Press review

Rassegna quotidiani locali a cura dell’Ufficio stampa e redazione web
22 November 2019

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di venerdì 29 novembre 2019 / REGIONE - Pagina 13
INTERVISTA. Pierluigi Stafanini, presidente di Unipol e ASviS, sarà oggi a Cagliari: opportunità per la Sardegna

«Lo sviluppo sostenibile è il faro per il futuro»

L'obiettivo è quello di «dare un futuro alla vita e un valore al futuro». L'Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile, nata nel 2016 per dare corpo e gambe all'Agenda 2030, ha propositi ambiziosi ma soprattutto una visione del futuro di medio termine che necessita di un cambio di passo. Una nuova visione etica ed economica vuole integrare vari ambiti per ottenere uno sviluppo duraturo. Nata per iniziativa della Fondazione Unipolis e dell'Università di Roma “Tor Vergata”, l'Alleanza è presieduta da Pierluigi Stefanini, 66 anni, presidente del gruppo Unipol, che oggi controlla il 20% circa di Bper Banca (la Fondazione di Sardegna guidata da Antonello Cabras detiene invece il 10% del capitale). Stefanini sarà oggi a Cagliari (Sala congressi della Fiera) per partecipare al convegno organizzato da Legacoop per promuovere l'Agenda 2030 attraverso l'iniziativa “Sosteniamo il futuro”.

Qual è l'obiettivo dell'Alleanza per lo sviluppo sostenibile?

«L'Agenda 2030, nata nel 2015, si pone come scopo quello di raggiungere una forte integrazione tra vari piani e ambiti di crescita: dal sociale all'ambiente e all'economia. Tutti gli attori vanno responsabilizzati per svolgere un ruolo collettivo nel raggiungere uno sviluppo sostenibile».

Come raggiungere gli obiettivi prefissati?

«C'è un orizzonte temporale che ci occuperà per i prossimi dieci anni ma siamo impegnati in tutti i Paesi per aiutarli a rispondere a questo tipo di sollecitazioni. Oggi mettiamo insieme 230 realtà in un'alleanza che va dai sindacati ai centri di ricerca fino agli enti locali. Il gruppo è aperto e inclusivo per coinvolgere chi ha a cuore il futuro del pianeta e del nostro Paese».

Quali sono le azioni messe in campo nell'immediato?

«Portiamo avanti alcuni interventi. Il primo riguarda la comunicazione per far conoscere i nostri obiettivi responsabilizzando gli attori che hanno un ruolo in vari ambiti. In secondo luogo, puntiamo decisamente sull'educazione, coinvolgendo scuole e università con attività che diano contenuti ai futuri agenti dello sviluppo. In terzo luogo c'è la ricerca, con oltre 600 persone coinvolte volontariamente anche nella stesura del rapporto annuale. L'ultimo è stato presentato il 4 ottobre alla presenza del presidente Mattarella, per illustrare come stanno andando le cose e le nostre proposte. Infine, puntiamo sul dialogo istituzionale perché le istituzioni applichino questi contenuti nelle decisioni future».

Oggi c'è una sottovalutazione dello sviluppo sostenibile?

«Vogliamo proprio evitare questo ed essere di stimolo. Non chiediamo niente ai governi e agli enti locali, ma facciamo delle proposte per guardare al futuro».

Potrebbe essere anche un'occasione per superare i divari territoriali, come quelli della Sardegna e del Sud Italia?

«Guardare a un modello di sviluppo sostenibile non solo può aiutare la Sardegna a conoscere le proprie potenzialità ma anche a colmare i gap esistenti. Abbiamo istituito alcuni protocolli e ogni singola Regione può così attuare piani strategici sulla base dei dettami dell'Agenda 2030. Nello specifico sono state individuate 17 azioni. Una di queste, la quattordicesima, riguarda la vita sott'acqua. Costruire progetti di valorizzazione del mare intorno all'Isola rappresenta non solo un vincolo ma un'opportunità ecoambientale di crescita e sviluppo con azioni concrete».

Una delle misure più discusse della prossima manovra è la plastic tax, che ora sembra quasi superata: qual è il vostro giudizio su questo tipo di provvedimenti?

