Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
12 June 2019

L'Unione Sarda

Rassegna quotidiani locali
a cura dell’Ufficio stampa e redazione web



L’UNIONE SARDA
 

1 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 12 giugno 2019 / Hinterland (Pagina 21 - Edizione CA)
MONSERRATO. Sì al progetto da sei milioni per ristrutturare gli edifici dismessi
Il futuro? Un campus diffuso
Centro storico, le case vecchie diventeranno alloggi per studenti

Una Monserrato a misura di studente. E un “campus diffuso” per accogliere oltre 200 universitari in 20 case abbandonate del centro storico. È il progetto ambizioso che il Comune sta portando avanti: dopo lo studio di fattibilità realizzato dieci anni fa, nei giorni scorsi è arrivato il via libera del commissario straordinario al progetto preliminare. Un piano messo nero su bianco da una squadra di ingegneri, e che potrebbe vedere la luce fra meno di due anni: tutto dipenderà dall'attenzione e dalle scelte politiche del futuro sindaco che amministrerà Monserrato.
Il progetto prevede il recupero di venti immobili privati ormai dismessi da anni. L'idea è di riqualificare un nucleo di abitazioni inutilizzate e già individuate nel cuore del centro storico, a ridosso dell'attuale Casa della cultura, e trasformarle in base alle esigenze e agli standard richiesti dagli studenti e nel rispetto delle regole dettate dal Piano particolareggiato del centro storico. Sarà fondamentale la collaborazione dei proprietari degli immobili, delle società interessate alla ristrutturazione e gestione della casa dello studente diffusa e del Comune che, a fronte di una spesa complessiva che supera i 6 milioni di euro, dovrà attivarsi per accelerare i tempi e andare a caccia di finanziamenti pubblici e privati. «Il piano - fanno sapere dagli uffici tecnici del Municipio - prevede una riqualificazione urbana a tutto tondo, comprese strade e illuminazione, che permetterà di rendere più appetibile una parte del paese».
CASA DELLA CULTURA  Nuova vita anche per la Casa della cultura di via Giulio Cesare, che nel progetto viene ipotizzata come centro servizi del campus diffuso: al piano terra, il punto ristoro e le cucine potrebbero garantire l'erogazione di un servizio mensa universitaria per gli studenti dislocati nel quartiere. Mentre l'aula polifunzionale potrà essere utilizzata per seminari o come sala studio. Gli uffici del piano primo, invece, serviranno per ospitare il personale che si occuperà della gestione degli immobili recuperati e convertiti in residenze per studenti.
IL COMMISSARIO  «Occorre intensificare l'attenzione dell'amministrazione verso la Cittadella universitaria - commenta il commissario Ettore Gasperini - e rendere la cittadina più vicina all'Università: per me è stato un piacere trovare questo bel progetto e fare quanto era in mio potere per mandarlo avanti».
Federica Lai

 

2 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 12 giugno 2019 / Agenda (Pagina 18 - Edizione CA)
MEMO
Il libro di Nonnis

Sabato alle 17, alla Mem in via Mameli, Giulio Nonnis presenta il suo libro “Come un avvoltoio”. Parteciperanno l’editore Paolo Cossu, Giovanni Murgia dell’Università, l’educatrice Claudia Serra e il poeta Gianluca Lindiri.

 

 

3 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 12 giugno 2019 / Agenda (Pagina 18 - Edizione CA)
DIARIO CITTADINO
Intesa tra ateneo e conservatorio

Giovedì alle 10.30 al Rettorato, la rettrice Maria Del Zompo e il sovrintendente del Teatro lirico Claudio Orazi firmano un protocollo d’intesa per una collaborazione scientifica e didattica.

