Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
27 July 2019

L'Unione Sarda

Rassegna quotidiani locali
a cura dell’Ufficio stampa e redazione web



L’UNIONE SARDA
 
 
1 - L’UNIONE SARDA di sabato 27 luglio 2019 / Provincia di Cagliari (Pagina 23 - Edizione CA)
PULA. Nuove scoperte di manufatti con strumenti altamente tecnologici
SPAGNOLI E SARDI SCAVANO A NORA
Archeologi cagliaritani e stranieri al lavoro in piena estate

Si scava con strumenti altamente tecnologici, che individuano sottoterra le aree di interesse e indirizzano le piccozze degli archeologi. Importante per le nuove scoperte, proficua per la collaborazione costante con le Università iberiche: la campagna di scavo estiva a Nora, partita il primo luglio, ha dato grandi risultati. Insieme agli studiosi di Cagliari, agli studenti e a Luca Lantieri, topografo dell'Università di Viterbo, nella parte esterna di Nora hanno lavorato incuranti delle alte temperature gli esperti degli atenei di Alicante, Granada, Murcia, Castilla-La Mancha e Lisbona.
I RISULTATI
Gli scavi hanno permesso di approfondire la conoscenza di una zona in cui si scava solo dal 2015: dalla terra sono emerse ceramiche, che contribuiranno a datare l'epoca, e nuove aree della città. Romina Carboni, dell'Ateneo di Cagliari, direttore scientifico della campagna - che si avvale della direzione tecnica di Emiliano Cruccas - spiega come gli archeologi hanno lavorato nell'ultimo mese. «Il punto nevralgico della campagna è stato l'area in cui quattro anni fa era stata scoperta una piazza monumentale dell'epoca primo medio imperiale, dove è stata trovata una vasca ad esedra. Interessanti anche i ritrovamenti ai piedi della collina del tempio di Tanìt, in cui si trovavano insediamenti abitativi e artigianali». Il professor Marco Giuman, dell'Univesrità di Cagliari, sottolinea l'importanza dei frammenti di ceramica e terracotta ritrovati. «Dimostrano quanto fossero importanti gli scambi commerciali con il Nordafrica e la penisola iberica - spiega - grazie a questi frammenti riusciamo a conoscere nuovi aspetti di questa antica città e a datare con precisione le strutture. Lavorare con strumenti come il georadar, che permette di sondare il terreno sino a tre metri di profondità, ci consente di scavare nei punti in cui si registra la presenza di manufatti nel sottosuolo».
GLI ARCHEOLOGI
Il professor Antonio Manuel Poveda Navarra, dell'Università di Alicante, scava a Nora ormai da sette anni. «Nora ha ormai assunto una dimensione internazionale, oltre a noi spagnoli e ai colleghi portoghesi, il prossimo anno arriveranno anche gli archeologi dell'Università canadese di Kingston - racconta - queste campagne, oltre a produrre risultati scientifici, permettono a questo sito di oltrepassare i propri confini e farsi conoscere dal mondo intero». Per Josè Luis Fuentes Sanchez, dell'Università di Granada, è la seconda volta a Nora. «È un privilegio collaborare a questa campagna di scavo - racconta - stiamo parlando di un progetto scientifico di assoluto rilievo, che grazie alla tecnologia ci permette di riportare alla luce importanti tasselli della storia di Nora». Soddisfatto anche l'assessore alla Cultura, Massimiliano Zucca. «La collaborazione con gli studiosi stranieri dimostra l'importanza di questo sito: cin consentiranno inoltre di diffondere il nome di Nora in giro per il mondo».
Ivan Murgana

 

2 - L’UNIONE SARDA di sabato 27 luglio 2019 / Oristano e Provincia (Pagina 31 - Edizione CA)
ORISTANO. Consorzio Uno in Tunisia
STUDENTI E ARCHEOLOGI RACCONTANO LA MISSIONE

