Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
16 May 2019

L'Unione Sarda

Rassegna quotidiani locali
a cura dell’Ufficio stampa e redazione web



L’UNIONE SARDA
 
1 - L’UNIONE SARDA di giovedì 16 maggio 2019 / Cagliari (Pagina 24 - Edizione CA)
VIALE SANT'IGNAZIO. Dopo il crollo di un muro
ORTO BOTANICO APERTO AL PUBBLICO

Dopo il crollo del muro l'Orto botanico resta regolarmente aperto al pubblico con i consueti orari. Il muro separa le attrazioni del parco di viale Sant'Ignazio dall'Anfiteatro romano. Ed è proprio per questo che si sta ragionando attorno a un'idea: demolire quel muro per realizzare una passeggiata che colleghi i due siti.
Le cause che hanno provocato i crolli e la caduta di blocchi di cemento a ridosso delle piante sono quasi certamente da cercare nelle forti piogge che nei mesi scorsi hanno colpito Cagliari. La stessa rettrice dell'Università Maria Del Zompo ha detto che il maltempo e le condizioni atmosferiche hanno creato moltissimi danni. L'ateneo ha pochi fondi a disposizione ma tutto sarà sistemato: quell'area, del resto, rientra in un più ampio disegno che sarà realizzato d'intesa con il Comune.
Nel frattempo l'Orto botanico - il sito piu visitato durante le due giornate di Monumenti Aperti - con 5.550 persone, non chiude.

 

2 - L’UNIONE SARDA di giovedì 16 maggio 2019 / Cultura (Pagina 52 - Edizione CA)
Accademica della Crusca oggi a Sassari, domani a Cagliari
NICOLETTA MARASCHIO: «IL RUOLO DELLA DONNA DEFINITO DALL'USO CORRETTO DELLE PAROLE»
LA LINGUISTA L'italiano conosce i generi e, riguardo agli esseri animati, declina le parole al femminile e al maschile a seconda del sesso del referente: operaio/operaia, infermiere/infermiera…Non si capisce perché la regola non possa estendersi a nuovi ruoli e professioni

