Press review

Rassegna quotidiani locali a cura dell’Ufficio stampa e redazione web
01 March 2020

L'Unione Sarda

 
 

1 - L’UNIONE SARDA di domenica 1 marzo 2020 / CAGLIARI - Pagina 26
UNIVERSITÀ
Un bando della Fondazione Intesa Sanpaolo con borse di studio per iscritti ai corsi di laurea e laurea magistrale 2019/2020, che si trovano in condizioni di svantaggio fisico, psichico, sociale o familiare o in difficoltà economica. Il bando è online, scade alle 12 del 10 marzo.





 

2 - L’UNIONE SARDA di domenica 1 marzo 2020 / CAGLIARI - Pagina 26

QUELLI CHE CI PROVANO. Federica Onali, 30 anni, architetta, fa la libera professione insieme a un gruppo di giovani

LO STUDIO IN UNA STANZA E LA FATICA DELL'INIZIO: «MA IO VOGLIO RIUSCIRCI»

Maria Francesca Chiappe
chiappe@unionesarda.it

Si può. Aprire uno studio professionale e lanciarsi nel libero mercato si può. Anche in tempi di crisi. Bastano una buona dose di coraggio, una grande passione e l'idea giusta. Per esempio: bussare alla porta di uno studio avviato e non chiedere l'assunzione. «Proprio così. Mi servivano i requisiti per partecipare alle gare internazionali». Quindi? «Ho proposto una collaborazione». E le hanno detto sì.

Federica Onali ha 30 anni, il viso dolce da bambina cresciuta e la determinazione che non ti aspetti. Dal 2016 è un'architetta («ho frequentato l'università di Cagliari, laurea triennale in Scienza dell'architettura e poi la specialistica da 110 e lode») con un master allo Ied in Interior e contract: non ha nessuna intenzione di cercare fortuna altrove. «Vivo a Cagliari da quando la mia famiglia, di origine nuorese, si è trasferita. Avevo 14 anni. ho studiato al Siotto». Il disegno è sempre stata la sua passione: «Fin da piccola mi piaceva l'idea di progettare gli spazi, vederli trasformati, immaginare in maniera diversa un luogo». L'ha trasformata nel suo lavoro.

IL PRIMO CONTATTO. «Ho avuto un attimo di confusione: dovevo capire che cosa fare veramente». Ma poi gli avvenimenti si sono succeduti senza tregua: «Il corso di architettura era a numero chiuso e tra studenti si fa gruppo dal primo all'ultimo anno». Quasi amici. «Uno dei miei colleghi ha contattato uno studio avviato e ha fatto pure il mio nome. Così il giorno in cui si è presentato lui sono andata anche io e ho iniziato subito». Non ha avuto neanche bisogno di mandare il curriculum in giro. «Nel mio caso è bastato il passaparola». Laurea in primavera e in autunno già al lavoro. Nel mezzo ha dato l'esame di Stato. E c'è stato pure il tempo per pensare di partire. «Ma poi non si è creato quel vuoto che ti spinge a prendere un aereo».

LA PROPOSTA. La verità è che ha osato: dopo pochi mesi ha lasciato lo studio professionale e insieme a Federico Lai (che è anche il suo fidanzato), Enrico Cannas e Johnny Rosas ha partecipato a un concorso di idee per una scuola a Muravera. «Siamo arrivati secondi». Ma non è stata una sconfitta, anzi. «Abbiamo iniziato un approfondimento sul settore delle scuole e quando a livello regionale sono usciti i bandi Iscol@ ci siamo lanciati». Servivano però i requisiti poichè si trattava di una gara per la costruzione di una scuola a Jerzu. E allora hanno deciso di bussare alla porta di uno studio. Non hanno chiesto un lavoro: si sono proposti come partner. «Ci hanno detto sì». Hanno partecipato e hanno vinto. «Anche se quel progetto non ha avuto seguito, nel senso che i lavori non sono partiti, è comunque andata bene: c'era pure un premio in denaro».

LA CONFERMA. La strada era quella giusta. «Abbiamo fondato un team e preso pure in affitto uno studio: una piccola stanza in un appartamento di via Loru occupato da alcune avvocate. Abbiamo comprato due cavalletti, un ripiano, quattro sedie e una piccola libreria». Ma ancora non bastava. «Abbiamo fondato la cooperativa Officine 18: inizialmente eravamo in 5 poi sono arrivati nuovi soci, siamo in costante crescita, ci sono ingegneri e professionisti di esperienza, noi siamo i più giovani».

Una volta superato lo scoglio dell'acquisizione dei requisiti hanno partecipato al concorso internazionale di idee per la riqualificazione del lungomare di Villaputzu. «Primi. E lo stiamo pure facendo».

IL PRIVATO. Nel frattempo è arrivato un altro importante risultato, questa volta con la cooperativa: «Faremo una scuola a Samugheo». Ma la strada non è in discesa. «Io vivo con i miei genitori e mia sorella. Ora si stanno creando le condizioni ma ancora non posso parlare di autonomia a tutto tondo. Bisogna anche vedere che cosa ci si immagina per il proprio futuro». E Federica Onali cosa si aspetta? «Vorrei affermarmi nella mia professione continuando su questa strada. Noi giovani abbiamo grandi difficoltà, a partire dalla frustrazione di avere 30 anni e stare ancora con padre e madre. Ma non siamo bamboccioni, ci diamo da fare, evidentemente ci vuole tempo». Un limite bisogna comunque darselo. «Se tra qualche anno non dovessi svoltare sono pronta a cambiare strategia». E pensare pure al trasferimento.

