Press review

11 September 2019

L'Unione Sarda

Rassegna quotidiani locali
a cura dell’Ufficio stampa e redazione web



L’UNIONE SARDA
 
1 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 11 settembre 2019 / Economia (Pagina 13 - Edizione CA)
LA NOMINA. Alberta Lai
Istituto di cultura, una sarda dirige Praga

Dagli Usa alla Repubblica Ceca, con l'Italia e la Sardegna nel cuore. Alberta Lai si è ufficialmente insediata sulla poltrona di direttrice dell'Istituto Italiano di Cultura a Praga. Laureata in Lettere antiche all'Università di Cagliari con un dottorato in Filologia classica a Urbino e un master a Venezia, Ca' Foscari, in didattica dell'Italiano come lingua straniera, Lai è arrivata direttamente dagli Stati Uniti, dove ha diretto dal 2015 l'Istituto Italiano di Cultura di Chicago, mentre negli anni precedenti ha avuto incarichi di dirigente a Oslo e a Vancouver. La sua lunga carriera diplomatica l'ha resa una figura ideale per il posto nella capitale dell'est Europa. La nuova direttrice succede a Giovanni Sciola, il cui incarico è terminato lo scorso aprile dopo sei anni. L'Istituto Italiano di Cultura, attivo a Praga dagli anni Quaranta del secolo scorso, ha sede in un prestigioso edificio di proprietà dello Stato italiano, con all'interno anche una biblioteca che raccoglie circa 20.000 volumi.

 

2 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 11 settembre 2019 / Agenda (Pagina 19 - Edizione CA)
Corso di lingua giapponese
Nella sala Maria Carta dell’Ersu, in via Trentino, si terranno la presentazione e le iscrizioni ai corsi di lingua giapponese per assoluti principianti con conoscenza di base e un terzo corso elementare. È previsto lo scontro del trenta per cento per gli universitari dell’Ateneo cagliaritano. L’inirisso: https://unica.esse3.cineca.it/Home.do.

 

 

La Nuova Sardegna

 


LA NUOVA SARDEGNA
 

3 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 11 settembre 2019 / Sardegna - Pagina 7
INVESTIGAZIONE SCIENTIFICA
Gli esperti dei carabinieri per i corsi dell'università

CAGLIARI Si è concluso nei locali del Rettorato dell'Università di Cagliari, l'iter per rendere operativa la convenzione tra l'Università e il Raggruppamento Carabinieri Investigazioni Scientifiche (Racis). Si è svolto un incontro tra la rettrice Maria Del Zompo e il comandante del Ris di Cagliari Cesare Vecchio, che ha reso operativa l'intesa tra le due istituzioni. L'accordo, siglato dalla Del Zompo e dal comandante del Racis, il generale di brigata Aldo Iacobelli, è rivolto a formalizzare e consolidare l'impegno dell'ateneo e del Racis nello sviluppo di rapporti di collaborazione tecnico-scientifica. Sia nella ricerca che nella formazione di livello universitario, a favore di studenti e ricercatori dell'Ateneo e di militari del Ris di Cagliari. Accordi che si sono rivelati indispensabili per garantire il necessario aggiornamento delle professionalità e dei protocolli analitici impiegati nei vari settori delle scienze forensi.


4 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 11 settembre 2019 / Sardegna - Pagina 4
CALLIGARIS
«Non accorpate l'ospedale Businco»

