Press review

06 February 2019

L'Unione Sarda

1 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 6 febbraio 2019 / Agenda (Pagina 19 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ. Progetto scientifico da due milioni di euro
Il robot Zora e le intelligenze artificiali aiuteranno uomini e donne a vivere meglio

Dottorandi finalizzati alla scoperta di nuove tecnologie legate alle intelligenze artificiali. PhilHumans, è una Innovative training network Marie Curie (Itn). Il progetto ha un budget di circa due milioni di euro tesi alle ricerche e all'assunzione di otto dottorandi tra i vari partner. L'ateneo gestirà il budget di un dottorando in informatica e ingloberà anche il dottorando di economia. L'opzione sarà sviluppata con il Crea UniCa (Centro servizi d'ateneo per imprese e imprenditorialità): il dottorando dovrà occuparsi di piazzare sul mercato le tecnologie sviluppate nel progetto. Mentre sette dottorandi si occuperanno di informatica e, in particolare, di tecnologie di Intelligenza artificiale.
MOBILITÀ INTERNAZIONALE  «I dottorandi trascorreranno metà del tempo di ricerca in laboratori esterni all'università che frequentano. L'idea progettuale prevede che si occupino di tecnologie Ict informatiche di Intelligenza artificiale su temi di Natural language processing, Semantic web, Sentiment analysis, Cognitive computation e Computer vision», spiega Diego Reforgiato Recupero (dipartimento Matematica e informatica). Il professor Reforgiato ha ideato e steso il progetto con Sergio Consoli, specialista già occupato al Philips Research e attualmente al Joint research center dell'Unione Europea a Ispra. Al kick off meeting del 28 e 29 gennaio, tenutosi al Data science del Philips Research, con Diego Reforgiato ha preso parte anche Daniele Riboni (dipartimento Matematica e informatica).
IL ROBOT MEDICO  Il dipartimento Data science del Philips Research è la culla di invenzioni quali il Cd rom e la tecnologia Blue-ray. Al centro, sono in fase avanzata anche gli studi sulla piattaforma robotica Zora. «Il robot nasce per interagire a gesti e verbalmente con le persone che vogliono raggiungere un goal nel dominio della salute: dal perdere peso a dormire meglio e mangiare più sano. Ovvero, comprendere, interloquire e analizzare gli esseri umani, dal parlato a espressioni facciali e gesti, fasi utili per capire stato emotivo ed eventuali problemi psicologici così da poter supportare i medici», aggiunge Diego Reforgiato Recupero. Per informazioni: 070/6758537; http://www.philhumans.eu; unica.it.

 

2 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 6 febbraio 2019 / Ogliastra (Pagina 37 - Edizione CA)
BARI SARDO. Gli specialisti: grotta frequentata dall'uomo nell'antichità, esistono le tracce
NELLA BOCCA DEL VULCANO A 83 ANNI
Antonio Assorgia, docente universitario, guida una spedizione a Teccu

Tracce di storia nella bocca del vulcano di Teccu. Qui le stratificazioni geologiche incise dal tempo hanno scolpito i millenni. I basalti e le concrezioni sono emblema dell'età della grotta custodita nell'altopiano che domina il mare, meta di grande interesse per gli studiosi della crosta terrestre. Il gruppo archeologico Bari Sardo, nato per proteggere e fare conoscere questi luoghi, ha organizzato una spedizione dentro l'inghiottitoio. Si tratta di una grotta verticale, nota a chi abita qui, ma finora poco esplorata dagli specialisti. Per Antonio Assorgia docente di vulcanologia all'Università di Cagliari questo è uno scrigno d'informazioni: «Le stratificazioni dell'inghiottitoio raccontano il passato di questa condotta vulcanica. I basalti ci permettono di capire come la lava si è mossa sulla superficie terrestre. I passaggi verticali sono fonte di informazioni».
IL PROFESSORE  Per lo studioso, alla tenera età di 83 anni, nonostante la pensione, le strettoie e i salti nel vuoto a decine di metri sotto il suolo sono delle vere aule didattiche. La spedizione organizzata con la guida degli speleologi del Gruppo archeologico è arrivata fino alla base della condotta vulcanica, confermando l'unicità data dalla presenza in Ogliastra di un territorio ad altissima densità di nuraghi. Proprio per questo potrebbe essere stata meta di civiltà che a decine di metri sotto il suolo hanno lasciato segni del loro passaggio.
GLI ARCHEOLOGI  «Sicuramente questa grotta è stata frequentata dall'uomo, dentro ci sono le tracce del suo passaggio, con gradini, una macina e forse dei graffiti - dice l'archeologo Michele Castoldi - ma bisogna vedere in quali contesti tutto ciò è stato utilizzato». C'è quindi una Sardegna ancora segreta che racconta le sue origini. L'altopiano ha bisogno di tutela e percorsi segnati, qui storia e geologia devono rimanere intatte così come sono state trovate. Per Roberto Pilia, presidente del Gruppo archeologico è stato importante mettere a disposizione le competenze dell'associazione «Abbiamo tanto interesse e tutta l'intenzione di tutelare questi luoghi, il nostro gruppo nasce proprio per censire e difendere i siti». Anche per gli amministratori comunali i misteri di Teccu sono un valore aggiunto di Bari Sardo. Per Fabiana Casu, assessora al Turismo, Ambiente e Territorio «questa piana ha un grande valore e abbiamo tanti progetti. Le strade vicinali che sono state chiuse saranno riaperte in un percorso segnato che congiunga tutti i siti archeologici di Teccu».
Daniela Usai

