Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
19 May 2019

L'Unione Sarda

Rassegna quotidiani locali
a cura dell’Ufficio stampa e redazione web



L’UNIONE SARDA
 

1 - L’UNIONE SARDA di domenica 19 maggio 2019 / Regione (Pagina 8 - Edizione CA)
La situazione
«In 304 paesi più morti che nascite»

«Si stima che nel volgere di qualche lustro saranno non meno di trenta i Comuni sardi che cesseranno di esistere e nel frattempo in 304 paesi su 377 i decessi sono destinati a superare le nascite».
Nel suo discorso di insediamento, il presidente del Consiglio regionale Michele Pais ha rimarcato il dato prima di chiedere l'istituzione di una commissione speciale di inchiesta.
Una proposta che potrebbe trovare consensi trasversali, considerata l'attenzione sul fenomeno del centrosinistra e dell'Anci il cui presidente, Emiliano Deiana, è impegnato da anni per proporre soluzioni. Ignazio Manca, avvocato, consigliere regionale leghista, ha ribadito la proposta nel corso del dibattito sulle dichiarazioni programmatiche del presidente.
«Basta scorrere l'elenco comuni in via di estinzione, allegato allo studio effettuato dal Centro regionale di programmazione condotto in collaborazione con l'Università di Cagliari, per comprendere che non c'è più tempo da perdere», ha detto Manca. «Occorre mettere in atto un efficace contrasto al fenomeno, che va anzitutto esaminato nelle sue cause. Per questo motivo, mi riservo di chiedere, come fin d'ora chiedo, a norma dell'articolo 53 del regolamento, l'istituzione di una Commissione speciale contro lo spopolamento. Sarebbe questa l'occasione per sentire anzitutto i sindaci dei paesi in pericolo di estinzione demografica, ed insieme a loro studiare le opportune soluzioni».

 

2 - L’UNIONE SARDA di domenica 19 maggio 2019 / Agenda (Pagina 34 - Edizione CA)
IL CONCORSO. Giovedì alla Mediateca
Junior Achievement premia gli studenti che hanno progettato un'impresa

Giovedì sarà la sala eventi ad ospitare il capitolo finale del programma didattico di alternanza scuola-lavoro promosso da Junior Achievement Italia, associazione no profit per la diffusione della cultura economico-imprenditoriale tra i giovani, organizzata da Sardegna 2050 con la collaborazione di Europe Direct, Confindustria giovani, Contamination Lab dell'Università di Cagliari, Saras e Open Campus Tiscali.
IL PROGETTO  Grazie all'iniziativa, gli studenti delle scuole superiori di secondo grado delle classi terze, quarte e quinte, hanno avuto la possibilità di costituire una vera e propria impresa che, con la supervisione di un docente nelle vesti di tutor e di un esperto d'impresa, progettasse, realizzasse e vendesse un prodotto o un servizio innovativo.
LA SPIEGAZIONE  Ad anticipare la competizione sarà una sessione formativa e informativa dedicata agli studenti, durante la quale professionisti e imprenditori tracceranno un quadro delle competenze necessarie per approcciarsi al mondo del lavoro accogliendo le sfide del cambiamento.
LL PROGRAMMA  La giornata comincia alle 9.30 con una serie di incontri: “Professioni del futuro” di Alessandra Argiolas, presidente Confindustria giovani Sardegna meridionale, “L'innovazione nei mestieri tradizionali” di Carla Giordano, di Human Resources Avanade, “Impresa 4.0” con Tania Cannas, consultant Adecco, e Barbara Sebis, responsabile di selezione della filiale di Cagliari Adecco, “Strumenti di recruiting e web reputation”, di Antonello Chessa, Antonio Mura, Rossella Marocchi, Europe Direct Regione Sardegna, e “I giovani e l'Europa, opportunità per il futuro”.
LA FINALE  Alle 12 i partecipanti al concorso presenteranno la propria idea imprenditoriale, un prodotto o un servizio, sviluppata realizzata e commercializzata durante tutto l'anno scolastico. I partecipanti si confronteranno con il pubblico, terranno un colloquio con i giudici e mostreranno un video-pitch con le informazioni della loro mini-impresa. I vincitori di questa prima fase regionale potranno partecipare alla competizione nazionale BIZ Factory a Milano e contendersi il titolo di migliore impresa JA 2019.