«La lingua non è solo specchio della realtà, la crea, ne rappresenta la visione e può diventare motore di cambiamento». Su questo principio Nicoletta Maraschio, presidente emerita dell'Accademia della Crusca, fonda la riflessione attorno al linguaggio di genere. Prima donna ad aver guidato la secolare istituzione, già ordinaria di Linguistica italiana all'Università di Firenze, sarà ospite di due incontri sul tema organizzati dall'Ordine dei giornalisti della Sardegna e dalla sezione regionale di Giulia giornaliste. Pensati come momento di formazione e spazio di confronto aperto al pubblico (al centro anche il linguaggio antidiscriminatorio), si svolgeranno nelle Università: questo pomeriggio a Sassari (ore 14, Dipartimento Storia, Scienze dell'uomo e della formazione) e domani a Cagliari (aula Capitini, Sa Duchessa, sempre alle 14).
Definire una donna sindaca, ingegnera o amministratrice delegata può contribuire davvero al raggiungimento della parità tra i generi?
«Si assiste spesso alla ridicolizzazione del linguaggio di genere, problema ritenuto marginale rispetto a emergenze quali la disoccupazione femminile o i fenomeni di violenza e discriminazione. Interessarsi di questioni linguistiche non significa mettere in discussione tali priorità. Non c'è contrapposizione tra le une e le altre istanze, esiste solidarietà piuttosto. L'uso delle parole non va sottovalutato: consente di definire correttamente il ruolo della donna nella società attuale. In Europa (lo mostra una ricerca della Crusca pubblicata nel libro “Quasi una rivoluzione”) spagnolo, francese e tedesco si sono adeguati all'esigenza, la lingua italiana è fanalino di coda».
Quali sono le cause di un simile ritardo?
«Pur cogliendo l'apprezzabile impegno di molte istituzioni (anche della Regione Sardegna che ha una le gge a riguardo), mi sembra che rispetto a qualche anno fa sia meno radicato quel movimento di base che operava per creare sul tema consapevolezza diffusa, obiettivo verso cui il ruolo di giornali e media è fondamentale».
Chi è contrario al linguaggio di genere sostiene che la grammatica impedisca la flessione al femminile di termini indicanti professioni, incarichi o funzioni.
«L'italiano conosce i generi e, riguardo agli esseri animati, declina le parole al femminile e al maschile a seconda del sesso del referente: operaio/operaia, infermiere/infermiera…Non si capisce perché la regola non possa estendersi a vocaboli indicanti nuovi ruoli e professioni. La grammatica lo permette; lo richiede, persino, così da evitare (si pensi alla frase “il sindaco partorisce”) contraddizioni semantiche. A proposito del linguaggio giuridico-amministrativo le obiezioni si fondano poi sulla difficoltà di distinguere e nominare sempre soggetto maschile e femminile».
Quali le soluzioni possibili?
«Tante le propose Alma Sabatini nel volumetto “Raccomandazioni per un uso non sessista della lingua italiana”, altre possono essere adottate con flessibilità. Attraversiamo un periodo di transizione: certe oscillazioni non devono dare insicurezza, fanno parte della fisiologia della lingua».
Precursore nell'uso del linguaggio di genere (Eleonora d'Arborea definì sé stessa juyghissa, giudicessa) il sardo oggi rischia l'estinzione…
«In un momento in cui esistono minacce di omologazione (nel contesto europeo riguardano anche l'italiano) ritengo il bilinguismo, e il multilinguismo in generale, valori da preservare. Si valuti, alla luce di questo obiettivo, qual è il punto di equilibrio tra l'insegnamento della lingua nazionale e la conoscenza e tutela del sardo, patrimonio fondamentale non solo per l'Isola, ma per l'Italia linguistica in generale».
Nelle due giornate di formazione la voce della linguista Nicoletta Maraschio si unirà a quella di Susi Ronchi (coordinatrice Giulia giornaliste Sardegna), dei docenti universitari Massimo Arcangeli, Elisabetta Gola, Romina Deriu, Marco Milanese e Daniela Virdis, e delle giornaliste Roberta Celot, Claudia Stamerra, Daniela Scano, Daniela Paba ed Erika Pirina. A Cagliari interverrà la rettrice dell'Ateneo Maria Del Zompo.
Manuela Arca

 

3 - L’UNIONE SARDA di giovedì 16 maggio 2019 / Agenda (Pagina 27 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ. Dibattito con gli esperti oggi al campus Aresu
Scoprire le lingue e i dialetti nordafricani e la loro crescente diffusione in Sardegna

Il Nord Africa è ricco di lingue e dialetti, base ed espressione di una cultura millenaria. Innumerevoli le varietà morfologiche, sintattiche e lessicali: un «ricco mosaico linguistico», come viene definito dagli organizzatori del «primo convegno scientifico in Italia completamente dedicato» alla «dialettologia maghrebina». L'appuntamento è per oggi dalle 9,30 nell'aula Wagner del campus Aresu dell'Università: «Un'occasione unica», spiegano i promotori, «per discutere di arabo e berbero con alcuni fra i maggiori studiosi italiani della linguistica araba come, fra gli altri, Vermondo Brugnatelli, Riccardo Contini e Olivier Durand che faranno il punto sui dialetti africani più diffusi nel nostro Paese approfondendo le prospettive di ricerca sulle categorie ecolinguistiche in Tunisia e dintorni.
LINGUE E MIGRAZIONI   Organizzata da Angela Daiana Langone, Giuliano Mion e Maura Tarquini (docenti di Lingua e letteratura araba del dipartimento di “Lettere, lingue e beni culturali dell'ateneo cagliaritano”), l'iniziativa si occuperà delle lingue e dei dialetti maghrebini che i fenomeni migratori contemporanei stanno contribuendo a diffondere sempre in Italia. «Negli interstizi della lingua si celano i segreti più significativi della cultura», sottolineano i docenti che hanno ideato l'appuntamento.
RADICI E SVILUPPO   Il dibattito scientifico tra gli arabisti italiani punta a illustrare le radici linguistiche e cercherà di chiarire come nascono «le varietà urbane, rurali e beduine nel mondo arabo», quali siano «le caratteristiche fondamentali sul piano fonologico, morfologico, sintattico e lessicale di tali varietà», cosa è cambiato «a quasi cento anni di distanza dalla formulazione dell'arabista francese W. Marçais nel panorama linguistico contemporaneo del Maghreb. Durante il convegno si discuterà nel dettaglio delle categorie dell'arabo dialettale relativamente all'area nordafricana. Ospiti del dibattito saranno docenti provenienti dalle Università di Roma, Milano, Napoli, Pisa e Catania.

