Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali da sabato 10 agosto a lunedì 2 settembre 2019
02 September 2019

L'Unione Sarda

Rassegna quotidiani locali
a cura dell’Ufficio stampa e redazione web



L’UNIONE SARDA
 

RASSEGNA STAMPA di LUNEDÌ 2 SETTEMBRE 2019

 

1 - L’UNIONE SARDA di lunedì 2 settembre 2019 / Primo Piano (Pagina 2 - Edizione CA)
Emigrati e tasso di natalità più basso d'Italia: calano i residenti
LO SPOPOLAMENTO ORA FA PAURA: PERSI 32MILA ABITANTI IN DIECI ANNI
La Sardegna si svuota, mentre Corsica e Baleari crescono

In dieci anni l'Isola ha perso 32mila abitanti, un po' come se una città grande come Oristano fosse scomparsa dai radar, sparita nel nulla. Solo nel 2018 abbiamo perso 8.585 residenti, più o meno quanti ne contano San Gavino, Uta o Dorgali: un'emorragia causata dal saldo naturale negativo (i morti sono più dei nuovi nati) che rosicchia 6.893 abitanti dal conto complessivo, e dal saldo migratorio (-1.746) sgonfiato dall'esercito di emigrati che hanno lasciato la regione.
ESODO INARRESTABILE
Numeri inquietanti, ma ormai percepiti come se fossero scontati: è dal 2013 che la Sardegna è entrata nel tunnel dello spopolamento, dove si era già affacciata all'inizio del decennio. «Continuano a diminuire le nascite. E questo è un dato fisiologico. Vuol dire che c'è un problema di fiducia nelle famiglie, che non fanno figli», osserva Luisa Salaris, docente di Demografia dell'Università di Cagliari.
Per la prima volta, l'anno scorso, l'Isola è scesa sotto i 10mila nati. Certo, una piccola mano arriva dagli stranieri, che hanno un tasso di natalità più alto: col tempo però questo dato si sta avvicinando sempre di più a quello sardo (5,74), attualmente il più basso d'Italia. «Anche il saldo migratorio è cambiato. Tanti partono per motivi di studio o di lavoro, ed è un danno doppio: si lascia l'Isola in un momento in cui solitamente si pensa anche a metter su famiglia e a far figli. I nuovi residenti stranieri non bastano per compensare questa perdita».
DISTRIBUZIONE E ETÀ
I dati pubblicati dal sito regionale Sardegna Statistiche dicono che il 30 per cento degli abitanti sardi risiede in provincia di Sassari, il 26 per cento nella Città metropolitana di Cagliari, il 21 per cento nel Sud Sardegna, il 13 per cento nel Nuorese e il 10 per cento nella provincia di Oristano.
È la fotografia di una popolazione sempre più anziana, dove la fascia d'età maggiormente rappresentata è quella compresa tra i 40 e i 64 anni (643mila persone), mentre i ragazzi sotto i 14 anni sono appena 183mila.
IL BALZO DEI VICINI
Nel frattempo le altre isole del Mediterraneo, a parte la Sicilia, corrono. Una manciata di chilometri più a nord della Sardegna, i vicini della Corsica assistono da decenni a una tendenza opposta: gli abitanti sono in crescita costante, tanto che dal 1975 a oggi l'aumento ha sfiorato il 50 per cento. Ora i residenti corsi sono 339mila. Dieci anni fa erano 305mila, nel 1999 non raggiungevano a malapena quota 260mila. I motivi? Un fisco più leggero e tanti pensionati che decidono di trasferirsi dalla Francia continentale. Senza considerare altre importanti ragioni di fondo: «Lo Stato francese ha un sistema di sostegno alle famiglie ben diverso dal nostro, che prevede solitamente degli aiuti una tantum. In Francia i benefit previsti per la nascita di un figlio arrivano direttamente nella busta paga: in questa maniera le famiglie si sentono più ricche e in grado di affrontare le spese», spiega la docente di Demografia.
L'Insee (Istituto nazionale di statistica e studi economici francese) ha calcolato che la popolazione della Corsica aumenta in media dell'1 per cento all'anno dal 2011. Una crescita che colloca i due dipartimenti dell'isola tra i più dinamici dell'intera nazione.
LE ALTRE ISOLE
Più a ovest, ecco le Baleari: i numeri di Maiorca, Minorca e Ibiza puntano verso l'alto. Anche in questo caso il balzo è sostenuto, più che dalla natalità, dalle tante persone che decidono di trasferirsi nelle isole spagnole. Pensionati e non solo, in arrivo da tutta Europa, alla ricerca di una qualità della vita superiore.
Ma il record nel Mediterraneo spetta a Malta. Eppure da queste parti il saldo naturale demografico è negativo (i morti nel corso dell'anno sono più dei nuovi nati) come in tanti altri Stati. Però il regime fiscale conveniente e l'offerta di lavoro - la disoccupazione è al 3,4%, uno dei più bassi d'Europa - hanno spinto tanti a trasferirsi nell'ex colonia inglese. Nel solo 2018 ha guadagnato 32mila residenti, esattamente quanti la Sardegna ne ha perso in dieci anni.
Michele Ruffi

 

2 - L’UNIONE SARDA di lunedì 2 settembre 2019 / Sport (Pagina 44 - Edizione CA)
Angelo Lobina tenterà l'attacco al Manaslu senza ossigeno
È una sfida da togliere il fiato

La spedizione è ufficialmente partita ieri, a Kathmandu. Nella capitale del Nepal, a settemila chilometri dalla propria casa di Nuoro che aveva lasciato giovedì pomeriggio, Angelo Lobina ha ricevuto dal governo locale l'autorizzazione a scalare il Manaslu. È l'ottava montagna più alta del mondo, uno dei 14 “ottomila”, il secondo - dopo l'Everest - sul quale a inizio ottobre cercherà di sventolare la bandierina con i Quattro Mori. È anche il terzo tentativo sardo sugli 8163 metri della vetta nepalese che ha respinto Max Caria ma si è concessa a Paola Licheri, entrambi alpinisti oristanesi.
Ciò che rende speciale la spedizione con Angelo Lobina (che sarà accompagnato da altri scalatori, italiani e non) è la volontà di salire in vetta senza bombole di ossigeno, come faceva Reinhold Messner (che lo fece il 25 aprile 1972). “La Sardegna da 0 a 8000” è lo slogan di Lobina, che ha archiviato a gennaio 2018 la sua prima missione, “Sardegna Seven Summits”, arrampicandosi su tutte le montagne più alte dei sette continenti. Ma l'alpinista non si ferma, deve sempre trovare nuovi traguardi, tenere la testa rivolta al cielo e guardare lontano.
Così, il 57enne commerciante, un anno dopo era già pronto al nuovo progetto, sempre da realizzare sotto l'attenta osservazione dello staff del Laboratorio di Fisiologia degli Sport dell'Università di Cagliari. Martedì scorso ha superato i test fisici ai quali lo ha sottoposto il dottor Antonio Crisafulli, messo a punto le scorte di cibo per seguire l'alimentazione suggerita dalla fidata nutrizionista Giovanna Ghiani (la stessa che ha organizzato il viaggio attorno al mondo di Gaetano Mura e l'alimentazione degli Ironman di Giuseppe Solla) e organizzato gli ultimi dettagli. Con lui ci saranno in particolare due alpinisti italiani al primo ottomila: «Davide, 32 di Venezia, che salirà senza ossigeno, e Matteo 55, di Brescia, che ha già fatto un settemila», li presenta Lobina, poco prima della partenza dall'Isola, utilizzando soltanto i nomi, come a chiarire che in montagna non ci si perde in convenevoli.
Un ottomila senza ossigeno: a chi ha chiesto consigli?
«Ho soltanto letto molto. L'idea di salire senza ossigeno ce l'avevo anche la prima volta che sono andato sull'Everest, perciò ha cercato negli ultimi anni di documentarmi su quale fosse il miglior modo per prepararsi. Ogni alpinista ha la sua ricetta, non c'è niente, come letteratura scientifica intendo, che ti dia la sicurezza di essere ben preparato».
Lei che approccio ha avuto?
«La novità è che mi sono fatto seguire da un preparatore atletico che, anche se non ha esperienza di preparazione in alta quota, mi ha dato un grossa mano. Ho abbinato la sua competenza tecnica alla mia esperienza in montagna».
Come è andata la preparazione in Perù, dove ha scalato l'Alpamayo (5947 metri) e l'Ishinca (5550)?
«È andata benissimo. Ho fatto molto dislivello, una ventina di giorni tra quattromila e seimila metri. In dodici o tredici giorni ho fatto più di tredicimila metri di dislivello, una cosa che in Sardegna non riuscirei a fare. I benefici li ho già sentiti, ma i tempi sono calcolati in modo che il fisico mantenga la “memoria” per il periodo in cui mi muoverò in Nepal».
Cosa succede adesso che è lì?
«Avrò bisogno di un periodo di acclimatamento che farò con otto giorni per il trekking di avvicinamento e - la parte più importante - con i lavoro dal campo base di 4800 metri in su. Farò diverse salite al campo 1, poi agli altri campi, per acclimatarmi alla quota più alta possibile. Ho ipotizzato 7400 metri per avere un gap minimo rispetto ai 8163 della vetta.
Ama Dablan, Alpamayo... solo montagne scenografiche per lei. Com'è il Manaslu?
È bellissima, è come una coroncina con due punte e una cresta in mezzo. Qualcuno mi ha fatto notare che il nome significa la “montagna dello spirito”. Io sono Angelo, mi sembra ci sia un legame...»
E dal punto di vista tecnico?
«La parte più tecnica è sopra i 7700 metri. La affronterò con l'ultimo assalto, partendo da 7400 per arrivare in vetta immagino dopo otto ore di cammino. Non so quanto ci voglia, esattamente, però penso che si partirà alle tra le 2 e le 3 del mattino. Non è tra le montagne più difficili ma è caratterizzata dalle bizze del tempo. Il clima può fare la differenza. Spesso le precipitazioni nevose molto intense, alle quali la zona è soggetta, rendono la salita più difficile e più rischiosa».
Paola Licheri e Max Caria l'hanno già conosciuta. Ci ha parlato?
«Ho parlato con Paola, con Max non ho più avuto contatti. Però, sì, potrebbe essere un po' l'ottomila dei sardi. Paola mi ha dato qualche consiglio logistico, ma si sa che ognuno va con il suo bagaglio e andare senza ossigeno rende questo tutto un altro viaggio. Però mi ha raccontato quanto le sia piaciuta. E per fortuna non è una zona così turistica e affollata come l'Everest. È un po' più selvaggia, questo mi fa sentire in modo più intenso la dimensione dell'avventura».
Carlo Alberto Melis

 

3 - L’UNIONE SARDA di lunedì 2 settembre 2019 / Agenda (Pagina 16 - Edizione CA)
LA CONFERENZA. Giovedì l'assemblea: diversi gli interventi
Un piano regionale sulla salute mentale per superare criticità e problemi

Le criticità presenti nel sistema “salute mentale” e in quello sociale devono essere superate con un piano strategico che coinvolga tutte le parti in causa: il carico che grava quasi interamente sulle famiglie e sui pochi operatori non sono ulteriormente sopportabili. Da qui si muoveranno i passi della conferenza regionale “Salute mentale, diritti, libertà, servizi” in programma giovedì, dalle 16, all'hotel Regina Margherita.
I LAVORI
La conferenza regionale fa seguito a quella nazionale che si è tenuta a Roma lo scorso giugno. Lo scopo è quello di unire tutti i soggetti interessati alle questioni della salute mentale e dei diritti fondamentali della persona umana che operano in Sardegna: è necessario costruire un fronte comune di impegno e sensibilizzazione verso la politica regionale e le istituzioni pubbliche. L'obiettivo è l'elaborazione di un piano strategico per raggiungere gli obiettivi strategici fondamentali e costruire così un sistema orientato all'emancipazione e alla piena inclusione sociale dei cittadini, attraverso lo sviluppo dell'impresa sociale (casa, lavoro, reddito, per una soddisfacente qualità della vita) e il superamento dell'attuale modello.
LE CRITICITÀ
La riorganizzazione dei servizi di salute mentale attuata dall'Ats Sardegna e approvata dalla giunta, avrebbe determinato un aggravamento della situazione organizzativa per l'accorpamento dei dipartimenti di salute mentale (da otto a tre) e con la riduzione dei servizi territoriali di salute mentale.
GLI INTERVENTI
Sono previsti gli interventi di: Marco Espa, Roberto Loddo, Mauro Carta, Ettore Cannavera, Alessandro Coni, Gian Giacomo Pisotti, Antonello Pittalis, Veronica Asara, Marisa Deiana, Bruno Melis, Matteo Brignola, Silvia Ciccu. Sono invitati: i responsabili dei dipartimenti di salute mentale e dei servizi territoriali, l'assessore regionale alla Sanità, il sindaco di Cagliari, l'Anci, i servizi sociali dei Comuni, la direzione generale dell'Ats Sardegna, i direttori delle Assl della Sardegna, le associazioni di volontariato e della promozione sociale, le cooperative sociali.

 




RASSEGNA STAMPA di DOMENICA 1 SETTEMBRE 2019

 

1 - L’UNIONE SARDA di domenica 1 settembre 2019 / Cagliari (Pagina 22 - Edizione CA)
La straordinaria carriera di Myosotis Massidda: dai successi in pedana alla ricerca universitaria
LA GINNASTA CHE STUDIA IL DNA DEI CAMPIONI

Maria Francesca Chiappe
Appassionata di fiori, la madre sapeva quel che faceva quando ha chiamato la figlia Myosotis: non ti scordar di me. E l'unica femminuccia di tre fratelli in casa Massidda ha fatto di tutto per farsi ricordare. A otto anni ha vinto il primo titolo sardo di ginnastica artistica e da lì non ha più smesso: campionati italiani, maglia azzurra, tornei internazionali. In vetta fino al ritiro. «Ero sempre a testa in giù, perché non distruggessi tutto quel che capitava a tiro i miei genitori mi hanno iscritto all'Amsicora». E Renzo Mattei ha intuito subito le capacità di quella bambina. Che pure la prima volta si era allarmata: dove mi hanno portato? «Ma dopo aver visto capovolte e verticali ho pensato fosse il posto giusto». Neanche un anno ed era nella preagonistica tanto da dover abbandonare la piscina dove nuotava tre volte alla settimana: «Ho scelto io». Volteggio, trave, corpo libero e parallele: allenamenti dalle 18.30 alle 23. Tutti i giorni. «A 12 anni ho partecipato a un campionato interregionale a Palermo dove mi ha visto il tecnico federale Gianfranco Marella».
LE SUORE  Dodici mesi ed era via di casa, a Fano, in provincia di Pesaro, all'accademia della federazione nazionale, in vista delle Olimpiadi. «Vivevo in un convento con altre nove ragazze». Bello, sì, ma traumatico: scuola dalle 8 alle 10, palestra fino alle 13, pranzo, di nuovo scuola per due ore e poi ancora allenamento per altre quattro. «Non vedevo quasi mai i miei genitori: i voli erano carissimi e bisognava fare scalo a Roma, senza contare che ogni fine settimana gareggiavo. Era il 1990, non c'erano i cellulari, potevo fare solo qualche telefonata la sera». Nessuna gita né festa, niente di niente. Neanche un fidanzato? «Quello sì». Atleta azzurro come lei, da incontrare di nascosto dalle suore. Quindi: quasi mai. «Vincevo molto al volteggio ma la mia specialità era il corpo libero». A 14 anni ha vestito la maglia azzurra in un incontro juniores Italia-Cecoslovacchia: vittoria. «Il mio coach era russo e mi allenavo con campionesse del calibro di Svetlana Khorkina, Oxana Chusovitina, Rosa Galieva». Aveva una borsa di studio: «Dieci milioni di lire all'anno, una miseria, se avessi fatto calcio e fossi stata uomo sarei diventata ricca».
VITA DURISSIMA  Invece doveva pure seguire una dieta ferrea: «Ho conosciuto i crampi per la fame, ci controllavano mattina e sera, prima e dopo ogni allenamento, se il peso aumentava ci toccava doppia razione di potenziamento». E sì che era un gran faticare: «D'estate alle 6.30 ero già in pedana con un cucchiaino di miele energizzante, alle 8 colazione, poi di nuovo in palestra: dodici ore in tutto. Tre giorni di vacanza all'anno». Passione e motivazione. «La cosa più importante è la disciplina». Il volto abbronzatissimo circondato da una folta chioma di capelli biondi si allarga in un sorriso smagliante. «Si piange: alle parallele si rompevano i calli e col sangue nelle mani si doveva continuare». Il padre le diceva: sei pazza . No: era solo determinata. Con l'Alma Juventus ha conquistato la serie A nell'individuale. E ha vinto. Si stava allenando per le Olimpiadi di Atlanta del 1996. «Mi sono infortunata». Il crociato era rotto da un anno, il ginocchio si gonfiava eppure non si era fermata. Ed è arrivato il conto: intervento chirurgico, lungo stop. «È stato impossibile recuperare». Aveva 17 anni quando è tornata a Cagliari: «Nuovo trauma: non conoscevo nessuno, mi sono iscritta in una scuola privata, avevo un sacco di tempo libero. Ero spaesata, per un anno e mezzo non ho voluto sentire nulla di ginnastica artistica, non la guardavo neppure in tv».
IL NUOVO INIZIO  Intanto si riprendeva la sua vita mentre anche il corpo rifioriva. «C'è una rallentamento della velocità della crescita dovuto alle ore di allenamento, quantità e volume: molte ginnaste a 14 anni hanno il fisico di una bambina di nove. Quando si smette si recupera tutto». Diciotto mesi per elaborare la situazione poi il ritorno a casa: «L'Amsicora». Di nuovo in pedana come allenatrice e siccome si chiama Myosotis non poteva farsi dimenticare, così a 24 anni era già nella federazione regionale: «Per quattro anni ho allenato atleti come Laura Agostini e Federica Caddeo». Si è iscritta all'Isef (diploma col massimo dei voti) poi in Scienze motorie (lode e bacio accademico), si è specializzata in Scienze dello sport (altro bacio e menzione speciale). «Ed è nata la mia attuale passione: la ricerca scientifica». Ottenuto un dottorato di ricerca («la prima sarda») nel 2007, da allora studia «le relazioni tra il Dna e le risposte all'attività fisica». In altre parole: campioni si nasce o si diventa? «Si nasce ma senza allenamento non si va da nessuna parte, il talento va coltivato».
IL FIGLIO  Ha avuto pure il tempo di mettere al mondo Leonardo: «Ha quasi sei anni e mi ha detto che vuole fare il calciatore». Dopo un secondo dottorato in Scienze della vita ha conseguito l'abilitazione come professoressa associata per insegnare Antropologia e Scienze dello sport. Con oltre trenta pubblicazioni - incredibile ma vero - a 42 anni è ancora precaria: «Appena esce il bando faccio il concorso». Tanto ha conservato pazienza e tenacia: «Lo sport ti insegna a non mollare anche se la situazione si fa tragica, come in questo momento». Ferma, senza contratto, a dispetto di collaborazioni con Australia e Sud Africa e da, dieci anni, anche col Cagliari calcio: studia la predisposizione agli infortuni muscolari. «Sono quello che sono perché ho fatto quello che ho fatto, dell'esperienza sportiva resta tutto: si impara a vincere e soprattutto a perdere». Con una differenza: «Nello sport se ti alleni vinci, fuori dalla pedana devi tirar fuori qualcosa di più, perché non sempre dipende da te».
Ma si chiama Myosotis e c'è da giurarlo: ce la farà. E neanche stavolta ci scorderemo di lei.

 

2 - L’UNIONE SARDA di domenica 1 settembre 2019 / Prima Economia (Pagina 18 - Edizione CA)
IL RAPPORTO DI SSEO. Con 9 aziende ogni 100mila abitanti ha il tasso più basso in Italia
NON È PIÙ UN'ISOLA PER START UP
In Sardegna scendono a 149 le imprese innovative, solo una nel turismo

Sorpresa: la Sardegna non è più una regione dove si fa innovazione. È questa, a volerla riassumere in una formula estremamente sintetica, la fotografia scattata da Sseo (Sardinian Socio Economic Observatory) nei primi sei mesi del 2019.
I DATI  Sono appena 149 le start up innovative attive in Sardegna (l'1,4% sulle oltre 10.000 registrate a livello nazionale), che significa appena 9 imprese ogni 100mila abitanti. Con questi numeri, la Sardegna è ultima in Italia (media nazionale 17,2). Lontanissima non solo da Lombardia, che con una tasso di 26.3 imprese ogni 100mila abitanti guida la classifica nazionale, e Trentino Alto Adige (seconda con 25,1), ma anche la Puglia, che sta appena un gradino sopra l'Isola, riesce a fare di più. Eppure, solo tre anni fa, l'Isola, grazie soprattutto all'ecosistema dell'innovazione sviluppato nella Città Metropolitana di Cagliari con Sardegna Ricerche, Crs4, università e incubatori, festeggiava un primato nazionale per nascita e crescita di start up. «Nove volte su dieci nell'arco di cinque anni una start up chiude e questo perché spesso rimane “vittima” della sua stessa innovazione», spiega Michele Carrus, segretario regionale della Cgil. «Quindi potrebbe essere che in questo momento ci si trovi nel ciclo negativo», aggiunge.
«Premesso che negli ultimi due anni in Sardegna, unica regione in Italia, si è registrato un calo costante», -14%, spiega Francesco Sanna di Sseo, «su questi numeri così bassi, che testimoniano una scarsa cultura d'impresa, pesa certamente il fattore della formazione, dall'istruzione di base fino ai livelli più elevati».
TERRITORI E SETTORI  L'Area metropolitana di Cagliari continua a essere il “faro” dell'innovazione nell'Isola. Le 149 start up innovative sono, infatti, principalmente registrate nella vecchia provincia di Cagliari con 97 società, pari al 65% del totale. In quella di Sassari (Gallura compresa sono 40 (il 25%), mentre le restanti dodici si trovano tra la provincia di Nuoro (9) e quella di Oristano (appena 3). Altro dato interessante riguarda il settore di riferimento: il 90% delle start up innovative isolane si occupa genericamente di servizi (soprattutto consulenza informatica, servizi di informazione) ma a fare notizia è che solo una sia legata al turismo. «Obiettivo di Sseo è sempre quello di offrire dati verificabili sui quali riflettere ed, eventualemte, modulare in un senso o in un altro le decisioni», spiega Sanna.
COSA SERVE  Che si tratti di una condizione del “momento”, quindi fisiologica, o meno, questi dati suonano come un campanello d'allarme. «Occorre irrobustire le politiche pubbliche di sostegno alla creazione di start up e alle attività di ricerca», Sardegna Ricerche, Crs4, università, conclude il segretario regionale della Cgil, «cercando di stimolare anche gli investimenti privati».
Mauro Madeddu

 

3 - L’UNIONE SARDA di domenica 1 settembre 2019 / Ogliastra (Pagina 40 - Edizione CA)
LANUSEI. Ats esulta, i sindacati in allarme per l'autonomia
RIAPRE ORTOPEDIA NELLA ASSL A RISCHIO

Da lunedì il reparto di ortopedia e traumatologia del Nostra Signora della Mercede riapre i battenti, 24 ore su 24. Nella giornata di ieri è arrivata l'ufficialità da parte di Ats, che non manca di ringraziare chiunque, anche con grossi sacrifici, abbia permesso questo importante traguardo per il territorio. Direzione sanitaria, assessore alla sanità, direttore generale dell'assessorato, l'università di Cagliari e di Sassari, con particolare riguardo verso gli operatori che si sono resi disponibili per lavorare al Nostra Signora della Mercede.
PARLA MARRAS  Ats lo fa per voce del direttore dell'Assl di Lanusei, Andrea Marras. «Avevamo preso l'impegno affinché la degenza ordinaria di Ortopedia a Lanusei venisse riaperta e abbiamo lavorato per raggiungere questo obiettivo. Il risultato era subordinato all'apporto di nuovi ortopedici, e i nuovi specialisti stanno arrivando grazie al lavoro di sinergia che si è instaurato tra le istituzioni in campo». Specialisti che affiancheranno un organico ridotto allo stremo delle forze a furia di turni extra e prestazioni aggiuntive e a cui la direzione ospedaliera riconosce il grande sacrificio «Siamo soddisfatti per il risultato - conferma Luigi Ferrai - ma voglio sottolineare il grande impegno profuso dagli operatori dell'Ortopedia e del Pronto Soccorso di Lanusei, che in queste settimane hanno lavorato alacremente, con abnegazione e sacrificio: i primi garantendo il servizio dalle 8 alle 20, svolgendo attività ambulatoriale, i secondi nel grande lavoro in emergenza/urgenza, fornendo il massimo supporto ai pazienti che hanno avuto necessità di ricovero nelle altre strutture dell'Isola».
LE RISERVE  Ma non è tutto oro quello che luccica. Se la riapertura del reparto è vista in maniera positiva, seppur considerando la parzialità della risposta, si teme che la riforma penalizzi i territori minori come l'Ogliastra. Che fine farà la Assl ogliastrina? Questa è la domanda fondamentale che si pongono i sindacati, spaventati dal disegno delle 5 Asl, tramite una nota unitaria a firma di Giacomo Pani (Cgil), Giampaolo Giaccu e Michele Muggianu (Cisl), e Mario Arzu insieme ad Aurelia Orecchioni (Uil): «Dal momento che nella bozza l'intenzione è di tenere l'Ats con un semplice cambio di nome, e la nascita di 5 Asl, ci chiediamo che fine faranno quelle come la nostra? Riteniamo quantomeno preoccupante che territori come l'Ogliastra non abbiano la propria autonomia. Ribadiamo la nostra preoccupazione per un'eventuale riforma che non valorizzi un territorio che ha purtroppo, una scarsa viabilità. Inoltre, con la perdita dell'autonomia si avrebbe un ulteriore ridimensionamento, tradotto in meno posti di lavoro in un territorio già in forte sofferenza. Ci aspettiamo una sanità per tutti, una riqualificazione degli ospedali esistenti, migliorando i servizi e i presidi di medicina territoriale».
Paola Cama

 

4 - L’UNIONE SARDA di domenica 1 settembre 2019 / Prima (Pagina 1 - Edizione CA)
L'analisi
E IL PAESE? PUÒ ATTENDERE

Aldo Berlinguer
Proseguono le interlocuzioni di Giuseppe Conte, nell'improbo sforzo di soddisfare tutti. Volge al termine la crisi di Governo. Una crisi durata poche settimane ma non per questo poco significativa. Sotto la canicola estiva è infatti evaporato, in un batter d'occhio, il sogno populista-sovranista che aveva marcatamente caratterizzato, per mesi, tutta la propaganda gialloverde, con il ritorno, oggi, alle dinamiche di sempre. E così, mentre l'Inghilterra, culla del parlamentarismo, sperimenta un'inedita rottura populista, spegnendo le luci di Westminster per far spazio ai vagiti secessionisti della provincia inglese, in Italia si celebra l'esperimento opposto: nasce un governo presente in Parlamento e assente nel Paese, inviso com'è agli elettorati delle due forze contraenti i quali, per come sono stati indirizzati per anni, continuano a guardarsi in cagnesco.
Agli elettori, ai militanti si era infatti detto che Pd e 5 Stelle avevano idee contrapposte, inconciliabili, e chi aveva tentato il dialogo era stato additato come disertore. Oggi, non per volontà propria, ma per la rottura di un terzo (la Lega) ci si ritrova sulla stessa barricata e le tifoserie, dalle curve contrapposte, vengono fatte scendere e convogliate in tribuna.
Toccherà quindi al Pd spiegare ai suoi che con meno infrastrutture saremo più competitivi, con l'assistenzialismo si fa più Pil, il giustizialismo porta alla legalità e l'antieuropeismo era una boutade. Così come starà ai 5 Stelle spiegare ai propri elettori che il sistema si combatte da dentro, con il disgelo i porti si aprono, la bouvette è più spassosa della piazza. (...) SEGUE A PAGINA 10

