Press review

Rassegna quotidiani locali a cura dell’Ufficio stampa e redazione web
10 April 2020

L'Unione Sarda



 

1 - L’UNIONE SARDA di venerdì 10 aprile 2020 / PRIMO PIANO - Pagina 5
L’EMERGENZA. A Sassari la situazione più grave

CONTAGI NELL'ISOLA, SUPERATA QUOTA MILLE. ORA I MORTI SONO 64
Cinque vittime nelle ultime 24 ore. AOU CAGLIARI, 9 POSITIVI SU 450 TEST

Dal 14 marzo sono 22.723 i controlli fatti dal Corpo forestale della Regione per vigilare sul rispetto delle regole stabilite per l'emergenza epidemiologica da Covid-2019. Solo ieri sono stati 986, e sono state sanzionate 19 persone.

Non sta andando per niente bene, la curva dei contagi nell'Isola continua a salire, e i morti ora sono 64, cinque in più rispetto al bollettino di mercoledì.

I positivi sardi al Coronavirus sono diventati 1.026. Un incremento costante, in un solo giorno se ne contano 51 in più, molti nelle case di riposo per anziani. Intanto l'analisi di 450 tamponi fatti al Policlinico di Monserrato ha dato positivi 3 infermieri e 3 oss (tutti in isolamento domiciliare) e 3 pazienti (che sono stati subito trasferiti al Santissima Trinità). Questi nove episodi non sono compresi tra i 1.026.

Si attendono i risultati di altri test dell'ospedale Santissima Annunziata di Sassari.

Mentre le autorità pensano a un allungamento del lockdown per altre tre settimane, sarà una Pasqua triste, da trascorrere lontano dagli affetti e dal mare, con massicci controlli sulle strade.

Il report
Niente punto stampa da Villa Devoto ieri, il presidente della Regione Christian Solinas ha avuto altri impegni. Secondo i dati diffusi dall'Unità di crisi, i casi di positività salgono a quota 1.026 dall'inizio dell'emergenza, poco più di un mese fa. Un numero che - ricordiamo - somma anche i decessi e i guariti. In totale nell'Isola sono stati eseguiti 8.918 test. I pazienti ricoverati in ospedale sono 131, 25 in terapia intensiva, mentre 745 sono in isolamento domiciliare. Il dato progressivo comprende 56 pazienti guariti, più altri 30 guariti clinicamente. Sul territorio, 161 casi sono stati registrati nella Città Metropolitana di Cagliari (+10 rispetto all'ultimo aggiornamento), 78 (+4) nel Sud Sardegna, 31 (+2) a Oristano, 67 a Nuoro, 689 (+35) a Sassari.

Le vittime sono 64: i 5 decessi ulteriori riguardano quattro uomini e una donna, due di Porto Torres, uno di Ossi, uno di Sassari, uno di Quartu.

Le Aou
Nell'Azienda ospedaliera universitaria di Cagliari (il Policlinico di Monserrato) ieri il laboratorio ha lavorato a pieno ritmo per processare 450 tamponi. Mercoledì sono risultati positivi un primario, un malato (con un'altra grave patologia) e un fisioterapista. I primi due sono ricoverati al Santissima Trinità, l'altro è asintomatico ed è in isolamento domiciliare. I tre non sono collegati, in comune hanno solo il fatto che a un primo tampone erano tutti risultati negativi. Non c'è stata nessuna chiusura di reparti, le sanificazioni degli ambienti procedono a rotazione e l'attività di urgenza è sempre garantita. Ieri il bilancio del controllo a tappeto: contagiati 3 infermieri, 3 Oss (sono tutti a casa) e 3 pazienti (portati al Ss. Trinità, ospedale Covid).

I sindacati

Intervengono i rappresentanti della sicurezza dei lavoratori dell'Aou di Cagliari: «Ci chiediamo come mai a circa un mese dall'inizio dell'emergenza, ci si ritrovi di fronte al riscontro di positività Covid e non ci sia un protocollo operativo interno, o non ci si attenga, ma si viene subissati da ordini diametralmente opposti emessi da persone comunque autorizzate e autorevoli. Inoltre, abbiamo assistito alla disorganizzazione più totale nell'avvio dello screening virologico del personale senza chiari indicatori di priorità e modalità. Anche il Servizio Informatico è stato colto impreparato e registriamo l'assordante silenzio dell'ufficio delle Professioni Sanitarie». (cr. co.)

