Press review

Rassegna quotidiani locali a cura dell’Ufficio stampa e redazione web
19 June 2020

L'Unione Sarda


 

 

1 - L’UNIONE SARDA di venerdì 19 giugno 2020 / PRIMO PIANO - Pagina 2
Sanità. L’Aou: test a tutti gli operatori del Santissima Annunziata
SASSARI, TORNA L'INCUBO IN CORSIA SI TEME UNA NUOVA EMERGENZA
Positivi due medici, in Cardiologia e in Rianimazione

L’azienda ospedaliero universitaria di Sassari non abbassa la guardia. Si continua con i tamponi per gli operatori che lavorano nelle aree più a rischio. Tra questi anche i soggetti che avendo in passato manifestato una positività al test si fossero negativizzati secondo i protocolli diagnostici scientificamente validati
Fa di nuovo paura il coronavirus al Santissima Annunziata di Sassari. A metà marzo fu emergenza vera in Cardiologia con medici, infermieri e pazienti chiusi dentro dopo la scoperta in un giorno di 24 contagi e la registrazione del primo decesso. L'incubo sembrava alle spalle e la situazione tornata alla normalità grazie anche a una più attenta osservanza delle norme anti Covid. Mercoledì è arrivata la notizia che due operatori sanitari, una cardiologa e un medico di Rianimazione sono positivi.
L'indagine in reparto
Per l'esattezza lo erano già tre mesi fa ma si erano negativizzati. Rientrati al lavoro da tempo, sono stati in reparto a contatto con colleghi e pazienti. In questi mesi il personale è stato sottoposto a controlli periodici ma non è possibile sapere con certezza se il virus sia nuovamente diventato attivo. Verranno eseguiti nuovi test e si attenderà l'esito dei nuovi controlli. Una cosa è certa: l'esperienza pregressa è servita. «Lavoriamo con tutte le precauzioni - spiega un infermiere del Santissima Annunziata - i presidi ci sono, ci vengono forniti con regolarità e l'attenzione da parte di tutti è massima. Certo, il virus sembra abbia impregnato anche le pareti di Cardiologia, perché non vuole proprio lasciare il reparto».
La posizione dell'Azienda
La notizia dei nuovi positivi (che a ieri però non risultavano ancora nel bollettino della Regione) è stata diffusa dalla Aou. «L'Azienda Ospedaliero Universitaria di Sassari non abbassa la guardia - è stato scritto in un comunicato - si continua con i tamponi per gli operatori che lavorano nelle aree più a rischio. Tra questi anche i soggetti che avendo in passato manifestato una positività al test si fossero negativizzati secondo i protocolli diagnostici scientificamente validati». Una seconda positività non è poi così rara, ed è la situazione che si è verificata per i due nuovi casi. «Sono asintomatici e non presentano condizioni clinicamente significative - spiega la Aou - e generalmente in queste condizioni sono scarsamente infettivi». Intanto nei reparti di Cardiologia e Rianimazione gli operatori hanno lavorato e lavorano nelle normali attività, con le misure e l'utilizzo dei dispositivi di protezione individuali previsti. La preoccupazione, però, è reale. Sempre sul fronte Covid, in città c'è da registrare il sostegno del sindacato autonomo del personale sanitario Fsi-Usae al direttore della Assl di Sassari dopo l'interrogazione alla Giunta regionale firmata da cinque consiglieri di centrosinistra e rimasta ancora senza risposta. I consiglieri chiedevano chiarimenti sulla nomina di Marco Antonio Guido, arrivata a febbraio con deliberazione del commissario Ats.
Il sostegno al direttore Asl
«Si tratta di un facente funzioni senza titoli - avevano scritto - il cui nome non figurava nell'elenco appena approvato dei candidati idonei a ricoprire l'incarico». Scrive la segretaria Fsi-Usae Mariangela Campus: «Il nostro sindacato ha cercato inutilmente qualche illegalità nella nomina. La sostituzione tramite facente funzioni del direttore dell'Assl si è resa necessaria quando sono apparsi i primi problemi. Ed è rimasto l'unico a dirigere la barca quando sono apparsi i primi problemi, facendo ripartire l'azienda. Altri non l'hanno fatto, anzi sono scappati a gambe levate».
Franco Ferrandu







 

2 - L’UNIONE SARDA di venerdì 19 giugno 2020 / PRIMO PIANO - Pagina 3
Sanità. Aumentano i nuovi casi di positività in Italia e nel resto del mondo
COVID-19, L'ALLERTA RESTA MASSIMA: «CAUTELA, IL VIRUS NON È SCOMPARSO»
L’infettivologo Sotgiu: troppi non utilizzano più la mascherina