«Nel rapporto 2019 abbiamo articolato alcune proposte anche sul fronte fiscale per ridurre la pressione sul capitale produttivo e per cercare invece di incentivare un'armonizzazione delle misure per promuovere l'economia circolare».

Lei rappresenta anche il mondo della finanza, Unipol peraltro è anche azionista di Bper: ci sono proposte su questo settore?

«Una delle azioni che stiamo portando avanti prevede la promozione di green-bond e social-bond per progetti di sviluppo sostenibile. Anche l'Italia si deve adeguare sul fronte degli investimenti sostenibili che non devono essere sostenuti soltanto dal pubblico ma anche da risorse private e anche Bper può giocare un ruolo importante su questo fronte. Peraltro, prodotti finanziari di tal genere hanno già mobilitato risorse per circa cinque miliardi di euro».

Giuseppe Deiana

 

 

 

2 - L’UNIONE SARDA di venerdì 29 novembre 2019 / REGIONE - Pagina 13
IL CONVEGNO. Alla Fiera l’incontro promosso da Legacoop
«Agenda 2030, nuovo modello»

Dieci anni passano in fretta e per raggiungere gli obiettivi dell'Agenda 2030 sullo Sviluppo sostenibile non c'è tempo da perdere. Serve mettere in campo nuove azioni, discutere e progettare il futuro. Di questo si parlerà oggi a Cagliari nell'incontro (questa mattina a partire dalle 9.30 nella sala congressi della Fiera) promosso da Legacoop e dal titolo indicativo: “Sosteniamo il futuro”.

Dopo la presentazione di un video sul rapporto 2019 “L'Italia e gli obiettivi di sviluppo sostenibile”, Claudio Atzori, presidente di Legacoop Sardegna darà il via ai lavori. «L'evento è stato organizzato per iniziare a discutere dell'Agenda 2030, un modello che riguarderà tutti gli enti locali. L'obiettivo - spiega Atzori - è quello di intervenire sulle diseguaglianze, cresciute nell'ultimo periodo. Non è un'agenda ambientale, ma anche economica e sociale e anche dal punto di vista istituzionale ci sembra giusto, come Legacoop, promuovere un cambiamento culturale: ognuno deve fare la sua parte».

La relazione introduttiva sarà poi tenuta dal presidente di Unipol e numero uno dell'Alleanza per lo Sviluppo sostenibile, Pierluigi Stefanini, a cui seguiranno due tavole rotonde con, oltre allo stesso Stefanini, l'assessore regionale dell'Ambiente Gianni Lampis, Maria Del Zompo, rettrice dell'Università di Cagliari, Emiliano Deiana, presidente di Anci Sardegna, l'imprenditrice Daniela Ducato, il presidente della Fondazione di Sardegna, Antonello Cabras, il presidente del Banco di Sardegna, Antonello Arru, il segretario della Cgil Sardegna, Michele Carrus, il leader di Confindustria Sardegna, Maurizio de Pascale, Sara Mongili, responsabile della scuola Ecopsicologica della Sardegna, Annalisa Columbu di Legambiente e don Marco Lai della Caritas.

L'iniziativa di oggi, peraltro, precederà il “Saturday for future” in programma domani e al quale parteciperà anche l'Università di Cagliari. Sarà un giorno di impegno «per la produzione e il consumo responsabili a favore dello sviluppo sostenibile», osserva la rettrice Maria Del Zompo. «Il nostro Ateneo è già impegnato a sostenere gli obiettivi dell'Agenda Onu - conclude - e intende ora sostenere e diffondere quanto l'ASviS (Alleanza per lo Sviluppo Sostenibile), promotrice dell'iniziativa, suggerisce per favorire la partecipazione».

 


 

3 - L’UNIONE SARDA di venerdì 29 novembre 2019 / CAGLIARI - Pagina 31
UNIVERSITÀ. Studenti

Career day, la protesta

Ieri mattina durante il Career Day, promosso dall'Università per presentare alle imprese i profili professionali di laureati e laureandi, un gruppo di universitari membri dell'assemblea studentesca contro l'occupazione militare ha interrotto l'incontro per contestare la presenza di “aziende che sfruttano e devastano il territorio sardo”.« UniCa propone la Saras come opportunità lavorativa - spiega Cristian Perra, 26 anni - tappandosi gli occhi di fronte a un problema concreto: la Regione afferma che a Sarroch una persona su cinque è predisposta a linfomi e tumori, così l'Ateneo svende la dignità e la salute dei suoi laureati». Gli studenti hanno richiamato l'attenzione anche su altre aziende. L'accusa mossa contro l'Ateneo è di essere «insensibile a tematiche che minano il futuro: noi studieremo e lotteremo per creare un'alternativa sostenibile che liberi la nostra terra da chi la sfrutta e inquina».