La Nuova Sardegna

3 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 6 febbraio 2019 / Sassari - Pagina 30
Voto unanime sulla mozione di Pala (Pd). In 10 anni Medicina ha perso 22 scuole di specializzazione
IL CONSIGLIO: «SCUOLA DI CARDIOLOGIA DA SALVARE»

SASSARI Scuole di specializzazione di Medicina e Chirurgia dimezzate nel giro di 10 anni: da 44 che erano nel 2009 sono passate alle attuali 22. E di queste solo sei sono formalmente accreditate, mentre 16 lo sono in via provvisoria. Sono i numeri del ridimensionamento della facoltà che per anni ha dato lustro all'Università sassarese. Mentre non si sa ancora se Cardiologia, una delle scuole di specializzazione di grande rilevanza da oltre quarant'anni per la formazione dei medici nel territorio, potrà sopravvivere. Dati snocciolati ieri dal consigliere comunale del Pd, Mario Pala, medico cardiologo, nell'aula di Palazzo Ducale, che ha presentato una mozione approvata all'unanimità in cui si chiede al sindaco Nicola Sanna di intervenire sul rettore Carpinelli, il direttore generale dell'Aou D'Urso e il presidente della Regione per scongiurare la chiusura di Cardiologia.«Il progressivo ridimensionamento del ruolo formativo e assistenziale della facoltà di Medicina è derivato in parte dalle normative nazionali e in parte dalla politica dell'ateneo, condizionata da importanti tagli ai finanziamenti statali, che ha portato ad una diminuzione drastica del corpo docente, condizione questa fondamentale per il mantenimento di adeguati standards formativi ed assistenziali», ha detto Pala. Che, illustrando i dati storici delle scuole di specializzazione ha lanciato l'allarme sul rischio che se ne debbano perdere altre se non si inverte l'attuale tendenza. A tal fine è necessario garantire all'Università adeguati finanziamenti per reclutare giovani ricercatori e ampliare quindi il corpo docente. Perché «se calcoliamo una media di 16 specializzandi per scuola significa che nella nostra facoltà di Medicina sono venuti a mancare in questi anni circa 350 medici in formazione, sottratti alla didattica, alla ricerca, alla assistenza e al tessuto economico che ruota intorno all'Università». «Le soluzioni per evitare la soppressione della scuola ci sono - ha concluso il consigliere Pala -. È necessario procedere all'accreditamento della scuola di Cardiologia applicando la normativa vigente che, appunto, lo prevede per le strutture a direzione universitaria».

 

4 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 6 febbraio 2019 / A UNA DONNA IN SVEZIA: IL CAGLIARITANO SASSU IN UN PROGETTO D’AVANGUARDIA
Chirurgo sardo innesta la prima vera mano bionica