 

3 - L’UNIONE SARDA di domenica 19 maggio 2019 / Cagliari (Pagina 29 - Edizione CA)
EUTANASIA E BIOTESTAMENTO
Venerdì alle 18 al Fuaiè (Teatro Massimo) dibattito con Gianluigi Gessa (nella foto), don Ettore Cannavera e Marinella Maucioni
L’UOMO CHE COMPRÒ LA LUNA
Domani, alle 16, al Rettorato, incontro con il regista Paolo Zucca e la direttrice di produzione Roberta Aloisio

 

4 - L’UNIONE SARDA di domenica 19 maggio 2019 / Spettacoli (Pagina 63 - Edizione CA)
Dal 13 al 16 giugno tra Cagliari e Pula
«Benvenute in Sardegna»

La Sardegna come nuova frontiera dell'industria cinematografica nazionale. Questa è la vera sfida che autori, produttori, organizzatori di eventi e istituzioni pubbliche stanno alacremente affrontando con l'obiettivo di far entrare la nostra isola, i suoi luoghi e le sue storie, negli occhi e nel cuore degli spettatori italiani.
Un percorso che segue sentieri paralleli legati indissolubilmente: da una parte la costruzione artistico-creativa e dall'altra, quella virtuosa tensione promozionale che mira a far conoscere il più possibile i frutti e le potenzialità del nostro territorio.
Una giovane, ma già importantissima vetrina cinematografica per l'isola è il “Filming Italy Sardegna Festival” organizzato da Tiziana Rocca, la cui seconda edizione, in programma a Cagliari dal 13 al 16 giugno al Forte Village di Santa Margherita di Pula e all'UCI Cinemas di piazza L'Unione Sarda, è stata presentata ufficialmente ieri a Cannes alla presenza di Eva Longoria, il primo grande nome che ha garantito la sua partecipazione al festival.
L'attrice americana, divenuta celebre grazie al ruolo di Gabrielle Solis nella fortunata serie “Desperate Housewives”, è ora alle prese con il suo debutto registico, la commedia “24-7”, al fianco del produttore Paul Fieg. Sul grande schermo, invece, la vedremo presto in “Dora e la città perduta”, realizzato insieme a Benicio del Toro, e nella commedia “All-Star Weekend” di Jamie Foxx sempre con del Toro e con Robert Downey Jr. e Gerald Butler.
Se la prima edizione della kermersse, che nel 2018 aveva anche ricevuto anche il sostegno della Sardegna Film Commission, si è rivelata un ottimo volano mediatico per far dell'isola uno dei cardini promozionali del cinema italiano e internazionale, ora si punta alla definitiva consacrazione con un ampliamento degli spazi e delle possibilità di visione popolare, e grazie a titoli e personaggi di altissimo rilievo.
A Cannes, Tiziana Rocca ha dato qualche indizio in più sulle forme che prenderà quest'anno la sua creatura. Secondo l'ideatrice, questa seconda edizione sarà «nel segno del raddoppio e della sostenibilità. Raddoppiano le sale, con il Cinema Cristallo e la grande Arena di Forte Village aperta a tutti gratuitamente. Si moltiplicano i film in programma con un palinsesto di circa 30 titoli in una selezione che prevede anche 5 opere scelte da Variety. Vogliamo offrire al pubblico del “Filming Italy Sardegna Festival”, soprattutto a quello dei giovani, pellicole in anteprima ma anche documentari, cortometraggi e serie tv con l'intento di avvicinare sempre più le nuove generazioni al grande schermo».
Il debutto sarà in grande stile, con un film d'apertura d'eccezione: quel “Domino”, girato in parte proprio a Cagliari, che segna finalmente il ritorno al cinema di un maestro come Brian De Palma. Protagoniste di questo thriller adrenalinico, in sala dal prossimo 27 giugno, due star di “Game of Thrones”: Nicolaj Coster-Waldau e Carice Van Houten.
Tra i nomi annunciati nella presentazione a Cannes figurano anche la regista Francesca Archibugi, il regista Riccardo Milani e le attrici Paola Cortellesi, Claudia Gerini e Madalina Ghenea, che sarà la madrina della serata di solidarietà in programma il 15 giugno.
La manifestazione è ancora una volta realizzata in collaborazione con APA, l'Associazione Produttori Audiovisivi e il Patrocinio della Regione Autonoma della Sardegna, del Comune di Cagliari, di ANICA, del Consorzio Costa Smeralda e dell'Ambasciata degli Stati Uniti in Italia.
Christian Solinas, presidente della Regione Sardegna, ha voluto così manifestare il suo sostegno all'evento: «Formulo i miei più vivi complimenti per essere riusciti a portare in Sardegna un importante evento di cinema, di cultura, di arte e di spettacolo, che coinvolgerà i giovani, e spero anche i territori dell'interno, promuovendo la nostra Isola a livello internazionale ed in particolare nei mercati europei e in quelli d'oltreoceano».
Oltre alle proiezioni cinematografiche e seriali, la vita del festival si snoderà attraverso varie sezioni, tra le quali “Conversazione con”, dedicata agli incontri tra star, pubblico e stampa; il premio Nanny Loy, ideato da Antonello Sarno, e l'Accademia Cinema, rivolta ai più giovani, alla quale parteciperanno oltre 300 ragazze e ragazzi coordinati da Massimo Arcangeli dell'Università di Cagliari.
Quella del 2019, in linea con i trend internazionali di settore, sarà un'edizione total green. «Un Festival ecologico e a impatto zero con un tappeto verde e tante altre sorprese».
Il grande cinema e la migliore serialità si danno, quindi, appuntamento a Cagliari per un inizio estate all'insegna di magnifiche visioni.
Marco Cocco

