martedì, in Pronto Soccorso, è entrata una paziente (trasferita in ospedale dopo una brutta caduta provocata da improvviso svenimento) risultata positiva al primo e al secondo tampone Covid-19. La donna, che era risultata positiva già marzo, ha atteso per ore in una stanza il via libera per gli esami radiologici, aveva riportato un trauma cranico.
PAZIENTI IN ALLARME Gli altri pazienti, una quarantina, hanno notato che la persona positiva ai test Covid non era sottoposta ad un isolamento stretto e si sono rivolti al personale medico chiedendo spiegazioni. Solo dopo diverse ore, la paziente ha lasciato il Pronto Soccorso ed è stata trasferita nel reparto Malattie Infettive della Aou di Sassari. Le sue condizioni non sarebbero gravi. Resta aperta la questione delle modalità di ingresso e di permanenza nel Pronto Soccorso dei pazienti Covid o sospetti Covid. Lo stesso personale medico ha manifestato perplessità sull’approccio alle emergenze Covid, in particolare nelle ultime settimane. La Azienda ospedaliero universitaria di Sassari considera i protocolli adottati sufficienti, alla luce dell’attuale situazione, ben lontana dai numeri drammatici dell’emergenza pandemica. Per i pazienti e per molti operatori sanitari, però, quanto si sta verificando in Pronto Soccorso a Sassari è preoccupante.
ASSEMBRAMENTO Sia martedì che ieri, il Pronto Soccorso ha dovuto gestire situazioni difficili, per la presenza di decine di persone in attesa dei controlli medici. In particolare, ieri, è stato trasferito nel reparto un altro paziente positivo al primo tampone Covid. A quanto pare, dentro il Pronto Soccorso c’erano decine di persone, vicine una all’altra e potenzialmente a contatto con il paziente sospetto Covid. E anche ieri, non sono mancate le richieste di spiegazioni al personale medico. I pazienti hanno notato subito che le misure di protezione erano abbastanza blande e gli operatori si muovevano da un settore all’altro senza particolari precauzioni. Anche diverse organizzazioni sindacali si stanno occupando della situazione nel Pronto Soccorso del Santissima Annunziata.
Andrea Busia





PRIMO PIANO - Pagina 3
Covid-19. L’epidemiologo sul nuovo decreto: giusto pensare all’economia
VIRUS, ALTRI DIECI POSITIVI NELL'ISOLA «UNA SECONDA ONDATA È POSSIBILE»
Bellizzi: spetta ai cittadini arginarla col rispetto delle regole