Regione (Pagina 10 - Edizione CA) SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
L'ESECUTIVO E I VALORI
Governo parlamentare, il Paese può attendere
(...)
In fondo, anche la democrazia diretta si può fare a cose fatte, basta che i lavori parlamentari siano messi online.
Non mancherà inoltre chi proverà a giustificare questa come, finalmente, un'unione di sinistra, da contrapporre ad un centrodestra anch'esso unito, che va all'opposizione. Per cui, chiarezza è fatta.
Peccato però che questa, pur avvincente semplificazione, non rende giustizia, poiché il vero spartiacque tra le forze in campo, non sono più, oggi, le vecchie categorie ma occorre scegliere tra forze produttive e forze parassitarie; cioè tra chi vuole incarnare i bisogni e le aspettative di chi produce, imprenditori e lavoratori assieme, e chi sceglie di rappresentare le istanze assistenzialistiche di quelli a cui la produttività importa poco, tanto ci pensa lo Stato; anch'esso a sua volta assistito, comodamente seduto sulle proprie inefficienze e più abituato a tassare i cittadini che a gestire, valorizzandolo, il suo enorme patrimonio.
Qualcuno, al solito, agiterà i vecchi vessilli, e dirà: con noi i poveri, i deboli, gli oppressi. Ma non è detto che questi rispondano all'appello. Del resto gli ultimi, più degli altri, hanno ben diritto di dimostrare che valgono e che possono trovare spazio nel mondo produttivo, invece di essere meramente sopportati, asserviti alla beneficenza, abbandonati alla commiserazione.
Insomma, occorrerà, per fare chiarezza davvero, che la nuova maggioranza decida quali valori, non negoziabili, abbracciare: neostatalismo? assistenzialismo? giustizialismo? Oppure liberalismo, garantismo e meritocrazia? Troppo facile dire sviluppo ecosostenibile e solidarietà. Occorre specificare come si finanzia la realizzazione di questi valori: con le imposte, con l'indebitamento pubblico o con la produttività?
Ma forse non sono proprio questi i pensieri che affollano la mente dei nostri rappresentanti in queste ore. Lo aveva spiegato sin troppo bene, quasi quarant'anni fa, il premio Nobel per l'economia James Buchanan: la rappresentanza è un mito. I politici sono attori che giocano in proprio e perseguono propri interessi e proprie ambizioni. Tutto sta a trovare correttivi efficaci che riducano al massimo questa loro inclinazione costringendoli a fare, almeno in parte, il bene del Paese.
Esistono, da noi, questi correttivi? Non mi pare. Al contrario: curricula, forme di reclutamento, assenza di vincolo di mandato, status e privilegi vari (oltre alla totale rarefazione dei partiti) vanno in direzione opposta. Pertanto rassegniamoci: a votare anzitempo non ci andrà mai nessuno. Con un po' di pazienza una maggioranza si trova sempre. Il Paese può attendere.
ALDO BERLINGUER
DOCENTE ALL'UNIVERSITÀ  DI CAGLIARI

 

5 - L’UNIONE SARDA di domenica 1 settembre 2019 / Speciale estate (Pagina 6 - Edizione CA)
Film Commission al festival stringe nuove sinergie per rafforzare il cinema nell'Isola
La Sardegna Film Commission, guidata dalla presidente Nevina Satta, ha annunciato nuove sinergie che rafforzano il ruolo dell'Isola come terra fertile per l'industria cinematografica. Lo ha fatto in occasione della conferenza “Sardegna the sustainable Island. L'isola green si racconta al cinema tra scrittura, formazione e incentivi alla produzione” che si è tenuta alla 76esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia.
È stata innanzitutto rinnovata la partnership con Film London, Flamin Fellowship, che consentirà a una delegazione di talenti sardi di trascorrere una settimana di formazione e networking a Londra, dove potranno visitare la fiera Frieze, musei, centri d'arte e partecipare al London Film Festival. Si è inoltre ribadito che proseguirà la fortunata collaborazione con il Premio Solinas, dedicato al grande sceneggiatore cagliaritano Franco Solinas (tra i suoi film “La battaglia di Algeri” e “Una vita violenta”), che si terrà dal 19 al 22 settembre sull'isola della Maddalena. La manifestazione, che primeggia a livello internazionale nell'ambito della scrittura per il cinema e la TV, darà vita a un laboratorio creativo tra sceneggiatori, registi, produttori e addetti ai lavori che vedrà la Sardegna al centro delle attività.
Rappresenta invece una novità assoluta il primo corso in “Sceneggiatura e paesaggio”, dedicato al cinema e alla serialità televisiva, che si terrà entro fine 2019 alla Fabbrica del Cinema di Carbonia. Nato da un progetto della società Clapbox, conta anche sul sostegno della Società Umanitaria e sul coinvolgimento dell'università di Cagliari. Tutte ulteriori conferme dell'impegno per il settore cinema della Regione Sardegna, che rinnova, con l'assessore alla Cultura Andrea Biancheddu, l'impegno dei fondi regionali dedicati all'audiovisivo per oltre tre milioni di euro. (Luca Mirarchi)





 

RASSEGNA STAMPA di SABATO 31 AGOSTO 2019


1 - L’UNIONE SARDA di sabato 31 agosto 2019 / Cagliari (Pagina 16 - Edizione CA)
Antonella Scarfò, universitaria di 21 anni, è presidente della commissione Politiche sociali
«Centri di aggregazione all'aperto per gli anziani» 

«L'esperienza si fa con l'esperienza. Sul campo sarò pronta a combattere per i miei ideali: sono giovane ma carica». Antonella Scarfò, 21 anni, (Psd'Az) studentessa universitaria della facoltà di Giurisprudenza e presidente della commissione Politiche sociali è la consigliera comunale più giovane che si ricordi a Palazzo Bacaredda. «Ho soffiato il record a Stefano Schirru».
Conosce la macchina amministrativa?
«Diciamo che sto studiando per riuscire a essere dentro il meccanismo, ho letto lo statuto e i regolamenti. Mi sto documentando».
A chi chiederà consiglio?
«Sicuramente ai miei assessori di riferimento, Viviana Lantini si è mostrata da subito molto disponibile. Per me ogni consiglio è buono».
Quando verrà in commissione?
«Ho intenzione di convocarla insieme al dirigente per la prima riunione utile che dovrebbe essere il 3 settembre».
Nessun passaggio di consegne con Rita Polo, ex presidente della commissione?
«Abbiamo discusso, mi ha illustrato i punti che ha portato avanti lei: le buone idee possono essere prese in considerazione ma si può fare sempre meglio».
Una cosa buona realizzata da chi l'ha preceduta.
«Non saprei».
Quali sono le sue competenze?
«Oltre ad avere portato avanti il gruppo dei giovani sardisti, studio Giurisprudenza perché sto cercando di costruirmi un bagaglio culturale alle spalle. Inoltre lavoro come hostess nei pullman turistici a Cagliari».
Parla inglese?
«Sì, ma preferisco la mia lingua natale e anche il sardo. Chiudo tutti i post con “fortza paris”».
Il settore dei servizi sociali soffre di una cronica carenza d'organico.
«C'è un bel lavoro da svolgere: valuteremo e cercheremo di risolvere le problematiche con l'assessore».
A gennaio la dirigente auspicava l'interazione del servizio nell'ambito della città metropolitana.
«Si, è molto importante lavorare in sinergia con la Regione e con tutti i comuni. Possiamo creare dei tavoli di discussione e dibattito».
Dibattito su cosa?
«Per risolvere i problemi sociali e migliorare la vita dei cittadini».
L'assessora Lantini ha posto tra le priorità l'assistenza ai disabili.
«Ha ragione: gli ultimi non saranno ultimi. I disabili, anzi i diversamente abili, saranno anche una mia priorità».
Cosa proporrà?
«Sarà necessario creare delle misure per abbattere le barriere architettoniche e ridurle dove non è possibile rimuoverle. Inizieremo ascoltando i cittadini e raccogliendo le segnalazioni degli utenti».
In città non c'è neppure una casa famiglia.
«È uno dei temi sui quali stiamo già lavorando ma dovremo poi discuterne a tavolino: sarà essenziale individuare il posto giusto».
Vigilerete sulla ristrutturazione della Casa della solidarietà in viale Sant'Ignazio?
«Sì, anche su questo mi sto già informando. Faremo il possibile in modo da risolvere il problema tempestivamente. Ma non facciamo miracoli».
Emergenza case popolari.
«Durante la campagna elettorale sono andata di persona in via Businco e a Santa Teresa dove ci sono situazioni disastrose e precarie: bisogna trovare soluzioni e per questo lavorerò con la mia compagna di bandiera Gabriella Deidda».
A Pirri gli anziani lamentano la mancanza di un centro di aggregazione.
«È un tema che mi sta molto a cuore. Cercherò di capire se si può trovare una sinergia con la presidente della Municipalità. Comunque a Pirri come nel resto della città vorrei creare nuovi centri per anziani: punterò sui parchi».
Per i centri degli anziani?
«Sì, ho avuto modo di visitare realtà all'estero dove ho visto anziani e giovani insieme: centri di aggregazione nei parchi in modo tale da stare all'aria aperta e sfruttare anche il nostro bel clima».
Ma d'inverno all'aperto fa freddo.
«È vero. Magari nelle belle giornate possono stare al parco e in quelle brutte si potrebbero individuare delle aule nelle scuole».
Coinvolgerà la consulta della terza età?
«Assolutamente sì, sono stata eletta per portare la voce dei cittadini. La mia porta sarà sempre aperta soprattutto per i meno giovani o, meglio, i nati prima».
I nati prima?
«Si, mi sembra educato: di sicuro sono nati prima di me».
Mariella Careddu

2 - L’UNIONE SARDA di sabato 31 agosto 2019 / Economia (Pagina 14 - Edizione CA)
ISTRUZIONE. La Cgil: «Urgente un incontro con l'assessore regionale Biancareddu»
SCUOLA, È DI NUOVO ALLARME SUL SOSTEGNO
Cattedre vuote, all'appello mancano circa 5.000 insegnanti specializzati
Il buco diventa una voragine. Alle cattedre rimaste scoperte nei posti “comuni”, oltre 800, se ne aggiungono altre circa 5.000 nel sostegno. E la scuola, alla riapertura tra 48 ore (solo per i docenti), si ritrova con gli stessi problemi che hanno accompagnato l'avvio degli ultimi anni. «La situazione che si prospetta per gli alunni e le famiglie che necessitano del sostegno è molto preoccupante», dice Manuel Usai, segretario regionale della Flc-Cgil.
I NUMERI
A fronte dei circa 6000 docenti specializzati che sarebbero necessari «solo 1000 possiedono i requisiti necessari. Per il resto, ma solo parzialmente, si ricorre a supplenti senza specializzazione», tuona ancora Usai. Il segretario regionale Flc Cgil sottolinea il continuo rimpallo di responsabilità su un problema ormai strutturale per la Sardegna e chiede un intervento per formare almeno 2000 docenti nei prossimi due anni. «Miur e Università si rimpallano le responsabilità sull'inefficacia del sistema di formazione di docenti specializzati, la Regione stenta ad assumere un ruolo propulsivo su una tema di assoluta rilevanza», dice Usai. «L'unico intervento è stato lo stanziamento di 250 mila euro fatto dalla Giunta Pigliaru per sostenere un piccolo innalzamento dei numeri dei partecipanti al corso nell'università di Cagliari».
DIRITTO NEGATO
Se la continuità didattica è un principio irrinunciabile per tutti gli studenti, ancor di più questo principio dovrebbe valere per la popolazione scolastica più debole, che ha necessità di un sostegno. «Ogni anno gli studenti devono relazionarsi con un docente diverso e questo non fa altro che disattendere la continuità didattica», dice ancora Usai. La Flc Cgil fa sapere che, a fronte dei 1000 docenti specializzati nel sostegno, l'organico di diritto è di oltre 2800 cattedre mentre quello di fatto (determinato sulle esigenze reali durante l'anno scolastico) lo scorso anno ha superato le 5500.
L'APPELLO
Da qui la richiesta della Cgil di un incontro all'assessore regionale all'Istruzione Andrea Biancareddu. Obiettivo: un piano biennale coordinato tra Miur, Regione e atenei di Cagliari e Sassari per formare 1000 docenti all'anno e programmare un concorso ordinario per la copertura integrale dell'organico di diritto. ( ma.mad. )

3 - L’UNIONE SARDA di sabato 31 agosto 2019 / Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
VIA NICOLODI. Bloccati servizi fondamentali per trenta persone non vedenti
ISTITUTO PER CIECHI: È TUTTO FERMO
Quasi due mesi fa si è dimesso il commissario straordinario
L'Istituto dei ciechi della Sardegna è nell'immobilità più totale. Cinque dipendenti presenti nella struttura di via Nicolodi da luglio sono senza stipendio e più di trenta persone con disabilità visiva sono private di un servizio fondamentale. La paralisi si è generata a causa delle improvvise dimissioni, l'8 di luglio, del commissario straordinario nominato nel gennaio precedente.
Ora in tanti aspettano una risposta da parte della Regione, l'organo di tutela e vigilanza dell'istituto, che ancora non ha preso una decisione in merito alla risoluzione della situazione.
Da oltre un secolo l'Istituto dei ciechi svolge un importante ruolo nella formazione, nell'istruzione e nell'avviamento professionale dei non vedenti dell'Isola. Nel 2011 è stata presa la decisione da parte della Regione di trasformare l'istituto in una struttura pubblica per i servizi alla persona, un ente con la funzione sociale d'integrazione posta al servizio di oltre 4.000 sardi non vedenti. Una trasformazione a oggi però non riuscita, soprattutto a causa degli errori nella gestione amministrativa con un bilancio fermo al 2015. Proprio con queste motivazioni la Regione aveva sciolto il consiglio di amministrazione e nominato un commissario straordinario. Commissario al quale ne è seguito un altro, peggiorando la già critica situazione. Nonostante l'Anac abbia accertato gravi responsabilità, l'ente si trova ancora senza un rappresentante legale, motivo che lo ha spinto a chiedere un incontro con il prefetto di Cagliari.
Intanto Angelica Nioi, universitaria 23 enne, si chiede su che libri studierà quest'anno dato che non c'è più il servizio di scansione e digitalizzazione dei testi offerto dall'istituto, dove è stata la prima bambina in Italia a frequentare un corso di alfabetizzazione informatica. Stanis Falqui, 62 anni, pluri disabile, è invece impossibilitato nell'utilizzo del suo IPhone perchè dotato di un nuovo meccanismo con cui non si è ancora confrontato. «Grazie all'Istituto il mio mondo si è finalmente aperto», racconta e denunciando l'enorme disagio subito in seguito all'interruzione dei corsi di aggiornamento. Come lui Giacomo Deiana, Carmen Sotgiu, Silvia Putzolu, non vedenti che frequentavano l'Istituto da sempre e che ora chiedono insieme ai dipendenti il ripristino del prezioso servizio.
Michela Marrocu


4 - L’UNIONE SARDA di sabato 31 agosto 2019 / Ogliastra (Pagina 34 - Edizione CA)
PERDASDEFOGU. La Fondazione regionale per la tutela e la ricerca muove i primi passi
«NON VENDIAMO IL DNA DEL POPOLO SARDO»
Nieddu: «Accordo con il Mater Olbia per studiare il materiale genetico»
«Non siamo più soli. La battaglia per la tutela del Dna, grazie all'impegno della Regione, diventa di tutta la Sardegna». Ha esordito così Flavio Cabitza, 56 anni, presidente dell'associazione Identità Ogliastrina, in apertura della conferenza di ieri, primo tassello per la costituzione di una fondazione regionale per la ricerca e la tutela del Dna ogliastrino. All'incontro hanno preso parte gli assessori regionali Mario Nieddu, (Sanità), Giorgio Todde (Trasporti) e Quirico Sanna (Enti locali). «La ricerca - ha proseguito Cabitza - deve essere allargata a tutta l'Isola». Una fondazione in difesa dell'immenso patrimonio costituito da 230 mila campioni biologici. «Questo materiale deve essere custodito a Perdasdefogu, il patrimonio genetico appartiene ai sardi, noi non saremo un popolo in vendita», ha detto l'assessore Sanna.
LA RICERCA
La ricerca scientifica dovrà svilupparsi nel territorio, è fondamentale trovare dei partner che qui vogliano investire: «Compito della fondazione sarà anche quello di cercare partnership per i progetti di ricerca - ha detto l'assessore Nieddu, 62 anni - che vogliamo rimangano e abbiano ricadute importanti nel territorio». Un esempio è rappresentato dall'accordo con il Mater Olbia. La Qatar Foundation mette a disposizione dieci milioni di euro l'anno. Non lasceremo nulla di intentato.
A sottolineare l'attenzione della Giunta regionale per il Dna ogliastrino è stato l'assessore Giorgio Todde: «L'Ogliastra è una delle cinque blue zone e questo desta l'interesse della comunità scientifica internazionale, ci adopereremo affinché tutte le sperimentazioni vengano fatte qui. È fondamentale preservare il nostro patrimonio genetico».
A Olbia sta nascendo un grande polo tecnologico scientifico, Flavio Cabitza è ottimista: «Ha già mostrato interesse per un contributo nella ricerca sul Dna ogliastrino».
L'UNIVERSITÀ
Interesse che potrebbe arrivare anche dall'Università di Sassari, come prospettato dal medico Grazia Fenu Pintori, un ruolo da Garante della futura fondazione: «Mi impegnerò perché anche l'Uniss possa fornire il suo contributo». Giannino Deplano, primo cittadino di Ussassai, si è fatto portavoce dei sindaci ogliastrini: «La vicinanza della Giunta proietterà l'Ogliastra sullo scenario che le è dovuto». Ai sindaci si è rivolto Cabitza in ultima istanza: «Voi dovrete aiutare l'associazione a raccogliere le firme mancanti per il ritiro del consenso informato, non ci sono più scuse». Firme con le quali Identità Ogliastrina conta di delegittimare Tiziana's Life, acquirente del materiale genetico, dal suo utilizzo.
Francesca Lai







RASSEGNA STAMPA di VENERDÌ 30 AGOSTO 2019


1 - L’UNIONE SARDA di venerdì 30 agosto 2019 / Prima (Pagina 1 - Edizione CA)
REGIONE. Restano le Aziende miste
CINQUE ASL: COSÌ CAMBIA LA SANITÀ SARDA
In Giunta la riforma Solinas, esplodono le proteste

Un'Azienda regionale e fino a cinque Asl. Poi il Brotzu, le Aziende miste ospedaliero-universitarie e quella dell'emergenza-urgenza. Il presidente della Regione Christian Solinas ha presentato ieri in Giunta il suo piano per riformare la Sanità. È soltanto una bozza, ma sta già scatenando polemiche. C. COSSU, MURGIA ALLE PAGINE 2, 3

Primo Piano (Pagina 2 - Edizione CA)
Nieddu: gli stati generali decisivi per cambiare il sistema
VIA L'ATS, NASCONO CINQUE ASL
La bozza di riforma in Giunta
L'ipotesi è aree omogenee con tre presidi ospedalieri

La bozza di riforma della sanità c'è e il contenuto era noto: via l'Azienda per la tutela della salute e ripristino delle vecchie Asl che dovrebbero diventare cinque, compresa quella della Gallura. Ieri il presidente della Regione si è limitato a illustrarla agli assessori: l'intenzione è quella di renderla operativa dal 1° gennaio, ma i tempi sono molto stretti. Per riuscirci, infatti, il disegno di legge dovrebbe essere approvato dal Consiglio regionale entro la prima metà di novembre.
L'IMPIANTO
La Asl unica azzerata si chiamerà Ares, azienda regionale della Salute. Oltre alle Asl nell'impianto sono comprese l'Azienda di rilievo nazionale e alta specializzazione "Brotzu" (Arnas), le Aziende miste ospedaliero universitarie di Cagliari e Sassari (Amou), e l'Areus. In capo all'Ares resteranno la gestione accentrata degli acquisti e del personale. Quanto alle Asl il testo stabilisce i criteri minimi per farle nascere: omogeneità territoriale e la presenza di almeno tre presidi ospedalieri nel territorio di riferimento.
Tornando al numero, l'assessore della Sanità Mario Nieddu ha sempre detto che sarà corrispondente a quello delle province. Resta da capire se la Giunta varerà la riforma degli enti locali prima ancora della bozza illustrata ieri.
Nel testo è anche previsto un piano di interventi straordinari che comprenderebbero persino la costruzione di un nuovo ospedale a Cagliari.
TEMPI STRETTI
La riforma dovrebbe entrare a regime dal 1° gennaio 2020. Questo impone, alla Giunta prima e al Consiglio poi, scadenze a breve termine. Dopo il via libera dell'Esecutivo il testo è atteso in commissione Sanità.
«E noi aspettiamo con trepidazione questa bozza di cui conosco i contenuti per sommi capi ma che non ho ancora avuto», dice il presidente del parlamentino Domenico Gallus (Udc).
Certo è, precisa, «sono allineato con l'idea esposta dal governatore Solinas e dall'assessore». Cioè, «di sicuro entro il primo gennaio dovranno funzionare le Asl, ma perché questo avvenga la legge dovrà avere il via libera dell'Aula di via Roma entro due mesi e mezzo con la nomina dei commissari».
LA COMMISSIONE
Insomma, «serve un cronoprogramma da rispettare, altrimenti si rischia di fare i soliti errori, penso all'Ats che aveva impiegato cinque mesi prima di entrare a regime, noi dobbiamo rispettare le date che il presidente ha fissato e se lavorare tre volte alla settimana non sarà sufficiente allora ci impegneremo per cinque, noi accettiamo la sfida, siamo pronti a darci da fare per licenziare la legge perché sulla sanità ci stiamo giocando tutto».
STATI GENERALI
«Abbiamo avviato il percorso per la riforma del sistema sociosanitario della Sardegna», dichiara Nieddu, «si tratta di un primo passo, di un impianto base, poi la riforma complessiva nascerà dopo gli stati generali della Salute che si terranno entro la fine dell'anno».
Per il momento, aggiunge, il disegno di legge servirà a «spacchettare l'Ats, ma la riorganizzazione della rete ospedaliera sarà successiva agli stati generali di dicembre».
Roberto Murgia


2 - L’UNIONE SARDA di venerdì 30 agosto 2019 / Prima Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)
L'IPOTESI. Businco e Cao passerebbero all'Università
«Chiudere il Centro trapianti? Non esiste»

L'ipotesi formulata dal governatore Christian Solinas, nella proposta di riforma della sanità sarda, di “trasferire” Oncologico e Microcitemico dall'Azienda ospedaliera Brotzu all'Azienda ospedaliera universitaria, «può essere buona» secondo il commissario straordinario Paolo Cannas. L'Università «è votata alla ricerca» e la sua azienda ospedaliera «ha necessità di posti letto per non perdere le cattedre». Nonostante la prossima creazione del Centro di accoglienza servizi per i pazienti oncologici, «se in futuro altri si occuperanno del Businco poco cambia. Noi iniziamo un cammino virtuoso e mettiamo qualche toppa alle inefficienze».
Viceversa, le voci che da Roma ventilano la possibile chiusura del Centro trapianti (che ha sede al Brotzu) sono prive di fondamento: «Non esiste. Stiamo lavorando bene, appena mercoledì ne sono stati eseguiti due di rene. Il problema, delicato, è nella volontà o meno di donare gli organi. Va discusso, si tratta di salvare vite umane. Servirebbe una forte campagna di sensibilizzazione».
Intanto «in autunno» saranno avviati i concorsi per assumere il personale necessario, che sta diminuendo anche per la “quota 100”. Arriveranno infermieri, oss, collaboratori. Si sfrutteranno le graduatorie uniche, poi i vincitori saranno collocati in varie aziende dell'Isola. (an. m.)


3 - L’UNIONE SARDA di venerdì 30 agosto 2019 / Oristano e Provincia (Pagina 30 - Edizione CA)
Mogoro
LAUREATI

Oggi alle 19 in piazza Giovanni XXIII la premiazione dei laureati selezionati dal Comune. (an.pin.)


4 - L’UNIONE SARDA di venerdì 30 agosto 2019 / Agenda (Pagina 19 - Edizione CA)
In coda al Ctm point per gli abbonamenti dedicati agli studenti
In vista dell’inizio dell’anno scolastico il Ctm ha avviato la campagna di abbonamenti con tariffe dedicate agli studenti. Il servizio al pubblico da qualche giorno è stato potenziato e l’ufficio di viale Trieste resta aperto con orario continuato: nonostante questo la fila davanti all’ingresso è sempre molto lunga.

5 - L’UNIONE SARDA di venerdì 30 agosto 2019 / Agenda (Pagina 19 - Edizione CA)
VIA MAMELI. Convegno e mostra, si parte giovedì
Mem, architetti e ingegneri a lezione dal guru che ha disegnato Port Elisabeth

In Sudafrica l'apartheid non ha devastato soltanto popoli, anime e culture ma anche le città, disegnate proprio in base alle leggi razziali finalmente cadute. E la scommessa di architetti arrivati in quell'angolo del pianeta da tutto il mondo è stata proprio quella di ricostruire le città a misura di una società finalmente libera e senza distinzioni di razza.
LA MOSTRA
Lo spunto per parlare di questi argomento alla Mem di via Mameli 164 è una mostra-esposizione a partire da giovedì, in cui affronterà la questione abitativa e quella culturale e le sue manifestazioni di produzione, performance e scambio, che hanno aperto nuovi modi di pensare, fare città e architettura in Sud Africa.
“Red Location Cultural Precinct” è un progetto di rinnovamento urbano e creazione di un nuovo patrimonio abitativo a New Brighton, in Port Elizabeth, Sud Africa. L'archistar Jo Noero e il suo ufficio, hanno lavorato negli ultimi venti anni a questo ambizioso programma di trasformazione, con l'intenzione di costruire una nuova centralità in una parte della città devastata dalla pianificazione spaziale dell'apartheid.
Giovedì alle 16 lo Spazio Eventi al primo piano ospita la presentazione della mostra d'architettura e la conferenza “Landscapes of knowledge Red Location”.
TAVOLA ROTONDA
Dopo i saluti di Samanta Bartocci, la lezione magistrale di Jo Noero e una tavola rotonda con Sandro Catta (presidente Ordine degli Ingegneri), Teresa De Montis (presidente Ordine degli Architetti), Giorgio Peghin e Massimo Faiferri (Università di Cagliari) e Nicolò Fenu (Sardarch).
A seguire l'inaugurazione della mostra, con la presenza dell'autore Jo Noero. L'appuntamento è organizzato in occasione di Notte Europea dei Ricercatori 2019. La partecipazione all'evento dà diritto a crediti formativi per architetti e per ingegneri.
La mostra, a cura di Massimo Faiferri, Samanta Bartocci, Fabrizio Pusceddu, Lino Cabras e Rosa Manca, sarà visitabile sino al 27 settembre 2019, da lunedì a sabato negli orari di apertura della biblioteca.