 

 

 

 

 

 

2 - L’UNIONE SARDA di venerdì 10 aprile 2020 / PRIMO PIANO - Pagina 6

L’INTERVENTO. Riceviamo e pubblichiamo una nota del commissario straordinario dell’Aou sassarese

Giovanni Maria Soro: «Pieno rispetto del protocollo d'intesa Regione-Università»

Gentile Direttore,
in qualità di legale rappresentante dell'Azienda Ospedaliero Universitaria di Sassari mi corre l'obbligo di fornire alcune precisazioni all'articolo apparso in data 7 aprile 2020 sul giornale da Lei diretto che riguarda la unità operativa di Cardiologia. È importante rilevare che l'iter procedurale dell'assegnazione della struttura complessa di Cardiologia non ha alcuna correlazione con l'episodio del contagio avvenuto nello stesso reparto come anche la nomina del Commissario da parte della Regione avvenuta in relazione a quanto previsto dalle norme generali di riferimento del Sistema Sanitario Regionale e Nazionale.

Inoltre, la “rivisitazione” della Unità di crisi locale da parte della Regione, con l'inserimento di ulteriori specialisti, come pneumologo, rianimatore, medico del lavoro e altre figure, ha contribuito ad apportare ulteriori professionalità specifiche per l'emergenza clinica in atto.

Se torniamo alla Cardiologia, è importante sottolineare che non si può parlare di “successione”, perché si tratta di concorsi pubblici normati da legge, che prevede selezioni per titoli e colloquio dei candidati. Diversamente si gettano “ombre” gratuite, soprattutto in un momento di grave criticità come quello che stiamo vivendo. Ritengo comunque che, a beneficio dell'opinione pubblica e per onore del vero, sia necessario fare un “excursus” della “storia moderna” della Cardiologia sassarese.

La Cardiologia dell'Aou di Sassari è sempre stata a direzione ospedaliera e come tale proseguirà la sua attività. Si precisa, al fine di evitare confusione, che con delibera 913 del 21 novembre scorso, è stata apportata una prima modifica dell'atto aziendale per la trasformazione della Chirurgia Vascolare da struttura a direzione universitaria ad ospedaliera e dell'Otorinolaringoiatria da struttura a direzione ospedaliera ad universitaria. Si fa presente, inoltre, che con delibera 157 del 6 marzo 2020 è stata adottata un'ulteriore modifica dell'atto aziendale. L'atto prevede che nel dipartimento Onco Ematologico si trasformi la struttura semplice dipartimentale di “Terapia del Dolore e Cure Palliative” in struttura semplice con spostamento della stessa all'interno della struttura complessa di Oncologia Medica. Nella stessa delibera si prevede che nel dipartimento Cardio Toraco Vascolare, invece, viene attivata la struttura semplice dipartimentale “Clinica Cardiologica e Sperimentale” a direzione universitaria e contemporaneamente cessa la struttura semplice, sempre a direzione universitaria, di “Emodinamica e Cardiologia interventistica”.

Una trasformazione che non altera l'equilibrio tra la componente universitaria e quella ospedaliera all'interno dell'assetto aziendale e rispetta integralmente le disposizioni previste dall'articolo 5, punto 4, del protocollo d'intesa stipulato tra la Regione Sardegna e le Università di Cagliari e Sassari. Si sottolinea, poi, che quando si parla del professionista di Nuoro come di “vittima”, sembra si vogliano evocare i romanzi gialli di Agatha Christie. Citazione che dovrebbe irretire il professionista chiamato in causa, il quale viene già dato come “titolare” del ruolo di direttore, a fronte di un concorso pubblico ancora tutto da espletare. Si fa “confusione”, poi, con date e motivazioni della sua “fuga a Nuoro” citata nell'articolo. Lì dove l'articolo parla di “sopravvivenza” e “contentino” è fondamentale avere compiuta conoscenza della norma che regola i requisiti delle Scuole di specializzazione di area medica. Infatti, la norma prevede che per l'accreditamento ministeriale delle scuole sia richiesta, oltre a una serie di requisiti relativi all'attività clinica svolta, la presenza in sede di due docenti (minimo due professori universitari associati) e che una struttura in sede, complessa o semplice dipartimentale, sia a guida universitaria.