Adesso, ha dichiarato il presidente del Consiglio, è necessario «non pensare a nuove restrizioni e sostenere una effettiva ripartenza». Purché rispettino le regole sul distanziamento, l'uso della mascherina e il lavaggio delle mani, gli italiani potranno tornare a scuola, andare in crociera, partecipare alle fiere e ai convegni, perché la priorità è il rilancio dell'economia. Ci sarà dunque qualche allentamento nel decreto che il premier Conte firmerà entro la fine della settimana. Una scelta opportuna adesso che i contagi, seppur contenuti, sono in rialzo - ieri dieci i nuovi casi in Sardegna - mentre tanti Paesi, anche a noi molto vicini come la Spagna, stanno già affrontando i devastanti effetti della seconda ondata dell'epidemia? In questa situazione cosa dobbiamo aspettarci?
L'AUMENTO DEI CASI «Un aumento dei contagi è sicuro, e d'altronde lo stiamo già vedendo. È invece più difficile prevedere un picco perché tutto dipende da come si comportano le persone», dice Saverio Bellizzi, medico epidemiologo con una lunga esperienza nelle terre più povere del mondo, compresa l'Africa durante la spaventosa epidemia di Ebola. Una seconda ondata, dunque, «o una pseudo ondata», sottolinea, «è abbastanza probabile». Ma, aggiunge, «si tratta sempre di una questione di compromesso tra cercare di limitare i danni di questa, e dall'altra parte far ripartire il Paese. Un'urgenza, quest'ultima, perché mesi di lockdown hanno impattato in maniera pesante sull'economia». E qui, «in questa graduale riapertura, i capisaldi sono le norme che tutti conosciamo: uso della mascherina, distanza, lavaggio delle mani».
IL BOLLETTINO REGIONALE Un aumento delle infezioni, seppur minimo, lo si sta registrando da qualche settimana anche in Sardegna, tanto che le persone in isolamento sono ormai 53 (cinque invece i ricoverati in ospedale). Perlopiù casi d'importazione, ovvero di contagi di sardi che rientrano da un viaggio (o di loro contatti), di turisti e migranti. Ieri il bollettino dell'unità di crisi regionale ha riferito di altri nove positivi, mentre un caso a Sant'Antioco (un residente che era stato fuori), comunicato dal sindaco, non è stato ancora inserito nel report ufficiale. Dei nove positivi di ieri, cinque sono a Cagliari, e quattro di questi, una coppia di fidanzati e una coppia di coniugi, sono stati contagiati da persone rientrate da un viaggio all'estero: i fidanzati sono il contatto di una donna di Macomer registrata anch'essa nel report; i coniugi avrebbero contratto il virus dalla figlia. L'altro caso di Cagliari è il contatto di un positivo già registrato a Carloforte. Due i casi rilevati nel Sud Sardegna (ragazzi migranti), e poi ancora la donna di Macomer rientrata da un viaggio all'estero (collegata ai fidanzati di Cagliari); e una donna di Sassari sottoposta al test prima del ricovero in ospedale.
LA RESPONSABILITÀ È solo un assaggio, evidentemente, del prevedibile aumento dei contagi. Ma, davvero, in questa situazione è possibile pensare a un allentamento delle restrizioni? Bisogna aprire, ridare ossigeno all'economia, dice Saverio Bellizzi, «sempre se i cittadini rispettano le regole». Quindi sì ai convegni, alle fiere e a tutte le iniziative che rianimano le imprese. Anche manifestazioni tipo Cortes Apertas? «A mio parere personale si potrebbe fare quasi tutto per rilanciare l'economia, ma il primo attore che può permettere tutto questo è il cittadino. Insomma, per stare nell'esempio, non vorrei, e credo nessuno lo vorrebbe, che magari si tenesse la prima manifestazione del calendario di Cortes Apertas e due settimane dopo si registrassero moltissime infezioni».

LO STOP AL VIRUS «Sta alla coscienza e alla responsabilità di ognuno di noi, soprattutto quando siamo in un contesto sociale, cercare di limitare al massimo la propagazione del virus». Solo così, sottolinea l'epidemiologo, «potremo conciliare il necessario rilancio dell'economia, una condizione di vita quasi normale e allo stesso tempo limitare al massimo un aumento dei casi». È comunque ottimista, il dottor Bellizzi. «Da un lato credo che, nonostante qualche comportamento rilassato, la gran parte della popolazione si stia comportando bene. Dall'altro è fuori di dubbio che un'eventuale seconda ondata non ci coglierà di sorpresa: c'è più conoscenza, capacità di gestire i casi gravi, una speranza che le strutture sociali, manageriali e mediche questa volta siano molto meglio preparate».
PIERA SERUSI





1 - L’UNIONE SARDA di giovedì 6 agosto 2020 / CAGLIARI - Pagina 23
Università. Il via dà inizio al progetto della rete di solidarietà Ad Adiuvandum
COVID, CONTROLLI PER 1700 STUDENTI
Saranno quelli di Medicina i primi a sottoporsi ai test sierologici

