Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
08 June 2019

L'Unione Sarda

Rassegna quotidiani locali
a cura dell’Ufficio stampa e redazione web



L’UNIONE SARDA
 
1 - L’UNIONE SARDA di sabato 8 giugno 2019 / Hinterland (Pagina 28 - Edizione CA)
Monserrato
NUOVI SPAZI PER LA MENSA UNIVERSITARIA

La mensa della Cittadella universitaria di Monserrato si allarga per fare spazio ai tanti studenti che ogni giorno frequentano lezioni teoriche e pratiche nella zona del Policlinico. In arrivo ci sono 250 nuovi posti mensa, che andranno a sommarsi agli attuali 260.
L'accordo di programma è stato siglato tra l'Università, l'Ersu (l'Ente regionale per i servizi agli studenti), che dovrà redigere il progetto esecutivo di ampliamento, e il Comune di Monserrato, che nei giorni scorsi ha dato il via libera al documento firmato dal commissario straordinario Ettore Gasperini. L'obiettivo, per i tre enti coinvolti, è “il miglioramento quantitativo e qualitativo del servizio”. Un ampliamento che comporterà anche una riorganizzazione degli spazi di attesa per gli studenti e di quelli destinati alla cucina, oltre che alla riqualificazione dell'impianto di climatizzazione e la realizzazione di due celle frigo.
Federica Lai

 

2 - L’UNIONE SARDA di sabato 8 giugno 2019 / Cagliari (Pagina 24 - Edizione CA)
ATENEO. Al via un ciclo di seminari nel Polo universitario penitenziario
QUANDO LA PROF VA IN CARCERE
Lezione della rettrice Del Zompo su musica, emozioni e cervello

Professori in carcere per garantire il diritto allo studio di uomini e donne detenuti. È stata la rettrice Maria Del Zompo ad aprire il ciclo di seminari organizzati dal Polo universitario penitenziario in collaborazione con l'Ateneo, in prima fila nella promozione di attività di formazione universitaria dietro le sbarre. Davanti a Del Zompo, nel carcere di Uta, una trentina di detenuti hanno ascoltato la lezione su musica, emozioni e cervello. Tra gli uditori anche la procuratrice della Repubblica Maria Pelagatti, il provveditore delle carceri, Maurizio Veneziano, il magistrato di Sorveglianza Ornella Anedda, il direttore della Casa circondariale Marco Porcu, il comandante della polizia penitenziaria Andrea Lubello e i docenti universitari che terranno i successivi seminari. Tra i banchi, anche studenti del corso di laurea in Psicologia dello sviluppo.
IL PROGETTO  L'iniziativa rientra nelle attività dei Pup istituiti nel 2018. Oltre al carcere di Uta, sono 23 gli Atenei coinvolti in circa 50 istituti penitenziari, e 600 gli studenti iscritti in tutta Italia. «Realizzare questa iniziativa è per noi un valore importante», ha spiegato Maria Del Zompo rivolgendosi ai detenuti. «Siamo sensibili alla vostra situazione e grazie all'impegno dei nostri docenti e dell'amministrazione penitenziaria siamo riusciti a organizzare un fitto calendario di seminari. L'inclusione è una delle parole chiave del nostro piano strategico. Ricordatevi che il cervello stimolato nel modo corretto può darci sempre un aiuto».
IL TEMA  Dopamina, sinapsi e neurotrasmettitori. Temi impegnativi ma che spiegati adeguatamente hanno riscosso l'interesse cercato, voluto. Necessario per trasformare una lezione universitaria in un confronto proficuo. È così cominciato un lungo dialogo con i detenuti che hanno rivolto alla professoressa molte domande. I meccanismi della mente, con i sogni e i ricordi prima di tutto, sono stati i temi più gettonati nella conversazione. Maria Del Zompo, farmacologa di fama e docente universitaria alla facoltà di Medicina, oltre che rettrice, ha insistito in particolare sul ruolo svolto dalla musica nella gestione delle emozioni. «La musica - ha detto - ci aiuta anche a interagire con maggiore successo e migliora l'integrazione e la coesione tra le persone. Potete utilizzarla già in carcere e quando, spero al più presto, uscirete da qui».
L'ESPERIENZA  Il Polo cagliaritano ha al suo attivo 15 persone iscritte ai corsi di laurea. «È un progetto pilota che parte da Cagliari e ci permette di avvicinare il mondo esterno ai detenuti per realizzare l'inclusione sociale», ha ricordato Maurizio Veneziano. «Garantiamo il diritto allo studio anche delle persone private della libertà», ha aggiunto Cristina Cabras, delegata della rettrice. «Nostro compito è stimolare la vostra capacità di apprendere, aumentare l'interesse verso la conoscenza, favorire un uso proficuo della pena».
Andrea Piras