Per tale ragione, nel rispetto del protocollo d'intesa Regione-Università, e come già specificato sopra, si è ritenuto rivedere in maniera più armonica l'atto aziendale dell'Aou consentendo il sostanziale equilibrio delle componenti universitarie e ospedaliere. Così facendo si è reso possibile il rispetto dei requisiti per l'accreditamento di una Scuola di specializzazione così vitale per tutto il sistema sanitario della Sardegna.

Da ultimo, si specifica che, nelle more dell'indizione del Concorso per incarico quinquennale per la Direzione della Struttura Complessa di Cardiologia clinica ed interventistica, la direzione generale dell'Aou di Sassari, in data 19 marzo 2020, ha adottato la delibera 199, con la quale viene nominata la commissione e si individuano i candidati partecipanti all'avviso interno di “manifestazione di interesse” per il conferimento di un incarico temporaneo ex articolo 18 del contratto collettivo della dirigenza medica per la direzione della stessa struttura.

Giovanni Maria Soro
Commissario Straordinario Azienda Ospedaliero Universitaria di Sassari







 

3 - L’UNIONE SARDA di venerdì 10 aprile 2020 / PRIMO PIANO - Pagina 15
INTERVISTA

Ruben Razzante, docente di Diritto dell’Informazione alla Cattolica, fa parte della commissione
«La salute si tutela anche arginando le fake news» In campo una task force

Vero, verosimile, falso. Attorno al coronavirus circola un'infinità di notizie diffuse attraverso i social e i sistemi di messaggistica. Informazioni senza riscontro vengono veicolate e rilanciate. Più sono false e più vengono condivise e magari pure commentate e discusse. Mai come ora avevamo sentito tanto parlare di infodemia. Treccani: «Circolazione di una quantità eccessiva di informazioni, talvolta non vagliate con accuratezza, che rendono difficile orientarsi su un determinato argomento per la difficoltà di individuare fonti affidabili».

Il problema c'è ed è serissimo in un momento in cui la salute pubblica dipende dal comportamento di tutti. Se il governo impone le mascherine e sui social girano le notizie più disparate sulla loro efficacia si rischia di vanificare l'azione di contenimento. Ed è solo un esempio.

Ecco perché si corre ai ripari: Andrea Martella, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega all'editoria, ha creato una task force anti fake news. Giornalisti, docenti universitari, medici, esperti in comunicazione sono chiamati a dare una mano d'aiuto alle istituzioni per facilitare la diffusione di notizie sulla pandemia scientificamente affidabili. Riccardo Luna, Francesco Piccinini, David Puente, Ruben Razzante, Luisa Verdoliva, Roberta Villa, Giovanni Zagni e Fabiana Zollo sono già al lavoro.
«Non è un ministero della verità, neanche la santa inquisizione e non siamo gli sceriffi della Rete», chiarisce prima ancora di cominciare Ruben Razzante, docente di Diritto dell'informazione alla Cattolica di Milano, di Deontologia giornalistica alla Lumsa di Roma, di Etica e deontologia dell'informazione alla Pontificia università della Santa Croce.

Che cosa siete allora?
«Un gruppo di lavoro che dovrà inquadrare al meglio il fenomeno della diffusione delle notizie false in modo da consentire agli utenti di districarsi nella giungla di notizie che viaggiano in Rete».

Gli utenti siamo tutti noi che usiamo internet e i social?
«Certo. Noi controlliamo milioni di notizie che girano sul web non per vedere se siano vere o false, sarebbe impossibile e non abbiamo neppure la competenza per farlo, ma per analizzare il fenomeno e poi offrire agli utenti strumenti utili per due cose. La prima: riconoscere le notizie fondate su evidenze scientifiche. La seconda: con altrettanta facilità individuare le informazioni di dubbia provenienza, spesso complottistiche, da vagliare e soprattutto non condividere sui social».