L'Università è la prima istituzione che eseguirà lo screening sierologico anti-Covid 19 sui propri studenti e dipendenti. «Si comincerà dalla facoltà di Medicina e Chirurgia», ha annunciato ieri la rettrice Maria Del Zompo, all'indomani dell'incontro a Palazzo Belgrano con Maria Antonietta Mongiu, presidente della rete di solidarietà sociale “Ad Adiuvandum” e il prorettore per le attività sanitarie Francesco Marongiu.
IL VIA A SETTEMBRE
«Inizieremo alla ripresa delle lezioni e degli esami e andremo avanti coinvolgendo man mano tutto l'Ateneo», assicura la rettrice. Un primo passo che dà gambe al progetto così come previsto dalla sua ideatrice: far sì che tanti più sardi, attraverso test gratuiti di massa, abbiano la possibilità di verificare le loro condizioni di salute, scoprendo se hanno o no gli anticorpi del coronavirus. È questo lo scopo del protocollo d'intesa siglato da Ad Adiuvandum con Regione-Ats e ministero della Difesa con le Forze Armate: un'iniziativa che vede in campo il gruppo L'Unione Sarda e le associazioni Amici di Sardegna uniti contro Covid-19 e Sarda Bellezza. Un'alleanza che si prefigge di prevenire nuovi focolai del virus nell'Isola, coinvolgendo tanti più soggetti che possano adoperarsi per questo scopo. Uno di questi è appunto l'Università, a stretto contatto con il pubblico e con una vastissima utenza: i primi test coinvolgeranno 1700 studenti (escluse le matricole) e 300 dipendenti (dipartimenti compresi). Un campione rappresentativo della popolazione universitaria, in tutto circa duemila persone che per ragioni di studio o lavoro hanno molti contatti giornalieri e, pur asintomatici, potrebbero aver contratto il virus a loro insaputa. Da qui all'autunno si conta di raggiungere altre categorie, tramite le associazioni, i sindacati e società sportive: in tanti hanno già aderito all'iniziativa col proposito di raggiungere una platea di sardi sempre più vasta.
OBIETTIVI
«Fare il test», ribadisce Maria Antonietta Mongiu, «è un atto d'amore per sé, per la propria famiglia, per la Sardegna. Gli studenti diventeranno attori di una sperimentazione, per tracciare il virus, nell'interesse di tutta la comunità». Gli hub, ossia i luoghi in cui si potrà fare il test, sono diversi (ex Ospedale militare, Policlinico e Brotzu), ma per chi ha difficoltà a muoversi i promotori organizzeranno anche postazioni mobili (tramite l'Esercito) raggiungendo, per esempio, anche le sedi delle case di riposo. «Ognuno è parte attiva», sottolinea la presidente di Ad Adiuvandum, «l'intento dell'associazione non è sostituirsi alle istituzioni pubbliche ma di supportarle nella gestione dell'emergenza Covid: la rettrice Del Zompo e il prorettore Marongiu sono due grandi protagonisti della sanità isolana, parti attive nel raggiungimento del bene della comunità». Importante, a sostegno dell'iniziativa, la raccolta dei fondi da privati, tramite bonifico bancario su conto corrente intestato al Banco di Sardegna (Iban: IT16A0101504806000070737006, causale Ad Adiuvandum). Uno sforzo da parte di tutti: dal primo all'ultimo sardo, nessuno sarà escluso, tutti sono chiamati a essere protagonisti. Tutti insieme per tutti, insomma. L'interesse è collettivo. (c. ra.)



 

 

La Nuova Sardegna

 

 

 

2 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 6 agosto 2020 / SARDEGNA - Pagina 2
CAGLIARI
Università, a settembre via ai test sierologici per 1700 studenti

CAGLIARI A settembre test sierologici anti Covid-19 per il personale e gli studenti della Facoltà di Medicina e chirurgia dell'Università di Cagliari. È quanto emerso dall'incontro tra Maria Del Zompo, rettrice dell'ateneo cagliaritano, Francesco Marongiu, prorettore per le attività sanitarie, e Maria Antonietta Mongiu, rete Ad Adiuvandum. Saranno coinvolti circa 1700 iscritti e 300 membri del personale. «Alla ripresa delle lezioni e degli esami - ha spiegato Del Zompo - avvieremo uno screening sugli studenti e sul personale dell'ateneo al fine di prevenire nuovi focolai del virus».