Il virus non è scomparso e lo dimostrano gli ultimi quattro contagi registrati in Sardegna, l'aumento dei casi nella Penisola, la quarantena di Pechino, i focolai in Germania e le notizie che arrivano dal resto del mondo. Le progressive riaperture, con l'arrivo dell'estate e il riavvio dei collegamenti, stanno coincidendo con un certo sbracamento, una sempre più evidente, dilagante inosservanza delle prescrizioni. «In questo momento significa rischiare davvero tanto e dovrebbe dar da pensare quanto sta succedendo in Cina e in Germania dove, comunque, c'è maggior rigore nell'osservanza delle regole», dice l'infettivologo Giovanni Sotgiu, docente di Statistica medica dell'Università di Sassari e componente del comitato scientifico della Regione.
Le regole saltate
«Sto notando con preoccupazione che la mascherina è diventata superflua, anche per molti esercenti dei locali pubblici. Per non parlare degli assembramenti nei bar: soprattutto nei paesi vedo situazioni allarmanti». Il problema è che di Sars Cov-2 non conosciamo ancora tante reazioni. «È un virus che ci sta sorprendendo: in tanti pensavano che l'arrivo della stagione calda potesse modificare l'evoluzione epidemica con un crollo drastico. I nuovi casi di contagio, però, dimostrano che permane una consistente circolazione del virus: sono proprio queste dinamiche che, a mio parere, non abbiamo ben compreso ed è perciò necessario studiarle con attenzione». Saranno illuminanti i risultati delle indagini sierologiche, come la campagna nazionale avviata dal ministero della Salute su un campione di 150mila cittadini (8mila in Sardegna), ma i risultati non arriveranno in tempi brevi.
Eventi da monitorare
«Il virus non è scomparso: basta poco, come certi assembramenti, per far ripartire l'epidemia - avverte l'infettivologo -: quel che si è visto a Napoli mercoledì sera, per esempio, cioè la folla dei festeggiamenti dopo la partita con la Juve, è molto, molto preoccupante e non lo dico certo da tifoso juventino». Regole e sanzioni per chi contravviene, non si può prescindere da questi due cardini. «Qualcuno mi ha detto: in Sardegna possiamo stare tranquilli perché c'è scarsa densità di popolazione. Non è così: ricordiamoci cosa sono durante l'estate centri come San Teodoro, Alghero, Stintino e tanti altri della costa del Sud dell'Isola. Vogliamo parlare delle sagre? Mi si dice: tanto sono all'aperto. Vero, ma i contatti tra le persone sono pericolosamente ravvicinati».
Pericolo assembramenti
Giovanni Sotgiu, tanto per essere chiari, vieterebbe le sagre. «Capisco le esigenze commerciali, ma può essere un boomerang se si dovesse arrivare a un incremento dei contagi e quindi al rischio di una nuova chiusura. Gli organizzatori e i commercianti dicono: bisogna aprire perché dobbiamo guadagnare. Ed è giusto, ma solo con regole e sanzioni severe. Che, francamente, non vedo. Davvero pensiamo che durante le sagre saranno rispettate le distanze? Sono state date indicazioni per il rispetto di determinate prescrizioni, ma mi preoccupa quel che già stiamo vedendo: anche le altre attività sono state aperte, però le regole non le sta seguendo nessuno».
I segnali da leggere
Dalle altre Nazioni, come appunto la Germania e la Cina, arrivano segnali di cui dobbiamo tener conto. «Per noi, qui in Sardegna, il fatto di vivere in un'Isola è stato vantaggioso: abbiamo potuto chiudere i collegamenti e quindi abbiamo avuto pochi casi di contagio. Adesso, però, stanno arrivando i turisti e questo dovrebbe indurci a osservare le prescrizioni, mascherina, distanziamento e igiene delle mani, con rigore ancora maggiore. Rimango sorpreso - conclude il professor Sotgiu - che alcuni colleghi parlino di catastrofismo. Io dico che serve solo realismo. In un'epidemia ci vuole cautela, nella fase drammatica ma anche in quella di transizione proprio per evitare che il problema si ripresenti».
Il bollettino
Tra mercoledì e ieri sono quattro i casi di contagio in Sardegna, uno a Oristano, uno in Ogliastra e due a Sassari (operatori sanitari), questi ultimi non ancora registrati nel report regionale. In Italia tornano a crescere il numero dei morti (66) e i ricoveri in terapia intensiva. I nuovi positivi sono 330 di cui 216 in Lombardia. Solo quattro regioni (Umbria, Molise, Valle d'Aosta e Basilicata) non hanno registrato nuovi contagi.
Piera Serusi






 

