Press review

Rassegna quotidiani locali a cura dell’Ufficio stampa e redazione web
29 February 2020

L'Unione Sarda

 
 

1 - L’UNIONE SARDA di sabato 29 febbraio 2020 / PRIMA PAGINA

L’analisi
LA SALUTE GLOBALE

di Aldo Berlinguer

È ormai trascorso quasi un mese dalla notizia dei primi contagi da coronavirus in Italia; e più di due da quelli cinesi. Quanto basta per trarre qualche insegnamento, anzitutto sulla globalizzazione.
L'imponente, inedita circolazione, a livello globale di persone e merci sta generando un effetto “vasi comunicanti” di dimensioni inaspettate. Non vengono condivise solo la conoscenza, l'informazione attraverso il web. La globalizzazione è fisica e mette in relazione tra loro realtà estremamente diverse, a tratti inconciliabili. (...) segue a pagina 9

PRIMO PIANO segue dalla prima pagina
Servono livelli di governo più ampi dei singoli Stati
LA SALUTE AI TEMPI DELLA GLOBALIZZAZIONE

(...) Se non opportunamente controllata, dosata, gestita, questa globalizzazione rischia di generare sconquassi, pregiudizi, discriminazioni. Praticare travasi tra realtà omogenee, o quantomeno simili, sarebbe facile. Diverso immaginare vasi comunicanti tra l'Italia, ove l'aspettativa di vita media è 82 anni, e lo Swaziland, dove si vive in media 39 anni. Tra civiltà con e senza Stato, laiche e confessionali, libertarie e dispotiche, con o senza guerre, includendo i conflitti tribali che “guerra” non sono. Il tema sanitario non è che una delle insidie globali, assieme agli attacchi terroristici, informatici, migrazioni di massa, dumping economico e sociale, cambiamenti climatici e, appunto, pandemie planetarie. Aggiungerei anche, come sottospecie di quest'ultima, l'informazione virale: fenomeno questo ad oggi trascurato. Eppure, lo sappiamo, la manipolazione delle menti, le illusioni, possono essere risolutive. Ricordate Jasper Maskelyne, il leader degli illusionisti arruolati dai Servizi segreti britannici nella seconda guerra mondiale? Riuscì a far “sparire” il porto di Alessandria d'Egitto per sottrarlo ai bombardamenti tedeschi. Questo ottant'anni fa; immaginate oggi. L'epidemia del coronavirus è infatti duplice: fisica e mediatica; la seconda più dannosa della prima, atteso che le conseguenze socio-economiche prodotte ad oggi eccedono largamente quelle sanitarie.

Ma il coronavirus ci insegna anche altro: che in un mondo globalizzato sono necessari livelli di governo più ampi dei singoli Stati e una Unione europea degna del nome. Invece i collegamenti con la Cina interrotti a macchia d'olio e la grande mobilità, viaria e ferroviaria, europea hanno alimentato, non arginato il contagio. L'assenza di coordinamento tra gli Stati membri ha inoltre determinato scelte arbitrarie e mortificanti, come quella di approntare restrizioni alla mobilità degli italiani.

Qualche anno fa, la Commissione europea ha adottato un “Documento di riflessione sulla gestione della globalizzazione”. Si parlava di migrazioni, lavoro, economia; solo accennato il tema dei rischi sanitari. Sarebbe il caso che la Commissione ne adottasse uno nuovo post-coronavirus. E che ci decidessimo a coordinare le politiche europee sul punto. Anche per evitare che gli inglesi continuino ad usare Maskelyne per nascondere che a Londra (ma anche a Berlino e Parigi) di contagiati ve ne sono ben più che in Italia. Non a caso lì i tamponi non li fanno.