RASSEGNA STAMPA di GIOVEDÌ 29 AGOSTO 2019



1 - L’UNIONE SARDA di giovedì 29 agosto 2019 / Cagliari (Pagina 18 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ. Preoccupazione tra i ragazzi
BORSE DI STUDIO MA NON PER TUTTI: PIÙ ISTANZE, MENO SOLDI
In centinaia resteranno senza sussidio
AUSPICIO DELL'ERSU: «CONTIAMO SUL FIS»

Il nuovo anno accademico è alle porte, e pure l'ombra di una minaccia apparentemente debellata nel 2016: gli idonei non beneficiari delle borse di studio, anomalia di un sistema che non riesce a garantire a tutti l'accesso all'Università per mancanza di fondi.
I CONTI IN TASCA  Quest’anno sono stati stanziati daRegione Sardegna, Ersu, Fondo integrativo Statale (FIS) e tassa regionale per il Diritto allo studio 19 milioni. Tenendo conto dell’incremento delle istanze presentate potrebbero mancare circo otto milioni di euro per soddisfare tutte le richieste
GLI ESCLUSI  Le domande sono da valutare, di solito il 10% non è valido, resta comunque il fatto che mancano soldi. G. Michele Camoglio: “Risolveremo il problema con il fondo statale FIS del 2019”

Affitti, materiale didattico, trasporti, accesso alla cultura e assistenza sanitaria: queste le principali voci di costo che la norma sul diritto allo studio dovrebbe garantire tramite borse di studio, mensa e alloggio a ogni studente meritevole e privo di mezzi, ovvero sotto soglia ISEE e ISPE pari rispettivamente a 23.508,78 e 51.106,05 euro. Il condizionale è il tempo giusto poiché quest'anno ci sono circa due milioni di euro in meno rispetto alla cifra che lo scorso anno ha assicurato il diritto allo studio al 100% di idonei beneficiari. Non solo diminuiscono i fondi ma aumentano anche i richiedenti: sono 8.307 le domande di sussidio avanzate all'ente regionale per il diritto allo studio universitario (Ersu), oltre 700 in più rispetto all'anno scorso.
Ma a fronte dei circa 21 milioni che nel 2018 hanno garantito a tutti i richiedenti l'accesso ai sussidi, quest'anno sono stati stanziati da Regione Sardegna, Ersu, Fondo integrativo Statale (FIS) e tassa regionale per il Diritto allo studio 19 milioni. Tenendo conto dell'incremento di istanze, a mancare non sarebbero quindi più due milioni ma circa otto.
L'ERSU
«Le domande arrivate sono da valutare - precisa il presidente dell'Ersu Gian Michele Camoglio, 67 anni - solitamente il 10% non viene considerato valido, resta comunque il fatto che mancano soldi. Risolveremo il problema con il fondo statale FIS del 2019, anche se con la crisi di governo rischiamo ritardi nell'erogazione. L'arrivo del fondo tra ottobre e novembre porterebbe rimettere in gioco gli idonei non beneficiari con lo scorrimento della graduatoria. Il problema quindi resta, perché non è mai bello per uno studente avente diritto, vedersi negato il sussidio».
GLI UNIVERSITARI
La compagine studentesca è quella maggiormente preoccupata: «In quanto beneficiario, da studente posso certamente affermare che le borse sono un contributo di fondamentale importanza», dichiara Francesco Aracu, 22 anni, presidente del consiglio degli studenti. «La nostra Regione non primeggia per quanto concerne la situazione economica, e la borsa Ersu rappresenta l'aiuto più concreto per andare incontro alle esigenze di una ampia fetta degli studenti cagliaritani. Il fatto che possano esserci nuovamente degli idonei non beneficiari determina un passo indietro non da poco».
I TIMORI
«È da quattro anni che mi mantengo da sola grazie alle borse di studio», spiega Fiammetta Cani, studentessa di 26 anni iscritta alla facoltà di Storia dell'arte, che con la garanzia di una borsa di studio è riuscita a conseguire una laurea triennale, e a continuare a studiare per la magistrale.
«Se non avessi ricevuto le borse di studio o se le avessi ricevute un anno sì e un anno no, non avrei mai nemmeno potuto pensare di fare l'Università. Se molte famiglie non possono permettersi di mantenere i propri figli fuori sede, ve ne sono molte altre che non possono nemmeno permettersi di pagare l'affitto di una camera o la spesa al supermercato. Se mi fosse stata preclusa la possibilità di seguire un percorso universitario avrei certamente dovuto rinunciare al mio sogno di fare ricerca in futuro, e come ben sappiamo la ricerca è fondamentale per il buon sviluppo di un Paese», conclude Fiammetta Cani.
Lisa Ferreli

 

2 - L’UNIONE SARDA di giovedì 29 agosto 2019 / Sulcis Iglesiente (Pagina 27 - Edizione CA)
NUXIS. Il programma sarà presentato il 31 agosto
Al via la campagna di scavi archeologici: esperti e tecnici al lavoro nell'area di Acquacadda

Alla scoperta dei segreti della grotta di Montixeddu. A Nuxis è tutto pronto per l'avvio della prima campagna di scavi archeologici, prevista dal 2 al 27 settembre, nelle località di Acquacadda. Aperte le iscrizioni poco prima dell'estate, è tempo di mettere in moto la macchina organizzativa e logistica per dare il via ai lavori.
L'importante campagna di scavi è organizzata dal Comune di Nuxis in collaborazione con l'Università di Cagliari, il professor Riccardo Cicilloni, l'Associazione Speleoclub Nuxis, il Parco geominerario della Sardegna e la Regione. La presentazione dell'imminente cantiere avverrà sabato 31 agosto, a partire dalle 10.30 nella miniera di Sa Marchesa.
All'evento prenderanno parte il sindaco di Nuxis Piero Andrea Deias, Riccardo Cicilloni (direttore scientifico degli scavi), Tarcisio Agus (presidente Geoparco), Sabrina Cisci (archeologa e funzionario della Soprintendenza archeologica), Elisabetta Marini (Dipartimento di Scienze della vita e dell'ambiente dell'Università di Cagliari), Salvatore Buschettu (presidente della Federazione speleologica sarda), Roberto Curreli (presidente Speleoclub Nuxis) e gli archeologi Marco Cabras e Federico Porcedda.
A seguire, alle 18, l'intervento dell'archeologa Annaluisa Pedrotti, dell'Università di Trento, su “Ötzi, l'uomo venuto dai ghiacci: le novità della ricerca scientifica”. Per informazioni telefonare ai numeri 340.0576692, 333.2328594 e 347.1710127. Nei giorni successivi partirà la vera e propria campagna di scavi.
Maurizio Locci

 

3 - L’UNIONE SARDA di giovedì 29 agosto 2019 / Hinterland (Pagina 21 - Edizione CA)
SETTIMO. Il viaggio dei ragazzi da Bari Sardo
In cammino per studiare le aree interne

Sono partiti da Bari Sardo a piedi, direzione Cagliari, e lunedì saranno a Settimo San Pietro. Protagonisti 35 studenti da tutta Italia impegnati nella terza edizione della “Summer School” itinerante promossa dal “Laboratorio del Cammino”, un network inter-universitario di giovani e ricercatori «motivati a utilizzare il cammino come occasione per innovare l'insegnamento dell'urbanistica». Il loro obiettivo? Studiare lo spopolamento e lo svuotamento delle aree interne di Ogliastra e Campidano.
I partecipanti sono chiamati a indagare “in presa diretta” i mutamenti in atto nei paesaggi naturali e abitati, a indicare interventi utili a migliorare le condizioni di abitabilità dei luoghi che visiteranno durante il percorso, a osservare e descrivere il territorio ascoltando le comunità locali. Il lavoro degli studenti sarà orientato a scoprire quali relazioni intercorrono tra insediamenti e territorio e a osservare il rapporto evolutivo tra le aree interne e lo sviluppo costiero. (ant. ser.)

 

4 - L’UNIONE SARDA di giovedì 29 agosto 2019 / Ogliastra (Pagina 34 - Edizione CA)
PERDASDEFOGU. Oggi il gruppo degli universitari lascia l'Ogliastra e va verso Escalaplano
SPOPOLAMENTO? LEZIONE DAI PASTORI
Il laboratorio del cammino porta i ricercatori tra gli ovili e i centri storici

Si cammina, si osserva, si incontrano amministratori, associazioni e popolazione. Il laboratorio del Cammino composto da studenti e ricercatori, coordinato dalla professoressa Anna Maria Colavitti, lascia questa mattina Perdasdefogu, ultima tappa ogliastrina del percorso per dirigersi verso Escalaplano. Metà del tragitto della Summer School Sardinia Reloaded, che indaga le cause dello spopolamento delle zone interne, è compiuto.
LA SVEGLIA
Suona poco prima dell'alba. Ci si ritrova tutti insieme per il primo momento conviviale della giornata, dopo colazione si parte, sono circa venti i chilometri al giorno per giungere nei centri e iniziare lo studio. La primissima tappa del Cammino è stata sabato scorso a Bari Sardo. Un'esplorazione del centro abitato fino alla Torre di Barì. Nel pomeriggio nel Centro civico gli studenti hanno incontrato sindaci e imprenditori. Il sorriso dei giovani studenti lascia trasparire la grande voglia di fare nonostante la fatica di un cammino non sempre senza difficoltà, come racconta lo studente Alessandro Mancuso, 24 anni, alla suo terzo Ldc: «La convivenza crea un legame di solidarietà tra delle persone che non si conoscono, il laboratorio del Cammino da una parte è faticoso, ma è un'esperienza che ti arricchisce e grazie alla quale si creano grandi amicizie».
L'INCONTRO
Il secondo giorno, scarpe comode ai piedi, gli studenti hanno raggiunto, prima Loceri e poi Lanusei. L'importanza del Cammino risiede anche nell'osservare attentamente ciò che ci circonda, e lungo la strada il gruppo ha incontrato dei pastori per un primo confronto sulle connessioni che legano le persone al territorio. Nei due paesi invece i ricercatori hanno parlato soprattutto con la popolazione, accompagnati a Lanusei per le vie del centro storico da Giorgio Altieri, presidente di Agugliastra. Il 27 agosto i camminatori hanno raggiunto Arzana, passando per Ilbono ed Elini. L'osservazione delle campagne caratterizzate da uliveti e muretti a secco ha catturato l'attenzione del gruppo e il dialogo con gli abitanti ha evidenziato gli stili di vita nei territori marginali.
LUNGA VITA
Nel pomeriggio, nel municipio di Arzana focus sulla longevità. E poi in viaggio per parlare ancora di spopolamento, a Gairo, Osini, Ulassai, Jerzu. Foto, video, incontri per poi raggiungere, ieri in mattinata, Perdasdefogu, comune con la presenza delle servitù militari. «L'accoglienza riservataci dai comuni è stata straordinaria e il dialogo con i cittadini, amministratori e associazioni fondamentale per il nostro studio», ha commentato Serena Marchionni, 32 anni, coordinatrice del laboratorio. Dal mare alla collina il cammino prosegue, divenendo sempre più un'esperienza profonda di vita.
Francesca Lai

IL PROGETTO
A piedi per mezza Isola

Duecento chilometri di strade e sentieri da percorrere a piedi, che dall'Ogliastra portano al Campidano per Il Laboratorio del Cammino, network universitario che vede studenti e ricercatori impegnati a indagare le cause dello spopolamento nelle zone interne. Il progetto finanziato dalla Fondazione di Sardegna, vede coinvolte otto università italiane, insieme a partner nazionali e internazionali, per una ricerca dal basso che proverà a dare soluzioni concrete utilizzando metodologie innovative nel campo della progettazione territoriale e dell'urbanistica. L'incontro è parte integrante del progetto itinerante, il gruppo, guidato dalla professoressa Anna Maria Colavitti docente di Tecnica e pianificazione urbanistica dell'Università di Cagliari ha già percorso più di cento chilometri soffermandosi sul territorio ascoltando le persone e dialogando con amministratori, associazioni ed Enti per scoprire anche quali sono le vocazioni e le esigenze che il territorio esprime.
Sabato scorso gli studiosi hanno incontrato nel centro civico di Bari Sardo diversi amministratori ogliastrini, il presidente dell'associazione Agugliastra, Giorgio Altieri e l'imprenditore Vito Arra, presidente del consorzio per i culurgiones Igp. Concordi i sindaci nell'elencare le diverse criticità dei territori, dalla mancanza di infrastrutture, all'isolamento. Diverse le peculiarità dei luoghi attraversati dal Cammino, ma già sabato è emerso, che le tipicità bisogna saperle valorizzare, come succede già da tempo a Ulassai: le grotte, il climbing, il museo Stazione dell'Arte, fanno del paese interno un attrattore turistico, piccolo esempio virtuoso di dinamicità.
F.L.



5 - L’UNIONE SARDA di giovedì 29 agosto 2019 / Prima (Pagina 1 - Edizione CA)
L'analisi
L'UNICO TAGLIO CHE NON SI FARÀ

Marco Pignotti
Degli attuali 945 parlamentari, 345 tremano all'idea che la riforma costituzionale invocata con tanta enfasi dal Movimento 5 Stelle possa realizzarsi. Il principale obiettivo di una formazione ispirata al rinnovamento della classe politica sembra prossimo a realizzarsi, ma ci sono concreti elementi che potrebbero sabotare un provvedimento che in teoria tutti i leader di partito sembrano condividere, ma segretamente nessuno vuole, inclusa la stessa rappresentanza grillina. Innanzitutto, perché bisogna ridurre il numero dei parlamentari? L'Italia è il paese con il più alto numero di eletti alle Camere in rapporto alla popolazione. La riforma ridimensionerebbe visibilmente questo valore, rendendolo più congruo rispetto agli standard europei. Vi è però un problema: nella storia italiana il tentativo di tagliare la rappresentanza si è sempre risolto in un immancabile fallimento. D'altronde, gli unici a essere certi di ritornare in una delle due Camere sono proprio gli esponenti dei partiti, mentre peones, backbenchers e seconde linee oltre alle spese della campagna elettorale vedrebbero aumentare esponenzialmente il rischio di non essere rieletti. Dunque, perché approvare una riforma che li condannerebbe all'estinzione? Quali le irrinunciabili ragioni motiverebbero un così eroico sacrificio? In realtà, di ragioni razionali ve ne sono ben poche. Di certo, la principale, nobile motivazione risiede nel risparmio, sebbene non se ne chiariscano i termini. SEGUE A PAGINA 2

Primo Piano (Pagina 2 - Edizione CA) SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
La proposta appare più uno stratagemma dilatorio che un'irrinunciabile riforma
L'UNICO TAGLIO CHE NON SI FARÀ MAI: QUELLO DEI PARLAMENTARI

(...) L'Italia ha infatti un altro record ben più evidente che non il numero dei deputati e senatori: la diaria dei singoli parlamentari e dei rappresentanti a livello locale. Sui benefit dei singoli eletti più che sul numero potrebbero essere fatte le vere indiscutibili economie, perché il taglio dei rappresentanti potrebbe essere compensato surrettiziamente dall'ingrossamento delle fila dei collaboratori, che diverrebbero necessari per integrare il lavoro di preparazione e redazione dei testi legislativi. Le assemblee elettive con pochi rappresentanti, come il Senato americano, composto da appena cento membri, registrano infatti la presenza di uno sterminato numero di assistenti che, siamo certi, verrebbero immediatamente introdotti anche in Italia. Motivo per cui, quando si ricorre in maniera così veemente a questa proposta, sorge il sospetto che si voglia sviare l'attenzione della politica da problemi più urgenti e complessi, alla luce di un risparmio più teorico che reale. Tanto più che dal dopoguerra a oggi un così consistente taglio della rappresentanza parlamentare non è stato operato in alcun paese al mondo, alla luce della scarsa utilità dell'operazione e della elevata difficoltà nel realizzarla. Inoltre, siamo certi che, di fronte ai gravi problemi di natura economica e finanziaria che l'Italia e l'Europa dovranno affrontare a breve, questa riforma non avrebbe effetti così miracolistici rispetto ad altre misure di carattere strutturale che potrebbero concretamente ridurre la spesa pubblica. Dunque, in questo delicato frangente della lotta politica italiana, il taglio dei parlamentari appare più uno stratagemma dilatorio che un'irrinunciabile riforma, fra l'altro qualora fosse mai approvata comporterebbe la necessità di modificare integralmente anche la legge elettorale (auspicabilmente proporzionale pura con soglia di sbarramento), altro immancabile provvedimento che viene invocato con la scusa di conferire una maggiore fedeltà alla volontà popolare, quando in realtà il vero obiettivo è lucrare qualche piccolo vantaggio rispetto all'opposizione. Pertanto, in un momento in cui le uniche certezze sono una profonda crisi di governabilità e un'elevata inaffidabilità di tutti i contendenti, le uniche riforme che di certo non si realizzeranno sono quelle che comportano una riduzione del numero dei rappresentanti, in quanto nessuno affiderà il proprio destino ad altri partiti, né tanto meno agli esponenti del proprio schieramento, secondo il vecchio ma collaudato adagio: «Dai nemici mi guardi Dio, che dagli amici mi guardo io».
MARCO PIGNOTTI
DOCENTE DI STORIA POLITICA DELL'UNIVERSITÀ DI CAGLIARI

 

6 - L’UNIONE SARDA di giovedì 29 agosto 2019 / Hinterland (Pagina 21 - Edizione CA)
SELARGIUS. Il numero degli stranieri è in calo ma cresce l'integrazione
«ORMAI CI SENTIAMO A CASA»
Tre immigrati di vecchia data nella città: «Razzismo? Mai»

Sono arrivati a Selargius tanti anni fa, chi per amore, chi per trovare un lavoro o per laurearsi. Non sono mai voluti andare via. «Ormai ci sentiamo selargini», dicono Omar Zaher, palestinese, Naoufel Soussi, tunisino, e Emelina Rodriguez cubana, che nella città si sono costruiti una famiglia e un futuro.
Storie di integrazione, mentre cala il numero degli immigrati residenti in città, passati da poco più di mille a circa 600. Tra loro c'è chi ha messo le radici diventando consigliere comunale, e chi sogna di sposarsi presto con il rito del Matrimonio selargino.
PALESTINESE
Omar Zaher, originario della Palestina, è arrivato in Sardegna nel 1982. «Avevo appena 19 anni e volevo studiare all'Università», ricorda. «Qui c'erano i miei cugini che mi hanno ospitato nel primo periodo». Dopo qualche anno la laurea in Farmacia, seguita dalle specializzazioni in Tossicologia e Farmacologia. Poi l'incontro con l'attuale moglie, sarda, e il trasferimento a Selargius nel 1994. «Una cittadina tranquilla e accogliente in cui mi sono integrato sa subito», dice Zaher che ora ha 57 anni, una figlia 16enne e dal 2002 è consigliere comunale. Un punto di riferimento per due quartieri selargini, Su Planu e Is Corrias, dove ha consolidato un bacino di voti che a ogni tornata elettorale lo riconfermano come loro rappresentante in Comune. Oltre all'impegno politico, ha trovato anche lavoro come farmacista. «Non ho mai avuto problemi o vissuto situazioni di razzismo», aggiunge. «Ormai dopo 37 anni qui, mi sento più sardo che palestinese».
TUNISINO
Nessuna discriminazione neanche per Naoufel Soussi, 37 anni, arrivato dalla Tunisia nel 2008 per amore. Nel suo paese ha conosciuto la sua attuale compagna, selargina doc, e dopo tre anni hanno deciso di trasferirsi insieme. «Ho lasciato il mio lavoro con l'obiettivo di costruirmi un futuro qui, insieme a lei», racconta. «Non mi sono mai pentito. Qui mi sento a casa, ho trovato tanta bella gente, il sole e il mare: cosa posso chiedere di più?».
L'unica difficoltà è il lavoro. «Insieme alla mia compagna abbiamo fondato una cooperativa sociale che si occupa di immigrazione e integrazione. Ma spero in un inserimento lavorativo come mediatore culturale». E per il futuro c'è un sogno che accomuna Naoufel e la fidanzata Virginia: "Vorremmo sposarci con l'antico rito dello Sposalizio selargino».
CUBANA
Selargina d'azione anche Emelina Rodriguez, 61 anni cubana. In città si è trasferita 10 anni fa con figli e nipoti. Da anni è impegnata nel sociale come volontaria, lavora come istruttrice di Zumba e insegna la lingua spagnola nell'Università della terza età. «Ormai Selargius è la mia casa, da qui non andrei mai via».
Federica Lai




 

RASSEGNA STAMPA di MERCOLEDÌ 28 AGOSTO 2019

 


1 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 28 agosto 2019 / Nuoro e Provincia (Pagina 32 - Edizione CA)
NUORO. I nomi degli illustri cittadini premiati venerdì all'Ortobene
RONDINE D'ORO, LE ECCELLENZE RITORNANO

C'è sempre un legame speciale che unisce chi parte da Nuoro e approda all'estero per lavoro, o viceversa. Un legame che da cinque anni l'associazione "Barbagia nel mondo" premia con la Rondine d'oro, simbolo di chi ritorna sempre, premio che quest'anno vede la collaborazione del Comune di Nuoro e della Camera di commercio di Nuoro.
I NOMI  Le Rondini d'Oro quest'anno andranno a Marta Carroni, 39 anni, biofisica che a Stoccolma studia la microscopia elettronica; Eva Cambedda, 40 anni, laureata in lingue, giornalista che nelle tv giapponese promuove la lingua e la cultura italiana, e ovviamente la sua Sardegna. Rondine d'oro anche per il santupredino Roberto Podda, 40 anni, responsabile del laboratorio di progettazione architettonica a Piacenza per conto del politecnico di Milano e Mario Ladu, 75 anni, che da Nuoro era partito come carpentiere in Sud Africa dove si trasferì nel 1968 per aprire poi un ristorante, il Decameron, che oggi conta 36 dipendenti è uno dei più apprezzati ristoranti all'estero tanto da essere stato premiato a suo tempo anche da Eugenio Scalfaro. Rondine d'Oro anche a Pietrino Cicalò, che arrivato nel '23 a Nuoro, costruì il primo grande magazzino della città.
LA PROPOSTA  Un premio simbolico, consegnato il 29 agosto all'Ortobene dopo la celebrazione religiosa per il Redentore, che vuole unire il rapporto tra comunità nuorese e i propri concittadini che cercano di realizzare all'estero le proprie aspirazioni senza mai perdere il contatto con la terra d'origine. Un riconoscimento importante, che negli anni passati è stato assegnato a giovani talentuosi, affermati business man e illustri ricercatori ma che quest'anno ha l'ambizione di andare oltre: «Creare un cordone virtuale tra le "rondini d'oro" e la città, capace di utilizzare le loro capacità», ha spiegato il membro dell'associazione Tonino Frogheri, 69 anni: «Per questo vorremmo passare il testimone a un Ente, come Comune o Camera di Commercio, capace di attivare delle politiche di ritorno se non delle persone delle loro capacità che possano essere riutilizzate anche a Nuoro in una sorta di rete».
Insomma, attivare una sorta di ritorno. Una sfida che piace a Sebastian Cocco, 43 anni, vicesindaco e assessore alla cultura che ricorda come la filosofia è la stessa che ha guidato il successo della candidatura di Nuoro a Città italiana della Cultura 2020. «I nuoresi all'estero per scelta o necessità - spiega Cocco - mi piace chiamarli ambasciatori della nostra città, l'idea di non spezzare il legame tra la propria identità da l'idea del complesso di valori della nostra città, raccolgo la sfida e l'invito dell'associazione che porterò al sindaco, di istituzionalizzare il premio senza perdere però il valore aggiunto di questa iniziatica che è quello dato dall'associazionismo»
F. Le.




 

RASSEGNA STAMPA di MARTEDÌ 27 AGOSTO 2019

 

1 - L’UNIONE SARDA di martedì 27 agosto 2019 / Prima Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)
GLI ALLOGGI. Costi in crescita per chi sceglie i privati: dai 200 ai 300 euro per una camera
UNIVERSITÀ, QUINDICIMILA FUORISEDE
Scade domani il bando per una delle 554 stanze nelle case Ersu

Agosto è per i fuori sede il mese che apre ufficialmente la caccia all'alloggio universitario migliore. Anche a Cagliari dove l'Ateneo conta circa 26 mila studenti e dove più della metà, quasi 15 mila, non risiede nell'area metropolitana del capoluogo sardo: un esercito di fuori sede pronti ad affrontare la ricerca di un letto per dormire districandosi tra caro affitti e studentati.
Ancora aperta la corsa per aggiudicarsi un posto in una delle quattro case dello studente, la domanda per partecipare al bando Ersu (l'Ente regionale per il diritto allo studio universitario) può infatti essere presentata entro le 13 di domani. Anche se non tutto all'interno è rose e fiori: «Riscaldamento acceso solo per poche ore la sera, piastre in cucina fuori uso e lavatrici non funzionanti. Ho aspettato un mese perchè cambiassero la lampadina fulminata in bagno», dice Beatrice Cabiddu, studentessa di Guasila ospite l'anno scorso nella casa di via Businco.
STUDENTI La Casa dello studente di via Trentino è una di quelle che offrono alloggio ai fuorisede che sono più della metà del totale degli iscritti all’Università del capoluogo: quindicimila su ventiseimila.
Il numero di stanze offerte dall’Ersu è diminuito rispetto allo scorso anno: 522 contro 554
Quest'anno i posti a disposizione saranno 554, trentadue in meno rispetto all'anno precedente. «Le stanze chiuse sono quelle di via Businco, dove a fine anno ci sono state infiltrazioni - racconta Stefano Carcangiu, rappresentante della xommissione Alloggi - Certo è che se venissero riaperte le case dello studente di via Monte Santo e via Roma, chiuse da almeno cinque anni, si riuscirebbe a ospitare la quasi totalità dei richiedenti, circa 1.100 ogni anno».
E così chi rimane fuori dai giochi si immerge nel mercato degli affitti, a volte anche in quello degli affitti in nero. Is Mirrionis, San Benedetto, Fonsarda e La Vega sono i quartieri più popolati dagli universitari. Vicini e ben collegati alle facoltà, con prezzi vantaggiosi, dai 200 ai 250 euro, costo che giustifica a volte la fatiscenza degli appartamenti. «Blatte e umidità sono i problemi principali se si affittano case al primo piano», spiega Martina Balloi di Gonnesa, fuori sede dal 2012. «La prima casa in via Redipuglia è stata un disastro, per combattere la muffa sui muri la proprietaria ci aveva dato un prodotto identico alla varechina». Oltre l'affitto comunque le spese sostenute dagli universitari non sono poche, per i più fortunati in bolletta solo luce e gas, altrimenti anche acqua, condominio e internet. In aiuto dei fuori sede viene però l'Ersu con il contributo Fitto Casa: presentando regolare contratto di affitto si può essere rimborsati in tutto o in parte.
Il fuori sede che può spendere invece 300 euro se non di più decide o per il college universitario Sant'Efisio ubicato all'interno del seminario arcivescovile, che può ospitare 104 studenti previo il superamento di un test psicoattitudinale, o direttamente per una stanza in centro. Laura Moi, studentessa di Perdasdefogu, dopo anni di annunci fuorvianti ha trovato la sua stanza ideale in viale Bonaria, 270 euro incluse tasse e riscaldamento, quest'ultimo un lusso raro.
Annunci facebook, siti come subito.it o Bakeca, il baratto cartaceo sono gli strumenti più gettonati tra i giovani studenti, veloci ed economici certo ma garantiscono poca tutela per chi affitta. «Rivolgersi a un'agenzia immobiliare sarebbe la scelta più sicura - afferma Stefania Serra dell'agenzia Onali&associati - così da non incorrere nel mercato nero o in canoni mensili stabiliti dai padroni di casa». Grazie all'accordo territoriale del 2018 il fuori sede che affitta casa trova tutela nel contratto studente, dai 6 ai 36 mesi, dove si certifica un canone concordato sulla base di parametri oggettivi relativi allo stato dell'immobile e alla sua locazione. Un vantaggio sia per l'inquilino sia per il proprietario che hanno la possibilità di fruire anche di importanti agevolazioni fiscali.
Michela Marrocu


2 - L’UNIONE SARDA di martedì 27 agosto 2019 / Prima Economia (Pagina 13 - Edizione CA)
AFFITTI. In Sardegna
STUDENTI FUORI SEDE, LE FAMIGLIE SPENDONO 1.670 EURO ALL'ANNO

In Italia aumentano, secondo alcuni osservatori specializzati, i costi di locazione per le abitazioni degli studenti universitari fuori sede. Proprio in questi giorni sono tante le famiglie che stanno cercando una sistemazione per i figli in vista dell'inizio dell'anno accademico: un costo che incide considerevolmente sul budget delle famiglie italiane, che possono comunque portarlo in detrazione nella dichiarazione dei redditi.
Dall'analisi delle somme indicate nella dichiarazione presentata dai contribuenti nel corso del 2018 relative ai redditi del 2017, effettuata dall'Ancot-Associazione nazionale consulenti tributari, emerge che sono stati 273.650 i contribuenti che hanno indicato nella propria dichiarazione le spese di locazione per studenti fuori sede per un ammontare pari a 457 milioni di euro e una media di 1.670 euro. Al primo posto i figurano i contribuenti della provincia autonoma di Bolzano, con 1.980 euro. A seguire le altre realtà regionali: Molise 1.740 euro; Emilia Romagna 1.730 euro; Umbria 1.730 euro; Basilicata 1.730 euro; Toscana 1.720 euro; Puglia 1.700 euro; Provincia autonoma Trento 1.680; Lazio 1.680 euro; Abruzzo 1.680 euro; Lombardia 1.670 euro; Campania 1.670 euro; Sardegna 1.670 euro; Liguria 1.650 euro; Calabria 1.650 euro; Valle d'Aosta 1.640 euro; Veneto 1.640 euro; Marche 1.640 euro; Piemonte 1.630 euro; Friuli Venezia Giulia 1.620 euro e Sicilia 1.600.
«Dalla nostra analisi emerge che la media dichiarata dai contribuenti è ben lontana dalla somma massima che può essere portata in detrazione», osserva Celestino Bottoni, presidente dell'Ancot.