Mica facile.
«È un impegno serio».

Da quale parte si comincia?
«Ora che siamo tutti chiusi in casa stiamo di più sui social e cerchiamo di capire che cosa sta succedendo. Ed è proprio in questo momento che dobbiamo essere in grado di distinguere il vero dal falso per non veicolare a nostra volta con un semplice inoltra informazioni non verificate».

La commissione è nata dopo la bufala sul virus creato nei laboratori cinesi?
«No, non per quello, anche se indubbiamente senza il coronavirus nessuno ci avrebbe pensato. Ora invece ci si è resi conto della necessità di capire come gestire al meglio il flusso di informazioni».

Qual è il vostro compito in concreto?
«Discuteremo col ministero della Salute, la Protezione civile e l'Agocom che da tempo si occupa di questi temi, e soprattutto stimoleremo il governo a interloquire con i colossi del web ai quali spetta la collaborazione principale».

Cosa possono fare?
«Se c'è una notizia riconducibile a una fonte istituzionale Google può evidenziarlo nell'indicizzazione. Se invece circola una teoria complottistica la deve marginalizzare. Il rischio sennò è che la gente metta tutto sullo stesso piano».

Più che un rischio è una certezza, e non da oggi.
«Purtroppo le notizie che attirano di più sono proprio quelle false».

La commissione quindi non fa un controllo sulla stampa? Giornali, tv, siti online?
«Assolutamente no, ci mancherebbe pure. Niente di tutto questo, anzi».

Giusto per mettere le cose in chiaro. L'obiettivo qual è?
«Far arrivare ai cittadini corrette notizie sulle misure di contenimento. L'informazione è un elemento di supporto alla tutela della salute. Evitare l'infodemia per combattere meglio la pandemia».

Sui social non si capisce niente: è davvero possibile porre un rimedio?
«Noi ci impegneremo nella consapevolezza che le fake news, sempre esistite, continueranno a circolare».

Ma, allora: a che serve?
«Quel che ci prefiggiamo è di offrire agli utenti un elemento per scansarle. E non condividerle».

A questo proposito l'iniziativa di WhatsApp sembra interessante.
«Positiva, sì. Evitare la condivisione massiva di link in chat è certamente un primo modo per frenare l'infodemia. Tutto quello che faranno i gestori delle piattaforme online sarà importante».

Ma non sarebbe meglio fare una campagna sull'informazione, quella vera? Spiegare la differenza tra una notizia verificata e una mandata in circolazione senza controllo?
«È un aspetto importante e lo sottoscrivo. Per me, che mi occupo di informazione, il giornalismo professionale è irrinunciabile. E siccome anche gli articoli dei giornalisti finiscono in Rete ritengo necessario indicare dopo la firma il numero della tessera dell'Ordine: in questo modo chi legge capirà che la notizia è stata vagliata da un professionista».

La pandemia registra il recupero della scienza sull'incompetenza e, forse, pure dell'informazione sulla disintermediazione.

«Sicuramente. Uno degli elementi legati al coronavirus è il riscatto dell'informazione professionale. Non solo: in questa fase, non dico come medici e infermieri ma quasi, i giornalisti mettono a rischio la propria salute per andare in giro a raccontare la realtà».

Lo hanno sempre fatto.
«Sì, ma in questo caso mi sembra si siano impegnati in modo ammirevole anche nell'utilizzo delle tecnologie. Il riscatto del giornalismo è avvenuto sul terreno del racconto quotidiano dei fatti e anche nella padronanza crescente dello strumento tecnologico».

