Press review

Rassegna quotidiani locali a cura dell’Ufficio stampa e redazione web
05 July 2020

L'Unione Sarda



 

1 - L’UNIONE SARDA di domenica 5 luglio 2020 / PRIMO PIANO - Pagina 9

Sanità. Alla Regione proposta di scorporo a vantaggio della Aou di Sassari

ALGHERO, IL MARINO ALL'UNIVERSITÀ?

La sanità pubblica rischia di perdere un altro pezzo a favore dell'Università. Di “scorporo” da Ats Sardegna dell'ospedale Marino di Alghero, da far confluire nell'Aou di Sassari, si parla in un emendamento alla legge di riforma della sanità sarda, appena presentato in commissione da Fratelli d'Italia e Lega. La strada non è in discesa e Forza Italia, dalla città catalana, lo ha mandato a dire, a Cagliari e a Sassari, agli alleati del centrodestra.

Il progetto

Nell'emendamento si legge che il Marino di Alghero, «per la sue caratteristiche e per la sua tradizione in campo ortopedico», potrebbe rappresentare «un valido braccio operativo dell'Azienda ospedaliera universitaria di Sassari». L'obiettivo, nero su bianco nell'emendamento, con l'impegno di spesa di 2 milioni, è di mettere su un centro di riferimento regionale per la chirurgia robotica ortopedica. Per la Aou - è tutto scritto - sarebbe un'operazione facile dal punto di vista organizzativo: basterebbe attivare «una unità semplice dipartimentale, dove nominare un responsabile per la gestione ordinaria». Con una selezione interna? Senza concorso? Il dibattito politico è ancora sottotraccia. La struttura conterebbe su una sala operatoria e un reparto di degenza di 12-14 posti letto che faccia affidamento su una dotazione organica di cinque dirigenti medici di Ortopedia. In giro per la Sardegna il passaggio fa anche sorridere: a Carbonia, Iglesias e Lanusei i reparti di Ortopedia sono sguarniti, ma la Aou di Sassari (o almeno chi ha messo in moto l'idea) pensa di reclutare cinque specialisti per la nuova costola universitaria di Alghero. Sì, anche in questo caso, l'emendamento indica la via: «équipe chirurgiche non residenti provenienti dalle varie realtà ortopediche sarde». Il che significherebbe anche nuovi costi (spese di trasferta, rimborsi per il soggiorno) ma, soprattutto, altri reparti da sguarnire. Dove reparti significa pazienti.

Quali soluzioni?

La riforma della Giunta Pigliaru, rispetto ad Alghero, spostava tutto all'ospedale civile per chiudere l'operatività del Marino, con il conseguente sovraccarico al Santissima Annunziata di Sassari. Scorporando il Marino, chiuderà il Civile? La futura Azienda sanitaria di Sassari resterà senza Ortopedia? Dubbi che aleggiano attorno a un emendamento nella cartella dalla commissione Sanità del Consiglio regionale.

Dove si riflette anche sulla chirurgia robotica, ideale per Alghero, si evidenza nella proposta, «per la vicinanza con l'aeroporto» e, di conseguenza, «volano per tutta l'economia del territorio nell'ambito del turismo sanitario». Ma alla chirurgia robotica ortopedica, alleato sempre più valido per gli specialisti, tutti - e in ogni parte della Sardegna - guardano con interesse. Politico ed economico. Pensare a un solo centro di riferimento regionale, affidato all'azienda ospedaliero-universitaria di Sassari, appare al momento un'utopia. ( red. pol. )

 

 

 

 

 

2 - L’UNIONE SARDA di domenica 5 luglio 2020 / CAGLIARI - Pagina 29

Sanità. Ripresi ricoveri e visite: ecco le regole del piano per il riavvio

POLICLINICO, RIPARTENZA IN SICUREZZA
Racugno: “Per alcune prestazioni occorre fare prima i tamponi”

Hanno iniziato a ricontattare chi aveva una visita tra marzo e maggio, saltata per il lockdown. I nuovi appuntamenti (la vecchia impegnativa può essere usata sino al 31 dicembre) sono gestiti seguendo le regole di rigidi protocolli sulla sicurezza stilati dalla direzione sanitaria. Attualmente vengono erogate 700 prestazioni al giorno, con picchi di 800. Passata la paura, i pazienti son tornati e il Policlinico universitario di Monserrato, centro di riferimento regionale nella lotta al Covid-19, non si è fatto trovare impreparato: l'organizzazione è stata rivista per poter supportare il carico di lavoro sulle spalle degli operatori sanitari e ricevere in sicurezza personale e utenti.