3 - L’UNIONE SARDA di martedì 27 agosto 2019 / Cagliari (Pagina 18 - Edizione CA)
SAN BENEDETTO. Relazione di dirigente e assessore alla commissione Attività produttive
RIFIUTI: I CONCESSIONARI PAGANO UN EXTRA
«Gli scarti animali non rientrano nell'appalto: attivato un nuovo servizio»

Rifiuti extra. Fuori dall'appalto pubblico milionario: lo smaltimento degli scarti animali prodotti al mercato di San Benedetto verrà pagato dai concessionari e dal Comune. Lo ha comunicato il dirigente del Municipio, Gian Battista Marotto, ieri mattina alla commissione Attività produttive presieduta da Pierluigi Mannino che ha ospitato anche l'audizione dell'assessore di riferimento Alessandro Sorgia.
A sollevare il problema della spazzatura al mercato, ai primi di agosto, era stata proprio la ditta incaricata della raccolta lamentando la presenza nei mastelli del secco di scarti di lavorazione animale che - in quanto rifiuti speciali - devono essere smaltiti a parte. «Inizialmente ci avevano dato tempo fino ai primi di settembre, ma poi abbiamo dovuto accelerare e così il servizio in via sperimentale è stato affidato all'unica ditta individuata dagli uffici attraverso un'indagine di mercato», ha spiegato Marotto.
LE REGOLE  La sperimentazione durerà tre mesi durante i quali l'avvocato dei concessionari potrà valutare se davvero gli scarti animali debbano restare fuori dall'appalto comunale dei rifiuti. Nel frattempo, i commercianti dovranno pagare 27 centesimi più Iva per ogni chilo prodotto mentre il Comune ha stanziato 5.900 euro (Iva compresa) per il canone trimestrale.
GLI ALTRI TEMI  I mercati sono anche al centro del piano di ristrutturazione per il quale il sindaco Paolo Truzzu ha richiesto 68 milioni di euro alla presidenza del Consiglio dei ministri. «Abbiamo avuto rassicurazione sul fatto che i soldi ci sono, certo la situazione attuale del governo temo possa rallentare l'iter, ma di sicuro i fondi sono disponibili», ha promesso l'assessore Sorgia.
IL TURISMO  Botta e risposta tra Mannino e la vice presidente ed ex assessora alle Attività produttive Marzia Cilloccu sull'utilità della Dmo, il servizio per cui è stato attivato un protocollo di due anni che dovrebbe promuovere la città come destinazione turistica in piano internazionale. «Vorrei sapere cosa fa la Dmo. Avrei capito se si fosse puntato sulla Dmo regionale, ma quella comunale a cosa serve? Perché ho la sensazione che abbiate creato poco più di una Pro Loco», la provocazione di Mannino. Cilloccu ha replicato così: «La Dmo si occupa di mettere a sistema tutti i dati sulla ricettività coinvolgendo gli operatori del settore e i dati disponibili su sito dicono che la città è in crescita».
PROPOSTE  All'invito di Sorgia di avanzare proposte utili alla stesura del programma ha risposto con entusiasmo l'esordiente Roberto Mura: «Io coinvolgerei anche l'Università». Netta la chiusura di Mannino: «Mi permetto di rispondere al posto dell'assessore: l'Università deve essere considerata un soggetto economico, se vuole partecipare può farlo al pari degli altri soggetti economici, altrimenti non farebbe crescere il resto degli operatori».
Mariella Careddu

 

4 - L’UNIONE SARDA di martedì 27 agosto 2019 / Provincia di Oristano (Pagina 31 - Edizione CA)
PAULILATINO. Mathias Zidda, è stato premiato alla mostra nazionale di Barcellona
TECNOLOGIA TESSILE, INGEGNERE SUL PODIO
L'ingegnere: «Il mio sogno è collaborare con le aziende dell'Isola»

Trent'anni, originario di Paulilatino e un premio a livello mondiale assegnato di recente dall'associazione Itma (Internation Textile Machinery Association). È l'identikit di Mathias Zidda, partito dalla Sardegna per studiare e col desiderio di riportare in Sardegna le conoscenze acquisite all'Estero.
GLI STUDI  Da Paulilatino, adolescente, con la famiglia si trasferisce ad Alghero dove si iscrive all'istituto tecnico industriale. Varca poi i confini dell'Isola per studiare a Padova ingegneria meccanica. In Germania consegue la laurea specialistica. «La mia passione è sempre stata la meccanica - spiega Mathias Zidda - Per partecipare al corso internazionale che ho frequentato ad Aquisgrana sono arrivate più di 600 domande e i posti erano 40».
Il trentenne di origini paulesi non si aspettava certo quello che sarebbe accaduto dopo. Inizia infatti a lavorare all'istituto tessile di Acquisgrana (Aechen) per lo sviluppo di nuove meccaniche e i risultati che ottiene lo portano ad essere uno dei candidati del prestigioso premio dell'Itma.
IL PREMIO  Arriva tra i finalisti, insieme ad un argentino e ad un indiano. Ma a Barcellona, sede della cerimonia di premiazione, è Mathias Zidda ad aggiudicarsi il primo posto. Il premio, che viene assegnato ogni 4 anni, riconosce i risultati ottenuti nella ricerca post-laurea nel settore delle macchine tessili. «Il concorso è a livello mondiale e possono partecipare tutti i tesisti che scrivono la propria tesi in questo campo». L'Itma Sustainable Innovation Award è stato creato da Cematex (The European Committee of Textile Machinery Manufacturers) per riconoscere gli sforzi dell'industria e della ricerca tessile mondiale per promuovere la sostenibilità attraverso soluzioni innovative e per la ricerca del settore. Il premio viene assegnato durante la più grande mostra internazionale delle tecnologie tessili e dell'abbigliamento al mondo.
LA CATEGORIA  «Il premio mi è stato assegnato per la mia tesi di laurea sullo sviluppo di una macchina trecciatrice 3D», spiega Zidda. E precisa: «La tesi si basa sullo sviluppo di nuovo macchinario in cui diverse componenti meccaniche sono state completamente riprogettate, mentre il sistema di controllo è stato sviluppato da zero, il tutto per ottenere un macchinario flessibile ma con costi di produzione contenuti».
LA RICERCA  Mathias Zidda attualmente è ricercatore all'università Rwth Aachen e si occupa di sviluppare prototipi elettrici. In particolare è impegnato nella ricerca sulla riduzione dei costi del ciclo di vita dei veicoli elettrici nella piccola e media distribuzione. «Svilupperemo 4 veicoli, tutti elettrici, ma con diverse tecnologie. I primi due saranno alimentati a batteria, mentre il terzo sarà a idrogeno e il quarto avrà un pantografo», dice Zidda. E conclude: «Sono molto soddisfatto del premio anche perché era un concorso a livello mondiale. È stato la ciliegina sulla torta dopo un anno di studi e sacrifici. Il mio sogno è rientrare in Sardegna e collaborare con le aziende dell'Isola, portando nella mia terra le conoscenze acquisite».
COS'È L'ITMA  Il premio è stato assegnato alla tesi di laurea di Zidda sullo sviluppo di una macchina trecciatrice 3D
IL CONCORSO  L'Itma Sustainable Innovation Award è stato creato da Cematex (The European Committee of Textile Machinery Manufacturers) per riconoscere gli sforzi dell'industria e della ricerca tessile mondiale per promuovere la sostenibilità attraverso soluzioni innovative e per la ricerca del settore.
Alessia Orbana

 

5 - L’UNIONE SARDA di martedì 27 agosto 2019 / Provincia di Nuoro (Pagina 33 - Edizione CA)
BELVÌ. Fusione dei minerali con il maestro Andrea Loddo
Laboratorio di archeologia nuragica per i bambini del campo estivo

La storia è ingrediente chiave di una buona crescita. Soprattutto se si impara giocando, sotto il cielo d'agosto. E se riguarda l'era nuragica, quel pezzo di passato sardo ricco e poco conosciuto. Una ricetta perfetta che il comune di Belvì ha offerto ai bambini del campo estivo. Dei 50 iscritti che da due mesi si districano tra arrampicate, mountain bike, tiro con l'arco e orientiering, solo una ventina ha partecipato ieri, nel Museo Aperto di Arte Contemporanea, al laboratorio di archeologia sperimentale a cura di Andrea Loddo. Seduti su pelli di animali, il gruppo (5 e i 15 anni) ha ripercorso la storia nuragica grazie alla ricostruzione del maestro Loddo degli strumenti per la fusione dei minerali, usati per i bronzetti, e degli abiti del popolo dei nuraghi. «È interessante che i bambini, abituati a stare sempre in movimento, abbiano seguito con attenzione la lezione frontale», afferma Tonino Ibba, 50 anni, di Lanusei, operatore del comitato nuorese della Uisp, che ha svolto parte del progetto del summer camp. «Già nel 2015 avevamo proposto attività di questo tipo con l'università di Cagliari e una straniera. È fondamentale che i bambini conoscano la storia dell'isola», conclude il sindaco di Belvì Bastiano Casula, 48 anni.  Daniela Melis

 

6 - L’UNIONE SARDA di martedì 27 agosto 2019 / Prima Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)
SALUTE, PROFESSORI A CONFRONTO
Dall’8 al 10 settembre il convegno sull’Oncologia chirurgica che sarà introdotto da Piergiorgio Calò e Massimo Dessena.

 





RASSEGNA STAMPA di DOMENICA 25 AGOSTO 2019

 

1 - L’UNIONE SARDA di domenica 25 agosto 2019 / Economia (Pagina 20 - Edizione CA)
IN BREVE
Bus, tariffe per studenti

Per l’anno scolastico 2019/2020 sono in vigore le nuove tariffe agevolate per studenti per gli abbonamenti mensili e annuali del Ctm. È già possibile richiedere per la prima volta o rinnovare il profilo studenti. Diverse le tipologie previste a seconda dell’Isee. Per l’acquisto si può andare al Ctm Point a Cagliari in viale Trieste 151 e sulla app Busfinder. Il Ctm Point è aperto dal lunedì al venerdì dalle 8.15 alle 13, lunedì, martedì e giovedì anche dalle 14.30 alle 18. Numero verde gratuito 800.078.870 per informazioni.

 

2 - L’UNIONE SARDA di domenica 25 agosto 2019 / Primo Piano (Pagina 2 - Edizione CA)
GLI SCAVI. Il cantiere dell'Università di Cagliari è aperto al pubblico
Luogosanto, la caccia al tesoro nel Palazzo di Baldu

Domani a Luogosanto parte la nuova campagna di scavi dell'Università di Cagliari e l'area del Palazzo di Baldu, insediamento militare di epoca medievale, tornerà a essere un tutt'uno col paese dove, tra l'altro, si avviano i preparativi per la festa grande che comincia a fine agosto e chiude a metà settembre. In questo centro della Gallura interna, venti chilometri da Arzachena, il cantiere aperto ormai da anni nel sito storico è diventato di per sé un richiamo e, non a caso, per almeno due settimane si collabora con l'ufficio turistico e gli organizzatori della festa. «Fatta salva la sicurezza, l'area dello scavo - spiega Fabio Pinna, docente di archeologia dell'Università di Cagliari - rimane sempre aperta ed è straordinario, per noi che ci lavoriamo, constatare con quanta attenzione e curiosità i turisti e i residenti, grandi e piccoli, si avvicinano per conoscere le novità del nostro lavoro quotidiano. È esattamente questo il bello del nostro modo di raccontare la Storia: non c'è la mediazione di cartelli e pannelli riassuntivi, e soprattutto nessun bisogno di inventare. Per il visitatore un'esperienza diretta, vivida, che resta impressa anche perché si assiste al lavoro di ricerca, alla fatica e al sudore che c'è dietro l'attività scientifica». Intanto, viene aperta la scuola di archeologia e di comunità: alle conferenze di storia medievale dell'Università si alternano le lezioni di chi, in paese, vuole raccontare qualcosa, come l'anziano che spiega le tecniche di coltura del sughero. Vengono organizzate attività di trekking, escursioni ai monumenti, concerti, laboratori didattici. Il primo settembre il Palazzo di Baldu sarà lo spazio di una caccia al tesoro dedicata ai bambini. «La tradizione dice che qui c'è appunto il tesoro del re - spiega il professor Pinna -. Torniamo al tempo del giudice Ubaldo Visconti e di Adelasia di Torres, contemporaneamente sovrani di Gallura e di Torres. Ecco, portare i ragazzi qui per qualcosa che può sembrare un gioco, è un modo per far capire loro che il vero tesoro, alla fine, è proprio il sapere che stanno scoprendo». ( p.s.)

 

3 - L’UNIONE SARDA di domenica 25 agosto 2019 / Prima (Pagina 1 - Edizione CA)
L'ANALISI
Governabilità non garantita

Marco Pignotti
Qualche giorno prima che scoppiasse la crisi più indecifrabile della storia italiana, il 72% degli italiani riteneva che fosse giunto il momento per tornare a votare. Dunque, la nostra popolazione manifesta un'inossidabile passione e un'ingiustificata fiducia verso quello che sta diventando più un rito taumaturgico, che una pratica democratica: il voto. Ciò nonostante, il continuo ricorso alle urne in Italia, come altrove, rischia di non produrre alcuna reale stabilità politica soprattutto alla luce dell'elevato tasso di rissosità presente fra le diverse forze politiche.
In seguito all'esito delle recenti consultazioni europee è scaturita però la tentazione da parte di alcuni protagonisti di valutare le conseguenze della redistribuzione del consenso quando è passato poco più di un anno dalle elezioni del 4 marzo 2018. (...) SEGUE A PAGINA  6

Primo Piano (Pagina 6 - Edizione CA) SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
RISCHIO INGOVERNABILITÀ
Le elezioni non sono un test di gradimento

(...) D'altronde, sondaggi a parte, appare come del tutto evidente che il Movimento 5 Stelle vada incontro a un prevedibile ridimensionamento, così come è altrettanto chiara la forte dilatazione della Lega salviniana. In sedici mesi il patrimonio di consensi dei pentastellati sembra essersi disintegrato sia a livello locale, sia a livello nazionale, mentre il partito leghista, dopo aver abbandonato l'originaria impostazione padana, è l'indiscusso protagonista delle ultime tornate elettorali persino in molte regioni dell'area centro-meridionale. Stante questi elementi difficilmente controvertibili, rimane ancora lecito interrogarsi se il ricorso anticipato alle urne possa portarci in Parlamento una coalizione realmente omogenea, in grado di realizzare un programma di legislatura. L'attuale esperienza giallo-verde, ci dimostra concretamente come neppure un'ampia maggioranza numerica sia garanzia di per sé di un'efficiente e lineare governabilità. Di conseguenza, non è improbabile prefigurare uno scenario in cui anche nel nuovo Parlamento si registri un quadro di totale ingovernabilità, dove tutti sono incompatibili con tutti. Fintantoché il dibattito viene monopolizzato da aspetti occasionali e dall'isteria mediatica, gli stessi esecutivi chiamati a reggere l'amministrazione del paese saranno infatti più orientati a un esercizio precario della conduzione politica, che a un'effettiva realizzazione di misure politiche strutturali. Non solo. Ogniqualvolta un governo si trovasse di fronte a una situazione di stallo, non gli resterà quale unica risorsa di invocare l'anticipato scioglimento delle Camere, con il risultato di condannare la rappresentanza parlamentare alla completa impotenza e a un continuo discredito. La corsa al voto, dunque, rischia di diventare un eccellente alibi per deresponsabilizzare la classe politica che, anziché promuovere un concreto indirizzo politico, preferisce demandare tale responsabilità all'elettore, di fatto, sottoponendo il requisito della legittimità a governare a una compulsiva verifica demoscopica. La nostra Costituzione prevede che una legislatura duri cinque anni e, benché contempli l'ipotesi che questa si interrompa anticipatamente, riconduce tale evento all'eccezionalità. Attualmente i tempi della politica appaiono compressi e accelerati, o senz'altro meno compassati di quelli di settant'anni fa. Ciò non significa che le consultazioni debbano diventare un test di gradimento. Le elezioni sono un meccanismo delicatissimo e rappresentano il principale requisito di un sistema democratico. Abusarne comporta il rischio di creare disaffezione e di indebolire il concetto stesso di “politica”, tanto più in una fase storica in cui il vero incontrastato vincitore delle ultime tornate elettorali è stato l'astensionismo.
MARCO PIGNOTTI
DOCENTE DI STORIA POLITICA, UNIVERSITÀ DI CAGLIARI





RASSEGNA STAMPA di SABATO 24 AGOSTO 2019


1 - L’UNIONE SARDA di sabato 24 agosto 2019 / Speciale estate (Pagina 2 - Edizione CA)
Al castello di Sassai
tappa finale della settimana di festeggiamenti del paese di Silius

E... state a Silius con “Notis de spassiu”. Il paese della fluorite si veste a festa con tutta una serie di manifestazioni che stanno movimentando l'estate in questo piccolo centro del Gerrei, richiamando anche l'attenzione dei forestieri dei Comuni vicini. Una estate magica tra mostre fotografiche, sport e teatro. Il nuovo appuntamento è per oggi e domani per la festa della Madonna della Salute tra riti religiosi e manifestazioni civili. Il 26 agosto alle 22.30, in piazza Sa porta, si terrà il “Circo Peluche”. Per il 29 agosto, alle 22 in Casa Lecis, è in programma uno spettacolo teatrale di e con Monica Porcedda. Il 30 agosto alle 21,30 tutti in piazza Porta alle 21,30 col “Dottor Why”.
Il 31 agosto attesissimo appuntamento col “SardiniaReloaded”: 50 tra studenti, ricercatori e docenti del Dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e architettura dell'Università degli Studi di Cagliari, saranno ospiti a Silius per il laboratorio sui temi dello spopolamento e delle strategie di sviluppo locale delle aree interne. Gran finale il primo settembre: alle 10 tutti a Siliusa, al maestoso castello di Sassai, detto anche Orguglioso. (antonio serreli)


2 - L’UNIONE SARDA di sabato 24 agosto 2019 / Speciale estate (Pagina 8 - Edizione CA)
Alghero “Nella rete dello spaziotempo”,
la mostra dove i visitatori deformano e incurvano la materia

Deformare e incurvare lo spazio che ci circonda, così come fanno stelle, supernovae e buchi neri nel cosmo, oppure generare onde gravitazionali virtuali. Sarà ciò che potranno fare i visitatori della mostra “Nella rete dello Spaziotempo”, installazione interattiva dell'Istituto nazionale di Fisica nucleare, che sarà ad Alghero nello spazio mostre de Lo Quarter dal 28.agosto al 29 settembre. Obiettivo della mostra è divulgare il percorso di ricerca portato avanti dal gruppo Ecourbanlab del Dadu (Dipartimento di Architettura, Design e Urbanistica Università degli Studi di Sassari) nella quarta edizione della summer school ILS 2019 Landscapes of Knowledge, dedicata al progetto degli spazi dell'apprendimento e in particolare ai paesaggi della conoscenza. Per raccontare al grande pubblico la visione dell'universo della fisica contemporanea, l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare presenta una spettacolare installazione interattiva: i visitatori potranno deformare e incurvare lo spazio intorno a loro. L'iniziativa si inserisce nel circuito degli eventi che culmineranno nella Notte Europea dei Ricercatori 2019 coordinata da Frascati Scienza. La mostra, che sarà inaugurata mercoledì prossimo alle 17.30, si potrà visitare tutti i giorni, tranne la domenica, fino al 29 settembre.






RASSEGNA STAMPA di VENERDÌ 23 AGOSTO 2019


1 - L’UNIONE SARDA di venerdì 23 agosto 2019 / Olbia e Gallura (Pagina 45 - Edizione CA)
La Maddalena
L'Ente Parco bacchetta il sindaco

«Le guerre continue, gli sgambetti più o meno palesi e gli attacchi - a volte purtroppo personali - a cui il sindaco ci sta abituando, ben poco servono per risolvere i problemi della nostra Città». Le parole usate dal consiglio direttivo del Parco nazionale di La Maddalena a commento dei comportamenti del sindaco Montella, accusato di non perdere occasione «per scaricare le proprie responsabilità sugli altri Enti» non lasciano spazio a dubbi su quanto siano tesi i rapporti tra Comune e Ente Parco. Che va giù ancora duro ricordando a Montella come il Pul, recentemente deliberato, sia stato «sonoramente bocciato dal Servizio di Valutazione Ambientale e dall'Arpas, e accolto invece dal Parco con una serie di suggerimenti e critiche costruttive che solo in pochi casi si sono tradotti in dinieghi, obbligatori per legge». C'è da ricordare come Montella, che già era entrato in contrasto col precedente presidente (Bonanno) e direttivo, auspicasse nominativi diversi rispetto a quelli designanti dalla Regione e dal Ministero dell'Ambiente. Ciononostante il consiglio direttivo del parco invita il comune a dare un taglio alle polemiche e a sedersi ad un tavolo. Il direttivo ricorda alcuni recenti interventi: i campi boa posizionati con le autorizzazioni necessarie; l'assicurazione per la responsabilità civile terzi; accordi di collaborazione con l'Università di Cagliari e l'Area marina protetta di Tavolara per studi scientifici innovativi e dotazioni tecniche; l'assegnazione di contributi alle associazioni e l'accordo con Forestas per contenimento ed eradicazione dei cinghiali.
Claudio Ronchi

2 - L’UNIONE SARDA di venerdì 23 agosto 2019 / Oristano e Provincia (Pagina 39 - Edizione CA)
ORISTANO. La cerimonia per i neodiplomati il 6 settembre
Premio Antonello Pinna, diciannove concorrenti
Ben 19 neodiplomati concorrono per la borsa di studio Antonello Pinna, il premio ideato dallo scienziato oristanese Graziano Pinna in onore del fratello scomparso prematuramente. I candidati sono 11 ragazze e 8 ragazzi che hanno frequentato il liceo scientifico Mariano IV e il liceo classico De Castro, le borse di studio sono di tremila e mille euro. Inoltre verrà assegnato un terzo certificato “Menzione di merito” per eccezionali meriti scolastici. «La borsa di studio è un omaggio per la città - spiega Pinna che nel 2016 ha ricevuto dal Comune il premio Oristanesi nel mondo - ma anche uno stimolo per facilitare gli studi agli studenti meritevoli». I diplomati hanno le idee chiare sul futuro, alcuni si sono già iscritti all'Università, cinque vogliono iscriversi in Medicina mentre altri puntano sull'Ingegneria biomedica, aerospaziale e le Scienze diplomatiche. La premiazione si terrà il 6 settembre alle 18 nei locali del Consorzio Uno. I beneficiari dovranno entro il 30 settembre spedire l'accettazione scritta, gli assegni di studio verranno consegnati dopo l'invio della copia della ricevuta della tassa di iscrizione al primo anno di università. ( v. p.)



3 - L’UNIONE SARDA di venerdì 23 agosto 2019 / Sassari e Alghero (Pagina 44 - Edizione CA)
Sassari
TRASPORTI A 10 EURO PER GLI STUDENTI

Autobus e Metrò Sirio gratis o quasi per gli studenti universitari di Sassari. Con un abbonamento dal costo di dieci euro l'anno potranno utilizzare tutti i mezzi cittadini.
Un servizio operativo anche a Cagliari e che è stato appena ratificato a Sassari con una convenzione appena rinnovata tra la società dei trasporti comunale ATP e l'Ersu. Riguarda gli studenti universitari, quelli iscritti al Conservatorio Luigi Canepa e all'Accademia di Belle Arti Mario Sironi. Il protocollo è stato firmato dai Direttori Generali Roberto Mura, per ATP e Antonello Arghittu per l'Ersu. Prevede, attraverso un intervento economico diretto della Regione, abbonamenti per gli studenti che avranno la durata di un anno. Saranno validi da settembre ad agosto. Ne potranno usufruire però esclusivamente studentesse e studenti che possano dimostrare un reddito familiare con un Isee pari o inferiore ai 25.500 euro. Secondo gli Enti firmatari dell'accordo, gli studenti interessati dovrebbero essere oltre 12mila. Per accedere agli sconti dovranno scaricare la domanda dal sito dell'Atp, ed effettuare il pagamento recandosi con i documenti richiesti, negli uffici dello stesso Ente, in via Caniga. ( Fr.Fe. )





RASSEGNA STAMPA di GIOVEDÌ 22 AGOSTO 2019


1 - L’UNIONE SARDA di giovedì 22 agosto 2019 / Quartu SantElena (Pagina 22 - Edizione CA)
LUNGOSALINE. I cantieri apriranno a settembre: stop alle auto nell'arteria
VIA ALLA GARA, PONTE DI NUOVO CHIUSO
Nominata la commissione che dovrà valutare le offerte

Nel lungosaline di viale Colombo si avvicina il tempo del nuovo stop alle auto. Procede infatti senza intoppi l'iter per l'aggiudicazione dei lavori per la manutenzione del ponticello sul Perdalonga.
Chiusa lo scorso giugno la manifestazione di interesse, la procedura di gara va avanti ed è stata nominata la commissione che dovrà esaminare tutte le offerte pervenute.
I cantieri, come annunciato nelle scorse settimane, dovrebbero quindi aprire a settembre con la conseguente interdizione al traffico dell'arteria, in un periodo cruciale come quello della riapertura delle scuole. «Gli uffici per prima cosa hanno verificato la documentazione amministrativa e predisposto l'elenco degli ammessi», spiega il Comune in una nota, «sono state invitate 16 aziende ma solo 9 hanno inviato un'offerta. Ora si sta predisponendo la determina con l'elenco degli ammessi, in seguito si procederà immediatamente con le verifiche e si proseguirà con l'apertura dell'offerta economica. Farà poi seguito l'aggiudicazione non efficace, tutto ciò in un tempo assai breve».
Il cronoprogramma per la demolizione e la ricostruzione del ponticello avrà una durata complessiva di due mesi circa e prevede, nella seconda parte, l'interdizione alla circolazione veicolare per circatre settimane per consentire il montaggio delle travi prefabbricate e il getto del calcestruzzo, che necessita poi di un certo periodo per la maturazione. La strada era stata chiuso all'inizio dello scorso maggio proprio a seguito dell'instabilità del ponticello. Prima, a febbraio, era già stato vietato il traffico ai mezzi pesanti e a quelli del Ctm. In seguito, dopo le indagini effettuate da una società spin -off dell'Università, lo scorso 8 agosto, senza avere mai avviato i lavori, la strada era stata riaperta. Sul posto sono stati sistemati dissuasori e segnaletica ed era stato dato il via libera alle auto di portata inferiore ai 35 quintali, con limite di velocità a 30 km orari e solo su due corsie da 2,75 m ciascuna, una per senso di marcia. La commissione di gara che dovrà valutare le aziende che hanno partecipato al bando sarà composta dal dirigente dell'assessorato all'Ambiente Fernando Mura e dai funzionari dello stesso settore Robertino Cao e Ignazio Mura.
Giorgia Daga



2 - L’UNIONE SARDA di giovedì 22 agosto 2019 / Speciale estate (Pagina 7 - Edizione CA)
Domani al via, a Villa Sanjust, la prima edizione del Film Festival
TEULADA DI “BISUS”

di Giovanni Lorenzo Porrà
Siamo a Teulada, ma sognamo Hollywood. Per due giorni, domani e dopodomani, è di scena il “Bisus Film Fest”, alla sua prima edizione. Organizzano l'associazione di promozione sociale Zenit e l'associazione culturale Is Sinnus. Ospiti, proiezioni all'aperto, tutto nella splendida villa baronale Sanjust. E parliamo dei maggiori successi della cinematografia isolana, a cominciare dal “Clan dei Ricciai” di Pietro Mereu, documentario in cui senza sconti un gruppo di ex detenuti racconta il loro passato criminale, e la rinascita come pescatori. A seguire una selezione di cortometraggi parte del progetto “Visioni sarde” offerti da Skepto Film Festival, tra cui “L'Unica lezione” di Peter Marcias, che il regista ha realizzato con i ragazzi dell'Università di Cagliari, o ancora l'originale “Sonus” di Andrea Mura, tre minuti senza dialoghi dei suoni della Sardegna, solo per citare alcuni esempi. Da non perdere prima delle proiezioni l'incontro con Peter Marcias, Sergio Falchi e Pietro Mereu, che sveleranno i segreti delle loro opere.
La serata continuerà con i corti della Film Commission “Heroes 20.20.20” dedicati all'ambiente. Gran finale poi con “Strollica” e “Può Essere” di Marcias e Jacopo Cullin, e il film cult di Paolo Zucca “L'arbitro”, film selezionato a Venezia che col suo bianco e nero racconta una storia di calcio realistica e straordinaria.
Nuovo giorno e altra corsa, sabato la star è proprio Paolo Zucca, che incontrerà il pubblico alle 22. Subito dopo, la proiezione del suo ultimo successo, “L'uomo che comprò la Luna”: surreale, divertente, emozionante, è la storia incredibile di un uomo che reclama la proprietà del satellite terrestre, ma anche una metafora dell'identità sarda. Sul palco salirà anche Michele Mossa, regista tra l'altro del documentario “Cagliari Rock”, e Matteo Incollu, che nei suoi lavori unisce un po' di realismo e un po' di mistero. Per capirlo basterà guardare due sue opere in programmazione, insieme a “Deu ti Amu” di Cullin. Si tratta di “Disco Volante”, dedicato al mondo dei chioschi cosiddetti caddozzoni di Cagliari e vincitore del concorso “Visioni Sarde”; e di “Hansel e Gretel”, storia di due fratelli "drogati" di tecnologia, che imparano dal nonno a vivere a contatto con la natura.
Ad ogni serata sarà presente il regista Tore Cubeddu, e la responsabile di Sardegna Teatro Paola Masala. L'ingresso alla nostra piccola Hollywood è gratuito.