 

3 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 6 agosto 2020 / UNINUORO - Pagina 23
Il secondo numero
AMBIENTE E FORESTE CARTE VINCENTI PER RILANCIARE LE ZONE INTERNE DELL’ISOLA
Il polo universitario nuorese ha messo radici puntando fin dall’inizio sull’inestimabile patrimonio naturalistico della Barbagia

di Luciano Piras
Università e ambiente, università e territorio. Sono punti cardini del Consorzio per la promozione degli studi universitari nella Sardegna centrale. Un Consorzio nato esattamente trent'anni fa, quando era al culmine il dibattito politico-sociale per l'istituzione del Parco nazionale del Golfo di Orosei e del Gennargentu. Quel parco è rimasto una chimera, ma il Polo universitario nuorese ha messo comunque piedi e radici, puntando fin da allora sull'inestimabile patrimonio ambientale che le zone interne della Sardegna vantano dalla notte dei tempi. Una scelta strategica obbligata, dunque, visto il tesoro a cielo aperto che fa di Nuoro la capitale dei monti e delle foreste dell'isola. Monti e foreste da salvaguardare, tutelare e valorizzare, attraverso lo studio scientifico delle loro caratteristiche, prima di tutto, e la formazione, poi, di figure professionali di alto livello e specializzazione. Questo è il ruolo del Consorzio per la promozione degli studi universitari nella Sardegna centrale, particolarmente legato al grande tema dell'ambiente che viene presentato in questo secondo numero di UniNuoro, il giornale nel giornale, il periodico universitario di news, approfondimenti e interviste nato in collaborazione con La Nuova Sardegna. A presentare l'offerta formativa è il professor Salvatore Madrau, presidente dei corsi di laurea in Scienze e Sistemi forestali e ambientali, di casa nella sede gemmata del Dipartimento di Agraria, a Sa Terra Mala, dall'Università di Sassari. «Obiettivo dei due corsi di laurea - sottolinea Madrau - è quello di formare delle figure professionali in grado di operare, in funzione del rispettivo livello di conoscenze alla protezione e gestione sostenibile dell'ambiente e del territorio forestale e montano». Spazio poi alla ricerca, attraverso l'innovativo Centro di studi della Sardegna sulle Terre civiche (a scriverne è il coordinatore, il professor Francesco Nuvoli) e la pionieristica Scuola forestale, battezzata in inglese Nuoro forestry school perché proiettata su uno scenario di studi e didattica internazionale (a scriverne è il direttore, il professor Roberto Scotti). E internazionale, Nuoro lo sarà con Euraf2020 (rinviata al 2021 causa Covid), la conferenza europea di agroforestazione attesa in città e presentata da Fabrizio Mureddu, commissario UniNuoro nonché presidente del Comitato organizzatore, e da Francesca Camilli, delegata italiana Euraf.



 

4 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 6 agosto 2020 / UNINUORO - Pagina 24
L'OFFERTA. A Nuoro sono attivi percorsi di laurea triennale e magistrale mirati alla protezione e gestione sostenibile delle risorse agroforestali
SCIENZE FORESTALI E AMBIENTALI: IN CRESCITA CORSI, ISCRITTI E LAUREATI