Ripartenza in sicurezza

«C'era una grande volontà di ricominciare e appena la Regione ha dato il via libera, con le linee guida per il riavvio del 4 giugno, siamo partiti». Le regole per ricominciare le ha scritte Paola Racugno, medico specialista in Igiene, esperta di organizzazione ospedaliera: nel ruolo di direttrice della struttura complessa “Governo clinico e appropriatezza” è stata lei a redigere, dopo una serie di riunioni con i primari e responsabili dei dipartimenti, il piano di riavvio delle attività ambulatoriali, riprese il 9 giugno. «Tutti i reparti e i servizi sono impegnati per recuperare i tre mesi di blocco delle visite ordinarie, i 400 posti letto sono quasi tutti occupati», assicura la dirigente, «ovviamente è una ripresa graduale, in massima sicurezza e che per alcune attività richiede più prudenza: ad esempio, prima di una gastroscopia o alcune visite odontoiatriche occorre fare il tampone». Per essere al corrente dei cambiamenti basta consultare il sito dell'Aou oltre che i social, uno dei canali di comunicazione più utilizzato dall'azienda durante l'emergenza sanitaria che ha vietato l'ingresso (salvo urgenze) alle persone.

Nuove tecnologie

Indispensabile l'adozione di strumenti ad hoc, a partire dal termoscanner, per regolare gli ingressi ma anche per favorire i contatti tra Policlinico e pazienti e agevolare lo smaltimento dell'arretrato (anche l'orario degli ambulatori è stato prolungato dalle 8 alle 18). La regola è: senza appuntamento non si entra. Così l'App “Filavia”, attiva anche prima della pandemia, è un supporto utilissimo per prenotare i prelievi (sia nel presidio di Monserrato che al San Giovanni di Dio), diversamente c'è il telefono (070-51096221 - 070-51092640, dalle 8 alle 18). Per qualunque informazione è possibile mandare un messaggio su WhatsApp al 338-7194434. Mai abbassare la guardia anche se il virus è sotto controllo in questo periodo: in ospedale bisogna sempre indossare la mascherina e si può entrare 15 minuti prima se si deve pagare il ticket o 5 se esenti. In ogni caso i quattro accessi del Policlinico sono presidiati e per gli accompagnatori dei pazienti sono stati sistemati alcuni gazebo nelle zone di maggiore afflusso.

Estate di lavoro

Dietro le quinte si muove una macchina organizzativa che studia anche nuove soluzioni per migliorare alcuni aspetti, come quello relativo al pre-triage, che oggi si svolge all'aperto in tenda. «Cercheremo una struttura più appropriata», garantisce la responsabile. «Noi non ci fermiamo: il nostro obiettivo non è solo curare i pazienti ma prenderci cura di loro».

Carla Raggio






 

3 - L’UNIONE SARDA di domenica 5 luglio 2020 / CAGLIARI - Pagina 29

ATENEO. LA PROTESTA DEGLI STUDENTI
Corsi di preparazione ai test di Medicina: costi cresciuti del 100%

Un emendamento contro gli aumenti dei costi per poter partecipare ai corsi di preparazione al test di medicina e odontoiatria. Lo presenterà l'Associazione universitaria Reset-UniCa per cercare di annullare le nuove disposizioni.

«Si avvicina il periodo del fatidico test d'ingresso in medicina e odontoiatria, un momento molto atteso da migliaia di studentesse e di studenti che nei mesi precedenti hanno probabilmente compiuto grandi sacrifici in termine economico. Infatti, è diventata prassi comune, se si vuole avere qualche chance in più di passare la selezione d'accesso, seguire dei corsi privati che possono arrivare a costare nel migliore dei casi anche 400 euro», spiegano i rappresentanti di Reset-UniCa.