3 - L’UNIONE SARDA di giovedì 22 agosto 2019 / Speciale estate (Pagina 8 - Edizione CA)
Il retablo ritrovato che riapre il mistero sull'identità del Maestro di Castelsardo 
Cinque metri abbondanti di larghezza, sette metri di altezza. «Probabilmente il più grande retablo della Sardegna, realizzato dalla bottega del Maestro di Castelsardo intorno al 1493». Una ricostruzione virtuale, dato che sono andati perduti almeno due terzi della imponente pala d'altare a scomparti, ma fondamentale perché spalanca scenari nuovi nelle ricerche sul più grande pittore sardo del Rinascimento. Lo ha rivelato don Francesco Tamponi, direttore dell'ufficio Beni Culturali ecclesiastici della Diocesi di Tempio-Ampurias, nella conferenza stampa tenuta nella Pinacoteca di Sassari alla presenza della direttrice Giannina Granara.
LIBRO Anticipazioni che stuzzicano la curiosità in previsione della presentazione del libro “Il Retablo Perduto-Cronografia di un'ipotesi” (Susil Edizioni). Presentazione in programma domani alle 21 proprio nella Cattedrale di Sant'Antonio Abate, che ha custodito per un solo secolo l'imponente opera, poi “smontata” nel 1599 quando il vescovo sardo Juan Sanna y Porcu iniziò l'ampliamento dell'edificio, sede della cattedra vescovile. Da allora le tavole del maestro hanno iniziato a vagare per la cattedrale di Castelsardo, da una cappella all'altra, sia per esigenze costruttive sia per questioni teologiche legate al Concilio di Trento in risposta alla Riforma luterana. Due anni di studi e la scoperta proprio nella Cattedrale castellanese di un'opera attribuibile al Maestro di Castelsardo, che fa parte del retablo, hanno consentito di arrivare alla ricostruzione virtuale di un capolavoro di grandi dimensioni. L'attribuzione dell'opera all'artista castellanese, la cui identità non è a tutt'oggi certa, è stata possibile grazie agli studi precedenti sulla doratura e i pigmenti (soprattutto rosso, azzurro e bianco) delle opere rimaste, come ad esempio i dipinti raffiguranti San Michele Arcangelo, la Trinità e gli Apostoli Mattia, Matteo, Filippo e Bartolomeo.
TECNOLOGIA L'utilizzo della spettrometria Rahman ha potuto appurare che il pigmento rosso di quel dipinto è lo stesso utilizzato dall'artista o comunque dalla sua bottega in quegli anni. Don Tamponi aggiunge: «Abbiamo poi incrociato i dati sulla costruzione della cattedrale e quelli d'archivio: lettere, inventari, ricevute di pagamento delle opere commissionate. Abbiamo ricostruito i temi di 3 tavole su 12, una ce l'abbiamo ora, ne mancano 8, ma c'è stato purtroppo l'incendio del 1951 in cattedrale a complicare il lavoro, distruggendo diverse opere. Siamo riusciti comunque a risalire alle misure, alle fattezze e ai temi del più grande retablo realizzato nell'isola. Questo ritrovamento può rivoluzionare le ricerche ancora in corso sul più grande pittore sardo del Rinascimento, che ha lasciato testimonianze anche in Corsica, a Barcellona e in Inghilterra». Alla presentazione di domani a Castelsardo interverranno Francesco Delogu e Pier Carlo Ricci dell'Università di Cagliari che hanno condotto le ricerche in collaborazione con don Tamponi. Prezioso il lavoro di digitalizzazione di Paolo Addis del sistema museale della diocesi tempiese, diretto da Angelo Casula. L'impaginazione del volume è di Fabio Ardau, le fotografie di Tore Denau.
Giampiero Marras



4 - L’UNIONE SARDA di giovedì 22 agosto 2019 / Cagliari (Pagina 20 - Edizione CA)
CTM
Abbonamenti per studenti e agevolazioni

Abbonamenti Ctm per gli studenti, sono in vigore le nuove tariffe agevolate per il nuovo anno scolastico. Queste le novità. Profilo studenti con Isee inferiore a 25.500 euro o dal terzo figlio studente: riduzione 80%; abbonamento annuale studente 35 euro, abbonamento mensile studente 4,20 euro. Isee superiore a 25.500 euro: riduzione 60%. Abbonamento annuale studente 70 euro, abbonamento mensile studente 8,40 euro. Le modalità: acquisto su Ctm card-creazione nuovo profilo studente e rinnovo al Ctm Point di viale Trieste 151. Acquisto su busfinder-creazione nuovo profilo studente e rinnovo tramite email. Creazione e rinnovo profilo per gli abbonamenti annuali e mensili su Busfinder. Il Ctm Point è aperto dal lunedì al venerdì dalle 8,15 alle 13 lunedì, martedì e giovedì anche 14:30-18. Dal 26 agosto aperto dal lunedì al venerdì orario continuato 8:05-18:00 e sabato dalle 8:05-12. Per info, numero verde 800.078.870.





RASSEGNA STAMPA di MERCOLEDÌ 21 AGOSTO 2019


1 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 21 agosto 2019 / Agenda (Pagina 21 - Edizione CA)
DIARIO CITTADINO
Test d’ingresso all’Università

Lo sportello Informa & Orienta del Comune organizza il secondo incontro sull’iscrizione all’Università e test di ingresso. Sarà martedì 27 agosto alla Mem, in via Mameli 164, nella Sala eventi al primo piano. Dalle 16.30 alle 19.30 è in programma la spiegazione dei meccanismi dei quiz di logica e cultura generale, che sarà poi seguita da una simulazione del test. Per iscriversi è necessario compilare il modulo su https://forms.gle/JjnaJ47vBFuK2q5J7.



2 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 21 agosto 2019 / Speciale estate (Pagina 8 - Edizione CA)
Tonni e tonnarotti
venerdì a Stintino

Una specie errante, la cui casa è l'oceano: è il tonno rosso il protagonista del prossimo appuntamento in programma al Mut, Museo della Tonnara di Stintino, venerdì alle 20.
Nella conferenza dal titolo “Tonni, tonnare e tonnarotti: ponte culturale tra i popoli”, Piero Addis, docente di Ecologia presso il Dipartimento di Scienze della vita e dell'ambiente dell'Università degli studi di Cagliari, guiderà la platea in un viaggio attraverso le tradizioni culinarie di diversi popoli, a partire dalla Grecia del IV secolo a.C. per arrivare ai giorni nostri.





 

RASSEGNA STAMPA di MARTEDÌ 20 AGOSTO 2019

 

1 - L’UNIONE SARDA di martedì 20 agosto 2019 / Agenda (Pagina 20 - Edizione CA)
VIA MAMELI. Appuntamento martedì 27 agosto
ALLA MEDIATECA DEL MEDITERRANEO INCONTRO SULL'ISCRIZIONE ALL'UNIVERSITÀ

Martedì 27 agosto la Mediateca ospiterà il secondo incontro tematico sull'iscrizione all'Università. Ad organizzarlo è lo sportello comunale “Informa & Orienta”. L'iniziativa si svolgerà dalle 16,30 alle 19,30. Nella sala eventi verrà spiegato come prepararsi ai test di ingresso con riferimento ai meccanismi dei quiz di logica e cultura generale. Sarà l'occasione anche per effettuare delle simulazioni sui test. Per iscriversi è necessario compilare il modulo disponibile al link: https://forms.gle/JjnaJ47vBFuK2q5J7.
I CONSIGLI
Intanto l'Ateneo ha pubblicato un vademecum per aiutare gli studenti ad accedere ai corsi di laurea e di laurea magistrale a ciclo unico. Questi i passi da fare. Intanto collegarsi alla pagina web, https://unica.esse3.cineca.it/Home.do per iscriversi alla prova di verifica della preparazione iniziale. Si tratta di una prova obbligatoria che tutti devono sostenere per potersi iscrivere all'Università. Secondo passaggio: dopo essersi iscritti, bisogna effettuare il pagamento della tassa di iscrizione alla prova. Le date delle prove di verifica sono pubblicate nel “Manifesto degli Studi per l'A.A. 2019/2020”, fatta eccezione per i corsi di studio per i quali è prevista la prova di ammissione nei mesi di aprile, maggio, luglio e agosto.
LE FOTOGRAFIE
Una volta effettuata e superata la prova, bisogna immatricolarsi, esclusivamente online, accedendo alla pagina https://unica.esse3.cineca.it/Home.do. In questa fase è necessario inserire la foto in formato digitale di un documento di identità valido in formato pdf. Dopo l'immatricolazione online bisogna procedere al pagamento della prima rata della tassa d'iscrizione; in un momento successivo, si deve inserire l'autocertificazione online del valore Isee.
NUMERO CHIUSO
Chi si vuole iscrivere a un corso ad accesso programmato (“numero chiuso”), dovrà seguire le scadenze indicate nei singoli bandi di concorso. Se si vuole inoltre verificare il proprio livello di preparazione, si può consultare i test delle prove effettuate negli anni precedenti https://wwwattraverso la pagina:unica.it/unica/it/futuri_studenti_s01_ss07.page.






 

RASSEGNA STAMPA di LUNEDÌ 19 AGOSTO 2019

 

1 - L’UNIONE SARDA di lunedì 19 agosto 2019 / Hinterland (Pagina 17 - Edizione CA)
MONSERRATO. Svolta ecologica
Sei nuove colonnine per la ricarica delle auto elettriche

Sei colonnine per la ricarica delle auto elettriche in arrivo a Monserrato. «Entro ottobre contiamo di posizionare le prime tre acquistate dal Comune», annuncia il sindaco Tomaso Locci. "Poi verranno installate le altre che ci deve consegnare la Città metropolitana».
Priorità per le zone di parcheggio di pertinenza degli edifici comunali e nelle strade con un'alta concentrazione di traffico, uffici e servizi pubblici. E nelle vicinanze delle attività commerciali, in modo che chi si trova a Monserrato per ricaricare la propria auto nell'attesa possa spendere nei bar, negozi e ristoranti cittadini.
Le prime colonnine verranno dislocate in via Cesare Cabras, a ridosso del Municipio di via San Lorenzo, e in via San Gottardo dove in futuro è prevista anche la realizzazione di un parcheggio di scambio nello sterrato a due passi dalla stazione della metropolitana leggera.
Tutte zone individuate in base allo studio fatto dalla Polizia municipale nell'ambito del progetto sulla sicurezza stradale. «L'obiettivo è quello di posizionarne una anche nella zona del Policlinico, frequentata ogni giorno da centinaia di persone tra docenti, studenti, personale medico e pazienti», continua Locci. «Ma è necessario avviare prima un'interlocuzione con l'Università per decidere insieme come e dove poter intervenire».
A breve partirà il periodo di sperimentazione delle colonnine dove è previsto anche un software per il monitoraggio, configurato per il futuro utilizzo a pagamento del servizio, e dei cartelli informativi per il corretto utilizzo degli impianti. Poi il Comune dovrà pianificare dove installare le altre tre colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici in arrivo dalla Città metropolitana di Cagliari, che da anni porta avanti un progetto sulla mobilità sostenibile con tutti i Comuni dell'area vasta. «Un servizio innovativo che renderà la nostra città più green e rispettosa dell'ambiente», aggiunge il sindaco. «E che ci consentirà di avere sempre più un ruolo strategico nell'hinterland». (f. l.)





 

RASSEGNA STAMPA di DOMENICA 18 AGOSTO 2019

 


1 - L’UNIONE SARDA di domenica 18 agosto 2019 / Prima Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)
SANITÀ. Dal Brotzu al Santissima Trinità, dal Policlinico al Marino: i dati dell'emergenza
L'INUTILE CORSA AI PRONTO SOCCORSO
Continua il boom di accessi impropri: sei casi su dieci non sono urgenze

Lo scorso anno oltre 125mila persone si sono recate nei quattro pronto soccorso operativi 24 ore su 24 in città negli ospedali Brotzu, Is Mirrionis, Policlinico e Marino. Ma di questo esercito grande quanto la popolazione di Sassari, tra il 50 e il 60 per cento ha avuto assegnati codici bianchi o verdi. In altre parole non erano casi urgenti, per cui avrebbero potuto risolvere il proprio problema rivolgendosi ai medici di famiglia o a quelli di guardia. Accessi impropri a tutti gli effetti dunque, che contribuiscono però a intasare quei reparti che sono invece destinati proprio a trattare le urgenze, con conseguente aumento dei tempi di attesa e dello stress per gli operatori.
RECORD DI ACCESSI  Un problema che si ripropone in particolare d'estate, quando ai cittadini che devono fare i conti con un ridotto livello di assistenza nei territori - dovuto alla chiusura per ferie di ambulatori e studi professionali - si aggiungono i turisti. Nel 2018 il record di pazienti si è registrato al pronto soccorso del Brotzu, con oltre 40 mila. Di questi però solo il 4,5 per cento era in codice rosso, mentre i codici gialli sono stati il 40 per cento. Al Santissima Trinità invece, dove gli accessi sono 36mila all'anno, va un po' meglio: dal 1 gennaio il codice rosso è stato assegnato al 6 per cento degli utenti, il giallo al 45 per cento. Percentuali non dissimili al Marino, dove ogni anno vengono visitati 22mila pazienti, mentre è al Policlinico che si registra il numero di accessi impropri più alto: 40 per cento di codici rossi o gialli su 27mila visite. Il che significa che il restante 60 per cento era lì senza un motivo reale.
LE CAUSE  Di «mancanza di fiducia» nella medicina del territorio parla Rosanna Laconi, primario del pronto soccorso dell'Azienda universitaria che dal luglio 2017 è stato trasferito dal San Giovanni di Dio a Monserrato. «Il flusso è enorme e in continua crescita - spiega -, tanto che quest'anno supereremo i 30mila accessi. Che ci sia un uso improprio del pronto soccorso è indubbio, ma c'è anche un fattore culturale legato al volere tutto e subito». Cioè la tendenza a bypassare medico di famiglia e guardia medica per comodità. «E non certo per risparmiare tempo, visto che in pronto soccorso si aspetta anche otto ore, bensì perché si ritiene di avere una qualità di risposte più alta e soprattutto la possibilità di fare tutti gli esami rapidamente». Eppure le soluzioni ci sarebbero. «Nell'era digitale - dice Laconi - dobbiamo incrementare la possibilità di prenotare controlli specialistici mentre i medici di famiglia dovrebbero fare rete, organizzandosi in poli che possano appoggiarsi a strutture all'avanguardia in grado di fornire esami in tempi rapidi».
MEDICINA DEL TERRITORIO  Giorgio Pia, primario al Santissima Trinità, cita un caso recentissimo: «Da poco ho discusso con una paziente che chiedeva un esame specialistico, che non è certo una prestazione da pronto soccorso bensì ambulatoriale. Ma la colpa non è sua, la colpa non è mai dei pazienti: il medico aveva scritto urgente nell'impegnativa senza spiegarle che poteva effettuare la prestazione entro 72 ore. Spesso alla base dei problemi c'è dunque la poca chiarezza anche da parte di noi medici. Inoltre è fondamentale che ci siano strutture pronte ad accogliere i pazienti dopo le dimissioni, altrimenti è scontato che al primo guaio tornino da noi». Fabrizio Polo, primario al Brotzu, aggiunge: «C'è anche chi ne approfitta perché pagando 25 euro di ticket puoi fare tutti gli esami in un giorno, ma se i tempi della medicina sul territorio non fossero così lunghi la musica forse sarebbe diversa: cosa si può dire a un cittadino che deve fare una tac all'addome e gliela prenotano tra otto mesi?». Risposta scontata: fai un salto al pronto soccorso.
Massimo Ledda

L'ESPERIMENTO. Il servizio di accoglienza al Duilio Casula
COSÌ IN SALA D'ATTESA CROLLANO LE PROTESTE

Certo, non servirà a impedire che il pronto soccorso venga preso d'assalto da persone che non avrebbero bisogno di cure urgenti. Ma almeno, questo sì, è stato non utile ma utilissimo per rasserenare il clima nella sala d'attesa.
Si è rivelato un successo il servizio di accoglienza - denominato “Pronto soccorso comunica” - attivato lo scorso anno al Policlinico Duilio Casula di Monserrato in via sperimentale: uno sportello informativo, situato nella sala d'attesa, a disposizione non solo dei pazienti ma anche dei parenti che spesso restano ore senza sapere nulla del proprio congiunto. «Abbiamo pensato che poteva essere utile prendersi cura di loro, parlarci e tranquillizzarli. E i risultati ci hanno dato ragione, sorprendendo anche noi», spiega il responsabile della comunicazione dell'Azienda ospedaliera universitaria Fabrizio Meloni, che coordina il team di studenti di scienze della comunicazione coinvolti nel progetto. «In questi dodici mesi le lamentele da parte degli utenti sono crollate del 90 per cento, segno che parlare agli utenti consente di ottenere risultati positivi». Tanto che ora si sta pensando di estendere questo modello. «Stiamo valutando se varare dei corsi di comunicazione destinati a medici e infermieri con l'obiettivo di migliorare il rapporto coi pazienti e coi loro cari», conclude Meloni.
 

2 - L’UNIONE SARDA di domenica 18 agosto 2019 / Nuoro e Provincia (Pagina 32 - Edizione CA)
NUORO. Il ricercatore, 34 anni, lavora tra Roma e l'University College di Londra
CURA DEL PARKINSON: PREMIATO
Autore dello studio è Elias Paolo Casula, laurea in neuroscienze

Il trattamento delle malattie neurodegenerative quale sfida cruciale di questo scorcio di terzo millennio. Inderogabile, considerato che in Italia tre milioni di over 65 non sono autosufficienti e che tale quota si quintuplicherà nei prossimi decenni. Elias Paolo Casula, ricercatore nuorese di 34 anni, fa parte di quell'avamposto di frontiera che studia le dinamiche cerebrali per rallentare il decorso di patologie non curabili. Maturità scientifica al liceo Fermi, laurea triennale in scienze e tecniche psicologiche all'università di Cagliari e magistrale in neuroscienze all'ateneo di Padova, dove consegue il dottorato di ricerca in psicobiologia, da sette anni sta mettendo a frutto il suo know-how. Nel 2013 è il politecnico patavino ad assumerlo come docente del corso di Stimolazione magnetica transcranica; due anni dopo è la Fondazione Santa Lucia di Roma, che sul sistema nervoso conduce studi all'avanguardia nel nostro Paese, a ingaggiarlo, incardinandolo nel laboratorio di neuropsicofisiologia sperimentale. Da gennaio di quest'anno sta sviluppando un suo progetto all'University College di Londra. Ventuno pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali e tredici relazioni esposte in appositi simposi (da Berlino a Venezia, da Torino a Brno) impreziosiscono il suo background.
LA FORMAZIONE  «Da adolescente - racconta Elias - la mia passione era la musica. A quindici anni con tre amici formai una band; si chiamava Grey Summer: genere metal. Ero uno dei due vocalist e suonavo la chitarra elettrica». Lo zelo algebrico-speculativo prese il sopravvento al liceo. «Matematica e filosofia erano le mie materie preferite. M'interessavano le dinamiche mentali insite nel ragionamento». L'intuizione, durante il prosieguo educativo. «Scelsi l'università di Cagliari e m'iscrissi a psicologia. Anni fecondi: mi fecero capire che volevo studiare il cervello. Grazie all'ateneo di Padova, frequentando il corso magistrale in neuroscienze, compresi il valore della ricerca». Il successivo dottorato raffinò il suo estro. «Fu un'esperienza cruciale: appresi il culto della curiosità e il rigore nel misurare i fenomeni oggetto dell'indagine». Da gennaio 2015 lavora alla Fondazione Santa Lucia di Roma, centro specializzato nella riabilitazione neuromotoria. «Studio il modo in cui il cervello reagisce alle disfunzioni neurodegenerative». Grazie al progetto Marie Curie, finanziato dall'Unione Europea, è stato premiato nel 2018 un suo studio concernente le cure del morbo di Parkinson. «Esamino gli effetti collaterali delle terapie dopaminergiche: i test li svolgo nell'istituto di neurologia dell'University College di Londra».
LA MATRICE  «Nuoro rappresenta le mie radici; ci sono molto legato - prosegue Elias - e ci torno ogniqualvolta è possibile. I campi di calcetto, i bar dove si esibiva la mia band: il ricordo dei luoghi e dei ritrovi dove ho passato il tempo non cessa d'emozionarmi». La rivendicazione delle origini tradisce una fierezza non di maniera. «La mia sorgente antropologica è barbaricina: mia madre è di Orani, mio padre di Ollolai. Entrambi i miei nonni erano pastori; io stesso, avendo trascorso con loro una parte dell'infanzia nel paese natale di Costantino Nivola, conducevo in quel periodo una vita campagnola. Provengo da una cultura che mi pervaderà per sempre: un giorno ai miei figli racconterò la straordinarietà di una lingua e di una storia identitarie come poche».
IL DISTACCO  Una scelta necessitata. «L'iter didattico mi ha condotto prima a Cagliari e poi a Padova; volevo conoscere altre realtà, non certo rompere il cordone ombelicale con Nuoro». Il sentimento è impregnato di pragmatismo. «Confesso che mi piacerebbe tornare a vivere stabilmente in Sardegna. Ciò potrà accadere solo se avrò la possibilità di dedicarmi alla professione per cui mi sono formato. Condizioni lavorative quantomeno decenti sono l'irrinunciabile conditio sine qua non. Mi rendo conto che difficilmente accadrà: è per questo motivo che non mi faccio illusioni».
Claudio Serpico





RASSEGNA STAMPA di SABATO 17 AGOSTO 2019


1 - L’UNIONE SARDA di sabato 17 agosto 2019 / Medio Campidano (Pagina 27 - Edizione CA)
SANLURI. Al via ventidue laboratori in dodici Comuni
PARLARE IN SARDO: UN BANDO DA 38 MILA EURO

Otto mesi per approfondire la conoscenza della lingua sarda, 22 laboratori “Fueddaiddu su sardu”, 8 operatori, 1.850 ore di sportello e un finanziamento di 38.600 euro. Sono i numeri del progetto del Sud Sardegna che coinvolge 12 Comuni: Sanluri, Guspini, Villacidro, Serrenti, Pabillonis, Villanovaforru, Genoni, Genuri, Las Plassas, Villamar, Turri, Ussaramanna. Paesi dell'ex Provincia del Medio Campidano, che ha sede a Sanluri, in via Paganini, guidata dal sub commissario, Ignazio Tolu.
Si parte entro il mese di settembre e si chiude a maggio. Il bando è riservato alle associazione culturali senza scopo di lucro, con l'impegno di uno sportello itinerante per promuovere, programmare e pubblicizzare il lavoro svolto e tenere rapporti di scambio e confronto con le altre Province sarde, le Università, le scuole, il mondo dell'associazionismo e dell'impresa.
È previsto l'utilizzo degli strumenti informatici, come mail, siti online, network, al fine di permettere agli utenti di formulare quesiti, consultare documenti e notizie 24 ore su 24. Un modo per raggiungere tutta la Sardegna e anche l'estero, dove il sardo è oggetto di studio. (s. r.)

 

2 - L’UNIONE SARDA di sabato 17 agosto 2019 / Ogliastra (Pagina 35 - Edizione CA)
BARI SARDO. Il tour scientifico toccherà anche Arzana, Lanusei, Jerzu e Perdasdefogu
IN CAMMINO CONTRO LO SPOPOLAMENTO
Ricercatori a piedi dall'Ogliastra al Campidano per studiare il fenomeno

Un percorso a piedi dall'Ogliastra al Campidano per innovare metodi, strumenti e contenuti dell'urbanistica partirà da Bari Sardo il 24 agosto per arrivare a Cagliari il 3 settembre. “Il Laboratorio del Cammino” (LdC), questo il nome del network universitario a cui ha aderito il dipartimento di ingegneria civile ambientale e architettura dell'Università di Cagliari, vedrà protagonisti una cinquantina di persone tra studenti e ricercatori, dottorandi e borsisti che con l'occhio attento del pedone studieranno metodologie innovative nel campo della progettazione urbana e territoriale. Il tema dello spopolamento delle aree interne dell'isola sarà il focus dello studio del Cammino.
SARDINIA RELOADED  È la terza edizione della Summer School itinerante del Laboratorio e arriva per la prima volta in Sardegna dopo le esperienze degli anni scorsi che hanno riguardato la via Salaria, da Ascoli a Ostia, e il coast to coast in Sicilia, da Mazara del Vallo a Palermo. Uno studio ad ampio raggio: «Ci si confronterà sulle problematiche del territorio e si cercheranno le soluzioni integrate per lo sviluppo locale di tipo territoriale e paesaggistico basandosi su quelle che sono le richieste dei luoghi che si attraverseranno» spiega la professoressa di Tecnica e pianificazione urbanistica, Anna Maria Colavitti, coordinatrice del gruppo di ricerca.
IL VIAGGIO  Un lungo cammino con tappe intermedie nei paesi di Lanusei, Arzana, Jerzu, Perdasdefogu, Escalaplano, Goni, Silius, Sant'Andrea Frius e Settimo San Pietro: «Si tratta di un'iniziativa corale che vede in campo università, associazioni studentesche e partner nazionali e internazionali - prosegue la docente - i partecipanti al laboratorio incontreranno amministratori, enti e associazioni, cittadini, attivando l'ascolto e tenendo conto di tutte le tematiche convergenti allo spopolamento come la gestione degli usi civici, il patrimonio culturale, la valorizzazione delle risorse ambientali , la presenza di servitù militari». Il gruppo studierà il territorio “dal basso” osservando come le persone abitano e frequentano lo spazio, camminare permetterà di vedere cose che con altre modalità di viaggio potrebbero passare inosservate: «Si passerà nei paesi in diverse ore del giorno, il gruppo avrà una percezione del laboratorio quasi tattile». Relazioni, fotografie, filmati e i risultati dello studio convergeranno in un report che verrà presentato a Cagliari e a ottobre a Torino nella facoltà di Architettura.
Francesca Lai



3 - L’UNIONE SARDA di sabato 17 agosto 2019 / Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
AMBIENTE. Piano della Regione contro la diffusione della specie invasiva
LA CASA DELLE TARTARUGHE “ALIENE”
A Monte Claro un centro che ospita le testuggini americane

Aliene, così le chiamano. Sono le specie animali e vegetali importate da altri territori più o meno illegalmente e che col tempo hanno occupato nuovi spazi. Diventando invasive e a volte pericolose, tanto da essere classificate anche come “inquinanti”. Nell'Isola, secondo il censimento del Servizio tutela della natura e delle politiche forestali che fa capo all'assessorato regionale all'Ambiente, sono quattro.
LISTA ROSSA  Il caso emblematico - che si contende il primato con la nutria, il gambero rosso della Louisiana e il giacinto d'acqua - è quello della tartaruga americana, la vorace Trachemys scripta , più conosciuta come “orecchie gialle” o “orecchie rosse” per vie della macchie sul lato della testa. Fa parte di un elenco piuttosto lungo, una sorta di lista rossa dell'invasione aliena, stilato dal ministero dell'Ambiente a cui, solo in Italia, appartengono ben 24 specie. Ma sono state anche inserite nell'elenco mondiale delle specie più invasive.
LE ZONE  Per far fronte alla crescente e preoccupante presenza della tartaruga americana in Sardegna, la Regione ha individuato i primi tre centri per ospitare la Trachemis scripta. In città è una delle vasche del parco di Monte Claro. Gli altri due centri sono a Monastir e Bonassai, entrambi gestiti dall'Agenzia Forestas. «È qui che potranno essere consegnati - spiega la direttrice del Servizio regionale tutela della natura, Maria Ledda, in un documento inviato ai parchi, alle aree marine protette, al dipartimento universitario di Medicina veterinaria e a quello di Scienze della Vita, alle organizzazioni ambientaliste - gli esemplari che non possono più essere custoditi in ambiente domestico ma anche quelli sequestrati o confiscati».
IL CASO  L'emergenza tartarughine americane era emersa anni fa, quando numerosi rettili vennero trovati nei fiumi e nei laghi. Spesso acquistati molto piccoli nelle fiere, durante manifestazioni ma anche nei negozi di animali per accontentare i bambini, diventavano ben presto ingombranti. Adulti particolarmente famelici, tanto da spingere molti genitori a sbarazzarsene. Sin troppo facile portarli in campagna e liberarle. Peccato che le “palustri americane” sembrano avere una particolare predilezione non solo per un'alimentazione vegetariana ma anche per la fauna che frequenta fiumi e stagni. «Ci è capitato di vederle aggredire i piccoli delle anatre e trascinarli sott'acqua», racconta uno degli operatori di Monte Claro, dove di tartarughine americane ce ne sono davvero tante. Una capacità predatoria che si manifesta evidentemente anche in ambienti non protetti.
L'ULTIMATUM  Per cercare di bloccare il fenomeno dell'abbandono, entro il 31 agosto è obbligatorio denunciare gli esemplari appartenenti alle specie esotiche invasive già detenuti prima dell'entrata in vigore del decreto legislativo del 2017. «L'abbandono di queste specie - si legge nella pagina di SardegnaAmbiente - è la scelta peggiore che si possa fare. Da un lato si provoca un gravissimo danno all'ambiente aumentando il rischio di una loro diffusione e la perdita della biodiversità e dall'altro si mette a rischio la salute degli animali».
Andrea Piras


4 - L’UNIONE SARDA di sabato 17 agosto 2019 / Medio Campidano (Pagina 27 - Edizione CA)
SANLURI. Al via ventidue laboratori in dodici Comuni
Parlare in sardo: un bando da 38 mila euro

Otto mesi per approfondire la conoscenza della lingua sarda, 22 laboratori “Fueddaiddu su sardu”, 8 operatori, 1.850 ore di sportello e un finanziamento di 38.600 euro. Sono i numeri del progetto del Sud Sardegna che coinvolge 12 Comuni: Sanluri, Guspini, Villacidro, Serrenti, Pabillonis, Villanovaforru, Genoni, Genuri, Las Plassas, Villamar, Turri, Ussaramanna. Paesi dell'ex Provincia del Medio Campidano, che ha sede a Sanluri, in via Paganini, guidata dal sub commissario, Ignazio Tolu.
Si parte entro il mese di settembre e si chiude a maggio. Il bando è riservato alle associazione culturali senza scopo di lucro, con l'impegno di uno sportello itinerante per promuovere, programmare e pubblicizzare il lavoro svolto e tenere rapporti di scambio e confronto con le altre Province sarde, le Università, le scuole, il mondo dell'associazionismo e dell'impresa.
È previsto l'utilizzo degli strumenti informatici, come mail, siti online, network, al fine di permettere agli utenti di formulare quesiti, consultare documenti e notizie 24 ore su 24. Un modo per raggiungere tutta la Sardegna e anche l'estero, dove il sardo è oggetto di studio. (s. r.)