3 - L’UNIONE SARDA di venerdì 19 giugno 2020 / CAGLIARI - Pagina 19
Università
LUNEDÌ SUL WEB LA FINALE DEL CLAB DI UNICA

È l'ultimo anno della settima edizione del CLab Unica. Una finale, in modalità virtuale, che si svolge, lunedì alle 17.30, in occasione dell'Italian CLab Network in collaborazione con Innois. Online la sfida tra cinque team dell'Università di Cagliari con in palio premi per decine di migliaia di euro. Stimolanti le idee a confronto: dalle vernici autopulenti e anti-inquinamento a dispostivi per emicrania e stress, kit odontoiatrici personalizzati, contenuti motivazionali e influencer tv, molecole per farmaceutica, cosmesi e mangimi. In finale sono arrivati cinque team che avranno quattro minuti ciascuno per presentare la propria idea imprenditoriale alla giuria: i team sono Aura, Bfix, Capaye, Claint e Zoé.
Aura unisce neuroscienze e innovazione tecnologica per creare un dispositivo di stimolazione auricolare del nervo vago, in grado di trattare l'emicrania e gestire lo stress. Bfix vuole superare i limiti dell'odontoiatria moderna, grazie alla rigenerazione ossea magnetica. Capaye è la prima Influencer tv al mondo, nata per intrattenere la generazione Z con contenuti ricchi di messaggi positivi e motivazionali. Claint punta su un brevetto internazionale dell'Università di Cagliari che consente la creazione di un composto fotocatalitico che riduce l'inquinamento indoor. Zoè, infine, si basa sull'economia circolare ed estrae carotenoidi dalla frutta in modo sostenibile.
«Il Contamination Lab - spiega Maria Chiara Di Guardo, prorettrice Innovazione e territorio - è un appuntamento fisso che mette a confronto idee imprenditoriali innovative dei nostri studenti e le fa incontrare con investitori e imprenditori. Abbiamo colto l'opportunità del web per innovare un evento che da anni coinvolge la comunità locale per trasformarlo in un appuntamento nazionale che racconta l'innovazione».







 

4 - L’UNIONE SARDA di venerdì 19 giugno 2020 / AGENDA - Pagina 21
L’iniziativa. Servizi offerti sui social
POVERTÀ EDUCATIVA: PATTO SKILLELLÉ-AOU

Ideare nuovi percorsi di promozione della salute rivolti a minori e famiglie. Mettere in campo ulteriori misure per sostenere con forza il contrasto alla povertà educativa dei più piccoli, tutelando le realtà più fragili, soprattutto alla luce dei nuovi bisogni legati all'emergenza sanitaria. Questa in sintesi la piattaforma messa in atto dall'Azienda ospedaliero-universitaria in collaborazione con l'associazione culturale Malik, all'interno del programma Skillellé.
L'inclusione
L'accordo, rivolto in particolare agli adolescenti della Città Metropolitana tra gli 11 e i 17 anni, è inserito nell'azione di promozione della salute denominata Skill4life e intende rafforzare il campo di azione e inclusione sociale mettendo a sistema con urgenza le risorse esistenti. L'attuale emergenza da Covid-19 sta impattando drasticamente sul normale svolgimento delle attività socio-sanitarie e rende necessario ogni sforzo per concretizzare e veicolare la conoscenza e la fruizione dell'offerta dei servizi presenti sul territorio, in modo da sostenere e supportare concretamente il carico quotidiano dei cittadini.
L'Università
La collaborazione intende diffondere servizi offerti dall'Aou su tutti i canali social del progetto Skillellé e dell'Azienda. Un ulteriore passo viene fatto anche rispetto all'attuazione della “terza missione della Università”. L'ateneo, partner del progetto Skillellé con il dipartimento di Scienze mediche e salute pubblica - che vede Luigi Minerba referente di tutte le attività - rafforza in questo modo la propria relazione e il dialogo con la società e il territorio.






 

5 - L’UNIONE SARDA di venerdì 19 giugno 2020 / PROVINCIA DI ORISTANO - Pagina 34
Asuni
UNIVERSITÀ, A OTTOBRE INIZIANO I CORSI