Maria Francesca Chiappe





 

 

4 - L’UNIONE SARDA di venerdì 10 aprile 2020 / PRIMO PIANO - Pagina 16
L’EMERGENZA. La tradizione viene adattata alle misure imposte dalla quarantena

PASQUA SPECIALE: SINDACO E RETTRICE CHEF CASALINGHI
Primi piatti, agnello e gamberi sulla tavola dei cagliaritani

Tra paura e isolamento neppure la Pasqua è come quella di una volta. Con i suoi riti, la messa, i grandi raduni di famiglia, i progetti per la pasquetta fuori porta. Oppure un viaggio, Londra, Parigi, New York, o un posto lontano al sole. Accadeva ancora solo un anno fa, ma sembra passata una vita. Adesso niente viaggi, la messa la si può seguire solo in tv, anche a tavola ci si ritrova in pochi, e di progetti per la pasquetta se ne riparlerà tra un anno. E allora che si fa per rendere la giornata di Pasqua almeno un po' diversa da quelle dell'ultimo mese, da quando è scattato l'obbligo di restare confinati in casa per limitare il contagio del coronavirus? C'è chi, come la rettrice dell'Università di Cagliari, Maria Del Zompo, preparerà involtini di gamberi e prosciutto, «piatto che cucinava sempre mia mamma», chi come il sindaco di Cagliari Paolo Truzzu medita di cucinare «una pasta alla carlofortina, uno dei piatti che mi riescono meglio insieme alla pasta ai ricci». Agnello con patate, in umido o arrosto, capretto e maialetto non mancheranno sulle tavole dei personaggi famosi cagliaritani. Ma c'è anche chi, come l'ex campione italiano di nuoto Corrado Sorrentino, si limiterà alla «pasta al pesto».

A casa dei vip
Tra un vinile dei Talking Heads e un altro dei Village People, intervallati dalla lettura di un libro di Pietro Citati su Giacomo Leopardi («una delle mie passioni), Maria Del Zompo si prepara a cucinare per sé e una schiera di parenti. «Ho la fortuna di abitare con una parte della mia famiglia nello stesso palazzo», dice, «i nostri appartamenti sono separati da un solo piano, così il pranzo di domenica lo trascorreremo assieme. Sarà un momento conviviale ristretto rispetto al solito, ma comunque è bello poterlo vivere assieme». Il sistema nervoso, si sa, è il suo pane quotidiano da 40 anni. Ma Maria Del Zompo sembra che ci sappia fare anche con padelle, mestoli e fornelli. «In cucina me la cavo, ma preparo solo ricette che conosco, e che ho imparato da mamma e papà». Se per la gran parte delle persone, il menu è ancora tutto da decidere, a casa della rettrice non mancheranno certo gli involtini di gamberi col prosciutto crudo e «forse la pasta preparata con un sugo di rana pescatrice, un pesce che portava a casa sempre papà».

Il sindaco e il magistrato
A casa del sindaco di Cagliari lo chef è proprio lui. «Il pranzo lo preparerò io», dice Paolo Truzzu. «Il cuoco, di solito, sono io, anche se in questo periodo con mia moglie che sta lavorando in smart working ci dividiamo più spesso i compiti ai fornelli. Ma domenica è quasi certo che mi dedicherò io». Cosa preparerà? «Ancora non abbiamo deciso, vediamo anche cosa chiederanno le nostre figlie, ma la pasta alla carlofortina è abbastanza probabile. Piace molto e mi dicono che sono bravo a cucinarla».
Niente maialetto né agnello neanche per l'ex capo della Procura di Cagliari Mauro Mura. «Sarà difficile», confessa. «Se fossimo andati a Isili, come avremmo fatto in condizioni normali, allora sì, ma stavolta immagino che il pranzo sarà come quello di tutti i giorni». Lei cucinerà? «Io darò una mano a mia moglie, il mio apporto, come sempre, si limita a una semplice manovalanza».

Tradizione e continuità
Pasqua semplicissima anche per Jacopo Cullin. «Io sarò da solo a casa, farò le pulizie, cucinerò qualcosa di non troppo elaborato, quindi videochiamerò amici e famiglia, dopodiché ne approfitterò per riflettere sul significato di questa giornata, augurandomi di poter vivere presto una nuova vita piena di risate».