 

RASSEGNA STAMPA di GIOVEDÌ 15 AGOSTO 2019

 

1 - L’UNIONE SARDA di giovedì 15 agosto 2019 / Prima Economia (Pagina 19 - Edizione CA)
FISCO. COSTI MOLTO INFERIORI ALLA MEDIA NAZIONALE:
MERITO DELLE TASSE CONTENUTE
Detrazioni dal 730 per gli studi universitari: Sardegna all'ultimo posto tra le regioni italiane

Sardegna all'ultimo posto in Italia per spese universitarie sostenute e portate in detrazione. I dati sono stati elaborati dall'Associazione nazionale dei consulenti tributari-Ancot, incrociando i risultati di tutte le dichiarazioni dei redditi presentate nel 2018. Il dato medio di chi è residente nelle province dell'Isola è stato pari a 890 euro.
ISTRUZIONE Il basso livello della detrazione fiscale media per gli studi accademici nell’Isola si spiega col costo relativamente basso delle tasse d’iscrizione dei due atenei
Al primo posto della graduatoria svetta la Lombardia con una spesa che in media ha toccato i 1.444 euro. Sul podio anche la Liguria e la provincia autonoma di Trento, rispettivamente con 1.420 e 1.350 euro. Al penultimo posto, prima della Sardegna, l'Abruzzo con 960 euro. Gli italiani che hanno chiesto di rivedere al ribasso la propria imposta sul reddito sono stati oltre un milione e mezzo: l'importo medio si è attestato sui 1.170 euro.
Celestino Bottoni, presidente dell'Ancot, fornisce un quadro della normativa di riferimento per l'anno fiscale in corso: «La detrazione delle spese universitarie anche nel 2019 è rimasta pari al 19 per cento della spesa sostenuta per tasse, soprattasse per esami di profitto e di laurea, partecipazione a test d'accesso ai corsi di laurea senza limiti di importo per le università statali. A partire dalle spese sostenute nel 2018 sarà inoltre possibile beneficiare della detrazione degli oneri sostenuti per l'acquisto di strumenti didattici o sussidi tecnici che facilitano lo studio».
Il dato della Sardegna testimonia il livello contenuto delle rette richieste dagli atenei di Cagliari e Sassari. Allo stesso tempo pesano i redditi più bassi rispetto alla media e i pochi investimenti sulla formazione post-lauream rispetto al resto del Paese.
Matteo Mascia

 

2 - L’UNIONE SARDA di giovedì 15 agosto 2019 / Prima (Pagina 1 - Edizione CA)
L'intervento
CAMARILLE ITALIANE

Aldo Berlinguer
Si scaldano, in questo torrido clima agostano, i motori della macchina elettorale, tra slogan, anatemi e accorati appelli all'italianità. Impazza la battaglia mediatica e i bagnanti, sotto l'ombrellone, si divertono a fare previsioni, con l'ausilio dei soliti strateghi della politica, attorno ai quali si formano gli immancabili capannelli. Altrettanto fa, in genere, l'informazione, che inseguendo i gossip del momento, cerca di attrarre la curiosità di lettori e ascoltatori, scivolando così nel gorgo caricaturale del vano, del frivolo, del contingente. Pochi (forse solo il Capo dello Stato) riescono ad avere una visione più lucida, realistica, che incrocia la politichetta balneare con la situazione del Paese, compresi i prossimi, fondamentali appuntamenti: nota di aggiornamento del DEF, relazione sul consolidato delle PA, nomine in Commissione europea, legge di bilancio ecc. I quali saranno immancabilmente trascurati: roba da far impallidire anche Mattarella. Che vuoi fare, nulla di nuovo: in Italia, si sa, la campagna elettorale non finisce mai. Qualcuno addirittura si sorprende che lo spread sia improvvisamente risalito: chissà, sarà il solito Soros di turno che, come Mangiafuoco, tira i fili delle marionette del mercato. Intanto la giostra gira e presto vedremo nuove carrozze, macchine e cavalli a dondolo, tutti bardati a festa che girano, suscitando i commenti dei curiosi. Ma non tanto presto da formare un Governo prima della prossima manovra finanziaria, che quindi verrà approvata dalla solita manina invisibile. (...) SEGUE A PAGINA 13

Politica (Pagina 13 - Edizione CA) SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
Crisi di governo con una sola certezza: a rimetterci saranno soltanto i cittadini
L'Italia, il Paese delle “camarille” dove ogni scenario è possibile

(...) Ad essa toccheranno tutti gli strali ed improperi possibili, non appena l'italietta balneare, tornata dalle vacanze, si accorgerà del conto salatissimo che famiglie ed imprese dovranno pagare, per colpa - come sempre - non si sa di chi. Ma la manina farà presto. Indicherà i soliti noti: l''Unione europea, la burocrazia, la globalizzazione. E così via, the show must go on. Intanto la vulgata cresce, si alimenta come una slavina: per curare i mali italiani serve un uomo forte, duro, intransigente. E chi ha i connotati viene riconosciuto paladino, acclamato vincitore e diviene padrone, cui accorrere e genuflettersi. Così, lo studiolo del nuovo Re (gli spagnoli lo chiamano camarilla) si affolla rapidamente di nuovi, devoti servitori. Mentre i nostalgici, gli anticonformisti e gli ostinati libertari gridano alla democrazia tradita, al regime, dimentichi che poco prima era toccato a loro acclamare qualche altro demiurgo, unto del Signore, salvatore di turno, col suo mirabolante contratto, le sue politiche salvifiche, la sua riforma costituzionale. Poi, immancabili: pentimento ed oblio. Accidenti, chi si aspettava tanto fermento a ferragosto? La concitazione, si sa, fa commettere errori, disvela i reali sentimenti. Così chi vede inopinatamente finita l'aurea vita parlamentare entra in fibrillazione e le tenta tutte: alchimie, contorsioni, camuffamenti; è disposto a venire a patti anche col diavolo, pur di guadagnare tempo. Anche chi è fuori dai giochi non demorde e sfodera il solito piglio profetico: l'avevamo detto che bisognava tornare tra la gente, recuperare i nostri valori, la nostra storia. Si ma (la domanda sorge spontanea) tornare tra la gente a far che? A “dare risposte”? scambiare voti per promesse occupazionali? diritti per favori? Non è forse a causa di decenni di questa politica “tra la gente” che si deve la penosa situazione di questo Paese? Sarebbero questi i valori cui bisogna tornare?
Vabbè, stiamo a vedere, il nuovo leader sembra avere le idee chiare, aspettiamo. E se la situazione peggiora? Il Paese sprofonda? Non importa: una camarilla si svuoterà a beneficio di un'altra, con tanti devoti seguaci della prima e dell'ultima ora. Lo show è sempre lo stesso, si ripete invariabilmente. Il leader, prima o poi, perde; il Paese perde sempre; la camarilla non perde mai.
ALDO BERLINGUER
UNIVERSITÀ DI CAGLIARI

 





RASSEGNA STAMPA di MERCOLEDÌ 14 AGOSTO 2019



1 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 14 agosto 2019 / Agenda (Pagina 19 - Edizione CA)
DIARIO CITTADINO
Dottorati di ricerca

È stato pubblicato il bando di concorso per l’ammissione ai corsi di dottorato di ricerca istituiti nell’Ateneo per l’anno accademico 2019/2020. Domande online (e upload della documentazione valutabile) entro il 27 agosto alle 12.
 

2 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 14 agosto 2019 / Prima (Pagina 1 - Edizione CA)
L'intervento
LEADERSHIP VOLATILE

Marco Pignotti
Un tempo fu Silvio Berlusconi il leader indiscusso e duraturo del primo partito dell'età postmoderna: Forza Italia, che dal 1994 al 2013 ha guidato in tutte le tornate elettorali la coalizione di centrodestra. Nella cosiddetta terza repubblica, si sono susseguite in rapidissima successione le leadership di Matteo Renzi e quella di Luigi Di Maio-Grillo. Entrambe consacrate da straordinarie vittorie, le europee del 2014, che consegnavano il 41% al Pd, e le ultime elezioni politiche che decretavano il Movimento 5 Stelle il partito più votato, con il 33% di voti. Sia Renzi, sia Di Maio-Grillo hanno condotto fulmineamente le proprie formazioni in cima alle preferenze degli elettori, ma altrettanto repentinamente hanno trascinato dall'empireo all'inferno il proprio schieramento e soprattutto la loro leadership. Renzi ha perso tutto: elezioni e partito, gli resta solo la virtuale maggioranza del gruppo parlamentare, Di Maio si appresta a perdere tutto. Una parte consistente del suo elettorato si è dissolta, forse attratta dal dinamismo leghista oppure rifugiatasi nell'astensionismo. Allo stesso tempo, la rappresentanza pentastellata alle Camere è in fermento, perché lo ritiene il principale responsabile della cannibalizzazione a cui ha sottoposto lo schieramento in favore del più attrezzato e scaltro “alleato” Matteo Salvini. Quando l'intera vicenda sarà consegnata alla storia, valuteremo le ragioni che hanno condotto questi leader a dilapidare un così consistente patrimonio di consensi e popolarità. (...) SEGUE A PAGINA 2

Primo Piano (Pagina 2 - Edizione CA) SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
Tanti scattisti, pochi fondisti. Vedremo se anche anche la corsa di Salvini sarà breve
L'INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DELLA LEADERSHIP POLITICA IN ITALIA

(...) Forse proprio la storia ci suggerirà quanto sia del tutto impropria l'espressione leadership attribuita a tali interpreti: abili a conquistare con veemenza il proscenio politico, ma altrettanto impotenti a conservarlo.
Certo una motivazione potrebbe risiedere nella fisiologica gestione del tempo, che neppure l'estrema velocità imposta dall'attuale comunicazione riesce ad azzerare. Le personalità che noi inseriamo nel novero delle leadership, si rivelano infatti degli splendidi velocisti, ma al contempo si dimostrano dei pessimi fondisti. Reggono lo scatto breve, ma non riescono a tenere la distanza. Dunque, così come catalizzano con facilità lo scontento e le speranze, scontano un'oggettiva difficoltà nel collegare una complessa e articolata realtà sociale alla naturale lentezza della politica.
Nell'attuale classe politica italiana, ma forse europea e mondiale, mancano del tutto le antiche qualità dello statista che si riassumevano nel non inseguire affannosamente l'opinione pubblica, ma nell'orientarla pazientemente, poiché non c'è niente di più mutevole di una volontà popolare confusa e avvilita da anni di continua crisi economica. Di conseguenza, è evidente come la politica contemporanea sconti un'inarrestabile volatilità delle leadership, che non riescono a radicarsi e a perseguire una visione politica di lungo periodo. La loro ascesa è infatti frutto della precarietà e dell'insofferenza, quindi, i loro programmi sono spesso il risultato di una continua drammatizzazione della lotta politica e di un continuo azzardo.
L'attuale crisi che si consumerà in queste settimane, ci propone ormai l'ufficiale ascesa di un nuovo leader: Matteo Salvini. Potremo verificare se anche la sua leadership si rivelerà transitoria oppure duratura. Al momento lo schema che ne anima l'affermazione ricalca solo in parte quelle precedenti, perché propone qualche originale variazione allo spartito, in quanto registra un più marcato antieuropeismo e una maggiore insofferenza verso riti e prassi istituzionali. La leadership salviniana dimostra, quindi, di praticare con grande efficacia il linguaggio della delegittimazione del potere costituito e annuncia un sostanziale cambiamento dei rapporti fra l'Italia e l'Unione Europea. Nel giro di pochi mesi, e dopo le probabili elezioni, sarà chiaro se Salvini avrà assunto la cadenza del centrometrista insieme a quella del maratoneta, di certo l'accoppiata Di Maio-Grillo l'ha definitivamente perduta.
MARCO PIGNOTTI
DOCENTE DI STORIA DELLA COMUNICAZIONE POLITICA, UNIVERSITÀ DI CAGLIARI






RASSEGNA STAMPA di MARTEDÌ 13 AGOSTO 2019



1 - L’UNIONE SARDA di martedì 13 agosto 2019 / Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
DIARIO CITTADINO
Dottorati di ricerca

Pubblicato il bando di concorso per l’ammissione ai corsi di dottorato di ricerca, istituiti presso l’Ateneo per l’anno accademico 2019/2020. Domande online e upload della documentazione valutabile entro il il 27 agosto, alle 12.

 

2 - L’UNIONE SARDA di martedì 13 agosto 2019 / Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
MOLENTARGIUS. Lo sudio del Dipartimento di scienze mediche e dei biologi dell'oasi
NEL PARCO CON GLI ACCHIAPPA-INQUINANTI
Sperimentati nuovi dispositivi per rilevare la contaminazione dell'acqua

Metalli pesanti come il piombo, il cadmio, l'arsenico e il mercurio. Idrocarburi aromatici e pesticidi. E poi ancora detersivi, anticoncezionali orali, farmaci, composti per la pulizia domestica. Sono tante e inquinanti le sostanze che finiscono nelle acque di scarico provenienti dal comparto urbano. Veleni la cui pericolosità è stata più volte confermata ma anche tante “novità” come gli abbronzanti, i prodotti per l'igiene personale, i bagnoschiuma. Sono spesso presenti in ridottissime concentrazioni, difficili da individuare con i tradizionali metodi d'indagine. Non con i “campionatori passivi”. «Ovvero - spiega Laura Durante, biologa del parco regionale di Molentargius in cui si stanno utilizzando le attrezzature - dispositivi di piccole dimensioni muniti di membrane semipermeabili capaci di sequestrare gli inquinanti presenti nelle acque ma che non vengono degradati negli impianti di depurazione».
L'UTILIZZO  In effetti queste apparecchiature sono state testate con successo in altre zone. In alcune aree marine protette dell'Isola e nell'isola del Giglio dopo l'incidente della Costa Concordia, quando il docente del Dipartimento cagliaritano di medicina clinica e sanità pubblica, Marco Schintu, venne chiamato a dirigere un'équipe di ricercatori per monitorare gli inquinanti rilasciati, momento per momento, dal relitto e dal cantiere impegnato nelle operazioni di recupero della nave. Indagini messe in campo anche nella baia di Kotor in Montenegro e Spagna.
LO SCIENZIATO  «Il numero dei contaminanti chimici che vengono rilasciati nelle acque e che possono avere effetti sulla salute umana è in continuo aumento», precisa Marco Schintu, «esiste a livello internazionale un elenco di sostanze “emergenti” o “prioritarie” come i metalli, i residui di farmaci, sostanze usate per la cura della persona che vanno ad aggiungersi a quelle per le quali è già previsto un limite di concentrazione».
L'ÉQUIPE  È stato proprio il gruppo di ricerca coordinato da Schintu a sviluppare le nuove tecniche, applicandole in particolare allo studio di ecosistemi marino-costieri. Ora tocca a Molentargius. Indagini in corso in un ambiente di elevato pregio naturalistico. «Qui stiamo valutando il rilascio e la diffusione dei microinquinanti provenienti dall'impianto di depurazione di Is Arenas», precisa Laura Durante. Il gruppo di ricerca partecipa ad alcuni progetti europei. «Sul rilascio di contaminanti in occasione di dragaggi portuali o del passaggio di grandi navi nei porti dell'area transfrontaliera Italia-Francia», precisa Marco Schintu. «Il campionamento utilizza materiali e supporti come ad esempio il silicone che vengono esposti nell'acqua per un tempo che varia da settimane a mesi». Questi accumulano i contaminanti che saranno poi esaminati in laboratorio. «Questo sistema, oltre ad abbattere i costi, fornisce un valore medio della concentrazione più attendibile rispetto alla concentrazione istantanea tradizionale».
Andrea Piras

 

3 - L’UNIONE SARDA di martedì 13 agosto 2019 / Oristano e Provincia (Pagina 31 - Edizione CA)
ORISTANO
Ammissione all'università, corsi gratuiti

Il Consorzio Uno, gestore dei corsi universitari ad Oristano, ha confermato l'offerta formativa per il nuovo anno accademico. «L'obiettivo rimane quello di formare dei professionisti in alcuni settori d'interesse specifici, come il turismo, i beni culturali, l'agroalimentare, l'enologia e le biotecnologie, settore vocato alla salvaguardia dell'ambiente e al miglioramento delle condizioni di vita dell'uomo sulla terra», fanno sapere dalla sede in via Carmine. Sono attive le tre lauree triennali: Economia e gestione dei servizi turistici, Biotecnologie industriali e ambientali e Tecnologie viticole, enologiche, alimentari.
«Il Consorzio Uno - spiega il direttore Carlo Aymerich - incontra una esigenza molto forte nelle future matricole e organizza da lunedì 19 dei corsi gratuiti di preparazione ai vari test riservati a chi sceglie una delle lauree triennali. È possibile frequentare anche il corso magistrale in Qualità e sicurezza dei prodotti alimentari. La sede del chiostro del Carmine ospita anche la Scuola di specializzazione in Beni archeologici dell'università di Sassari (Nesiotika) che propone cinque indirizzi di studio post-lauream». Per informazioni 0783.779086 o via mail all'indirizzo segreteria@consorziouno.it. ( e. s. )

 

4 - L’UNIONE SARDA di martedì 13 agosto 2019 / Cagliari (Pagina 20 - Edizione CA)
LA STORIA. Il linguista cagliaritano Marco Gargiulo è docente ordinario a Bergen
LEZIONI DI ITALIANO TRA I FIORDI NORVEGESI
«Con gli studenti parlo dell'Isola e faccio vedere anche i film sardi»

«Fuga dei cervelli? No, non mi considero una vittima. Quando ho visto come andavano le cose, ho deciso di prendere un'altra strada». Che ha portato Marco Gargiulo, 48 anni appena compiuti, linguista cagliaritano, molto lontano: il 18 giugno è diventato docente ordinario nell'università di Bergen, la seconda più importante nella Norvegia. Lì, nella fredda Scandinavia, insegna l'amore per l'italiano. Senza dimenticare di essere sardo. «Per far entrare gli studenti nella cultura italiana», racconta, «ogni semestre organizzo un film club. E non manca mai il film sardo. Loro chiedono, si informano: non sono tanti e quindi è possibile un contatto diretto».
GLI INIZI  Nulla lasciava presagire che Gargiulo si sarebbe accomodato in una cattedra nella fredda Scandinavia. «Mi sono laureato nella mia città, discutendo una tesi sul linguaggio giovanile di Cagliari. Si diceva allora che quel linguaggio fosse una prerogativa delle metropoli: con la mia tesi, una delle prime in Italia e la prima in assoluto nel Sud, ho dimostrato che non era vero». La carriera universitaria sembra seguire il normale iter. «Ma, dopo aver fatto un tentativo non andato a buon fine per un dottorato a Firenze, ho lasciato gli studi e mi sono dedicato al teatro».
LA CARRIERA  Ma quei libri non potevano essere abbandonati così. «E poi mi sono disamorato del teatro. Ho ottenuto un dottorato a Siena nell'università per stranieri dove mi sono occupato dell'italiano antico». E, nel frattempo, ha continuato a interessarsi del linguaggio dei giovani. «Studiando il rap sardo, confrontato, per esempio, con quello corso. Ma anche lavorando sugli autori sardi, come Abate e Soriga».
LA SCANDINAVIA  La svolta è legata al “Master & back”. «Sono stato per un anno nella business school di Copenaghen dove ho lavorato con un luminare del calibro di Iørn Korzen. Poi, per due anni, sono tornato a Cagliari nel dipartimento di linguistica e filologia, supportato da docenti come Cristina Lavinio». Nel 2010, il trasferimento in Norvegia. «Sono arrivato a Bergen come associato in un dipartimento in cui si insegnano nove lingue». Il paradiso, dal suo punto di vista. «A parte il fatto che l'ambiente è stimolante, accogliente e aperto, ho la possibilità di fare molta ricerca. Gli studenti, una trentina, non sono tantissimi ma, grazie alla ricerca, godiamo di grande considerazione».
LA VITA  Tornare in Italia? Non se ne parla. «A parte il fatto che, da lì, riesco a collaborare con l'Accademia della Crusca, in Norvegia c'è la possibilità di crescere, di confrontarsi, di creare rapporti con i docenti di tutto il mondo». Ma un rammarico c'è? «Continuano a raccontare la favoletta che l'italiano è la quarta lingua più studiata nel mondo. Non è vero: lo si dice solo per giustificare la mancanza di investimenti. Anzi, l'italiano all'estero continua a perdere. Si salva solo grazie all'impegno, quasi volontaristico, dei direttori degli istituti italiani di cultura, come quelli di Oslo che hanno fatto e fanno un gran lavoro. Ma, purtroppo, non è sempre così».
Marcello Cocco

 







RASSEGNA STAMPA di DOMENICA 11 AGOSTO 2019

 

1 - L’UNIONE SARDA di domenica 11 agosto 2019 / Prima pagina
Inchiesta. La Sardegna trascurata
ARCHEOLOGIA E TURISMO, UN PATRIMONIO DA SFRUTTARE

Dai Giganti di Mont’e Prama a Barumini, da S’arcu ’e is Forros a Villagrande ad Anghelu Ruju ad Alghero: l’archeologia in Sardegna è un enorme attrattore turistico da rilanciare.  ALLE PAGINE 8, 9

Regione (Pagina 8 - Edizione CA)
GLI INCONTRI. Fabio Pinna (Università di Cagliari): c'è orgoglio identitario
«L'ARCHEOLOGIA “TIRA” IN PIAZZA E SUI SOCIAL»

«L'archeologia, da un po' di tempo a questa parte, è una cosa che riempie le piazze. La Sardegna è l'isola dell'archeologia, tutti, anche i non addetti ai lavori, hanno un pensiero sul tema, ogni comunità riconosce e ritrova determinati luoghi come elemento fondante e identitario», dice Fabio Pinna, docente di Archeologia Medievale all'Università di Cagliari, e tra gli animatori di “Archeomeet”, seconda edizione nelle scorse settimane a Villanovaforru (grazie anche al sindaco Maurizio Onnis), incontri tra professionisti e semplici appassionati.
«Ragioniamo di scavi, e dell'importanza della divulgazione, del coinvolgimento di cittadini e visitatori di passaggio alle campagne di ricerca, un'attività che rende vivi questi siti, che diventano attrazione e bene affidato al paese che li ospita», spiega il professore. «E parliamo di ricadute sul territorio, di proposte economiche, di strategie per lo sviluppo». Un altro elemento interessante - prosegue Pinna - «sta nel fatto che sui social c'è un proliferare di pagine dedicate all'archeologia, con discussioni spesso piene di fervore. Tantissimi sardi manifestano curiosità e passione, non soltanto su ciò che è ormai famosissimo e iconico, come i Giganti di Mont'e Prama, ma anche su ciò che è meno conosciuto. E la percezione che si afferma a livello territoriale, l'orgoglio identitario, hanno implicazioni sul piano economico e sui progetti turistici locali che considerano il patrimonio culturale come una forte calamita». (cr. co.)

Interrogazione di Deidda (FdI): servono più risorse
«MINISTERO E REGIONE RILANCINO I GIGANTI DI MONT'E PRAMA»
Lo studioso Zucca: trascurato un attrattore enorme

«Primo: dobbiamo aprire il sito. Ora è un cantiere archeologico, non è fruibile. Bisogna concludere l'esproprio dei terreni, e creare accessibilità, sicurezza e servizi. A Mont'e Prama ci dev'essere una grande esposizione a cielo aperto. Secondo: è necessario un museo adeguato e riportare tutte le statue qui, a casa loro. A Cagliari e in altre zone dell'Isola, porti e aeroporti, si faccia promozione». Andrea Abis, sindaco di Cabras, spiega che la partita dei Giganti, «è grande, ministero e Regione devono condividere un progetto fatto di tanti tasselli, e sostenerlo nel tempo». Le risorse (in parte) ci sono, la nuova ala del Museo dovrebbe essere consegnata a settembre, «chiediamo alle istituzioni di accelerare gli iter e fare chiarezza sulle scelte politiche, sulle risposte per il territorio, capaci di ridarci fiducia e speranza».
L'INTERROGAZIONE Il deputato di Fratelli d'Italia Salvatore Deidda ha presentato un'interrogazione al ministro dei Beni culturali in cui ripercorre la storia della necropoli, gli interventi di recupero, il restauro - «che consentì la ricomposizione di 16 pugilatori, 6 arcieri e 6 soldati tra i 2 e i 2,5 metri» - lo studio di Gaetano Ranieri e Raimondo Zucca «con l'utilizzo del georadar, dal quale sono emerse oltre 60.000 anomalie, tra cui corpi di varie dimensioni», e rilancia l'allarme per il vigneto autorizzato in quei terreni.
I FINANZIAMENTI Raimondo Zucca, uno degli studiosi che ha maggiormente contribuito alla rivelazione del mistero dei Giganti, spiega che finanziamenti ce ne sono «da Stato, 7Regione e Fondazione di Sardegna» e il vero incubo «è dato dalla burocrazia». Altro problema riguarda i terreni gravati da usi civici, «ci sono vigneti privati che devono essere espropriati. Per andare avanti con lavori ad ampio raggio è essenziale acquisire quelle aree. L'esproprio è legittimo, basterebbe un decreto, ma nonostante le promesse, da Franceschini, quand'era ministro, a Pigliaru, non se n'è mai fatto niente».
LA PROMOZIONE Spiega l'archeologo che «se vogliamo puntare sul futuro di Mont'e Prama, dell'Isola, del turismo culturale, la Regione deve fare investimenti e strategie mirate, scegliendo alcuni siti importanti e concentrando le energie su questi. Penso prima di tutto a Mont'e Prama; a S'Arcu 'e is Forros a Villagrande Strisaili; ad Antas; a Nora, dove si sta facendo un'opera straordinaria. Invece, un provvedimento della vecchia Giunta è stato quello di distribuire a pioggia 8,4 milioni di euro per 76 diversi cantieri, “scavi clientelari” li chiamo io».
LE STRATEGIE Ancora, «da quando è iniziata l'esposizione dei Giganti, nel 2014, il museo di Cabras - che congloba anche Tharros - ha fatto il più alto numero di visitatori dell'Isola, 160mila all'anno, superando pure Barumini, ma si potrebbe fare molto meglio. Le sculture vanno riunite in un unico complesso, a Cabras, poi nella zona degli scavi bisognerebbe sistemare lungo la strada funeraria ologrammi o copie materiche di statue restaurate, come aveva pensato l'accademico dei Lincei Giovanni Colonna nel 2003. Con una spesa contenuta si avrebbe un effetto-attrazione enorme. Tutte questioni di cui si discute da tempo, ma la politica evidentemente non è adeguata alla grandezza di questo tesoro».
Cristina Cossu


Regione (Pagina 9 - Edizione CA)
Il caso Barumini: non esiste un collegamento in bus con Cagliari
Archeoturismo con nuraghi e menhir: quando la ricchezza arriva dal passato