CAGLIARI. «L'accorpamento del Businco di Cagliari al Policlinico di Monserrato, annunciato dall'assessore regionale della Sanità Mario Nieddu, suscita notevoli perplessità. Il Businco è nato autonomo e finché lo è stato si è distinto per la qualità dell'assistenza. Negli ultimi anni invece è stato accorpato all'Ao Brotzu con risultati tutt'altro che esaltanti per i pazienti. Un nuovo accorpamento potrebbe svilirne ulteriormente il ruolo». Lo ha detto Maria Grazia Caligaris, presidente dell'associazione «Socialismo Diritti Riforme», intervenendo all'incontro sul ruolo delle associazioni di volontariato e dei pazienti oncologici al 42/o congresso nazionale della Società Italiana Chirurghi Oncologi in svolgimento a Cagliari. Secondo la responsabile di SDR, dopo l'accorpamento al Brotzu «si sono dilatati i tempi per gli interventi al seno e ginecologici, per ottenere i risultati degli esami istologici e per l'accesso alle cure chemioterapiche. Si sono registrate carenze di materiali per i presidi. Del tutto inadeguato il supporto sociale e psicologico e assente un percorso specifico per le donne metastatiche. Dopo questa esperienza, con Sale Operatorie non sempre agibili e la Rianimazione ancora da ristrutturare, un paziente - ha sottolineato - guarda con preoccupazione a un altro accorpamento con una struttura universitaria che è votata alla didattica e alla ricerca, che dista diversi chilometri dal Businco e che rischia di trasformare un nosocomio che si è guadagnato in Sardegna il ruolo di Hub grazie alla qualità dei suoi professionisti oncologi, chirurghi, senologi e infermieri in un satellite dell'Ateneo cagliaritano».


5 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 11 settembre 2019 / Attualità - Pagina 11
SCUOLA >> LE SFIDE DELL’ISTRUZIONE
Fosche le previsioni dell'Ocse per l'Italia: in una decade andrà in pensione la metà dei professori oggi in servizio
TRA 10 ANNI UN MILIONE DI ALUNNI IN MENO

di Valentina Roncati
ROMA Una duplice sfida attende la scuola italiana nei prossimi dieci anni: saranno oltre un milione gli studenti in meno, mentre circa la metà gli attuali docenti andrà in pensione. Lo dice il Rapporto dell'organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico - Ocse - «Education at a Glance 2019», presentato ieri a Parigi. Lo studio evidenzia che l'Italia ha il corpo docente più anziano dei Paesi dell'Ocse (59% gli ultracinquantenni) anche se, grazie alle recenti assunzioni, questo rapporto è diminuito (dal 64% nel 2015 al 59% nel 2017), e che dovrà sostituire circa la metà dei prof entro i prossimi dieci anni, avendo la quota più bassa di insegnanti di età tra i 25 e i 34 anni. Inoltre il 78% dei docenti sono donne.Un altro dato negativo del nostro Paese riguarda i neet: l'Italia registra la terza quota più elevata di giovani che non lavora, non studia e non frequenta un corso di formazione tra i Paesi dell'Ocse. Ben il 26% dei giovani di età compresa tra 18 e 24 anni è neet, rispetto alla media Ocse del 14%. L'Italia e la Colombia sono gli unici due Paesi dell'Ocse con tassi superiori al 10% per le due categorie (inattivi e disoccupati) tra i 18 e i 24 anni. Inoltre, la Grecia e l'Italia sono gli unici Paesi in cui più della metà dei 18-24enni è rimasta senza lavoro almeno per un anno. Infine, sempre nel Bel Paese, il tasso di giovani neet aumenta fino al 37% per le donne di età compresa tra i 25 e i 29 anni. Allo stesso tempo il rapporto svela anche più di un dato positivo. Il primo è che in Italia tutti i giovani di età compresa tra i 6 e i 14 anni - l'età che copre la scuola dell'obbligo nella maggior parte dei Paesi dell'Ocse - sono scolarizzati. Non solo: la piena scolarizzazione (i tassi di scolarizzazione superiori al 90%) inizia prima nel nostro Paese, all'età di 3 anni, con un tasso di scolarizzazione del 94% tra i bambini di età compresa tra i 3 e i 5 anni, rispetto all'87% in media nei Paesi dell'Ocse. Inoltre, nelle scuole dell'infanzia il numero di bambini per insegnante si attesta a 12, rispetto alla media Ocse di 15. L'altro elemento positivo che emerge dallo studio è che nel nostro Paese il conseguimento della laurea sta aumentando per le generazioni più giovani, sebbene rimanga relativamente basso. Nel 2018 la quota di 25-64enni con un'istruzione terziaria era del 19% rispetto al 28% tra i 25-34enni. Gli adulti con un titolo di studio dell'istruzione terziaria in alcuni degli ambiti relativi a scienze, tecnologia, ingegneria e matematica (note come discipline Stem) registrano tassi di occupazione prossimi alla media Ocse: questo è il caso per le tecnologie dell'informazione e della comunicazione (87%), ingegneria, industria manifatturiera ed edilizia (85%). Le donne laureate, in Italia, guadagnano in media il 30% in meno rispetto agli uomini (il 25% è la media nei Paesi Ocse). L'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo evidenzia anche come l'Italia spenda poco per l'istruzione, circa il 3,6% del suo Pil dalla scuola primaria all'università, una quota inferiore alla media Ocse che è del 5% e uno dei livelli più bassi di spesa tra i Paesi dell'Ocse. La spesa è diminuita del 9% tra il 2010 e il 2016 sia per la scuola che per l'università, più rapidamente rispetto al calo registrato nel numero di studenti. «Fino a quando la politica continuerà a essere miope e a considerare le voci di bilancio riguardanti l'istruzione come una spesa invece che come un investimento, al nostro Paese mancheranno basi solide su cui costruire il futuro», ha commentato Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti.