Si concludono con un bilancio decisamente positivo le attività internazionali della Scuola di specializzazione in Beni archeologici dell'università di Sassari, gestite dal Consorzio Uno.
Carlo Aymerich, responsabile dei servizi universitari del Consorzio 1, ha tracciato il bilancio delle attività scientifiche delle 14 missioni e annunciato un nuovo progetto che si terrà a Creta. Grande risalto alle attività degli studenti e alle ultime scoperte archeologiche del team che Raimondo Zucca ha guidato in Tunisia insieme alle archeologhe Luciana Tocco, Adriana Scarpa e la specializzanda Matilde Sara Frau.
Il docente Piergiorgio Spanu condirettore delle missioni, insieme al professor Mounir Fantar dell'Istituto nazionale del patrimonio Tunisino, ha fatto il punto sulle ricerche effettuate e sui risultati scientifici ottenuti.
Importanti, perché hanno permesso di ricostruire la topografia della città di Neapolis e i cambiamenti avvenuti nel tempo.
I dettagli delle scoperte (portate avanti nell'ambito del progetto di cooperazione Italo-Tunisina) sono stati illustrati dal direttore del corso di specializzazione in Archeologia
«Grazie ad una mareggiata - ricorda Raimondo Zucca - sono venute alla luce, lo scorso febbraio, delle strutture idrauliche, sconosciute sino ad oggi. Un sistema di cisterne multiple, almeno 8, come quelle di Cartagine, rivestite, impermeabilizzate e perfettamente conservate, dalla dimensioni importanti: 24 per 25 metri. Il segno di un'organizzazione avanzata nella distribuzione dell'acqua nella città. E, poi, l'altra sorpresa - prosegue il professor Zucca - le condizioni di visibilità dell'acqua della città sommersa, ci hanno consentito di leggere i decumani (gli atti stradali) in alcune insulae (isolato di abitazioni) sommerse. È la prima volta che questo accade. A questo va aggiunta la scoperta di una domus ribattezzata “lucianae” come la sua scopritrice, la nostra archeologa Luciana Tocco. Infine - conclude Raimondo Zucca - abbiamo un nuovo anfiteatro in Tunisia, nella città di Missua, delle dimensioni ragguardevoli di 70 per 52 metri, simile a quello di Cagliari».
E. S.

 

3 - L’UNIONE SARDA di sabato 27 luglio 2019 / Provincia di Oristano (Pagina 32 - Edizione CA)
SEDILO. Salvatore Pes: un intervento fondamentale
Ripresi gli scavi archeologici nell'area di Iloi,
al lavoro anche gli studenti universitari

Sono ripresi da circa due settimane a Sedilo gli scavi archeologici ad Iloi. Grazie alla collaborazione di studenti e specializzandi in Archeologia dell'Università di Sassari andranno avanti per circa due mesi. A dirigere Anna Depalmas del Dipartimento di Scienze umanistiche e sociali dell'Università di Sassari, coadiuvata sul campo dai collaboratori Giovanna Fundoni e Matteo Pischedda. Si sta proseguendo lo scavo della “struttura 15”, dopo si proseguirà nell'area tra le strutture e il nuraghe. Durante lo scavo saranno raccolti campioni ossei e organici per datazioni radiometriche. I materiali archeologici saranno schedati e studiati e si procederà con l'eventuale restauro dei reperti ricostruibili.
«L'attività di valorizzazione del patrimonio culturale e naturale di Sedilo, con particolare attenzione ai beni archeologici, ha da subito caratterizzato la nostra azione politica perché la riteniamo fondamentale - spiega il sindaco Salvatore Pes- L'obiettivo è quello di attivare un processo virtuoso che possa produrre ricchezza economica e sociale attraverso la creazione di un'offerta variegata da proporre ai potenziali turisti/visitatori e che abbia come protagonisti i prodotti enogastronomici e di artigianato locali e tutti i beni culturali tangibili e intangibili che riguardano storia, archeologia, tradizioni e usi e costumi sedilesi».
Tra questi un occhi di riguardo ai beni archeologici ed in particolare il sito di Iloi «che con le sue peculiarità rappresenta una risorsa unica per il territorio», conclude Pes.
Alessia Orbana

