Press review

Rassegna quotidiani locali a cura dell’Ufficio stampa e redazione web
23 February 2020

L'Unione Sarda

 

1 - L’UNIONE SARDA di domenica 23 febbraio 2020 / MONDO - Pagina 17

EGITTO. Giornalisti esclusi dall’udienza. Gli avvocati scelgono la linea del basso profilo

ZAKY, ALTRE DUE SETTIMANE IN CELLA
Udienza a porte chiuse. I Progressisti sardi: liberatelo, è il nuovo Regeni

 
CAGLIARI DICE NO. Maria Del Zompo: “Questa situazione denota una volontà di sopprimere la libertà di pensiero e di ricerca che non può essere tollerata dallo Stato italiano. Siamo vicini alla famiglia e chiediamo insieme all’Università di Bologna che il Governo italiano e l’Unione europea non smettano di prodigarsi in ogni modo per favorire il rientro di Patrick nella sua comunità”

La madre guarda in alto per nascondere le lacrime. Il padre appoggiato al muro si fa il segno della croce e risponde a qualche messaggio al telefono. L'attesa dura meno di un'ora e poi, in una siepe di poliziotti e uomini della sicurezza, abbracciano fugacemente il figlio: Patrick George Zaky, lo studente egiziano dell'Università di Bologna arrestato per propaganda sovversiva su Facebook, torna in carcere per almeno altri 15 giorni.

LO SCENARIO PEGGIORE. Come prevedibile, si è conclusa così l'udienza sul rinnovo della custodia cautelare in cui viene tenuto il 27enne attivista e ricercatore. Quella del procuratore capo di Mansura, la sua città, «è una decisione crudele», «brutta», e «non necessaria, perché non c'è alcuna possibilità di inquinare prove o di modificare il corso delle indagini», sottolinea Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International in Italia. Ora, avverte, si apre «lo scenario peggiore»: altri prolungamenti di 15 e poi 45 giorni che in Egitto possono arrivare fino a due anni. La prossima udienza è fissata per il 7 marzo.

«SUBITO IN SENATO». In Italia l'attenzione non scende. La senatrice Michela Montevecchi (M5S) propone l'audizione in commissione Diritti umani del funzionario della Farnesina inviato come osservatore al processo e chiede agli osservatori Ue di riferire al più presto. Anche in Sardegna c'è attenzione politica: in Consiglio regionale una mozione dei progressisti - prima firmataria Maria Laura Orrù, poi il testo è stato fatto proprio da tutto il centrosinistra e dai progressisti del Consiglio comunale di Cagliari - denuncia che «ancora una volta il governo egiziano ha arrestato un giovane attivista che lotta per i diritti delle minoranze oppresse, dalla comunità Lgbtq fino alle comunità cristiane, cacciate dal nord del Sinai a causa dell'avanzata dello stato islamico» e chiede l'immediata scarcerazione di Zaky «perché non vogliamo che si ripeta l'atroce destino di Giulio Regeni: sono infatti troppi i punti in comune con la storia del nostro ricercatore».

«NON È IL MIO ACCOUNT». Come hanno riferito fonti informate, Patrick ha sostenuto di essere innocente, negando di aver «mai scritto» i post su Facebook tacciati di “propaganda sovversiva”. Anche alla domanda del giudice: «È tuo l'account?», Zaky ha risposto di «no».

All'udienza, oltre ai due avvocati in cui è stato ristretto il collegio di difesa, hanno assistito il diplomatico italiano e uno della delegazione Ue in Egitto. A differenza della prima udienza, ai giornalisti non è stato consentito di entrare nella stanza.

Secondo fonti informate, i due legali (uno della famiglia e uno della ong per cui Patrick era attivo) vogliano mantenere «un basso profilo» soprattutto mediatico nel duello giudiziario con la Procura, che si preannuncia lungo. La linea difensiva è possa aver scritto qualcosa che non pensava potesse essere un crimine: insomma al massimo un mero reato d'opinione.