 

4 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 12 giugno 2019 / Prima (Pagina 1 - Edizione CA)
REGIONE. Ecosistema in pericolo
I SINDACI DIFENDONO LE SPIAGGE
Ticket e numero chiuso per limitare l'afflusso di turisti

Ticket d'ingresso, numero chiuso, parcheggi a pagamento. Tanti i sindaci sardi sempre più attenti alla tutela delle spiagge prese d'assalto dall'esercito di vacanzieri. «Un intervento è urgente e necessario, ma serve programmazione», dice Gianluigi Bacchetta, docente di Botanica dell'Università di Cagliari. ALLE PAGINE  2, 3
 
Primo Piano (Pagina 2 - Edizione CA)
L'esperto: «Ma serve una programmazione»
SPIAGGE IN PERICOLO, STOP INGRESSO LIBERO DAL SARRABUS AL SULCIS
Ticket, parcheggi a pagamento, numero chiuso: via ai piani di tutela contro l'assalto dei bagnanti

Eugenio Murgioni: «Con i parcheggi a pagamento regoliamo l'accesso in spiaggia».
Gianluigi Bacchetta: «Se i Comuni si dotassero del Pul sarebbe un passo avanti».
Antonello Ecca: «Stiamo pensando di trasformare l'arenile di Piscinas in un ecoparco».

Il sindaco di Castiadas annuncia «controlli più rigidi» su tutto il litorale e intanto confida nell'idea che «pure i parcheggi a pagamento sono in fondo un modo per regolare l'accesso in spiaggia». A lui stanno a cuore tre lidi in particolare: lo Scoglio di Peppino, Monte Turnu e Cala Pira, ma se per il momento di numero chiuso (minacciato lo scorso anno) non se ne parla, Eugenio Murgioni dice che già su quest'ultimo arenile «delicatissimo» si è riusciti «a stabilire indirettamente un tetto di 780 bagnanti». Basti pensare che tra luglio e agosto qui si arrivava costantemente a 1500. Un carnaio.
POCHI PIANI DEL LITORALE  Chi ci ha già pensato e chi ci sta pensando. Ticket d'ingresso, numero chiuso, parcheggi a pagamento. Cresce di anno in anno il numero dei sindaci della Sardegna costiera sempre più attenti alla tutela e alla salvaguardia delle porzioni di litorale più delicate prese d'assalto dall'esercito di vacanzieri che tra luglio e agosto arrivano nell'Isola. Un assalto che mette a rischio ecosistemi delicatissimi. Ma se da un lato cresce la sensibilità ambientalista delle amministrazioni, dall'altro bisogna ricordare che solo 16 su 72 Comuni costieri hanno approvato il Pul, il piano di utilizzo del litorale che, tra l'altro, deve stabilire a un tetto massimo del 25% la porzione di arenile occupata dagli stabilimenti balneari.
LA CARTINA DELL'EMERGENZA  «Se già tutti i Comuni si dotassero di Pul sarebbe un grande passo avanti. Il punto - rileva Gianluigi Bacchetta, docente di Botanica dell'Università di Cagliari - è che manca una programmazione». Ma, al di là dei piani ragionati previsti per legge, avverte il professore, «non si può pensare di lasciare in eredità alle generazioni future tante nostre spiagge bellissime se si continua a lasciare via libera a migliaia di bagnanti: una regolamentazione degli ingressi è imprescindibile». Fondamentali, poi, sono le «buone pratiche» di salvaguardia dell'arenile. «La pulizia non si può continuare a farla con le ruspe: va fatta a mano e senza asportare conchiglie, sassi e residui di posidonia che restano sulla battigia. La spiaggia, poi, non è solo quella dove stendiamo l'asciugamano: c'è anche una porzione sommersa e qui andrebbe sempre vietato l'ancoraggio delle imbarcazioni per scongiurare l'asportazione di parti dei banchi di posidonia, fondamentali per garantire stabilità alla spiaggia emersa». Tante in Sardegna le aree del litorale che, vincolate o meno, avrebbero bisogno di una maggiore tutela: «Le dune della marina di Arbus, così come quelle di Porto Pino spesso prese di mira dai turisti coi fuoristrada; Cala Domestica, a Buggerru, con i chioschi fatti sul sistema dunale e i parcheggi a ridosso; la spiaggia di Bidderosa che pure è dentro un'oasi ma si tratta di un ecosistema talmente delicato che sarebbero necessari ulteriori limitazioni all'ingresso contingentato. È questa oltretutto un'area Sic con un proprio piano di gestione: basterebbe applicare quanto previsto ma troppo spesso accade che queste programmazioni non vengano attuate perché mancano i fondi regionali».
IL SOGNO ECOPARCO  Ad Arbus, il sindaco Antonello Ecca spera di arginare i campeggiatori abusivi e i fuoristrada. «Abbiamo arenili delicatissimi, e per questo - racconta - come Unione dei Comuni, assieme all'Unione del Terralbese stiamo pensando di trasformare l'arenile di Piscinas in un ecoparco». Non sarà per questa stagione, ma intanto ci si pensa. A Villasimius assicurano che i parcheggi a pagamento scongiurano l'assalto degli ombrelloni. «Abbiamo 200 posti a Punta Molentis, 700 a Porto Giunco, 200 a Timi Ama», spiega il primo cittadino Luca Dessì. «Riusciamo a tutelare così un patrimonio dal valore inestimabile».
Piera Serusi



