Press review

05 November 2018

L'Unione Sarda

RASSEGNA STAMPA di LUNEDÌ 5 NOVEMBRE 2018

 

1 - L’UNIONE SARDA di lunedì 5 novembre 2018 / Regione (Pagina 8 - Edizione CA)
DUE INCONTRI 
Gli studenti contro la tratta delle persone

Due giornate per sensibilizzare sulla lotta alla tratta degli esseri umani: le organizza la Regione in collaborazione con le due università sarde, si inizia oggi a Cagliari (dalle 15.30 nell'aula Maria Lai, in via Nicolodi 104), si prosegue domani alle 10 nell'aula Mossa dell'ateneo turritano, in viale Mancini 5. Parteciperà l'assessore agli Affari generali Filippo Spanu, insieme ai rappresentanti di istituzioni e associazioni impegnate nella prevenzione e nella protezione dei diritti delle vittime di tratta in Sardegna: la Congregazione Figlie della Carità di San Vincenzo De' Paoli, l'associazione Acos e l'associazione Fight for Children's Rights network. Il confronto si svilupperà con l'obiettivo di inquadrare il fenomeno, anche alla luce dei recenti flussi migratori che ne hanno aggravato l'entità, e coinvolgere in un dibattito gli studenti per renderli più consapevoli del problema, delle sue cause e dei suoi drammatici effetti, e di ciò che viene realizzato a livello regionale per difendere vittime. Le giornate si inseriscono nel quadro delle azioni che la Regione Sardegna realizza in attuazione del Piano per l'accoglienza dei flussi migratori non programmati, del quale una specifica sezione è dedicata a questa moderna forma di schiavitù.

 

2 - L’UNIONE SARDA di lunedì 5 novembre 2018 / Cagliari (Pagina 14 - Edizione CA)
CITTADELLA DEI MUSEI 
Disabili ammazzati: mostra sugli orrori del periodo nazista

Gli orrori del periodo nazista raccontati in cinquanta pannelli con fotografie e documenti, testimonianze di quanto successo ai malati psichici e ai disabili dal ventennio fascista alla seconda Guerra mondiale. È il percorso proposto con la mostra che aprirà oggi (alle 15,30) nell'Aula rossa della Cittadella dei Musei, curata dalla società italiana di Psichiatria in collaborazione con quella tedesca. L'iniziativa, organizzata con la collaborazione dell'Università di Cagliari e dell'Azienda ospedaliero universitaria (Aou), ha un titolo che spiega tutto: “Schedati, perseguitati, sterminati. Malati psichici e disabili durante il nazionalsocialismo. Malati, manicomi e psichiatri in Italia: dal ventennio fascista alla seconda guerra mondiale”. Un viaggio tremendo, attraverso documenti dell'epoca, messo in piedi da Bernardo Carpiniello, docente ordinario di Psichiatria nell'Ateneo e direttore della struttura complessa di psichiatria dell'Azienda ospedaliero universitaria. All'inaugurazione, dopo i saluti della rettrice, Maria Del Zompo, e del direttore generale dell'Aou, Giorgio Sorrentino, interverranno Frank Schneider (dell'Università di Achen e presidente della Società tedesca di Psichiatria) e lo stesso Carpiniello. L'esposizione attraverso una cinquantina di pannelli recanti fotografie e copie di documenti e testimonianze originali, illustra gli orrori avvenuti durante il periodo nazista in Germania, con la sterilizzazione coattiva di circa 400 mila persone affette da disturbi mentali e disabilità psichiche e la schedatura e la morte di circa 200 mila persone ricoverate in Istituti di assistenza tedeschi, assassinate a seguito di un programma segreto di eliminazione sistematica partito nell'autunno del 1939 su ordine di Hitler. La mostra rimarrà aperta sino al 30 novembre.

 

3 - L’UNIONE SARDA di lunedì 5 novembre 2018 / Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)
PALAZZO BACAREDDA. Si ipotizza una città a misura di bambini, sportivi e studenti
Un Puc a consumo zero di suolo
Presentate le linee guida per il nuovo Piano urbanistico comunale

Una città universitaria, degli sport, a consumo zero di suolo e a misura di bambini: su questi principi cardine si costruirà il nuovo Piano urbanistico comunale. Concetti proiettati all'Area metropolitana soprattutto per quanto riguarda la mobilità e il problema della casa. L'iter lungo e tortuoso, aperto alla discussione alle proposte dei cagliaritani, è iniziato mercoledì scorso nell'Aula di palazzo Bacaredda dove l'assessora alla Pianificazione strategica e Urbanistica, Francesca Ghirra, ha illustrato gli indirizzi programmatici e operativi per l'adeguamento del Puc al Piano paesaggistico regionale (Ppr) e al Piano di assetto idrogeologico (Pai).
GLI OBIETTIVI  «Vogliamo fornire ai cittadini strumenti più agili», afferma l'assessora Ghirra. «Con il nuovo Puc adeguato al Ppr non ci saranno più limiti allo sviluppo della città. Cagliari non può più ragionare da sola, ma deve farlo in funzione dell'area metropolitana. I beni culturali e i parchi non devono essere un problema, ma un'opportunità di sviluppo, creando una rete». Un esempio. «A Molentargius e Santa Gilla mancano i servizi essenziali. Il nostro obiettivo è di valorizzarli e renderli fruibili rispettando l'ambiente». Cosa significa “Consumo netto di suolo zero”? «Non vogliamo impedire in assoluto di occupare nuovo territorio, ma l'eventuale utilizzo di spazi liberi deve avvenire a saldo zero, ripristinando a usi agricoli o seminaturali aree di pari superficie in precedenza urbanizzate e impermeabilizzate». Il limite della 554 sarà invalicabile? «Abbiamo tanti volumi inutilizzati, su tutti Buoncammino, la Clinica Macciotta, l'ex Ospedale civile, le caserme. Dobbiamo essere in grado di proporli ai privati. Non è il caso - ribadisce Francesca Ghirra - di compromettere aree che oltretutto hanno problemi idrogeologici». E Su Stangioni? «È necessario fare riflessioni. Per realizzare le infrastrutture abbiamo calcolato una spesa di oltre 7 milioni di euro, un costo sociale davvero troppo alto». L'AGENDA  Le linee guida del Puc saranno illustrate ai cittadini per le osservazioni. Quali saranno le prossime tappe importanti? «Il documento di indirizzo dovrà essere esaminato dalla commissione Pianificazione strategica e Urbanistica, presieduta da Matteo Lecis Cocco Ortu, e nel giro di poche settimane tornerà in Consiglio comunale per l'approvazione», spiega Francesca Ghirra. «Poi sarà bandita la gara d'appalto da 700 mila euro per la redazione del Puc e in due anni, al netto di novità politiche, Cagliari avrà finalmente il suo nuovo Piano urbanistico comunale». LA STORIA  Il Puc di Cagliari risale al 2004 (nato vecchio perché la sua concezione è degli anni '90). Nel 2006 il Ppr ha definito i principi e le finalità cui si deve attenere la pianificazione urbanistica dettando prescrizioni ai Comuni, che si sarebbero dovuti adeguare entro 18 mesi. Solo una ventina a oggi hanno allineato il proprio Puc: il capoluogo, in questi anni, ne ha adeguato solo alcune parti: centro storico, lungomare, area dello stadio Sant'Elia. 
Andrea Artizzu

 

4 - L’UNIONE SARDA di lunedì 5 novembre 2018 / Quartu SantElena (Pagina 17 - Edizione CA)
LA GARA. Il Civic Hack Sardegna
Studenti vincenti grazie all'app sul trasporto pubblico

Un'app per rendere più semplice la vita agli studenti che utilizzano i mezzi pubblici. A proporla sono stati gli alunni della 4 CMB, indirizzo tecnologico, che nei giorni scorsi hanno partecipato a Sassari al Civic Hack Sardegna 2018 e hanno portato a casa la vittoria. Alla competizione hanno partecipato più di 100 studenti, suddivisi in undici squadre, che si sono confrontati su due temi molto complessi: il sistema dei trasporti in Sardegna e il problema della fuga di cervelli dall'Isola. L'app è stata studiata per agevolare gli studenti e informarli sugli orari delle diverse tratte, consente loro di acquistare i biglietti e li tiene aggiornati sui tempi d'attesa previsti e il numero di posti liberi grazie a un collegamento gps. Inoltre, contribuisce a comunicare all'azienda di trasporti di dimensionare opportunamente il numero delle vetture in circolazione.
Gli alunni che hanno partecipato alla competizione sono Marzia Stocchino, Jessica Melis e Riccardo Piu della 4CMB, Riccardo Onnis della 4A Elettronici, Valeria D'Elia della 4A Turistica e Alex Porcu della 4A Programmatori. Il successo ottenuto ha permesso agli studenti di superare la selezione regionale e di accedere direttamente alle finali nazionali. Sono soprattutto i giovani ad utilizzare i mezzi pubblici e a vivere alcuni problemi quotidiani. Di recente erano state inviate al Ctm due diverse petizioni. Una riguardava la mancanza di autobus nelle ore notturne in considerazione del fatto che le corse da Quartu verso Cagliari finiscono poco prima delle 23. Stesso disagio evidenziato anche per quanto riguarda i collegamenti con il litorale. A seguito delle proteste l'azienda aveva prolungato le corse fino a mezzanotte ma soltanto nel periodo estivo. L'altra petizione riguardava invece i problemi per i collegamenti con la Cittadella universitaria di Monserrato: le corse si interrompevano alle 18 con enormi disagi non soltanto per gli studenti ma anche per i pazienti in visita al poliambulatorio e per chi doveva sottoporsi a visite ed esami.
(g. da.) 



RASSEGNA STAMPA di DOMENICA 4 NOVEMBRE 2018

 

1 - L’UNIONE SARDA di domenica 4 novembre 2018 / Prima (Pagina 1 - Edizione CA)
LO STUDIO. Ma l'emigrazione cala
I sardi con la valigia sono sempre più over 50

Ogni giorno oltre sette sardi lasciano l'Isola per trasferirsi all'estero. Qualcuno in meno rispetto allo scorso anno ma il dato saliente è la crescita costante degli emigrati over 50. Lo certifica il rapporto “Italiani nel mondo” della Fondazione Migrantes.
MANCA, L. MASCIA ALLE PAGINE 2, 3

Primo Piano (Pagina 2 - Edizione CA)
LO STUDIO. Il rapporto “Italiani nel mondo”
Frena l'emigrazione ma non quella degli over 50
La Germania resta la principale destinazione
Ogni giorno via 28 sardi, sette vanno all'estero 

Efisio Arbau: “Puntiamo di più sul turismo sostenibile, agricoltura e pastorizia”
Gavino Carta: “Le imprese in difficoltà non hanno tratto vantaggi dagli incentivi”

Ogni giorno oltre sette sardi lasciano l'Isola per trasferirsi all'estero. Sono soprattutto giovani ma crescono gli over 50. Vanno soprattutto in Germania, in Francia, in Belgio e nel Regno Unito (Londra, ovviamente). Nel 2017 lo hanno fatto in 2.706, come ha certificato il rapporto “Italiani nel mondo” della Fondazione Migrantes, l'organismo pastorale della Cei che ogni anno fotografa l'emigrazione italiana.
EMIGRAZIONE SARDA IN CALO  Il dato sorprendente è che se a livello nazionale il numero di persone espatriate è cresciuto del 3,3% (+ 4.177), nell'Isola il dato è in calo dell'8,3%, visto che l'anno precedente erano andati via in 2.951. Sommati ai 7.190 (dati 2016) che hanno lasciato l'Isola per trasferirsi in altre regioni italiane fanno 9.896 persone. Significa che ogni giorno 28 sardi se ne vanno. Complessivamente gli emigrati sardi registrati all'Aire, l'Anagrafe italiani residenti all'estero, sono 117.668, il 2,3% del totale degli italiani che hanno scelto di lasciare il Paese o sono stati costretti a farlo.
CHI PARTE  A partire, rileva lo studio della Conferenza episcopale italiana, sono soprattutto i giovani (il 37,4% sul totale delle partenze per espatrio da gennaio a dicembre 2017) e i giovani adulti sino a 40 anni (25%), ma la crescita più importante si nota tra gli ultracinquantenni (+20,7% nella classe di età 50-64 anni; +35,3% nella classe 65-74 anni; +49,8% nella classe 75-84 anni e +78,6% dagli 85 anni in su). Un dato figlio della precarietà lavorativa degli over 50 rimasti disoccupati e privi di prospettive in patria, «persone lontane dalla pensione o che hanno bisogno di lavorare per arrivarci e che, comunque, hanno contemporaneamente la necessità di mantenere la famiglia».
GIOVANI ISTRUITI  I giovani che vanno via in generale hanno un titolo di studio medio-alto (il 52% possiede almeno il diploma), con una differenza di genere a favore degli uomini (il 55% contro il 44% delle donne). Dai dati emerge che l'emigrazione giovanile, rispetto alle altre, non è sempre per necessità ma spesso è una scelta. «I giovani emigrano per motivi di studio ma anche per motivazioni che vanno dalla ricerca di indipendenza economica e di una occupazione a necessità di ordine sentimentale, dal bisogno di sentirsi professionalmente realizzati all'urgenza di inseguire nuove opportunità di vita, dal voler confrontarsi con altre realtà al rifiuto di un sistema nazionale in cui non ci si identifica più», è scritto nel rapporto.
I PENSIONATI EMIGRATI  Un altro profilo che, seppure numericamente ridotto emerge nel rapporto è il “migrante previdenziale”. Si tratta di pensionati colpiti da precarietà o sull'orlo della povertà che scelgono di trasferirsi in Paesi con una politica di defiscalizzazione e dove la vita costa meno rispetto all'Italia e, dunque, il potere d'acquisto è superiore. Sono Portogallo, Tunisia, Romania, Spagna ma anche Santo Domingo, Cuba e Thailandia. Tra gli emigrati più anziani ci sono anche persone che trascorrono periodi sempre più lunghi all'estero con figli e nipoti già in mobilità fino al completo trasferimento per gran parte dell'anno.
MOBILITÀ IN ITALIA  Se i dati sulla mobilità dall'Italia all'estero sono aggiornati, non lo sono ancora quelli della mobilità all'interno dell'Italia. L'ultimo dato disponibile dell'Istat è quello del 2016 ed ha certificato che si sono trasferiti in altre regioni 7.190 sardi, circa 21 al giorno. Un'enormità.
Fabio Manca

 

2 - L’UNIONE SARDA di domenica 4 novembre 2018 / Primo Piano (Pagina 3 - Edizione CA)
L'ANALISI. I sindacati: difficile vivere al sud
«Tutte fallite miseramente le misure socio-economiche»