 

3 - L’UNIONE SARDA di sabato 8 giugno 2019 / Agenda (Pagina 26 - Edizione CA)
WorkShop di UnicaVerde
Si terrà martedì, a partire dalle 9 nell’Aula Eva Mameli Calvino dell’Orto Botanico, il terzo workshop UnicaVerde. L’incontro sarà aperto dalla rettrice Maria Del Zompo. Approfondire le possibili connessioni tra le aree verdi nel complesso contesto urbano sarà compito di Giambattista Cocco e Adriano Dessì, docenti dell’Ateneo cagliaritano, e del gruppo di lavoro guidato da Alessandro Plaisant dell’Università di Sassari.

 

4 - L’UNIONE SARDA di sabato 8 giugno 2019 / Agenda (Pagina 26 - Edizione CA)
Autori e libri sardi
La Deputazione di Storia patria per la Sardegna organizza, per giovedì alle 9, il convegno internazionale sul tema, “Autori e libri sardi d’età moderna”. Si inizia alle 9, Ospitata alla Mediateca di via Mameli 164.

 

5 - L’UNIONE SARDA di sabato 8 giugno 2019 / Oristano e Provincia (Pagina 38 - Edizione CA)
ORISTANO. Per l'Università
CARITAS DIOCESANA, VENTI BORSE DI STUDIO

Giovanna Lai: “Il bando è riservato ai maturandi di quest'anno, residenti nel territorio della Diocesi e che intendono iscriversi a un corso di laurea triennale o magistrale”
Venti borse di studio da 500 euro l'una per gli studenti meritevoli. L'iniziativa è promossa dalla Caritas diocesana Arborense, grazie ai fondi Cei e all'otto per mille. «Il bando è riservato ai maturandi di quest'anno, residenti nel territorio della Diocesi e che intendono iscriversi a un corso di laurea triennale o magistrale. È possibile scaricare la domanda dal sito www.caritasoristano.it per poi indirizzarla alla sede di via Cagliari 179, ad Oristano, entro il 25 ottobre», dice la direttrice Giovanna Lai. Le domande che arrivano oltre il termine stabilito non saranno prese in considerazione. La domanda deve contenere la fotocopia del documento di identità, del codice fiscale, del documento di maturità, la certificazione Isee e la ricevuta di iscrizione ad un corso di laurea o al test di ammissione. ( s.p. )

 

6 - L’UNIONE SARDA di sabato 8 giugno 2019 / Cagliari (Pagina 24 - Edizione CA)
PALAZZO REGIO. Città metropolitana
Mobilità sostenibile: la metro di superficie punta dritta verso il Poetto

Si sono dati un tempo: dieci anni. Tanti ce ne vorranno, nell'area vasta della Città metropolitana, perché la mobilità possa diventare davvero sostenibile. È l'obiettivo del Piano presentato ieri mattina a Palazzo Regio in cui sono inseriti i programmi e i progetti della rivoluzione dei trasporti.
«La Città Metropolitana rappresenta un contesto territoriale con oltre 400mila abitanti», ha ricordato Antonio Lobina, delegato in materia di viabilità della Città Metropolitana. Tra i progetti inseriti nel piano c'è l'estensione del percorso della metropolitana di superficie, con le due tratte Bonaria-Poetto (in programmazione) e dal Policlinico di Monserrato a Sestu e all'aeroporto di Elmas (in progettazione). Lobina ha annunciato anche interventi per lo sviluppo della viabilità elettronica grazie all'installazione di 299 colonnine di ricarica di veicoli elettrici in tutta l'area metropolitana; l'attivazione del car sharing e, alle fermate dei bus, l'istituzione di pensiline intelligenti e facilmente accessibili ai portatori di handicap.
«Nella fase di lancio del piano, abbiamo ritenuto necessario coinvolgere tutti i portatori di interessi che, in diversi momenti, contribuiranno con la Città Metropolitana alla sua stesura», ha precisato Mariarosa Loddo, del servizio Mobilità sostenibile della Città Metropolitana.
Durante la conferenza, il tema della mobilità è stato affrontato in tutte le sue sfaccettature: aerea, marittima e terrestre, con riferimenti alla logistica e al trasporto di merci, mobilità fluttuante di studenti, sportivi e turisti. Particolare attenzione è stata dedicata al legame tra mobilità, trasporti e sostenibilità ambientale.
«Il piano è visto anche come strumento di rigenerazione urbana che coniuga le esigenze legate alla mobilità dei cittadini con i temi della sostenibilità ambientale e della tutela paesaggistica», ha ribadito Isabella Ligia, del servizio Mobilità sostenibile. «Contiene una forte attenzione allo sviluppo del territorio e ai bisogni dei cittadini, soddisfatti anche attraverso l'utilizzo di energia da fonti rinnovabili». (a. pi.)