5 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 12 giugno 2019 / Prima (Pagina 1 - Edizione CA)
L'analisi
UNA STRADA OBBLIGATA

Beniamino Moro
La settimana scorsa la Commissione Ue ha definito “giustificata” una procedura d'infrazione contro l'Italia per debito eccessivo, che si basa sul divario tra gli impegni di riduzione del debito pubblico presi dagli ultimi tre governi (Renzi, Gentiloni e Conte) e gli obiettivi effettivamente raggiunti o da raggiungere. Il gap è stimato dalla Commissione del 5,8% del Pil nel 2016, del 6,7 nel 2017, del 7,6 nel 2018, nonché del 9 e del 9,2% nelle previsioni del 2019 e 2020. Si tratta di scostamenti rilevanti, che configurano il mancato rispetto della regola del debito che governa il funzionamento dell'Unione monetaria europea (Ume).
Sull'avvio della procedura a pronunciarsi sarà domani l'Eurogruppo, che a sua volta girerà la pratica al Consiglio Ecofin del 9 luglio, dove verrà presa la decisione finale. L'Ecofin potrà decidere di avviare o di sospendere la procedura in presenza di eventuali impegni aggiuntivi prospettati dal governo italiano, ma difficilmente potrà rigettarla perché la stragrande maggioranza dei governi Ue, compresi quelli sovranisti in teoria amici del governo giallo-verde, è a favore di una linea di rigore contro l'Italia. La Commissione Ue contesta al nostro Paese di avere fatto molta demagogia con la spesa pubblica in deficit, ma ben poco per riformare davvero l'economia, che costituisce la condizione per rilanciare la crescita e ridurre il debito. Il rallentamento economico del 2018, preso a pretesto da Tria per giustificare gli ultimi scostamenti, spiega solo in parte l'aumento del rapporto debito/Pil negli ultimi due anni. (...) SEGUE A PAGINA 12

Prima Economia (Pagina 12 - Edizione CA) - SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
La procedura d'infrazione UE e i pericoli della cosiddetta “espansione recessiva”
Per l'Italia c'è una strada obbligata: ridurre il debito pubblico