Chiamarla fuga di cervelli sarebbe ormai riduttivo: le migliaia di sardi che ogni anno decidono di abbandonare casa alla ricerca di una vita migliore non hanno più un'età comune, né storie da condividere. Non sono solo neolaureati, ma anche giovani diplomati, operai licenziati dopo decenni passati in fabbrica, professionisti senza sbocchi professionali e persino pensionati, arrivati a fine carriera con un gruzzolo troppo esiguo per vivere dignitosamente in Italia.
«POLITICHE FALLIMENTARI»  «I segnali sono inequivocabili - sentenzia il segretario regionale della Cgil, Michele Carrus - le misure socio-economiche varate degli ultimi anni stanno fallendo. Non hanno trattenuto i nostri giovani con offerte professionali adeguate, non sono riuscite a garantire una nuova occupazione agli ultraquarantenni che hanno perso il proprio posto e non permettono neppure agli ex lavoratori ormai in pensione di trascorrere un'esistenza soddisfacente dopo anni di fatica. Abbiamo reagito agli anni di crisi in maniera inefficace e non possiamo perciò sorprenderci che questa emorragia di residenti non stia più interessando solamente le nuove generazioni».
SUD, BRUTTO DA VIVERE  L'emigrazione multigenerazionale che sta investendo l'Isola preoccupa non poco: «Sembra paradossale, ma il Mezzogiorno d'Italia sta diventando un brutto posto dove vivere anche per chi si vuole godersi la meritata pensione - ammette Gavino Carta, numero uno della Cisl regionale - inoltre, la serie di incentivi, bonus e agevolazioni sull'occupazione non hanno potuto avere l'effetto sperato in un tessuto imprenditoriale che non ha prodotto abbastanza per trarne vantaggio».
NESSUNA MERITOCRAZIA  E la lunga carrellata di storie di successo vantate dai sardi espatriati non può che raddoppiare l'amarezza. «Viviamo quotidianamente le contraddizioni di un sistema formativo nazionale che, sebbene bistrattato e impoverito da continui tagli - prosegue Carrus - sforna costantemente giovani dall'altissima preparazione. Cervelli di serie A che all'estero sono contesi dalle migliori aziende, mentre in Italia vengono respinti da una società poco meritocratica che pur avendo investito ingenti risorse per la loro formazione non è in grado di sfruttarne a pieno le potenzialità. Così non si farà altro che indebolire la competitività del sistema Italia innescando un circolo vizioso che renderà il nostro Paese sempre meno accogliente per le nuove generazioni».
FORMAZIONE CARENTE  I sindacati puntano il dito sulla voragine che divide il mondo del lavoro da quello della formazione. «Non si contano i laureati costretti a partire all'estero, ma allo stesso tempo le aziende non riescono a trovare operai e artigiani specializzati, matematici o infermieri - puntualizza Carta - per non parlare delle migliaia di quaranta-cinquantenni licenziati dalle grandi industrie, ritrovatisi con qualifiche troppo vecchie per rispondere alle esigenze delle imprese».
DISASTRO DEMOGRAFICO  La rotta deve cambiare al più presto perché all'orizzonte si profila per la Sardegna «un disastro demografico senza precedenti», avverte l'esponente della Cgil. «Lo spopolamento dei nostri territori va infatti di pari passo con l'aumento dell'indice demografico. Ci dovremo presto aspettare quindi una popolazione poco produttiva che non potrà reggersi economicamente. Un motivo più che valido per rivalutare la presenza di nuovi migranti, il cui arrivo sarà fondamentale per la sostenibilità del Paese». E il segnale più inquietante di un disastro imminente forse lo stanno dando i tanti pensionati che hanno scelto di approdare all'estero per passare gli ultimi anni di vita.
Luca Mascia


3 - L’UNIONE SARDA di domenica 4 novembre 2018 / Primo Piano (Pagina 2 - Edizione CA)
«Costretti a inventarsi il presente, più che il futuro»
L'OPINIONE. Maurizio Memoli, docente di Geografia economico-politica

«Uno dei problemi è che la riconversione formativa è male organizzata o non lo è affatto»
«I dati di incremento dei migranti maturi è effettivamente impressionante: +20,7% nella classe di età 50-64 anni; +35,3% in quella 65-74 anni; +49,8% in quella 75-84 anni e +78,6% dagli 85 anni in su». Maurizio Memoli, ordinario di Geografia economico-politica all'università di Cagliari, conduce da anni ricerche sull'emigrazione. «La precarizzazione del mercato del lavoro affligge i giovani ma colpisce duramente anche la generazione di mezzo che soffre anche di più del senso generale di incertezza», spiega Memoli. «La classe di cinquantenni comprende il grande numero degli esodati determinati dalla legge Fornero che solo in parte sono stati salvati dalle 8 clausole di salvaguardia fin qui finanziate e sostanzialmente si tratta di lavoratori in mobilità ordinaria, di contributori volontari e di quelli licenziati unilateralmente. Questa condizione», aggiunge il docente, «incrementa un grande sentimento di smarrimento, incertezza e precarietà e la sensazione d'essere bersaglio delle politiche pubbliche che non perequano le strategie aggressive delle imprese. Tra le difficoltà di reinserimento nel mondo del lavoro, quelle della riconversione formativa e la sensazione di non sfuggire all'allontanamento del tempo della pensione il quadro è facilmente delineato: chi sa di non avere alternative, coperture sociali, garanzie economiche è obbligato a inventarsi il presente, più che un futuro». (f. ma.)


4 - L’UNIONE SARDA di domenica 4 novembre 2018 / Prima (Pagina 1 - Edizione CA)
L'intervista
Gessa: l'alcol nuova droga

Mariella Careddu
Prede perfette. Gli adolescenti sono scientificamente indifesi davanti ai rischi delle sbronze, sprovvisti di quell'angolo di cervello che gestisce desideri, piaceri e voglie. Semplicemente: non sono abbastanza grandi per dire no. Gian Luigi Gessa, neuro- psichiatra e farmacologo, sul punto mette a disposizione una vita dedicata alla ricerca sull'uso di droghe, alcol compreso. La cronaca racconta sempre più spesso di comitive di adolescenti che bevono fino a svenire e che, in alcuni casi, ormai prossimi al coma etilico, vengono soccorsi dal 118. Perché si ubriacano fino a questo punto? «Per ingannare il cervello». (...) SEGUE A PAGINA 7

Cronaca (Pagina 7 - Edizione CA)
Il neurofarmacologo Gian Luigi Gessa spiega gli effetti della dipendenza sui giovani
«RAGAZZI, ATTENTI: L'ALCOL ACCORCIA LA VITA»  
SEGUE DALLA PRIMA
(...) «L'alcol strega gli adolescenti. Vogliono raggiungere lo stato di euforia che, però, dura un attimo. Il binge drinking (l'abbuffata alcolica) punta allo stordimento in fretta e furia».
Come? «Consumano almeno cinque unità alcoliche in rapida successione, possibilmente a stomaco vuoto. Ciascuna corrisponde a un calice di vino, una lattina di birra o un bicchierino di super-alcolici».
Cosa li spinge in questa direzione? «È una questione fisiologica. Il circuito del desiderio si sviluppa prima della corteccia prefrontale che consente di gestire gli impulsi. Non hanno ancora imparato a tirare il freno».
Che senso ha? «Conquistare un premio. Riprodurre la felicità, un'emozione bella che nella vita si prova in modo naturale ma in misura minore».
L'abuso di alcol è più pericoloso nei giovanissimi? «Sì. Il cervello si forma durante la fase embrionale, i primi tre mesi di vita e l'adolescenza. È in questo momento che si sviluppano meccanismi fondamentali per la trasmissione delle informazioni tra neuroni. L'alcol può danneggiare in maniera irreversibile questi processi cerebrali».
A quell'età è semplice esagerare? «Questo accade per diverse ragioni. Assumere alcol può avere spiegazioni di tipo psicologico e sociale. Spesso viene usato per superare l'ansia, la depressione o la timidezza. Si tratta dei casi più a rischio».
I titubanti sono predestinati? «Non bisogna sottovalutare la genetica. La scienza ci insegna che i figli degli alcolisti sono più vulnerabili. I genitori che hanno avuto o hanno una dipendenza dall'alcol devono prestare ancora più attenzione ai loro ragazzi».
Chi beve per divertirsi? «Corre meno pericoli rispetto a chi lo fa per attenuare uno stato d'animo negativo».
Perché? «L'alcol, come tutte le droghe, alla prima assunzione può aiutare ad eliminare una difficoltà ma poi presenta il conto. Subentra un processo di assuefazione».
In che modo? «Quando è visto come una medicina è pericoloso. “Ti ho fatto bene? E adesso paga”. Tutte le droghe agiscono attraverso molecole artificiali più potenti di quelle prodotte dal nostro organismo che, come chiavi, aprono le serrature, cioè i ricettori che altrimenti sarebbero regolati in maniera naturale».
Cosa provocano nell'organismo? «Le droghe convergono in una zona profonda del cervello e trasmettono dei messaggi».
Per dire cosa? «Stai attento, desidera, consuma, godi nel farlo, ricorda come hai fatto così potrai farlo ancora. E così si arriva alla dipendenza».
Quali sono le differenze tra adolescenti e adulti? «Intanto da giovani è più facile sviluppare una dipendenza dalle droghe. La schiavitù dall'alcol è - rispetto a quella da eroina, nicotina, cocaina e Thc - la più pesante».
Gli effetti immediati? «I ragazzi devono bere più di un adulto per sentirli, percepiscono prima quelli positivi - come l'euforia - rispetto a una persona adulta nella quale arrivano entrambi - belli e brutti - contemporaneamente».
Bevono più gli uomini o le donne? «C'è la parità, con la differenza che alle donne manca un enzima che consente di trasformare l'alcol».
Reggono meno? «Un bicchiere per loro vale quasi il doppio».
I piccoli bevitori di oggi che adulti saranno? «Chi è alcolista da ragazzo sviluppa una probabilità più alta di diventare alcolista da grande».
Conseguenze cliniche? «L'alcol può danneggiare in maniera irreversibile le trasmissioni neuronali e questo può determinare ritardi mentali».
Qualche legame con comportamenti violenti in età adulta? «Possono essere di varia natura. Avere danni cerebrali può avere conseguenze sul comportamento. Se la connessione è alterata, può esserci una disinibizione. A una certa età un atteggiamento violento può ragionevolmente essere una conseguenza prodotta dall'alcol assunto in gioventù».
C'è un limite? «I puristi dicono che non bisogna proprio bere».
Cosa sarebbe utile fare? «Educare i giovani e i loro genitori, potenziare la scuola».
Consigli per la prevenzione? «Si affronta spesso il problema della fuga dei cervelli. Ma bisogna pensare anche al vivaio, a quelli che abbiamo e che cominciano a crescere nell'adolescenza».
Una ragione per smettere? «Il nostro cervello è talmente dinamico. Se non possiamo influire sulle prime due fasi della sua formazione (quella embrionale e neonatale) è importante farlo durante l'adolescenza. Serve fare il possibile quando si è in tempo per non creare danni che dureranno per sempre».
C'è il rischio di malattie mentali? «La peggiore che l'alcol può produrre è l'alcolismo».
Mariella Careddu

 


RASSEGNA STAMPA di SABATO 3 NOVEMBRE 2018

 

1 - L’UNIONE SARDA di sabato 3 novembre 2018 / Cultura (Pagina 51 - Edizione CA)
Alessandro Cardini, Istituto nazionale di Fisica nucleare
«I sardi? Eccellenza del Cern»

I DATI  Sono 5 tecnici e ben 30 tra fisici e ingegneri sardi impegnati intorno a due progetti del Cern di Ginevra
GLI STUDIOSI  Alessandro Cardini: “I nostri giovani scienziati sardi sono bravissimi e estremamente ben preparati. I nostri colleghi stranieri ce li invidiano e spesso li prendono per il Dottorato e li assumono subito dopo”

Come un'isola nell'isola. È la Sardegna dentro il Cern, il più grande laboratorio del mondo di fisica delle particelle che trova al confine tra Svizzera e Francia alla periferia ovest della di Ginevra nel comune di Meyrin. Un'isola, per niente isolata, composta dalle ricercatrici e dai ricercatori sardi che popolano la comunità internazionale impegnata a scavare nei più profondi segreti dell'atomo. Ne abbiamo parlato con Alessandro Cardini, primo ricercatore dell'Istituto nazionale di Fisica nucleare (Infn) Sezione di Cagliari e responsabile, per Cagliari, dell'esperimento LHCb, che si svolge nell'acceleratore installato nel sottosuolo di Ginevra, il Large Hadron Collider. Cardini, martedì prossimo, alle 20, terrà una conferenza, organizzata dal Rotary Club Quartu Sant'Elena, al Caesar's Hotel di via Darwin: “La Sardegna al Cern - Storie e attività degli scienziati sardi nel più grande laboratorio di ricerca del mondo”.
Cardini, quanta Sardegna c'è al Cern? «Parecchia. Grazie all'Università di Cagliari e alla locale Sezione dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare c'è una partecipazione importante a due grandi esperimenti, LHCb e Alice, che sfruttano la collisione tra particelle di altissima energia nel Large Hadron Collider. Questa Scuola cagliaritana ha preparato molti giovani che ora hanno un posto di lavoro nella Ricerca in varie parti d'Europa: Gran Bretagna, Francia, Svizzera e Italia».
Che cosa fate al Cern? «I ricercatori sardi hanno costruito componenti importanti degli esperimenti LHCb e Alice: rivelatori di particelle, circuiti integrati necessari per l'acquisizione dei dati, schede di elettronica per il controllo dei rivelatori e per l'elaborazione degli stessi dati. Abbiamo poi contribuito alla scrittura del software necessario per fare funzionare questi esperimenti. Inoltre ci occupiamo di analizzare i dati che acquisiamo dal 2009 e che continuiamo a raccogliere. Nel 2019 e nel 2020 i nostri ricercatori saranno impegnati nella realizzazione di importanti migliorie nei rispettivi apparati sperimentali».
Quanti siete? «Siamo 30 fisici e ingegneri e 5 tecnici. E da qualche anno siamo in leggera crescita. L'anno scorso l'Infn di Cagliari ha assunto due nuovi ricercatori: una ragazza e un ragazzo, tutti e due bravissimi, che alcuni anni fa erano studenti della nostra Università. Dopo il Dottorato all'estero, in Germania e Gran Bretagna hanno partecipato a un concorso nazionale indetto dall'Infn e sono risultati tra i vincitori, poi hanno scelto di tornare a Cagliari a lavorare con noi. Voglio far notare che avrebbero potuto prendere servizio in qualsiasi altro posto in Italia dove c'è l'Infn, ma sono voluti tornare a Cagliari perché qui hanno visto delle importanti possibilità per la loro crescita scientifica. Una grande soddisfazione per tutti noi».
Un giorno avremo un Nobel per la fisica sardo? «Perché no? I nostri giovani sono bravissimi e estremamente ben preparati. I nostri colleghi stranieri ce li invidiano e spesso ce li prendono al Dottorato o con un posto di lavoro subito dopo. Ma ogni tanto riusciamo a offrir loro la possibilità di tornare. In ogni caso lavoriamo in un ambiente, quello del Cern, in cui tutti hanno uguali probabilità di successo scientifico».
Quante cose sono nate al Cern? Come il World wide web, in cui il primo sito italiano fu creato nel 1993 proprio a Cagliari al Crs4. «Sì, il Cern aveva sviluppato il web nei primi anni 90 per un uso interno - per permettere ai componenti di un gruppo di lavoro di scambiarsi le informazioni - e ricordo infatti che lo usavamo già nell'esperimento al quale ho lavorato dal 1990 al 1994 il il progetto Nomad, esperimento per la ricerca delle oscillazioni dei neutrini. Ora tutti usiamo il web. Un altro dispositivo nato al Cern sono i touchscreen, sviluppati per il controllo di uno degli acceleratori. Anche quelli li usiamo tutti ora, negli smartphone. E ancora, la tecnologia degli acceleratori di particelle, sviluppata anche al Cern, ci ha anche permesso di costruire il Centro nazionale di Terapia Oncologica di Pavia, dove si curano i tumori bombardandoli con fasci di protoni e ioni. E tante altre cose ancora».
Quali saranno le prossime scoperte in cui saranno coinvolti dei sardi? «I ricercatori dell'esperimento Alice cercano un nuovo stato della materia chiamato Quark-Gluon Plasma. In LHCb vogliamo comprendere le differenze tra la materia e l'antimateria e vedere se esistono dei nuovi fenomeni che vanno oltre quello che conosciamo oggi, il cosiddetto Modello Standard. Stiamo continuando a lavorare all'analisi dati raccolti dal 2009. Con l'upgrade che faremo nel 2019 e nel 2020 riusciremo a raccogliere dati più accurati e sempre più velocemente per fare misure sempre più precise. Come si dice in inglese stay tuned: restate in ascolto».
Andrea Mameli