Lisa Ferreli


 

 

4 - L’UNIONE SARDA di venerdì 29 novembre 2019 / CAGLIARI - Pagina 32

CONFERENZA. Questo pomeriggio alle 17 nell’aula magna della facoltà di Scienze politiche (viale Sant’Ignazio 78) è programma una conferenza sul tema “Etica ed economia per un nuovo ordine mondiale” con la relazione di Giuseppe Robiati. Introduce i lavori Nicola Melis.

 
 
 

 

La Nuova Sardegna

5 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 29 novembre 2019 / CULTURA E SPETTACOLI - Pagina 37

Da oggi in edicola il settimo volume della collana "Storia di Sardegna" dedicato allo studioso della cultura dell'isola

GIOVANNI SPANO, I NURAGHI E LA CITTÀ ETERNA

di LUCIANO CARTA
Il 20 agosto 1831 Giovanni Spano, dopo un viaggio avventuroso, era giunto a Roma e aveva preso alloggio in una locanda presso Piazza Navona. Assetato, si era avvicinato ad una bancarella da fruttivendolo e, dietro sua richiesta, gli fu offerto da una giovinetta un grappolo d'uva che egli rifiutò dicendo che non lo voleva perché non gli sembrava «cotto». La ragazza lo canzonò subito dicendo che a Roma non si usava cuocere la frutta, ma che il grappolo era buono e «maturo» e poteva senz'altro prenderlo. L'episodio, narrato dallo stesso Spano nell'autobiografia, brioso racconto della sua vita apparso tra il 1876 e il 1878 sulla rivista sassarese «La Stella di Sardegna», veniva così commentata dal protagonista : «Appresi che le frutta, quando non sono acerbe, si dicono "mature" e non "cotte". Posso dire che quella villanella fu la mia prima maestra di Roma». Chi per avventura ha avuto occasione di leggere la prosa dello Spano, infarcita di espressioni trasferite di peso dal sardo all'italiano, sa bene che la lezione di quella prima maestra romana di lingua italiana egli non l'avrebbe mai realmente imparata, sebbene i numerosi suoi scritti (circa 500 titoli a stampa), tutti dedicati alle antichità, alla lingua e alla storia della Sardegna, abbiano contribuito in modo decisivo a far conoscere la nostra isola ai dotti di tutta Europa.Nato a Ploaghe nel 1803, il più celebre archeologo sardo dell'Ottocento si era formato a Sassari. Sacerdote nel 1825, per tre anni era stato maestro elementare nelle scuole di San Carlo, ma, sempre desideroso di approfondire le sue conoscenze, sentiva il bisogno di raggiungere la Città eterna per approfondire l'ebraico e le lingue orientali. Fu guidato da ottimi maestri, tra cui il semitista Andrea Molza e il futuro primate d'Inghilterra cardinal Nicholas Wiseman. Nel 1834 il governo piemontese lo incaricò dell'insegnamento della lingua ebraica nell'Università di Cagliari. Da quel momento egli vivrà fino alla morte, avvenuta nell'aprile 1878, nel capolugo. Senonché, dedicatosi agli studi di linguistica sarda, le autorità accademiche lo privarono della Cattedra nel 1844 perché ritennero poco consono al suo incarico accademico occuparsi di grammatiche e studi vari. Gli venne in soccorso il vecchio suo maestro, da poco nominato arcivescovo di Cagliari, Emanuele Marongiu Nurra, che gli offrì il Canonicato di Villaspeciosa. Ad onta dei suoi "persecutori", tra il 1834 e il 1856, lo Spano si era occpuato assiduamente di lingua sarda logudorese, percorrendo palmo a palmo la Sardegna centro-settentrionale alla caccia di parole, reperite con il contatto diretto con la gente. Talvolta anche con qualche serio rischio personale, come quando un fabbro di Orgosolo, nella cui bottega era andato per farsi denominare tutti gli arnesi dell'arte, pensando che gli volesse fare l'inventario con il fine recondito di scovare qualche magagna, presa in mano una gran mazza, «con una faccia da Vulcano» gli intimò di uscire subito a pena di stramazzarlo al suolo. Così