(...) Il ristagno dell'economia italiana, infatti, è ben più grave della sola congiuntura negativa del 2018. Esso è strutturale e viene riassunto in una crescita media dello 0,1% nel periodo 2004-2018, contro una media annua dell'1,5% nel resto della zona euro. Nella sostanza, la Commissione fa capire che la causa principale del ristagno italiano è costituita dall'enorme debito pubblico che frena la crescita; e che continuare a finanziare in deficit una maggiore spesa pubblica, come vorrebbe fare Salvini con la flat tax, non promuove la crescita, ma fa aumentare il debito.
Il rischio, come ha ammonito il governatore di Bankitalia Ignazio Visco, è quello della “espansione recessiva”, evocato recentemente dall'ex chief economist del Fmi, Olivier Blanchard. Secondo Blanchard, infatti, gli effetti positivi sulla domanda aggregata delle manovre in deficit come quelle del governo giallo-verde vengono più che compensati dagli effetti negativi dovuti all'aumento dello spread, che fa aumentare i costi di finanziamento del debito pubblico e gli interessi passivi che gravano sulle famiglie e sulle imprese. In particolare, un esempio emblematico di espansione recessiva è costituito dalla riforma pensionistica di Salvini, che secondo la Commissione comporterà per quest'anno incrementi di spesa dello 0,3% del Pil. Ciò farà aumentare ulteriormente il costo delle pensioni, già valutato dall'Ocse al 15% del Pil, col rischio di mettere in dubbio la sostenibilità di lungo periodo del debito pubblico italiano.
Il risultato finale è un effetto netto negativo sulla crescita. Da una condizione di espansione recessiva si esce in due modi, a seconda che si tratti di un Paese con politica monetaria autonoma, oppure appartenga a un'unione monetaria. Nel primo caso il Paese può ricorrere all'aiuto del Fmi, che lo da solo a condizioni di bilancio molto restrittive, oppure fallisce. Il mondo è lastricato di Paesi andati in fallimento, anche nonostante l'aiuto del Fmi, da ultimo l'Argentina nel 2002. Il secondo caso è quello della Grecia, che appartiene all'Ume. Per evitare il fallimento, la Grecia nel 2015, dopo un referendum di conferma dell'euro, accetta di rispettare le regole europee e si affida alla Troika (Ue, Bce e Fmi). Oggi la Grecia è salva, cresce al tasso dell'1,4% e ha uno spread che tende a scendere sotto quello italiano. Il governo giallo-verde non può non rispettare i vincoli europei, altrimenti gli resta solo il modello argentino.
BENIAMINO MORO
DOCENTE DI ECONOMIA POLITICA UNIVERSITÀ DI CAGLIARI

 

6 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 12 giugno 2019 / Sassari e Alghero (Pagina 34 - Edizione CA)
SASSARI E ALGHERO. Ben 51 detenuti all'Università
Il carcere dei laureati: record di iscrizioni

Detenuti che chiedono il trasferimento nella struttura di Alghero per entrare nel Polo Universitario Penitenziario dell'Ateneo di Sassari. Un carcerato che riesce a dare a Tempio l'ultimo esame per laurearsi. Ci sono uomini e storie di riscatto al di là dei numeri lusinghieri che vedono ben 51 detenuti iscritti all'Università di Sassari: oltre il 10% della popolazione carceraria di Tempio e quasi il 9% ad Alghero. «Crediamo che lo studio migliori le persone» ha detto Emmanuele Farris, delegato rettorale del Polo universitario penitenziario sassarese nel presentare "Dentro & Fuori", workshop nazionale che si terrà il 14 e 15 giugno nel Dipartimento di Giurisprudenza a Sassari. La formula è innovativa perché coinvolge pure operatori, studenti, avvocati, giornalisti e qualche detenuto che porterà la sua testimonianza. Paolo Bellotti, ex educatore penitenziario, ha spiegato: «Il sistema penitenziario così com'è non funziona e lo dimostrano anche i costi: 3 miliardi di euro l'anno per 60 mila detenuti». Emmanuele Farris ha illustrato il programma: «Tre mezze giornate per affrontare tre momenti: il "prima" vale a dire perché si finisce in carcere e chi ci finisce; il "durante" per capire se il carcere migliora o peggiora le persone; il "dopo" che analizza i percorsi di reinserimento per chi esce». (g. m.)