Nel segno della continuità, invece, il pranzo di Maria Antonietta Mongiu. «Pasqua a casa, come sempre», dice. «Domenica però, per ovvie ragioni, sarò sola. Una festività quasi claustrale, scandita da caffè, letture, scrittura e un po' di trekking su e giù per le scale di casa». E per pranzo? «Ah, l'agnello, naturalmente. Lo preparerò in umido e arrosto, testina compresa». Menu simile in casa di Lilli Ruggieri, decano dell'alta moda e imprenditore nel settore della ristorazione e ospitalità. «Agnello o capretto, immagino. Ma né io né mia moglie siamo ancora sicuri. L'unica cosa certa è che pranzeremo in giardino». Il meteo, quest'anno, si annuncia clemente. Ma sembra comunque una beffa, visto che di solito a Pasqua piove, mentre domenica, con l'obbligo di restare tutti confinati in casa, si annuncia una giornata quasi estiva.

I dolci
Una colomba e un brindisi con la moglie: così trascorrerà la Pasqua il presidente regionale dell'Ordine dei giornalisti Francesco Birocchi. «Niente arrosti, almeno non credo. Tutto rimandato all'anno prossimo. Trascorreremo la giornata in casa, naturalmente, seguendo la messa in tv la mattina, mangeremo qualcosa, poi via alle videochiamate con figli e nipoti».
Più che un vero pranzo di Pasqua «sarà un pranzo normale», dice Corrado Sorrentino. L'ex campione di nuoto, padre di Amelia, la bimba morta improvvisamente a sette anni nel 2018, dice di aspettare l'ultimo momento per decidere. «Forse preparerò pasta al pesto, mentre per secondo potrei arrostire una bistecca di manzo. Poi, dopo pranzo, farò quello che faccio spesso negli ultimi tempi: mi sdraierò accanto al letto della bambina, dove per tutto il pomeriggio arriva il sole, e starò lì. A leggere, a pensare. A rilassarmi».

Mauro Madeddu








 

5 - L’UNIONE SARDA di venerdì 10 aprile 2020 / PRIMO PIANO - Pagina 16
IL PRIMARIO PRANZA NEL SUO OSPEDALE

Per lui, primario di Chirurgia polispecialistica al Policlinico di Cagliari, il pranzo di Pasqua sarà in ospedale. «Ho fatto il tampone ed è risultato positivo al Covid-19», dice il professor Piergiorgio Calò.

Da lunedì, da quando cioè ha scoperto con una lastra al torace di aver un principio di polmonite, è ricoverato in isolamento. «Di fronte ai sintomi, febbre e affaticamento respiratorio, il pensiero è andato immediatamente alla possibilità di aver contratto il virus. Nonostante i primi esami, il test sierologico e il tampone, avessero dato esito negativo, dall'inizio sono stato trattato come un positivo Covid-19». Il nuovo tampone, ripetuto mercoledì pomeriggio, ha poi rivelato la positività. «Il quadro clinico del professor Calò è complessivamente buono», spiegano dall'Azienda ospedaliero universitaria. (ma. mad.)








 

6 - L’UNIONE SARDA di venerdì 10 aprile 2020 / COMMENTI - Pagina 23
IL DIBATTITO

Prova del fuoco per tutti noi
Quella che stiamo vivendo in queste settimane è una prova del fuoco. È una prova per le istituzioni, che sono chiamate a dimostrare il loro ruolo e la loro capacità di leggere i problemi e intervenire per risolverli. Questo vale per lo Stato, per le Regioni, per i Comuni, per l'Unione Europea, ma anche per le banche, per le associazioni, per la Chiesa, e per le altre istituzioni del nostro Paese.

Ognuna di queste organizzazioni deve, in questa fase di crisi profonda, dare il suo contributo per permettere alla comunità sociale e al sistema economico di cui siamo parte, di uscire da questa fase con meno danni, meno problemi, e meno squilibri possibile.

Da questo punto di vista l'Unione Europea è il caso più visibile. Dopo la crisi, il ruolo dell'Unione sarà soprattutto legato a quanto avrà saputo fare durante questa crisi per i cittadini e per il sistema economico europeo. Abbiamo esempi bellissimi di volontà, dedizione e altruismo da parte dei medici e del sistema sanitario, persone che mettono quotidianamente a rischio la propria salute per difendere la salute dei pazienti. Ma anche le forze dell'ordine, la Caritas, e i tanti servizi che ci permettono di stare tutti in quarantena in queste lunghe settimane.

