Press review

10 April 2019

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 10 aprile 2019 / Agenda (Pagina 23 - Edizione CA)
La mobilità studentesca
Si terrà domani e venerdì nell’aula Roberto Coroneo della Cittadella dei musei un workshop sulla mobilità studentesca e le scelte universitarie e post universitarie organizzato dal Centro interdipartimentale per la ricerca didattica del dipartimento di Scienze politiche e sociali: economisti, matematici, sociologi e statistici si confrontano sul tema partendo dai dati disponibili sul fenomeno. Domani alle 17.30 tavola rotonda su “Scelte universitarie e disparità di genere”.

 

2 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 10 aprile 2019 / Prima (Pagina 1 - Edizione CA)
Il commento
UNA GIUSTIZIA PIÙ UMANA

Aldo Berlinguer
Una delle conquiste della Rivoluzione francese fu indubbiamente il controllo popolare degli atti autoritativi dello Stato. Ciò che contribuì a superare l'ancien régime e aprire alla nostra recente storia democratica. Tra i suoi paradigmi più noti v'era l'obbligo, per i giudici, di rendere nota la motivazione delle loro decisioni, affinché tutti ne potessero prendere visione. Che però quell'insegnamento sia ancor oggi attuale è lecito dubitare. Anzi, si è andata affermando l'idea della giustizia come Potere piuttosto che come servizio pubblico, col risultato di consegnare la valutazione dell'operato dei giudici ai soli “addetti ai lavori”. Il cittadino ne è rimasto escluso, anche se le sentenze sono rese nel nome del popolo (non dello Stato) italiano. Oggi però l'innovazione tecnologica (soprattutto questa) consente, paradossalmente, un ritorno al passato. L'informatizzazione dei processi permette infatti di acquisire dati e questi possono essere comparati, valutati, e con essi l'efficienza del sistema giudiziario. Ma i dati non bastano. Occorre muovere verso una “cultura dei dati” e verso la consapevolezza che la giustizia è un servizio al cittadino e che quest'ultimo, per primo, deve essere messo in condizione di valutarlo. Alcuni macrodati sono difatti ormai noti: ad esempio che spendiamo oltre 4 miliardi di euro l'anno per la giustizia, con un trend in crescita dal 2015 (+5%), e che il 78% della spesa è destinata al personale. Anche alcuni dati disaggregati sono noti: ad esempio che presso il Tribunale di Napoli il 62% dei procedimenti pendenti ha più di due anni. (...) SEGUE A PAGINA 15

Commenti (Pagina 15 - Edizione CA) SEGUE DELLA PRIMA
Per una giustizia più umana
(...) Milano sono il 19%, a Trento e Trieste attorno all’11%. È vero: negli ultimi anni si sono fatti sforzi importanti, anche per le continue sollecitazioni sovranazionali ( Consiglio d’Europa, Commissione europea, Corte dei diritti dell’uomo, ecc.) ma gli esiti non sono sempre positivi: ad esempio, su 47 Paesi OCSE, siamo terz’ultimi, dopo Grecia e Slovenia, per i tempi giudiziari. Con l’ulteriore, nefasto esito, che, invece di allocare meglio le risorse, risolvere i problemi organizzativi e richiedere produttività, da vent’anni riformiamo il diritto processuale, ormai diventato inservibile, e comprimiamo, dimidiandola, la tutela dei diritti. Ci stupisce anzi che da oltre un secolo ( o molto più) si ricerchino, in altri paesi, le cause della “popular dissatisfaction” verso la giustizia (R.Pound, 1906) e si sia sviluppato un intero filone della sociologia (procedural justice) che studia come migliorare la partecipazione degli utenti al servizio giustizia. Addirittura ci pare strano che si domandino se il cittadino ha fiducia nel sistema giustizia, veda gli operatori interessati a risolvere il suo problema, sia messo in condizione di capire che succede, riesca a prevedere tempi, costi ed esiti. Da noi, un’indagine Istat del 2015, ci ha laconicamente rivelato che l’11% degli italiani maggiorenni è stata coinvolta almeno una volta in una causa civile ed il 52% si è dichiarato poco o per niente soddisfatto.
Eppure oggi gli strumenti per invertire la rotta ci sono, inclusa l’intelligenza artificiale (IA), usata da alcuni per migliorare le performances (ad esempio in Austria), da altri (come gli Usa) per ridurre i costi, standardizzare i processi e prevedere esiti giudiziari o comportamenti umani (predictive justice). Si è così diffusa una miriade di programmi dai nomi più esotici: Legalrobot, Casetext, Lexmachina, Ravellaw, Ross, Watson, Hart, Compas, alcuni dei quali già utilizzati (emblematico il caso Loomis, condannato a 6 anni in Wisconsin sulla base delle previsioni del programma Compas). Vengono dunque in mente proposte suggestive: come consentire su richiesta delle parti (e su diritti disponibili) che il giudice decida la controversia (come per l’equità) in base a un calcolatore (emendando gli artt.113, 114 e 822 cpc). O altre ipotesi simili rese così conformi anche ai dettami della normativa europea sulla protezione dei dati (art. 22, Reg.UE 2016/679). La tecnologia, infatti, sembra non aver più limiti. Occorre dunque affrettarsi ad utilizzarla prima che lei utilizzi noi, magari concentrando gli sforzi sull’ottimizzazione delle risorse e dei processi organizzativi e lasciando ad esseri umani pensanti i processi decisionali. Occorre però far presto: l’incombente spending review produrrà i soliti tagli draconiani, col solito effetto di togliere risorse a chi merita e magari darle a chi si impegna o produce meno. Che facciamo allora, ci diamo una mossa? attendiamo i Robot o attendiamo Godot?
ALDO BERLINGUER
UNIVERSITÀ DI CAGLIARI