 

2 - L’UNIONE SARDA di sabato 3 novembre 2018 / Agenda (Pagina 23 - Edizione CA)
BIBLIOTECA UNIVERSITARIA. Lunedì l'appuntamento
Alla conferenza degli Amici del Libro il faccia a faccia con la prefetta Tafuri

L'anno scorso era toccato alla procuratrice capo Maria Alessandra Pelagatti, quest'anno invece sarà la volta di un'altra donna arrivata a ricoprire un incarico di assoluto prestigio, la prefetta di Cagliari Romilda Tafuri, in Sardegna da luglio.
LA PREFETTA  Sarà lei infatti - salernitana, 65 anni, ex prefetta ad Alessandria ed esperta di immigrazione, sicurezza pubblica e contratti e appalti - a tenere la tradizionale conferenza di inaugurazione dell'anno sociale dell'associazione culturale Amici del Libro in programma lunedì a partire dalle 17 nella Sala Settecentesca della biblioteca universitaria in Castello. E il tema del suo intervento sarà incentrato proprio sul ruolo e i compiti del rappresentante del governo sul territorio: “Il prefetto: chi è costui?”. All'appuntamento parteciperanno personalità della cultura, delle istituzioni e del mondo universitario. Ma anche tanti comuni cittadini interessati a capire i segreti della macchina che cura i delicati rapporti tra l'ufficio territoriale del Governo e il sistema delle autonomie locali. Lo scorso anno la procuratrice Pelagatti, prima donna nella storia a guidare l'ufficio inquirente del Tribunale di Cagliari, nel corso della conferenza aveva raccontato del sempre più importante ruolo svolto dalle donne in magistratura, spiegando come il mondo femminile abbia dimostrato «la profonda attitudine a svolgere questa attività a tutto tondo».
L'ASSOCIAZIONE  L'associazione Amici del Libro è nata informalmente ad Isili nella seconda metà del 1943, nel periodo dello sfollamento seguito ai bombardamenti di Cagliari, per volontà di un gruppo di intellettuali cagliaritani. Finita la guerra, l'associazione si costituì formalmente nel marzo 1944 presso la biblioteca Universitaria, adottando il primo statuto nel 1950 e rinnovandolo poi nel 1992. Attualmente organizza una cinquantina di incontri all'anno: conferenze su temi storici, d'attualità, scientifici ed artistici. Ma si occupa anche di organizzare presentazioni di libri, concerti, passeggiate in città e gite in Sardegna, nella penisola e all'estero per approfondire tematiche importanti di carattere storico, artistico e culturale.
 

3 - L’UNIONE SARDA di sabato 3 novembre 2018 / Cultura (Pagina 50 - Edizione CA)
L'artista di San Sperate racconta la sua prima mostra personale
Le memorie di Manu Invisible a Milano
E l'esperienza della strada sbarca in galleria

«Non dimenticare di ricordare». È una mostra di legami, “Memories”, la prima personale di Manu Invisible, a cura di Giacomo Spazio e allestita nello spazio della Key Gallery, quartiere Isola, Milano, dove rimarrà fino al 17 novembre, per chiudere in bellezza con il live painting dell'artista. Riconosciuto a livello internazionale, lo street artist mascherato di San Sperate è arrivato in tutta Europa con le sue opere, spingendosi fin dentro le istituzioni della cultura, da ultimo con l'affresco realizzato nell'aula magna dell'Università di Cagliari. Manu, però, non dimentica le sue radici e con questa collezione celebra il legame con l'arte di strada, nello specifico quella prodotta negli ultimi due anni, tradotta e rievocata in opere inedite di piccolo formato. Così in questa esposizione dai toni intimisti troviamo materiale di recupero, legno (tra cui il ficus preso dal giardino di sua nonna) trattato con la tecnica a fumo e tre delle sue gloriose maschere: quella classica e piena di calce (ricordo del suo primo affresco per l'Università di Cagliari), quella in alluminio e quella in sughero, naturale tributo alla sua terra. E poi ci sono i temi forti della sua produzione nel lettering di parole chiave come “Dedizione”, “Resilienza” e “Perseveranza”, a ricordare i piccoli grandi gesti che ogni giorno siamo chiamati a compiere per sopravvivere nella contemporaneità.
Manu, di ritorno a Cagliari, è impegnato (fino al 6 novembre) nell'Exmè Art Festival, che quest'anno porterà artisti da Milano e Città del Messico al centro giovani Exmè Domus De Luna.
Dalla strada alla galleria, com'è nata l'idea di quest'esposizione? «“Memories” nasce per rievocare le esperienze passate a realizzare i miei messaggi sulle strade a scorrimento veloce. È stato un passaggio normale, realizzo opere su piccolo formato dall'inizio della mia carriera e grazie al mio laboratorio segreto a Milano ho potuto produrre più di 70 opere inedite per la mostra».
Cosa troviamo in questa scatola dei ricordi? «Delle cartoline ingiallite dal tempo, che fanno riferimento alle mie esperienze urbane e agli interventi monumentali realizzati in strada. Sono presenti opere eseguite con tecnica fumé su legno, ma anche tele realizzate con pitture acriliche, materiali di recupero simbolici come l'asfalto, che per me e il mio percorso rimane un materiale sacro».
Ritroviamo anche le parole chiave caratteristiche delle sue opere in strada. Cosa raccontano allo spettatore? «Raccontano vita vera, raccontano le difficoltà della vita e nella loro grandezza fisica impongono al fruitore di non mollare mai, perché i muri la vita c'è li mette davanti, ma siamo noi a doverli scavalcare».
C'è anche tanta Sardegna nelle opere di questa collezione. «Le mie radici scorrono nel mio sangue e in quello che faccio. La mia maschera stessa è il simbolo della mia terra».
Ora vive a Milano, ma in questi giorni è a Cagliari per offrire supporto tecnico all'Exmè Art Festival.
«Da tempo collaboro con la fondazione Domus de Luna e il mio ruolo negli ultimi anni è stato quello di seguire gli interventi e supportare gli artisti. Per me è un ruolo importante, perché riesco a conciliare sempre il mio intervento e dare una mano all'artista esterno, che entra a far parte di questa incredibile realtà».
Cosa significa per lei questa forma d'arte? «Quello che faccio influenza in maniera massiva la società, nel bene o nel male la spinge a riflettere su certi concetti. Quello che faccio può sembrare provocatorio, ma è una cosa assolutamente genuina in una società priva di valori».
Cinzia Meroni

 



RASSEGNA STAMPA di VENERDÌ 2 NOVEMBRE 2018

 

1 - L’UNIONE SARDA di venerdì 2 novembre 2018 / Politica (Pagina 11 - Edizione CA)
Le ultime novità
Manovra: sigarette più care, bonus per 6000 laureati

ROMA Oltre ai terreni per le famiglie con tre figli, tra le norme della legge di bilancio spunta anche l'aumento delle tasse sulle sigarette. Secondo la relazione tecnica, il prezzo di vendita del pacchetto da venti dovrebbe salire di circa 10 centesimi per tutte le fasce di prezzo. Il ricavo per lo Stato sarebbe di 132,6 milioni di euro in un anno. Altra novità, un bonus occupazionale per assumere i laureati con 110 e lode, non fuori corso e non iscritti a università telematiche. La disposizione esonera per un massimo di un anno dal versamento dei contributi previdenziali, con esclusione dei premi e contributi Inail, chi assume con contratto a tempo indeterminato laureati o dottori di ricerca, nel limite massimo di 8mila euro per ogni assunzione. Il governo stanzia 50 milioni di euro per il 2019 e 20 per il 2020, che corrisponderebbero a circa 6.000 assunzioni se per ciascuna venisse usato il beneficio massimo.

 

2 - L’UNIONE SARDA di venerdì 2 novembre 2018 / Prima (Pagina 1 - Edizione CA)
IL CASO. Svolta dopo 25 anni
IL COMMENTO L'ascensore sociale

Gabriele Uras
La scuola non è più un ascensore sociale. Sociologi, pedagogisti, politici lo dicono da tempo e con qualche rammarico, anche sulla scorta di ricerche sempre più accurate sul rapporto tra mobilità sociale e organizzazione dei sistemi scolastici. La nostra comune esperienza ce lo conferma, ma la storia ci insegna che non sempre è stato così. In un geroglifico dell'antico Egitto si legge di un padre che raccomanda al figlio di impegnarsi nello studio, giacché attraverso di esso avrebbe potuto diventare uno scriba e, grazie a questo titolo, essere di guida ad altri uomini e percorrere i gradini delle diverse carriere che la stratificata struttura sociale rendeva possibili, in campo militare, nell'amministrazione, nella medicina e altrove. Del resto, fino a qualche decennio fa questo meccanismo di ascesa sociale agiva sotto i nostri occhi. Quando negli anni 60 del secolo scorso il mio piccolo Comune dovette provvedere a sostituire un impiegato collocato a riposo (a quei tempi ce n'era solo uno, con il titolo di applicato, oltre al segretario, alla guardia e al netturbino tuttofare), la scelta cadde su un giovane ch'era in possesso della licenza media, reduce da alcuni anni di seminario diocesano poi convertiti in titolo valido per i concorsi grazie all'esame sostenuto nella scuola statale.  Era figlio di un barbiere e, grazie all'impiego, il cui ottenimento fu facilitato dalla mancanza di altri concorrenti con il titolo, divenne “signore”. (...) SEGUE A PAGINA 14

Commenti (Pagina 14 - Edizione CA) Segue dalla prima
L'ASCENSORE SI È BLOCCATO
(...) Divenne, nel ristretto ambito del paesello, quasi un uomo di potere, al quale ognuno diceva buongiorno, e gioiva della risposta. Quando ebbe figli, li mandò tutti a studiare fino all'Università. La scuola aveva svolto in maniera egregia la funzione di ascensore sociale. Poi venne la scuola media unica e l'illusione di una provvisoria nominale uguaglianza, gli aspiranti a salire sull'ascensore crebbero di numero, i concorrenti al posti di lavoro divennero folla e si affermarono criteri di selezione più precisi, tra i quali quello del titolo scolastico era solo preliminare e non decisivo: fu necessario distinguere in base ai voti attestati dalle rispettive carriere scolastiche e da prove appositamente predisposte per meglio mettere a fuoco i meriti di ciascuno. Ma di fatto il livello dell'istruzione, che un tempo distingueva, ora assimilava, occultando le diseguaglianze; non era più un affidabile strumento di ascesa sociale. In sua vece, fatalmente e di necessità, subentrarono altri criteri: il caso, le clientele, le parentele, le affinità “elettive”. Gli ascensori ci sono ancora, ma tra di essi manca (quasi del tutto) la scuola. Tra qualche anno arriverà qualcuno a raccontarci, quasi fosse una novità, che la scuola non è più un ascensore sociale.
GABRIELE URAS
DOCENTE, GIÀ DIRIGENTE DEL MIUR

 

3 - L’UNIONE SARDA di venerdì 2 novembre 2018 / Agenda (Pagina 21 - Edizione CA)
CITTADELLA DEI MUSEI. Organizza lo psichiatra Carpiniello
Sofferenti mentali, una mostra documenta gli orrori compiuti da nazismo e fascismo

Sarà inaugurata lunedì alle 15.30, nell'aula Rossa della Cittadella dei musei, la mostra documentaria “Schedati, perseguitati, sterminati: malati psichici e disabili durante il nazionalsocialismo. Malati, manicomi e psichiatri in Italia: dal ventennio fascista alla seconda Guerra mondiale”. La organizza Bernardo Carpiniello, ordinario di Psichiatria all'Università e direttore della Psichiatria dell'Azienda ospedaliero-universitaria. All'inaugurazione, dopo i saluti della rettrice Maria Del Zompo e del direttore generale dell'Azienda, Giorgio Sorrentino, interverranno Frank Schneider (Università di Achen, Germania) e lo stesso Carpiniello, presidente della Società italiana di psichiatria.
GLI ORRORI DEI NAZISTI  Una cinquantina di pannelli con fotografie, copie di documenti e testimonianze originali, testimoniano gli orrori del periodo nazista in Germania, tra cui la sterilizzazione di circa quattrocentomila persone affette da disturbi mentali e psichici, la schedatura e la morte di circa duecentomila ricoverati in istituti di assistenza tedeschi. Esisteva un programma segreto di eliminazione sistematica iniziato nell'autunno del 1939 su ordine di Hitler.
ABERRAZIONI DEL FASCISMO  La sezione dedicata all'Italia documenta il ruolo di alcuni esponenti della psichiatria italiana nella promulgazione delle leggi razziali di Mussolini, nelle deportazioni nei lager tedeschi di tanti ricoverati, ebrei e non. È anche la morte, per mancanza di cibo, medicine e bombardamenti, di circa trentamila ricoverati negli ospedali psichiatrici italiani nell'ultima Guerra mondiale.
OBIETTIVI DELL'ESPOSIZIONE  «L'intento dell'iniziativa», spiega Carpiniello, «non è solo la divulgazione di atrocità poco note all'opinione pubblica. È anche una riflessione sui rischi cui portano visioni distorte della realtà dettate da ignoranza e pregiudizi, anche in epoca attuale. Sembrano riemergere i meccanismi di discriminazione ed emarginazione delle persone affette da disturbi mentali e disabilità psichiche, mai sopiti nel tempo». Alla mostra, il cui accesso è gratuito, è collegato un programma di visite guidate di scolaresche, per combattere i pregiudizi verso i sofferenti psichici. Sarà aperta per tutto novembre.