Dal punto di vista economico questa crisi mette in evidenza la complessità e lo spessore dell'interconnessione tra le diverse attività. Le chiusure di interi comparti hanno ripercussioni importanti anche sulle attività che sarebbero autorizzate ad operare. Il sistema economico è fatto di interconnessioni e di scambi continui, e la gran parte di questi scambi sono necessariamente fermi.

Un sistema così complesso richiede una risposta altrettanto complessa, con interventi, possibilmente coordinati, da parte di tutti gli attori del sistema, non solo del Governo, o solo dell'Unione Europea, ma da parte di tutti, istituzioni, organizzazioni, associazioni, professionisti, tutti.

Ogni giorno vengono evidenziati problemi di cui non ci eravamo resi conto prima, e ogni giorno bisognerà trovare risposte a questi problemi, ciascuno per il suo ruolo, istituzionale, sociale o economico. Interventi anche piccoli, ma continui, efficaci e sostanziali, orientati a superare questo periodo di sconvolgimento totale, nel quale per tanti il problema è come sopravvivere senza troppi danni, ed orientati a permettere al sistema economico di ripartire nonostante una stagione turistica su cui molti operatori avevano investito e su cui contavano, gravemente compromessa. Sulla stagione turistica è basato, direttamente e indirettamente, un pezzo importante del sistema economico della Sardegna: trasporti, alberghi, ristoranti, guide, e poi i loro i fornitori, gli affitti, i dipendenti, i familiari coinvolti, e tanto altro. Quanto inciderà questo “fermo biologico” sul nostro sistema economico? Quanti non saranno in grado di reggere fino alla stagione 2021? La risposta dipende non solo dall'evoluzione dell'epidemia, ma anche da tutti noi, da quanto sapremo fare per capire e provare a risolvere i problemi che via via si presenteranno.

Quando questa crisi sarà passata, in tanti ci chiederemo: cosa ha fatto l'Unione Europea? Cosa ha fatto la Regione? Cosa ha fatto il mio Comune, la mia parrocchia, la mia banca? E la risposta che ci daremo, sarà il ruolo che riconosceremo a queste organizzazioni dopo la crisi. Per questo ciascuno di noi, deve fare adesso ciò che gli compete. Questa è la nostra prova del fuoco.

STEFANO ZEDDA
UNIVERSITÀ DI CAGLIARI







 

7 - L’UNIONE SARDA di venerdì 10 aprile 2020 / ORISTANO E PROVINCIA - Pagina 37
Nughedu Santa Vittoria. Marketing d’impresa

Laurea in videocollegamento con Verona. Anna discute sulle preferenze dei tifosi sardi
Quando ha iniziato il suo percorso per la laurea specialistica mai avrebbe pensato di discutere la tesi in videoconferenza dal salotto di casa. Ma ai tempi del Coronavirus per Anna Puliga, 24 anni, le cose sono andate così. Mercoledì, alla presenza della sorella Giuseppina e di mamma e papà, ha discusso la tesi “Global local brand a confronto: un'indagine sulle preferenze dei giovani tifosi sardi” e conseguito la laurea in Marketing e comunicazione di impresa a Verona.

«L'emozione è la stessa che si vive quando discuti la tesi in presenza. Mia sorella ha fatto una diretta Instagram. Abbiamo organizzato videochiamate con Whatsapp, insomma avevo tutti vicini a gioire con me. Mi hanno anche preparato la corona d'alloro, un bouquet con i fiori di casa e organizzato un rinfresco. È stato bello ed emozionante», racconta Anna Puliga.

Alle 16.40 collegamento con Zoom, i professori ciascun dal proprio domicilio. Sempre in videoconferenza avrebbe dovuto discutere la tesi a Verona. «E invece il 25 marzo sono dovuta rientrare in fretta e furia perché lo studentato di suore dove vivevo ha dovuto chiudere. Ero molto nervosa, avevo timore che la connessione non andasse o che la discussione a distanza non rendesse». Ma tutto è andato bene. ( a. o.)