3 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 10 aprile 2019 / Cultura (Pagina 44 - Edizione CA)
In Cittadella
Rari testi d'anatomia di Sterzi

Rari e preziosi testi anatomici appartenuti al professor Giuseppe Sterzi, direttore dell'Istituto anatomico di Cagliari dal 1910 al 1919 e donati dalla famiglia dello scienziato all'Università, saranno da domani in mostra al Museo delle cere anatomiche di Clemente Susini alla Cittadella dei Musei. L'esposizione, in collaborazione con la Biblioteca Biomedica e il Dipartimento di Scienze Biomediche, è un omaggio al professor Sterzi nel centenario della sua scomparsa. La mostra si apre alle 10.30 alla presenza di Maria Del Zompo, Rettore dell'Università. Seguirà la lettura della motivazione da parte di Alessandro Riva, professore emerito di anatomia e fondatore del museo delle cere anatomiche. Per l'occasione lo studioso riceverà idealmente dalla nipote del professor Sterzi, Sabina Sterzi (impossibilitata a essere presente) il grande e raro atlante di anatomia, di Marco Leopoldo e Floriano Caldani, testo ereditato dal padre Guido, insigne dermatologo. Seguirà l'intervento di Francesco Loy, responsabile scientifico del museo.
 

4 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 10 aprile 2019 / Quartu SantElena (Pagina 24 - Edizione CA)
LA NOVITÀ. Firmata l'intesa dettagliata tra Federproprietà e la Sicet-Cisl
CASE, PATTO CONTRO GLI AFFITTI IN NERO
Sconti e facilitazioni per chi stipula il nuovo contratto