Infine qualcuno dica ai nostri governanti di mettersi almeno d'accordo tra loro. La notizia che anche adesso la politica si metta a litigare finendo davanti alla Corte costituzionale (per il caso Marche) è davvero patetica. Altrettanto sconcertante che debba essere la Procura di Lodi a dirci come hanno operato i nostri ospedali. Ma anche questo è un film già visto: i disastri stradali, ferroviari, climatici, finiscono tutti così. A conferma del nostro triste primato di affidare ogni decisione rilevante sul futuro del Paese alla magistratura.
ALDO BERLINGUER
UNIVERSITÀ DI CAGLIARI

 





2 - L’UNIONE SARDA di sabato 29 febbraio 2020 / SASSARI E ALGHERO - Pagina 40
Sassari
VITTORIA AL TAR DELLE LAUREATE ESCLUSE

Anche i contratti di lavoro flessibile con il Sistema sanitario nazionale e le borse di ricerca sono un titolo per poter chiedere la stabilizzazione.
È un principio che interessa tante persone ed è stato stabilito dal Tar della Sardegna. I giudici amministrativi, accogliendo un ricorso delle avvocate Roberta Campesi e Ines Dau, hanno annullato un provvedimento dell'Ats (Azienda per la tutela della Salute) che aveva escluso da una procedura di stabilizzazione, cinque laureate (di Sassari, Cagliari e Olbia) che avevano rapporti di lavoro flessibili e borse di ricerca con la stessa Ats e con l'Università di Cagliari. L'ordinanza condanna l'Azienda per la tutela della Salute al pagamento delle spese legali e soprattutto dichiara illegittima l'esclusione di cinque laureate dalla procedura di stabilizzazione interna, per diversi posti di assistente sanitaria, una figura che richiede un percorso di formazione specialistico e l'iscrizione ad un albo professionale.

Il dato rilevante della decisione del Tar è la possibilità, riconosciuta ai candidati, di cumulare periodi contrattuali svolti presso diverse amministrazioni del Servizio sanitario nazionale e quelli svolti presso diversi enti e istituzioni di ricerca. ( a. b. )







3 - L’UNIONE SARDA di sabato 29 febbraio 2020 / SASSARI E ALGHERO - Pagina 40
Alghero. Le alghe spiaggiate verranno gestite nella zona industriale
POSIDONIA, SMALTIMENTO A SAN MARCO

È in un sito di quattro ettari, nella zona industriale di San Marco, che nascerà il primo impianto per la gestione della posidonia spiaggiata nel territorio. L'accordo di programma tra il Comune di Alghero e il Consorzio Industriale della Provincia di Sassari consentirà di rimediare a un problema che da anni fa discutere ambientalisti e titolari delle concessioni demaniali: l'accumulo di fogliame viscido ai confini dei litorali durante la stagione balneare.

Destinazione

Portarle via, in discarica, infatti, non solo costerebbe cifre esorbitanti, ma comporterebbe pure una grave perdita di preziosa sabbia. Le cosiddette “alghe” potranno invece essere depositate in spazi ben definiti, in modo da poter poi procedere alla separazione della frazione sabbiosa. L'oro bianco tornerebbe nelle spiagge, mentre la parte rimanente potrebbe essere impiegata nel settore edilizio o in quello agricolo o, addirittura, nella creazione del pellet. «Un passo decisivo verso la soluzione del problema della posidonia nella Riviera del Corallo», ha detto il sindaco Mario Conoci che ha compiuto un sopralluogo insieme, tra gli altri, al commissario della Provincia di Sassari Pietrino Fois, al presidente del Consorzio Industriale Valerio Scanu e all'assessore all'Ambiente del Comune di Alghero, Andrea Montis.

Università

Verrà coinvolta anche l'Università di Sassari. «La facoltà di Agraria ha dato la disponibilità per accompagnarci nel progetto – ha confermato Scanu – e ci fornirà consulenza e ricerca». Il problema della posidonia, dunque, potrebbe diventare un'opportunità, «con la creazione - ha aggiunto Conoci - di nuovo sviluppo e posti di lavoro». Soddisfatto anche l'assessore Montis: «Si tratta di un progetto innovativo in grado di garantire economicità e salvaguardia ambientale, che interviene per la soluzione del problema». Nella conferenza di servizi che si è tenuta a Porta Terra, alla presenza del presidente del Consiglio regionale Michele Pais e di Alberto Zanetti, a capo dell'Asa, la controllata del Consorzio Industriale, si è dato seguito alla predisposizione dell'accordo di programma. «Un traguardo fondamentale per il cambiamento di approccio nella gestione del problema con l'unità di intenti degli enti territoriali, di Regione e Provincia».
(c. fi.)