L'Ateneo cagliaritano fino all'anno scorso era una delle sedi con il contributo d'iscrizione al test più basso: soltanto 23,05 euro. «Da quest'anno la Crui, la Conferenza dei rettori delle Università Italiane, ha chiesto di uniformare il prezzo a 100 euro in tutto il Paese», ricorda l'associazione. «Per Cagliari stiamo parlando di un aumento che supera il 400 per cento. Una scelta del tutto immotivata, che forse allo scopo di uniformare l'ammontare del contributo in Italia ha finito per alzarlo dove si pagava di meno anziché il contrario».

Per questo l'organizzazione degli universitari si appresta a mettere nero su bianco una richiesta ufficiale perché si torni al passato. «Stiamo preparando un emendamento da passare negli Organi centrali per chiedere al più presto di ritornare allo status quo. Aumentare così tanto il contributo di iscrizione significa creare ancora più incertezze in chi tenta il test e non ha la certezza di passarlo. Non tutte le famiglie possono permettersi di affrontare spese così corpose, ed è pertanto inconcepibile che la nostra università si presti a una logica che vuole che soltanto chi può permetterselo riesca ad accedere al Corso di Laurea. Noi ci opponiamo: non è la nostra visione di università pubblica e universalistica, dove a tutte e a tutti devono essere date le stesse condizioni di partenza».






 

4 - L’UNIONE SARDA di domenica 5 luglio 2020 / MEDIO CAMPIDANO - Pagina 36

Serrenti. Dopo la laurea il ritorno in paese: “Il segreto? Inseguire i propri sogni”

PIANTE OFFICINALI TRA NATURA E IMPRESA
Melaleuca e aromaterapia, la scommessa di un giovane agronomo

Il serrentese Antonio Fois è l'esempio di come coraggio e passione rappresentino le giuste basi per crearsi una professione. Il giovane agronomo (35 anni) dopo la formazione all'Università di Agraria di Sassari è tornato nel suo paese per mettersi in gioco e concretizzare i suoi sogni. «Ho deciso - spiega Antonio - di utilizzare una parte dei terreni di proprietà della mia famiglia (già impegnata nel settore agricolo) per coltivare le piante officinali, settore in cui mi sono specializzato all'università».

Antonio Fois può vantar di essere l'unico produttore di melaleuca in Europa (in Italia conosciuto come tea tree oil ), pianta officinale dalle tante proprietà curative.

Sei anni di studi

«Oltre alle varie collaborazioni in ambito universitario - racconta - ho sviluppato nel corso degli anni un progetto parallelo sulla selezione varietale in vitro e vivo di melaleuca. La selezione da me compiuta di una varietà di melaleuca adattabile al territorio sardo è stato l'input che mi ha permesso di nascere come imprenditore. Gli studi che conduco ormai da sei anni hanno trovato concretezza tre anni fa con lo sviluppo della mia azienda». La “Bioma natura”, la sua azienda, si è evoluta nel tempo grazie anche all'appoggio della famiglia, e oggi le coltivazioni di piante officinali, produzione di oli essenziali e altri prodotti cosmetici sta dando i suoi risultati. Questi prodotti sono venduti in tutta Italia e richiesti soprattutto nei resort di lusso dell'isola, riconosciuti come di alta qualità.

Proprietà disinfettanti

«La melaleuca è il mio punto di forza», prosegue: «Sono l'unico in Italia al momento ad aver creato un sapone con 83 per cento di pianta pura senza conservanti perché molto concentrato e disinfettante e grazie alla collaborazione con la dottoressa Eleonora Medda siamo i primi ad aver portato avanti uno studio sulle potenzialità dell'estratto acquoso della melaleuca come collutorio lenitivo per bambini con apparecchio ortodontico».

Tra le piante officinali coltivate vi sono anche rosmarino, mirto e lavanda, oltre che piccole coltivazioni di nicchia come limoni sardi e agrumi. A questo si aggiunge l'organizzazione di eventi e laboratori.

«Insegno aromaterapia, tengo corsi di tecniche di coltivazione e altri laboratori. Gli sforzi sono tanti ma sono ripagato dai risultati. Inseguire i propri sogni è la scelta giusta». L'ultimo laboratorio organizzato ha permesso ai presenti di partecipare alla raccolta e distillazione della lavanda in fiore per ottenere oli essenziali e altri prodotti.

