Press review

Rassegna quotidiani locali a cura dell’Ufficio stampa e redazione web
08 March 2020

L'Unione Sarda

 
 

 

1 - L’UNIONE SARDA di domenica 8 marzo 2020 / Primo piano - Pagina 11

Cagliari. Esami irrinunciabili
L'ateneo trasgredisce per mezza giornata

Il decreto emanato mercoledì dal Governo ha creato non poca confusione anche all'Università di Cagliari, che da parte sua ha comunicato sul proprio sito la sospensione di tutte le attività didattiche fino al 15 marzo. Il decreto con misure riguardanti il contrasto e il contenimento del diffondersi del Coronavirus è arrivato all'improvviso nella serata del 4 marzo, proprio a cavallo della due giorni dedicata al Fit, ovvero gli esami per i 24 crediti formativi necessari a una buona parte di studenti ed ex studenti per accedere ai concorsi per l'insegnamento.

Problemi di affollamento

«Nonostante mercoledì fosse stato pubblicato il decreto del presidente del Consiglio, l'Università ha comunque deciso di farci svolgere la seconda parte del Fit il 5 marzo», racconta Roberto Mura, tra i laureati impegnati nella doppia giornata di test. «C'erano diverse centinaia di persone per gli esami e prima dell'ingresso nelle aule si è creata una lunga fila. In attesa che si verificassero i documenti dei candidati, noi restavamo accalcati davanti alla porta dell'aula ed entravamo uno a uno». Rispetto al giorno precedente le prove si sono svolte in aule «più ampie e rispettando una distanza di sicurezza che prevedeva una misura di due posti liberi ogni persona, anche se solo in senso orizzontale, non verticale, dove la distanza non c'era per via della disposizione “ad anfiteatro”. Il problema vero restava nei corridoi, molto affollati e al chiuso. Lì non sono state rispettate le misure richieste del Governo, c'è stato un evidente problema di organizzazione».

Le contromisure

Lo stesso 5 marzo la Rettrice Maria Del Zompo ha emesso il comunicato che ha sospeso tutte le attività, esami compresi, fino al 15 marzo. Ormai, però, bloccare la seconda giornata del Fit in programma a partire dalle ore 14 voleva dire rimandare a casa centinaia di candidati provenienti da tutta la Sardegna, perciò si è proseguito per poter terminare una due giorni importantissima per il futuro lavorativo di molti.

Dall'Università comunque fanno sapere che il rispetto del decreto emanato dal Governo il 4 marzo è una priorità assoluta e si ribadisce che fino al 15 marzo ogni attività didattica resta sospesa.

Giacomo Dessì





 

2 - L’UNIONE SARDA di domenica 8 marzo 2020 / Mondo - Pagina 16

Il Cairo. Diplomatici di Italia, Stati Uniti, Ue e Svizzera assistono all’udienza

ZAKY SPOSTATO FRA I DETENUTI POLITICI
Altri 15 giorni di carcere allo studente accusato di “sovversione”

IL CAIRO Altri 15 giorni di detenzione per Patrick George Zaky, lo studente dell'Università di Bologna arrestato il mese scorso in Egitto per propaganda sovversiva su Facebook. Il secondo prolungamento quindicinale della custodia cautelare del 27enne attivista è stata decisa dalla severa Procura per la sicurezza dello Stato egiziana. Non solo: il giovane passerà le prossime due settimane in una sezione per detenuti politici del carcere di Tora, alla periferia sud-est del Cairo.

Il dopo-Regeni

Per dimostrare ancora una volta che il caso di Patrick viene monitorato da vicino da Italia e Unione europea, al Palazzo delle Procure nel periferico quartiere orientale del Quinto Insediamento hanno presentato le credenziali un diplomatico italiano, uno dell'Ue, uno svizzero e, per la seconda volta, uno statunitense. È il modo più esplicito nel linguaggio della diplomazia per far capire al regime egiziano che dopo il caso del ricercatore italiano Giulio Regeni l'attenzione internazionale e in particolare dell'Occidente è altissima.

«Crimini terroristici»

Patrick rischia fino a 25 anni di carcere per dieci post di un account Facebook che la sua difesa considera «falso» ma che ha consentito alla magistratura egiziana di formulare accuse di «incitamento alla protesta» e «istigazione a crimini terroristici». La strategia della difesa, “spoliticizzare” il caso negando l'attività social del giovane, finora non sembra essere stata efficace, vista la nuova destinazione assegnata al detenuto.

Dopo essere stato in due carceri nella sua città di nascita, Mansura, sul delta del Nilo, giovedì Patrick è stato trasferito a Tora, complesso penitenziario con sette sezioni, famigerato soprattutto a causa della sua area di massima sicurezza detta “lo scorpione”.

