Press review

Rassegna quotidiani locali a cura dell’Ufficio stampa e redazione web
22 February 2020

L'Unione Sarda

 

1 - L’UNIONE SARDA di sabato 22 febbraio 2020 / CAGLIARI - Pagina 19

SANITÀ

Marino e Santissima Trinità chiuderanno i battenti per fare spaio a una struttura moderna ed efficiente
NEL “MONOPOLI” DEGLI OSPEDALI RESTA INCERTO IL DESTINO DI BUSINCO E MICROCITEMICO
Dalla riforma regionale arriva un assist all’Università ma l’ipotesi accorpamento è una partita ancora aperta

REGIONE DECISA. Mario Nieddu: “L’ipotesi di spostare Oncologico e Microcitemico nell’azienda universitaria per salvare la facoltà di Medicina è sul tavolo, cercheremo la condivisione massima anche perché riteniamo di avere gli argomenti per tranquillizzare gli addetti ai lavori che hanno manifestato paure e perplessità”

La sanità cagliaritana del futuro avrà due aziende ospedaliere, quella universitaria e il Brotzu, che sarà ribattezzata Arnas (azienda di rilievo nazionale ad alta specializzazione), più un nuovo grande ospedale, moderno, efficiente e facilmente raggiungibile. Entro la fine dell'anno inoltre risorgerà la vecchia Asl, che avrà competenza anche su tutti i 17 Comuni della Città Metropolitana.

ADDIO MARINO E SS TRINITÀ. È questo il disegno a medio e lungo termine (lungo soprattutto per quanto riguarda la costruzione del nuovo ospedale che ancora neanche si sa dove verrà costruito) tracciato nella riforma sanitaria - che deve però ancora passare all'esame della Commissione sanità e del Consiglio - deliberata il 23 dicembre dalla giunta regionale. Un progetto che smantella l'Ats e in cui non è previsto alcun futuro né per il Marino né per il Santissima Trinità, destinati alla chiusura o alla riconversione magari in presidi ambulatoriali come già accaduto al San Giovanni di Dio, i cosiddetti ospedali diurni o di comunità.

BUSINCO E MICROCITEMICO. Ma la questione più spinosa riguarda il destino del Businco e del Microcitemico, cioè due degli ospedali a maggiore specializzazione, eccellenze della sanità sarda per la lotta alle malattie rare e ai tumori, attualmente in seno all'azienda Brotzu dopo lo scorporo dall'Asl avvenuto fra mille difficoltà nel 2015. Non è un mistero che l'idea della giunta Solinas sia quello di accorparli entrambi all'Azienda ospedaliero-universitaria, lasciando così al Brotzu il solo ospedale San Michele. Il motivo è legato alla necessità di garantire alla facoltà di Medicina dell'ateneo cagliaritano il numero di posti letto necessario per ottenere l'accreditamento da parte del Ministero, requisito non soddisfatto dal solo Policlinico Duilio Casula. Lo stesso assessore regionale alla sanità Mario Nieddu, in un'intervista a L'Unione Sarda , aveva giocato a carte scoperte: «L'ipotesi è sul tavolo da tempo - erano state le sue parole -, cercheremo la condivisione massima anche perché riteniamo di avere gli argomenti per tranquillizzare gli addetti ai lavori che hanno manifestato paure e perplessità. Ma abbiamo una scala di priorità e in cima a questa scala c'è il salvataggio della facoltà di Medicina».

PARTITA APERTA. Tutto già deciso, dunque? Non è detto. La relazione che accompagna la delibera si limita infatti a dire che «il rilevante ruolo delle Università in tema di didattica e ricerca è rafforzato da un sistema di regole che consentiranno al potere esecutivo di modulare i necessari interventi per consolidare l'accreditamento dei corsi universitari e post universitari garantendo la disponibilità di strutture e volumi di servizi come richiesto dalla disciplina nazionale». E se la rettrice Maria Del Zompo, confermando gli incontri avuti coi vertici della Regione, aveva spiegato di ritenere l'accorpamento la soluzione migliore per tutti, ieri il presidente della Commissione sanità Domenico Gallus (Udc) ha fatto capire che nella maggioranza ci sono ancora perplessità: «La questione scorporo è ancora sul tavolo e sarà affrontata dalle forze che sostengono la giunta sentendo favorevoli e contrari», ha spiegato.