 

4 - L’UNIONE SARDA di venerdì 2 novembre 2018 / Prima Economia (Pagina 15 - Edizione CA)
SARDEGNA RICERCHE. Da Carbonia a Cagliari, da Oristano a Oliena
Science tour, ecco il calendario di novembre

Sono quattro le tappe previste che chiudono la prima parte del Science tour: il 10BUS, il van del 10LAB di Sardegna Ricerche, il 5 novembre sarà a Carbonia, dall'8 al 13 novembre a Cagliari, poi sarà la volta di Oristano, il 15 novembre, e Oliena il 21 e 22 novembre.
Tutte le tappe del mese, ad esclusione della prima (il 5 a Carbonia per SulciScienza), sono inserite nel FestivalScienza 2018, una manifestazione ormai radicata e diffusa sul territorio e luogo di naturale approdo per le attività del 10LAB che uniscono scienza e nuove tecnologie all'approccio creativo e all'innovazione.
In tutti gli appuntamenti in programma il 10BUS porterà le attività che il Science Centre di Sardegna Ricerche ha previsto quest'anno per le scuole e per gli eventi che finora hanno coinvolto centinaia di ragazzi, insegnanti e famiglie. Le attività sono dedicate a un pubblico molto vasto, dai più piccoli agli adulti, con una particolare attenzione alle famiglie, che attraverso i vari laboratori incentrati sul tinkering classico e digitale, demonstration , discussion game , coding e robotica, saranno stimolate a costruire oggetti complessi con materiali semplici e acquisiranno l'abitudine a risolvere problemi utilizzando la scienza, la creatività e l'esperienza.

 

5 - L’UNIONE SARDA di venerdì 2 novembre 2018 / Prima Salute (Pagina 39 - Edizione CA)
EMATOLOGIA. I farmaci iniettabili hanno effetto più rapido
La carenza di ferro si può curare con un'iniezione

Forme di anemia negli anziani rappresentano un problema comune spesso sottovalutato
In teoria basta un semplice esame del sangue, che costa pochi euro. Si misura il ferro, meglio se con gli altri test di contorno che permettono di svelare il quadro completo. Così si capisce se si soffre di anemia da carenza di ferro. Questa situazione è particolarmente diffusa soprattutto tra gli anziani, che magari non hanno la possibilità di nutrirsi con i giusti alimenti e che soffrono di patologie croniche, ad esempio a carico del cuore. In questi casi la carenza di emoglobina, la sostanza che trasporta l'ossigeno all'interno dei globuli rossi, può peggiorare la situazione.
CARENZA DI FERRO  Stando a quanto emerso al congresso della Società Italiana di Medicina Interna (Simi) l'anemia da carenza di ferro viene indagata solo in un caso su tre, nonostante nel paziente cronico abbia risvolti negativi sulla prognosi. «L'anemia nell'anziano rappresenta un problema molto comune, dato che aumenta progressivamente con l'età. Tuttavia vi è sempre stata una sottovalutazione del problema anche tra i medici che tendono a considerare il fenomeno un disturbo “normale”, a meno che i livelli di emoglobina non arrivino a livelli allarmanti (sotto gli 8-9 grammi per decilitro considerando che i valori normali sono maggiori di 12-13)», spiega Francesco Perticone, presidente della Simi. «Negli ultimi anni invece si sta osservando che la carenza di ferro nell'anziano rappresenta non solo un fattore predittivo delle malattie croniche, ma ne aggrava anche il decorso». In caso di anemia si registra la diminuzione della concentrazione di emoglobina nel sangue: il parametro si esprime in grammi per decilitro. Si può definire anemica una donna in età fertile con emoglobina inferiore a 11,5 grammi per decilitro di sangue, mentre per il maschio adulto il valore di riferimento si può attestare a 12,5.
ATTENZIONE AI VALORI  Ovviamente in caso di diminuzione ulteriore dei valori i sintomi tendono ad aggravarsi. Un abbassamento dei valori di ferro nel sangue (ovvero della sideremia) da solo non indica l'origine della carenza. Per questo bisogna valutare anche la transferrina, cioè la sostanza che si associa al ferro nello stomaco e ne consente il passaggio dall'apparato digerente al sangue, e la ferritina, cui si lega il ferro per depositarsi nell'organismo. Con questi accertamenti si può infatti capire meglio la natura della carenza. Ciò che conta, in ogni caso, è intervenire tempestivamente sulla carenza di ferro per ridurre le complicanze e le ripercussioni negative dell'anemia nei pazienti cronici e prevedere il decorso di numerose patologie.
INIEZIONE INTRAVENOSA  È questo uno degli obiettivi degli esperti Simi, che focalizzano l'attenzione sulla necessità di concepire la carenza di ferro in questa “classe” di pazienti in una nuova maniera: «La ricerca scientifica punta a curare questa forma di anemia nel paziente cronico attraverso l'iniezione intravenosa del ferro, piuttosto che confidare in una sua automatica risoluzione come conseguenza del trattamento mirato alla cura dello scompenso cardiaco o della Bpco (malattia respiratoria cronica)», precisa Antonello Pietrangelo, presidente Simi e direttore della divisione Medicina Interna dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico di Modena. «Abbiamo a disposizione diverse strategie terapeutiche innovative - continua lo studioso - per far fronte a questo problema ma dobbiamo aumentarne la conoscenza, anche tra i medici: esistono farmaci innovativi iniettabili che consentono di far accrescere i livelli di ferro nel paziente in modo più rapido ed efficiente».
FEDERICO MERETA

 

RASSEGNA STAMPA di GIOVEDÌ 1 NOVEMBRE 2018


1 - L’UNIONE SARDA di giovedì 1 novembre 2018 / Primo Piano (Pagina 2 - Edizione CA)
Troppi errori nella gestione Nuraghi e castelli nell'Isola, il patrimonio sprecato
Gli studiosi: «La nostra storia è piena di falsi miti»

Gli otto milioni di euro ultimamente impegnati dalla Regione per gli scavi archeologici sono certamente una buona cosa, ma se il mito e il conseguente racconto della Sardegna resta ancorato solo all'isola dei nuraghi il rischio è che vengano alla luce altri siti che nessuno visita, a parte gli sterpi. L'Isola ha un patrimonio storico e monumentale di straordinario valore, una miniera che però non rende come dovrebbe nonostante gli sforzi delle cooperative e associazioni le quali - con pochi soldi in cassa e ciascuna per conto proprio - gestiscono i siti, le biblioteche e i musei. Finanziamenti regionali che arrivano in ritardo, pochi visitatori nell'arco dell'anno (a parte qualche rara eccezione), spese di promozione a carico. Così, mentre il tesoro langue, si cercano invano altrove i rimedi contro lo spopolamento e quelli per incentivare il turismo nelle zone interne.
TESORO IN NAFTALINA  «Abbiamo monumenti storici e archeologici di straordinaria bellezza sparsi in tutto il territorio, ma è come fossero sotto una teca perché raggiungerli è impossibile o difficilissimo», avvisa Carlo Amaduzzi, presidente di Assohotel. Carenze delle strade e dei trasporti pubblici a parte, il problema vero, sottolinea, è l'assenza di una rete di sentieri e di piste ciclabili. «Quella rete che dovrebbe arrivare fino agli angoli più remoti e che qui praticamente non esiste. La nostra regione non risponde alle esigenze del nuovo turismo attivo».
LA SCUOLA DI PAESE  Il problema, secondo Fabio Pinna, ricercatore di archeologia dell'Università di Cagliari, è che «i turisti visitano un nuraghe, un castello, e vedono che attorno la gente del paese si comporta come se questo patrimonio non appartenesse a loro». È il «sistema integrato», invece, la carta vincente. «Un sistema che tiene insieme il patrimonio storico, culturale e ambientale che una comunità sente come proprio». È il lavoro fatto dall'Università di Cagliari a Luogosanto, centro della Gallura dove da anni è impegnata nella campagna di scavi del Palazzo di Baldu, insediamento militare di epoca medievale. «Qui, durante il nostro lavoro di scavo, abbiamo aperto la scuola di archeologia e di comunità con le lezioni per tutto il paese, dai titolari di B&b ai ragazzi, ai pensionati. Mentre noi abbiamo raccontato i nostri progressi, c'è chi ha spiegato le tecniche di coltura del sughero, chi piccoli episodi di storia locale eccetera». Senza contare, «i tanti visitatori degli scavi: ancora a settembre avevamo punte di 50 turisti al giorno, gente che veniva dalla Costa Smeralda e dalle spiagge di tutta la Gallura». Turisti affascinati dalle storie del Giudicato di Gallura che «aveva rapporti col mondo islamico, col vicino Oriente, con la Spagna, Genova e Pisa».
IL POPOLO INDOMITO?  Giampaolo Salice, ricercatore di Storia moderna a Cagliari, avverte che l'immagine della Sardegna è «stereotipata, ripiegata su luoghi comuni, sul mito di un popolo indomito che ha sempre lottato contro il cattivo che viene dal mare». Peccato, perché la storia è un'altra. «Non è una storia locale ma anche globale. La Sardegna è stata sempre interconnessa coi processi di costruzione del mondo contemporaneo. Solo un esempio: la cacciata dei Piemontesi, cos'altro era se non una pagina essenziale della Rivoluzione francese in Europa?».
Piera Serusi


2 - L’UNIONE SARDA di giovedì 1 novembre 2018 /Economia (Pagina 16 - Edizione CA)
IL REPORT. De Lisa (università di Cagliari): bisogna puntare sull'educazione finanziaria
«Nell'Isola pochi risparmi, gestiti male»
Il ritratto degli investitori fatto dalla Consob: solo il 10% riconosce i rischi

Pochi risparmi, gestiti male. Il ritratto degli investitori sardi fatto dalla Consob, la commissione indipendente per le società e la Borsa, non ha lasciato molti margini di ottimismo. Dal rapporto sull'approccio alla finanza e agli investimenti è emerso che solo il 10% delle famiglie sarde è stato in grado di programmare un investimento in base al rischio correlato. Un dato in linea con quello nazionale, che fa comunque capire come vengano amministrati i risparmi nell'Isola.
L'INDAGINE  Il report è stato presentato ieri al Dipartimento di Scienze economiche e aziendali dell'Università di Cagliari, all'interno di una serie di iniziative organizzate nell'ambito del Mese dell'educazione finanziaria. L'indagine è stata condotta su un campione di intervistati con una cultura economica medio-alta. Il 40% ha addirittura dichiarato di possedere un livello elevato di conoscenze finanziarie, ma la metà non è stata in grado di definire correttamente argomenti di base, e appena il 20% ha saputo spiegare nozioni avanzate. Tra i concetti maggiormente compresi c'è stato quello di percentuale, mentre l'80% degli intervistati ha dimostrato di non avere familiarità con i calcoli di probabilità. Tra gli strumenti più conosciuti ci sono i titoli di Stato, indicati dal 54% del campione. Sul fronte degli investimenti il 70% degli intervistati ha ammesso di non aver pianificato le proprie scelte e solo il 58% ha coscienza della propria condizione economica.
SCARSA PREPARAZIONE  I numeri della Consob hanno poi registrato la ricchezza netta delle famiglie sarde, stabile ai livelli del 2012, mentre il tasso di risparmio lordo continua ad attestarsi al di sotto della media dell'area euro. «Numeri che mostrano come occorra investire sull'educazione finanziaria - spiega Riccardo De Lisa, docente di Economia degli intermediari finanziari - e più in generale sull'istruzione, dato che una maggiore conoscenza finanziaria consegue ad un più elevato livello di formazione. All'Università formiamo cittadini consapevoli anche dell'utilizzo dei propri risparmi, e siamo impegnati nella divulgazione della corretta cultura finanziaria. È la terza missione che il nostro Ateneo - anche con la nostra Facoltà e il nostro Dipartimento - svolge per rendere consapevoli le scelte dei risparmiatori sardi".
Luca Mascia


3 - L’UNIONE SARDA di giovedì 1 novembre 2018 /Cultura (Pagina 44 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ. Presentato il catalogo del tesoro donato dallo studioso all'Ateneo di Cagliari
LUIGI PILONI, UN PIONIERE DELL'IDENTITÀ

Con la sua Collezione ha rappresentato una nuova idea di Sardegna
A ben guardare, Luigi Piloni, studioso e collezionista cagliaritano (1907-1991), è stato un vero pioniere dell'idea di identità della Sardegna. Con la sua ricca collezione, donata nel 1980 all'Università di Cagliari, ha saputo ricostruire un'immagine dell'Isola studiata e scoperta con occhi nuovi. Chi gli ha cucito addosso l'abito del bulimico accumulatore di stampe di costumi sardi del piemontese Agostino Verani, di carte geografiche preziosissime, come quella disegnata nel 1550 dal giurista e letterato sardo Sigismondo Arquer per la “Cosmographia universalis” di Sebastian Münster o la mappa di Alberto Ferrero della Marmora, e ancora vedute di città, i monili e gli oggetti sacri, è inciampato nella superficialità. Al contrario, Piloni è stato un selettivo e appassionato “cercatore” di tutto ciò che poteva essere utile e coerente al suo progetto: raccontare la Sardegna, svelandone anima e paesaggio.
TESORO DELL'UNIVERSITÀ  Il nuovo approccio alla Collezione Piloni, una delle ricchezze dell'Università e della città di Cagliari, troppo a lungo tenuto in ombra e conosciuto a pochi, è figlio dello sguardo scientifico, accurato e rigoroso, della storica dell'arte Rita Pamela Ladogana. È lei la responsabile del progetto di ricerca, avviato tre anni fa, ora raccolto in un catalogo (pubblicato da Ilisso) e presentato nei giorni scorsi nell'aula magna dell'Università. È proprio questo volume, articolato in nove saggi che delineano l'affascinante figura dello studioso riflessa negli oggetti raccolti, il miglior testimone della scelta di fondo fatta dall'Ateneo: «Far conoscere al pubblico e alla città un tesoro, assegnandogli il giusto valore», ha osservato la docente di arte contemporanea. Se negli anni passati, la Collezione Piloni altro non era che una «tappa obbligata per amici arrivati per la prima volta in Sardegna», come ha ricordato il Magnifico Rettore Maria Del Zompo, ragionarci oggi, alla luce delle riletture critiche fatte dagli esperti, significa scoprire una precisa e ragionata idea di identità del collezionista, «il genius loci», come lo ha definito la storica dell'arte Simona Campus.
UN FILO ROSSO  Concetto riaffermato con passione dalla geografa Paola Sereno dell'Università di Torino, che ha ritrovato nella collezione un “teatrum Sardiniae”, «una rappresentazione in cui si ordinano tutti gli elementi fino a comporre un discorso coerente. Quasi una corografia (una descrizione dei luoghi) rinascimentale giocata sulle immagini e sugli oggetti raccolti. Nelle collezioni del Rinascimento - ha spiegato la docente - la cornice della carta era circondata da disegni. Qui abbiamo 200 mappe, tutte a tema regionale, la base per definire il rapporto tra uomo e ambiente e descriverlo». L'idea si completa con i dipinti dei paesaggi, le persone in costume, gli oggetti, tutti scelti per un progetto che diventa manifesto di regionalità. Ma la Collezione Piloni è anche un «contenitore implicito» di valorizzazione dei musei universitari. Una strada nuova, tutta da percorrere.
Caterina Pinna