Situazione disperata soprattutto al nord
UN SUPPLENTE OGNI 5 INSEGNANTI
IN CATTEDRA ANCHE NON LAUREATI

ROMA Supplentite, una malattia che stenta a guarire e anzi tende ad aggravarsi e diventare cronica, come dimostra la serie di dati rilevati negli ultimi anni scolastici: per quello appena iniziato si andrà probabilmente oltre le 170.000 supplenze, circa il 20% del corpo insegnante. Lo calcolano i sindacati che evidenziano come sia costante la crescita del lavoro precario, particolarmente avvertita nelle regioni del nord, per la combinazione di fattori diversi: tra questi, Quota 100 e l'alto numero di cattedre disponibili, per la minor incidenza del calo demografico. Si tratta tuttavia di posti che non vanno a ruolo perché risultano esaurite le graduatorie.Per non parlare dell'emergenza sostegno, dovuta alla penuria di docenti specializzati, un fenomeno che investe complessivamente il sistema scolastico, ma anche in questo caso toccando le punte più alte nelle regioni del nord. In sostanza nell'anno scolastico che sta per iniziare 1 docente su 5 è precario. I calcoli sono presto fatti: 58 mila circa sono i posti risultati disponibili per i quali l'ex ministro del'Istruzione Marco Bussetti ha chiesto l'immissione in ruolo. Tuttavia ogni anno mancano gli aspiranti, soprattutto per le cattedre di sostegno: i sindacati calcolano che circa 28 mila posti rimarranno senza assunzioni. Quota 100 poi ha peggiorato il quadro: a seguito dei pensionamenti con il provvedimento del governo, ai pensionamenti ordinari si stanno aggiungendo oltre 20 mila cattedre. C'è infine la quota di supplenze tradizionali che ogni anno si aggira intorno alle 100 mila. Il quadro è difficile al punto che i presidi, pur di avere docenti nelle aule, stanno procedendo ad attingere personale con la cosiddetta "messa a disposizione" che permette di cooptare, in caso di necessità, anche studenti diplomati non ancora laureati.


6 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 11 settembre 2019 / Sassari - Pagina 19
Numero chiuso, oggi al PalaSerradimigni
i test di accesso alle Professioni sanitarie

SASSARI. Oggi, 11 settembre, al PalaSerradimigni, si chiude la serie dei test d'ingresso per i corsi a numero programmato nazionale. Si svolgerà infatti in tutta Italia la prova di accesso ai corsi delle Professioni sanitarie. All'Università di Sassari sono state presentate 860 domande, il più alto numero, superiore anche a quello dei candidati in Medicina e Odontoiatria che erano arrivati a quota 800, anche se poi al test si sono presentati in numero inferiore. Per le Professioni sanitarie i posti disponibili sono 145 in Infermieristica, 16 in Ostetricia, 24 in Fisioterapia e, infine, 28 in Tecniche di Laboratorio biomedico. I candidati potranno accedere alle 8.30 al PalaSerradimigni e dovranno presentarsi con un documento d'identità valido. Precedentemente i test per i corsi a numero chiuso hanno riguardato anche le facoltà di Veterinaria e Architettura. Per il corso di laurea magistrale in Scienze infermieristiche la prova di ammissione si terrà invece il 25 ottobre.