LE ALTERNATIVE. Non è da escludere dunque che durante il confronto saltino fuori soluzioni alternative, come quella lanciata dai medici dei due ospedali quando, lo scorso ottobre, si riunirono al Businco manifestando la loro contrarietà al nuovo accorpamento: «Per salvare Medicina - aveva spiegato Luigi Mascia, direttore della chirurgia pediatrica al Brotzu e segretario regionale della Confederazione italiana medici ospedalieri - si possono usare le reti formative, ampiamente previste dalla legge: si fanno convenzioni con gli ospedali e si rispetta il rapporto di tre letti per ogni studente iscritto al primo anno di medicina». Insomma, la partita sembra tutt'altro che chiusa.
Massimo Ledda


LA COMMISSIONE. Così Gallus sferza la maggioranza
«Dopo tante parole passiamo ai fatti»

«I discorsi sugli accorpamenti non mi hanno mai entusiasmato, preferisco occuparmi di come viene trattato il paziente al quale dobbiamo offrire una sanità all'altezza, di qualità».

Medico di professione, l'esponente dell'Udc Domenico Gallus è il presidente della commissione regionale che nei prossimi mesi esaminerà il disegno di legge sulla riforma sanitaria della giunta Solinas. «Che fine faranno Microcitemico e Businco? Non mi voglio sbilanciare né anticipare niente, preferisco che prima si risolva tutto a livello di maggioranza con le varie espressioni. L'ipotesi di accorpamento con l'azienda ospedaliera resta in campo». La certezza è invece che si farà il nuovo ospedale cittadino, anche se non si sa quando, che sostituirà Marino e Santissima Trinità. «Il dove non mi interessa, ciò che conta è che sia un presidio ospedaliero funzionale, ben costruito e ben servito dalla rete viaria. E soprattutto fatto a misura di pazienti, non di primariati».

La conclusione è una sferzata alla maggioranza: «Adesso è il momento del fare, non possiamo più tergiversare. Abbiamo vinto le elezioni anche perché abbiamo promesso che avremo reso la sanità più vicina e prossima ai pazienti. Sinora abbiamo detto tante parole, ora bisogna passare ai fatti, altrimenti sarebbe un fallimento». (m. le.)

 

 

 

 

2 - L’UNIONE SARDA di sabato 22 febbraio 2020 / CAGLIARI - Pagina 19

DOCUMENTI ANTICHI
Lunedì alle 20, nell’aula magna della facoltà di Lettere, Bartolomeo Porqueddu parlerà de “Il Vaso di Dueno”

 

 

 

 

3 - L’UNIONE SARDA di sabato 22 febbraio 2020 / CAGLIARI - Pagina 20

Università

Un presidio per chiedere la liberazione di Patrick Zaki

Ieri, così come proposto da Amnesty International, in occasione dell'udienza che si apre domani a Il Cairo, nella facoltà di Studi umanistici e nella biblioteca del Distretto di scienze umane si è tenuto un presidio e sono state raccolte le firme per chiedere il rilascio immediato di Patrick George Zaki, il giovane iscritto all'ateneo di Bologna. «È incredibile che situazioni simili possano ancora trovare asilo. Siamo fiduciosi nell'azione dell'Unione europea e del Governo», dice la rettrice Maria Del Zompo.

Oggi Patrick George Zaki è atteso a Il Cairo da un'ulteriore udienza. «La detenzione preventiva potrebbe essere confermata e nuovamente prorogata. Crediamo che solo una mobilitazione continua e pressante possa mantenere alta l'attenzione sulla procedura illegale che ha portato al suo arresto. La condivisione della mozione approvata dall'Alma Mater Studiorum da parte del Senato accademico e dal Consiglio di amministrazione va esattamente in tale direzione. Come già avvenuto a Bologna e in altre città italiane, stiamo promuovendo foto petizioni, sit-in, fiaccolate, mobilitazioni collaborando principalmente con le Università e le associazioni di universitari. Vorremmo che ciò avvenisse anche a Cagliari», scrive Tiziana Fresu, responsabile della Circoscrizione Sardegna Amnesty International-sezione italiana alla Del Zompo.

La risposta della rettrice non si è fatta attendere: «Siamo vicini alla famiglia di Patrick - scrive - e vi affianchiamo nelle battaglie di civiltà e rispetto dei diritti umani. Con l'Università di Bologna chiediamo che il Governo italiano e l'Unione europea non smettano di prodigarsi in ogni modo per favorire il rientro di Patrick nella sua comunità».