L'Università si sposta ad Asuni. Nel paese della Marmilla di 340 abitanti, ai confini col Barigadu, nasce un punto di fruizione a distanza dei servizi didattici dell'ateneo cagliaritano.
Il merito è di un accordo sottoscritto fra Comune e Università del capoluogo sardo. «Il servizio sarà attivato nei locali delle ex scuole elementari, che stiamo recuperando», ha spiegato il sindaco Gionata Petza, 35 anni, «i primi corsi a distanza partiranno a ottobre con un tutor multidisciplinare, che sarà formato dall'università. Un servizio per i laureati e gli studenti anche dei paesi limitrofi e del territorio». Ad Asuni una sede staccata dell'ateneo di Cagliari, «per migliorare qualità, efficienza e efficacia dell'azione formativa, prevenire l'abbandono degli studi universitari», hanno concordato il primo cittadino e Maria Del Zompo, 69 anni, rettore dell'ateneo, che ha aggiunto: «Vogliamo premiare l'impegno dei sindaci anche dei paesi più piccoli, per sostenerli nella convinzione che grazie agli investimenti in istruzione e cultura si possa contrastare lo spopolamento». Il sindaco ha chiuso: «Non solo la possibilità di seguire una lezione, ma abbattere le distanze con la rete, creare un confronto tra colleghi e costruire gruppi di studio». ( an.pin.)

 

6 - L’UNIONE SARDA di venerdì 19 giugno 2020 / OLBIA E GALLURA - Pagina 39
Olbia
L'UNIVERSITÀ TORNA IN CENTRO

Partirà fra dieci giorni la ristrutturazione dell'ex Sep di Via de Lidi. Il sogno dell'università sul mare si avvera, dunque, e sarà uno dei tre tasselli (insieme ad Expo ed Ex Upim) che riporteranno le succursali dell'ateneo di Sassari dall'aeroporto al centro della città.
Firme cartacee e digitali per l'inizio lavori ieri, presso la sede dell'Area marina protetta di Tavolara. L'edificio ospiterà il corso magistrale in Gestione dell'ambiente e del territorio, le aule per la didattica e i laboratori e una foresteria studentesca.
Il progetto firmato dall'architetto Antonello Spano e dall' ingegnere Davide Molinari è finanziato con fondi Por ottenuti dall'Amp già nel 2016. Dice il presidente Marco Navone: «Una piccola opera pubblica porta con sé la grande scommessa di una università decentrata come in altre città della Sardegna». Sul modello nuorese, un consorzio composto da Comune di Olbia e Università di Sassari dovrebbe gestire il Polo Universitario. Pietro Carzedda, sub-commissario della Provincia Olbia Tempio, elogiando Amp ha auspicato che anche l'Ente possa presto far parte attiva del Consorzio.
Viviana Montaldo






 

7 - L’UNIONE SARDA di venerdì 19 giugno 2020 / CULTURA - Pagina 41
MOSTRA. “Masticabrodo, Papè Satan e… abbozza!” alla Biblioteca universitaria di Sassari
LA RIVALITÀ TRA CAPO DI SOPRA E DI SOTTO NELL'IRONIA DELLE RIVISTE STUDENTESCHE
Tra i giovanissimi artisti che firmavano le vignette Sini, Biasi e Melis

