Press review

Rassegna quotidiani locali a cura dell’Ufficio stampa e redazione web
07 July 2020

L'Unione Sarda



 

1 - L’UNIONE SARDA di martedì 7 luglio 2020 / PRIMO PIANO - Pagina 9
Il genio. Il grande compositore si è spento a 91 anni. Lo struggente necrologio
MORRICONE, LA MUSICA È IL CINEMA
Ha scritto musiche indimenticabili. Cagliari gli diede una laurea

Che cosa sarebbero gli occhi di ghiaccio di Clint Eastwood, pistolero di “Per un pugno di dollari”, senza quel fischio ritmato e quel suono di armonica ruvido e dolce insieme, che avvolge la desolazione del paesaggio del West? È stata la musica di Ennio Morricone a dargli vita, anima, immagini vestite di suoni per la magia del cinema, dove dentro c'era tutto, compresi Bach e Stravinskji. Ieri il grandissimo compositore italiano, raffinato musicista, accademico di Santa Cecilia a Roma dove si era diplomato in tromba (strumento suonato del padre) si è spento a 91 anni, in una clinica romana dove era stato ricoverato per una frattura al femore.
Il suo necrologio
Consapevole della fine vicina, ha scritto il suo necrologio, pubblicato oggi suoi quotidiani, chiedendo funerali privati «per non disturbare». “Io Ennio Morricone sono morto”. Iniziano così poche righe che riassumono una vita di affetti intensi: c'è la speranza che persone care «comprendano quanto li amati» e c'è lo struggente addio alla moglie Maria, compagna di una vita. «A lei rinnovo l'amore straordinario che ci ha tenuto insieme e che mi dispiace abbandonare. A lei il più doloroso addio». A Maria, l'amica di sua sorella, la donna che gli aveva preparato un chilo di zuppa inglese per ogni punto preso al diploma del Conservatorio, aveva dedicato con la voce rotta dalla commozione il suo Oscar alla carriera, ricevuto nel 2007, dalle mani di un Eastwood ormai imbiancato. Omaggio e tributo a un musicista ricordato da tutti per le sue celebri colonne sonore, da “Mission” agli “Intoccabili” al “Il cittadino al di sopra di ogni sospetto”, oltre quelle scritte per il compagno di scuola delle elementari Sergio Leone regista di “C'era una volta in America” e, padre degli “Spaghetti Western”. In realtà uno dei più grandi compositori del Novecento, che spaziava dalla musica sacra a testi per un pubblico più sofisticato, concedendosi volentieri molte incursioni pop, da Mina a Morandi.
Nato a Trastevere
Nato a Trastevere il 10 novembre 1928, era un romano anomalo, poco rumoroso, con un viso che coincideva con la sua anima, mite. Era stato allievo di Goffredo Petrassi, al quale doveva tutto. «Il suo insegnamento morale è stato fortissimo, pari a quello musicale, e io cerco di ricordamelo in ogni momento della mia vita». Lo aveva detto agli studenti cagliaritani il 30 novembre 1998 a un convegno promosso da “Spaziomusica”. Sempre a Cagliari, venti anni fa, aveva ricevuto la laurea honoris causa dall'allora Rettore Pasquale Mistretta. Fu Morricone a presentare il primo lavoro di Maria Carta: «Tutto era grande in lei», aveva detto il compositore: «La voce e i suoi canti si inseriscono luminosamente nel nuovo movimento del folk italiano».
Gli scacchi con Spassky
Aspirante medico, scacchista - celebre un incontro con Boris Spassky - compositore per amore e passione, ha dedicato la sua esistenza alla musica. Lo aveva raccontato al suo amico, il regista Giuseppe (per lui Peppuccio) Tornatore, per il quale aveva scritto la musica di “Nuovo Cinema Paradiso” autore del libro “Ennio, un maestro” (HarperCollins): «Il silenzio è musica, almeno quanto i suoni, forse di più. Se vuoi entrare nel cuore della mia musica, cerca tra i vuoti, tra le pause. Ogni suono è soltanto la pausa di un silenzio. La mia musica parte da qui, Peppuccio, da questa idea». Salce, Leone, Petri, Pontecorvo, Pasolini, Bertolucci, i fratelli Taviani, De Palma, Morricone aveva completato la settima arte con il suo talento musicale, via via riconosciuto da Nastri d'argento (cinque) e David di Donatello (quattro) e i Bafta (quattro)
I due Oscar
Fino al secondo Oscar nel 2016, finalmente per una colonna sonora dopo cinque nomination. “The Hateful Eight” di Quentin Tarantino, uno dei registi che più cita la sua musica. Teneva le statuette chiuse sotto chiave per non fargli fare la fine dei dischi che i figli prestavano e non tornavano più a casa. La sua musica invece è davvero nel cuore di tutti.
Caterina Pinna