«Si trova meglio a Tora che a Mansura», ha riferito una sua legale, Hoda Nasrallah, limitandosi a precisare che Patrick si trova ora in una «sezione per detenuti politici». «Comunque non è allo scorpione», hanno fatto sapere dalla Eipr, la ong per cui lavorava Patrick. La lontananza dai criminali comuni, spesso molesti, ha dunque migliorato le sue condizioni materiali e ambientali: Nasrallah non ha saputo precisare quanti siano i compagni di cella ma ha riferito che «il suo stato, in generale, è buono».

L'urlo dei genitori

A differenza della precedente udienza per il rinnovo della custodia cautelare, ai familiari è stato impedito di vederlo. In attesa sulla terrazza di un bar vicino al palazzo di Giustizia, il padre, la madre e la sorella hanno urlato «Patrick, Patrick» quando, in un paio di occasioni, hanno visto passare scuri furgoni blindati: hanno sperato che le loro voci potessero arrivare a Patrick e sostenerlo nel suo viaggio di ritorno alla prigione di Tora.





 

3 - L’UNIONE SARDA di domenica 8 marzo 2020 / Cagliari - Pagina 21
QUELLI CHE CI PROVANO
Carlo Valdes, 29 anni, si occupa di ricerca macroeconomia alla Cassa depositi e prestiti
L'ANALISTA ECONOMICO NON DIMENTICA I PROF CHE LO HANNO SPRONATO

Maria Francesca Chiappe
chiappe@unionesarda.it

Se non fosse stato per alcuni professori sarebbe ancora dietro un bancone a servire bevande. Il che gli piaceva pure. Però: vuoi mettere con il ruolo di analista macroeconomico per la Cassa depositi e prestiti? E dire che si stava annoiando, non si trovava bene, voleva lasciare. Anche se aveva scelto Economia per passione dopo aver provato senza troppo entusiasmo Giurisprudenza. Com'è come non è ha continuato, si è laureato con 110 e lode e la carriera è iniziata con una mail di Carlo Cottarelli. Eh.

Carlo Valdes, 29 anni, tutto questo però non lo racconta: quando l'Università lo chiama per testimoniare la sua esperienza agli studenti preferisce soffermarsi su altro. «Non credo sia importante come si arriva ma quello che si fa. Con gioia unita a fatica, paura, preoccupazione, perfino solitudine». L'idea è: se c'è passione per il proprio lavoro bisogna condividerla. «Se vedo uno in tv che ha avuto successo trovo motivante come svolge la sua attività, non la sua storia: ognuno ne ha una».

La politica

Secondogenito di una famiglia dove il padre e la madre sono morti prematuramente, ha frequentato lo Scientifico al Pacinotti. «Mentirei se dicessi di avere fatto sport, piuttosto mi interessava la politica». Cioè? «Ero rappresentante di istituto e organizzavo manifestazioni contro la riforma Moratti. Mi piaceva avere un impegno oltre quello scolastico cui, devo dirlo, non riservavo il mio sforzo maggiore». Dopo la maturità si è iscritto in Giurisprudenza: giusto un esame prima di traslocare. «Ho capito qual era la mia strada». Che per un po' in verità ha perso e allora non ha voluto pesare troppo sulla famiglia: «Facevo il barman, serate in discoteca, feste private, locali». Era più di un lavoretto: «Guadagnavo abbastanza bene».

I docenti

Studiava senza troppa convinzione quando è successo qualcosa. Anzi: due. «Ero al secondo anno, dovevo dare Programmazione e controllo, ho confidato il mio disagio ai professori Riccio e Carfagno che ci seguivano nei lavori. Ho parlato del mio sconforto, non mi trovavo bene, non mi piaceva, volevo lasciare tutto. Mi hanno convinto a decidere dopo l'esame». Ha preso 30. «Il secondo passaggio-chiave un po' di tempo dopo: «A spizzichi e mozzichi stavo riuscendo a laurearmi e ho chiesto la tesi al professore Alessio Moro nella materia dove avevo preso il primo voto alto. Ma ero di nuovo in crisi». L'ha superata. «Sì, mi ha dato fiducia, si è preso cura di me». La decisione è stata istantanea: «Ho lasciato il bar». Si è scritto alla specialistica intanto ha partecipato a una selezione per un master al Sole 24 Ore, Milano. «È andata bene eppure ho voluto continuare gli studi a Cagliari». Scelta vincente. «Non ero mai stato all'estero, parlavo un inglese scolastico e allora ho fatto tre mesi di Erasmus a Bucarest, per provare a uscire di casa». Tornato a Cagliari è andato come un treno verso il 110 e lode. «Corso super figo, docenti eccezionali». Nel frattempo era volato pure a Madrid per lavorare a una tesi sui modelli macroeconomici al Centro studi fondato dalla Banca centrale spagnola e dopo si era trasferito a Bologna per uno stage al Nomisma: «Mi serviva per il curriculum».