 

7 - L’UNIONE SARDA di sabato 8 giugno 2019 / SET_Libri (Pagina 54 - Edizione CA)
Marina Guglielmi: «Franco Basaglia scardinò il modo di raccontare il manicomio»
«Non ho scritto un trattato di psichiatria, né una biografia di Franco Basaglia. Il mio lavoro mira a far risaltare la figura del grande intellettuale, che negli anni Settanta spostò l'attenzione dalla malattia al malato favorendo la rivoluzione copernicana nella psichiatria». Marina Guglielmi, docente di Teoria della letteratura all'università di Cagliari, parla così del suo volume “Raccontare il manicomio. La macchina narrativa di Basaglia fra parole e immagini”, una ricognizione sulla narrazione del manicomio in Italia dagli anni Settanta a oggi, «meccanismo narrativo che, a partire dall'attività di Franco Basaglia, ha mostrato e illustrato i luoghi manicomiali sottraendoli alla persistente invisibilità».
Su colui che fece chiudere i manicomi in Italia, Guglielmi puntualizza: «La legge 180 del 1978 fu l'epilogo di un lungo percorso. Lo psichiatra veneziano riuscì a scardinare il consueto paradigma manicomiale usando l'immagine e la narrazione. Le sue riflessioni non solo cambiarono l'approccio degli addetti ai lavori, ma si imposero nel cinema, nel teatro, nell'arte, nei mezzi di comunicazione. Il terrorismo e, appunto, la psichiatria furono i due grandi temi dell'epoca». Tanti poveri e pochi ricchi in manicomio: dal volume questo dato emerge in tutta la sua crudezza. Nel 1969 il documentario di Sergio Zavoli “I giardini di Abele” sbatté in faccia a dieci milioni di telespettatori la realtà del manicomio, dove si poteva finire anche per depressione, emarginazione o povertà. Sempre nel 1969, il reportage “Morire di classe” di Carla Cerati e Gianni Berengo Gardin mostrò l'ospedale psichiatrico per ciò che era: un luogo di morte e non di cure, dove venivano confinati gli ultimi della società».
Sulla persistente eredità della rivoluzione basagliana, Marina Guglielmi osserva che «da sopraffino intellettuale qual era, Basaglia sdoganò l'immaginario non della follia, bensì del manicomio come spazio fisico, luogo di accoglienza e non più solo di repressione e internamento. Grazie a lui, la produzione artistica e culturale ha sposato una causa psichiatrica e politica che ha fatto la storia degli italiani».
Fabio Marcello

 

La Nuova Sardegna

 

LA NUOVA SARDEGNA

8 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 8 giugno 2019 / Sardegna - Pagina 6
UNIVERSITÀ
Test d'ingresso per Medicina gli studenti vanno ai corsi estivi

CAGLIARI Sul sito dell'università di Cagliari è stato pubblicato il bando d'iscrizione alla selezione per la Scuola Estiva che preparerà gli studenti del quarto e quinto anno delle Superiori ai test d'ingresso alla facoltà di Medicina e chirurgia. I posti a disposizione sono 250 e da lunedì sarà possibile iscriversi, la procedura è completamente on line, all'indirizzo www.unica.it, sezione bandi La Scuola prevede due finestre - una dal 22 luglio al 2 agosto, l'altra dal 26 al 30 agosto - e sarà articolata su cinque giorni settimanali per un totale di settantotto ore. Durante le lezioni, com'è scritto nel bando, saranno sviluppate le nozioni teoriche basilari della logica e del ragionamento logico, delle scienze fisiche, chimiche e biologiche. Oltre alle nozioni, agli studenti iscritti saranno forniti anche metodi e strategie per una risoluzione efficace dei quesiti del test d'ingresso, con tra l'altro la possibilità di capire quale può essere la gestione ottimale del tempo assegnato per lo svolgimento del test. Ci saranno anche diverse simulazioni.