 

 

 

 

4 - L’UNIONE SARDA di sabato 22 febbraio 2020 / AGENDA - Pagina 23

IL PROGETTO. Presentazione al Senato

Disabilità e rispetto dei diritti umani

Rispetto dei diritti umani e inclusione nella società civile delle persone con disabilità psicosociale: su questo doppio campo si è mosso il progetto “QualityRights” che ha visto l'Università di Cagliari come partner privilegiato dell'Organizzazione mondiale della Sanità. La presentazione dell'iniziativa del team coordinato dal docente Mauro Giovanni Carta avverrà venerdì 28 febbraio (dalle 10,30) nella Sala atti parlamentari della biblioteca del Senato.

La giornata intende approfondire lo stato del dibattito internazionale e aprire una discussione sulle problematiche del rispetto dei diritti umani e inclusione sociale in Italia. Il dialogo tra i relatori partirà dal progetto internazionale coordinato dal docente dell'Ateneo cagliaritano che modererà l'incontro insieme a Luciano Carrino. Tra i relatori Alessandra Carucci, prorettore per l'Internazionalizzazione dell'Università di Cagliari.

Un team dell'Ateneo del capoluogo sardo ha partecipato «alle fasi di sviluppo del progetto e alla messa a punto degli strumenti di valutazione della qualità dei servizi di salute mentale concepiti attraverso una nuova prospettiva che vede il rispetto dei diritti umani come misura chiave della qualità nei servizi di cure», come evidenziano dall'Università di Cagliari. L'Ateneo ha poi collaborato con l'Organizzazione mondiale della Sanità nella costruzione di un portale e-learning e ai progetti in Tunisia, Libano, Armenia e Ghana.

 

 

 

 

La Nuova Sardegna

 

 

 


5 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 22 febbraio 2020 / SARDEGNA - Pagina 4

IL PRESIDENTE A SASSARI
Il presidente andrà prima all'Università e poi all'inaugurazione in piazza Castello

MONUMENTO DELLA BRIGATA L'OMAGGIO DI MATTARELLA
L'emozione del generale Di Stasio che ha ideato la colonna: «Sarà un onore»