 

4 - L’UNIONE SARDA di sabato 27 luglio 2019 / Speciale (Pagina 8 - Edizione CA)
E i canti dei nostri padri
diventano tesoro digitale
Un progetto che affascina. La tradizione più vera incontra la tecnologia, si tinge di una nuova luce. Da Nuoro prende il via la più grande campagna di documentazione di canti devozionali e cori polifonici mai realizzata fino a oggi. Cento comunità interessate, circa tremila persone coinvolte.
IL PROGETTO
Ecco i numeri del progetto “Boghes”, raccolta di file audio e video a breve disponibile online, in un'apposita pagina inserita nel portale dell'Istituto superiore regionale etnografico. È quella che caratterizza l'ambiziosa iniziativa, svelata ieri mattina nel capoluogo barbaricino. Nuoro tiene a battesimo il progetto promosso dall'Isre, in collaborazione con il Laboratorio interdisciplinare sulla musica dell'Università di Cagliari e la Fondazione Andrea Parodi. Sfoggia quel titolo di patria dei cori che riempie d'orgoglio. «La prima fase che si è appena conclusa è stata altamente stimolante: abbiamo indagato sul campo e documentato in oltre cento paesi la pratica del rosario cantato e le sue occasioni liturgiche», spiega Ottavio Nieddu, ideatore di Boghes e presidente dell'associazione culturale Imprentas. «La prima annualità affronta i cosiddetti canti “inclusivi” (gocius, pregadorias), quelli a cui tutti possono partecipare. Nella seconda parte del progetto, invece, focalizzeremo la nostra attenzione sui canti “esclusivi”, i cori polifonici».
I CUSTODI DELLA STORIA
Sono quelli che verranno raccolti, in grande numero. Un apposito sito internet garantirà la fruibilità, attraverso le più avanzate tecnologie. «Vogliamo recuperare una pratica che segna il patrimonio identitario dell'Isola, creare e custodire un archivio e colmare una lacuna: documentare con prodotti audio e video una parte importante del patrimonio culturale della Sardegna», afferma Giuseppe Matteo Pirisi, presidente dell'Isre. «Con questa operazione confermiamo inoltre l'interesse verso quella che viene definita l'antropologia della contemporaneità».
COME ATTI DI FEDE
“Boghes” svela una terra ricca di storia e tradizioni. La musica racconta, accompagna alla scoperta della Sardegna. «Canti a quattro, cori nuoresi, canti devozionali polivocali: fenomeni diversi con storie diverse, poco documentate», conclude Marco Lutzu, responsabile scientifico del progetto. «Mancava una campagna di documentazione audiovisiva, così si colma una lacuna. Questi canti sono atti di fede assai identitari. L'università darà il suo lavoro di ricerca e analisi con l'idea di produrre un volume in futuro».
di Gianfranco Locci

 

La Nuova Sardegna

 

LA NUOVA SARDEGNA

 