 

5 - L’UNIONE SARDA di domenica 19 maggio 2019 / Cagliari (Pagina 30 - Edizione CA)
Mistretta
Quando la Rari Nantes ha conquistato la serie B Ciccio Curreli ha ottenuto un posto fisso nel team allenato da Lucio Pisani: dopo due stagioni in trasferta perenne per mancanza di campo, l'inaugurazione della piscina da 50 metri su iniziativa di Pasquale Mistretta.

 

6 - L’UNIONE SARDA di domenica 19 maggio 2019 / Nuoro e Provincia (Pagina 54 - Edizione CA)
ORUNE. Dopo Nuoro e Sassari anche il suo paese d'origine celebra il filosofo
Centro studi battezzato nel nome di Antonio Pigliaru

«Una visione globale che guardi al bene della persona, al bene della sua terra, del suo popolo: questo è il profondo messaggio che l'opera di Antonio Pigliaru ha lasciato in eredità alla sua comunità»: cosi Mariarosaria Chessa, assessore ai Servizi sociali del Comune di Orune, durante l'ultimo dei tre appuntamenti dedicati alla figura del grande filosofo che si è tenuto ieri proprio ad Orune suo paese natale. Dopo Sassari, e Nuoro, l'amministrazione comunale di Orune ha voluto tenere il convegno proprio nel paese dove Antonio Pigliaru ha vissuto fino alla conclusione delle scuole elementari, prima che la famiglia si trasferisse a Sassari. Imponente manifestazione organizzata con l'Università di Sassari, Isre di Nuoro e l'Associazione Sassarese di Filososfia e scienza. Orune ha risposto accogliendo con coralità i tantissimi relatori che si sono avvicendati per ricordare la figura del pensatore.
Presenti alla manifestazione l'ex governatore Francesco Pigliaru, figlio di Antonio, e il fratello Giovanni che hanno preso parte all'inaugurazione del centro studi dedicato allo studioso e che Orune ha potuto creare grazie alla donazione di circa 2400 opere contenenti carteggi, libri e altri documenti appartenuti ad Antonio Pigliaru. «Apriremo le porte ai ricercatori non solo della Sardegna» dice Pietro Deiana, sindaco di Orune, durante il suo intervento di saluto al convegno. «L'attenzione che la famiglia Pigliaru ha riservato alla comunità di Orune, con il dono della grande biblioteca del Professore, ci inorgoglisce», dice Pietro Pittalis, avvocato e deputato. Incanta la platea Gianni Sannio, penalista di grande esperienza e noto per la sua arte oratoria. «Pigliaru è stato un pensatore mitteleuropeo» dice, «la sua è una scrittura carnale, profonda; è una scrittura della conoscenza che si rigenera da sola». Giuliana Mannu, ricercatrice, parla di obiezione di coscienza ed inevitabilmente della riflessione sul pacifismo che guidò il pensiero del filosofo.
M. D.
 