 

 

2 - L’UNIONE SARDA di domenica 23 febbraio 2020 / CAGLIARI - Pagina 23
QUELLI CHE CI PROVANO. Tiziano Putzu, 29 anni, lavora a Milano per una società americana di consulenza
LA RICERCA CONTINUA DELL'ECONOMISTA CHE NON SI ACCONTENTA

Maria Francesca Chiappe
chiappe@unionesarda.it

I soldi della borsa di studio se li è fatti bastare. «Un adulto non può chiedere aiuto ai genitori». A 24 anni ci si arrangia da sé.
Fermi, non stupitevi: ha ragione lui. In una società dove chi sta per arrivare ai quaranta viene definito ragazzino le parole di Tiziano Putzu hanno l'effetto di una sveglia alle cinque del mattino dopo una notte di bagordi. Trent'anni da compiere, laurea triennale in Economia e gestione aziendale a Cagliari e specialistica a Pavia col massimo dei voti e la lode in International business and economics dopo un passaggio a Madrid e Roma per due diversi master, lavora a Milano in una società americana nel settore delle consulenze. E ha già cambiato lavoro più volte. «Non si può pensare di stare nella stessa azienda per tutta la vita, e non si cambia perché ci si trova male ma per migliorare». Si è tuffato nel mondo del lavoro presto, a 15 anni, quando studiava al liceo Pitagora di Selargius. «Facevo l'arbitro di pallacanestro, mi piaceva ed era un modo per assicurarmi delle entrate». Poche ma sufficienti. «Di mattina andavo a scuola, di pomeriggio studiavo, la sera ero sul parquet. Più partite fai più guadagni». Metteva via anche trecento euro al mese. «Esperienza bellissima che ti insegna responsabilità, rispetto, impegni e orari». Ha smesso dopo la laurea triennale. «Mi sono trasferito per un anno a Madrid dove ho ottenuto un master dell'Unione europea»..
LO STAGE. Nel frattempo si è iscritto all'Università di Pavia. «E sono entrato come stagista da Ernst & Young»: ha mandato il curriculum online, ha fatto il colloquio ed è stato preso. «Non avevo alcun contatto a Milano, è stato un processo trasparente. Le persone che ce la fanno sono quelle che si impegnano. Ho mandato il curriculum a tanti, non rispondono tutti ma alcuni sì e ti convocano». Lo stage era retribuito. «Certo, mi pagavano poco, ma me lo sono fatto bastare. Non facevo una vita di lusso ma se pensi “non posso uscire, non posso spendere quindi resto a Cagliari” sbagli». Chiedere aiuto al padre dipendente di banca e alla madre casalinga non se ne parlava neanche: «Un adulto deve pensare a se stesso, io ho tenuto un tenore di vita adeguato al mio stipendio». Aveva 24 anni. Finito lo stage ha fatto l'apprendista in due diverse aziende, sempre nel settore delle consulenze. «Lo studio per me era un capitolo chiuso». Invece. «Mi è stato offerto un master a Roma in marketing ed esportazione made in Italy della fondazione Italia-Usa». Senza presentare alcuna domanda. «Credo esista un data base condiviso con i nomi degli studenti, il percorso di studi, il voto di laurea: da lì pescano e ti offrono borse di studio».
I CORSI ONLINE. Così nel 2015, un anno dopo la laurea a Pavia, quando era un dipendente Vodafone ha ripreso in mano i libri. «Ho seguito lezioni registrate online, sono andato a Roma solo per la consegna dell'attestato. L'impatto è minore rispetto ai corsi tradizionali ma se uno è abituato a studiare la lezione è un supporto: sei solo al computer quindi serve più determinazione». Dal lunedì al venerdì lavorava, nel fine settimana studiava. E continuava a guardarsi intorno. Che vuol dire: inviava qui e lì il suo curriculum. «Nel 2018 mi hanno assunto alla Bain & company, una delle aziende americane di consulenza più ambite a livello internazionale. Supporto gli amministratori delegati delle multinazionali nel prendere decisioni sul futuro: restare sul mercato, aumentare i ricavi, diminuire i costi, gestire le fusioni». E mica ha finito lì. «Ho sempre uno sguardo altrove, tutti tentano di migliorarsi, Milano è una città cara, è grande e nessuno ti può posizionare in queste aziende. Ogni volta cerco di migliorare la mia posizione». Con la forza della sua competenza. Ora fa il quadro, guadagna bene ma è solo agli inizi. «Se penso a quando ho cominciato posso dire di aver fatto strada». In meno di cinque anni. Eppure non basta, anche se non lo dice.
IL LAVORO. Stupisce in questo tempo di crisi la certezza che un posto si trova. «Per economisti, ingegneri e informatici il lavoro c'è. E comunque se uno ha passione è giusto provarci, in ogni settore. C'è lavoro anche per designer, farmacisti, i profili richiesti sono tanti». A una condizione: bisogna essere preparati. «Sì, e non ci si deve adagiare sugli allori». E Cagliari? Nostalgia? «Sempre. Ma lavorare lì è difficile da dipendente perché non ci sono multinazionali. Il fallimento di Air Italy è un segnale non positivo. E comunque, anche se il mondo del lavoro per me è altrove, mi piacerebbe fare qualcosa per la mia regione, perfino a titolo gratuito». Vorrebbe dare una mano. «Non so se esistano progetti di collaborazione a livello istituzionale o universitario». Chi ha orecchie per intendere lo faccia. «Verrei volentieri per dire che da viale fra Ignazio ognuno può arrivare dove vuole». L'importante è non essere negativi. «A un diciottenne non si può ripetere “non c'è lavoro”. Bisogna spronarlo perché sia pronto alla sfida».
L'INTEGRAZIONE. A Milano c'è anche la sua fidanzata, studia all'Accademia d'arte di Brera ed è cagliaritana. «Ci troviamo bene». Razzismo? «Assolutamente no. Lavoriamo con tanti colleghi stranieri di culture e religioni diverse, non c'è neanche discriminazione nord-sud. L'integrazione è totale. Si diventa parte di qualcosa di comune». Finché il curriculum non arriva al destinatario giusto e allora si cambia. Nuovo giro, nuova corsa. È il 2020, bellezza.

