Press review

Rassegna quotidiani locali a cura dell’Ufficio stampa e redazione web
12 April 2020

L'Unione Sarda



 

1 - L’UNIONE SARDA di domenica 12 aprile 2020 / PRIMA
I dati. Nell’Isola 28 contagi e 4 morti
Policlinico, massima allerta dopo i 17 casi di coronavirus

Negativi i tamponi al Policlinico di Monserrato, ma l’allerta resta alta anche per capire come sia entrato il virus. Ieri nell’isola 28 contagi in più e 4 morti (ora sono 73).

PRIMO PIANO - Pagina 4
L’emergenza. I contagiati sono diciassette. Avanti con lo screenin
POLICLINICO, CENTO TEST NEGATIVI «MA LA GUARDIA RESTA ALTA»
Sorrentino al personale: “Facciamo rete contro il virus”

Altri cento tamponi, tutti negativi. La buona notizia è arrivata a notte fonda dal laboratorio analisi. Epperò il sollievo, in storie come questa, dura il tempo della lettura dei referti: ai piani alti dell'azienda ospedaliera universitaria di Cagliari sanno bene che la battaglia è ancora aperta. Diciassette contagiati dentro un ospedale che da oltre un mese è blindato alle visite e garantisce solo i ricoveri per le urgenze, non sono poca roba. Protocolli a parte, il virus è entrato dentro il policlinico. «Come? E' quello che bisogna capire», dicono dall'Aou. Ieri i tamponi hanno detto che per il momento l'epidemia sembra contenuta, ma si sa che questi sono test che fotografano un istante e chi oggi è negativo domani potrebbe non esserlo.

Lo screening a tappeto
L'indagine epidemiologica, per valutare l'eventuale diffusione del contagio, è cominciata mercoledì dopo i referti positivi al Covid-19 del primario di Chirurgia, di un fisioterapista di Neurologia e di un paziente di Medicina. Sono stati fatti 450 tamponi: giovedì gli infetti accertati erano 9 (tre infermieri, tre ausiliari e tre degenti di Medicina); venerdì se ne sono aggiunti altri cinque: un medico e quattro infermieri. «A pazienti e dipendenti sarà ripetuto il tampone e il test sierologico sia martedì sia giovedì», è l'avviso della direzione sanitaria. Che aggiunge: «L'ospedale è regolarmente in funzione, proseguono le sanificazioni periodiche e i controlli. Restano in vigore tutte le disposizioni», tra queste «il divieto di ingresso nei reparti al personale non autorizzato e ai visitatori».

Distanza anche in corsia
Ma ciò che è accaduto, ha scritto ieri il direttore generale Giorgio Sorrentino in una lettera ai dipendenti, «dimostra che le cautele non sono mai pienamente sufficienti». Il rischio, «può arrivare attraverso il canale più inatteso. Il Covid è subdolo e, invece che entrare in ospedale attraverso i nostri pazienti, può penetrare attraverso gli stessi operatori sanitari, casualmente contagiati altrove e in quel momento apparentemente sani». Insomma, «la preoccupazione che il rischio Covid-19 possa oggi concretizzarsi dentro l'Aou di Cagliari a causa di nostre involontarie azioni ci ha indotto a chiedere a tutti ancora uno sforzo individuale e complessivo aggiuntivo di attenzione nei comportamenti». Oltre a raccomandare «l'uso appropriato dei dispositivi di protezione», Sorrentino ricorda che è necessario osservare anche in corsia «le regole di distanziamento», «evitare gli assembramenti negli spogliatoi, nelle sale comuni e nelle stanze di degenza», nonché «le attività di aggregazione» delle pause di lavoro. E ancora, «a tutti i dipendenti chiediamo di valutare e proteggere, con particolare attenzione e diligenza, sia i propri contatti quotidiani che le proprie condizioni di salute».