Patto di ferro tra proprietari e inquilini per combattere il mercato nero. Dopo anni di attesa (l'ultimo accordo risaliva al 2004) le organizzazioni sindacali delle due categorie hanno siglato l'accordo territoriale per le locazioni abitative nel territorio quartese. Pertanto da adesso in poi sarà possibile applicare i canoni concordati con agevolazioni fiscali per gli affitti non soltanto delle normali abitazioni, ma anche per le case degli studenti universitari e per i contratti transitori di breve periodo. Lo scopo è combattere gli affitti irregolari: i sindacati hanno stimato che circa una casa su 20 in città è data in locazione senza regolare contratto.
L'accordo territoriale
Spiega Stefano Tolu rappresentante Federproprietà-associazione proprietari case, «è uno strumento introdotto nel 1998. Le associazioni si mettono d'accordo per stipulare canoni di affitto più bassi rispetto a quelli del mercato e in cambio ci sono agevolazioni fiscali. Questo accordo contiene tabelle dei canoni, diversi in base alle zone e alle tipologie abitative». Ogni zona avrà quindi le sue tariffe suddivise in tre fasce, centro urbano, periferia e zona costiera, con un prezzo minimo e un prezzo massimo al metro quadro, a seconda dei requisiti posseduti, tra cui ad esempio le certificazioni energetiche, la presenza di cantine, terrazze o balconi, di ascensori, posto auto e aree verdi. «Il locatore propone un contratto», aggiunge Francesco Cocco della Sicet Cisl, «e si può rivolgere a una di queste associazioni che devono certificare il rispetto delle regole. Le agevolazioni fiscali sono importantissime, ad esempio la cedolare secca del ventun per cento è ridotta del dieci per cento. Tasi e Imu del venticinque per cento. Il tutto per agevolare e incentivare i proprietari a mettersi in regola».
Gli inquilini
Sconti anche per loro, con detrazioni fiscali fino a cinquecento euro l'anno e per gli studenti universitari con 2633 euro di detrazione se residenti a oltre cinquanta chilometri dall'università. Restano esclusi i contratti con gli studenti dei programmi Erasmus dal momento che risultano iscritti alla facoltà di provenienza. Sarà possibile inoltre avere tariffe più alte allungando gli anni della locazione (quattro anni più due oppure cinque anni più due) o aumentare le tariffe in caso di appartamento completamente arredato.
Affitto frazionato
«Un'importante novità», prosegue Tolu, «sarà la possibilità di affittare con contratto agevolato non solo l'intero appartamento ma anche una parte di questo, per esempio una singola stanza». Per evitare liti, l'accordo territoriale comprende anche una tabella di ripartizione degli oneri accessori, ovvero spese condominiali, manutenzioni, da suddividere tra proprietario e inquilino.
L'accordo ha la validità di tre anni, prorogabili di due, ma alla scadenza in assenza di un nuovo accordo, si continuerà ad applicare il precedente, che ovviamente potrà essere modificato a seconda delle variazioni che il Comune può applicare a Imu e Tasi.
«Purtroppo alla nostra richiesta», proseguono i due rappresentanti sindacali, «ci è stato detto che il Comune non può concedere nessuna agevolazione per i canoni concordati».
Giorgia Daga

La Nuova Sardegna

5 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 10 aprile 2019 / Economia - Pagina 14
INNOVAZIONE
La guerra al radon affidata a una startup gallurese
Radoff collabora con il Cern e l’Istituto nazionale di fisica nucleare
Da domani a sabato l’azienda di Calangianus è e al Fuorisalone di Milano

di Roberto Petretto
CALANGIANUS È un nemico silenzioso, invisibile e spesso sottovalutato: è il gas Radon, che l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), attraverso l’International Agency for Research on Cancer (Iarc), ha classificato nel gruppo 1 delle sostanze cancerogene per l’essere umano. Una startup sarda, nata a Calangianus e con sedi in Emilia Romagna, la Radoff (un gioco di parole che punta sullo spegnimento del Rad-on), ha messo a punto dei sistemi per il monitoraggio e la riduzione del gas in ambienti chiusi. Grazie a questo lavoro, la società calangianese è stata selezionata per prendere parte a un progetto di collaborazione con il Cern di Ginevra e con l’Istituto nazionale di fisica nucleare.
Attraverso l’Università di Sassari e il suo incubatore Cubact, la Radoff prenderà parte a R2I (Research to Innovation): «Un progetto - spiega una nota – che punta a dare supporto alle iniziative di trasferimento tecnologico nel nostro Paese, promuovendo lo sviluppo di servizi e prodotti innovativi, a cominciare dalle tecnologie di frontiera nell’ambito della ricerca sulla fisica delle particelle». Con questa collaborazione la Radoff avrà modo di usufruire delle tecnologie all’avanguardia messe a disposizione da Cern e Infn per migliorare la ricerca di soluzioni contro il gas Radon. In questi giorni, inoltre, Radoff parteciperà al Fuorisalone di Milano, una rassegna dedicata al mondo del design, dell’architettura e della creatività. «L’azienda sarà ospite di Oasi 2030, un parco tematico temporaneo situato all’interno della sede del Wwf Lombardia, nel prestigioso Brera Design District, cuore pulsante della kermesse milanese». L’evento, nato in collaborazione con Wwf e Gellify, si svolgerà da domani a sabato. Ci saranno momenti di approfondimento su ambiente e salute, verrà realizzata una installazione artistica sul gas Radon. La mente, amministratore e fondatore di Radoff è Domenico Cassitta, tempiese: «La mission di Radoff – spiega – ha una forte valenza sociale ed etica. Il Radon, gas incolore e inodore che si forma nella sequenza di disintegrazione dell’uranio ed è presente anche in Sardegna, è capace di penetrare e di depositarsi nel nostro tessuto polmonare, con gravi conseguenze per la salute. Per l’Oms il Radon è la seconda causa di tumore al polmone, con oltre 3mila decessi all’anno solo in Italia». Per trovare una soluzione al problema del radon, Cassitta, insieme a altri collaboratori, ha fondato la startup Clab: «Abbiamo deciso di mettere a sistema professionalità e competenze provenienti dai più disparati settori: dalla geologia alla chimica, dall’informatica all’elettronica, dal design all’ingegneria». Ne è nata una newcompany che ha immesso sul mercato quattro prodotti che promettono di rilevare la presenza di gas Radon nell’ambiente, di misurarla e di intervenire con una bonifica dell’aria quando questi valori superano il livello di guardia.