La Nuova Sardegna

 

LA NUOVA SARDEGNA
 

 

7 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 19 maggio 2019 / Sassari - Pagina 25
La presidente onoraria dell'Accademia della Crusca ospite in città al corso sul linguaggio di genere
Le parole "giuste" per la parità

Antonio Meloni
SASSARI Quella del linguaggio di genere è una battaglia giusta che le donne stanno combattendo senza quartiere per il riconoscimento di un diritto sacrosanto. Ci sono, però, molte resistenze legate a una cultura androcentrica dura a morire che pensa e agisce ancora sostanzialmente al maschile. Ma non solo. Tanti criticano il metodo adottato e considerano un'imposizione dall'alto la pretesa di adeguare in modo repentino, quasi con «decreto», termini e modi di dire che hanno una storia. Tema delicato che appassiona e divide, ma che non può essere affrontato solo in termini di diatriba tra uomini e donne perché necessita di un approccio multidisciplinare che vede allo stesso tavolo linguisti, sociologi, letterati e comunicatori. Proprio come è successo giovedì all'Università, nell'aula magna del dipartimento di scienze umane, dove l'Ordine dei giornalisti della Sardegna, in collaborazione con l'Ateneo e l'associazione Giulia, ha dedicato al tema un intero pomeriggio coinvolgendo un'ospite d'eccezione, la presidente onoraria dell'Accademia della Crusca, Nicoletta Maraschio. Non poteva essere altrimenti, del resto i fenomeni di mutamento linguistico maturano nei secoli e alla base non ci sono leggi o decreti che ne stabiliscano i criteri.Una dinamica che muove dal basso, dunque, come risposta a bisogni primari legati al quotidiano, alle mode, all'esigenza di usare termini differenti per indicare categorie nuove. Non è tutto, molti sostengono anche che declinare al femminile nomi di professioni nate al maschile sia perfino un obbrobrio linguistico. «Sono tutte argomentazioni risibili - replica la professoressa Maraschio - esito di resistenze legate a una visione arcaica, il problema non deve né può essere affrontato sul piano grammaticale o estetico, ma culturale e se è importante discuterne e ragionare devono, però, essere chiari alcuni punti: la questione riguarda tutte le lingue che hanno il genere e in questo l'Italia è in forte ritardo rispetto ad altri paesi europei, non è un fatto illegittimo, perché non si lede il diritto di alcuno, anzi, si tutela quello di tutte le donne, la questione deve essere affrontata con un approccio interdisciplinare perché tocca diverse branche del sapere con l'obiettivo di creare un linguaggio differente e costruire nuovi modelli culturali». Eppure i detrattori sono tanti e la loro composizione è trasversale tanto che perfino nell'ambito della Crusca, istituzione più che autorevole, ci sono favorevoli e contrari. Il dubbio è che, forse, ci si stia ostinando a usare un metodo discutibile per un fine pure nobile. Insomma, che i sostenitori del linguaggio di genere abbiano troppa fretta, che non vogliano aspettare i tempi necessari di maturazione della lingua perché troppo lenti rispetto ai loro obiettivi. La sensazione, quindi, è che il problema vada affrontato sì sul piano culturale, ma in modo graduale, lavorando dal basso, sulle nuove generazioni più aperte al cambiamento. Durante i lavori, la sociologa Romina Deriu ha scomodato perfino Pierre Bourdieu, compianto caposcuola della sociologia francese, per spiegare come, in certi contesti, vengano adottati, con modi subdoli e altrettanta nonchalance, i cosiddetti rituali di sottomissione della donna per esercitare quel dominio che, da sempre, alimenta il modello maschile tradizionale. «Mentre alle donne si riconosce la diversità - spiega infatti la sociologa - si nega invece l'uguaglianza e questo non è solo palesemente ingiusto, ma un paradosso mai risolto». «Deve essere chiaro - conclude la professoressa Deriu - che la diversità della donna è specificità che si fa ricchezza, da qui l'importanza dell'uso corretto del linguaggio». Un lavoro dal basso, ma lento, dunque, che induca il cambiamento in modo automatico senza premura. Dopo i saluti di Marco Milanese, che ha fatto gli onori di casa, il dibattito, moderato da Daniela Scano, capocronista della Nuova Sardegna, è stato arricchito dai contributi di Elisabetta Gola e Massimo Arcangeli dell'Università di Cagliari, della vicepresidente dell'Ordine Erika Pinna, di Susi Ronchi e Claudia Stamerra per «Giulia giornaliste», un'associazione con referenti in tutta Italia che da qualche anno si batte per l'uso del linguaggio di genere nell'informazione.