 

La Nuova Sardegna




 

4 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 29 febbraio 2020 / PRIMO PIANO - Pagina 3
Aumentano le possibilità d'iscrizione per i corsi di specializzazione in medicina
PIÙ BORSE DI STUDIO CONTRO L'EMERGENZA

CAGLIARI Le proposte di legge per aumentare il numero delle borse di studio per la specializzazione in medicina e chirurgia erano ben quattro. Alla fine una sottocommissione è riuscita a unificarle e mercoledì il testo dovrebbe essere approvato all'unanimità dal Consiglio regionale. La sintesi della nuova legge è questa: aumenteranno i finanziamenti, dovrebbero essere intorno ai venti milioni, e quindi ci saranno più possibilità d'iscrizione anche al di là dei limiti imposti dal ministero della salute. Il punto d'incontro è stato anche quello di prevedere, come in passato, una strada privilegiata per i laureati sardi in medicina, o comunque residenti da anni in Sardegna. Era di fatto questo il filo conduttore delle quattro proposte di legge presentate, a suo tempo, dal gruppo Udc-Cambiamo, primo firmatario Giorgio Oppi, dal Psd'Az, con Piero Maieli, dai Progressisti e dalla Lega, con la consigliera Annalisa Mele. Con sempre la stessa motivazione: il vuoto di medici specializzati che ci sarà nei prossimi anni, a causa dell'età media alta di quelli oggi in servizio, e quindi la possibilità sempre più concreta di oltre mille posti vacanti. Però per evitare che, dopo aver ottenuto la borsa di studio, gli iscritti emigrino altrove la legge prevede la clausola che di concludere la specializzazione nelle scuole universitarie di Cagliari e Sassari, o nelle altre con cui la Regione firmerà eventuali convenzioni. Ma c'è anche una seconda clausola: una volta conseguita la specializzazione, i laureati dovranno impegnarsi a lavorare nel sistema sanitario regionale per almeno cinque anni. Proprio questa clausola è stata studiata dai consiglieri regionali per colmare i posti che presto rimarranno vacanti. Ai margini della legge bisognerà vedere se, all'indomani del voto in Consiglio regionale, riprenderà o meno fiato la polemica sulla possibilità che gli specializzandi al terzo di corso, quindi non ancora laureati, possano lavorare negli ospedali. Nei mesi scorsi, l'assessore alla sanità, Mario Nieddu, era riuscito a ottenere il via libera dalla Conferenza Stato-Regioni, con la firma del nuovo Patto per la salute. Ma da alcune associazioni di medici era arrivato un altolà, anche se nel frattempo, in altre regioni, gli specializzandi sono al lavoro e quindi anche la Sardegna si dovrà allineare.

 




5 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 29 febbraio 2020 / AGENDA - Pagina 19
CORSO GRATUITO
L’Agenzia Formativa Ial Sardegna srl Impresa Sociale, con Consorzio Iris, Università di Cagliari, Abacons srl, Iannas srl, e Scuola & Formazione Confartigianato, ha prorogato le iscrizione per il percorso gratuito “Esperto in Energetica”, riservato a giovani maggiorenni sino ai 35 anni e/o Neet, residenti o domiciliati in Sardegna. Info: Ial Sardegna Sassari, 079/2825041.