La replica del sindacato
«Una lettera offensiva», avverte Giampaolo Cugliara, sindacalista Fials. «Invece di porre rimedio a ciò che evidentemente non va nell'organizzazione dell'ospedale, il direttore generale fa le raccomandazioni al personale. Ricorda le regole del distanziamento e il divieto di assembramento davanti alla macchinetta del caffé? Sa bene che l'organico è talmente risicato, e i ritmi di lavoro talmente assurdi, che è impossibile che si creino situazioni come queste. Detto ciò, i lavoratori conoscono il senso della propria missione».

Piera Serusi








2 - L’UNIONE SARDA di domenica 12 aprile 2020 / PRIMO PIANO - Pagina 19

L’emergenza. Nel regno del burocratese

LA BABELE DEI DECRETI: FRASI INCOMPRENSIBILI E PAROLE IN LIBERTÀ
Testi dal significato misterioso dettano le regole ai tempi del Covid-19

L'importante è non farsi capire. L'incomprensibilità è la cifra dei decreti che hanno scandito i giorni dell'emergenza da Covid-19. La regola è scrivere in maniera astrusa, aggiungere testo al testo, fonti alle fonti, elencare articoli che si dividono in commi fatti da decine di sottocommi individuati da codici: «I commi 9-bis, 9-ter, 9-quater, 9-quinquies, 9-sexies, 9-septies e 9-octies» e chi più ne ha più ne metta. Una giungla di ordinanze, decreti, dichiarazioni, circolari, leggi che parlano una lingua sconosciuta ai più che - in questo modo - non capiscono cosa devono o possono fare. D'altronde, sin dai tempi dei Promessi sposi siamo o non siamo il paese di Azzecca-garbugli?

Il calcolo impossibile
Cominciando dalle questioni sarde: la morte della senatrice Vittoria Bogo Deledda ha lasciato un seggio vuoto al Senato. A chi si chiede quando saranno indetti i collegi elettorali non resta che risolvere questo rebus: «In deroga a quanto previsto dall'articolo 21-ter, comma 3, del decreto legislativo 20 dicembre 1993, n.533, il termine entro il quale sono indette le elezioni suppletive nel collegio -03 Sardegna è fissato in duecentoquaranta giorni dalla data della vacanza dichiarata dalla Giunta delle elezioni». Questo per dire: entro il 13 novembre.

Il dono della sintesi
Persi in un ingorgo di parole, tutto diventa più complicato. E così la piscina è un «impianto natatorio» e un avviso alla clientela può trasformarsi in «modalità semplificata per fornire informazioni adottata a cura di ciascuna farmacia anche mediante apposizione su un apposito cartello esposto nei comparti del locale di vendita». L'ultimo decreto del presidente del Consiglio dei ministri non fa eccezione. Un documento persino snello: 29 pagine dove le prime quattro, però, sono occupate dalle premesse. Prima di entrare nel vivo il premier Conte ha richiamato, nell'ordine: una legge, due decreti, nove dpcm, due ordinanze ministeriali, l'articolo di una legge di qualche settimana fa, due dichiarazioni dell'Oms e una delibera del Consiglio dei ministri.

La maxi raccolta
In questa produzione ciclopica di norme la Protezione civile ha pensato fosse utile pubblicare (e di certo lo sarà) la «Raccolta delle disposizioni di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da Covid 19 e Testo unico delle ordinanze». Tra le espressioni più comuni troviamo in deroga (che annuncia un'eccezione alla regola) e nelle more (per dire che qualcosa si può fare ma presto non si potrà fare più).

In un labirinto
Tra lemmi sconosciuti e leggi dimenticate, spesso il soggetto non c'è: per trovarlo bisogna risalire a norme dettate nella notte dei tempi. «Nelle more dell'adozione dei dpcm di cui al comma 1, nei casi di estrema necessità ed urgenza le misure di cui agli articoli 1 e 2 possono essere adottate ai sensi dell'articolo 32 della legge 23 dicembre 1978, n. 833, dell'articolo 117 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, e dell'articolo 50 del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, approvato con decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267». Tradotto con l'aiuto del professore dell'Università di Cagliari Andrea Deffenu: «Le ordinanze in materia sanitaria le può adottare il ministro della salute e, con efficacia territoriale circoscritta, il presidente della Regione e i sindaci. Per il resto ci pensano i dpcm». Tutto qua.