ALTI E BASSI. «Io non demordo, stringo i denti e continuo a fare la professione. È importante non lasciare la propria città e io ho deciso di restare, tra gioia e sconforto, notti insonni, lavoro immane, iter burocratici che non agevolano. Ma ho una grande passione ed è quella che mi fa andare a avanti». E il privato? «I miei genitori ancora sono indispensabili ma sono sempre più autonoma e ho la prospettiva di una vita col mio fidanzato. Siamo tutti alla ricerca di una svolta, intanto tutto slitta, a quando non si sa». Sì, perchè la libera professione è un'autentica sfida: «Bisogna buttarsi, è un rischio necessario. Il mio lavoro è come una droga, senza risultati c'è lo sconforto ma è così bello che ti riempie la vita, ti realizza, è inebriante, irrinunciabile».

Chi la dura la vince, forse sì o forse no. Ma se non si prova...







 

3 - L’UNIONE SARDA di domenica 1 marzo 2020 / PRIMA ECONOMIA - Pagina 21

Lo studio. Il report dell’Ocse realizzato grazie al contributo del cagliaritano Giovanni Sulis

«PIÙ LAVORO A TEMPO, MENO FORMAZIONE»
Il docente: “I dipendenti non stabili vengono istruiti meno dalle imprese”

Il contesto istituzionale e l'eccesso di occupazione temporanea possono influenzare gli incentivi delle imprese alla formazione dei lavoratori? Secondo l'Ocse - Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico - sì. A rilevarlo è l'ultima edizione dell'Ocse Skills Outlook “Thriving in a Digital Work”, che cita la ricerca sugli effetti delle recenti riforme del mercato del lavoro di Giovanni Sulis, docente dell'Università di Cagliari e ricercatore del Crenos. Un'indagine, quella condotta dal docente cagliaritano e dai suoi coautori (Massimiliano Bratti dell'Università statale di Milano e Maurizio Conti dell'ateneo di Genova), che dimostra come il ricorso a contratti di lavoro temporanei possa disincentivare la formazione dei lavoratori sul posto di lavoro.

LEGISLAZIONI E FORMAZIONE. «Dopo la Legge Fornero - spiega Giovanni Sulis, 47 anni, docente di Economia del lavoro - la riduzione dei costi di licenziamento dei lavoratori permanenti ha determinato un aumento dei dipendenti formati, poiché le imprese hanno ridotto i temporanei e il turnover della forza lavoro». La bassa formazione dei lavoratori sarebbe quindi correlata all'eccesso di lavoro temporaneo e rischierebbe inoltre di ridurre le potenzialità legate ai benefici della trasformazione digitale. L'Ocse sottolinea infatti come i cambiamenti determinati dall'avvento di nuove tecnologie, non possano non mutare anche il modo in cui le persone vivono, lavorano e apprendono. Compito dei Paesi è quindi anche quello di garantire che la popolazione in età di lavoro sia in grado di cogliere le opportunità offerte dal cambiamento tecnologico: da ciò deriva l'enfasi posta sul ruolo che le legislazioni che regolano i rapporti di lavoro, possono avere sugli incentivi delle imprese a formare i lavoratori.

RIDUZIONE DEL DIVARIO. Ciò che emerge dalla ricerca condotta da Giovanni Sulis, non è che il lavoro temporaneo sia “sempre male”, come spiega il docente, ma che «quando il divario nei costi di licenziamento tra lavoratori permanenti e temporanei è molto elevato - spiega il docente - le imprese tendono a usare in maniera abnorme i temporanei, che vengono formati poco». «Per questo motivo - aggiunge Sulis - osserviamo una relazione negativa tra livello di protezione dei permanenti e livello di formazione dei lavoratori, contrariamente a quello che ci si potrebbe aspettare in un mercato del lavoro in cui tutti i lavoratori hanno un contratto permanente e in cui le imprese sono incentivate a investire sul lavoratore attraverso la formazione».

JOBS ACT. La ricerca però non finisce qua: l'intenzione è infatti quella di ampliare l'analisi con un ulteriore progetto che guardi agli esiti del Jobs Act. «L'idea che abbiamo in cantiere - conclude Giovanni Sulis - è proseguire nello studio e capire quali siano stati gli effetti della riforma, in particolare sulla propensione delle imprese all'investimento su ricerca e sviluppo».

Lisa Ferreli

 

 

 

 

La Nuova Sardegna

 



4 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 1 marzo 2020 / AGENDA - Pagina 19

CORSO GRATUITO
L’Agenzia Formativa Ial Sardegna srl Impresa Sociale, con Consorzio Iris, Università di Cagliari, Abacons srl, Iannas srl, e Scuola & Formazione Confartigianato, ha prorogato le iscrizione per il percorso gratuito “Esperto in Energetica”, riservato a giovani maggiorenni sino ai 35 anni e/o Neet, residenti o domiciliati in Sardegna. Info: Ial Sardegna Sassari, 079/2825041.

Questionnaire and social

Share on:
Impostazioni cookie