4 - L’UNIONE SARDA di giovedì 1 novembre 2018 /Prima Salute (Pagina 41 - Edizione CA)
Cittadella di Monserrato
Asma e sport: esperti a convegno

Dieci edizioni e lo stesso obiettivo: affrontare gli aspetti importanti che riguardano il mondo sportivo e non solo, sottolineando come «l'attività fisica rappresenti un potenziale strumento atto alla prevenzione e al trattamento dell'asma bronchiale, dell'obesità e delle numerose patologie ad esse correlate», spiegano gli organizzatori. Così anche quest'anno si conferma l'appuntamento con il congresso Asma e Sport, che si terrà venerdì 9 (dalle 14) e sabato novembre 10 (dalle 9,20) nella sala congressi della Cittadella universitaria di Monserrato, curato da Sardinia Cocs.  Nella prima giornata è prevista una sessione scientifica dedicata interamente al tema dell'asma durante la quale prenderanno la parola Mario Torrazza (percorsi diagnostico-terapeutici), Giovanni Paoletti (aderenza alla terapia dell'asma bronchiale), Paolo Serra (l'asma grave). A seguire si parlerà di Bpco (broncopneumopatia cronica ostruttiva) con Sergio Del Giacco e Enrico Giua e dei relativi percorsi terapeutici con Pietro Greco, Alessandro Sassu (dispnea e Bpco) e Stefano Salis (aderenza alla terapia nella Bpco). Anche sabato il congresso di si articolerà in due sessioni, una scientifica e una a carattere divulgativo, e tratterà argomenti correlati al mondo dello sport e della medicina sportiva con Giorgio Astara (patologie tumorali ed alimentazione), Giovanna Ghiani (educazione alimentare come strumento terapeutico), Quirico Mela (attività fisica, massa ossea e alimentazione), Antonio Crisafulli (omeostasi muscolo-scheletrica), Paola Gillone e Claudio Secci (patologie di interesse fisiatrico sport-specifica nell'attività di endurance), Michele Mastio (patologie di interesse ortopedico nell'attività di endurance), si parlerà di trattamenti fisioterapici strumentali (con Claudio Secci e Martina Milito), di fattori limitanti la prestazione nell'endurance: dalla ricerca al campo (Pierluigi Fiorella), Annalisa Di Giacomo (corrispondenza tra le soglie allenanti e ritmo gara nei 10000 metri e mezza maratona), Eleonora Fois (training autogeno ed esercizio fisico), Filippo Tocco, effetti del training autogeno. (gr. pi.)

 

 


RASSEGNA STAMPA di MERCOLEDÌ 31 OTTOBRE 2018

 

1 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 31 ottobre 2018 / Cagliari (Pagina 18 - Edizione CA)
Per l'uso di prodotti sardi e materiali ecosostenibili
L'ERSU VINCE IL PREMIO MENSAVERDE

L'Ente per il diritto regionale allo studio ha vinto il premio “MensaVerde”. Il riconoscimento è stato consegnato durante la XII edizione del forum CompraVerde-BuyGreen, gli stati generali degli acquisti verdi e sostenibili, promosso da Fondazione Ecosistemi in partnership con Ministero dell'Ambiente, Regione Lazio, Legambiente, Agende21 Locali, Unioncamere e Banca Etica. L'ente è stato premiato «Per l'attenzione ai cibi e ai prodotti tradizionali e per l'impegno educativo alla sostenibilità e al consumo responsabile».
L'Ersu ha realizzato un bando che presenta tutte le specifiche obbligatorie del “Criterio ambientale minimo ristorazione”, oltre a premialità specifiche per l'impiego di prodotti tradizionali sardi e da filiera corta in partnership con S'Atra Sardigna e Asab Sardegna.

 

2 - L’UNIONE SARDA di mercoledì 31 ottobre 2018 / Quartu SantElena (Pagina 23 - Edizione CA)
VIA PERDALONGA. Il nuovo sistema ha portato a un boom di studenti iscritti
Benvenuti nella scuola senza classi
Alle medie Lao Silesu corsi organizzati come all'università

Nella scuola media Lao Silesu in via Perdalonga, gli studenti seguono le lezioni come fossero all'università. Tutto merito di un'offerta formativa unica e innovativa dove le classi non esistono.
Sono gli alunni che si spostano nelle diverse aule tematiche e fisse gestite dai professori: c'è l'aula d'italiano, storia e geografia, quella di inglese, quella di musica e di arte e così via. La didattica è stata completamente ripensata proponendo lezioni da 110 minuti: in questo modo ogni mattina i ragazzi ne seguono massimo tre, intervallate tra un blocco e l'altro, dalla ricreazione, così che i momenti di pausa finiscono per essere due. Il metodo piace così tanto che negli ultimi tre anni le iscrizioni sono aumentate vertiginosamente e si è passati dai 70 alunni del 2015 agli attuali 250.
I PROFESSORI  «L'idea è venuta con la nascita dell'istituto comprensivo», spiega il professore di italiano Fabio Cocco, «la scuola all'epoca si trovava in una fase di profondo declino con pochi iscritti e molti ripetenti. Quindi ci siamo guardati in faccia e ci siamo detti che se non volevamo affondare qualcosa dovevamo fare. Così abbiamo deciso di assegnare a ciascun docente un'aula e di far ruotare gli alunni». Il tempo organizzato in questo modo, prosegue il professore, «consente di recuperare minuti che vengono poi attivati di pomeriggio. Questo ci ha permesso di avviare quest'anno 50 corsi, tra cui latino, greco, giornalismo scolastico e giochi da tavolo, solo per citarne alcuni. Si tengono per 21 pomeriggi all'anno, il lunedì. In pratica dopo le lezioni del mattino pranziamo tutti a scuola e poi di pomeriggio si seguono i corsi».
LA DIRIGENTE  Inoltre, aggiunge la dirigente Tiziana Diomedi, «facciamo curriculum verticale. In pratica i professori delle medie vanno a insegnare alle elementari e gli insegnati delle scuola dell'infanzia vanno alle primarie, c'è uno scambio continuo. L'obiettivo è prendere il bambino a tre anni e portarlo fino a 14 con una formazione completa». Tutto questo ha portato ad eliminare la dispersione scolastica e i bocciati. «Non solo» spiega il professor Cocco «abbiamo colleghe in pensione che aiutano chi ha perso anni, ad affrontare gli esami. Bisogna volere bene agli alunni: abbiamo il dovere di aiutarli a raggiungere il traguardo, dobbiamo aiutarli a crescere. Perché da noi non ci sono provvedimenti disciplinari? Perché gli studenti sono stimolati e si comportano bene. La scuola non è un carcere. Non capisco il senso di quando si danno ad esempio compiti a sorpresa».
GLI ALUNNI  Sui 120 iscritti di quest'anno la metà proviene da altri istituti. Parte importante dell'offerta formativa della scuola è anche lo sport. Nel pomeriggio i ragazzi praticano beach tennis, scherma, pallavolo, pallacanestro. E alcuni di loro hanno persino vinto il campionato di pesistica.
Giorgia Daga

 

 


RASSEGNA STAMPA di MARTEDÌ 30 OTTOBRE 2018


1 - L’UNIONE SARDA di martedì 30 ottobre 2018 / Cagliari (Pagina 18 - Edizione CA)
LA RICERCA. In Germania sarà allestito un laboratorio per le prove generali
CAGLIARI VA ALLA CONQUISTA DELLA LUNA
Il distretto aerospaziale e il brevetto per manufatti extraterrestri

Una polvere nera come pece, sottile come talco e del tutto inodore potrebbe portare Cagliari sulla Luna. O, almeno, su quella in miniatura: un laboratorio di mille metri quadrati che sarà realizzato in Germania per fare le prove generali prima di una (ancora lontana) impresa coloniale ai confini dell'orbita terrestre. La partecipazione del Distretto aerospaziale dell'Università alla ricerca è tutt'altro che fantascienza.
IL BREVETTO  Il 23 ottobre è arrivata la comunicazione che ufficializza la concessione del brevetto per “il processo di costruzione di strutture da usare per realizzare manufatti civili o industriali sulla Luna, su Marte o sugli asteroidi” richiesta nel 2011. Il certificato si riferisce ai mattoncini creati dal team del professore Giacomo Cao, presidente del Dass, con il “simulante del suolo lunare”, un terriccio acquistato online uguale in tutto e per tutto a quello che si trova sulla Luna. Ora - grazie ai risultati fin qui ottenuti - l'uso dei mattoncini per costruire sullo spazio potrebbe essere sperimentato in Germania.
LE RISORSE DELLO SPAZIO  Dunque, l'Agenzia spaziale europea (Esa) e l'Agenzia spaziale tedesca (Dlr) stanno realizzando una Luna in miniatura a Colonia, un enorme spazio nel quale replicare le condizioni del satellite terrestre, l'ambiente ideale per testare le tecnologie elaborate dagli scienziati di tutto il mondo, cagliaritani compresi. Per ricreare l'ambiente lunare e consentire agli astronauti di addestrarsi in vista delle future colonie extraterrestri verrà utilizzata una polvere vulcanica estratta dalla regione di Eifel e verranno ricreate le condizioni ambientali del satellite celeste.
Il posto giusto per mettere a punto la seconda fase del progetto del Dass. «Non siamo stati contattati, ma di certo sarebbe l'occasione ideale per sperimentare le tecnologie che abbiamo sviluppato e che sono state riconosciute in campo Isru (In situ resources utilization), un paradigma nell'ambito del quale si studia come utilizzare le risorse disponibili in loco», spiega Cao. La missione in terra tedesca è tutt'altro che una suggestione.
LA PROPOSTA  Due settimane fa, infatti, l'Esa ha inviato al professore un questionario che sembra un tentativo di sondare il terreno in vista di un programma molto simile a quello avviato a Colonia. Due i quesiti chiave: cosa pensa di un eventuale progetto dell'Esa per creare un laboratorio dedicato alle risorse spaziali da realizzare in Olanda e cosa farebbe se avesse la possibilità di lavorarci. Giacomo Cao non ha avuto bisogno di pensarci su. «Ovviamente saremmo interessati al programma che sarebbe utile per progettare, costruire e testare un dimostratore terrestre sviluppato e brevettato nell'ambito delle tecnologie Isru», ha risposto pronto. I mattoni costruiti usando il materiale già a disposizione nello spazio consentirebbero di costruire case, ponti e molto altro sulla Luna o su Marte senza portare il materiale dalla Terra. Come dire: viaggiare leggeri. «Chiaramente resta da capire se i due progetti - quello per ora solo ipotizzato dall'Esa per l'Olanda e quello di Esa e Dlr in fase di realizzazione in Germania - siano in qualche rapporto tra loro».
La partecipazione a un'impresa spaziale simile non sarebbe a costo né a beneficio zero. «Diciamo che servirebbero dieci milioni in tre anni per portare a termine il progetto al quale dovrebbero lavorare circa trenta professionisti». Il punto è: chi potrebbe finanziarlo? «Ci sono molti enti che potrebbero concorrere anche con percorsi di cofinanziamento tra le agenzie spaziali e altre istituzioni, come per esempio, l'Università». Fin qui le scoperte fatte dallo scienziato cagliaritano e dai suoi 5 collaboratori sono state finanziate dall'Agenzia spaziale italiana: «Abbiamo fatto tutto con 473 mila euro».
I TEST  In attesa di capire se i ricercatori del Dass potranno partire in missione sulla piccola Luna, le scoperte fatte nel laboratorio al seminterrato della facoltà di Ingegneria di via Marengo sono già sulla via dello spazio. L'istituto che riunisce le agenzie spaziali di tutto il mondo, Isecg, sta valutando l'ipotesi di sperimentare due segmenti delle tecnologie inventate dal Dass sulla Luna. Si tratta di processi legati tra loro per la costruzione dei mattoni che potrebbero mettere le basi per le colonie lunari del futuro.
Mariella Careddu


2 - L’UNIONE SARDA di martedì 30 ottobre 2018 / Provincia di Cagliari (Pagina 26 - Edizione CA)
ORTACESUS. Campagna di ricognizione
Alla scoperta dell'archeologia

Si è conclusa la prima campagna di ricognizione archeologica svolta nel territorio comunale di Ortacesus e organizzata dalla cattedra di Archeologia classica del dipartimento di Storia, Beni Culturali e Territorio dell'Università di Cagliari, in collaborazione con quella di Archeologia fenicio-punica.
L'iniziativa rientra nel più ampio progetto “Ortacesus sub terris. Archeologia e territorio in Trexenta” ideato dal professor Marco Giuman e dai suoi collaboratori Maria Grazia Arru, Ciro Parodo e Gianna De Luca. I risultati del sondaggio, realizzato anche grazie al supporto della Giunta comunale, dell'associazione Mediana e della società Su Corongiu, hanno consentito di acquisire nuovi e rilevanti dati scientifici sul patrimonio storico-culturale della Trexenta. «La ricerca fin qui effettuata ha consentito di arricchire ulteriormente la conoscenza della realtà territoriale, negli anni passati già valorizzata dalle indagini archeologiche riguardanti la necropoli di Mitza de Siddi», dice il sindaco Fabrizio Mereu. (sev. sir.)