 

3 - L’UNIONE SARDA di domenica 23 febbraio 2020 / NUORO E PROVINCIA - Pagina 44
FONNI. Progetto di un’azienda del paese con il supporto dell’università di Cagliari
LA RICERCA PUNTA SUL CARASAU 4.0
Sapere artigiano e nuove tecnologie per il processo di produzione
 4 gruppi di ricercatori dei dipartimenti dell’univeristà di Cagliari coinvolti nel progetto di cui è capofila Studi A Automazione srl di Serramanna. 5 milioni di euro i fondi disponibili del ministero dello Sviluppo economico sul fondo Agrifood

A Fonni il più antico dei saperi artigiani, quello relativo al pane carasau, sarà affiancato dalle più moderne tecnologie informatiche ed elettroniche. Protagonista della sfida è il Vecchio Forno Sunalle, che metterà le sue conoscenze artigianali a disposizione di chi si occuperà del lato pratico del progetto Iapc (ingegnerizzazione e automazione del processo di produzione tradizionale del pane carasau mediante utilizzo di tecnologie iot): il capofila studio A Automazione Srl di Serramanna e i ricercatori di quattro dipartimenti dell'Università di Cagliari. In cassa c'è un finanziamento di 5 milioni di euro del ministero dello Sviluppo economico sul fondo “Agrifood”.
L'OBIETTIVO. Rendere efficiente la produzione del pane carasau, salvaguardandone l'artigianalità, grazie all'uso di tecnologie dell'industria 4.0. Per farlo non si dovrà dimenticare il passato, né i segreti della panificazione: le innovazioni della comunità scientifica si integreranno alle competenze dell'azienda fonnese.
IL PIANO. «Partiremo dalla caratterizzazione chimica degli ingredienti fino a processo di cottura, tecniche di confezionamento, stoccaggio in magazzino», spiega Alessandro Fanti, ricercatore di ingegneria elettrica ed elettronica e responsabile scientifico del progetto. «Utilizzeremo modelli matematici per ridurre i consumi di energia, mentre, inserendo nei processi di produzione tecnologie di informazione e comunicazione e Internet of Things, puntiamo a ottenere un'accurata caratterizzazione della filiera produttiva, garantendo maggiore qualità del prodotto».
NEL FUTURO. «Apportare tecnologia senza snaturare il carasau è una bella sfida - commenta Alessandro Cireddu dello studio A -. Fonni ha dimostrato di non aver paura del futuro, né di mettere a disposizione il proprio impianto per la ricerca scientifica. C'è scarsa informazione, ma i fondi dedicati alle aziende sono tanti e proficui». «È il terzo progetto di questo tipo attivo in azienda-, spiega Fabrizio Di Napoli del Vecchio Forno Sunalle, -. Vogliamo automatizzare il processo e aumentare i turni di produzione per assumere nuovo personale, da valorizzare in termini intellettuali più che fisici, e aprirci a nuovi mercati, fedeli all'artigianalità del pane carasau, che per noi è sacro».
Daniela Melis