 

2 - L’UNIONE SARDA di martedì 7 luglio 2020 / ECONOMIA - Pagina 13
Lavoro. L’allarme dei sindacati: “Se non si interviene subito le amministrazioni andranno in tilt”
PUBBLICO, PIÙ PENSIONATI CHE DIPENDENTI
Quota 100 e poche assunzioni svuotano gli uffici. Il sorpasso previsto nel 2021

Il sorpasso secondo le previsioni avverrà il prossimo anno. Nel 2021 la pubblica amministrazione italiana avrà infatti ufficialmente più pensionati che dipendenti. Uno squilibrio inedito che testimonia come il processo di svecchiamento delle amministrazioni stia andando a rilento, nonostante lo sblocco del turn over avviato da qualche anno. Il quadro del comparto è emerso come ogni anno dal Forum Pa sullo stato di salute della Pubblica amministrazione, quest'anno tenuto in forma digitale. «A fronte di 3,2 milioni di impiegati pubblici italiani i pensionati sono già 3 milioni», avvertono i responsabili dell'evento.
Sempre più vecchi
«Dieci anni di blocco del turn over hanno creato un settore pubblico fatto di anziani - protesta Fulvia Murru, segretaria della Uil Fpl - l'età media dei dipendenti pubblici supera i 50 anni e quindi nel giro di pochi anni un terzo dei lavoratori uscirà dal mercato del lavoro e dovrà essere rimpiazzato. Bisogna perciò investire in formazione e in un piano straordinario di assunzioni per immettere nel mercato forze giovani. Insomma, abbiamo bisogno di una Pa più digitale e con meno burocrazia».
Investimenti
«I tagli lineari operati da molti Governi e la recente emergenza Covid19 ci hanno portato ad una pericolosa carenza organizzativa in strutture nevralgiche per la tenuta del servizio pubblico - commenta Davide Paderi, segretario regionale della Cisl Fp - siamo di fronte a una emergenza sugli organici che richiede un investimento sia sui concorsi pubblici che sulla valorizzazione delle risorse interne. La Sardegna ha poi le sue criticità sulle quali la Regione deve fare la sua parte nei confronti con lo Stato e per quanto può fare in base allo Statuto».
Rischio collasso
Rita Gessa, numero uno della Fp Cgil, è convinta che non ci sia tempo da perdere e chiede misure tempestive: «Se non interveniamo in fretta rischiamo di mandare in tilt il sistema. Portando tra l'altro avanti una strategia di taglio indiscriminato della burocrazia che potrebbe portare più danni alla tutela della legalità che benefici».
Luca Mascia

L’ESODO. In uscita 750mila lavoratori
I lavoratori “pensionabili” oggi sono quasi 750mila: 540mila hanno già compiuto 62 anni di età (il 16,9% del totale), mentre 198mila hanno maturato 38 anni di anzianità. La pensione anticipata è stata inoltre parzialmente accelerata da Quota 100, tanto da aver toccato nel 2019 le 90mila uscite. Il 57,7% dei pensionati pubblici attuali ha optato per il ritiro anticipato, solo il 13,7% per raggiunti limiti di età. Risultato: solo dal 2018 a oggi sono andati in pensione 300mila dipendenti pubblici a fronte di circa 112mila nuove assunzioni e 1.700 stabilizzazioni di precari nel solo 2018.






 

3 - L’UNIONE SARDA di martedì 7 luglio 2020 / CAGLIARI - Pagina 1
Corso Vittorio. Stipendio dimezzato da marzo: manifestazione dei lavoratori
ERSU E MENSE, LA PROTESTA NON SI FERMA
Cucine aperte con turnazioni: restrizioni a causa del Covid