3 - L’UNIONE SARDA di martedì 30 ottobre 2018 / Sulcis Iglesiente (Pagina 30 - Edizione CA)
DOMUSNOVAS. Il convegno
Per la Zona franca via i vecchi schemi e rete tra i territori

«Non c'è nessuna incompatibilità tra la zona franca doganale e le Zes, le zone economiche speciali. Anzi, a detta dello Stato, la Sardegna è forse l'unica Regione italiana che potrebbe sommare le due misure di fiscalità agevolata. Occorre però superare i vecchi schemi di rivendicazione e fare rete tra i territori, e magari anche tra isole». Più che un intervento esplicativo, quello tenuto ieri a Domusnovas da Aldo Berlinguer, ordinario di diritto comparato all'Università di Cagliari e tra i maggiori esperti italiani di fiscalità agevolata, è sembrato una vigorosa esortazione rivolta alle Istituzioni regionali. «Una Regione che non cresce si spopola, perde abitanti e menti brillanti e con questi anche la possibilità di creare sviluppo». Sulla Zes (già perimetrate dal Governo per ogni Regione) in Sardegna si ragiona su un'area che comprende 27 ettari e si attende il protocollo istitutivo per poi studiare come farla interagire con la zona franca doganale. Ma anche su questo Berlinguer predica serietà.
Guardando infatti alla zona franca doganale, la legge che consentirebbe di sfruttarla risale infatti al '98 e riconosceva come “punti franchi” i porti dell'Isola con le loro aree portuali e le zone ad essi collegate e collegabili. «Eppure - riassume l'economista - sono passati 20 anni e le possibilità di risollevare una Regione che soffre migliorando le condizioni delle imprese già presenti e quelle per invogliarne altre è rimasta sulla carta». Un errore imperdonabile secondo il docente, autore del volume “Porti, Retroporti e Zone Economiche Speciali”, presentato ieri nell'aula consiliare del municipio domusnovese: «Il 20 per cento delle merci che transitano nel mondo passa per il Mediterraneo, la Sardegna è al centro di questo flusso, potrebbe offrirsi ad un continente che presto fagociterà tutti come l'Africa che cresce di 60 milioni di persone l'anno, eppure lascia questa possibilità sulla carta». Già, ma perché? Rispondendo anche alle domande del pubblico presente in aula consiliare, Berlinguer parla di «disattenzione inspiegabile, di inerzia da parte dei vari governi regionali su una materia complessa ma sulla quale siamo obbligati a misurarci per sussistere nel mercato globale».
Il percorso intrapreso da Domusnovas sulla defiscalizzazione da Iva e accise su carburanti ed energia non toglie nulla alle altre rivendicazioni in tema di agevolazione. Oltre a Berlinguer lo ha ricordato, in apertura, il sindaco Massimo Ventura: «Non torniamo indietro rispetto al percorso intrapreso: l'ultima lettera verso il Mef è partita venerdì scorso e aspettiamo con fiducia il tavolo tecnico conquistato con l'ultimo incontro avuto a Roma». Un percorso quello su Zes e zona franca extradoganale che, ha evidenziato l'avvocato e sindaco di Perdaxius Gianfranco Trullu, «vedrà tutti e 23 i Comuni del Sulcis portare avanti con la regione una interlocuzione comune». Il progetto domusnovese secondo Ivo Melis (sindaco di Masainas e presidente dell'Unione dei Comuni del Sulcis) «non preclude infatti i discorsi sulla Zes e altri strumenti di defiscalizzazione che appaiono ormai indispensabili».
Simone Farris

 

4 - L’UNIONE SARDA di martedì 30 ottobre 2018 / Prima (Pagina 1 - Edizione CA)
IL COMMENTO
L'Italia da ricostruire

Aldo Berlinguer
È noto lo stato comatoso del settore delle costruzioni, con numeri davvero sconcertanti. Negli ultimi dieci anni sono fallite 120 mila imprese, si sono persi 600 mila posti di lavoro, il fatturato del comparto è sceso di almeno sei miliardi di euro ed il suo peso sul PIL si è quasi dimezzato: dal 29 al 17%. Il che significa aver bruciato oltre 100 miliardi di euro di giro d'affari mentre 300 opere restano attualmente bloccate. Non c'è male, per uno dei settori trainanti dell'economia italiana.
Nessuno è rimasto indenne da questo tsunami: Astaldi, Condotte, Trevi, Fincosit, Mantovani, Grandi lavori, Unieco, Toti e tanti altri, anche di minori dimensioni, sono stati colpiti, alcuni fatalmente. Ed altrettanto grave è l'esposizione di questi gruppi col sistema bancario, ciò che mette a rischio anche quest'ultimo.
Pericolosa, in alcuni casi, anche la corsa all'estero, avendo i gruppi in difficoltà concentrato le proprie attività in Paesi ad alto rischio sistemico. Oggi il 70% di esse (sino a ieri meno del 30%) è stato spostato in Argentina, Qatar, Venezuela, Turchia, con l'aggravante di una protezione istituzionale italiana molto bassa, se non inesistente. Se ne accorgono i nostri concittadini, ogni volta che incorrono in qualche problema all'estero. Molto diversa, invece, la situazione in altri Paesi europei, in particolare al nord, con una crescita del settore attorno al 30% in Svezia e Finlandia, sino ai numeri da capogiro di Lituania ed Estonia, che oscillano con tassi di crescita del 50, 60%.  SEGUE A PAGINA 13

Commenti (Pagina 13 - Edizione CA)  Segue dalla prima
L'Italia, un Paese da ricostruire
(...) Ciò significa che le cause della nostra débacle sono in buona parte italiane.
Eppure è noto lo stato di abbandono di moltissime nostre infrastrutture e le pessime condizioni del patrimonio edilizio, con gravi problemi di obsolescenza, vulnerabilità sismica, dispersione energetica e conseguenti emissioni inquinanti, costi sanitari legati all'insalubrità dell'abitare, eccetera. Ancor più in quelle Regioni, come la Sardegna, dove il 63% delle abitazioni è stato costruito prima del 1981 e dove (lo ha segnalato, da ultimo, la CNA) oltre la metà di quelle costruite ante 2001 non ha mai subito alcun intervento manutentivo, altro che bioedilizia. Anche l'Europa ci chiede di attivarci, da ultimo con la Direttiva UE 887/2018, che ci impone di efficientare e decarbonizzare il nostro patrimonio abitativo, atteso che il 60% del fabbisogno energetico italiano è consumato dagli edifici e questi ultimi disperdono il 60% di energia.
Perché allora questo paradosso? una grande domanda di manutenzione del nostro territorio che non si incontra con l'offerta? Semplicemente perché, in un settore fortemente regolamentato, a intermediare domanda e offerta è lo Stato. Lo sanno bene gli addetti ai lavori: burocrazia, pressione fiscale elevatissima, opere bloccate, ritardi nei pagamenti. Almeno 8 sono i miliardi di euro di arretrati verso la PA. E non è un caso che la sola CMC, negli ultimi due anni, abbia (s)venduto decine di milioni di euro di crediti verso ANAS. Si aggiunga che nei primi cento players delle costruzioni nel mondo c'è solo Salini Impregilo (15° posizione) mentre Austria, Spagna e Francia ne annoverano due a testa. Quindi anche il fattore dimensionale ci penalizza. Ma crescere, in Italia, è davvero impervio.
E il patrimonio pubblico? No comment: le infrastrutture continuano a deteriorarsi, specie quelle ormai “orfane” delle Province. Idem per l'edilizia pubblica. Si chiedano agli Enti pubblici: date di costruzione, interventi manutentivi, conformità urbanistica, impiantistica, sanitaria. Si chieda chi vive nelle case pubbliche, da quando, a che titolo, che canoni versa. Non si attenda però una risposta; quasi mai arriverà.
Possibili soluzioni? Tante: fascicolo del fabbricato, screening sugli immobili più datati, riuso, un grande “piano costruzioni” volto a mettere in sicurezza infrastrutture e immobili partendo dagli edifici strategici (tribunali, scuole, ospedali..). Aggiungerei un'adeguata pianificazione dei benefici fiscali fuori dalla logica degli interventi occasionali (bonus, proroghe..) che duri quanto basta a programmare investimenti; del resto l'alternativa è il calo dei fatturati, che di gettito non ne porta alcuno. Ma le risposte non arrivano, se non attraverso assurde rendicontazioni, contabilità e burocrazia che producono costi economici e amministrativi insostenibili. Il prelievo fiscale resta elevato, il gettito IMU-Tasi, pari a circa 21 miliardi di euro l'anno, viene destinato altrove, con le accise continuiamo a finanziare la guerra d'Etiopia e l'articolo 208 del decreto legislativo 285/1992, che obbligava a reinvestire in sicurezza stradale i proventi delle sanzioni, è rimasto un numero, anzi tre.
ALDO BERLINGUER
PROFESSORE ORDINARIO ALL'UNIVERSITÀ DI CAGLIARI

 

5 - L’UNIONE SARDA di martedì 30 ottobre 2018 / Cultura (Pagina 43 - Edizione CA)
ISRE/1. Il Nobel incontra il Nobel
Nuoro, le due mostre che illustrano il mondo di Dario Fo

A distanza di 82 anni dalla morte, Grazia Deledda conquista le luci della ribalta. Donando ai nuoresi l'incanto di un luogo altrimenti relegato nello scrigno dei ricordi: l'ex Artiglieria. Artefice dell'impresa è l'Istituto superiore etnografico, organizzatore della rassegna “Il Nobel incontra i Nobel - Grazia Deledda e Dario Fo” che ha preso il via il 26 ottobre con la mostra “Il mondo popolare narrato da Dario Fo”.
Duplice la panoramica offerta; la prima (incastonata nell'ex edificio militare) fondata «sull'impegno sociale, culturale e politico nell'arte di un premio Nobel», l'altra (dipanata nel Museo del Costume) declinata sul versante artistico: “La Maschera, la Commedia dell'Arte, il teatro all'improvvisa”. Attraverso questo doppio binario (fastoso il primo, interiore l'altro) il parterre si immergerà nell'humus che affiancò la crescita dei due intellettuali. Individuando il grumo di principi che congiunse le loro esistenze: un coacervo di ideali tenuti insieme dall'ardore che agitò entrambi.
Entusiasta Giuseppe Matteo Pirisi, presidente dell'Isre: «Mi aspettavo la grande accoglienza dei nuoresi, perché il tema proposto è seducente; Grazia Deledda e Dario Fo hanno numerose analogie: ambedue affondano le radici nella lingua e nel mito. Grazie a questo evento la scrittrice nuorese torna a farsi carne viva».
«Lei aveva intuito - aggiunge Jacopo Fo, curatore dell'esposizione e figlio del grande giullare premio Nobel per la letteratura nel 1997 - che la cultura popolare ha una forza sconvolgente. La sua vita, come quella di mio padre, traboccò di passione; li accomunò il fatto che lottarono contro il destino. Rovesciando il tavolo e cambiando vita».
Oltre alle esposizioni visitabili fino al 26 gennaio 2019, tutti i giorni tranne il lunedì dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19, due gli eventi in cartellone: il 10 novembre al Ten la pièce “Mistero Buffo” recitata da Mario Pirovano e il 10 e 11 dicembre nell'auditorium del Museo del Costume il convegno “Oralità narrativa, cultura popolare e arte” curato dalla professoressa Cristina Lavinio.
La manifestazione è patrocinata da Regione, Ministero per i Beni e le attività culturali, Comune di Nuoro e Fondazione di Sardegna.
Claudio Serpico

 

6 - L’UNIONE SARDA di martedì 30 ottobre 2018 / Prima Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
LA PROPOSTA. Mozione al Consiglio comunale ma gli esperti bocciano l'idea: non è necessario
POETTO, SI STUDIA UN RIPASCIMENTO BIS
Il sindaco: «Bisogna intervenire senza commettere gli errori del passato»

Quella data, 8 marzo 2002, è una delle pagine nere della storia cagliaritana: iniziò lo sfregio del Poetto, causato da un improvvido ripascimento. Eppure quel termine, ripascimento, sembra tornare di moda: il mare si è “rimangiato” i 370 metri cubi di sabbia nera riversata in quegli anni. L'erosione non si ferma: la spiaggia è tornata ai livelli del 2002. E si ritorna a usare la parola tabù.
LA PROPOSTA  «Occorre intervenire immediatamente», afferma Federico Ibba, consigliere dei Popolari per la Sardegna, che ha presentato una mozione per creare un'authority, tra Cagliari e Quartu, sul Poetto. «L'ipotesi del ripascimento, evitando gli errori del passato, va presa in considerazione. Come vanno analizzate anche altre soluzioni».
IL SINDACO  Non ci sono dubbi, il Poetto ha bisogno di un intervento perché l'erosione si è “rimangiata” tutta la sabbia. «È un ecosistema fragilissimo», sostiene Massimo Zedda, «da rispettare ogni volta che si interviene. Lo abbiamo fatto con il lavoro sul ripristino del cordolo dunale e della vegetazione, che sta già dando ottimi risultati. Bisogna proseguire, consentendo alle dune di rafforzarsi per diminuire l'erosione. Per evitare gli errori commessi nel passato credo che si possa ragionare su aggiungere sabbia a poco a poco, alla Prima fermata, in modo da poter verificare gli effetti. Nessun ripascimento, il solo termine ricorda la distruzione del Poetto».
GLI ESPERTI  Quella parola proprio non piace neanche a chi, come Sandro De Muro, docente di Geografia fisica e geomorfololgia all'Università, studia il Poetto da anni. «Non credo», interviene, «che un ripascimento sia necessario, anzi. Ci vorrebbe un impegno civile verso un maggiore rispetto dei processi naturali. Servono buone pratiche, maggiore cultura del mare ed educazione ai cambiamenti climatici». Per Stefano Deliperi, ambientalista del Gruppo di intervento giuridico, il ripascimento sarebbe solo un palliativo. «Sino agli anni '70», spiega, «veniva prelevata la sabbia destinata all'attività edilizia di Cagliari e Quartu. A qualche miglio dalla costa c'è una voragine da cui mancano milioni di metri cubi di sabbia. Occorrebbe intervenire su questo».
LA REGIONE  Ci sarà un ripascimento? Sarà “mini” o coinvolgerà tutto il litorale? «Per il momento», fanno sapere dall'assessorato regionale all'Ambiente, «non è arrivato alcun documento. Lo scorso anno abbiamo finanziato gli interventi per fermare l'erosione a Calamosca. Nel caso in cui dovesse partire l'iter sul Poetto si avvierà tutto il processo di controllo». Comunque, a vigilare ci sarà anche l'assessorato agli Enti locali, cui compete il parere preventivo sui colori: decide se accettare o meno il tipo di sabbia che sarà utilizzato. Ma, alla luce di quanto accaduto nel 2002, è probabile che il parere arriverà solo per un piccola porzione. Verrà esteso a tutta la spiaggia solo dopo le verifiche sull'intervento.
Marcello Cocco


Prima Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
IL GEOLOGO
«L'erosione porterà il mare fino alle case»

Geologo, docente a contratto di Rilevamento territoriale all'Università, Giosuè Loj è il rappresentante del ministero per l'Ambiente nell'Ente parco di La Maddalena. E ha partecipato alla stesura di “Eurosion”, il programma europeo che ha elaborato le linee guida contro l'erosione. «Come si fa per tutte le spiagge, prima di prendere qualunque decisione», esordisce, «occorre creare un modello di evoluzione della spiaggia. Solo dopo un serio studio scientifico, si potrà decidere che intervento fare». Un'analisi che deve essere fatta in tempi brevi. «Prima che l'erosione diventi irreversibile». In passato, il modello non esisteva: negli ultimi anni gli studiosi hanno invece raccolto molti dati. «Nel giro di due anni, si può finalmente elaborare il modello che consentirà, poi, di decidere che tipo di intervento fare».
Un ripascimento? «In tante spiagge europee si fa regolarmente. Sapendo bene che è una soluzione provvisoria: dopo un certo periodo, in alcuni casi appena cinque anni, occorre ripetere l'intervento». Cosa che potrebbe capitare anche al Poetto. «L'erosione è in atto e potrebbe arrivare alle prime case».
Perché le correnti continuano a portare via la sabbia dal litorale. Si potrebbe lavorare anche su questo: solo che sembra impensabile eliminare le opere, come le barriere protettive della Sella del Diavolo o il porticciolo di Marina Piccola, che hanno cambiato la situazione. «Ma serve anche una cultura del mare: le ruspe che spostano le posidonie portano via sabbia. E, negli anni, ne hanno involontariamente portato via tantissima anche le centinaia di migliaia di bagnanti che vanno al Poetto». ( mar. co. )