di Salvatore Madrau, presidente dei corsi di laurea in Scienze e Sistemi forestali e ambientali
Il Dipartimento di Agraria dell'Università di Sassari, unico in Sardegna in questo settore di studi, offre, attraverso i suoi corsi di laurea, un quadro completo delle conoscenze per la produzione e la trasformazione dei prodotti agricoli, forestali e zootecnici con particolare riferimento all'ambiente mediterraneo. Presso la sede di Nuoro sono attivi il corso di laurea triennale in Scienze forestali ed ambientali e quello magistrale in Sistemi forestali e ambientali. Obiettivo dei due corsi di laurea è quello di formare delle figure professionali in grado di operare, in funzione del rispettivo livello di conoscenze alla protezione e gestione sostenibile dell'ambiente e del territorio forestale e montano.
Nell'ambito della laurea triennale i corsi previsti sono 21, sia singoli, che integrati costituiti in questo caso da due o più moduli. Sin dal primo anno lo studente acquisisce informazioni sulle materie scientifiche di base, e su alcune delle principali componenti ambientali, esempio flora e suolo, fondamentali per lo studio delle materie professionali, ad esempio Selvicoltura, che sono impartite nel secondo e terzo anno del corso di studi. Lo studente deve, obbligatoriamente, svolgere un periodo di tirocinio presso strutture ed enti pubblici o privati sia in Italia che all'estero. Parte del percorso di studi può essere svolto nell'ambito del progetto Erasmus presso altre università dell'Unione europea o extracomunitarie convenzionate con l'Università di Sassari. Nei tre anni accademici 2016-17 - 2018-19 risulta una media annua di 50 iscrizioni al primo anno. Nello stesso periodo il valore medio di iscritti ai tre anni di corso è di 165 studenti. La percentuale media di abbandoni del corso di studi è, nello stesso triennio, del 15,3%. I laureati totali dall'anno accademico 2012 - 2013 al 2017 - 2018, sono 123, con una votazione media di 100,6. Dalla analisi dei questionari Alma Laurea, compilati dai laureandi, risulta da parte degli studenti un elevato grado di interesse per questo corso di studi. Le percentuali relative alla frequenza delle lezioni, del carico degli studi, della organizzazione degli esami, dell'utilizzo dei laboratori, delle postazioni informatiche e dei servizi di biblioteca sono sempre superiori a quelle medie di Ateneo. Il tasso occupazionale, nell'arco del primo triennio dalla laurea, risulta di poco inferiore a quello medio di Ateneo, situazione questa dovuta al 70% di laureati triennali che proseguono il corso di studi iscrivendosi ai corsi magistrali.
Nel corso di laurea magistrale in Sistemi forestali e ambientali i corsi previsti sono 13 sia singoli che integrati. E questi ultimi costituiti da 2 o più moduli. Questo corso di laurea ha subito negli ultimi anni delle importanti modifiche per adeguarlo alle richieste di nuove figure professionali per il settore forestale e ambientale richieste dal territorio. Il corso è articolato in tre curricula. Al momento sono attivati quelli di Protezione civile e di Produzioni agroforestali sostenibili. Nel primo anno, comune ai due curricula, sono approfondite le conoscenze sulle materie di interesse professionale con particolare riferimento a quelle della pianificazione forestale e ambientale.
Al secondo anno nel curriculum Protezione civile, sono acquisite le conoscenze per la prevenzione e la mitigazione degli effetti sulla popolazione e sul territorio in ambito extraurbano sia di eventi catastrofici sia di origine naturale, sia, dovute alla azione dell'uomo. Nel curriculum Produzioni agroforestali sostenibili, lo studente apprende le conoscenze relative alla raccolta e trasformazione dei prodotti secondari del bosco: dai frutti selvatici alle specie vegetali di interesse farmaceutico, il cui mercato è in costante crescita. Negli anni accademici dal 2016-17 - 2018-19, il numero medio annuo di iscritti è di 16 studenti. In questo triennio non si sono registrati abbandoni. Situazione questa dovuta all'elevato interesse verso questo corso di laurea da parte degli immatricolati.
I laureati totali dall'anno accademico 2012-2013 al 2017 - 2018, sono 45, con una votazione media di 109,4, la più alta per le lauree magistrali del Dipartimento di Agraria e tra le più alte dell'Ateneo. La percentuale dei laureatisi nei due anni del corso è pari al 74%, in linea con le percentuali medie delle lauree magistrali del Dipartimento. Analogamente al corso di laurea triennale, l'analisi dei questionari Alma Laura indica un elevato grado di soddisfazione dei laureati per questo corso di studi. I valori sono sempre superiori a quelli medi di Ateneo e del Dipartimento. Particolarmente significativo è il rapporto studenti per docente, pesato per le ore di docenza, sia riferimento al primo anno di corso, pari a 3,0, sia al biennio del corso pari a 4,5.Valori questi che indicano come tra sia possibile l'instaurarsi tra i docenti e studenti di rapporti quasi personali analoghi a quelli delle università anglosassoni.