«Ha Cagliari, un Enrico clericale/Direttor del cattolico giornale/Fautore del potere temporale/Il Sassarese Enrico è questo tale/Vo' dire Berlinguer, che bene o male/Rappresenta con Pietro nel paese/La Repppubbblica nuova sassarese». Sette righe sferzanti sotto la caricatura di Enrico Berlinguer, repubblicano e nonno (ma morì prima di vederlo nascere) del futuro leader del Pci. Grafica graffiante per quelli che allora venivano definiti “pupazzetti”. Arricchivano i fogli, le riviste e i numeri unici delle associazioni studentesche. Quelle vignette dai tratti grotteschi e dalle rime goliardiche descrivono la storia di Sassari, ma anche i suoi incroci e scontri a suon di battute con Cagliari tra la fine dell'Ottocento e il primo trentennio del Novecento.
Rinvio per Covid
Rimandata per colpa del lockdown, ha aperto i battenti la mostra “Masticabrodo, Papè Satan e… abbozza!”, organizzata nella Biblioteca Universitaria di Sassari, in piazza Fiume, dal Circolo Aristeo in collaborazione con l'istituzione bibliotecaria. Resterà aperta sino al 24 settembre dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 18.
Sono 240 disegni che i curatori Simonetta Castia e Stefano Serio hanno attinto da una quarantina di antichi giornali sardi. «Prima la scelta, poi la digitalizzazione delle opere quindi l'allestimento: abbiamo fatto una sorta di restaurazione grafica» spiega Simonetta Castia. Figurine e versi che descrivono e mettono alla berlina soprattutto la borghesia e la politica di una Sassari allora vivacissima.
Firme prestigiose
Nel giornale studentesco Massinelli (1900-1905) e nel suo antagonista Burchiello (1901-1909) disegnò le sue caricature un Giuseppe Biasi appena sedicenne, e scrissero tra gli altri Pompeo Calvia e il cronista per eccellenza di Sassari, Enrico Costa.
Nelle sale del piano terra della Biblioteca Universitaria campeggiano due grandi riproduzioni: la Rivista Sarda con illustrazione a colori dell'artista bosano Melkiorre Melis e il numero del 1927 della cagliaritana Mediterranea con prima pagina realizzata dal pittore Tarquinio Sini.
Diverse le riviste, spesso numeri unici che gli studenti dei licei e dell'Università turritana pubblicavano per autofinanziare feste e attività. Come ad esempio Buffami l'occhio : costo una lira e 20 centesimi e sulla sinistra l'eloquente scritta Carnevale 1921. I titoli davano già l'idea del contenuto ironico: “La Foglia di fico”, “Esci da sotto”, “E … abbozza”, “Siedimi in barca”, “Ponibi un zappulu”, “Lu Pindacciu” e persino “Kilippodromo” con riferimento alle corse di galoppo. Tra le firme celebri per le vignette anche l'incisore Remo Branca.
I personaggi
Feroci le figurine dedicate ai politici e alle persone in vista. Un Emilio Lussu trasformista diviso tra il vestito di repubblicano interventista e quello sardista che dubbioso dice: «Finirò per restare senza?». Dalla rivista Papè Satan è tratta la caricatura di Enrico Costa, mentre il corpulento signore in cappotto, cappello e pizzetto folto è descritto così: «Questi è Calvia Pompeo/In questo pupazzetto alquanto Feo/Se alcun mai conoscesse a prima vista/La colpa fora sua non dell'artista». Invece Salvator Ruju è stato “migliorato” come omaggio al fondatore e direttore per qualche numero del Burchiello.
Una stoccata al fascismo, con un gruppetto anziano in camicia nera e sotto, l'irriverente scritta «Le nuove reclute...Giovinezza, giovinezza...Primavera di bellezza».
Sciabolate nei tratti e nei testi anche all'alta borghesia, famigliole che vanno in giro tronfie nel ricco abbigliamento che non nasconde la bruttezza di fattezze e corpi pingui o magri e storti. Più bonarie le caricature dei personaggi del popolo: ne La Gàita campeggia la figura di “Fiammifero...lumino di legno” e destra la colonna con una Gobbula, il componimento satirico-augurale della tradizione cittadina.
Tra le riviste del Capo di Sotto anche Pibiri & Sali che nel numero 32 propone la caricatura di un terzetto al tempo noto: Pippicca, Arricchettoni e Arroso.
Giampiero Marras




 

 

8 - L’UNIONE SARDA di venerdì 19 giugno 2020 / UN GIORNO IN TV - Pagina 47
Videolina. In onda alle 21
A Monitor si parla dell'App Immuni

La App Immuni che dovrebbe aiutare a tracciare le persone potenzialmente infettive è attiva su tutto il territorio. L'uso è volontario e finora l'hanno scaricata due milioni e mezzo di persone. Cosa succederà nelle prossime settimane? Servirà come misura anti Covid-19? È il tema di Monitor in onda alle 21. Ospiti di Egidiangela Sechi, Federico Cabitza, docente di Interazione uomo-macchina Università di Milano-Bicocca, Ester Cois, docente di Sociologia Università di Cagliari.





 

La Nuova Sardegna




 

 

 

 

9 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 19 giugno 2020 / PRIMA PAGINA
Sassari, i candidati
GAVINO MARIOTTI: “SE SARÒ RETTORE DIALOGHERÒ CON IL TERRITORIO”

Gavino Mariotti apre gli incontri con la Nuova che inizia un percorso informativo che porterà fino all’elezione del nuovo rettore dell’Università di Sassari per i prossimi sei anni. Secondo le comunicazioni al Senato accademico, il voto dovrebbe svolgersi tra fine settembre e i primi di ottobre.  BAZZONI A PAGINA 13

SASSARI - Pagina 13
UNIVERSITÀ >> VERSO LE ELEZIONI
Intervista al primo candidato alla carica di rettore per il dopo Carpinelli
MARIOTTI: «L'IMPORTANZA
DI ESSERE UNA COMUNITÀ»
Il voto previsto ai primi di ottobre: spero che si sappia in fretta la data precisa