«Non un passo indietro», precisano gli universitari. L'occupazione della mensa di via Trentino è terminata sabato ma gli animi dei ragazzi sembrano quelli di chi ha vinto una battaglia e non la guerra. Ancora troppi i punti critici della vita degli studenti fuori sede che usufruiscono dei servizi dell'Ersu per mettere fine alla protesta che li ha visti protagonisti per quattro giorni e tre notti davanti ai locali di una delle quattro mense universitarie.
Qualcosa tra le file del Cda dell'ente regionale pare però essersi mosso, anche se a detta degli studenti i risultati sono ancora parziali. Le cucine degli studentati sono state riaperte sabato, una prospettiva fino a qualche giorno prima ritenuta impossibile. «Cucine riaperte con turnazioni, dove è necessaria la prenotazione. Colazione dalle 7 alle 9, pranzo dalle 13 alle 15 e cena dalle 19 alle 22», spiega Zitounia Karim, inquilina della casa di via Biasi. «Massimo due persone per un turno di mezz'ora, ma il disagio è la sera, quando dopo le 22 le cucine vengono chiuse senza la possibilità di entrare in caso di necessità». Restrizioni dovute agli strascichi del Covid.
Le stanze
Ugualmente la pandemia ha portato l'Ente a rivedere le assegnazioni delle stanze in base alle graduatorie generali per evitare assembramenti. «A fine giugno io sono stato riassegnato in via Businco. Ho rinunciato in quanto da via Biasi avrei dovuto affrontare un primo trasloco e poi un secondo per tornare definitivamente a casa a fine luglio», racconta Stefano Carcangiu, ormai ex inquilino di via Biasi.
Riaperta poi la mensa di via Trentino, con modalità però take away e prenotazione il giorno prima per le 15.30. Menù: acqua, pane e prosciutto.
Panini
A ritenere non adeguati questi pasti anche Michele Camoglio, presidente dell'Ersu, ancora in trattative con la ditta che eroga il servizio. Ci aveva parlato di pasti freddi, non ci aspettavamo certo dei panini. Stiamo lavorando per risolvere al più presto questo problema, sorto in seguito alla pandemia. La ditta non vedeva più garantiti i circa 1.200 pasti giornalieri per l'ovvia mancanza di studenti e si è trovata davanti a un appalto troppo oneroso». E qui il destino degli studenti si intreccia a quello dei 120 addetti mensa che dal 5 marzo si trovano a casa con uno stipendio più che dimezzato. Ieri i lavoratori insieme ai sindacati si sono trovati davanti alla sede dell'Ersu in cerca di risposte, visto che l'11 luglio terminerà l'erogazione del Fondo d'integrazione salariale e resteranno senza nessun tipo di aiuto. Una situazione questa ancora lontana dal trovare un epilogo. «Aspettiamo i prossimi giorni un incontro tra l'ente e la ditta, perchè a oggi non è chiaro neanche a chi dobbiamo rivolgerci», fa sapere in serata Nella Milazzo, Filcams Cgil.
Rimborso
Altro punto delicato per gli studenti, come spiega Carcangiu, ex rappresentate della commissione alloggi, è il rimborso per i 4 mesi di inutilizzo delle stanze. «Prima abbiamo chiesto un rimborso, poi dal momento che con questo avremmo perso lo status di fuori sede e buona parte dei soldi della borsa di studio, si è pensato a un indennizzo». Indennizzo di 400 euro proposto dall'Ersu alla Regione. Bocciata la proposta, gli studenti non ci stanno e come annunciato ieri da uno di loro, Luca Orunese: «Ci batteremo per chiedere un indennizzo di 600 euro».
Michela Marrocu





 

4 - L’UNIONE SARDA di martedì 7 luglio 2020 / CAGLIARI - Pagina 17
Policlinico. Accesso ai reparti consentito ai parenti
SÌ ALLE VISITE AI PAZIENTI MA NEL RISPETTO DELLE REGOLE

Anche nella sanità ripartono, seppur lentamente e con la massima attenzione, i ritmi dei giorni che precedevano l'emergenza Coronavirus. Al Policlinico universitario sono infatti riprese da ieri le visite ai pazienti ricoverati. Una disposizione attesissima dalle famiglie dei malati e dei ricoverati che per lunghi mesi hanno dovuto sopportare i divieti. Regole assolutamente necessarie per contrastare la diffusione dei virus ma che di contro hanno causato disagi e sofferenze in chi, già ricoverato per altre patologie, si è ritrovato a non poter fare affidamento sui propri cari, fermati fuori dagli ospedali dal rischio-Covid.
Ora si cambia. È consentito l'accesso ai congiunti, uno per paziente e preferibilmente sempre lo stesso, secondo una turnazione stabilita dal reparto. In considerazione della presenza di due letti per stanza, il parente di un paziente potrà entrare esclusivamente la mattina, mentre l'altro il pomeriggio.
Ovviamente gli ingressi - hanno precisato dall'ufficio stampa del Policlinico universitario - saranno permessi facendo la massima attenzione e considerandone caso per caso l'opportunità. Dal Policlinico precisano anche che è doveroso ricordare che ogni accesso dovrà rispettare le disposizioni in materia di sicurezza anti Covid. Il contingentamento delle visite è necessario per tutelare la salute dei pazienti e del personale, in ambienti particolarmente delicati come quelli dei reparti ospedalieri.

