Press review

Rassegna quotidiani locali a cura dell’Ufficio stampa e redazione web
06 July 2020

L'Unione Sarda



 

1 - L’UNIONE SARDA di lunedì 6 luglio 2020 / Speciale CULTURA - Pagina IV

Gigante pugilatore o gladiatore?
L'affascinante teoria è degli archeologi Atzeni e Porcella

Pugilatori o aspiranti gladiatori? Se ne è parlato sulle pagine dell'Unione Sarda, e venerdì pomeriggio l'affascinante argomento è stato al centro dell'aperitivo culturale nei giardini dell'Antiquarium arborense di Oristano con gli archeologi Momo Zucca e Giacomo Paglietti. Il cuore dell'ipotesi ha cominciato a battere all'Università di Granada con la tesi di dottorato del 2019 del ricercatore Federico Porcella, che ha approfondito l'idea che il gigante di Mont'e Prama inizialmente descritto come un pugilatore fosse in realtà un giovane che, armato di pugnale, si preparava a essere consacrato come effettivo dell'esercito sardo in armi.

La teoria di Federico Porcella, oggi anche assessore alla Cultura del Comune di Serri, non è però nuova. Nel dicembre del 2016, la casa editrice Condaghes pubblica il volume “Gherreris: dai bronzetti alle statue di Mont'e Prama” a cura dell'archeologo Alessandro Atzeni. Nelle pagine del saggio si approfondisce la teoria che il gigante pugilatore sia in realtà un “gherreri”, un guerriero, ipotesi che offre un nuovo orizzonte sul mistero dei giganti. Nell'articolo pubblicato il 3 luglio, i nomi degli studiosi che hanno elaborato l'affascinante teoria, non erano stati inclusi.







 

2 - L’UNIONE SARDA di lunedì 6 luglio 2020 / Speciale CULTURA - Pagina IV

Portarsi via il mare con la sabbia rubata

di Franciscu Sedda

È tornata l'estate. Torneranno anche i furti di sabbia? A vedere come la sporcizia si sta riprendendo le nostre strade verrebbe da pensar di sì. Il virus evidentemente non ci ha insegnato molto in merito al rapporto con l'ambiente. In attesa di smentite dalla cronaca estiva viene da domandarsi: perché la gente si porta via la sabbia delle spiagge sarde? Perché si vuole portar via il mare! Potrà sembrare paradossale ma è così. Ed è così perché in un gesto così piccolo s'incrociano dinamiche enormi come le mitologie della comunicazione turistica o la contemporanea mercificazione di ogni esperienza.

Barattolo di conchiglie

Prima di scoprire come la sabbia nostrana si trasforma in tesoro, intendiamoci: non tutti la rubano e grazie al cielo qualcuno inizia a restituirla. Fra chi lo fa peraltro non c'è solo il cattivo turista ma ci siamo anche noi, proprio com'è spesso sardo chi sporca le strade o si vende i tesori dell'archeologia sarda: manus cancaradas! Del resto qualcuno potrebbe anche affermare: «Scagli la prima manciata di sabbia chi fin da bambino non si è portato a casa un barattolo di conchiglie!».

Altri potrebbero dire che è difficile resistere alle tentazioni del #paradiso. Perché questo è la Sardegna stando agli hashtag che più frequentemente gli utenti social associano alle immagini delle nostre spiagge. Non solo.

Confine ambiguo

Analizzando l'identità turistica della Sardegna (lo abbiamo fatto con il collega Paolo Sorrentino per il volume “Usi e piaceri del turismo”) è evidente un fatto: il mare non solo domina ma fa scomparire quasi tutto il resto. Rispetto ad altri luoghi e isole la cosa si fa eclatante: pochi paesi pittoreschi, pochi piatti da mangiare con gli occhi, poca vita collettiva. Quasi solo mare trasparente. Anche il corpo di chi fotografa spesso scompare per non “sporcare” la perfezione del mare. E della sabbia che questo lambisce o lascia intravvedere. Soli in paradiso: “a crepu”, per chi ci segue su Instagram.

Emblematica l'immagine della mano che, al limite fra spiaggia solitaria e mare cristallino, tiene in pugno la sabbia. Gesto innocente che tuttavia si pone sul confine ambiguo fra il piacere del contatto con qualcosa di unico e l'appropriazione materiale di questa stessa unicità. Portarsi a casa quel mare portando via ciò che ne mantiene traccia e memoria. Se il mare staccato dal suo mondo diventa acqua qualunque, quella sabbia, tanto più se di quarzo o coralli, pare conservare l'estasi della trasparenza, della brillantezza, della luce.

Commercializzazione

Del resto al ruba-sabbia non importa sapere che il valore non sta nella materia ma nella relazione fra quella sabbia, quel mare, quel momento. Egli può comunque provare a vendere quella relazione, il suo ricordo o la sua aspettativa, proprio come si vendono online i capelli di Elvis. Funziona. Soprattutto in un mondo che magnifica la commercializzazione di ogni esperienza. Massificata e unica al contempo, come il selfie solitario che con perizia scattiamo in una spiaggia affollata. Collezionare momenti unici, trasformali in oggetti, farne merci vendibili: non è un passaggio scontato né sempre negativo, se non fosse che c'è chi si fa prendere la mano.

Tutto risolto? Non ancora. Che fare se i bambini continueranno a voler portar via le conchiglie? Gli si potrebbe proporre di scegliere la più bella delle vacanze. E consentirgli di portarla a casa prendendo un impegno: riportarla in una spiaggia della Sardegna l'anno successivo, quando ormai scarica del suo valore avrà bisogno di riprendere contatto con il suo mare. Tornerebbe la conchiglia, il bambino, la loro relazione d'amore con le spiagge della Sardegna.

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