di Gianni Bazzoni
SASSARI «Una cosa è sicura: io non sono il candidato del rettore uscente Massimo Carpinelli e neanche del sindaco Nanni Campus». Si presenta così Gavino Mariotti all'incontro con La Nuova che oggi apre un percorso informativo che porterà fino all'elezione del nuovo rettore dell'Università di Sassari per i prossimi sei anni.
Secondo le comunicazioni al Senato accademico, il voto dovrebbe svolgersi tra fine settembre e i primi di ottobre: «Mi auguro che presto si sappia quando, è inutile continuare così». Tutti indipendenti quindi e nessuno schierato? «Se si intende una collocazione politica - dice Mariotti - devo affermare che io per mia natura ho sempre parlato e collaborato con tutti. Ho vinto progetti con le varie classi politiche di governo della Regione. E noi siamo aperti grazie alla Regione che da 20 anni è una nostra banca, finanzia tante iniziative e ci trasferisce risorse. Se non l'avessimo avuta oggi saremmo in gravissima difficoltà».
Il profilo. E allora, ecco il profilo del candidato rettore Gavino Mariotti: «Sarà uno impegnato a ristabilire i rapporti istituzionali per favorire interventi di programmazione finalizzati a una offerta formativa che risponda alle richieste vere del territorio. Solo così si favorisce lo sbocco occupazionale per i laureati». Una candidatura che non nasce di recente quella del professor Mariotti, un nome che nell'ateneo circola da tempo. «Non mi viene difficile parlare di Università. La volta scorsa mi volevano candidare al posto di Sanna Passino e ho detto no. La proposta era stata debole, io avevo sostenuto Eraldo. Poi non è stato eletto. Ora il discorso è diverso, ci sono condizioni migliori».Un programma in testa da sempre «che aggiorno ogni volta - racconta Mariotti - e lo modifico quando cambiano le norme. Per fare il rettore devi avere fatto tutto prima. Non ci arrivi così». Ma perchè riproporre la candidatura dopo quel no? «Ritengono che io possa essere la persona che unisce la varie anime della comunità universitaria, quella scientifica, medica e umanistica. I colleghi che mi hanno chiesto questo impegno credono che io possa esercitare un ruolo di questo tipo. Quindi unire e non divergere all'interno di una macchina molto complessa come quella di un ateneo». Le differenze. La prima verifica è capire le differenze con chi c'era prima. «Non ho difficoltà a dire che mi candido a rettore con semplicità, non sono uno che sa tutto. Non guardo al passato con acredine o con contrarietà ma penso, e ho fatto un programma solo per il futuro. Sto riunendo i corsi di laurea, i sindacati, tutti i colleghi, la componente studentesca. Voglio incontrare tutti».L'impegno. La sfida sarà lunga e anche dura. «Ne sono consapevole, la nostra è una comunità ma non è sempre stata trattata come tale. Posso prendere fin da ora l'impegno che se diventerò rettore garantirò la tutela e la dignità delle persone. É fondamentale che ciascuno senta forte il senso di appartenenza alla comunità». É un tema che ricorre, fino a sfiorare l'idea che gli accademici siano una sorta di setta. «É l'impressione sbagliata, ma per restituire una immagine chiara è fondamentale trasferire serenità e certezze al personale, rendere tutti partecipi del concetto di comunità che oggi è scollegato. E non sto dando le responsabilità a Carpinelli o ad altri. Ma è così». Nelle priorità di Mariotti c'è un passaggio sottolineato: trasparenza e legalità delle azioni amministrative. «Penso alla pubblicità delle delibere e delle linee gestionali, devono essere condivise e pubbliche e non private. Quando io stabilisco un criterio per gli avanzamenti di carriera per la fascia da associato a ordinario, io devo stabilire un criterio che sia sempre valido, conosciuto da tutti in eguale misura e soprattutto legale. Così cresce una amministrazione». Università e territorio. L'Università è una delle aziende più importanti della città e del territorio, e per questo il rettore dovrà essere più manager che studioso. «Sassari ha perso tanto negli ultimi dieci anni - dice Mariotti - a noi è richiesto l'impegno concreto di preparare la classe dirigente del futuro. E solo se hai una intesa forte con le maggiori istituzioni che hanno chiara conoscenza di quello che serve (e ce la trasferiscono) puoi raggiungere l'obiettivo». Ma come si fa a invertire la rotta? Troppi sogni e pochi progetti credibili. «Nella mia idea gestionale dell'Università c'è una rivisitazione dei compiti istituzionali della giunta di ateneo che è un organo istituzionale, l'attribuzione di nuovi compiti. Penso a delegati del rettore che si occupano di un solo tema: delegherò una persona all'ospedale veterinario, una al rapporti con il Mater Olbia e con il nuovo ospedale di Sassari. Questioni importanti che consentono di mettere in relazione l'Università con il territorio». Dalla teoria alla pratica, il passaggio è il più delle volte complicato, spesso irrealizzabile. «É determinante sviluppare un fortissimo rapporto con le istituzioni e con gli enti, dalla Regione allo Stato. Tutti i territori, i Comuni, devono essere coinvolti se vuoi avere un ateneo credibile e competitivo. E ci vuole un sostegno amministrativo che accompagni l'attività di ricerca».I progetti. Mariotti disegna una cartina che tiene conto delle alleanze con le realtà più vicine: «Potenziamento dei dottorati di ricerca anche internazionali. Creare stimoli per cercare di produrne di nuovi. Non c'è bisogno di andare lontanissimi, abbiamo la Corsica qui dietro, la Spagna a un'ora di volo. Iniziamo da lì a sviluppare progetti». Una Università aperta a tutti i territori, quindi, e più vicina alla gente. «Ho pensato che con un progetto sostenuto dalla Regione si possano formare tutti gli studenti della quarta e quinta superiore che hanno deciso di accedere ai dipartimenti a numero chiuso: Medicina, Veterinaria e Architettura. Sono 3mila in tutto. Una formazione biennale, la Regione ci crede e può svolgere un ruolo determinante. Io li voglio formare i nostri ragazzi delle superiori e lo posso fare con docenti dell'ateneo. Formarli bene aiuta a vincere». Università e territorio, sanità e territorio. «Oggi siamo in una condizione di poca chiarezza sugli investimenti nel nord Sardegna e di grande caos, mi preoccupa tutta l'attività sanitaria che si sta sviluppando a Sassari. Non c'è una pianificazione. Io vedo l'Università e le facoltà mediche capofila di una sanità forte, e si parte da Olbia per arrivare ad Alghero». Capofila vuol dire tutto e niente. «Significa avere la capacità di creare coesione tra Olbia, Alghero e Tempio integrando anche Nuoro che è stata sempre filo Sassari in tutto. Si può fare un progetto comune sulla sanità. Non competizione, ma suddivisione dei compiti per innalzare le qualità». L'Università ha "prestato" due assessori all'amministrazione comunale di Sassari. «Non li conosco, Nanni Campus era in Senato accademico con me per anni ma da tempo non lo vedo. Non ho avuto modo di confrontarmi ma penso che le mie idee un po' le conosca. Non giudico gli assessori. Anche se uno è stato pro rettore. Io ai miei pro rettori chiederei di andare nei dipartimenti ad ascoltare. Quelli attuali non li ho mai visti in cinque anni dalle mie parti». L'immediato. C'è una cosa che si può fare subito senza stare a fare troppe valutazioni? «Si ci sono 30 milioni di euro da spendere per opere realizzabili bloccati da diversi anni, quella è una cosa immediata. Affidare gli incarichi, aprire i cantieri, creare lavoro». E poi c'è il nuovo ospedale che il presidente della Regione Solinas ha annunciato per Sassari. «Già, ne vorrei capire qualcosa: ma dove si fa? A Bancali? Svuotiamo la città? Io voglio un ragionamento, va realizzato questo è fuori dubbio». Università locomotiva per lo sviluppo, dunque. Questo il Mariotti pensiero: «Rilanciare il territorio e riqualificare Sassari, essere attrattivi e sviluppare rapporti. La città deve tornare a essere un centro culturale importante, siamo deboli».