 

5 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 6 agosto 2020 / UNINUORO - Pagina 24
Nel capoluogo barbaricino un centro ricerca all'avanguardia non solo per l'isola
TERRE CIVICHE: BENI DA TUTELARE

di Francesco Nuvoli, coordinatore del Centro Studi della Sardegna sulle Terre Civiche
L'importanza che i beni ad uso civico rivestono in Sardegna hanno costituito i motivi principali per l'istituzione, nel 2014, da parte del Dipartimento di Agraria e degli organi accademici dell'Ateneo di Sassari, del Centro studi della Sardegna sulle Terre civiche. Proprio in relazione alle sue finalità, il Dipartimento ha scelto Nuoro quale sede dove svolgere la sua attività. Tale scelta è stata condivisa ed apprezzata dal Consorzio universitario di Nuoro. L'attività del Centro Studi è infatti indirizzata a stabilire rapporti con gli Enti locali per esaminare le problematiche inerenti le terre ad uso civico, a fornire l'aiuto necessario a studenti per la compilazione delle loro tesi di laurea, a partecipare a convegni e incontri pubblici sulle tematiche relative alle terre civiche. Il primo incontro pubblico risale al dicembre 2014 a Nuoro, organizzato dagli studenti. Da allora si organizza un Seminario annuale a valenza nazionale, nel mese di ottobre, il primo dei quali nel 2015 con sede sempre a Nuoro.I temi hanno riguardato la conoscenza e l'approfondimento nei suoi aspetti storici, normativi ed evolutivi dell'istituto dell'uso, la valorizzazione delle terre civiche e l'analisi della realtà sociale delle comunità interessate. Emerge così, data anche la complessità della materia, l'interdisciplinarietà data al programma seminariale che ha sempre compreso almeno due sessioni: giuridica e socioeconomica. Ma, oltre ai contenuti scientifici, i seminari sono stati arricchiti da relazioni di natura operativa. Infatti, hanno sempre offerto il proprio contributo di esperienza, partecipando anche alla fase organizzativa, la Federazione regionale e l'Ordine provinciale di Nuoro dei dottori agronomi e dottori forestali. Insieme a loro, hanno sempre partecipato, i tecnici di Nuoro dell'Agenzia regionale Argea.Da parte degli altri due Centri Studi analoghi, costituiti dalle Università di Trento e L'Aquila, viene riconosciuta questa particolare connotazione del programma seminariale di Nuoro. I dirigenti dei due Centri studi della Penisola hanno partecipato in qualità di relatori ai seminari nuoresi, insieme ad altri autorevoli studiosi. Si possono citare, il professor Pietro Nervi, presidente del Centro studi di Trento e il professor Paolo Grossi, presidente emerito della Corte costituzionale. Registriamo, in questi anni recenti, quasi una riscoperta delle terre civiche, beni che rappresentano una ricchezza della comunità regionale e nazionale. Per il futuro coltiviamo perciò la speranza di un progresso di questi territori e delle loro comunità.