 

9 - LA NUOVA SARDEGNA di sabato 8 giugno 2019 / La mia isola - Pagine 2/3
ARCHEOLOGIA
Othoca e Neapolis: scrigni sommersi

Forse Oristano era uno dei posti più adatti, in Sardegna, per ospitare una scuola di specializzazione in beni archeologici che avesse come fiore all'occhiello l'unico corso in tutta Italia di archeologia subacquea. Nesiotikà, così si chiama la scuola di specializzazione - unica in Sardegna ad aver sede fuori dai due centri universitari di Cagliari e Sassari - "ciò che riguarda le isole", in greco antico. Nacque nel 2011, per volontà dell'Università di Sassari e del Consorzio Uno, l'istituzione che mette insieme i corsi dei due atenei sardi che si svolgono, in vari ambiti di studio, a Oristano. Da pochi giorni ha festeggiato il traguardo del centesimo diplomato e ora punta a crescere, anche grazie alla recente nascita in città del Centro Internazionale di Ricerca sulle Civiltà Egee.
Città sommerse Oristano è una città che, pur sorgendo a pochi chilometri dal mare, non ha mai respirato l'aria dei centri portuali, molto più solidamente legata al suo entroterra agricolo, ma che tutto intorno pullula di tesori sommersi. A cominciare dalle tre città che, in antichità, dominavano il suo golfo: Tharros, Othoca e Neapolis. La prima è visibile da tutti, incastonata nel promontorio di Capo San Marco, ma il suo porto è sommerso dalle acque. Othoca, invece, si trova ben nascosta sotto il centro abitato di Santa Giusta e anche il suo porto è nascosto sotto le acque fangose dello stagno. Di Neapolis, invece, resta pochissimo: sulle rive della laguna di Marceddì, al confine tra i Comuni di Guspini e Terralba, sono state soprattutto le ricerche subacquee a permettere di individuare con certezza il suo porto, come racconta il direttore della scuola, l'archeologo oristanese Raimondo Zucca. Ma c'è altro, basti pensare a Cabras dove, a qualche metro dalla chiesa di Santa Maria, lo stagno ha sommerso i pochi resti di un castello, citato nei documenti storici come Masone de Cabras. Tutto svanito ormai, come svanì nel nulla l'ambizioso progetto politico del giudice arborense Barisone II.
Giudicati Quando ancora Oristano era un pugno di casette realizzate dai profughi che sfuggivano alle incursioni barbaresche, il castello di Cabras fu il centro politico e militare del tentativo di Barisone di unificare l'isola sotto il suo regno. Riuscì a farsi nominare re di Sardegna dall'imperatore Barbarossa, nel 1164, ma fu sconfitto più volte dagli eserciti di Cagliari e Torres e rimase per anni prigioniero a Genova, incapace di pagare i suoi debiti con la ricca repubblica marinara. A qualche chilometro di distanza, sorge Cuccuru is Arrius, uno dei siti archeologici più significativi per lo studio dell'epoca prenuragica: fu scoperto nel 1976 grazie ai lavori per la realizzazione del canale scolmatore, il largo collegamento artificiale tra lo stagno e il mare, ma ciò che lo portò alla luce fu anche ciò che lo condannò all'oblio. In quegli anni si pensava che lo scolmatore andasse fatto a tutti i costi, e gli archeologi ebbero poco tempo per indagare la zona, poi tutto finì sott'acqua, tranne che per una piccola isoletta: oggi gli archeologi che vogliono esplorarlo devono armarsi di bombole e pinne e tuffarsi nelle acque limacciose di Mar'e Pontis e aver frequentato la scuola di Nesiotikà è sicuramente un punto di partenza imprescindibile per chi aspira a studiare il sito. L'antica scuolaIn quei secoli il Golfo era snodo di una rete estesa di scambi commerciali e relazioni internazionali e la scuola di specializzazione è riuscita in un certo senso a ricreare questa situazione. Tutto più in piccolo, certo, e limitato all'ambito accademico. Ma come descrivere, altrimenti, l'esperienza di una studentessa iraniana che, proprio grazie al suo arrivo alla scuola di specializzazione oristanese, ha avviato un percorso di studi che l'ha portata fino all'Università di Tromsø, nella Lapponia Norvegese? In Norvegia Sheila Moshfeg studierà le