LA SCHEDA
Una carriera tutta interna all'ateneo e l'esperienza nel cda del Banco di Sardegna

Cinquantacinque anni a settembre, sassarese, Gavino Mariotti è laureato in materie letterarie, con indirizzo geografico, all'Università di Sassari con il massimo dei voti e la lode. Nel 2005 è diventato professore associato per il settore scientifico-disciplinare e nel 2010 è risultato vincitore di un posto di professore ordinario per l'insegnamento di Geografia economico-politica bandito dalla facoltà di Lingue e letterature strabiere. Nel 2016 è stato nominato con decreto ministeriale membro della Commissione per l'Abilitazione scientifica nazionale e dal 27 aprile 2020 è referente del Dumas dell'Unità operativa tecnica di supporto alle azioni di sostegno e di rilancio delle attività produttive del territorio per l'emergenza Covid-!9 del Comune di Alghero. Dal 2015 è responsabile del laboratorio "Ambiente e Territorio - Data Analysis". É membro del comitato scientifico della collana Route - Geografia dei trasporti e delturismo. Durante i trienni 1996-2002 ha ricoperto l'incarico di Consigliere d'amministrazione dell'Ersu, dal 2011 è stato per tre anni presidente dell'Accademia di Belle Arti di Sassari. Dal 2016 è nel consiglio di amministrazione del Banco di Sardegna.