In armonia con la terra

«Il mio scopo è far comprendere che il mondo dell'agricoltura moderno è comunque dipendente da quello antico. È necessario riconquistare la sensibilità che si è persa nei secoli e le sensazioni che la stessa natura ci trasmette, gli oli essenziali sono funzionali in questo senso, ne sono il mezzo migliore. Ora più che mai sembra necessario rientrare in contatto con la parte più pura del nostro essere interiore e ciò sembra possibile solo grazie alla natura stessa».

Carola Onnis




 

La Nuova Sardegna

 

 

 

 

5 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 5 luglio 2020 / PRIMA
Sassari, i candidati
FURESI: “L’ATENEO DEVE GUIDARE IL RILANCIO DEL TERRITORIO

Prosegue la presentazione dei candidati alla successione del rettore Massimo Carpinelli. Oggi a spiegare il suo programma è Roberto Furesi, professore ordinario di Economia ed Estimo rurale e delegato del rettore al “sistema bibliotecario, archivi, museo, rapporti con i media, promozione dell’immagine dell’Ateneo e divulgazione scientifica”.  BUA A PAGINA 15

SASSARI - Pagina 15
UNIVERSITÀ >> VERSO LE ELEZIONI
Parla il quarto candidato alla successione del rettore Massimo Carpinelli
FURESI: «L'ATENEO GUIDERÀ IL RILANCIO DEL TERRITORIO»
«Serve maggiore consapevolezza del nostro ruolo e della nostra forza»