La mail

Dopo la laurea è rientrato a Madrid per un dottorato «ma non mi sono trovato bene. E meno male perché mia madre si è ammalata e io volevo starle vicino». Durante il soggiorno madrileno è arrivata la notizia. Anzi: la mail. Firmata Carlo Cottarelli, il grande economista. «Io pensavo a una delle tante newsletter». Invece. «Aveva avuto non so come il mio curriculum e mi contattava per una chiacchierata. Ero a Cagliari quando ho ricevuto la seconda chiamata, a Bologna dalla mia ragazza per la terza». Due settimane ed era già a Milano. «Lavoravo all'Osservatorio sui conti pubblici italiani appena aperto all'Università Cattolica». Era il 2017. «Fino a quel momento era stato indispensabile lo sforzo di mia madre, dirigente scolastica». Due anni nel capoluogo lombardo, il nuovo lutto e il cambio. «Volevo migliorare, ho cercato un'altra strada». L'ha trovata a Roma, alla Cassa depositi e prestiti. «Un lavoro bellissimo: mi occupo di ricerca macroeconomica». Ha pure una fidanzata nuova nella capitale.

Il futuro

«Ho conservato tutti i contatti cagliaritani, il professor Moro è uno dei miei amici più stretti, nelle difficoltà è sempre al mio fianco». E al ritorno a casa, ci pensa? «Non lo so, dare una risposta netta è difficile. Cagliari in questo momento non offre nulla alle mie ambizioni. E poi: secondo me casa è dove ti fermi e costruisci qualcosa. Lo scoprirò. Ora sono impegnato a crescere, consolidare la mia posizione per essere di supporto a mia sorella e alla mia nipotina: questo è quello che conta».

Anche se resta a disposizione dei più giovani. «Tutte le volte che l'Università di Cagliari me lo chiede vado volentieri, sanno di poter contare su di me. Ma agli studenti non racconto la mia storia bensì la bellezza di quello che faccio».

Con un marcato accento cagliaritano che il tanto vagabondare non ha minimamente scalfito: «Mi prendono in giro ma me lo tengo stretto».

 

 

 

 

La Nuova Sardegna

 

 

 


4 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 8 marzo 2020 / Primo piano - Pagina 4
«Pochi dispositivi di protezione»

L'appello: riaprire ospedali e reparti chiusi

La parola d'ordine è farsi trovare pronti, non trovarsi impreparati di fronte a uno scenario estremamente negativo. Per questo da più parti arriva la richiesta alla giunta regionale di attivarsi per aumentare il numero di posti letto nelle strutture ospedaliere per accogliere pazienti affetti da coronavirus.In particolare nei reparti di terapia intensiva, alcuni dei quali sono stati chiusi negli ultimi anni nell'ambito di politiche d'accentramento nei principali poli ospedalieri. Per esempio da Alghero arriva la richiesta di istituire il primo livello nell'ospedale cittadino facendo partire finalmente dopo lunga attesa il reparto di terapia intensiva. Stessa richiesta dal Sulcis: è la consigliera regionale del M5s Carla Cuccu a sollecitare la riapertura dei locali dell'ex terapia intensiva del Santa Barbara di Iglesias «inutilizzati in seguito al trasferimento della struttura sanitaria di terapia intensiva proprio dal Santa Barbara al presidio ospedaliero Cto di Iglesias. Questa struttura è dotata di macchinari necessari e quindi risulterebbe idonea e pronta ad assistere adeguatamente tutti coloro che ne necessitano, in caso di contagio da coronavirus». La Cuccu sottolinea anche la posizione baricentrica della struttura, facilmente raggiungibile da tutta la Sardegna.Si parlerà di ospedali da recuperare e piano straordinario di assunzioni nella sanità nell'incontro in programma domani alle 10 in Regione: ci saranno l'assessore regionale alla Sanità Mario Nieddu e i segretari regionali della Funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil.I tre sindacalisti, tra le varie richieste fissate in agenda, presenteranno anche quella di riapertura dell'ospedale Binaghi di Cagliari per destinarlo ad accogliere i pazienti positivi al coronavirus.