 

6 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 10 aprile 2019 / Sport- Pagina 43
BADMINTON
Tricolori master e Studenteschi, Maracalagonis diventa capitale

Racchette sabato e domenica in campo a Maracalagonis. Non è né tennis, nè tennistavolo: non c'è la pallina ma il volano. La disciplina, sempre più diffusa anche in Sardegna, si chiama badminton. E l'isola tra aprile e maggio sarà la capitale nazionale di questo sport. Si comincia il 13 e 14 aprile a con i campionati italiani master. Si continua dal 20 al 24 maggio con le finali nazionali degli Studenteschi, con il lavoro dell’Ufficio scolastico regionale. Il progetto MaraBadminton che vede il coinvolgimento, insieme all’Usr Sardegna, di Federazione italiana badminton, Università di Cagliari, Comune di Maracalagonis, 3° Arborea e diverse istituzioni scolastiche statali e paritarie. Tra gli obiettivi- spiegano gli organizzatori- c'è anche quello di far diventare un impianto sottoutilizzato come il palasport di Maracalagonis un punto di riferimento per la disciplina. Il badminton è sport olimpico dal 1992 ed è considerato uno dei più indicati per la pratica a livello scolastico. Ai tricolori master scenderanno in campo atleti di età superiore ai 35 anni: saranno in gara più di 60 atleti. (st.a.)

 

7 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 10 aprile 2019 / Sassari - Pagina 18
L'INCARICO VACANTE
Un architetto soprintendente
il ministero nomina Bruno Billeci

SASSARI La Soprintendenza ha finalmente una guida. Da oggi entra ufficialmente in carica, a vigilare su archeologia, belle arti e paesaggio delle province di Sassari e Nuoro, l'architetto Bruno Billeci. Lo ha nominato il ministero per i Beni culturali che dallo scorso ottobre aveva lasciato vuota la casella di soprintendente, dopo che Francesco De Gennaro è andato in pensione. Per Billeci, 51 anni, trapanese, professore associato di restauro e presidente del corso di laurea della facoltà di Architettura di Alghero, l'incarico in Soprintendenza è un ritorno a casa. Dal 2001 al 2009 vi ha lavorato come funzionario, poi, vinto il concorso per docente all'Università, si era dimesso. «Il Mibact mi ha proposto un incarico per tre anni - spiega l'architetto Billeci - , quindi a tempo determinato e perciò andò in aspettativa dall'ateneo. Ho accettato perché dal ministero ho avuto la mission di puntare sul restauro e sulla tutela del paesaggio, ritenuti al momento una priorità. E ritengo che tre anni siano un tempo congruo per lavorare su questi due aspetti. Allo stesso tempo la scelta è caduta su di me anche per la conoscenza che ho sulla realtà sarda».E sardo di adozione Billeci si considera perché nell'isola ha fissato, da quanto è arrivato 18 anni fa, la sua residenza. Allora le Soprintendenze archeologiche e ai Monumenti non erano ancora state accorpate e lui lavorava nella sede di via Monte Grappa coordinando il settore monumentale e quello dei lavori pubblici. Il nuovo soprintendente è stato anche vicedirettore del Dipartimento di Architettura, Design e urbanistica e quindi, da dirigente, conosce bene la macchina amministrativa. Laureato all'Università di Palermo nel 1993, ha conseguito il dottorato in Conservazione dei Beni Architettonici e Ambientali a Reggio Calabria).Ha partecipato ed è stato responsabile scientifico di diversi progetti di ricerca finanziati nel settore del restauro. Ha progetto e attuato di decine di interventi di restauro e consulenze nella diagnostica e nel campo strutturale. Tra le sue linee di ricerca l'analisi e l'intervento nei centri storici. (p.f.)

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