7 - L’UNIONE SARDA di martedì 30 ottobre 2018 / Regione (Pagina 7 - Edizione CA)
GIUNTA. «Creare servizi per attrarre turismo»
Scavi archeologici, la fortuna sottoterra: via al maxi-piano
Investimenti per 8,4 milioni di euro in più di 70 aree d'interesse culturale

L'obiettivo è ambizioso: creare un sistema moderno degli scavi in Sardegna, restaurare i beni archeologici, valorizzare i siti. Soprattutto, costruire attorno al patrimonio archeologico isolano nuove opportunità (in chiave culturale e turistica) e occupazione. L'ultima scommessa della Regione è un “Piano straordinario degli scavi”, un programma da 8,4 milioni di euro per azioni strategiche sulla tutela, valorizzazione e salvaguardia del patrimonio isolano.
RICCHEZZA FORMIDABILE  I fondi coprono il biennio 2017-2018, e 6,5 milioni sono per quest'anno. «Abbiamo un patrimonio unico e diffuso in tutto il territorio che rappresenta un attrattore culturale e turistico formidabile», spiega il governatore Francesco Pigliaru, «e può contribuire in grande misura al benessere della Sardegna, portando lavoro e sviluppo anche nelle zone interne. Ci servono siti ben gestiti per garantire ai sardi e ai turisti la qualità dei nostri beni».
Su questo punta la Giunta, aggiunge il presidente, ed è «la condizione necessaria per far sì che intorno ai siti archeologici si creino sempre più attività e servizi, per rendere fruibile al meglio e in tutta la sua imponenza quello straordinario museo a cielo aperto che è la Sardegna archeologica».
COINVOLTA TUTTA L'ISOLA  Mai più erbacce che coprono tombe nuragiche e tesori lasciati all'usura del tempo. Grazie al programma della Giunta, che negli ultimi 5 anni ha investito 74 milioni di euro sulla cultura, ripartono scavi, ricerche, restauri in tutta la Sardegna: gli interventi previsti, complessivamente, sono 76. Si tratta di siti monumentali scelti per la peculiarità e l'originalità della storia sarda, dal prenuragico fino al giudicale medievale. Dalla villa di Tigellio e il tempio di Astarte sulla Sella del Diavolo, a Cagliari, al nuraghe di Tanca Manna, a Nuoro. Dall'area archeologica dei Giganti di Cabras a quella di Santa Lucia, ad Assolo, fino alla domus de janas Pala Larga di Bonorva, solo per citarne alcuni.
COLLABORAZIONE TRA GLI ENTI  «È il più grande e strutturato piano di scavi archeologici che la Regione abbia messo in campo», afferma Giuseppe Dessena, assessore regionale alla Cultura. «Con gli enti locali, la Soprintendenza e il ministero abbiamo individuato i siti di intervento, per preservare e soprattutto valorizzare i beni, in una nuova ottica di messa in rete e a sistema».
La novità rispetto al passato è che, dal cantiere di scavo fino al museo, la Regione intende curare ogni passaggio per rendere fruibile ai sardi e ai turisti il ricchissimo patrimonio sardo. «Siamo convinti che investire sulla ricchezza culturale, materiale e immateriale, sia importante per il rilancio e la crescita economica dei territori dell'Isola», dice ancora l'assessore Dessena.
LA GRADUATORIA  Nel 2017 la Sardegna, secondo i dati diffusi dal ministero dei Beni culturali, è tra le prime dieci regioni in Italia per numero di visite agli scavi archeologici. Non solo. Nei primi sei mesi del 2018, l'Isola ha registrato la crescita maggiore in termini di consumo di beni archeologici, più 7,6% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. «Un risultato che ci rende orgogliosi e gratifica per gli sforzi messi in campo», conclude l'assessore Dessena.
Mauro Madeddu



8 - L’UNIONE SARDA di martedì 30 ottobre 2018 / Nuoro (Pagina 35 - Edizione CA)
NUORO. Turismo internazionale: la scommessa
Sardinia East Land punta a mille posti di lavoro

«Puntiamo a generare mille posti di lavoro qualificati nel turismo internazionale». Lo stratega del progetto “Sardinia East Land”, Giuseppe Giaccardi, non si nasconde. Lancia obiettivi ambiziosi, dopo le quattro giornate di “Nuoro travel week”, il primo evento formativo in Sardegna dedicato alla cultura di destinazione e all'innovazione turistica che dal 24 al 27 ottobre ha portato nel capoluogo barbaricino docenti universitari ed esperti di fama internazionale. Tra lectio magistralis, otto workshop cognitivi, due workshop di progetto e un seminario di studi, l'evento nuorese lascia in eredità messaggi di speranza. Un futuro turistico da cogliere, risorsa che non ammette esitazioni. «D'altronde, in questi ultimi dieci anni gli arrivi, le presenze e la spesa turistica internazionale su Nuorese e Ogliastra, sono cresciuti rispettivamente del 107, del 118 e del 125 per cento», ribadisce Giuseppe Giaccardi. Trasformazione, connessione, cultura turistica. Le giornate di “Nuoro travel week” hanno messo d'accordo, fatto capire l'innovativa strada da percorrere: Nuorese e Ogliastra vogliono farsi conoscere, insieme, tra mare e montagna. Soprattutto, da settembre a giugno. Concetti apprezzati e condivisi dal presidente della Regione. «Con il percorso di costituzione della Dmo - ha detto Francesco Pigliaru - stiamo dando un sistema di governance al turismo, dove tutti hanno un ruolo».
G. L.


9 - L’UNIONE SARDA di martedì 30 ottobre 2018 / Sassari e Alghero (Pagina 39 - Edizione CA)
SASSARI. L'appello dei vescovi sardi dopo l'incontro promosso nel Nord Sardegna
«NELL'ISOLA TROPPO LAVORO PRECARIO»
L'appello: «Troppi giovani lasciano la loro terra in cerca di un futuro»

Sembrano cadute nel vuoto le sollecitazioni emerse dal mondo cattolico durante la “48ª Settimana Sociale” che si è svolta a Cagliari un anno fa. Erano destinate ai più deboli ed erano accompagnate dall'appello per fare qualcosa. Senza risposte. Adesso la Conferenza episcopale sarda le rilancia con un messaggio chiaro diretto alla politica, agli stessi cattolici, alla società civile e ai giovani perché «non perdano interesse per la vita pubblica, anzi, si impegnino direttamente anche in vista dei prossimi appuntamenti elettorali». Il documento si chiama “Giovani, lavoro e speranze per il futuro”, è stato presentato a Sassari dal presidente della Ces monsignor Arrigo Miglio. Per l'arcivescovo Gian Franco Saba «la scelta di Sassari è importante, perché questo è un territorio fortemente segnato dalla crisi industriale. Sono visibili sacche di povertà che emergono chiare anche dalle condizioni abitative di tante famiglie».
L'ARGOMENTO  Il tema della Settimana Sociale era “Il lavoro che vogliamo: libero, creativo, partecipativo e solidale”. Niente di più lontano. Nel 2017 il tasso di occupazione delle persone in età da lavoro è rimasto stabile al 50,3% ed è inferiore alla media nazionale. «In cima alle preoccupazioni vi è il persistere della crisi occupazionale, con riferimento al lavoro che si sta perdendo e a quello esistente quando precario, insalubre, non adeguatamente retribuito», recita il documento. Sardegna che si spopola. Nel 2017 l'Isola ha visto andare via 4.959 persone. E «si sottolinea come nell'Isola siano minori le opportunità per i laureati, che anzi sono i primi a emigrare». Nel documento si guarda anche agli stranieri. «L'anno scorso le persone accolte risultavano poco più di 5000. Una cifra contenuta e che non giustifica il clima di preoccupazione». Preoccupa invece i vescovi sardi «il rischio di ridurre fortemente il diritto d'asilo in Italia, anche alla luce del dettato istituzionale». Non solo parole, come ha esortato Papa Francesco nel Sinodo dei Giovani. Servono iniziativa, creatività, “buone pratiche” anche delle Chiese locali.
COSA FARE  Qualcosa si è fatto. «Ricordo il progetto nazionale Policoro che qui occupa un certo numero di giovani - ha detto Arrigo Miglio - o ancora, il centinaio di coop nel sud Italia mentre in Sardegna alcune parrocchie hanno messo a disposizione i loro terreni, per iniziative agricole». Si rilevano le criticità da parte delle amministrazioni pubbliche: «Il Reis, il reddito di inclusione sociale, ha ancora ritardi, c'è sempre più difficoltà ad assistere gli anziani, i malati psichiatrici, che sono in crescita, e c'è l'urgenza di una maggiore attenzione verso le antiche fragilità sociali e le nuove, come la dipendenza patologica legata al gioco d'azzardo». Tra le sollecitazioni contenute nel documento «è urgente un rinnovato impegno nell'organizzazione della formazione professionale e necessita di una migliore considerazione il rapporto scuola-lavoro». Infine, è chiesta una maggiore attenzione «al settore dei trasporti, nella prevenzione delle tragedie legate al clima, alla dispersione scolastica».
Franco Ferrandu

 



RASSEGNA STAMPA di LUNEDÌ 29 OTTOBRE 2018

 

1 - L’UNIONE SARDA di lunedì 29 ottobre 2018 / Regione (Pagina 5 - Edizione CA)
LA MISSIONE. Il presidente Ganau
Valencia, mano tesa verso la Sardegna «Più collaborazione»

Un incontro all'insegna della cultura, della storia ma anche della collaborazione tra due terre unite, più che divise, dal Mediterraneo: la Sardegna e la Spagna, e in particolare Valencia. La missione estera del Consiglio regionale è stata, come dice il presidente dell'assemblea legislativa sarda Gianfranco Ganau, «un'occasione unica di confronto per rafforzare i rapporti di collaborazione tra la Comunità Valenciana e la Sardegna».
Ganau e Michele Cossa, presidente del Comitato scientifico per l'edizione critica degli Acta Curiarum, hanno partecipato alle celebrazioni per i 600 anni della Generalitat Valenciana e hanno illustrato le tappe del lungo percorso che nel 1983 ha dato il via al progetto editoriale per la realizzazione di un'edizione critica degli atti dei parlamenti sardi all'epoca dei viceré spagnoli, e dei documenti degli Stamenti. Ganau e Cossa sono stati ricevuti dal presidente delle Corts Valenciane, Enric Morera, nel Palazzo dei Borgia, sede del Parlamento di Valencia, insieme al presidente dell'Assemblea siciliana, Gianfranco Miccichè, ospite con i sardi del Congresso internazionale “La veu del Regne”, organizzato dalle università locali. Le relazioni storiche sono state affidate ai professori Antonello Mattone e Lluis Guia.
LA QUESTIONE CATALANA  Ma nella circostanza il presidente Ganau ha voluto ribadire la preoccupazione del Consiglio regionale della Sardegna per la situazione che si è venuta a creare in Catalogna, dopo la celebrazione del referendum per l'indipendenza. Nel settembre del 2017 l'assemblea sarda si era espressa con un ordine del giorno di censura contro le azioni di violenza della Guardia Civile ordinate dal governo Rajoy, esprimendo solidarietà al popolo catalano. «Sulla Catalogna auspico una ripresa del dialogo per una soluzione condivisa, l'Europa non si giri dall'altra parte», ha detto a Valencia Ganau, ritornando sull'argomento. L'esternazione è legata anche alla presenza del presidente del parlamento catalano, Roger Torrent. Con Morera e Torrent Ganau si è pronunciato in favore della liberazione dei rappresentanti politici indipendentisti catalani, ancora in carcere dopo un anno dalla dichiarazione di indipendenza.
«Affrontare la questione catalana - ha dichiarato Ganau - può essere per l'Europa l'opportunità di ridiscutere la governance democratica delle istituzioni regionali, nazionali ed europee, unico baluardo all'avanzata dei nazionalismi egoistici. Auspichiamo che il nuovo governo spagnolo guidato da Pedro Sanchez riprenda il dialogo per una soluzione condivisa. L'Ue deve contribuire a trovare le soluzioni politiche più adeguate».

 

2 - L’UNIONE SARDA di lunedì 29 ottobre 2018 / Prima Categoria (Pagina 43 - Edizione CA)
Cus Cagliari
Il Villasimius espunga il campo de Sa Duchessa. La squadra di Gianluca Frau si è imposta 1-3 contro un Cus Cagliari in formazione rimaneggiata, a causa diversi infortuni. Gli universitari si sono arresi soltanto negli ultimi minuti. Pronti via e Rais su calcio piazzato serve Gianluca Concas che deve soltanto depositare la palla in rete. La reazione del Cus non si fa attendere e Vargiu ci prova da 25 metri sfiorando l'incrocio. Al 30' Concas con un pallonetto colpisce la traversa. Al 45' Vargiu crossa per Stocchino che di piatto insacca. Nella seconda frazione, il Cus sembra aver in mano la gara ma al 31' su azione di contropiede Cireddu indovina l'angolo giusto. All'87' col Cus riversato in avanti il Villasimius chiude il match grazie a un pallonetto di Gabriele Concas.
Marco Serreli




RASSEGNA STAMPA di DOMENICA 28 OTTOBRE 2018



1 - L’UNIONE SARDA di domenica 28 ottobre 2018 / Agenda (Pagina 24 - Edizione CA)
REGIONE. Accardo e Carta racconteranno le trincee
Un convegno per ricordare i 14 mila sardi morti durante la Prima guerra mondiale

Proseguono le iniziative legate al ricordo degli oltre quattordicimila sardi morti durante la Prima guerra mondiale. Venerdì nove novembre alle 15.30, nell'aula consiliare del Consiglio regionale, è in programma il convegno “Le trincee profonde del Novecento a cent'anni dalla fine della Grande guerra”.
GLI INTERVENTI  A fare gli onori di casa sarà Eugenio Lai, vice presidente del Consiglio regionale; dopo di lui porteranno i saluti l'assessore regionale agli Enti locali, Finanza e Urbanistica Cristiano Erriu, il sindaco di Cagliari Massimo Zedda, la prefetta Romilda Tafuri, il generale, comandante regionale dell'Esercito Giovanni Domenico Pintus. Dopo i saluti, in programma due interventi: quello di Luciano Carta della fondazione di ricerca Siotto Luciano Carta dal titolo “Un paese nella Grande guerra” e quello del docente dell'Università di Cagliari e preisdente del comitato sardo Grandi eventi Aldo Accardo che parlerà de “Le trincee da colmare”.
LO SPIRITO  La scelte del luogo del convegno non è casuale. «La Regione», come ha spiegato Erriu, «sostiene un progetto di recupero dei cimiteri di guerra di Casara Zebio che custodiscono la memoria di tanti sassarini morti sull'altopiano di Asiago». L'assessore ha confermato l'interesse per il lavoro dello storico di Tempio, Guido Rombi, sull'elenco dei caduti sardi: una ricerca faticosa per raccogliere in un database più di 15 mila nomi. In attesa di un patrocinio pubblico, ora più vicino.
LE INIZIATIVE  A spingere per la realizzazione di queste iniziative l'Esercito. «Vogliamo ricordare», ha puntualizzato Pintus, «gli oltre quattordicimila sardi morti durante la Grande guerra. Dal dolore prende spunto la consapevolezza della memoria per guardare al futuro evitando gli errori del passato». Un ricordo che viene fatto attraverso mostre storiche, convegni, conferenze e una rappresentazione teatrale. «Per trasmettere ai giovani», ha concluso Erriu, «i valori di fratellanza e unità nazionale per cui hanno combattuto i nostri nonni».