 

La Nuova Sardegna

 

LA NUOVA SARDEGNA

7 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 12 giugno 2019 / Sassari - Pagina 18
Malcontento tra gli studenti per il take away che va avanti dalla rescissione del contratto con Marconi
ERSU, PRANZO AL SACCO INDIGESTO

di Giovanni Bua
SASSARI Disagi, creatività, preoccupazione, speranze. È un mix di emozioni e sentimenti quello che viene servito dalle cucine della mensa Ersu. Dove, dallo scorso 6 giugno, gli universitari possono solo ritirare pranzo e cena e andare a consumarli altrove: nelle residenze universitarie, in casa o, più spesso, assiepati intorno alla struttura di via dei Mille. Non un bel vedere, a cui l'Ersu sta provando a mettere una pezza, dando la possibilità di ordinare dal giorno prima pranzo e cena a chi vive nelle residenze universitarie dell'Ente, a cui la "bag" verrà consegnata a domicilio.«Ci rendiamo conto - sottolinea il presidente Massimo Sechi - dei disagi che stanno sopportando i ragazzi e le ragazze. E ci tengo a sottolineare l'infaticabile impegno del personale della mensa che sta mettendo anima e cuore per rendere a tutti meno pesante questa situazione di transizione. Ma d'altronde non c'era scelta vista la pesante situazione che si è venuta a creare a causa delle inadempienze della ditta Marconi Group che ci ha visto costretti ad una rescissione immediata del contratto. Anzi una scelta c'era: avremmo potuto chiudere la mensa nel periodo necessario alle procedure amministrative di affidamento del nuovo appalto ed invece abbiamo deciso di sperimentare questa soluzione, pensando solo al bene di tutte quelle persone iscritte a Sassari, specialmente beneficiarie di borsa di studio, che non hanno la possibilità di avere soluzioni alternative alla mensa, seppur temporaneamente».«Con il servizio Take Away gli studenti e le studentesse stanno ricevendo un pasto completo, composto da primo, secondo, contorno, frutta e acqua, che varia ogni giorno, confezionato in contenitori adatti per forni a microonde - dichiara il direttore generale Antonello Arghittu che sottolinea - è necessario pazientare ancora qualche giorno ma siamo fiduciosi che la prossima settimana la situazione potrebbe tornare alla normalità».Il problema è che la Marconi Group, che gestiva in appalto il servizio di pulizia e somministrazione dei pasti all'interno della mensa, da qualche tempo non garantiva più con regolarità il pagamento degli stipendi ai propri dipendenti. Questa situazione ha generato un comprensibile malcontento, sfociato poi nello stato d'agitazione del personale. Le conseguenze sono state evidenti a tutti: rallentamento del servizio, personale ridotto all'osso e mai sostituito con il raggiungimento - il 4 giugno - di livelli non più accettabili per garantire le condizioni igienico sanitarie minime per il consumo dei pasti. Da qui la decisione da parte dei vertici Ersu di risolvere immediatamente il contratto con la Marconi, già sanzionata per il non rispetto delle norme contrattuali per circa 250mila euro. Mercoledì 5 sono state inviate le lettere alle ditte in graduatoria e nei prossimi giorni si conoscerà il nome dell'azienda che subentrerà alla Marconi nel servizio di pulizia e somministrazione pasti all'interno della mensa. Fino ad allora bisognerà accontentarsi, sperando che la sostituzione vada liscia. In caso contrario serviranno mesi per un nuovo appalto. E il take away, pagato peraltro a prezzo pieno dagli studenti, non potrà più essere la soluzione.

 

8 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 12 giugno 2019 / Sassari - Pagina 19
Sassari sarà crocevia della realtà penitenziaria nazionale
IL PIANETA CARCERE IN UNA DUE GIORNI ALL'UNIVERSITÀ
Sono 51 i detenuti che studiano nell'ateneo turritano