Mariella Careddu



 

La Nuova Sardegna



 

 

 

3 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 12 aprile 2020 / NUORO - Pagina 21
La tecnologia 3D al servizio dei medici in prima linea nell'emergenza Covid 19

AILUN CAPITALE DEI MAKER CHE STAMPANO LE VISIERE
Palermo: «Dobbiamo essere presenti in questo momento di difficoltà»

NUORO La scienza al servizio del territorio e delle sue emergenze. Tutti uniti per combattere il virus con le opportune protezioni. La tecnologia e il know how acquisito dai tecnici Ailun-Make in Nuoro (progetti finanziati dalla Camera di commercio di Nuoro) sta in queste ore facendo la differenza nel fornire i necessari dispositivi di protezione individuali. Dall'inizio dell'emergenza Covid 19, i professionisti dell'Associazione libera università nuorese hanno messo a disposizione le loro competenze per realizzare in tempi rapidissimi prototipi utili nell'affrontare la mancanza di dpi. L'esperienza di procedure in ambito sanitario maturate nel Centro di simulazione simannu hanno dunque aiutato i tecnici a concentrarsi su prototipi di presidi che rispondessero ai requisiti in uso dentro i reparti dove la lotta al coronavirus è particolarmente serrata.

«È nella nostra tradizione di lavoro moderno e innovativo rivolto al territorio essere presenti e attivi in questo momento di difficoltà», ha detto il presidente dell'Ailun Lorenzo Palermo. In contemporanea anche l'ambiente dei maker nazionali ha iniziato a condividere sul web progetti, file e tecnologie. Sardegna Ricerche mette a disposizione un budget per l'acquisto di alcuni materiali indispensabili. Si costruisce cosi la rete dei Makers pro sa Sardigna, dove ogni giorno si aggiungono ragazzi con stampanti 3D, progettisti e artigiani che mettono a disposizione competenze e attrezzatura. Un sodalizio che oggi raccoglie oltre 100 maker pubblici e privati che producono in laboratori sparsi in tutta la regione, che poi vengono donati al personale sanitario degli ospedali della Sardegna. Dopo alcuni giorni di testing il team allargato ha deciso di lavorare su un progetto open source di protezione facciale, stampato in 3D con visiera in pvc. Basta qualche telefonata per fare collaborare i tecnici di Nuoro con gli altri Fab Lab della Sardegna di Cagliari, Sassari, Olbia, Sulcis, l'Accademia "Sironi" e l'Università di Sassari, con aziende private che mettono a disposizione i loro macchinari, competenze organizzative e fornitori. I tempi sono velocissimi, gestiti tramite chat di whatsapp. Vengono realizzati i primi prototipi, fatti testare per confort, usabilità e sanificabilità.

Si iniziano a raccogliere i fabbisogni, a reperire il materiale di produzione. L'Ailun diventa il centro di riferimento per Nuoro, produce e raccoglie le maschere realizzate dai maker nuoresi per essere assemblate con le visiere tagliate a Sassari. La rete di collaborazioni si estende a commercianti, artigiani, scuole cittadine che offrono il loro supporto, le loro stampanti, le loro bobine di Pla. Sono state donate all'Ordine dei medici di Nuoro 180 prototipi di protezioni facciali. In Sardegna in questi giorni la rete dei Maker pro sa Sardigna arriverà a quota 1000 prototipi distribuiti. Obiettivo altri 1000 entro il 25 aprile. L'emergenza non ammette pause. I tecnici Ailun continuano a sviluppare progetti, apportare modifiche per ottimizzare la produzione con le tecnologie e materiali disponibili in loco. La battaglia è ancora in corso e oltre agli operatori sanitari ci sono altre professionalità a rischio per cui lavorare.

(p.l.)

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