di Giovanni Bua
SASSARI «La città, il territorio, la regione, vivono una profonda crisi economica, sociale, demografica, politica. L'università no, e non lo dico io ma tutti gli indicatori. E dunque è arrivato il momento di caricarci la nostra comunità sulle spalle, prendere ancora maggiore consapevolezza del nostro ruolo. Abbattere gli steccati e sederci nei tavoli da protagonisti. Per dire cosa ci serve, e cosa possiamo fare per aiutare. Tutti».
Mette da parte la sua "cifra" discreta Roberto Furesi, che per anni ne ha contraddistinto il lavoro al fianco del rettore Massimo Carpinelli come delegato a sistema bibliotecario, archivi, museo, rapporti con i media, promozione dell'immagine dell'Ateneo e divulgazione scientifica. E lancia la sua personale corsa alla successione, quarto candidato, dopo Gavino Mariotti, Giampaolo Demuro e Plinio Innocenzi, a raccontare sulle pagine della Nuova la campagna rettorale che culminerà con il voto atteso per i primi di ottobre. Con elezioni ancora da indire, tra non poche polemiche.
«Non ci perdo il sonno - sottolinea il professore ordinario di Economia ed Estimo Rurale -. So che il primo novembre ci sarà un nuovo rettore. E so anche che tanti grandi Atenei non hanno ancora indetto le elezioni. Sicuramente viviamo una situazione particolare. E il lockdown ha reso particolare e difficile questa campagna rettorale per tanti motivi. Ma ora ci siamo messi in moto. E, per quanto mi riguarda, non c'è tempo di guardarsi indietro».
Indietro potrebbero guardare però i suoi sfidanti, soprattutto quelli che si propongono come alternativa forte a Carpinelli, che Furesi lo identificano come "uomo del rettore". «Bisogna distinguere bene le cose - sottolinea Furesi -. Io penso che per dare un giudizio negativo del rettorato di Carpinelli bisogna essere intellettualmente disonesti. In sei anni i conti dell'Ateneo sono tornati in ordine, le iscrizioni sono cresciute come il numero dei corsi, l'università ha vissuto un recupero di credibilità e visibilità importante, una cifra internazionale riconosciuta da tutti, una progettualità che darà frutti per gli anni a venire. Detto questo io non sono l'uomo di nessuno, e sarebbe davvero ingenuo pensare che, in un mondo complesso come quello accademico, i voti si possano controllare o trasferire. I docenti, i dipartimenti, gli amministrativi, vanno conquistati uno a uno. Chi si vanta di controllare pacchetti o correnti mente. Ancor di più chi millanta padrini politici. Quello è un mondo che non esiste più».
Niente politica dunque: «Non ho mai avuto il tempo - sorride l'aspirante rettore -. Amo definirmi un progressista liberale, ma non ho mai avuto contatti con nessun partito. Attualmente conosco, per motivi accademici, il sindaco Nanni Campus. E abbiamo un rapporto amichevole. Ma con la politica c'entra davvero poco. Detto questo riconosco all'università, e al ruolo di rettore, un significato fortemente politico. Che vorrei accrescere ancora. Un ruolo da protagonista però, non subalterno a nessuno».
Sulla continuità con Carpinelli: «Io penso - spiega Furesi - che il lavoro di tutti i rettori debba seguire un filo, una strada condivisa. A cui ognuno deve aggiungere la sua visione. Io, negli anni, ho maturato le mie idee. E la convinzione che sia arrivato il momento di scendere in campo in prima persona per realizzarle». La più forte: «Il nuovo ospedale. Mi batterò perché sia realizzato. Basta rattoppi, progetti vecchi ancor prima di nascere. Il mondo cambia in continuazione, e con il Covid è stato rivoluzionato. È il momento di fare un salto di qualità. E, chiaramente, insieme al nuovo ospedale, nuova linfa per la facoltà di medicina, per la scuole di specializzazione da difendere e potenziare. Perché Medicina è il "core business" dell'università e della città».
Un taglio da "scienziato" che rischia di alimentare le storiche rivalità con gli umanisti: «Io sono un economista agrario - sorride Furesi - e insegno Estimo, che ha molti risvolti filosofici. E per me l'area umanistica è un pilastro, non solo dell'Ateneo ma della formazione del sapere critico di una comunità. Noi inoltre abbiamo professionalità assolute, di livello nazionale e internazionale, oltre che una storia gloriosa. Quindi nessun dualismo, anzi. Io cercherò di rimettere l'area umanistica al centro del nostro progetto di sviluppo. Meglio, cercherò di renderla protagonista del disegno di sviluppo della città e del territorio».
A proposito di dualismo, impossibile non citare quello con Cagliari: «Datato - continua Furesi - e poco più che folcloristico. Uniss e Unica sono diverse, ma hanno problemi simili. E possono trovare aree di importante collaborazione e sinergia. Sicuramente non hanno motivo di farsi la guerra».
L'obiettivo di mandato: «Rendere Sassari compiutamente una città universitaria. Che associ il marchio Uniss ad apertura, aiuto, possibilità, motore di economia e indotto. Chiaramente per questo bisogna alzare il livello dei servizi offerti. E lavorare su una residenzialità diffusa, sia mandando avanti i progetti campus, sia superandoli con un accoglienza in stile "collegi" di Pavia, sotto il diretto controllo dell'università, più flessibile e adatta a un mondo in continua evoluzione».
Spazio poi all'inclusività: «Vero marchio di fabbrica di un'università - sottolinea Furesi -. Dobbiamo permettere ai migliori di frequentare il nostro Ateneo. E dobbiamo andare a trovarli nelle scuole. Con le quali il rapporto va riallacciato. E alle quali dobbiamo offrire tutto il possibile supporto. E continuare l'ottimo lavoro con il polo penitenziario. E, visto che si siamo, ci tengo a dire che bisogna lavorare a una vera parità di genere. Non solo di principio ma declinata in misure pratiche, grandi e piccole. Penso ad esempio a un nido aziendale, anche per gli impiegati amministrativi».
Amministrativi che pesano solo il 10 per cento nel voto per il rettore: «Ma sono l'anima dell'Ateneo. E hanno tra le loro fila professionalità di assoluto livello. Tengo molto ad avere rapporti costanti, vicini. E a rimettere mano alla partita della contrattazione, magari pensando a benefit e aiuti». Ultimo punto la collegialità, che molti indicano come il punto debole della gestione Carpinelli. «La struttura dell'università è di per sé verticistica - chiude Furesi - e il concetto di scelte collegiali rischia di essere demagogico. Però non lo è l'idea della condivisione, che deve essere costante. Io penso a un rapporto stretto con i dipartimenti, magari con una sorta di question time semestrale durante cui mettere sul piatto i problemi e le proposte. E la porta del mio ufficio sarà sempre aperta. Il punto è che il momento è difficile, e per mantenere la rotta bisogna remare tutti dalla stessa parte. Sono convinto che questo all'interno dell'Ateneo sia chiaro a tutti. E che sia arrivato il momento di dimostrarlo a noi stessi, ma anche a tutto il territorio. Che nell'università deve trovare aiuto, disponibilità, orgoglio. Per riguadagnarci, tutti insieme, il ruolo che ci spetta».
LA SCHEDA
Professore di Economia ed Estimo e delegato a sistema bibliotecario e divulgazione