di Nadia Cossu
SASSARI «Il carcere migliora o peggiora le persone?». Ruota intorno a questo interrogativo lo spirito del workshop che per due giorni (venerdì e sabato) trasformerà Sassari nel punto di riferimento nazionale per il mondo carcerario, visto da dentro e da fuori. E proprio "Dentro & Fuori" è lo slogan dell'evento organizzato dal Polo universitario penitenziario dell'Università di Sassari insieme alla Conferenza nazionale universitaria dei poli penitenziari, al provveditorato regionale dell'amministrazione penitenziaria, al Dipartimento giustizia minorile e di comunità del ministero della Giustizia, al Centro giustizia minorile di Cagliari e all'Ufficio interdistrettuale per l'esecuzione penale esterna di Cagliari. Ieri la presentazione nella sala Milella dell'università centrale.
I numeri. Sono 51 i detenuti iscritti all'Università di Sassari, un numero che la dice lunga su quanto e come funzioni il Polo universitario penitenziario. Senza contare quelli che migrano dalla penisola verso la Sardegna proprio per laurearsi. Tanto per fare un esempio: un detenuto del 41 bis di Bancali, studente modello, fu trasferito a Cuneo e fece lo sciopero della fame per poter tornare a Sassari a studiare e laurearsi. Diritti da garantire. «Come cittadini - ha spiegato Emmanuele Farris, delegato rettorale per il Polo universitario penitenziario - abbiamo tutto l'interesse perché il sistema carcerario, che costa tre miliardi all'anno, funzioni bene e, quindi, migliori le persone...» (per rispondere alla domanda iniziale). Ma chi vive la detenzione deve avere una garanzia concreta «dei diritti fondamentali, gli stessi previsti da una precisa norma inserita nel nuovo ordinamento penitenziario - ha aggiunto Paola Sechi, docente di diritto penitenziario nell'ateneo turritano - Il diritto allo studio è uno di questi. Ma perché sia effettivo è importante prevedere strumenti di tutela a favore dei detenuti». L'importanza dell'interazione. E in quest'ottica è fondamentale anche la collaborazione tra istituzioni. «La missione dell'Università - ha detto il prorettore vicario Luca Deidda - è quella di trasferire conoscenze e competenze. E perché questo accada è necessario interfacciarsi in maniera sistematica con la società. Dobbiamo cioè essere inclusivi e fare rete. Un punto chiave in una realtà come la nostra dove le competenze sono molto frammentate».Un sistema complesso. «Il carcere è strutturalmente un'organizzazione chiusa, che porta all'autoreferenzialità - la riflessione di Paolo Bellotti, ex funzionario giuridico pedagogico del ministero della Giustizia e oggi funzionario del Comune di Alghero - Bisogna rompere questo meccanismo, coinvolgendo istituzioni, mondo accademico, ordini professionali. Insomma, è utile ricevere stimoli esterni, dando così un contributo al dibattito politico». E una "scossa" a chi deve prendere decisioni.«Ci auguriamo che questo workshop sia un evento rivoluzionario - le parole dell'avvocato Maria Claudia Pinna, in rappresentanza del consiglio dell'ordine forense di Sassari - e che si possa arrivare a concepire il carcere non più soltanto come luogo di punizione».
Il programma. L'evento si terrà nelle aule Segni, Cossiga e Mossa del Dipartimento di Giurisprudenza (viale Mancini 3) e occuperà interamente la giornata di venerdì, dalle 9 alle 20, e quella di sabato dalle 9 alle 17. Il workshop prevede venerdì una prima sessione intitolata "Prima della detenzione, percorsi verso il carcere" e una seconda "Durante la detenzione, percorsi nel carcere". Sabato la terza dal titolo "Dopo la detenzione: giustizia di comunità, percorsi di inclusione e welfare generativo sul territorio". Un menù ricchissimo grazie al coinvolgimento di associazioni, ordini professionali, istituzioni, case editrici che contribuiranno a dar vita a una manifestazione polifonica «in cui nessuno insegna o impara soltanto, ma nella quale tutti i partecipanti, relatori inclusi, si contaminano a vicenda» afferma Farris.

 

9 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 12 giugno 2019 / Agenda - Pagina 20
LIBRERIA KOINÈ SASSARI
La libreria Koinè di Sassari ospita giovedì 13 giugno alle ore 18,30 un’anteprima del convegno Dentro&Fuori organizzato dall’Università di Sassari: Valeria Friso e Luca Decembrotto presentano il volume “Università e carcere”. Intervengono Franco Prina, Lorenzo Sciacca, Angela Maria Trentini.

 

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