Dal santuario nuragico di Romanzescu (a Bitti) alle terme romane di Fordongianus (Oristano). Da Su Nuraxi (a Barumini), patrimonio dell'Unesco dal 1997, dove Giovanni Lilliu ha scoperto scientificamente il nuraghe, alla necropoli preistorica di Anghelu Ruju (Alghero), fino alle rovine post-nuragiche di Nora (Pula). Sono 52 i siti archeologici censiti con rigore scientifico in tutta la Sardegna: compongono un puzzle fatto di 7.000 nuraghi, domus de jana, pezzi di città fenicie, etc. Un patrimonio «immenso e significativo», dicono in coro gli operatori che gestiscono i siti, «non soltanto in chiave storica e culturale ma anche turistica», che però ha una potenzialità ancora inespressa.
TURISMO E ARCHEOLOGIA Il concetto lo spiega Agostino Cicalò, presidente della Camera di Commercio di Nuoro, uno dei quattro enti camerali che ha firmato il progetto “Arkeosardinia”, la piattaforma internet che censisce e promuove, con il supporto delle Soprintendenze, i siti archeologi in Sardegna in chiave turistica. «Il turismo archeologico vale molto, nel senso che ha un valore potenziale immenso, ma allo stato attuale “produce” così poco che non è nemmeno rilevabile. Noi vogliamo valorizzare i siti, le imprese e il turismo».
L'ESPERIENZA DI BARUMINI Quando si parla di archeologia in Sardegna, il pensiero corre subito a Su Nuraxi, il più grande, il più integro, il più bel nuraghe dell'Isola. Qui, insieme al polo museale Casa Zapata, l'antica residenza nobiliare dei baroni sardo-aragonesi costruita a partire dalla metà del 1500, lo scorso giugno i turisti (i due terzi stranieri) arrivati nel piccolo centro della Marmilla erano 70.000. «Il 12% in più nel primi sei mesi dell'anno», dice con soddisfazione Emanuele Lilliu, sindaco di Barumini e presidente della Fondazione omonima che dal 2007 gestisce e valorizza il sito.
Ogni anno, la Fondazione (60 dipendenti), produce un fatturato di oltre due milioni di euro senza considerare l'indotto. «Potremmo fare molto di più e aiutare il territorio a crescere utilizzando proprio la leva turistica dei siti archeologici», spiega il sindaco. «Questo discorso vale per tutte le zone interne». Cosa non funziona, invece? «Non esiste, per esempio, un collegamento pubblico diretto tra Cagliari e Barumini, questo significa che solo un turista molto motivato decide di venire a visitare il sito», spiega ancora il sindaco.
GLI ALTRI Per capire perché il turismo archeologico in Sardegna sia come una Ferrari che cammina in folle, basta citare il caso di Anghelu Ruju, ad Alghero. Una delle necropoli più estese in Sardegna dove arrivano appena 15.000 persone all'anno. Eppure, si trova ad appena 4 chilometri dall'aeroporto e a 8 dal centro di Alghero. «Lavoriamo esclusivamente con fondi privati e con le risorse che abbiamo a disposizione facciamo il massimo, cercando di offrire il miglior servizio possibile», dice Giovanna Tanda, presidente della cooperativa Silt che gestisce il sito. «La gestione privata ti permette di essere flessibili e questo è apprezzato, ma i problemi restano. Manca un'adeguata segnaletica, una campagna pubblicitaria, e c'è il problema dei trasporti. Solo un bus disponibile tra le 15 e le 17».
Scendendo a sud dell'Isola, a Nora le cose vanno diversamente: «+30% di turisti nei primi due mesi di sperimentazione delle visite libere, senza guida», 80mila all'anno, dice con soddisfazione la sindaca di Pula Carla Medau. Non sono tutte rose e fiori neppure qui, però. «Dobbiamo trovare il modo di evitare agli anziani quei 300 metri a piedi che separano il parcheggio delle auto e l'ingresso». Infine una piccola stoccata agli albergatori della zona: «Promuoviamo insieme il sito archeologico», dice la sindaca. «Alcuni sponsorizzano altri siti, ma non Nora».
Mauro Madeddu

 

2 - L’UNIONE SARDA di domenica 11 agosto 2019 / Regione (Pagina 7 - Edizione CA)
AMBULATORI. L'accordo esclude dal turn over chi ha superato i 43 anni. Protestano anche i dentisti
Gli specialisti contro la riforma «Così rimarremo precari a vita»

Precari a vita. Il nuovo accordo collettivo per gli specialisti degli ambulatori Asl taglia fuori dalla stabilizzazione tutti i medici con più di 43 anni. «Tantissimi colleghi verrebbero scavalcati dai più giovani, senza che si tenga conto delle graduatorie», dice Marco Tokkola, odontoiatra di origini finlandesi, in Sardegna dagli anni Novanta, diventato nelle ultime settimane portavoce della battaglia per modificare l'intesa nazionale, già firmata dai sindacati.
IL TESTO Gli articoli contestati sono due. Il primo riguarda il turn over dei medici ambulatoriali (di tutte le specialità) delle aziende sanitarie e aziende ospedaliero-universitarie: «Al fine di favorire il ricambio generazionale, è prevista l'assegnazione di incarichi a tempo indeterminato agli specialisti, inseriti nella graduatoria» delle Asl, «che non abbiano compiuto il 43° anno di età».
Le assunzioni sono legate ai pensionamenti: i medici titolari che hanno determinati requisiti contributivi e anagrafici potranno “cedere” 20 ore settimanali a favore dei nuovi assunti. Ma in questo modo verrebbero esclusi tanti specialisti che dopo anni di lavoro - magari in più sedi, sparse per l'Isola - sono riusciti a scalare le graduatorie.
LA LAUREA C'è poi un secondo articolo contestato, in particolare dai dentisti: dal 2020 potranno ottenere incarichi dalle Asl solo quelli che possono vantare una delle tre specializzazioni del settore (chirurgia orale, ortodonzia e odontoiatria pediatrica). «Ma sono pochissimi quelli che hanno una specializzazione. E anche se gli altri volessero prenderla adesso, sarebbe impossibile: le scuole di specializzazione non sono abbastanza. A Cagliari, per fare un esempio, c'è solo quella di ortodonzia. Oltrettutto non sono remunerate, a differenza delle altre scuole sanitarie. Insomma, dovremmo lavorare gratis», spiega Tokkola.
Le conseguenze del nuovo accordo? «Sparirebbero gli odontoriatri convezionati. Quindi, prima o poi, sarà necessario affidare il servizio all'esterno. Nel settore pubblico un'otturazione costa 20 euro, nel privato molto di più».
LA BATTAGLIA Per il Sumai (sindacato degli specialisti ambulatoriali) serve un «provvedimento urgente che liberi gli odontoiatri dall'obbligo di specializzazione post laurea. Altrimenti il rischio è che sparisca definitivamente l'odontoiatria pubblica, in particolare quella sociale, e che ancora una volta ne paghino le conseguenze i cittadini più indigenti, ovvero quelli che hanno maggior bisogno delle cure del servizio sanitario nazionale», si legge in una nota.
Nel frattempo anche la politica ha cominciato a occuparsi del caso. Alla Camera è stata presentata un'interrogazione (firmatari Rossana Boldi, Guido De Martini e altri deputati leghisti), ma la crisi di questi giorni, ovviamente, rischia di rendere tutto inutile.
Michele Ruffi


3 - L’UNIONE SARDA di domenica 11 agosto 2019 / Cagliari (Pagina 23 - Edizione CA)
Paola Piroddi, consulente di 48 anni, (Psd'Az) è assessora a Cultura, Spettacolo e Verde pubblico
«Un tavolo tecnico per riaprire subito l'anfiteatro»

Ivi «Sono una che odia gli annunci e ama i cronoprogrammi: voglio date e nomi per ogni pratica». Paola Piroddi, consulente in materie politiche e sociali, 48 anni, è assessora a Cultura, Spettacolo e Verde pubblico. Pur essendo del Psd'Az chiarisce: «Ho sempre lavorato con tutte le amministrazioni a prescindere dal partito».
Chi rappresenta in Giunta?
«Il Psd'Az, Sardegna forte e Sardegna 20Venti».
Aveva detto di essere lì anche per l'Udc.
«C'erano trattative in corso ma l'Udc non ha confermato la sua adesione».
Come mai hanno scelto lei?
«Sicuramente per il mio curriculum, mi sono sempre distinta come grande lavoratrice. Ho una laurea in Filosofia e sono diligente».
Tra tante persone laureate e diligenti, perché lei?
«Perché so conciliare molto bene il politico con il tecnico, senza colore».
Ma è stata candidata col Psd'Az.
«Sì, ma quattro anni fa».
È stato il presidente Solinas a fare il suo nome?
«Così si dice e penso sia vero: il rapporto con il presidente è di stima e fiducia».
Vive tra Cagliari e Milano. Sarà un'assessora part time?
«Assolutamente no. Ho accettato questo ruolo e mi dedicherò totalmente all'assessorato. Ho lasciato tutte le mie attività in campo sociale».
Sa che il suo assessorato lo voleva Enrica Anedda?
«Ho visto. Mi dispiace, non ci conosciamo personalmente e sarà mia cura vederla a breve».
Come giudica il lavoro del suo predecessore Paolo Frau?
«Sono abituata a guardare alle carte, non amo le parole che non abbiano un supporto documentale».
Ha trovato il supporto alle parole di Frau?
«Non me la sento di dare una valutazione. Io ho un punto di vista diverso e sono stata attaccata mediaticamente per alcune dichiarazioni».
Ha detto che la cultura in città non è abbastanza viva.
«Non nego la vivacità culturale, diciamo che la mia idea ha connotazioni diverse. Magari una lettura di Max Weber farebbe bene a chi il relativismo culturale non lo ha molto presente».
Si è sentita attaccata?
«Hanno detto che non sono cagliaritana: è vero sono nata a Oristano, ma è qui che ho completato i miei studi, basta guardare il mio curriculum universitario. Non per tutti gli assessori è così. Non ho mai vantato un titolo che non ho e non si può dire lo stesso di altri».
È andata al concerto di Vasco?
«No».
Cosa pensa delle polemiche che sono venute dopo?
«È un evento che ha dato un riscontro talmente vasto che non ha senso fare polemica».
Cosa farà dell'Arena grandi eventi?
«È una partita abbastanza delicata, ci sarà da fare una verifica dello spazio».
La farà rimontare?
«Assolutamente no».
Come incentiverà la cultura in città?
«Si comincia dal riaprire gli spazi chiusi. Mi sono fatta dare un elenco e stiamo verificando: avere luoghi non accessibili non è ammissibile».
Riaprirà l'Anfiteatro romano?
«Sì. È una situazione complessa e sono in attesa di una risposta dei tecnici. Apriremo un tavolo con assessori e dirigenti per confrontarci sui punti critici. Non amo il rimbalzo di responsabilità».
Sant'Efisio, c'è chi vorrebbe un tavolo permanente.
«Sono d'accordo e credo debba esserci un'interconnessione con gli altri assessori. La cultura e il turismo, per esempio, sono strettamente legati».
Tra le case del Favero il parco giochi è uno sterrato, porterà un po' di verde anche lì?
«Sicuramente».
Ha la delega alla Film commission, il cinema può portare lavoro?
«Assolutamente sì, ho un'esperienza al Giffoni film festival e porterò questo modello a Cagliari: può essere fonte di sviluppo, occupazione e opportunità per i giovani».
Tre priorità.
«L'accademia delle belle arti, l'anfiteatro e il benessere degli animali».
Si occuperà del canile?
«Subito. Il canile vive una situazione problematica, la Asl ha detto che non è idoneo. E poi penso a un programma per le colonie feline, magari con delle casette per offrire riparo e un servizio veterinario».
Ma non ci sono soldi neppure per le sterilizzazioni.
«Non voglio sentire la frase “Non ci sono soldi”, con me non funziona».
Mariella Careddu






RASSEGNA STAMPA di SABATO 10 AGOSTO 2019

 

1 - L’UNIONE SARDA di sabato 10 agosto 2019 / Commenti (Pagina 37 - Edizione CA)
Antropologia sarda
Ho letto con piacere il bell'articolo di Offeddu “Archeologia e inganni” e vorrei completarlo ricordando la figura del prof. Carlo Maxia, ordinario di Antropologia nella nostra università e fondatore nel 1953 del Museo Sardo di Antropologia ed Etnografia. Il Maxia fu uno dei primi in Sardegna sia nell'interpretazione dei nuraghi ed altri monumenti megalitici come templi collegati ai movimenti astrali (l'Astroarcheologia inizialmente vista male dagli archeologi classici è ora pienamente accettata dagli studiosi) sia nello studiare i sardi antropometricamente, sfatando strane teorie che li volevano “pigmei”. Inoltre portò i suoi risultati sull'antropologia dei sardi in diverse conferenze in tutto il mondo sempre con l'intento di valorizzare e far conoscere i sardi sia dal punto di vista culturale che biologico (vari studi sulla statura, sui gruppi sanguigni, sui gemelli, sulle impronte, sugli scheletri protostorici, ecc.). Un pioniere i cui studi sono stati presto dimenticati restando solo nelle prosecuzioni fatte dai suoi numerosi allievi.
Giovanni U. Floris


2 - L’UNIONE SARDA di sabato 10 agosto 2019 / Cagliari (Pagina 18 - Edizione CA)
VIALE SANT'IGNAZIO. Dopo 27 anni di attività va in pensione lo storico gestore Mario Senes
ADDIO AL “BAR DI GIURISPRUDENZA”
«Esordio con il botto: durante “Mani pulite” il boom degli iscritti in Legge»

Dovranno dimenticare di bere il “caffè più togo” (la promessa annunciata nell'insegna): il bar di “signor Mario”, quello che tutti gli studenti conoscevano come il “bar di Giurisprudenza” ha chiuso i battenti dopo 27 anni di onorata attività. Problemi burocratici, in primo luogo: tutti gli spazi pubblici devono essere messi a bando. Ma, al tirar delle somme, anche la necessità di godersi la pensione. Mario Senes, 72 anni, per quasi un trentennio, ha accompagnato la vita degli studenti: ha visto quei ragazzi che, raggiunta la laurea, sono diventati docenti di quella facoltà.
LA STORIA  Una vicenda cominciata nel lontano 1992. «Allora», racconta Senes, «avevo il caffè Danubio, in piazza San Benedetto. Una vita dura: essendo anche una pasticceria, uscivo di casa alle 4 del mattino. In pratica, non riuscivo mai a vedere le mie figlie». A “salvarlo” è stato un docente di Inglese in Economia e commercio, Antonio Mattu. «Era mio cliente, si lamentava del fatto che, nei pressi della facoltà, non poteva prendere il caffè». Un'occhiata alla zona, un po' di tempo da ambulante. E poi l'individuazione di quello spazio, nella parte finale dell'ex istituto dei sordomuti.
GLI ESORDI  Sbrigata la trafila burocratica, il bar comincia a lavorare. E parte col botto. «Erano gli anni di Tangentopoli: tanti ragazzi si iscrivevano in Giurisprudenza ispirati da quello che faceva il “pool Mani pulite”». In quegli anni è davvero l'unico posto in zona dove consumare un caffè, bere una birra. E i prezzi sono realmente concorrenziali. «Non ricordo quelli di allora. Prima di chiudere vendevo i panini a prezzi tra 1,90 e 2,30 euro». Il “caffè più togo”? «Qualche mese fa è passato da 70 a 80 centesimi: dovevo tenere conto del fatto che gli studenti, normalmente, non hanno molti soldi in tasca».
GLI STUDENTI  Non a caso, proprio per seguire i desiderata dei suoi clienti più assidui Senes è stato anche un anticipatore delle mode: ora la più nota birra sarda è diventata trendy ma, in quegli anni, era venduta solo nei bar di paese. «Ma, visto che tanti ragazzi venivano da fuori, l'ho sempre avuta».
Lui, nativo di Bonorva ma cagliaritano d'adozione («Vivo in questa città da quando avevo dieci anni»), ha sempre avuto un occhio di riguardo verso gli studenti “d'importazione”. «I cagliaritani se la tiravano un po', gli altri, in particolare i nuoresi, erano più alla mano».
IL CONFRONTO  E, in trent'anni, poco è cambiato da questo punto di vista. Si è modificata, invece, la vita degli studenti. «Quando ho iniziato i ragazzi stavano qui tutto il giorno, facevano vita di facoltà, interagivano con i colleghi che studiavano altre materie. Ora, invece, si vedono molto meno». Ragazzi che si sono laureati. E che, a loro volta, sono diventati docenti, come il presidente della Facoltà di Scienze economiche, giuridiche e politiche Stefano Usai. «Mario», dice il docente, «è la storia di questo luogo, ha fatto parte della nostra vita».
GLI ANEDDOTI  Ventisette anni di lavoro. «Senza mai alcun problema». Anche se gli episodi strani non sono mancati. «Quello studente che celebrava, da solo, ogni esame con un bicchiere di mirto: quando si è laureato, sempre da solo, ha festeggiato con una bottiglia intera». O il docente («Per rispetto, non faccio il suo nome») che, andato ad acquistare un panino, si è ritrovato a fare il cameriere per servire un gruppo di bambini in visita all'Orto botanico. «Sono stato davvero bene con tutti, studenti e docenti». Qualcuno da ricordare in particolare? «Citerei l'ex rettore Pasquale Mistretta: veniva ogni tanto e, una volta, mi aveva portato anche il sindaco di allora Emilio Floris». Una bella storia finita pochi giorni fa. «Magari sarei rimasto per uno, due anni. Però è arrivato il momento di andare in pensione».
Marcello Cocco
 

3 - L’UNIONE SARDA di sabato 10 agosto 2019 / Speciale estate (Pagina 4 - Edizione CA)
Antonio Gramsci, filosofo, visto (da Fresu) dal Brasile 
ANTONIO GRAMSCI L'UOMO FILOSOFO,
GIANNI FRESU, AIPSA pag. 406; 18 euro

«Nella sua esistenza, Antonio Gramsci è stato un giovane rivoluzionario, un dirigente di partito e un teorico. Non esiste contrapposizione, tuttavia, tra l'uomo politico e l'uomo di cultura, né si può parlare di una frattura ideologica, di un prima e un dopo, nella sua produzione intellettuale». Così riflette Gianni Fresu nelle ultime pagine del suo saggio “Antonio Gramsci. L'uomo filosofo” (Aipsa, 406 pagine, € 18), dedicato alla memoria dell'editore Sergio Manes e imperniato sul dichiarato intento di «offrire una visione d'insieme, ampia e organica, tanto del processo di formazione intellettuale quanto delle principali categorie analitiche elaborate dal pensatore sardo», impostazione anticipata nelle precedenti monografie a partire da “Il diavolo nell'ampolla” (2005) e “Oltre la parentesi” (2009).
LA SVOLTA  Cagliaritano, dottore di ricerca in Filosofia all'Università di Urbino e ordinario di Filosofia politica all'Universidade Federal de Uberlândia, in Brasile, Gianni Fresu nel suo lavoro individua due punti chiave nella progressiva maturazione teorica dell'intellettuale di Ales sul partito e sulla rivoluzione socialista da attuare in Italia: «L'atteggiamento di Benedetto Croce nella Grande Guerra e, poi, di fronte al fascismo, mise in evidenza tutti i limiti del liberalismo. Sarà il marxismo da quel momento a rappresentare per Gramsci il compimento della modernità, ossia l'universalizzazione di quei processi di emancipazione che i liberali non seppero condurre fino in fondo. Il confronto con la Rivoluzione d'Ottobre e il leninismo», aggiunge l'autore, «sarà il secondo incontro decisivo, in direzione di una teoria della rivoluzione in Occidente libera dall'utopia e dal messianismo dello stesso movimento socialista».
LA TEORIA  Superate le influenze giovanili, fatti i conti con la crisi del marxismo, secondo Fresu una costante del pensiero di Gramsci rimase quella legata alla necessità di abbattere i muri divisori tra funzioni intellettuali e manuali, fonte del prosperare di una élite di specialisti della politica e del sapere, incapaci di entrare in empatia col popolo e comprenderne le passioni elementari: «Nei Quaderni dal carcere Gramsci afferma che ogni uomo è filosofo. In quest'espressione troviamo condensata la sua idea di emancipazione umana, dunque la necessità storica di una riforma intellettuale e morale». Ciò avendo chiaro in mente l'obiettivo finale, irrinunciabile: «L'inversione delle relazioni tradizionali tra dirigenti e diretti e la fine dello sfruttamento dell'uomo sull'uomo».
di Fabio Marcello


 

La Nuova Sardegna

 


LA NUOVA SARDEGNA
 


RASSEGNA STAMPA di SABATO 31 AGOSTO 2019

 

1 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 31 agosto 2019 / Prima pagina
LE SFIDE DEL GOVERNO
SULL’ECONOMIA BREXIT CONTRO UE A FAVORE

di VITTORIO PELLIGRA
Il nuovo Governo ancora non c’è, ma i problemi sono già tutti lì, in attesa di soluzione, alcuni anche solo di un po’ di attenzione. Dal punto di vista economico, l’aspetto certamente più rilevante è il mutato contesto internazionale da cui arriva una notizia buona e una cattiva. Quella cattiva riguarda lo tsunami macroeconomico che rischia di arrivarci addosso dagli Stati Uniti. A metà agosto, infatti, le curve dei tassi di rendimento dei titoli di stato a breve e a lungo termine, si sono invertite. Oggi rende di più un titolo a tre mesi che uno a dieci anni. Ciò significa che i mercati hanno iniziato a scommettere sul presente e non sul futuro. In altre parole, ci si sta preparando ad un quadro economico in rapido e brusco peggioramento. E infatti, storicamente, simili inversioni hanno sempre annunciato una recessione, almeno dagli anni '70 ad oggi. Alle turbolenze generate sull’altra sponda dell’Atlantico si aggiungono poi le incertezze legate al rallentamento dell’economia tedesca e alla prospettiva, sempre più concreta di una Brexit traumatica. Questa è la notizia cattiva di cui il nuovo governo dovrà necessariamente tener conto nell’elaborazione delle linee di politica economica. ? CONTINUA A PAGINA 7

Sardegna - Pagina 7 - segue dalla prima
SULL'ECONOMIA
BREXIT CONTRO
UE A FAVORE

di VITTORIO PELLIGRA
Di segno opposto sono invece le notizie che vengono dall'Europa e hanno il tratto femminile di Ursula von der Leyen a di Christine Lagarde. La presidente della Commissione Europea ha fatto circolare un piano, nome in codice "SGP 2.1", nel quale sarebbero contenute misure per rendere più efficace l'azione della Commissione ma anche nuove regole sul debito dei paesi membri, che prevedrebbero nuovi obiettivi di riduzione più ragionevoli e sostenibili, in particolare, per le economie più vulnerabili, tra cui la nostra. Sullo stesso versante, la presidente in pectore della Banca Centrale Europa ha già fatto sapere che opererà in continuità con l'azione del suo predecessore Mario Draghi, con una politica monetaria accomodante, probabilmente con la riproposizione del programma di acquisto di titoli di stato, il cosiddetto "Bazooka", e l'accordo ad una revisione delle regole di bilancio dei paesi membri, nella stessa linea della Commissione.Le implicazioni sul versante domestico di questo scenario internazionale hanno a che fare con la necessità di mettere al riparo i conti da eventuali shock esterni, ma anche la possibilità di un programma ampio di investimenti pubblici. Questa è l'opportunità su cui dovrà far leva, in ambito economico, il nuovo governo. Un piano di investimenti ad alto rendimento orientato alla creazione delle infrastrutture materiali e immateriali necessarie per la modernizzazione di questo Paese; per metterci nelle condizioni di competere come potremmo sugli scenari internazionali. In questo processo, un ruolo centrale, dev'essere giocato dall'investimento di istruzione e ricerca, per porre un freno all'esodo di giovani altamente qualificati (ci costa 14 miliardi all'anno), ma anche per dare alle imprese e alla pubblica amministrazione, gli strumenti e le competenze necessarie per innovare e crescere. Alcuni altri punti potrebbero orientare la politica economica dei prossimi anni in una direzione realmente moderna, solo per citarne due: l'azione congiunta del ministero dell'economia con quello dell'ambiente per trasformare la cura del territorio da vincolo a risorsa, per accelerare il passaggio da un'economia della produzione ad una economia della manutenzione. Il compimento della riforma del terzo settore, dal precedente governo non solo trascurato, ma ideologicamente combattuto. Il terzo settore, il mondo della cooperazione, dell'associazionismo, del volontariato, può rappresentare nel solco di una grande tradizione nazionale, il luogo di produzione, rigenerazione e conservazione di quei beni pubblici e comuni, da cui sempre più dipenderà la qualità della vita delle nostre comunità e non solo dei loro membri più fragili. Non valorizzare questa risorsa in maniera moderna e innovativa, o addirittura osteggiarne l'azione, come è accaduto nel recente passaggio, vuol dire mettere in atto una politica miope, inefficiente e assolutamente controproducente. Al nuovo governo certo non mancheranno le sfide; possiamo solo augurarci che possa esserne all'altezza.





 

RASSEGNA STAMPA di VENERDÌ 30 AGOSTO 2019

 

1 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 30 agosto 2019 / Cultura e spettacoli - Pagina 28
Dal Politecnico di Milano all'Orientale di Napoli, in campo un pool di atenei:
gli studenti mandati a scarpinare in Sardegna, dieci tappe da Barisardo a Cagliari
UNA SUMMER SCHOOL A PIEDI NELL'ISOLA DELLO SPOPOLAMENTO
Un’iniziativa dell’Università di Cagliar e della Fondazione di Sardegna per studiare un fenomeno che sta desertificando intere zone del Paese

di Giacomo Mameli
Alcuni (donne in maggioranza) sono già architetti, altri stanno per diventarlo. Studiano il territorio camminando a piedi, «perché vedi meglio i luoghi, calpesti il suolo, osservi i volti della gente e capisci cose che non ti puoi inventare al tavolo di progettazione», dice Giacomo Lai, 26 anni, di Perdasdefogu, laurea a Cagliari e master in corso al Politecnico di Torino. È uno degli organizzatori della Summer School "Sardinia Reloaded" - finanziata dalla Fondazione di Sardegna - che coinvolge sette atenei (Politecnici di Milano e Torino, Orientale di Napoli, le università di Cagliari, Camerino, Teramo e Palermo). Analizzano i paesi per capire il fenomeno dello spopolamento nei territori di margine e chiedersi come la fuga verso le megalopoli possa e debba essere governata. «Ma le conclusioni - annuncia l'urbanista Anna Maria Colavitti - verranno tratte il prossimo ottobre a Torino alla fine di questo seminario itinerante dopo un primo giudizio a Cagliari martedì 3 settembre nella facoltà di via Corte d'Appello». Conclusioni che non si sentono di anticipare neanche gli studenti («bisogna studiare e cercare di capire», sottolinea Serena Marchionni, coordinatrice del laboratorio. Devono ancora viaggiare, percorrere altri 120 chilometri a piedi dopo averne già macinato altrettanti tra Barisardo, Lanusei, Arzana e Jerzu. Ieri mattina alle 6 in punto (scandite dalle campane della chiesa di San Pietro) hanno lasciato i sacchi a pelo nella palestra delle scuole medie di Perdasdefogu e sono andati a Escalaplano passando davanti al cimitero-Pantheon dei prenuragici a Tueri, poi superando il ponte sul Flumineddu ribollente d'acqua, breve tappa alla fonte sacra di Scrammòri, l'arrivo in paese e la visita all'incanto della chiesa di San Sebastiano con uno dei rosoni più belli e più grandi della Sardegna e le statue in stucco degli Apostoli fatte restaurare nel dopoguerra da un sacerdote-mito, il canonico Priamo Maria Spano amico di don Luigi Sturzo. Ieri incontro di quattro ore a Perdasdefogu dopo essersi inzuppati sotto un acquazzone tra tuoni e lampi: pranzo al teatro "Sa brulla" con un «evviva al cuoco della pecora in cappotto». Poi visita al Poligono del Salto di Quirra dove il comandante, il generale Giorgio Russo, ha illustrato le prospettive di sviluppo nei settori della ricerca scientifica e dell'aviazione civile. Nella biblioteca (intitolata a Daniele Lai, primo maestro - nell'800 - di Foghesu) incontro col sindaco Mariano Carta ("avevamo 2971 abitanti trent'anni fa, oggi siamo 1983"), lo storico locale Tore Mura ha parlato del record mondiale della longevità familiare, il presidente della Pro Loco Vittorino Murgia ha elencato le tante attività culturali che hanno avuto l'imprimatur della Sapienza di Roma. Poi gli imprenditori: l'amministratore di Sardaeloica Giuliano Piga («trenta dipendenti diretti, 25 indiretti, fatturato di 15.5 milioni di euro, diventerà il primo parco eolico d'Italia»), il dirigente Vitrociset Antonio Pandelli («160 dipendenti a San Lorenzo, 30 di Perdasdefogu, collegamenti col Crs4, Sardegna Ricerche e Distretto aerospaziale»), il direttore provinciale della Coldiretti Alessandro Serra («bisogna remunerare meglio chi lavora in campagna e consente ai territori di esistere»).La parola è poi passata agli studenti e ai docenti, con Lorenzo di Verona, Giuseppe di Campobasso, Mario di Busto Arsizio, Chiara, Paola, Cristina. «Dopo le ricerche dobbiamo passare all'azione, lo spopolamento non è mai entrato nell'agenda politica; quale ruolo hanno servitù militari e la ricerca genetica; vivere ai margini non è sempre e solo un fatto negativo ma può essere catalizzatore di nuove formule di convivenza; i piccoli centri non possono avere gli stessi regimi fiscali delle megalopoli»). Una certezza è emersa. Dice l'architetto Giacomo Lai: «L'Ogliastra è ricca di risorse: ambientali tra mare e montagna, artistiche, ma non crea ricadute economiche proporzionali alle bellezze naturali. Occorrono competenze, dal turismo all'artigianato, ricreando il decoro urbano che fa vivere meglio». E il sindaco Carta commenta: «Gli sguardi esterni giovano».