il "pretino" cacciatore di parole dovette darsela a gambe. Frutto di questa prima fase della sua attività di studioso, la "Grammatica del sardo logudorese" (1840) e il "Vocabolario sardo" (1851-1856). A coronamento delle sue ricerche linguistiche, su incarico del principe Luigi Luciano Bonaparte, tradusse e fece tradurre nelle varianti della lingua sarda il Vangelo di Matteo e altri brani biblici. Fu attraverso queste traduzioni che i glottologi europei poterono usufruire di testi della nostra lingua per gli studi linguistici. La fama dello Spano è però in prevalenza dovuta alla sua attività di archeologo, che iniziò ufficialmente nel 1851 con una monografia su Tharros, tradotta poi in inglese, e la celebre "Memoria sopra i nuraghi di Sardegna" del 1854, che inaugurava una stagione del tutto nuova sull'interpretazione di questi tipici monumenti sardi, non più considerati come edifici funerari ma come abitazioni. Ma l'operazione con cui egli pose difinitvamente all'attenzione dei dotti d'Europa la Sardegna coincise con la pubblicazione, per dirci anni consecutivi, della rivista mensile "Bullettino archeologico sardo" (1855-1864) e successivamente con un annale, "Scoperte archeologiche della Sardegna", che uscì fino a due anni prima della morte. Il Canonico percorreva in lungo e in largo l'isola durante due escursioni annuali (in primavera e in autunno) e non vi fu paese di cui egli non abbia illustrato le antichità e i monumenti civili o religiosi. Ciò favorì grandemente lo scambio epistolare (attualmente in corso di stampa a cura di chi scrive e giunto al 3° di sette volumi presso la Ilisso di Nuoro), che ha del prodigioso: un centinaio di illustri corrispondenti in Italia e in tutta Europa, tra cui, per citarne qualcuno, Theodor Mommsen, Auguste Boullier, abbé Bourgade, Amedeo Peyron, Giuseppe Pitrè, Quintino Sella, Giovani Lanza, ecc. Grazie a questi contatti il Canonico fu nominato socio corrispondente dei più illustri sodalizi culturali nei diversi paesi. La pubblicazione dell'epistolario, rimasto a lungo sepolto nella Biblioteca Universitaria di Cagliari e negli archivi, offre un'immagine concreta della statura intellettuale di Spano e offre la possibilità di una «rilettura» in dimensione europea della cultura sarda del secolo XIX. Ma l'apoteosi internazionale dello Spano si ebbe in occasione del quinto Congresso preistorico svoltosi a Bologna nell'ottobre 1871. Celebrato come il decano degli archeologi d'Europa, fu festeggiatissimo da parte di tutti i convegnisti - i maggiori cultori delle scienze dell'antichistica provenienti da tutti i paesi europei -, gli fu conferita la medaglia d'oro per la migliore mostra espositiva di reperti archeologici. Per questo il Comune di Bologna lo insignì della cittadinanza onoraria, mentre il Comune di Cagliari, per il lustro dato alla Sardegna in occasione di quel convegno bolognese, fece coniare una medaglia celebrativa in suo onore.Il riconoscimento più importante gli venne però dal governo dell'Italia unita, allora presieduto dal suo grande amico Giovanni Lanza: a coronamento dei suoi meriti straordinari di studioso, subito dopo la conclusione del Congresso preistorico di Bologna, il 15 novembre 1871 Vittorio Emanuele II lo nominò Senatore del Regno. Una nomina che causò al Canonico non pochi dispiaceri, considerato che non poté mai prendere possesso del seggio per il veto del Vaticano dopo la Breccia di Porta Pia. Una figura, dunque, quella di Giovanni Spano, che merita di essere riscoperta e studiata come quella di grande divulgatore della conoscenza della nostra isola nel mondo e come benemerito della cultura senza vincoli geografici.

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