7 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 11 settembre 2019 / Sassari - Pagina 19
A fine mese due giorni di appuntamenti promossi dall'Università per avvicinare tutti alla scienza
"NOTTE BIANCA" CON I RICERCATORI

SASSARI Ormai è diventato un appuntamento fisso, con la città coinvolta dai suoi "scienziati" in iniziative di divulgazione. Torna il 27 settembre la Notte europea dei ricercatori, coordinata a livello nazionale da Frascati Scienza, a cui anche quest'anno l'Università di Sassari aderisce con entusiasmo proponendo ben due giornate di eventi. Giovedì 26 e venerdì 27, saranno due giorni di incontri tra società e scienza per diffondere la cultura scientifica e la conoscenza delle professioni della ricerca in un contesto informale e stimolante. Come l'anno scorso, il tema di quest'edizione della Notte europea dei ricercatori è "BEES, Be a citizEn Scientist", pensato per incoraggiare la partecipazione dei cittadini all'evoluzione della ricerca scientifica. L'acronimo, non a caso, richiama l'operosità delle api e la loro organizzazione. Il 26 settembre alle 16 si comincia con i "Caffè Scienza", incontri informali in bar, caffetterie e vinerie del centro che hanno accolto l'invito dell'ateneo a partecipare alla "notte bianca" con i ricercatori, manifestazione che propone in tutta Europa oltre 400 eventi. I caffè scienza andranno avanti fino alle 22, secondo un calendario che sarà pubblicato su www.uniss.it.Il 27 settembre dalle 9 alle 13 nella sede storica di piazza Università la mattinata sarà dedicata alle scuole primarie e medie che potranno prenotare la visita agli stand inviando un'e-mail all'indirizzo gdemuro@uniss.it. I 16 stand che verranno allestiti per l'occasione, ospiteranno gli exhibit scientifici e i laboratori interattivi allestiti dai dipartimenti, dal museo scientifico, da varie associazioni di promozione della scienza. Negli stessi orari, l'Ospedale didattico veterinario organizzerà nel cortile dell'ex Estanco in piazza Università un pet corner, cioè un angolo dedicato agli animali domestici, intitolato "Sono troppo cicciottello?", infopoint incentrato sul benessere e l'alimentazione dei cani. I proprietari dei quattro zampe potranno prenotare un appuntamento con il nutrition desk inviando un'e-mail all'indirizzo mgcappai@uniss.it. Intanto, nell'atrio d'ingresso al palazzo numerosi ricercatori, assieme a rappresentanti delle associazioni e della società civile, si avvicenderanno sul piccolo palco di "ScienzArena" in agili talk di comunicazione scientifica, intervallati da brevi dibattiti. I talk si protrarranno dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 21. Gli stessi orari sono previsti anche per gli exhibit.Filo conduttore delle due giornate sarà la sostenibilità ambientale declinata secondo i Sustainable development dell'Organizzazione delle Nazioni Unite.Gli eventi sono frutto della collaborazione tra Frascati Scienza, l'Università di Sassari e i suoi partner e sponsor: Regione Sardegna, Comune di Sassari, Por FESR Sardegna 2014-2020, Asoc Sardegna, Accademia di Belle Arti "Mario Sironi", Rete degli istituti scolastici della Provincia di Sassari, Società astronomica turritana, Conservatorio Luigi Canepa, Centro Riunito Sassari e Acqua San Martino.

 

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