RASSEGNA STAMPA di MERCOLEDÌ 28 AGOSTO 2019


1 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 28 agosto 2019 / Cultura e spettacoli - Pagina 28
"Sardinia Reloaded", le università italiane insieme in un'iniziativa contro lo spopolamento
A PIEDI SUI SENTIERI DELL'ISOLA SCONOSCIUTA

SASSARI Oggi (dopo aver percorso a piedi già 124 chilometri) faranno tappa a Perdasdefogu gli studenti e i docenti della Summer School "Sardinia Reloaded" (Sardegna ricaricata: camminare nei territori di margine). Si occupano soprattutto dello spopolamento ma ne vogliono tracciare un percorso attivo "di riscatto, il prima possibile perché nessun territorio al mondo deve morire". Sono studenti di sette facoltà universitarie : i due politecnici di Milano e Torino, Cagliari, Teramo, Camerino, l'Orientale di Napoli e Palermo. Come logo hanno scelto il paese di Gairo, disabitato dall'alluvione del 1951 che distrusse e svuotò anche il vicino paese di Osini. La Summer School (che si concluderà i 3 settembre con una conferenza a Cagliari) ha aperto i suoi incontri a Barisardo, proseguendo per Arzana, Lanusei, Jerzu (oggi tappa a Perdasdefogu ore 16 nell'Anfiteatro dei Lecci, nel parco di Santa Barbara per un confronto con gli amministratori e la popolazione). Si prosegue per Escalaplano, Silius, Sant'Andrea Frius, Settimo San Pietro e Cagliari. "Analizziamo le cause dello spopolamento e dello svuotamento dei paesi delle aree interne della Sardegna per poter proporre pratiche innovative che contrastino un processo che va comunque fermato o, in ogni caso, governarlo", dice Anna Maria Colavitti (università di Cagliari) tra le promotrici dell'incontro. Gli studenti e i loro tutor (39 in tutto) attraversano questi paesi a piedi per lunghi tratti "per toccare con mano le politiche e le abitudini urbanistiche consolidate". Dice la professoressa Colavitti: "Vogliamo utilizzare il cammino come occasione per innovare metodi, strumenti e contenuti dell'urbanistica in territori che possono essere di margine anche nelle vicinanze di grandi centri urbani". Ancora: "Vogliamo lavorare per la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio culturale, del paesaggio e dell'ambiente. La nozione di patrimonio non è limitata ovviamente ai beni materiali ma si estende su ampia scala alle componenti intangibili della cultura e dell'innovazione, essendo inteso come eredità storica, come ambiente costruito, come contesto di scambi e attività sociali". (g.m.)





 

RASSEGNA STAMPA di SABATO 24 AGOSTO 2019


1 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 24 agosto 2019 / Primo piano - Pagina 3
La ricetta di Cherchi, Uil: servono più docenti abilitati in tempi rapidi, siano le scuole a prepararli
«STOP AI CORSI DI FORMAZIONE NELLE UNIVERSITÀ»

SASSARI L'allarme precari non riguarda solo la Sardegna. C'è un esercito di insegnanti che insegue il sogno della cattedra e del contratto a tempo indeterminato: si stima che a livello nazionale siano almeno 70mila i docenti in attesa del maxi concorso della scuola annunciato dal governo giallo-verde appena caduto. Di questi, circa 6mila sono nell'isola. Per tutti, con la crisi politica in atto, i tempi potrebbero allungarsi, anche se il decreto è pronto e attende solo la pubblicazione nella gazzetta ufficiale. Ed è improbabile che l'iter del concorso possa essere bloccato dalla prossima maggioranza di governo, di qualunque colore sia. Diverso il discorso per quanto riguarda gli insegnanti di sostegno specializzati. Una emergenza che non è più tale, perché di anno in anno si sa che gli organici devono essere rimpinguati a fronte di un numero di studenti disabili che cresce costantemente. E invece i corsi di specializzazione sono pochi e con numeri ridotti: circa 300 gli specializzati sfornati l'anno scorso (a pagamento) dalle Università di Cagliari e Sassari, una goccia nel mare. «Il problema - dice Alessandro Cherchi, segretario generale Uil scuola Rua Sassari e Gallura - è proprio questo: perché devono essere sempre le università a gestirli? La scuola, comunità educante, ha al proprio interno, non solo le risorse professionali, strumentali e logistiche, ma anche le energie e risorse per rispondere alle domande sempre più pressanti di formazione specifica non accademica. Bisogna riportare il tutto all'interno della scuola e ragionare su numeri più alti. Solo così l'emergenza non sarà davvero più tale».

199.760 il numero totale degli studenti iscritti al prossimo anno scolastico che inizierà il 16 settembre
2788 gli studenti in meno rispetto all'anno scorso
11mila le classi nell'isola, distribuite dalla scuola materna alle superiori di secondo grado
25mila le cattedre assegnate all'isola
7100 i ragazzi disabili che necessitano dell'insegnante di sostegno
5500 le cattedre assegnate agli insegnanti di sostegno
2700 gli insegnanti di sostegno specializzati
2800 circa: i precari non specializzati che saranno chiamati a ricoprire le cattedre vacanti nel sostegno
700 i contratti a tempo determinato extra sostegno previsti all'inizio dell'anno scolastico nelle scuole dell'isola


La popolazione studentesca sotto le 200mila unità. E aumentano i prof precari
SCUOLE SEMPRE PIÙ VUOTE: PERSI QUASI 3MILA ALUNNI
Il calo degli iscritti riguarda prevalentemente Materna ed Elementari. In proporzione al numero totale il rollo più drastico è nel Nuorese. In crescita i ragazzi disabili bisognosi dell’insegnante di sostegno ma la metà di loro sarà seguita da docenti non specializzati

di Silvia Sanna
SASSARI La previsione si è avverata e, in assenza di un miracolo, era abbastanza scontato che accadesse. Quest'anno, per la prima volta, saranno meno di 200mila gli studenti sardi. Dalla scuola materna e le superiori, dal 16 settembre - primo giorno delle lezioni - tra i banchi ci saranno 199.760 bambini e ragazzi. In totale 2788 in meno rispetto al precedente anno scolastico, che già era partito con un calo di 2600 unità. Un dato preoccupante e che riguarda soprattutto materna-elementari e medie: nell'isola con la natalità più bassa d'Italia, 1,07 figli per coppia, non potrebbe essere altrimenti. Resistono, ma mostrano i primi segni di cedimento, gli istituti superiori: merito del baby boom dei primi anni Duemila, seguito dal periodo 2008-2011 particolarmente prolifico. Poi sono iniziati i primi segnali della crisi economica che tra il 2012 e il 2013, anni da incubo, ha prosciugato conti in banca e "ristretto" le famiglie. Via a ranghi ridotti. Meno di duecentomila e meno numerosi di quanto si pensasse dodici mesi fa. Perché la riduzione degli alunni è stata persino superiore: altri 200 in meno rispetto al precedente anno scolastico, quando già il calo era stato netto e aveva suscitato un enorme allarme da parte dei sindacati e da parte delle istituzioni. Perché, è inevitabile, all'esercito di studenti che si assottiglia seguono tagli di classi, accorpamenti di istituti, riduzione del numero di docenti e del personale amministrativo. Per questo da più parti si era levato forte il coro: è necessario intervenire subito, bisogna fare in modo che il crollo delle nascite - difficile da frenare in tempi rapidi - e lo spopolamento soprattutto delle zone interne - non vadano a infierire sulla scuola sarda, già malconcia e segnata da un tasso di dispersione molto alto: tra il 18 e il 20%, molto meno rispetto a una decina di anni fa, ma comunque record o quasi in Italia. Invece 12 mesi sono volati più in un amen e tra meno di un mese, quando le scuole riapriranno i battenti, diversi istituti appariranno dimagriti. E la scure dei tagli riapparirà più minacciosa che mai. Soprattutto negli istituti di grado inferiore dove gli scolari compresi nella fascia d'età 3-14 anni assomigliano a una specie protetta destinata all'estinzione. I numeri. La riduzione degli alunni è democratica, colpisce le grandi città come i centri più piccoli (dove però l'effetto è più pesante) e riguarda tutte le quattro province storiche. Ma è il Sassarese, insieme alla Gallura, che sembra resistere con maggiore tenacia: in un anno si sono persi "solo" 273 alunni, 4 in più rispetto a Oristano dove però il numero totale corrisponde a un quinto. E oltre 500 in meno rispetto al Nuorese, dove il calo raggiunge le 790 unità. Chi sta peggio, ma con numeri assoluti molto diversi, è Cagliari: 1456 studenti in meno al suono della prima campanella rispetto a un anno fa. Sos precari. Anche in questo caso non c'è da sorridere. Perché in assenza di una terapia d'urto - vedi concorsi e corsi di specializzazione-abilitazione - il quadro può solo peggiorare. Infatti nelle oltre 11mila classi dell'isola ci saranno almeno 700 docenti con contratto a tempo determinato e poco meno di 3000 cattedre destinate al sostegno di ragazzi disabili saranno affidate a insegnanti non abilitati. Cioé precari con esperienza nel migliore dei casi, docenti di terza fascia - dunque con scarsa dimestichezza con gli studenti, figuriamoci con quelli più "difficili" e affetti da patologie più o meno gravi. È chiaro che c'è bisogno di stabilizzare - e di formare - un alto numero di docenti - anche perché il numero di ragazzi con disabilità cresce di anno in anno. Se l'anno scorso erano poco più di 6800, dal 16 settembre saranno oltre 7100. Distribuiti in tutti gli ordini di scuole ma con una incidenza superiore alle Secondarie di primo grado (le Medie): qui il rapporto è più elevato, con 1850 ragazzi che necessitano del sostegno su un totale di 2100 classi nell'isola. A disposizione per il sostegno ci sono 5500 cattedre. Ma i docenti specializzati a tempo indeterminato sono solo 2700. Tutti gli altri posti saranno coperti da personale non specializzato con le chiamate che inizieranno ai primi di settembre e con possibili cambi in corsa durante l'anno. A farne le spese come sempre saranno i più deboli, cioé gli studenti.






RASSEGNA STAMPA di VENERDÌ 23 AGOSTO 2019


1 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 23 agosto 2019 / Sassari - Pagina 19
L'Azienda trasporti ieri mattina ha stipulato una convenzione con l'Ersu
ABBONAMENTI STUDENTI CON ATP A 10 EURO ALL'ANNO
Possono usufruire degli sconti gli iscritti a Università, Conservatorio e Accademia

SASSARI Studiare a Sassari è ancora più conveniente: da quest'anno gli Universitari si spostano in città con i bus di Atp S.p.A. a soli 10 euro all'anno. Infatti Ersu Sassari e Atp lavorano ancora in sinergia per offrire servizi a costi agevolati per gli studenti e le studentesse iscritti all'Università di Sassari, al Conservatorio "L. Canepa" e all'Accademia di Belle Arti "M. Sironi".Ieri mattina è stata rinnovata, con la firma dei direttori generali Roberto Mura per Atp S.p.A. e Antonello Arghittu per Ersu Sassari, la convenzione sull'abbattimento del costo dell'abbonamento per usufruire dei trasporti urbani nel territorio comunale. Il documento - che prevede la sottoscrizione di abbonamenti a tariffa agevolata con validità dodici mesi (primo settembre 2019-31 agosto 2020) - è destinata alle studentesse e agli studenti in possesso di Isee pari o inferiore a 25.500 euro i quali, grazie ad un intervento della Regione Sardegna e al contributo di Ersu Sassari, potranno usufruire del titolo di viaggio annuale al costo di soli 10 euro. Potranno essere ben 1200 gli studenti e le studentesse in possesso dei requisiti di reddito già descritti che usufruiranno di questa tariffa grazie al contributo di Ersu Sassari, in convenzione con Atp.Gli studenti e le studentesse dovranno compilare e firmare il modulo di autocertificazione (status studente) scaricabile dall'area download del sito www.atpsassari.it, allegare la copia del proprio documento d'identità in corso di validità, oltre alla certificazione Isee del 2019 inferiore o uguale a 25.500 euro, e recarsi presso l'Ufficio Cassa di Atp, in via Caniga 5 a Sassari.Gli sportelli saranno operativi, nel mese di agosto, il lunedì, martedì, giovedì e venerdì dalle 7.45 alle 12, e il mercoledì dalle 7.45 alle 14 e dalle 15 alle 18, mentre nel mese di settembre dal lunedì al venerdì dalle 7.45 alle 12 e dalle 14.30 alle 16.30.



2 - LA NUOVA SARDEGNA di venerdì 23 agosto 2019 / Prima pagina
VALORI MUTATI
La svolta etica dell’impresa

di Vittorio Pelligra
Le duecento imprese che fanno parte della Business Roundtable, non sono certo rappresentative dell’intero universo delle grandi imprese americane, ma non sono neanche un gruppo marginale: ci sono Aplle, Amazon, JP Morgan, BlackRock, Ford, General Motors, solo per fare qualche nome. Complessivamente danno lavoro a circa quindici milioni di persone, investono 150 miliardi di dollari in ricerca e sviluppo, distribuiscono 300 miliardi di dollari di dividenti ai loro azionisti e generano un fatturato di 500 miliardi di dollari per le imprese dell’indotto. Si capisce, dunque, che se 181 tra gli amministratori delegati di queste imprese firmano una dichiarazione con la quale si impegnano a orientare i loro business non più e solo nell’interesse dei loro azionisti, ma di tutti gli stakeholders, i consumatori, cioè, i dipendenti, i fornitori e le comunità in cui le imprese operano, questa non può che rappresentare una notizia e non solo nell’ambito della business community mondiale. Il documento pubblicato il 19 agosto scorso, prende spunto dalla considerazione secondo cui la finalità di un’impresa, oggi, non può che coincidere con la creazione di valore di lungo periodo. CONTINUA A PAGINA 7

Sardegna - Pagina 7 segue dalla prima
LA SVOLTA ETICA DELL'IMPRESA
di Vittorio Pelligra
E con la condivisione di tale valore con tutti i soggetti che con l'impresa interagiscono. Nel concreto questo impegno si sostanzia in una nuova governance e in scelte aziendali orientate su varie direttrici: dall'assicurare una remunerazione equa e una formazione costante ai propri dipendenti ad un rapporto di co-creazione di valore con i fornitori; dall'interesse concreto per l'ambiente naturale e sociale nel quale l'impresa opera, fino alla trasparenza nell'uso dei capitali forniti dagli investitori e dagli azionisti. Si afferma in questo modo una visione plurale e multidimensionale del ruolo dell'impresa come creatrice di valore, e non solo ricchezza distribuita agli azionisti, ma piuttosto di valore condiviso con tutta la comunità. Sembra che il documento prefiguri una vera e propria svolta etica. Certamente non è una novità che singole imprese intraprendano azioni di responsabilità sociale, ma l'impegno sottoscritto oggi dai membri della Business Roundtable, sembra un passo in avanti verso una scala successiva, sia per il peso economico e politico dei soggetti coinvolti, sia per la loro azione coordinata, che certamente, innescherà un effetto imitazione da parte di molte altre imprese. Ma quali possono essere le ragioni di questa svolta? Perché ora? Dovremmo, in questo senso, evitare sia le interpretazioni ingenuamente entusiastiche che quelle più cinicamente scettiche. Certamente, però, qualcosa è cambiato nei mercati mondiali e continuerà a cambiare in modo ancora più radicale nel prossimo futuro. Queste imprese non stanno facendo altro che adattarsi a questi mutamenti cercando, in qualche misura, di anticiparli. L'aspetto veramente interessante è che tali novità si stanno concretizzando sul lato della domanda e non tanto dell'offerta. Sono i consumatori che stanno cambiando, le loro preferenze, le loro sensibilità e le loro priorità e le imprese cercano di adattarsi come possono. Una recente indagine Nielsen indica che il 67 percento dei lavoratori, a livello globale, preferisce lavorare per imprese socialmente responsabili, il 55 percento dei consumatori è disposto a spendere di più pur di acquistare beni e servizi prodotti da imprese sostenibili e che il 49 percento dei cittadini finanzia con donazioni o fa volontariato per organizzazioni che hanno finalità sociali o ambientali. Se a questi dati si aggiunge nei prossimi anni, i millennials, tradizionalmente più sensibili ai temi ambientali e sociali, erediteranno circa 30 trilioni di dollari da investire, si capisce ancora meglio quali trend le società della Business Roundtable stiano cercando anticipare. La svolta etiche delle imprese, quindi, sembra più una risposta lungimirante al vero mutamento valoriale che riguarda, però, tutti noi consumatori e non tanto i produttori.





 

RASSEGNA STAMPA di LUNEDÌ 19 AGOSTO 2019


1 - LA NUOVA SARDEGNA di lunedì 19 agosto 2019 / Nuoro e provincia - Pagina 14
L’iniziativa è rivolta agli studenti della diocesi. Il bando scade il 30 ottobre
LA CARITAS ISTITUISCE 20 BORSE DI STUDIO
Saranno assegnate sulla base dei parametri stabiliti da una commissione che formulerà la graduatoria e la pubblicherà entro il 30 novembre

di Paqujto Farina
NUORO All'interno del progetto "Parola e memoria", finanziato con i fondi dell'8 per mille alla Chiesa cattolica, la Caritas diocesana di Nuoro, Fondazione Don Graziano Muntoni, per l'anno accademico 2019/2020 ha istituito un concorso per il conferimento di 20 borse di studio, di cui tre riservate a disabili, destinate a sostenere gli studenti universitari meritevoli. L'importo di ciascuna borsa è pari a mille euro, da intendersi al netto delle ritenute fiscali se dovute. Il bando di concorso è riservato ai giovani residenti nei comuni della diocesi di Nuoro, quelli che intendono iscriversi a un corso di laurea oppure a quelli già iscritti che, al momento della presentazione della domanda, abbiano sostenuto gli esami previsti dal piano di studi relativamente al periodo di frequenza del proprio corso di laurea. Ecco di seguito l'elenco dei comuni che rientrano nel bando: Nuoro, Bitti, Orune, Lula, Onanì, Osidda, Budoni, Torpè, Posada, Lodè, Siniscola, Galtellì, Loculi, Irgoli, Onifai, Orosei, Dorgali, Oliena, Orgosolo, Orotelli, Lodine, Mamoiada, Ollolai, Sarule, Gavoi, Olzai, Orani, Ottana, Oniferi, Fonni. Il termine per la presentazione delle domande di partecipazione scadrà il 30 ottobre 2019. Le richieste pervenute oltre il termine non verranno prese in considerazione. Dovranno pervenire mezzo raccomandata A/R indirizzata alla Caritas diocesana di Nuoro, via Lamarmora 148, 08100 Nuoro o via pec all'indirizzo web caritasnuoro@pec.it.I requisiti necessari per l'ammissione al concorso: essere residenti nei comuni della Diocesi sopraelencati; possedere una certificazione Isee in corso di validità non superiore a euro 23.253; aver superato l'esame di conclusivo della scuola secondaria di secondo grado con una votazione non inferiore a 80/100 (per coloro che si iscrivono al primo anno di corso); aver sostenuto, al momento della presentazione della domanda, gli esami previsti dal piano di studi relativamente al periodo di frequenza del proprio corso di laurea mantenendo una media annua di almeno 27/30 (per coloro che si iscrivono ai successivi anni di corso).Le borse saranno assegnate, sulla base dei parametri indicati, secondo quanto stabilito dalla commissione interna della Caritas diocesana, che formulerà la graduatoria entro la data del 30 novembre 2019 e verrà poi pubblicata nei siti: diocesidinuoro.it, ortobene.net, radiobarbagia.it. Per qualsiasi ulteriore informazione contattare direttamente la Caritas di Nuoro al numero 0784/37211 o per e-mail scrivendo a direttore@caritasnuoro.it.






RASSEGNA STAMPA di MERCOLEDÌ 14 AGOSTO 2019



1 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 14 agosto 2019 / Prima pagina
A NUORO, OK DAL MINISTERO
All’Università il corso per guidare i turisti

Nasce un nuovo corso triennale di laurea in Progettazione, gestione e promozione turistica di itinerari della cultura e dell'ambiente. Partirà a Nuoro, per iniziativa del Consorzio universitario nuorese che ha elaborato il progetto con il Dipartimento di Scienze umanistiche e sociali dell'Università di Sassari. È l'unico corso di questo genere attivato negli atenei isolani, e uno dei pochissimi in Italia. SELLONI A PAGINA 26
Cultura e spettacoli - Pagina 26
Un'iniziativa di eccellenza unica in Sardegna gestita dal Consorzio: durata 3 anni
A NUORO CORSO UNIVERSITARIO PER FARE CRESCERE IL TURISMO
Studi avanzati e nuove professionalità al servizio dello sviluppo dell'isola
di Simonetta Selloni
NUORO Nella Sardegna densa di itinerari turistico-culturali che attraversano l'isola con una pluralità di offerte, da quella religiosa, a quella ambientale, a quella archeologica, a quella torica e letteraria per arrivare ai percorsi legati all' enogastronomia dei territori, arriva ora una proposta formativa di assoluto spessore. Si tratta del corso triennale di laurea in Progettazione, gestione e promozione turistica di itinerari della cultura e dell'ambiente. Partirà a Nuoro, per iniziativa del Consorzio universitario Nuorese il cui commissario Fabrizio Mureddu ha negli ultimi due anni lavorato all'elaborazione del progetto con il Dipartimento di Scienze umanistiche e sociali dell'Università di Sassari, diretto da Aldo Maria Morace. È l'unico corso di questo genere attivato negli atenei isolani, e uno dei pochissimi in Italia. Un percorso che fa sintesi tra la necessità di formare esperti che abbiano competenze specifiche sull'immenso patrimonio culturale, archeologico, storico, ambientale, artistico e letterario della Sardegna, ma anche che sappiano come gestirlo e renderlo sostenibile, dal punto di vista turistico e quindi economico. Non solo: molta attenzione sarà posta sull'accesso agli strumenti legislativi e finanziari nazionali ed europei, e, last but not least, sulla conoscenza delle lingue (inglese, tedesco e spagnolo) e delle dinamiche che sovrintendono l'offerta turistica. «Non è un caso che questo corso parta a Nuoro, città della cultura, dopo una lungo lavoro di preparazione - sottolinea il commissario del Consorzio universitario Fabrizio Mureddu -. La macro-scelta è quella legata alla Scienze umanistiche che saranno il collante per mettere in rete la interdisciplinarietà degli ambiti». E infatti negli insegnamenti sono previsti Archeologia e analisi dei sistemi territoriali dell'età nuragica, Architettura, cultura e ambiente, Antropologia del turismo, Geografia dell'ambiente del paesaggio, Diritto pubblico del turismo, tanto per citarne alcuni. La nascita di questo corso può determinare una svolta anche nella razionalizzazione della promozione di un turismo di qualità che si fonda sulla straordinaria offerta della Sardegna. C'è poi un altro elemento che si incardina sul nuovo corso di laurea, di spessore altrettanto significativo: è il progetto legato al recupero dell'Itinerarium Antonini, un'antica strada romana che dal terzo secolo dopo Cristo collegava l'isola da Olbia (e fino a Santa Teresa Gallura) a Cagliari, una via di collegamento utilizzata sia per scopi commerciali che militari. Il Consorzio universitario, nell'ambito del piano di rilancio del Nuorese, con la costituzione di un gruppo di ricercatori - molti dei quali saranno i docenti del nuovo corso di laurea - svilupperà proposte per la valorizzazione delle risorse dei comuni e dei territori attraversati, e costituirà un ideale strumento di coesione e di sviluppo economico fra le diverse aree della Sardegna. Gli esempi di itinerari storici sui quali si sono forgiati modelli di sviluppo culturale e turistico-economico abbondano, e hanno radici lontane: a partire dalle strade dei pellegrini, come la via Francigena e il Cammino di Santiago. E proprio con il Gruppo Compostela delle Università, organismo di carattere mondiale costituito da enti pubblici e università, ha avviato una importante interlocuzione il Consorzio nuorese. Il Gruppo Compostela ha infatti manifestato interesse a partecipare al progetto per la valorizzazione dell'Itinerarium Antonini, individuato come percorso "multidisciplinare di studio recupero, tutela e gestione dello storico itinerario e dei suoi connotati storico-artistici, geografici, culturali, ambientali, spirituali e turistici». Lo scrive, nella lettera di intenti inviata a Mureddu, il presidente del Gruppo, Marek Kreglewski. Avere figure capaci di gestire i processi che rendono produttivo questo immenso patrimonio, con l'aiuto dei progetti quale la riscoperta dell'Itinerarium Antonini, è l'obiettivo di questo corso di laurea. Formare professionisti capaci di una gestione moderna e competente dell'economia del territorio può diventare la chiave determinante per invertire i processi di spopolamento, e di guardare ad una economia possibile e sostenibile utilizzando i beni materiali e culturali che l'isola offre.







RASSEGNA STAMPA di SABATO 10 AGOSTO 2019


1 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 10 agosto 2019 / Sardegna - Pagina 8
di Nadia Cossu
IL GENIO DEI NUMERI
Il rompicapo era stato proposto nel 1939 negli Stati Uniti
PROBLEMA MATEMATICO IRRISOLTO DA 80 ANNI: CI RIESCE UN SASSARESE
Roberto Demontis, 37 anni, è docente all'Istituto agrario

SASSARI Ci sono voluti ottant'anni perché qualcuno trovasse la soluzione a un gioco che dal 1939 a oggi ha fatto arrovellare geni eccelsi della matematica. E cioè: qual è il numero minimo di mosse per risolvere la "Torre di Hanoi"? Un caso talmente complesso che negli anni Ottanta arrivarono a stabilire che era irrisolvibile. Oggi, nel 2019, scopriamo che la soluzione invece c'era. E a trovarla è stato il sassarese Roberto Demontis, 37 anni, diploma al liceo classico Azuni, laurea in Matematica a Torino e dottorati di ricerca negli atenei di Roma, Siena, Polonia. È lui il protagonista di un'impresa che ha dell'incredibile. Dopo cinque anni, passati a ragionare, a formulare ipotesi, a scrivere e a cancellare schemi e numeri, è riuscito a trovare l'inghippo e ha così risolto il "problema-gioco" di matematica che per la prima volta, nel 1939, fu proposto da Bonnie Madison Stewart sull'American mathematical monthly. La soluzione prospettata da Demontis, ritenuta ineccepibile da esperti della materia, è stata pubblicata sulla rivista scientifica "Discrete Mathematics, Algorithms and Applications" (DMAA). Provare a spiegare cosa la mente geniale di questo giovane insegnante sassarese (oggi docente precario all'istituto agrario "Pellegrini" di Sassari) sia stata in grado di partorire è forse un'impresa ancora più ardua della soluzione stessa del problema. E allora ci pensa lui, Roberto Demontis, a semplificare. Il punto di partenza è la Torre di Hanoi, il famoso gioco/rompicapo. «Immaginate di avere un certo numero di pioli - sono le prime parole del matematico - Su uno di questi si trova un certo numero di dischi tutti di dimensione diversa, impilati in ordine crescente, dal più grande al più piccolo. Volete spostare questa torre su un altro piolo. Per fare ciò tuttavia dovete rispettare due regole: potete cioè spostare solo un disco alla volta e non potete mai mettere un disco più grande sopra uno più piccolo. Qual è il numero minimo di mosse?». Proprio qui sta il punto. «Questo problema - spiega Roberto - ammette una soluzione immediata nel caso in cui si disponga di soli tre pioli (come nel caso della Torre di Hanoi ndc). Al punto tale che è un classico esempio di semplice dimostrazione per induzione. Al contrario, il numero minimo di mosse per ricostruire la Torre di Hanoi nel caso in cui si disponga di almeno quattro pioli è cosa ben più complessa». E infatti il problema è rimasto insoluto per 80 anni. A un certo punto lo si considerò praticamente indecifrabile «perché - dice Demontis - non si poteva risolvere con metodi deterministici. In altre parole, mentre nel caso elementare di tre pioli le mosse successive sono univocamente determinate dopo la prima, nel caso più complesso viene meno questo determinismo: dopo ogni mossa è possibile cambiare strategia pur restando nel numero minimo di quelle necessarie a risolvere il puzzle».Nel corso di questi 80 anni sono stati numerosi i tentativi di soluzione, i più famosi ad opera dello stesso Stewart e di J.S. Frame. Tutti falliti. Roberto Demontis ne ha formulato uno che si è rivelato invece vincente. Soluzione che all'informatica, alle neuroscienze, alla biologia, «persino allo studio del comportamento di una specie sudamericana di formiche». Ora, all'insegnante di Sassari stanno scrivendo dalla Nuova Zelanda, dall'Australia, dalla Germania. E le prospettive future? «Ho avviato delle piccole collaborazioni con altre università e riviste scientifiche - dice - E ho iniziato a studiare due problemi su richiesta della stessa rivista DMAAi». Poi aggiunge: «Ritengo che questo mio piccolo successo sia anche merito degli insegnanti che ho avuto: dalla maestra Speranza Cesaraccio, ai professori Tore Sini e Giovanni Canu e al mio relatore di tesi Umberto Cerruti. Grazie a loro ho potuto capire la bellezza della matematica, la purezza e l'essenza del suo linguaggio scevro da ogni retorica, in continua analisi di ciò che ci circonda».

 

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