Un ponte di titanio collega le ossa e le terminazioni nervose dei muscoli alla nuova mano robotica dalle dita flessibili e l'aspetto un po’ fantascientifico. L’arto è stato impiantato a una donna svedese di 45 anni ed è il risultato di un progetto europeo “DeTop”, guidato dall'italiano Christian Cipriani, dell'Istituto di biorobotica della Scuola superiore Sant'Anna di Pisa. A eseguire l’intervento due chirurghi: lo svedese Richard Brånemark e il sardo Paolo Sassu, medico cagliaritano di 45 anni in Svezia dal 2012. Un luminare nella microchirurgia della mano nonché direttore del centro trapianti dell’Università svedese. Per i due professionisti l’emozione più grande è arrivata quando la paziente ha detto di sentire qualcosa, una specie di formicolio. Era il segnale che aspettavano, la conferma che quella protesi impiantata non è una semplice appendice di plastica ma sarà una vera mano.   S. SANNA A PAGINA 9

Sardegna - Pagina 9
L'intervento rivoluzionario eseguito in Svezia dal medico Paolo Sassu
Il sistema con elettrodi sui muscoli darà sensibilità alla protesi
La prima mano bionica impiantata a una donna
IL CHIRURGO È DI CAGLIARI

di Silvia Sanna
SASSARI L'emozione più grande è arrivata quando la paziente ha detto di sentire qualcosa, una specie di formicolio: significa che l'intervento è riuscito, che quella protesi impiantata non è una semplice appendice di plastica ma sarà una vera mano in grado di percepire il caldo e il freddo e distinguere una superficie liscia da una ruvida. Ci vorrà ancora del tempo per avere una piena funzionalità ma la strada è quella giusta: è la prima mano bionica, così è stata ribattezzata, destinata a durare per sempre. L'intervento rivoluzionario è stato eseguito a dicembre n Svezia, a Goteborg, nello Sahlgrenska University Hospital: in sala operatoria due chirurghi, lo svedese Richard Brånemark e il sardo Paolo Sassu, medico cagliaritano di 45 anni in Svezia dal 2012. Un luminare nella microchirurgia della mano e direttore del centro trapianti dell'Università svedese.
L'INTERVENTO. Per la paziente è un sogno che si realizza dopo 17 anni di attesa. «A causa di un evento traumatico la donna aveva subito l'amputazione della mano e di parte dell'avambraccio destro - racconta il chirurgo cagliaritano - . La donna è stata protagonista di un intervento primo nel suo genere, eseguito all'interno di un progetto europeo chiamato DeTop, al quale partecipano molti Stati e il cui direttore scientifico è il professor Christian Cipriani, dell'Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa». Un progetto in cui il chirurgo Paolo Sassu ha avuto un ruolo fondamentale e: «Insieme al collega Richard Brånemark abbiamo applicato il sistema meccanico ed elettrico sviluppato dal professore Max Ortiz, con il quale collaboro».
LA MANO BIONICA. Ecco come è stato eseguito l'eccezionale intervento, durato 12 ore: «Abbiamo inserito una serie di elettrodi, sedici, nel braccio della paziente partendo dall'impianto di una vite in titanio all'interno dell'osso - spiega Paolo Sassu -. Per un pezzetto questa vite esce dalla pelle e lì abbiamo fatto scorrere dei minuscoli cavetti che spuntano dall'osso e terminano con degli elettrodi "cuciti" sui muscoli». È proprio questa la novità sensazionale: a differenza delle protesi tradizionali in cui gli elettrodi sono impiantati sulla superficie della pelle, nelle protesi mioelettriche agiscono sui muscoli: «Per cui ogni volta che la paziente muove un muscolo - aggiunge Paolo Sassu - sarà in grado di attivare una certa funzione della protesi, come muovere un dito, estendere il polso, e così via. Ogni muscolo sarà responsabile di una funzione specifica». Non solo: «Fra i tanti elettrodi che facciamo passare attraverso l'osso, uno lo avvolgiamo attorno ai nervi: questo consentirà alla protesi di avere una sensibilità». La mano robotica, aggiunge Cipriani «potrà garantire più tipi di presa, sufficienti per avere autonomia nella vita quotidiana». Per ora la paziente sta seguendo un programma di riabilitazione per riacquistare forza nei muscoli dell'avambraccio, indeboliti dopo l'amputazione: dovrà nuovamente imparare a muovere muscoli che non utilizza più da tempo. Per questo è connessa a un sistema che riconosce le contrazioni e fa muovere un avatar della mano sul monitor di computer. C'è anche un altro aspetto che rende questo tipo di protesi robotica molto più funzionale: a differenza di quelle classiche non è necessario indossare sulla pelle una calza in silicone che provoca fastidio (per esempio fa sudare quando c'è caldo). La mano "bionica" è ancorata direttamente sulla pelle con un meccanismo a incastro che rende semplice inserirla e levarla.
DA CAGLIARI ALLA SVEZIA. Paolo Sassu è un chirurgo con la valigia. Dopo la laurea all'Università di Cagliari e la specializzazione in ortopedia e traumatologia, a 28 anni è partito per la Francia, direzione Nancy, per un master in microchirurgia. Un anno dopo, nel 2003, si è trasferito a Taiwan dove è rimasto sino al 2006 per approfondire le sue conoscenze sulla microchirurgia. Poi due anni a Louisville, nel Kentucky: negli Stati Uniti Paolo Sassu ha acquisito competenze specifiche nella chirurgia della mano. A quel punto è rientrato a casa, a Cagliari: per quattro anni, dal 2008 al 2012, ha lavorato come microchirurgo all'ospedale Marino. Ma la valigia non l'ha mai disfatta: un collega svedese conosciuto negli Usa gli ha detto che a Goteborg c'era bisogno di microchirurghi esperti come lui. «Mi sono licenziato e sono partito - racconta -: da allora lavoro nel reparto di Chirurgia della mano nell'ospedale universitario Sahlgrenska e dirigo il centro trapianti di mano dell'omonima università». Tornare a casa? Chissà. Per ora Paolo Sassu, che ha Goteborg ha conosciuto la sua compagna «una ragazza di Cagliari....» sente di dover completare la sua missione in Svezia. E dopo la prima mano bionica pensa già al prossimo intervento: un trapianto da cadavere su una paziente che anni fa a causa di una brutta infezione ha perso entrambe le mani.