 

6 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 6 agosto 2020 / UNINUORO - Pagina 25
La conferenza accenderà i riflettori sulla Sardegna e su un settore importate come quello dell'agroforestazione
A MAGGIO L'"EURAF2020"
Appuntamento a Nuoro con esperti di tutta Europa

di Fabrizio Mureddu (Commissario UniNuoro, Presidente Comitato organizzatore Euraf2020) e Francesca Camilli (Delegata italiana Euraf)
Euraf2020 Nuoro è la V conferenza di agroforestazione promossa dalla European agroforestry federation, la federazione europea che riunisce associazioni di diversi paesi impegnate nella promozione dei sistemi agroforestali che si terrà a Nuoro il 17-18-19 maggio 2021. La candidatura della sede italiana è stata sostenuta da un'ampia compagine istituzionale e scientifica, che ha visto la presenza, oltre che del Consorzio universitario, oggi a capo dell'organizzazione dell'evento, dell'Agenzia regionale Forestas, della Scuola superiore Sant'Anna di Pisa, dell'Università di Pisa, del Dipartimento di Agraria dell'Università di Sassari, del Consiglio nazionale per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'Economia agraria, dell'Agenzia Veneto agricoltura della Regione Veneto, delle Agenzie Agris e Laore della Regione Sardegna, in accordo con il Comune, la Provincia di Nuoro, la Camera di commercio e altri partner locali tra cui l'Unione dei Comuni Barbagia e il Bim Taloro. Le cronache della pandemia hanno obbligato il comitato organizzativo di Euraf2020 a posticipare la conferenza prima programmata per il 2020, nella volontà di privilegiare un incontro in presenza al fine di soddisfare lo scambio di conoscenza e i sopralluoghi negli ambienti che rendono unica l'esperienza prevista in Sardegna.
Euraf 2020 rappresenta per l'Italia e la Sardegna una occasione rilevante per consolidare la rete di attività di ricerca e di trasferimento nel settore dell'agroforestazione, definirne lo stato dell'arte e promuovere il valore delle pratiche agroforestali nella produzione agricola, nella tutela ambientale e nello sviluppo socioeconomico delle aree rurali, tematiche la cui importanza è stata ampiamente rilevata, sottolineata e documentata negli interventi dedicati in occasione dell'ultima edizione dell'Anno forestale della Sardegna. Euraf 2020 raccoglierà tutte le sollecitazioni di studiosi, imprenditori, esperti per contribuire a delineare le azioni di programmazione più appropriate a supporto dell'agroforestazione nel prossimo Piano di sviluppo nazionale, nonché nei piani di sviluppo regionali. La Conferenza sarà ospitata nelle diverse sedi delle istituzioni aderenti localizzate a Nuoro e coinvolgerà tutta la città. Uno spazio-vetrina, destinato alle principali produzioni agroforestali regionali e nazionali. Ma che cosa è l'agroforestazione? Ce lo spiega bene l'Aiaf (Associazione italiana di agroforestazione) che la definisce come «l'insieme dei sistemi agricoli che vedono la coltivazione di specie arboree e/o arbustive perenni, consociate a seminativi e/o pascoli, nella stessa unità di superficie». Tali sistemi che in passato erano molto comuni, sono andati via via scomparendo in diversi paesi dell'Ue a partire dagli anni '50-'60 dello scorso secolo in seguito all'intensificazione della meccanizzazione e delle pratiche monocolturali. Oggi si trovano ancora alcuni sistemi tradizionali, in vaste aree dei paesi del Mediterraneo, tra cui l'Italia. La Sardegna, in particolare, è una regione "simbolo" per il ricchissimo patrimonio di sistemi silvo e agrosilvopastorali apprezzato da studiosi ed esperti di tutta Europa. Per questo il 2020 è un anno cruciale in vista del prossimo settennato della Politica agricola comune 2021-2027 e dei nuovi piani di sviluppo rurale nazionali e regionali che saranno declinati. In tale contesto, l'agroforestazione deve trovare la giusta collocazione avvalendosi anche di quanto espresso nel documento dell'European green deal in cui si riporta che i piani strategici della Commissione europea per combattere il cambiamento climatico e tutelare l'ambiente dovrebbero condurre all'uso di pratiche sostenibili. Tra queste, le pratiche agroforestali costituiscono un modello esemplare. Allo stesso modo, anche i documenti della "Farm to fork strategy" e della "Biodiversity strategy" fanno espressamente riferimento alla necessità di sviluppare e applicare i sistemi agroforestali. È un momento questo in cui sembrano esserci numerosi elementi per un "rinascimento" dell'agroforestazione: in esso si inseriscono le attività scientifiche e organizzative di Euraf2020 a Nuoro il prossimo anno, ma anche quelle di un evento online che nell'autunno 2020 sarà interamente dedicato alla valorizzazione delle politiche agroforestali in Europa e in Italia. Il Covid-19 ha senza dubbio stimolato numerose riflessioni: tra queste la necessità di tutelare l'equilibrio precario degli ecosistemi e degli agroecosistemi. Una sfida a cui l'agroforestazione ha tutti gli elementi per rispondere in maniera vincente. Nuoro e la Sardegna saranno di questo dibattito le muse ispiratrici.