 

4 - L’UNIONE SARDA di domenica 23 febbraio 2020 / CULTURA - Pagina 52
Università. Seminario 9 e 10 marzo
L'arte dell'illustrazione dei testi di Andrea Camilleri

Lingua e stile nei romanzi di Andrea Camilleri è il titolo del seminario che si terrà a Cagliari il 9 e il 10 marzo 2020. Si tratta dell'ottavo appuntamento di un'iniziativa, ideata e organizzata dall'Università degli Studi di Cagliari (Dipartimento di Lettere, Lingue e Beni Culturali), che nel corso degli anni ha raccolto l'adesione di numerosi Atenei in Europa, nel Libano e nell'America latina. Il programma dei lavori è articolato nelle due mattinate del 9 e del 10; sarà aperto dalla prolusione del professor Luigi Matt (Università di Sassari) e vedrà la partecipazione di studiosi provenienti da sedi italiane ed estere. Nel pomeriggio del 9 marzo si terrà una sessione dedicata a “L'arte dell'illustrazione”, un momento di studio rivolto ai volumi di Andrea Camilleri illustrati con disegni che accompagnano i racconti, compresi quelli destinati ai bambini, che quindi hanno richiesto immagini adeguate all'età dei giovani lettori. Saranno presenti Mariolina Camilleri, che ha illustrato “Pinocchio (mal)visto dal Gatto e la Volpe”, e Paolo Canevari, i cui disegni sono inseriti ne “I tacchini non ringraziano”.



 

La Nuova Sardegna

 

 


5 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 23 febbraio 2020 / PRIMA PAGINA
DOMANI MATTARELLA A SASSARI PER L’INAUGURAZIONE DELL’ANNO ACCADEMICO
Carpinelli: «Grazie presidente, noi un’eccellenza»

Massimo Carpinelli, rettore dell’Università di Sassari, si prepara ad accogliere domani il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il ministro Gaetano Manfredi, sua vecchia conoscenza: «È stato presidente della conferenza dei rettori. E, come del resto Mattarella, conosce benissimo l’università di Sassari: questo per me, e per tutto il corpo docente, è motivo di grandissima soddisfazione». Ricevendo il capo dello Stato, Carpinelli cercherà di «condensare in pochi minuti i tanti progetti che l’università sassarese sta portando avanti. E lo spirito che la anima.
Noi siamo un’eccellenza, l’arrivo del presidente lo dimostra». Il rettore racconta come è nata l’idea, durante una chiacchierata con Mario Segni, di chiedere a Mattarella di venire a Sassari il giorno della inaugurazione dell’anno accademico: «L'ho fatto, e la sua risposta è stata entusiasta». Strade chiuse e controlli severi nelle aree interessate dalla visita del presidente. ? BUA ALLE PAGINE 6 E 33

SARDEGNA - Pagina 6
MATTARELLA A SASSARI
Il presidente della Repubblica domani inaugurerà l'anno accademico:

CARPINELLI: «LA SUA VISITA UN ORGOGLIO PER LA CITTÀ»

«Dà un segnale importante perché mette al centro la cultura e la ricerca»
“Mostrerò le eccellenze come il progetto delle onde gravitazionali osservate dal profondo della miniera dismessa di Sos Enattos a Lula”. “Il sì di Mattarella mi ha riempito di orgoglio dal punto di vista personale, nulla di quello che fa il capo dello Stato è casuale”