 

4 - L’UNIONE SARDA di giovedì 16 maggio 2019 / Nuoro e Provincia (Pagina 44 - Edizione CA)
Ovodda
Studenti in visita alla diga

Gli studenti della facoltà di ingegneria Idraulica dell'università di Cagliari alla scoperta degli impianti della diga di Gusana e del Taloro. Una visita tecnico didattica per i futuri ingegneri, guidati dalla professoressa Maria Grazia Badas che si inserisce nell'ambito delle attività promosse da Enel Green Power, la divisione del colosso dell'energia specializzata nello sviluppo e nella gestione delle energie rinnovabili. I tecnici dell'ente elettrico hanno da prima accompagnato gli studenti tra gli impianti della diga di Gusana in territorio di Gavoi, dove hanno potuto familiarizzare con la strumentazione e i sistemi di monitoraggio installati e successivamente agli impianti sul fiume Taloro, in agro di Ovodda. Luca Mura, responsabile degli impianti del Taloro ha così commentato: «Lavoriamo nell'ottica di un sempre maggiore coinvolgimento con le realtà del territorio». (l. c.)

 

5 - L’UNIONE SARDA di giovedì 16 maggio 2019 / Prima Salute (Pagina 48 - Edizione CA)
Biologi nelle piazze
Sabato e domenica con i nutrizionisti

L'obiettivo è quello di educare a un corretto stile alimentare sensibilizzando il cittadino sulla necessità di un'alimentazione varia, sana e bilanciata e informandolo dei rischi di un'alimentazione non corretta e di uno stile di vita sedentario. L'edizione 2019 della Giornata nazionale del Biologo nutrizionista organizzata dall'Enpab si terrà sabato e domenica, coinvolgerà 24 città italiane e oltre 700 biologi per aiutare la popolazione a un corretto stile di vita nel rispetto della sostenibilità ambientale. A Cagliari il punto di incontro per le consulenze gratuite sarà piazza Yenne.
Il focus centrale delle due giornate quest'anno sarà dedicato alla sostenibilità ambientale tramite la raccolta dati sul territorio, richiesta dal Ministero della Salute, riguardanti le pratiche degli italiani. Cibi in scatola, packaging in plastica o alimenti sfusi avvolti in carta? Report utilissimo per lo screening delle abitudini del Bel Paese. L'evento sensibilizza tutti a ricercare il giusto equilibrio tra la produzione agricolo-alimentare e il rispetto ambientale, arginando il più possibile l'uso di inquinanti, additivi e la diffusione interferenti endocrini nocivi per la nostra salute. «Un evento già rodato da numerose esperienze sul campo fortemente ancorate alle attività di welfare attivo proposte dalla Cassa per i Biologi». La presidente Enpab Tiziana Stallone sottolinea inoltre quanto la manifestazione «in piazza crei l'opportunità di incrementare la visibilità del biologo, costruire una rete professionale tra nutrizionisti in grado di preparare al lavoro studenti laureandi in accordo con le Università. Una sorta di formazione-lavoro orizzontale».
Per evitare che le uniche fonti di informazione attraverso le quali gli italiani vengano in contatto con la nutrizione siano il web, la televisione, la radio, le riviste, i giornali, il passaparola. Nelle interviste realizzate durante le precedenti giornate quasi la metà degli individui ha affermato di preferire diete fai da te , la dieta mediterranea è però quella più praticata. (gr. pi.)