 

7 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 6 agosto 2020 / UNINUORO - Pagina 25
Il Centro di studi superiori continua a offrire assistenza a enti pubblici e privati
IL FASCINO DELLA FORESTRY SCHOOL

di Roberto Scotti, direttore della Nuoro Forestry School
La Nuoro Forestry School (Nfs), Centro di studi superiori, istituito dal Dipartimento di Agraria dell'Università degli Studi di Sassari, ha sede a Nuoro presso i locali dedicati ai corsi di laurea in scienze forestali e ambientali.
La finalità del Centro è fare emergere e sviluppare le potenzialità, di rilievo internazionale, che la Sardegna centrale presenta quale territorio di ricerca e di insegnamento per le scienze forestali. La Nfs si propone quindi di promuovere l'attività didattica e di ricerca avviata a Nuoro nel contesto degli studi forestali ed ambientali, catalizzare l'attenzione di ricercatori, docenti, studenti, professionisti ed amministratori la cui attività interseca percorsi di formazione e di ricerca sistemica sul bosco ed intorno al bosco, rendere un servizio alla loro disponibilità a contribuire affinché emergano le valenze di livello internazionale che l'approccio sistemico alla gestione forestale ambientale presenta, in particolare nella Sardegna centrale,
Ha inoltre l'obbiettivo di offrire supporti concettuali ed operativi alle politiche forestali ed ambientali, alle decisioni di soggetti pubblici e privati ed a soggetti istituzionali che operano in realtà territoriali complesse in cui, a vario titolo, il bosco emerge quale componente paradigmatica del sistema territoriale. Numerosi i compiti di promozione tra cui quelli a favore della centralità dell'attività didattica e formativa come attività di ricerca.
Tantissime la attività svolte attraverso incontri che hanno reso pubblici i risultati delle ricerche, anche attraverso website, seminari, convegni, consulenze, attività formative e pubblicazioni. Attraverso vari programmi con enti locali e imprese sono stati istituiti collegamenti e partenariati che hanno dato luogo a tanti progetti tra cui il Progetto Edenso: qualificazione del pino marittimo cresciuto in Sardegna ai fini della produzione di legno strutturale (cross-lam) il Progetto Pft-Ag: Completamento predisposizione del piano forestale territoriale (previsto già nel 2007 dal "Piano forestale ambientale regionale" ed ora anche dal Tuff) per il Distretto forestale Arci Grighine il Progetto Precise.
Possono presentare richiesta di adesione al Centro Nfs docenti e ricercatori dell'Università di Sassari, di Università nazionali ed estere, esperti ed operatori impegnati nel contesto di interesse del centro. Nfs intende offrire, anche attraverso la stipula di accordi e convenzioni, supporti concettuali e operativi alle politiche forestali ed ambientali, alle decisioni di soggetti pubblici e privati ed a soggetti istituzionali che operano in realtà territoriali complesse in cui, a vario titolo, il bosco e elemento paradigmatico.

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