di Giovanni Bua
SASSARI Prova il nodo della cravatta Massimo Carpinelli, che nel corso dei suoi cinque anni di rettorato spesso ha evitato di indossare, preferendo il taglio più informale e operativo che ha contraddistinto le sue giornate in Ateneo. Prova il nodo e ripensa alle frasi con cui accoglierà il presidente Sergio Mattarella e il ministro Gaetano Manfredi, sua vecchia conoscenza. «È stato presidente della conferenza dei Rettori dal 2015 al 2020 - spiega - ho una lunga e intensa frequentazione con lui. E sono stato davvero contento della sua nomina a ministro. È un vero addetto ai lavori, conosce i problemi e tante volte abbiamo parlato delle possibili soluzioni. E, come del resto il presidente Mattarella, conosce benissimo l'università di Sassari, e questo per me, e per tutto il corpo docente, è motivo di grandissima soddisfazione».
Il rettore lo avrà al suo fianco (il ministro arriverà questa sera a Sassari con l'ultimo volo da Roma) quando riceverà il presidente sulla porta della sede centrale dell'Università per poi andare nel suo ufficio per un breve incontro privato. «Cercherò di condensare in pochi minuti i tanti progetti che l'università sassarese sta portando avanti. E lo spirito che la anima. Ben rappresentato dall'ospite della mattinata, Carlotta Sami. Noi siamo un'università aperta, inclusiva, accogliente. Che ragiona sui fenomeni di portata storica, come quello dell'accoglienza ai profughi, senza mai farsi travolgere da paure o emozioni negative. E che trova soluzioni, opportunità, percorsi. Per essere eccellenti è indispensabile essere aperti. E noi siamo un'eccellenza, come l'arrivo del presidente dimostra». Tra le eccellenze che il rettore mostrerà al presidente il progetto delle onde gravitazionali, osservate dal profondo della miniera dismessa di Sos Enattos a Lula, e lo studio sul genoma sardo portato avanti da un team di ricercatori guidati dal direttore dell'Istituto di ricerca genetica e biomedica del Consiglio nazionale delle ricerche Francesco Cucca.
Progetti storici per una visita storica, "strappata" in un pomeriggio di ottobre al Quirinale. «Eravamo lì per un incontro di studio sulla presidenza Segni e il ruolo internazionale dell'Italia. Io, che aprivo gli interventi, e Mario Segni, presidente della Fondazione dedicata a suo padre. Un momento importante, in cui l'università e la città di Sassari erano protagoniste. A margine dei lavori parlavamo con Mariotto, concordando sulla levatura del presidente Mattarella, su quanto il suo ruolo, e lo "stile" con cui lo esercitava, fosse fondamentale in un momento politico e storico così complesso. E lì c'è venuta l'idea: perché non chiedergli di venire a Sassari, il giorno dell'inaugurazione dell'anno accademico? Perché non chiedergli di scegliere Sassari per mandare un messaggio sull'importanza dell'università in Italia? L'ho fatto, e la sua risposta è stata entusiasta. Ha detto che sarebbe venuto con enorme piacere. E con piacere ancora più grande ci prepariamo ad accoglierlo».
Da lì è iniziata la laboriosa costruzione della visita. Con decine di contatti con gli addetti al cerimoniale del Quirinale, e subito la chiara percezione del fatto che la visita del presidente sarebbe stata un dono da condividere con tutta la città. «Chiaramente - spiega Massimo Carpinelli - il fatto che il capo dello Stato venga a Sassari per aprire l'anno accademico, prima volta che capita nella storia, per di più accompagnato dal ministro, è per noi fonte di enorme soddisfazione, e ha anche un enorme valore simbolico perché conferma quanto per il presidente sia importante l'università, la ricerca, la cultura. La migliore risposta possibile alla sfiducia e alla cupezza che hanno stretto il nostro paese in una morsa negli ultimi anni. Poi è chiaro che l'arrivo del presidente è un evento importantissimo anche per la città di Sassari e per l'intera Sardegna. Sia per il simbolo che il presidente Mattarella rappresenta, sia per la levatura della persona. Per Carpinelli rimane una chiusura col "botto" della sua esperienza da rettore. «I sei anni di rettorato - chiude - che finiranno tra nove mesi, sono stati ricchissimi di lavoro e soddisfazioni, personali e professionali, che chiaramente divido con il mio staff, motivato, operativo, pieno di energia ed entusiasmo. Come ha dimostrato per l'ennesima volta nel partecipare all'organizzazione di una visita così complessa come quella del presidente della Repubblica. Chiaramente il sì di Mattarella mi ha riempito di orgoglio dal punto di vista personale, perché nulla di quello che fa il capo dello Stato è casuale. E quindi è un implicito riconoscimento alla bontà del mio lavoro e anche allo status di università di prima fascia che l'Ateneo turritano ha consolidato in questi anni. Il mio desiderio è che quello che per me può essere il suggello di un'esperienza straordinaria sia il punto di partenza di chi mi succederà in questa carica. È il trampolino per rilanciare la nostra città, e portarla nel posto che le compete a livello nazionale e internazionale».

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