 

La Nuova Sardegna

 

LA NUOVA SARDEGNA

6 - LA NUOVA SARDEGNA di giovedì 16 maggio 2019 / Cultura e spettacoli - Pagina 35
L'INTERVISTA » NICOLETTA MARASCHIO
“LA PARITÀ PASSA ATTRAVERSO IL LINGUAGGIO”
Parla la presidente emerita dell’Accademica della Crusca, a Sassari per un seminario sulle discriminazioni di genere

Monica De Murtas
SASSARI La riflessione sul modo di tutelare le donne attraverso un linguaggio antidiscriminatorio è da molti anni tema di acceso dibattito. La polemica divampa in particolare quando una donna raggiunge una posizione di prestigio e si discute sul modo di definirla. E' corretto il usare ministra? assessora ? chirurga? «La storia dimostra che la lingua può essere non solo specchio ma anche motore del cambiamento - spiega Nicoletta Maraschio, presidente emerita dell'Accademia della Crusca - eppure in Italia il rispetto del linguaggio di genere, non discriminatorio nei confronti delle donne, suscita ancora tante reazioni contrarie».
Codici linguistici che non riconoscono le donne e non attribuiscono loro il ruolo che hanno ormai nella società, le mantengono in una posizione di inferiorità  Da cosa nasce questo fenomeno?
«E' una resistenza tangibile legata principalmente a ragioni culturali. Il modello androcentrico è ancora dominante, eppure si parla di linguaggio di genere da 35 anni in Italia. La questione fu portata alla ribalta per la prima volta in modo sistematico e critico dal lavoro di Alma Sabatini "Il sessismo nella lingua italiana", che è stato pubblicato nel 1987. Nel 2012 il Comune di Firenze ha realizzato inoltre il progetto "Genere e linguaggio. Parole e immagini della comunicazione", presentando le linee guida per l'uso del genere nel linguaggio amministrativo realizzate da Cecilia Robustelli, docente di Linguistica italiana all'Università di Modena e collaboratrice dell'Accademia della Crusca».
Quali sono in sintesi le linee guida da seguire?
«E' possibile utilizzare il femminile per tutte le professioni: ministra, sindaca, magistrata, assessora, oppure si può utilizzare l'articolo femminile per altre professioni come vigile, presidente, giudice, cantante. Il fatto che si ironizzi a volte su alcuni termini ( ministra che ricorda minestra ad esempio) o si sostenga che non possono essere utilizzati per questioni estetiche, perché suonano male praticamente, fa ben capire che non sono questioni formali ad impedire l'evoluzione del linguaggio di genere, ma modelli culturali ormai superati eppure ancora condivisi da molti. Il linguaggio ha bisogno di tempo per evolversi e i traguardi raggiunti dalle donne negli ultimi decenni sono stati rapidi. Basti pensare, per fare un esempio, che solo dal 1963 le donne hanno avuto accesso alla magistratura infatti è ancora raro sentire il termine: magistrata».
Quali strumenti possono accelerare il processo di applicazione del linguaggio di genere non discriminatorio?
«I giornali in questo processo hanno un ruolo importantissimo, soprattutto oggi perché le notizie arrivano sui nostri pc e smartphone da fonti non sempre attendibili I giornali sono testimoni autorevoli, strumenti fondamentali che possono sostenere quotidianamente l'evoluzione del linguaggio di genere. La lingua ha un valore simbolico importante».
Non si tratta solo di regole grammaticali dunque?
«Il problema va oltre la regola grammaticale, certo. È importante comprendere che usare il genere maschile in riferimento a una donna può avere conseguenze in termini di discriminazione. La grammatica italiana in questo caso richiede il femminile sia che io parli di una "maestra" sia che mi riferisca a una "ministra". Un linguaggio che non riconosce le donne, non attribuisce loro il ruolo che hanno ormai nella società, le mantiene in una posizione di inferiorità le tiene volutamente nell'ombra».
Qual è la posizione ufficiale dell'Accademia della Crusca?
Fino a che punto istituzioni, gruppi e forze politiche sensibili al progresso possono sollecitare il cambiamento del linguaggio al fine di vincere stereotipi e pregiudizi? «Nella società attuale, il linguaggio è particolarmente influenzato dalle dinamiche e dalla velocità dai nuovi strumenti di comunicazione questo può creare confusione tra le persone. Ma insieme ai già citati importantissimi giornali anche l'amministrazione pubblica e le istituzioni svolgono un ruolo fondamentale. Valeria Fedeli ebbe il coraggio di aprire una riflessione sull'uso del linguaggio chiedendo di essere chiamata ministra, ad esempio. L'Accademia della Crusca porta avanti questa battaglia; da tempo ha collaborato con il Comune di Firenze al progetto di cui parlavo, "Genere e linguaggio", per cui ho curato la prefazione. Importante è stata certamente anche la "Guida alla redazione degli atti amministrativi" curata insieme all'Istituto di teoria e tecniche dell'informazione giuridica. Ogni azione di questo tipo da parte delle istituzioni e della stampa può essere importante e incisiva. ll modo in cui utilizziamo parole e immagini contribuisce a consolidare schemi, stereotipi, linguaggi del dominio maschile oppure a contrastarli. Ritendo che sia fondamentale agire su diversi fronti e utilizzare questi strumenti per scardinare le resistenze al nuovo e riuscire a proporre anche attraverso il linguaggio nuovi modelli culturali e sociali».