 

8 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 19 maggio 2019 / Nuoro - Pagina 33
DOMANI LA SCADENZA
Scuola di lettura e scrittura

Scadono domani i termini per l’iscrizione alla Scuola di lettura e scrittura promossa dall’Università di Nuoro. L’obiettivo del corso è di preparare figure professionali nuove, capaci di raccontare e creare storie per la televisione, per la radio, per il cinema, per il mondo della carta stampata in ogni forma. Info sul sito di UniNuoro.

 

9 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 19 maggio 2019 / Sassari - Pagina 22
Via libera al "centro di simulazione avanzata", unico nell'isola per la formazione con supporti hi tech
In città arrivano i manichini che salvano vite

SASSARI Non più solo lezioni teoriche di tipo frontale ma vere e proprie simulazioni di ciò che accade nella pratica clinica quotidiana. In quest'ottica, apre i battenti in città una struttura innovativa e unica nel suo genere nell'Isola. Verrà infatti inaugurato mercoledì, (l'appuntamento è dalle ore 18 in via Marcello Lelli, 29), il Centro di simulazione avanzata Cfm destinato a far fare un decisivo salto di qualità allo scenario della formazione basato sulla simulazione in ambito medico, ma anche a diffondere nella cittadinanza fondamentali pratiche di primo soccorso spesso salva vita. Il Centro darà l'opportunità a chi opera nell'ambito di questa tipologia di formazione di trovare strumenti, strutture e professionalità uniche nel panorama italiano. Il progetto nasce su iniziativa dell'Associazione centro formazione medica, in collaborazione con l'associazione Soccorso Sant'Anna, con il presidente Fausto D'Agostino, dottore che proprio a Sassari ha già lavorato, e l'istruttore Alessandro Masciola, che, forte della consolidata esperienza nell'ambito della formazione ha deciso di condividere le conoscenze e il materiale fin qui acquisito per proporlo ad ambiti più allargati rivolgendosi, anche a tutti i cittadini, con corsi di primo soccorso per massaggio cardiaco, uso del defibrillatore e manovre antisoffocamento.Il centro, occupa uno spazio di 100 metri quadrati e dispone di sale di simulazione, sale regia, sale di de-briefing e ufficio di segreteria. La tecnologia avanzata è l'elemento dominante; il Centro è infatti dotato di sistemi audio-video avanzati, manichini robotici, devices tecnologici, sistemi di feedback informatici grazie alla collaborazione con il leader nel settore: SoFraPa, «Erogheremo dei corsi di alta qualità sia per personale laico che per professionisti sanitari; i docenti dei corsi arriveranno da varie zone d'Italia ognuno esperto su una tematica» spiega D'Agostino.All'inaugurazione sono attesi il sindaco Nicola Sanna, il rettore Massimo Carpinelli, Piero Delogu del 118 oltre che rappresentanti dell'Ats e dell'Aou con il quale il Centro ha intenzione di attivare percorsi di collaborazione a tutti i livelli.