 

10 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 19 giugno 2020 / ORISTANO - Pagina 37
Città giudicale
COL GEORADAR ALLA RICERCA DEI CUNICOLI MEDIEVALI

ORISTANO La preparazione è lunga, ci vogliono più di due ore perché gli operatori della Henge di Cagliari allestiscano il macchinario: a mezzogiorno il georadar comincia a scrutare sotto piazza Manno: cerca anomalie. Questo il termine tecnico, che indica tutto ciò che risalta in quella zona, il centro politico della capitale giudicale, come dimostrarono anche gli scavi archeologici svolti ormai vent'anni fa. In quell'occasione furono portati alla luce i resti di un piccolo tratto di mura giudicali che oggi giacciono nascosti sotto la pavimentazione, protetti da un telo e dalla sabbia gettata a conclusione dello scavo. Ma poi, andando verso il centro, è probabile che si incontrino cavità sotterranee: i leggendari cunicoli o più prosaiche cisterne e canali di bonifica? Lo si scoprirà più avanti. Le rilevazioni della società dell'Università di Cagliari si sono svolte alla presenza dell'assessore alla Cultura Massimiliano Sanna e di Maurizio Casu, presidente dell'Istar ma ieri presente in qualità di componente di Oristano Nascosta, l'associazione che sta portando avanti il progetto di ricerca col georadar, insieme al Comune appunto e all'equipe dell'ateneo cagliaritano guidata da Gaetano Ranieri. Il professore, che con quel macchinario ha studiato anche il sito di Mont'e Prama, oggi assisterà alle rilevazioni che si svolgeranno vicino alla chiesa e al convento di Santa Chiara. «Tutto questo è propedeutico ai lavori di rifacimento di piazza Manno - spiega l'assessore Sanna - e ci consentirà di valorizzare le vestigia del passato giudicale». Si muovono i primi passi, per il progetto di riqualificazione di uno spazio importante ma dimenticato. Sul piatto ci sono 1,5 milioni, in parte ottenuti con un mutuo: 72 mila saranno impiegati per il concorso sulla progettazione della nuova piazza. «Un'opera attesa da decenni e che oggi inizia a prendere forma» commenta il sindaco Lutzu, mentre l'assessora all'Urbanistica Dora Soru anticipa: «Con il progetto vogliamo portare alla luce e valorizzare i resti delle mura con la Port'a Mari e la Torre di San Filippo, oggi nascosti sotto la pavimentazione». (dav.pi.)

 






11 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 19 giugno 2020 / PROVINCIA DI ORISTANO - Pagina 38
I tecnici dell'Università di Cagliari con speciali apparecchiature sondano aree potenzialmente termali
FORDONGIANUS, ALLA RICERCA DI IMPULSI ELETTRICI

FORDONGIANUS Interrotta a causa del Covid-19, è ripresa ieri la ricerca dell'acqua termale finanziata dal Comune. Questa volta, però, trivelle e termocamere non c'entrano. Le indagini sono state condotte con l'ausilio di una sonda, un dispositivo che permette di individuare l'eventuale presenza di falde acquifere in profondità agendo unicamente in superficie. Le operazioni sono andate avanti per tutto il giorno ma i risultati non si conosceranno prima di due settimane. Tanto è il tempo necessario per esaminare e decodificare gli elementi raccolti per conto dell'università di Cagliari dai ricercatori del Consorzio interuniversitario nazionale per l' ingegneria delle georisorse.
L'ateneo del capoluogo è il nuovo partner dell'ente locale nel progetto finalizzato a ottenere una concessione mineraria. Progetto in cui rientra l'esperimento che ieri ha interessato due delle zone individuate con lo studio preliminare ancora escluse dalle perforazioni. I tecnici hanno lavorato in prossimità della caserma e dell'anfiteatro romano con l'ausilio di cavi elettrici che producevano degli impulsi sul terreno e in profondità. Dalla natura delle risposte a tali sollecitazioni si capirà se in corrispondenza dei punti indagati scorrano o meno vene d'acqua calda.«Ma per avere dei risultati bisognerà attendere che tutti i dati vengano elaborati». ha spiegato il sindaco Serafino Pischedda. Quello di ieri è l'ultimo tentativo, in ordine di tempo, fatto per localizzare la risorsa termale prima di rimettere in moto le trivelle. I primi test con i fori spia erano stati effettuati alla fine del 2019 ma i tentativi condotti nell'area dell'asilo e in prossimità dell'ambulatorio di guardia medica avevano dato risultati tutt'altro che soddisfacenti. A quel punto si era deciso di fare una ricognizione preliminare con le termocamere, dei congegni in grado di rilevare le variazioni della temperatura del sottosuolo. Le indagini sono state sospese a fine febbraio e sono riprese nei giorni scorsi. Un'unica prova è bastata per interrompere subito la ricerca, che in questo periodo dell'anno rischia di essere falsata dal surriscaldamento del terreno provocato dalle elevate temperature esterne. Ora l'attenzione è rivolta al nuovo strumento d'indagine e a quello che potrà rivelare sul tanto agognato oro di Fordongianus.
Maria Antonietta Cossu

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