 

 

 


5 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 8 marzo 2020 / Attualità - Pagina 14

Inserito tra i detenuti politici lo studente dell'Università di Bologna

ALTRI 15 GIORNI DI CARCERE PER ZAKY

IL CAIRO Altri 15 giorni di detenzione per Patrick George Zaky, lo studente dell'Università di Bologna arrestato il mese scorso in Egitto per propaganda sovversiva su Facebook. Il secondo prolungamento quindicinale della custodia cautelare del 27enne attivista è stata decisa dalla severa Procura per la sicurezza dello Stato egiziana e il giovane passerà le prossime due settimane in una sezione per detenuti politici del carcere di Tora, alla periferia sud-est del Cairo. Per dimostrare ancora una volta che il caso di Patrick viene monitorato da vicino da Italia e Unione europea, al Palazzo delle Procure nel periferico quartiere orientale del Quinto Insediamento hanno presentato le credenziali un diplomatico italiano, uno dell'Ue, uno svizzero e, per la seconda volta, uno statunitense. Patrick rischia fino a 25 anni di carcere per dieci post di un account Facebook che la sua difesa considera falso ma che ha consentito alla magistratura egiziana di formulare accuse di «incitamento alla protesta» e «istigazione a crimini terroristici». Dopo essere stato in due carceri nella sua città di nascita, Mansura, sul delta del Nilo, giovedì Patrick è stato trasferito a Tora, complesso penitenziario con sette sezioni famigerato a causa della sua area di massima sicurezza detta «lo scorpione». «Si trova meglio a Tora che a Mansura», ha riferito una sua legale, Hoda Nasrallah, limitandosi a precisare che Patrick si trova ora in una «sezione per detenuti politici». «Comunque non è allo scorpione», hanno fatto sapere dalla Eipr, la ong per cui lavorava Patrick.
 

 

 

 


6 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 8 marzo 2020 / Sassari - Pagina 18

Una delibera Aou crea il reparto a guida universitaria indispensabile per la specializzazione

LA SCUOLA DI CARDIOLOGIA È SALVA

di Giovanni Bua
SASSARI Un importante pezzo del complicato puzzle, che si sta componendo da mesi per cercare di salvare la scuola di specializzazione di Cardiologia, è andato al suo posto. Venerdì infatti l'Aou ha pubblicato sul suo sito l'atteso aggiornamento dell'atto aziendale. Che sancisce, tra le altre cose, l'attivazione della Struttura Semplice Dipartimentale di "Clinica Cardiologica e Sperimentale" a direzione universitaria, con contemporanea cessazione della struttura semplice (sempre a direzione universitaria) di Emodinamica e Cardiologia interventistica. Tradotto: i requisiti ministeriali, che prevedono che a ogni scuola di specializzazione sia collegata a una struttura complessa a direzione universitaria, sono, almeno in parte soddisfatti. E il delicato equilibrio nella spartizione dei "primariati", che rispetti la ratio che in Aou li vuole divisi più o meno equamente tra ospedalieri e universitari, è salvaguardato.

Si scrive così un nuovo capitolo in una vicenda che definire complessa è riduttivo. Con l'allarme sulla paventata chiusura della scuola di specializzazione che va avanti, più o meno ufficialmente, da mesi. Esploso dopo che a dicembre c'era stata la delibera aziendale con la quale l'Aou confermava la direzione ospedaliera del reparto, nonostante la promessa - fatta nei mesi precedenti - di farla diventare universitaria e garantire così il futuro alla scuola. Tutto sotto controllo, avevano rassicurato rettore e direttore generale Aou, «l'attenzione sul tema delle scuole di specializzazione è massima. E Università, Aou e Regione vanno avanti in pieno accordo e con importanti investimenti per rafforzare le scuole esistenti e renderle coerenti con i nuovi e più stringenti parametri di accreditamento ministeriali».

Il piano, per altro votato nella primavera 2019 nel Collegio di Direzione formato dal rettore, dal preside di facoltà e da tutti i capi dipartimento, era di far nascere una "struttura di sede" (da affiancare alla Cardiologia, che resta ospedaliera) a guida universitaria. Che rispetti i parametri imposti dal ministero e allo stesso tempo garantisca una formazione adeguata e completa ai giovani medici con la possibilità di frequentare e partecipare attivamente a tutte le attività clinico-assistenziali della struttura. Piano accettato dalla Regione, a cui è seguito il via libera alla richiesta della nomina di un secondo professore di ruolo nel settore scientifico-disciplinare di riferimento (altro requisito ministeriale) necessario per la sopravvivenza della scuola. E messo nero su bianco nella delibera pubblicata venerdì nel sito dell'azienda ospedaliero-universitaria.

Ora arriveranno gli ulteriori passi: la nomina del direttore della nuova struttura (si parla del professore Guido Parodi) e poi il bando di una graduatoria per far arrivare il secondo professore. E infine un concorso per la parte ospedaliera della cardiologia che sancisca così una divisione del reparto di assoluta eccellenza, che a molti fa storcere il naso. Ma che almeno ha il pregio di salvare una delle scuole di specializzazione più importanti e performanti dell'intero ateneo.

Questionnaire and social

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