 






5 - L’UNIONE SARDA di martedì 7 luglio 2020 / AGENDA - Pagina 19
Ateneo. Sulla piattaforma Mt
LAUREE MAGISTRALI: CONSIGLI PER ORIENTARSI

Domani, dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18, e giovedì 9 luglio, dalle 9 alle 12, sulla piattaforma Microsoft Teams dell'Università, si svolgeranno due giornate di orientamento sulle lauree magistrali e sul post lauream della Facoltà di studi umanistici. Docenti, studenti, specializzandi e dottorandi, insieme a specialisti dei vari settori, illustreranno l'ampia offerta formativa con uno sguardo agli sbocchi professionali.
Saranno presentati i corsi di laurea in archeologia e storia dell'arte, filologie e letterature classiche e moderne, filosofia e teorie della comunicazione, lingue e letterature moderne europee e americane, scienze della formazione primaria, storia e società, traduzione dei testi.
Il pomeriggio
Dalle 15, i corsi magistrali in scienze della produzione multimediale, scienze pedagogiche e dei servizi educativi, Psicologia clinica e di comunità. Alle 16.30, le scuole di specializzazione in beni archeologici e in psicologia della salute. Giovedì è dedicato ai dottorati di ricerca in storia, beni culturali e studi internazionali, studi filologico letterari e storico culturali e in filosofia, epistemologia, scienze umane.
I seminari
Chiudono quattro seminari: la psicologia in pillole con Ferdinando Fornara, Jessica Lampis e l'introduzione di Cristina Cabras; lo scavo di Nora. Didattica, ricerca e valorizzazione con Romina Carboni; scienze umane e professioni digitali con Gianni Fenu, Giampaolo Salice, Simone Ciccolone introdotti da Immacolata Pinto. Infine, la formazione alle professioni della comunicazione” con Antioco Floris e Elisabetta Gola.







 

6 - L’UNIONE SARDA di martedì 7 luglio 2020 / SASSARI E ALGHERO - Pagina 33
Sassari. Carpinelli: non ci sono norme precise, ci rivolgeremo agli esperti
L'UNIVERSITÀ RIPARTE IN SETTEMBRE
Il rettore: lezioni in aula con i turni e precedenza alle matricole

L'Università di Sassari riapre dal Primo settembre. Le lezioni saranno tenute nelle aule, alla presenza del docente. Lo ha deciso ieri sera il Senato Accademico su proposta del rettore Massimo Carpinelli. Naturalmente tutto si svolgerà garantendo le condizioni di sicurezza. Ognuno dei dieci Dipartimenti studierà un piano di rientro articolato che tenga conto sia degli spazi a disposizione, sia delle esigenze legate alle materie. L'ateneo turritano si muove secondo le indicazioni della Conferenza dei rettori che dopo il lungo lockdown vuole il ritorno nelle università, nel rispetto delle misure di sicurezza e della salute.
Il valore della presenza
Il rettore Massimo Carpinelli spiega: «L'Università non è solo luogo di trasmissione di cultura e del sapere ma ha anche spazi fisici da vivere, è un luogo di incontro e di socializzazione per gli studenti, di interazione col territorio». Ci sono quasi due mesi di tempo per studiare come garantire l'afflusso di docenti e studenti in sicurezza, a seconda dei Dipartimenti. Esempio: non tutte le aule hanno la stessa dimensione e quindi è diversa la capacità di riempimento nel rispetto del distanziamento previsto dalle norme anti Covid-19. «C'è da dire che esistono linee guida ma non una normativa specifica, o un ente che certifichi la sicurezza delle aule. Noi ci rivolgeremo ad esperti per trovare la soluzione ideale. Nel caso non sia possibile garantire a tutti l'accesso alle aule anche con la turnazione, favoriremo le matricole».
L'opzione telecamere
In ogni caso è prevista una telecamera per riprendere la lezione, in modo che tutte le attività didattiche siano fruibili anche da remoto, per andare incontro pure alle esigenze degli studenti internazionali e degli studenti con esigenze speciali. Si sta pensando anche ad un accordo con quei Comuni che hanno qualche studente iscritto all'Ateneo sassarese e che magari ha problemi di trasporto per raggiungere la città. L'idea è capire se può essere messa a disposizione delle amministrazioni una stanza col collegamento internet che consenta di seguire le lezioni. Allo studio pure provvedimenti specifici per colmare il digital divide, con interventi ad esempio sulle tasse per le fasce di reddito più basse.
Giampiero Marras