 

10 - LA NUOVA SARDEGNA di domenica 19 maggio 2019 / Cultura e spettacoli - Pagina 36
Il figlio Francesco: la sua biblioteca luogo per fare ricerca
Orune, il ritorno a casa delle idee di Pigliaru

di Luca Urgu
ORUNE Antonio Pigliaru torna con tutto il carico di umanità e cultura nella sua piccola-grande patria. Orune come un luogo della nostalgia, come la terra dei padri e il luogo che gli ha suggerito mostrato le ricerche più interessanti da filosofo del diritto. Ieri nel paese natio di uno dei più grandi pensatori sardi si è conclusa la tre giorni di studi iniziata giovedì a Sassari. Incontri e interventi di spessore che non passeranno nel dimenticatoio, «ma i cui atti a breve verranno raccolti e pubblicati in un apposito volume», ha sottolineato il presidente dell'Isre Giuseppe Pirisi. Così Orune, il paese del vento, rafforza e consolida il rapporto con il grande ma sfortunato figlio (morto a 47 anni). Un rapporto intenso e sincero documentato con precisione da Giovanni Puggioni nella sua relazione. Grazie ad una precisa volontà della famiglia Pigliaru - ieri nel centro barbaricino erano presenti l'ex presidente della Regione Francesco e suo fratello Giovanni, bibliotecario - è stato donato al Comune lo studio (scrivania, macchina da scrivere e migliaia di volumi) della biblioteca personale del grande intellettuale che negli anni Sessanta e Settanta animò con lucidità e lungimiranza la scena culturale isolana. «Speriamo che questo sia solo un punto di partenza che spinga ad una riflessione e a uno studio a livello internazionale sul grande tema della persistenza dei codici. Orune e la Barbagia potrebbero diventare un luogo interessante per una parte del mondo per fare ricerca», ha detto Francesco Pigliaru. L'analisi di Pigliaru padre indagava terra ancora alla ricerca di una precisa identità tra i segni evidenti del passato e la voglia di trovare una nuova strada per il riscatto economico, sociale. Un percorso che passava ovviamente anche attraverso un rapporto tra i codici, quello statale e quello barbaricino, spesso confliggenti e antitetici. Aspetti molto suggestivi, che ancora a tratti si possono osservare nel processo, luogo per antonomasia del diritto vivente dove la scelta a quali leggi obbedire (si pensi per esempio al ruolo del testimone) appare più che evidente. Del sistema della giustizia barbaricina, il codice e i codici, ha parlato l'avvocato Gianni Sannio, che oltre ad essere un finissimo studioso è stato un discepolo di Antonio Pigliaru con cui ha seguito anche qualche lavoro sul campo in età giovanile per poi occuparsi da avvocato dei processi più eclatanti sui sequestri di persona. Orunese Sannio e orunese l'avvocato e parlamentare Pietro Pittalis, che si è soffermato su alcune interessanti riflessioni proprio su "Il codice barbaricino in Tribunale". Un convegno dal grande valore pedagogico come ha ribadito più volte il professor Ugo Collu che ha moderato gli interventi davanti ad un uditorio nutritissimo e con la partecipazione anche di tanti studenti. «Questa giornata vuole essere un momento di riflessione per guardare alla realtà e per continuare a studiare le sue opere, ancora molto attuali», ha detto il sindaco di Orune Pietro Deiana. Dalle parole di Guido Melis è emersa con forza «l'amicizia a trazione intellettuale» tra suo padre Giuseppe Melis Bassu e Antonio Pigliaru, particolarmente toccante il contenuto del carteggio tra i due durante il periodo di reclusione dello studioso orunese.Così come è stata molto commuovente la testimonianza di Antonio Delogu, suo allievo. Sempre puntuali e di pathos le letture del maestro Gavino Poddighe. Ancora Pigliaru secondo altri angoli visuali (Federico Francioni: Dal codice di guerra barbaricino al codice di pace della Sardegna moderna contemporanea; Giuliana Mannu: Antonio Pigliaru e Aldo Capitini; Maria Rosaria Chessa: Attualità e sfide educative di un testimone). Infine Carmela Monni ha presentato la mostra bibliografica e fotografica su Pigliaru.

 

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