5 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 27 luglio 2019 / Sassari - Pagina 18
Arrivano i primi dottori in Scienze e tecniche psicologiche
SASSARI L'università di Sassari saluta i suoi primi laureati del corso triennale in "Scienze e tecniche psicologiche dei processi cognitivi". Mercoledì nel Polo Bionaturalistico di Piandanna, 15 neodottoresse e 4 neodottori hanno discusso la tesi di fronte alla commissione, guidata dal presidente del corso di laurea Paolo Enrico. «I nostri studenti - ha commentato Enrico - hanno presentato lavori originali e interessanti su argomenti molto diversi, spaziando da elaborati vicini alle tematiche classiche, a lavori sperimentali di neuromarketing e di neuroscienze. Il tutto a conferma dell'interesse degli studenti e delle studentesse verso un corso di studi con una forte impostazione scientifica come il nostro, e a supporto della validità dell'originale visione del Magnifico Rettore e dell'ex presidente del corso, professor Baingio Pinna, che questo corso hanno così fortemente voluto». "Scienze e tecniche psicologiche dei processi cognitivi" è stato istituito nel 2016.Queste le neolaureate e i neolaureati in "Scienze e tecniche psicologiche dei processi cognitivi": Eleonora Secchi, Francesco Casu, Chiara Renata Cossu, Alessia Falchi, Giulia Puggioni, Vincenza Cinzia Oggianu, Maria Stefania Meloni, Carla Poddighe, Maria Paola Scanu, Graziella Puggioni, Paolo Sanna, Matteo Madau, Simona Deriu, Giulia Putzu, Giulia Motzo, Marzio Chirico, Cristina Doppiu, Chiara Piras, Marta Cocco.

 

6 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 27 luglio 2019 / Economia - Pagina 14
Allo studio una convenzione programmatica tra l'ente di ricerca e la Regione
IL CNR DISEGNA L'AGRICOLTURA DEL FUTURO

VIDDALBA Fare sistema, potenziare le filiere produttive con prodotti tracciabili e di alta qualità è l'obiettivo che si pongono enti locali, organismi di ricerca e imprenditori. Del tema se ne è parlato a Viddalba al convegno "Attività di ricerca e sviluppo territoriale", organizzato dal Cnr-Ispaam di Sassari. La giornata di lavori, dopo il saluto delle autorità, è stata aperta dall'intervento dei ricercatori del Cnr, del Dipartimento di Agraria dell'università di Sassari, di Agris Sardegna e con la relazione di amministratori locali e del Gal Gallura-alta Gallura. Nello specifico sono state descritte le attività di ricerca svolte sul carciofo nella bassa valle del Coghinas e sul bovino nei territori dell'alta Gallura e dell'Anglona, settori da sempre trainanti per l'economia del territorio. Hanno aderito all'iniziativa oltre agli imprenditori locali, il presidente della Commissione Attività produttive, Piero Maieli, e il vicepresidente del Consiglio nazionale delle ricerche Tommaso Edoardo Frosini.I sindaci dei comuni di Viddalba e di Santa Maria Coghinas e i promotori del convegno Gianni Re e Toni Stangoni del Cnr Ispaam di Sassari hanno con questa iniziativa, voluto impostare un nuovo modo di porre le basi per poter rilanciare il settore ortivo e bovino, al fine di immettere nel mercato alimenti garantiti da una filiera che consenta la tracciabilità e la certificazione dei prodotti di alta qualità. I due primi cittadini, Vito Ara e Pietro Carbini, hanno descritto quali interventi progettuali sono stati messi in campo dalle amministrazioni locali al fine di interagire con le misure del Psr e con gli imprenditori agricoli per creare le sinergie richieste da un mercato sempre più competitivo e globalizzato. Maieli ha illustrato invece i lavori della commissione agricoltura e attività produttive che punta a rimodulare gli interventi del Psr per favorire le richieste del mondo agricolo. «La mia presenza qui - ha aggiunto Frosini - sta a significare che il Cnr è sempre attento alle dinamiche del territorio e che vuole essere protagonista, con i suoi ricercatori, all'innovazione scientifica che deve necessariamente essere messa a disposizione, delle comunità locali. Auspico che al più presto si possa intraprendere una collaborazione ancora più fattiva con la Regione tramite la stesura di una convenzione, come già fatto in altre regioni, al fine di poter condividere programmazione e progettualità mediante le numerose competenze scientifiche che i ricercatori del Cnr che operano in Sardegna garantiscono per contribuire a determinare l'innovazione tecnologica necessaria a sostenere lo sviluppo dell'economia sarda». Proposta subito accolta da Maieli.

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