 





 

 

7 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 7 luglio 2020 / SASSARI - Pagina 16
Senato accademico unanime: a settembre riaprono aule, laboratori e biblioteche
L'UNIVERSITÀ SI PREPARA A RIABBRACCIARE GLI STUDENTI
Il rettore Massimo Carpinelli: «Nel nostro ateneo si vive la città, giusto riaprire»

di Roberto Sanna
SASSARI A settembre e ottobre si ritorna in aula. O meglio, l'Università di Sassari riapre le porte e si riappropria di un ruolo storico in città, quello di fulcro di una grande comunità di studenti. Ieri mattina il Senato accademico si è espresso in questo senso all'unanimità, con un indirizzo condiviso da tutti i direttori dei dipartimenti. La didattica a distanza che ha tenuto, per forza di cose, banco negli scorsi mesi comunque resterà attiva ma avrà un ruolo sostanzialmente di supporto: il motore dell'anno accademico riprenderà a essere l'attività nelle aule e nei laboratori.Nello stesso periodo in cui si accenderà il dibattito sull'elezione del nuovo rettore (il mandato Massimo Carpinelli scadrà il 31 ottobre e a breve il rettore fisserà la data delle elezioni, che si svolgeranno comunque tra la fine di settembre e l'inizio di ottobre), l'ateneo sassarese ricomincerà a viaggiare a pieno regime per riportarsi sugli standard pre-covid: «L'Università a Sassari non è solo un posto dove si insegna - dice Massimo Carpinelli - ma è qualcosa di più: è un modo di vivere la città. Così come la didattica è una scuola di vita. Per questo vogliamo riprendere come prima in tutte le discipline, ovviamente in sicurezza. Crediamo molto in questo nostro ruolo, anche perché vogliamo che tutti gli studenti siano alla pari e non capiti che chi sta meglio economicamente possa risultare, in qualche modo, avvantaggiato».«Il Senato accademico ha voluto dare un segnale molto forte alla città, sempre rispettando le regole nazionali - aggiunge Rossella Filigheddu, prorettore per la didattica -. Vogliamo che i nostri studenti riprendano a vivere l'università come prima e che riprendano la loro residenza in città, noi apriremo tutto ciò che è naturale in un ateneo: le aule per le lezioni, certo, ma anche le biblioteche e i laboratori. Ogni dipartimento poi deciderà tempi e modi, nel rispetto dei piani didattici e delle esigenze delle diverse discipline». La didattica a distanza passerà quindi nelle retrovie anche se non scomparirà e del tutto e, anzi, consentirà di stare vicino agli studenti alle prese con situazioni contingenti importanti: «Sarà dedicata a situazioni particolari, per esempio quelle causate dai problemi dei trasporti - conclude Rosella Filigheddu -. Ci consentirà anche di stare vicino agli studenti lavoratori, alle donne in gravidanza, agli studenti del polo penitenziario. La vita nel nostro ateneo però dovrà svolgersi con la presenza degli studenti e su questo siamo stati tutti d'accordo».







 

8 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 7 luglio 2020 / Speciale La mia isola estate - Pagina 24
Nel 2000
La laurea ad honorem a Cagliari

Sono trascorsi poco più di 20 anni da quel 31 marzo 2000 quando un emozionato Ennio Morricone discusse una tesi dal titolo «Scrivere per il cinema: aspetti e problemi di un'attività del nostro tempo» davanti all'allora rettore dell'Università di Cagliari Pasquale Mistretta, che gli conferì la laurea honoris causa in Lingue e Letterature straniere. Un discorso di ringraziamento che si interruppe a metà: il volto del maestro compositore, scomparso la scorsa notte a Roma all'età di 91 anni, si rigò di lacrime.Un legame forte, il suo, con la Sardegna: fu lui nei primi anni Settanta a presentare il primo lavoro di Maria Carta, indimenticata cantante sarda. «Tutto era grande in lei», commentò in alcune interviste, ma furono le parole scritte in occasione del lancio a lasciare il segno: «La voce e i canti di Maria Carta si inseriscono luminosamente nel nuovo movimento del folk italiano». Dovranno passare diversi anni per vedere poi Morriconi trionfare come vincitore del premio dedicato all'artista di Siligo: era il 2013.