 

La Nuova Sardegna



 

 

 

8 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 10 aprile 2020 / Pagina 18
UNIVERSITÀ

Esame on line anche per i futuri insegnanti di sostegno
SASSARI L'Università di Sassari non si è fermata nemmeno per quel che riguarda la formazione degli insegnanti di sostegno destinati a entrare nel sistema scolastico. Si sono svolti gli esami finali per 157 corsiste e corsisti che hanno seguito il percorso di specializzazione iniziato un anno fa. In questi ultimi giorni i futuri docenti di sostegno della scuola primaria, secondaria di primo e secondo grado hanno discusso gli elaborati conclusivi in videoconferenza, con ottimi risultati. La commissione era presieduta da Filippo Dettori, professore di Pedagogia speciale all'Università di Sassari, delegato del rettore per la Disabilità e i disturbi dell'apprendimento, nonché direttore del corso di specializzazione per la formazione degli insegnanti di sostegno nei diversi ordini e gradi scolastici. Gli altri componenti della commissione Mauro Enna e Giuseppina Manca, docenti dell'Università di Sassari, e la dirigente scolastica Patrizia Mercuri e l'insegnante Maria Piras designate del ministero dell'Istruzione. Il corso di specializzazione è partito nell'estate dell'anno scorso, al termine di una selezione a cui hanno preso parte oltre mille insegnanti. Tra luglio 2019 e febbraio 2020, i corsisti hanno seguito un ciclo di lezioni al dipartimento di Storia, Scienze dell'Uomo e della formazione dell'Università per poi svolgere i tirocini nelle scuole convenzionate. L'Ateneo turritano è stato uno dei primi in Italia ad attivare questo genere di esami in videoconferenza, grazie al manager didattico del dipartimento, Marco Fadda, e a Michele Meloni dell'ufficio Alta Formazione. Così si riuscirà a rispettare la scadenza ministeriale del 15 maggio per la conclusione delle procedure.








 

9 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 10 aprile 2020 / Pagina 18
Sul sito internet dell'Università tutte le risposte alle domande più frequenti di chi si trova all'estero

ERASMUS, VADEMECUM VIRTUALE PER GLI STUDENTI
SASSARI Continuano le attività dell'Università di Sassari finalizzate a semplificare il più possibile la vita dei propri iscritti in questo periodo complicato. L'Ufficio relazioni internazionali dell'Ateneo, che all'inizio dell'emergenza sanitaria ha attivato uno sportello virtuale per gli studenti e le studentesse in mobilità internazionale, ha creato un pratico vademecum on line con tutte le informazioni indispensabili per la gestione delle mobilità studentesche a fini di studio e tirocinio all'estero, alla luce dell'evoluzione dell'epidemia di Coronavirus.
Il vademecum è disponibile al seguente link: https://www.uniss.it/internazionale/erasmuscovid19 Contiene una selezione esaustiva di risposte a domande frequenti che vengono solitamente rivolte da chi si trova a trascorrere un periodo di formazione all'estero: differenza tra sospensione, interruzione e annullamento della mobilità; erogazione della borsa di studio; esami per via telematica dall'estero; tirocini in modalità smartworking; riconoscimento degli esami sostenuti; mobilità post laurea; prolungamento della mobilità; molti altri aspetti riguardanti la gestione amministrativa e didattica della mobilità e una selezione di casi frequenti descritti dall'Agenzia Nazionale Erasmus+.
Si segnala poi una pagina che raccoglie le modalità di contenimento dell'epidemia negli altri Stati:https://www.uniss.it/internazionale/covid-19-vademecum-studenti-mobilita/misure-di-contenimento-allesteroLo sportello virtuale è su Skype con il nome "Ufficio RELINT Uniss"; è attivo negli orari dell'ufficio dal lunedì al venerdì, ma durante l'emergenza coronavirus è aperto anche il sabato e la domenica dalle 9 alle 20. Inoltre, è sempre raggiungibile tramite e-mail all'indirizzo international@uniss.it.
L'ufficio Relazioni internazionali invita tutti i propri studenti e studentesse in mobilità Erasmus a comunicare quanto prima la volontà di rientrare in Sardegna o rimanere all'estero tramite la compilazione di un modulo apposito: https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSfbEOuWhf7Yk_ManCrUG84vRZZwJIwDg1r3f8lxgmEl1xf0Wg/viewform?usp=send_form

Questionnaire and social

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