Roberto Furesi, nato a Sassari il 10 febbraio 1961, si è laureato in Scienze Agrarie alla Facoltà di Agraria dell'Uniss. È professore ordinario di Economia ed Estimo Rurale dal 2001 e delegato del rettore al "sistema bibliotecario, archivi, museo, rapporti con i media, promozione dell'immagine dell'Ateneo e divulgazione scientifica".Già vice direttore del dipartimento di Economia e Sistemi Arborei, Responsabile della relativa Sezione di Economia e Politica Agraria e presidente della biblioteca di Scienze dell'università di Sassari, ha diretto il Dipartimento di Scienze della Natura e del Territorio dal 2014 al 2017. É stato sanitario tecnico della Ras in qualità di esperto in scienze agrarie ed iscritto all'albo degli esperti istituito al ministero delle Politiche Agricole e Forestali per la valutazione ex ante, in itinere ed ex post dei progetti di ricerca. Ha partecipato, anche con ruoli di coordinamento scientifico, a numerosi progetti di ricerca regionali, nazionali ed internazionali ed è iscritto a varie società scientifiche attive nel campo delle scienze economico-estimative agrarie.

 

 

 





 

6 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 5 luglio 2020 / PRIMA
Servono gli strumenti adeguati
ORA DOBBIAMO RIPARTIRE INSIEME

di Vittorio Pelligra
Il “catastrofismo emancipatorio”, così lo definiva Ulrich Beck, e quell’idea secondo cui il bene può emergere, in alcuni casi, come effetto collaterale del male. Ritroviamo quest’idea, inaspettatamente, nelle pagine dell’ultimo Rapporto su “La situazione del Paese”, presentato dall’Istat venerdì. Oltre al tradizionale quadro sociale ed economico nazionale, il rapporto presenta una riflessione su alcuni problemi strutturali della società italiana. CONTINUA A PAGINA 10