 

9 - LA NUOVA SARDEGNA di martedì 7 luglio 2020 / Speciale La mia isola estate - Pagina 26
NATURA. La scoperta di un botanico
Una pianta carnivora vive nello stagno di Platamona

di Giovanni Bua
Per i botanici sassaresi era diventata una sorta di Sacro Graal. E da oltre trent'anni le davano la caccia tra i canneti dello stagno di Platamona. Eppure della pianta carnivora dai bellissimi fiori gialli non c'era traccia. L'unica segnalazione della Utricolaria vulgaris, per tutti "erba vescica", rimaneva quella dell'allora studente di Scienze Naturali, Marco Giau. Che nel 1987 aveva notato, durante il suo corposo lavoro di ricognizione dello stagno su cui ancora oggi si basa il piano di gestione dell'area, i fiorellini gialli, simili (per i profani) a bocche di leone, marchio di fabbrica della piantina dotata, sotto il pelo dell'acqua, di micidiali "trappole", vescichette (urticoli) sottovuoto, che si aprono quando la preda si avvicina e letteralmente la risucchiano, facendo strage di piccoli organismi acquatici come larve di zanzare e girini.Una specie unica nell'isola, e molto rara anche nel resto d'Italia (è presente in altre 4 o 5 regioni) che però non era mai stata ritrovata. Con gli studiosi che iniziavano a mettere in dubbio la sua esistenza, e teorizzavano che il pur bravissimo Giau l'avesse confusa con la sua "cugina", decisamente più comune, l'Utricularia australis. Non però Giovanni Rivieccio, allora studente di Scienze Naturali, e nel mentre laureatosi in pieno lockdown. Che, dopo aver scoperto insieme alla sua professoressa Simonetta Bagella (presidente del corso di laurea di Scienze Naturali e docente di Botanica e Gestione della biodiversità vegetale) un "habitat" considerato di importanza prioritaria per la conservazione all'interno dello stagno, con la sua segnalazione accolta dalla comunità scientifica e pubblicata su una rivista di rilevanza internazionale, non ha più smesso di dare la caccia all'erba vescica. «Mi sono appassionato - racconta -, e ho deciso che avrei trovato l'Utricolaria vulgaris. Altri avevano provato, uno studente anni fa aveva anche affittato una canoa. Alcuni stavano perdendo la speranza. Ma io ero motivatissimo, soprattutto per l'enorme rispetto che ho per il lavoro di Giau. Ero sicuro che non si fosse sbagliato». E così, per oltre due anni, ogni gita allo stagno diventa occasione per allungare lo sguardo tra i canneti, a caccia degli inconfondibili fiorellini. «Una mattina - racconta - ero allo stagno con alcune amiche. Loro correvano, io come sempre cercavo. E alla fine è come se la pianta abbiamo trovato me. In una raduretta ho intravisto i fiori gialli. Non ci potevo credere. Sono entrato nello stagno, mi sono avvicinato. Era lei. Ho chiamato la professoressa Bagella. È venuta con me allo stagno. Abbiamo fatto i rilievi, e preso dei campioni, analizzati e classificati. Ora andranno nel meraviglioso erbario della nostra facoltà e in quello di Firenze. E abbiamo preparato una "notula" per Italian Botanist, la rivista della Società Botanica Italiana che è una sorta di database di tutte le specie esistenti e della loro collocazione». Ultimo atto ufficiale per dire che il Sacro Graal esiste, ed è stato trovato, in una piccola ma rigogliosa colonia di una ventina di individui. Ora Giovanni Rivieccio è impegnato in una nuova avventura, borsista all'Nrd, l'ormai celebre Nucleo di Ricerca sulla Desertificazione di Uniss. Ma il suo cuore è rimasto tra le canne dello stagno di Platamona. «Un gioiello da mettere in cassaforte. E da gestire per valorizzarlo. Non solo perché è uno scrigno pieno di biodiversità, ma anche perché è un luogo magico e affascinante. Sicuramente il posto dove ho vissuto una delle mattinate più belle della mia vita, quando ho toccato per la prima volta quei fiori».

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