di Giovanni Bua
SASSARI Cadrà lunedì mattina il velo che copre il monumento in onore della Brigata Sassari in piazza Castello. A tagliare il nastro saranno il sottosegretario alla Difesa Giulio Calvisi e il comandante dei Dimonios, il generale Andrea di Stasio, sotto gli occhi del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Si impreziosisce con un nuovo gioiello la mattinata sassarese del capo dello Stato. Che, dopo aver presenziato, primo presidente della storia, all'inaugurazione del 458° anno accademico dell'università di Sassari, si trasferirà intorno a mezzogiorno in piazza Castello per assistere alla cerimonia di inaugurazione del monumento in onore della Brigata Sassari, finito a tempo di record dagli uomini del 5° reggimento genio guastatori di Macomer. A raccontare i dettagli di una visita inattesa quanto fortemente voluta il generale Andrea Di Stasio, che la "colonna" di granito posata nel cuore della città per i suoi sassarini ha fortemente voluto, e che ora trepida inorgoglito al pensiero che il capo dello Stato sarà il primo a poggiarvi sopra gli occhi. «Devo prima di tutto - spiega - ringraziare il rettore Massimo Carpinelli. Che, tra gli altri, ha il merito di aver portato a Sassari il presidente della Repubblica. E poi il sottosegretario Giulio Calvisi, che era pronto a venire in città per inaugurare il monumento alla "Sassari" il primo marzo, anniversario della fondazione della Brigata. Quando abbiamo saputo dell'arrivo del presidente è stato automatico cercare di far coincidere due eventi così importanti per la città. E, grazie alla grande disponibilità di tutti, amministrazione comunale in testa, ai miei superiori diretti e al capo di Stato Maggiore dell'Esercito, ho potuto realizzare quest'opera per la quale avremo l'onore di ricevere la visita del capo dello Stato, coronamento massimo di un percorso ricco di significati, che unisce simbolicamente tante eccellenze della nostra comunità».E da qui, tra una citazione di Dostoevsky e Cusano, le scuse per ogni volta che gli luccicano gli occhi parlando dei suoi Diavoli Rossi, la pattadesa, ricevuta in regalo dai sassarini, simbolo riservato a chi è considerato vero capo, che mostra con orgoglio, il "babbu mannu" della "Sassari" dispiega il suo racconto d'amore per «Un'isola e una città che mi hanno stregato», per un ruolo «che ti investe di una responsabilità maggiore, diversa. Che non riguarda solo i tuoi soldati, ma quello che per tutta l'Isola devono rappresentare», per «un corpo che mai avrei immaginato di comandare». Fulgido, e inarrivabile, esempio di eroismo nel passato. Ma anche eroi moderni di un futuro difficile, nel quale questi professionisti cercano di difendere la pace».A loro è dedicata la colonna di granito di Alà dei Sardi («Mi avevano chiamato per una cerimonia, ho visto le cave di granito, e subito ho chiesto al sindaco se era disposto a donare un blocco per un monumento alla Brigata Sassari. Non ho fatto in tempo a finire la frase») che affonda le radici nel cuore di Sassari («Ho chiesto con vigore che venisse scelta piazza Castello, cuore pulsante della città, oltre che sede del nostro comando e del museo storico») e guarda in alto, come ricorda il verso che è inciso sulla base, scritto quasi 20 anni fa dallo stesso Di Stasio («ma ho preteso che non venisse firmato») «Solo chi ha conosciuto la durezza del suolo e l'asprezza della terra, può ammirare la bellezza del Cielo». «Il Cielo - spiega il generale - rappresenta Dio che ha accolto sos mannos e anche la speranza e i successi futuri a cui devono tendere i nostri ragazzi, la nostra mezzus gioventude, il popolo sardo, che quando è unito, può mirare in alto. Perché una cosa ho imparato guidando la "Sassari", per conquistare i sardi devi guadagnarti il loro rispetto. Ma se, con il loro rispetto, li guidi nell'affrontare qualsiasi impresa, diventano invincibili». E così, seguendo il filo delle suggestioni e dei moti d'animo che hanno portato alla cerimonia di lunedì, Di Stasio svela simboli e significati di un monumento dedicato alla pace, alla fratellanza, al futuro: «La scritta in oro Forza Paris, il grido di battaglia dei dimonios, diventata per tutti i sardi straordinaria dichiarazione di fratellanza, lo stemma storico, con il motto "Sa Vida pro sa Patria", realizzata in ferro battuto da un fabbro del 5° reggimento genio guastatori, metallo antico e non prezioso, ma per questo ancora più nobile. E poi il richiamo ai Candelieri, da cui l'idea del progetto (di cui il generale ha disegnato la prima bozza progettata insieme all'Ordine degli ingegneri ndr) è nata. Perché la Brigata, come i Candelieri e l'università, sono tre simboli riconosciuti e accettati della città di Sassari e della Sardegna. Da questa piazza i candelieri partono per la faradda, e di fronte al comandante, che sta al fianco del sindaco a Palazzo di Città, ballano. La nostra colonna rappresenta tutti i candelieri». Poi la targa commemorativa che recita una frase pronunciata dal generale Diaz dedicata alla Sassari dopo l'epica conquista dei "Tre Monti" nel 1918 "Voi non sapete, e forse non saprete mai, quanto avete fatto per l'Italia". E l'aiuola intorno al monumento, con fiori rossi e bianchi che richiamano le mostrine dei Dimonios. «Simboli di un passato glorioso oltre ogni immaginazione - sottolinea commosso Di Stasio - che deve essere da sprone per essere eroi nel presente». E il 52enne romano, generale gentile, abituato a inseguire la pace nei teatri di guerra più complessi del mondo, guarda il piazzale della caserma dalla finestra del suo ufficio. «La vita è fatta di valori - chiude pensoso - impegno, sacrifici. Questo io, più di tutto, vorrei dire ai miei ragazzi, a tutti i ragazzi. Se il cuore è puro, e l'obiettivo è alto, si può lanciare una freccia verso il cielo. E i risultati arrivano». E da una chiacchierata col rettore, una visita ad Alà dei Sardi, un candeliere d'oro nel mobile dell'ufficio tenuto a rigirarsi nelle mani, da un verso scarabocchiato in un pezzo di carta, da un progetto che nasce e prende forma, si arriva a un presidente della Repubblica che presenzia all'inaugurazione del monumento per i Sassarini. «L'ho detto, e ne sono convinto. Quando lavoriamo insieme nessuna impresa ci è preclusa. Questo nel mondo tutti lo sanno. Siamo noi che non dobbiamo dimenticarlo mai. Forza Paris!».

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