ATTUALITÀ - Pagina 10   SEGUE DALLA PRIMA
ORA DOBBIAMO RIPARTIRE INSIEME
di Vittorio Pelligra
Riflessione sui problemi strutturali che, in una fase di ripartenza post-pandemia, da elementi di difficoltà potrebbero trasformarsi in opportunità per uscire prima e meglio dalla crisi. Il tema ambientale, quello demografico e quello legato al sistema dell'istruzione sono ambiti, secondo la lettura dell'ISTAT, «che meritano azioni e investimenti - sia pubblici sia privati - che a loro volta possono costituire una leva essenziale per il successo della ripartenza». La riduzione della biodiversità, la rottura dell'equilibrio tra ecosistemi e la compromissione della qualità dell'aria, hanno facilitato, secondo molti, l'insorgenza dei fenomeni epidemici che continueranno ad intensificarsi nel futuro. Per quanto riguarda l'aspetto demografico, si nota, da una parte, che il 46% degli italiani desidera avere due figli e il 22% tre, ma dall'altra, che la pandemia e l'incertezza che essa ha generato, avrà ricadute negative sul tasso di fecondità nei prossimi anni. Si avrà, in questo modo, una ulteriore negazione del desiderio di maternità e paternità di coloro che pur desiderando un figlio non sperimentano le condizioni sociali ed economiche favorevoli a tale scelta. Il terzo elemento riguarda la questione dell'istruzione. L'Italia e ancora più la Sardegna hanno affrontato questo shock partendo da una situazione di grande svantaggio rispetto al resto d'Europa: abbandono precoce degli studi, scarsi livelli di competenze alfabetiche e numeriche, bassa incidenza di laureati. Il ritardo cronico nell'investimento in conoscenza che sperimentiamo ormai da troppo tempo, avrà forti ricadute innanzitutto sulla capacità di ripresa economica. Una lettura attenta dei dati mostra che questi tre elementi, ambiente, natalità, conoscenza, sono tra loro strettamente interconnessi. Vediamo, infatti, come la consapevolezza dei problemi ambientali e la disponibilità ai cambiamenti necessari, aumenta con l'aumentare del titolo di studio. Analogamente, da più parti, si sta mettendo in discussione una lettura semplicistica che vede la scelta di maternità essere inversamente correlata con il livello di istruzione. Sono gli strumenti di supporto messi a disposizione di donne e coppie che permettono una migliore conciliazione tra lavoro e cura dei figli, a fare la differenza, così come una più equa ripartizione dei carichi di cura all'interno delle coppie. Tutti elementi fortemente correlati con il livello di istruzione della popolazione. Considerando anche solo queste poche riflessioni non è difficile capire come la via più efficace per trasformare la crisi in opportunità, è quella dell'investimento in conoscenza. Molto è stato fatto in questi anni sia per l'edilizia scolastica che per il contrasto alla dispersione. Occorre, però, ora un decisivo cambio di passo, non solo per quanto riguarda la quantità delle risorse da mobilitare, ma soprattutto per la natura degli interventi. Per uscire dalla trappola della povertà nella quale ci troviamo occorre un piano integrato che coinvolga tutte le forze attive della politica, dell'economia e della società. La Regione e gli enti locali, le Università e i centri di ricerca, le istituzioni scolastiche, il sistema delle imprese, il mondo del volontariato e del terzo settore, la Chiesa e le famiglie, sono tutti chiamati ad un'assunzione di responsabilità; ad azioni concrete ed innovative, trasversali e multilivello, capaci di attivare processi sostenuti di accumulazione di capitale umano, che siano diffusi ed equi. È una responsabilità ineludibile, oggi più che mai, se vogliamo anche solo immaginare un futuro migliore per i nostri figli, per la nostra terra.






 

7 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 5 luglio 2020 / SARDEGNA - Pagina 9
L'università presenta i suoi 81 corsi: iscrizioni aperte dal 9 luglio al 27 agosto

CAGLIARI, ONLINE IL MANIFESTO DELL'ATENEO

CAGLIARI È on line il Manifesto degli studi dell'Università di Cagliari: si tratta del documento che contiene l'elenco di tutti i corsi di laurea attivati per l'anno Accademico 2020/21, con l'indicazione delle modalità per iscriversi e per accedere ai servizi offerti dall'ateneo. Per tutti i corsi, ad eccezione di quelli a programmazione nazionale e dei corsi che hanno prove gestite dal Consorzio Cisia (che hanno scadenze diversificate), la domanda di iscrizione può essere presentata dal 9 luglio al 27 agosto. Chi intende iscriversi a un corso di laurea magistrale può presentare la domanda a partire dal 9 luglio fino a 4 giorni prima della data della prova di verifica. Tutte le procedure di iscrizione si svolgono completamente on line. In totale i corsi dell'Università di Cagliari sono 81, dei quali 38 di laurea triennale, 6 magistrali a ciclo unico, 37 magistrali biennali. Un corso è completamente nuovo: si tratta della laurea triennale in Tecniche di Neurofisiopatologia. Il Manifesto degli Studi indica per ogni corso attivato il numero dei posti disponibili - in caso di numero programmato locale o nazionale - con la data della prova di accesso. Per gli altri corsi, quelli ad accesso libero, indica la data della prova di verifica della preparazione iniziale, che ormai da tempo costituisce un passaggio obbligato che permette di conoscere eventuali carenze formative. Per gli studenti che dovessero manifestarne a seguito della prova, l'Ateneo mette a disposizione 33 corsi di riallineamento, fruibili dalla piattaforma on line di UniCa, in grado di mettere tutti gli iscritti nelle stesse condizioni di partenza per un miglior andamento del percorso. Nell'attesa della prova, ogni studente può esercitarsi on line con i test degli anni precedenti per cominciare a prendere familiarità con gli esercizi proposti. Le prove di verifica della preparazione iniziale di tutti i corsi di laurea triennale e magistrale a ciclo unico, fatta eccezione per le prove dei corsi di studio di Scienza della formazione primaria, Medicina e chirurgia e odontoiatria e protesi dentaria e Professioni sanitarie (che hanno modalità e tempistiche differenti, comunque specificate nel Manifesto) si svolgeranno da casa mediante il sistema Tolc Casa gestito dal Cisia. Il Tolc è un test diverso da studente a studente, composto da quesiti selezionati dal database Cisia Tolc; è finalizzato a valutare le conoscenze minime richieste per l'accesso, e serve per orientare la scelta del percorso universitario.