 

6 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 29 febbraio 2020 / AGENDA - Pagina 44/
L’INTERVENTO
IL CORONAVIRUS NON È NATO IN LABORATORIO
La diffusione non controllabile di un virus renderebbe un’arma biologica di questo tipo pericolosa per tutti e come tale non ha alcun senso

di Plinio Innocenzi
Prof. Ordinario di Scienza e Tecnologia dei Materiali del Dipartimento di Chimica e Farmacia dell''Università di Sassari ed ex addetto scientifico presso l'Ambasciata d'Italia a Pechino

La diffusione del Covid-19 anche in Italia sta creando una comprensibile e diffusa preoccupazione nel nostro paese. In questo momento particolare è molto importante che le informazioni siano scientificamente corrette e non creino allarme ingiustificato o peggio si diffondano false notizie. Una delle voci più diffuse è che il virus sia stato creato in laboratorio come arma biologica e sia poi uscito involontariamente. L'origine di questo virus sarebbe un laboratorio segreto di Wuhan, mentre nella versione cinese sarebbero stato creato dagli americani per poi diffonderlo in Cina con lo scopo di minarne l'economia. La diffusione potenzialmente incontrollabile di un virus renderebbe un'arma biologica di questo tipo pericolosa per tutti e come tale non ha nessun senso. Il famoso laboratorio segreto di "Wuhan" è in realtà una struttura di livello di biosicurezza 4, il più elevato, nella quale si possono studiare gli agenti patogeni più infettivi come l'Ebola. A Wuhan si trova anche l'Istituto di virologia della Chinese Academy of Sciences con ricercatori di fama internazionale e che studiano da lungo tempo i virus come il Covid-19 per poterne sviluppare i vaccini in tempi rapidi e prevenirne la diffusione. La coincidenza della presenza del laboratorio e dell'istituto di virologia nella città di Wuhan ha contribuito probabilmente alla diffusione delle false informazioni. Molti virus altamente infettivi, come la Sars, hanno origine in Cina. Come mai? Nell'emisfero sud sono molto diffuse alcune specie di pipistrelli, come quello della frutta. Questi pipistrelli hanno una particolarità, sono immuni ai virus perché hanno sviluppato una forte risposta immunitaria in grado di proteggerli. Involontariamente questa loro peculiarità li ha trasformati in veri e propri serbatoi di virus. Non solo, i virus che sopravvivono nei pipistrelli, poiché hanno sviluppato la capacità di resistere in un ambiente a loro ostile, una volta che saltano di ospite possono divenire particolarmente aggressivi, riproducendosi molto velocemente. Le più recenti e infettive epidemie da virus, come la Sars, la Mers, l'Ebola e ora il Covid-19 hanno avuto probabilmente tutte come origine dei virus che si trovavano nei pipistrelli.
I pipistrelli della frutta sono molto diffusi nel sud della Cina e rappresentano pertanto una potenziale sorgente di nuove infezioni virali. Perché questo avvenga è necessario però che il virus passi su un ospite intermedio, tipicamente un mammifero, e da questo agli uomini. Gli animali selvatici sono più vulnerabili a questo passaggio. In Cina è molto diffuso il commercio di animali selvatici che vengono catturati per vari utilizzi. Questo commercio avviene nei mercati, come quello di Wuhan che sarebbe il punto da cui è partita la diffusione del Covid-19. Il governo cinese ha ristretto la lista degli animali selvatici che si possono commercializzare, perché tra questi vi sono molte specie a rischio di estinzione. Il controllo effettivo di questo commercio è in realtà piuttosto difficile da realizzare poiché in molti casi, soprattutto per le specie sotto protezione, avviene in modo illegale. Un bando totale andrebbe a intaccare interessi economici importanti e alcune abitudini culturali radicate nella società cinese. Si calcola che il commercio di animali selvatici valga oltre sette miliardi di dollari e vi lavorino un milione di persone. Gli animali selvatici, in particolare quelli esotici, sono molto ricercati per la medicina tradizionale cinese, sono usati come animali da compagnia e in alcuni casi vengono anche mangiati. Controllare la catena naturale da cui si originano i nuovi virus è quindi molto complesso. Non è necessario ricorrere a complotti, laboratori segreti o armi batteriologiche per comprendere che invece rispetto della natura e la ricerca scientifica sono le sole armi che ci possono difendere da queste malattie che si diffondono periodicamente.

 

Questionnaire and social

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