IL PROGRAMMA
Comunicazione e linguaggio: due giorni di dibattito

SASSARI La discriminazione nel linguaggio di genere non è solo una questione grammaticale ma un
complesso problema di sensibilizzazione sociale e culturale. Su questo tema giornaliste e giornalisti stanno sviluppando un programma organico di studio che porti all’utilizzo di un linguaggio antidiscriminatorio nei media della Sardegna. All’interno di questo progetto si colloca l’incontro formativo organizzatodall’Odg Sardegna e da Giulia Giornaliste Sardegna che si terrà questo pomeriggio dalle 14 alle 17 nel dipartimento di Storia dell’Università e domani (alla  tessa ora) all’Università di Cagliari. Ogni tappa vedrà gli interventi di diversi esperti, oltre alla partecipazione della presidente emerita dell’Accademia della Crusca, Nicoletta Maraschio, e di Susi Ronchi, coordinatrice di Giulia Giornaliste Sardegna. Sia a Sassari sia a Cagliari interverranno il linguista Massimo Arcangeli, la giornalista Rai Claudia Stamerra ed Elisabetta Gola, docente del dipartimento di Pedagogia di Cagliari. A Sassari interverrà invece la storica Romina Deriu. L’incontro sarà introdotto dal direttore del dipartimento di Storia Marco Milanese è sarà moderato da Daniela Scano, giornalista de La Nuova. A Cagliari con Arcangeli, Stamerra e Gola interverrà Daniela Virdis. A dare avvio al pomeriggio sarà la rettrice Maria Del Zompo. Il corso sarà moderato da Roberta Celot, responsabile Ansa Sardegna, e presentato da Susi Ronchi e da Daniela Paba.

 

Questionnaire and social

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