 

8 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 5 luglio 2020 / OGLIASTRA - Pagina 32
INNOVAZIONE
Confronto su imprese e talento per la 4ª edizione del Contamination Bootcamp

LE STARTUP DELLA SARDEGNA SI RITROVANO AD ARBATAX
«Dalla ricerca alle aziende, l'energia positiva è fondamentale per il successo»

di Mario Frongia

ARBATAX Ricercatori, aziende e startup assieme per produrre e innovare. Un'intesa proficua nella Sardegna che si rimette in moto dopo il lockdown. La quattro giorni tenutasi all'Arbatax park resort ha incrociato esigenze del tessuto imprenditoriale, risposte modellate dall'università di Cagliari, talento di sette start up. Ovvero, giovani motivati con competenze multidisciplinari, pronti a sfidare i mercati e il presente. La quarta edizione del Contamination Bootcamp curato dal Crea (Centro servizi d'ateneo innovazione e imprenditorialità) in collaborazione con Fidicoop, ha perseguito l'addestramento intensivo all'innovazione. Dall'accademia alle aziende, con soluzioni fresche, programmi cuciti addosso in base alle domande di un territorio ferito da mesi di inerzia. Nel dettaglio, sette imprenditori, quattordici ricercatori e sette fondatori di startup innovative hanno lavorato gomito a gomito.

Questioni concrete, immediatamente spendibili tra laboratori, fabbriche e capannoni, da Teulada a Olbia. La novità? Massima attenzione allo sviluppo delle soft skills necessarie a guidare i programmi di Open innovation e tecniche Lean da applicare all'interno delle proprie aziende. Un passo obbligato per migliorare qualità dei servizi e delle produzioni. «Un percorso innovativo, tecnologicamente avanzato e competitivo. Ma soprattutto tagliato sulle richieste delle aziende sarde che guidano ricercatori e startupper nella ricerca delle soluzioni migliori per le proprie dinamiche» dice Maria Chiara Di Guardo, prorettore Innovazione. All'evento hanno preso parte Conassicop, Ianas, Progetti Sardegna, Cantina di Jerzu, Pastori di Nurri e La Clessidra. «Un'esperienza unica e coinvolgente, in una location fantastica, capace di generare un'onda creativa e motivazionale. Energia positiva fondamentale in un periodo come questo» spiega Francesco Sanna, presidente Fidicoop. «Cooperative, startapper e università hanno contribuito alla creazione di un progetto ad alto valore aggiunto» segnala Daniela Schirru, LegaCoop. «Ho partecipato all'evento con entusiasmo, è stata una bella esperienza» rimarca Dimitri Pibiri, Cooperativa Fradi. I ricercatori dei dieci dipartimenti dell'Università di Cagliari (Ingegneria civile, ambientale e architettura, Giurisprudenza, Ingegneria elettrica ed elettronica, Scienze chimiche e geologiche, Chimica analitica, Lettere, lingue e beni culturali, Scienze economiche e aziendali, Ingegneria meccanica, chimica e materiali, Scienza della vita e dell'ambiente, Matematica e informatica, Pedagogia, psicologia e filosofia) hanno guidato idee e creatività con manager e patron operanti nei vari settori merceologici. «Problematiche reali delle aziende, dagli strumenti utili per le sfide al futuro» rimarca la professoressa Di Guardo. Tre mondi a confronto. Per rafforzare un dialogo operativo con le industrie di turismo, allevamento, logistica, agricoltura, ristorazione, servizi. Di fatto, un confronto duraturo e moderno. Quel che serve alla Sardegna post pandemia.

 

Questionnaire and social

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