 

5 - LA NUOVA SARDEGNA di mercoledì 6 febbraio 2019 / Cultura e Spettacoli - Pagina 37
ACCADEMIA POPOLARE
Parte l'anteprima di Marina Café Noir

CAGLIARI Edizione numero 17 per l'appuntamento letterario più longevo della Sardegna: torna a Cagliari tra 19 e 22 giugno Marina Café Noir - Festival di letterature applicate, evento organizzato dall'associazione culturale Chourmo. "Il contrario di uno" sarà il filo conduttore della diciassettesima edizione del festival. È il titolo di una raccolta di racconti brevi di Erri De Luca, titolo che l'autore partenopeo ha gentilmente messo a disposizione del Chourmo. «Il due è il contrario di uno - spiega De Luca - non il doppio, ma il suo contrario, il contrario di uno e della sua solitudine efficiente». «Abbiamo pensato che anche per noi - sottolinea Chourmo - due è il contrario di uno, e che quella contrarietà, che amiamo, fosse più facile che si moltiplicasse dal due, dall'incontro tra persone, dall'assenza di paura nei confronti dell'altro, per diventare magari gruppo, consorzio umano, società civile e, perché no, moltitudine. Abbiamo pensato che viviamo tempi per molti versi cupi e carichi di neri presagi, tempi che ci vogliono sempre più soli, sempre più isolati, imprigionati dai nostri congegni tecnologici e preda delle nostre psicosi, quando invece il primo passo per riprendere controllo di sé e della propria vita è quello di aprirsi al mondo, e agli altri. Ci è sembrato di leggere tutto questo, tra le parole di quel titolo di quest'anno».Il percorso del Chourmo verso la diciassettesima edizione del Festival muoverà i primi passi tra 13 e 15 febbraio con l'Accademia popolare, tre giorni di saperi condivisi in un'ottica popolare e inclusiva, che coinvolgerà docenti e ricercatori dell'Università di Cagliari insieme a musicisti e attori. Si parlerà di urbanistica, storia, archeologia, architettura, filosofia, cinema, antropologia, economia e sociologia con Maddalena Achenza, Antioco Floris, Andrea Cannas, Ester Cois, Nicola Melis, Valeria Deplano, Paolo Francalacci, Patrizia Manduchi, Marco Cadinu, Duilio Caocci, Stefano Usai e Romina Carboni. Tra marzo, aprile e maggio, il Chourmo volerà poi oltre Tirreno per partecipare ai festival letterari di Orihuela, Valencia, Saragozza, Madrid (in collaborazione con il Circolo dei Sardi Ichnusa) e poi Marsiglia, Ivrea e infine a Torino con la presenza al Superfestival, la sezione del Salone del libro dedicata alle migliori realtà italiane dei festival letterari.

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