possibilità offerte dall'intelligenza artificiale nella tutela dei siti archeologici costieri dall'erosione e dall'innalzamento delle acque. Sheila è nata ad Hamadan, città iraniana in cui morì nel 1037 lo studioso persiano Avicenna, l'uomo che, con le sue opere, permise di ridare vita allo studio del pensiero aristotelico nell'Europa medievale. Da Hamadan a Tromsø, nel circolo polare artico, ci sono 5 mila chilometri, nulla di eccezionale nell'epoca della globalizzazione. Un'isola di mezzo Ciò che colpisce è che a mettere in contatto queste due realtà sia proprio la Sardegna: senza gli studi nella scuola di specializzazione di Oristano, difficilmente Sheila avrebbe coperto questa distanza. Così si scopre che la strada più breve tra la Lapponia e l'Iran passa per il Chiostro del Carmine di Oristano, sede del Consorzio Uno e di Nesiotikà. Sheila è solo uno dei tanti casi di studenti stranieri, tra i dodici diplomati dell'ultima sessione c'era anche un ragazzo galiziano, Brais Davilla, che ha cercato di ricostruire a livello sperimentale, con la sua tesi, le imbarcazioni utilizzate nell'antichità per collegare l'Atlantico e il Mediterraneo. «L'obiettivo dell'ateneo di Sassari, quando si decise di fondare Nesiotikà a Oristano - spiega il professor Raimondo Zucca, direttore della scuola -, era proprio quello di attrarre studenti internazionali e ci siamo riusciti, anche grazie al fatto che siamo l'unico corso in Italia dedicato alle isole e all'archeologia subacquea».Gli studentiIl respiro internazionale non riguarda solo gli studenti, anche i docenti e i professori dell'Università di Sassari hanno scelto di fare un gesto concreto per permettere di invitare il maggior numero possibile di colleghi provenienti da altri atenei. Nessun compenso per loro: con una delibera ratificata dal senato accademico i docenti dell'università di Sassari che insegnano nella scuola di specializzazione hanno rinunciato a qualsiasi forma di retribuzione relativa alla sede oristanese. «Questa non è una scuola autoreferenziale - spiega il direttore del dipartimento di Storia dell'ateneo sassarese, il professor Marco Milanese -, in Nesiotikà vogliamo dare qualcosa in più agli studenti rispetto ai corsi di studio che hanno frequentato in precedenza e per questo i docenti hanno scelto di prestare servizio gratuitamente». I soldi risparmiati, infatti, vengono utilizzati per invitare professori provenienti da altri atenei: «Veri e propri luminari - racconta ancora professor Zucca - accademici dei Lincei, accademici di Francia, docenti che arrivano da università italiane ed europee, ma anche da quelle del Nord Africa: Nesiotikà ha un fortissimo legame con il mondo della ricerca archeologica internazionale». I tirociniLe attività pratiche, i tirocini e gli scavi sono un pilastro dell'attività di Nesiotikà: le due Neapolis, il porto di Tharros, il porto di Su Pallosu nella marina di San Vero, ma anche scavi terrestri nel Pretorio romano di Is Bangius a Marrubiu o nei siti nuragici di Iloi a Sedilo, di Santa Barbara de Turre a Bauladu e di Mont'e Prama a Cabras. Ma non c'è solo l'antichità fra gli obiettivi dell'archeologia odierna. A partire dal 3 giugno gli studenti di Nesiotikà, insieme ai dottorandi dell'università di Sassari e a studenti provenienti da altri atenei, prendono parte a una scuola estiva organizzata all'Asinara dal professor Marco Milanese. «L'argomento della scuola è l'archeologia della Prima Guerra Mondiale - spiega Milanese - e il nostro obiettivo è quello di ricostruire con sempre maggior precisione la vicenda dei campi di prigionia per i soldati austro-ungarici disseminati nell'isola». I campi di prigionia dell'Asinara ospitarono circa 20 mila soldati, almeno 7 mila dei quali morirono, falcidiati, soprattutto dal colera. «Ogni campo - racconta Milanese - aveva un accesso al mare indipendente, con moli per l'attracco delle imbarcazioni che trasportavano i rifornimenti».

 

Questionnaire and social

Share on:
Impostazioni cookie