2 - L’UNIONE SARDA di domenica 28 ottobre 2018 / Medio Campidano (Pagina 31 - Edizione CA)
ARBUS. Ci sarà una cerimonia in Municipio dopo i riconoscimenti a livello nazionale
È un paese per scienziati e scrittori
Premiati la ricercatrice Sanna, l'autrice Pecora e i fratelli Lampis

Dalla ricerca, ai libri, al mondo dell'impresa. Ottobre fortunato per la ricercatrice Serena Sanna, la scrittrice Valeria Pecora e i fratelli imprenditori Mauro e Sandro Lampis, tutti cittadini di Arbus, vincitori di concorsi nazionali, ciascuno nel proprio settore. A loro il Comune vuole rivolgere un riconoscimento speciale con una cerimonia nei prossimi giorni.
LA RICERCATRICE  A Roma, Palazzo Giustiniani, Serena Sanna, 38 anni, dell'Istituto di ricerca genetica e biomedica del Cnr di Cagliari, ha ricevuto il premio della sezione ricerca “Guido Dorso”, iniziativa del Senato, del Consiglio nazionale delle ricerche e dell'università di Napoli. «È stato - ricorda Sanna - un momento emozionante. È la benzina che spinge il motore di ricerca». Una laurea in matematica e un dottorato in scienze mediche, il suo impegno è capire come il genoma contribuisce all'insorgere delle malattie. «Il sogno - spiega - è creare una medicina personalizzata. Dopo lo studio del genoma della popolazione dell'Ogliastra sull'invecchiamento, sto studiando il genoma degli olandesi».
LA SCRITTRICE  A Roma, a Palazzo Chigi, nella sezione opere letterarie e teatrali, “Mimma”, il libro di Valeria Pecora, ha ricevuto il premio Giacomo Matteotti, iniziativa della presidenza del Consiglio dei Ministri. «La riconoscenza - dice l'autrice- per un racconto ambientato a Montevecchio è il massimo. La mia terra, i minatori e le cernitrici che entrano nel palazzo dove si decido le sorti del nostro paese, è un'emozione. Ha vinto Arbus, il mio paese, ha trionfato il passato e gli esempi di uomini e donne che non si sono piegati alla dittatura, ma lottato per la libertà e per avere dalle viscere della terra il pane quotidiano». La protagonista del romanzo è nata a Montevecchio durante il fascismo e le sue vicende si snodano fino alle Brigate Rosse.
GLI IMPRENDITORI  A Pedro, il pecorino prodotto dall'azienda dei fratelli Lampis di Funtanazza, il 2018 ha regalato un'altra importante affermazione. Presso il museo di Asciano, è stato assegnato il primo premio del concorso caseario “Crudi in Italia”, nella categoria lunga stagionatura e una menzione nell'eccellenza di gusto. «È la conferma - dicono soddisfatti Sandro e Mauro - che un buon formaggio ha bisogno di latte di alta qualità e ottenerlo dipende dall'ambiente di allevamento, dal nutrimento e quindi dei pascoli e del territorio, quello di Funtanazza».
Santina Ravì



3 - L’UNIONE SARDA di domenica 28 ottobre 2018 / Regione (Pagina 7 - Edizione CA)
L'INDUSTRIA DEL MARE. La Regione convoca gli operatori per martedì 6
PESCA DEI RICCI, L'AVVIO SLITTA  Attesa per l'ok del ministero
L'assessore Caria assicura: «Si parte a metà novembre»

La stagione di pesca slitta di qualche giorno, ma inizierà presto. E la buona notizia è che il mare si sta ripopolando: «I ricci ci sono, sbaglia chi dice che i fondali sono vuoti», chiarisce Gesuino Banchero, presidente dei pescatori subacquei professionisti della provincia di Cagliari. Anche quest'anno - come nel 2017 - non si inizierà il primo novembre, data di riferimento nelle annate precedenti, ma bisognerà attendere la metà del mese.
IL CALENDARIO REGIONALE  La Regione ha convocato i ricciai per martedì 6 novembre. Poi verrà ufficializzato il calendario. «Ogni anno organizziamo un incontro per condividere i percorsi da fare insieme agli operatori. Non vogliamo calare dall'alto le scelte», spiega l'assessore all'Agricoltura Pierluigi Caria. Anche lui conferma: la quantità di ricci sul fondo marino è aumentata: «Abbiamo chiesto ai pescatori di ridurre il prelievo, questo ha favorito il ripopolamento. Inoltre prosegue il progetto portato avanti con l'università di Cagliari sull'allevamento del novellame».
LE REGOLE PER IL PRELIEVO  Le direttive per la stagione 2018-2019 dovrebbero essere uguali a quelle dell'anno scorso. Chi pesca con una barca e un aiutante potrà prelevare 2mila ricci al giorno, ovvero 4 ceste. Una quantità dimezzata invece per i singoli pescatori che partono da terra. Per gli sportivi la raccolta massima sarà di 50 ricci al giorno.
IL NULLA OSTA  I pescatori professionisti però stanno ancora aspettando il nulla osta ministeriale per pescare in tutta l'Isola. Ogni operatore ha solo un compartimento assegnato, e al massimo può estendere le attività a quelli confinanti. L'anno scorso il ministero delle Politiche agricole fece cadere gli steccati fino al 31 ottobre del 2018. L'autorizzazione però scade tra pochi giorni. Ne servirà una nuova che dovrà essere comunicata alla Capitaneria di porto. Le zone di pesca sono quelle di Cagliari, Oristano, Olbia, La Maddalena e Porto Torres.
«Non abbiamo ancora ricevuto il nulla osta», racconta Gesuino Banchero, che chiede anche maggiori controlli contro i pescatori abusivi: «Da tempo sosteniamo che la zona di Sant'Antioco andrebbe chiusa: li si pesca spesso con lo strascico, durante la notte. Ci lamentiamo da anni: non è una pesca selettiva, si porta via tutti il novellame e distrugge i fondali». L'assessore Caria ovviamente è d'accordo: «Insieme alle altre istituzioni abbiamo messo in piedi molti controlli, non solo sui pescatori ma su tutta la filiera, ristoratori compresi. I segnali sono positivi». E tra qualche giorno i ricci potrebbero tornare nei menu dei ristoranti: molti li avevano eliminati l'anno scorso, per consentire un ripopolamento più veloce dei mari.
Michele Ruffi


4 - L’UNIONE SARDA di domenica 28 ottobre 2018 / Sassari e Alghero (Pagina 46 - Edizione CA)
SASSARI. Sarà gestito per trent'anni e ospiterà attività di teatro, musica e cinema
Nasce la cittadella della cultura
Firma per il passaggio dell'Ex mattatoio all'Accademia delle Belle arti

Ci sono voluti anni e pure un bel po' di milioni ma alla fine la Cittadella della cultura ha preso forma. I lavori erano iniziati nell'ormai lontano gennaio del 2009 e da allora hanno impegnato circa sette milioni di euro. Ma l'iter è finalmente avviato per quello che dovrà diventare un vero e proprio villaggio della scienza, della cultura e della creatività, dove si ritroveranno l'Università di Sassari, l'Accademia delle Belle arti e le associazioni culturali della città, con priorità per quelle che svolgono attività cinematografiche, di teatro, musica e astronomia. Un'area di 3.000 metri quadri e sette edifici situata quasi di fronte all'istituto di Belle Arti. È stato firmato ieri mattina, a Palazzo Ducale, il contratto di comodato d'uso gratuito dell'ex Mattatoio di Sassari.
GESTIONE TRENTENNALE  Il complesso, di proprietà del Comune, viene trasferito per trent'anni (corrispondenti a sei cicli didattici quinquennali) all'Accademia di Belle Arti di Sassari per la realizzazione del "Campus delle arti e dello Spettacolo". L'ex Mattatoio, che prenderà il nome di Ex-Ma.ter, viene dunque restituito alla città.
IL CONTRATTO  Il contratto, siglato dal sindaco Nicola Sanna, dal direttore dell'Accademia Antonio Bisaccia e dal presidente Antonio Mereu, prevede un vincolo di destinazione a uso didattico, di produzione e di coordinamento artistico dell'immobile, nell'ottica di un consolidamento del ruolo dell'Accademia all'interno del tessuto cittadino e regionale quale Istituto di Alta formazione e Ricerca Artistica.
GLI SPAZI  L'Accademia avrà l'utilizzo di tutti gli spazi del complesso, quelli centrali, i blocchi che confinano con via Zanfarino, in fase di completamento e, in partenariato con la Provincia di Sassari, i blocchi che confinano con via Diaz. L'Aula Magna (Cine-Teatro) potrà essere utilizzata, per 62 giorni l'anno, per attività e iniziative organizzate o patrocinate dall'amministrazione comunale. Potrà, inoltre, essere utilizzata dall'Università degli studi di Sassari. Sarà disposto un programma triennale di promozione delle attività culturali, artistiche e didattiche, stabilito da una Commissione tecnico-scientifica composta da due componenti designati dall'Accademia di Belle Arti, da un componente designato dall'Università degli studi di Sassari e da due componenti designati dal sindaco di Sassari.
LA DESTINAZIONE D'USO  L'Accademia Sironi amplierà la propria offerta didattica e formativa, facendo dell'ex Mattatoio la sede dei laboratori e delle aule di insegnamento, oltre che dell'istituendo Corso di restauro, abilitante alla professione di "Restauratore dei Beni culturali". Puntando, inoltre, a rappresentare il cuore pulsante dell'Alta Formazione artistica in regione, l'Accademia avvierà lo sviluppo di un centro di risorse per tutte le associazioni culturali o compagnie che intendano servirsi delle sue competenze nell'ambito del teatro, della scenografia, della pittura e del cinema. (p. c.)
 

5 - L’UNIONE SARDA di domenica 28 ottobre 2018 / Oristano e Provincia (Pagina 41 - Edizione CA)
Sedilo
Per l'area Iloi arrivano 100 mila euro

Un finanziamento di 100 mila euro per mettere in sicurezza il nuraghe di Iloi. I soldi arriveranno dalla Regione in seguito ad una richiesta del Comune. Si puntava ad ottenerne il doppio, ma con queste somme sarà possibile avviare un intervento che appare quanto mai urgente. «Con questo finanziamento siamo in grado di fare i primi interventi di messa in sicurezza dell'area di Iloi. La zona del nuraghe esposta a Sud è a rischio crollo. Interveniamo per evitare che i visitatori non corrano rischi e per completare in parte la valorizzazione dell'area archeologica», spiega il sindaco Salvatore Pes. Intanto l'amministrazione pensa già ad una nuova campagna di scavo per il prossimo anno. «La stiamo programmando, in collaborazione con l'Università - prosegue Pes - Cercheremo di stanziare delle risorse». Dopo 15 anni, a settembre, per un mese, sono ripresi gli scavi. Si tratta di un sito unico nel suo genere. Oltre ad avere capanne circolari, il villaggio ai piedi del nuraghe presenta anche capanne rettangolari che sono piuttosto inusuali per l'epoca compresa tra il 1700 ed il 1500 a.C. In quest'ultima campagna di scavo sono stati trovati, proprio nella capanna rettangolare, alcuni cocci e al centro un focolaio con la presenza di carbone. ( a. o .)

 

RASSEGNA STAMPA di SABATO 27 OTTOBRE 2018

 

1 - L’UNIONE SARDA di sabato 27 ottobre 2018 / Agenda (Pagina 25 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ. Laboratori, seminari e un contest sui social
“Il bello e la sfida di essere donna”,
il concorso dedicato agli studenti

Sarà Alessandra Argiolas l'ospite del primo seminario del percorso-concorso “Il bello e la sfida di essere donna”, promosso dall'Università per la creazione e diffusione di video ed elaborati giornalistici sul rispetto e la valorizzazione della figura femminile. L'incontro con l'imprenditrice, presidente del gruppo Giovani imprenditori della Confindustria Sardegna meridionale, dal titolo “Donne nell'economia” è fissato per lunedì alle 16 nell'aula magna del Rettorato. Seguiranno altri due seminari tematici, due incontri tecnici e una tavola rotonda che chiuderà l'iniziativa voluta dalla rettrice Maria Del Zompo.
LA PROTAGONISTA  Alessandra Argiolas, 34 anni, è responsabile delle aree marketing, commerciale ed organizzazione della Argiolas Formaggi di Dolianova, una delle più importanti industrie del settore lattiero caseario della Sardegna. Sono già più di 130 gli studenti che hanno aderito all'appuntamento che segue le due edizioni di “UniCa per l'etica”, l'iniziativa omologa che ha avuto come scopo la realizzazione di filmati sul tema dell'etica. Con “Il bello e la sfida di essere donna” l'Università intende premiare la creazione e la diffusione di video ed elaborati giornalistici su tematiche inerenti il ruolo della donna nella società odierna, evidenziando le difficoltà che la donna incontra nella realizzazione delle proprie aspirazioni e nella crescita professionale. Possono partecipare gli studenti regolarmente iscritti, alla data del 25 ottobre, ai corsi di studio (laurea, laurea magistrale, laurea magistrale a ciclo unico, dottorato, specializzazione, master) di UniCa - siano essi in corso o fuori corso - indipendentemente dall'età anagrafica, dall'anno d'iscrizione e dal tipo di corso, nonché gli studenti Erasmus attualmente ospiti di UniCa.
IL PROGRAMMA  I partecipanti devono seguire i seminari e la tavola rotonda e successivamente realizzare un video o un elaborato in stile giornalistico sul tema "Il bello e la sfida di essere donna". I migliori video ed elaborati saranno premiati con premi in denaro (mille euro al primo classificato, 500 al secondo attribuiti dalla giuria tecnica, 700 al primo e 300 al secondo nel contest su facebook).

 

2 - L’UNIONE SARDA di sabato 27 ottobre 2018 / Medio Campidano (Pagina 32 - Edizione CA)
Sardara
Innovazione
Università, aziende e start up a confronto per creare progetti a misura di imprenditori. Alle terme di Sardara si concluderà domani la prima edizione del Contamination Boot Camp organizzato dal Crea dell'Università di Cagliari. Sarà presente il rettore Maria del Zompo e i vertici di Banca Intesa, partner dell'iniziativa. (s. r.)

 

3 - L’UNIONE SARDA di sabato 27 ottobre 2018 / Cagliari (Pagina 23 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ
Contratto al ribasso: è protesta

«L'ufficio amministrativo dell'Università di Cagliari nega l'incontro chiesto da Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil per discutere dell'appalto che unisce, per la prima volta, portieri e impiegati sotto un unico contratto al ribasso». Per i sidnacati «il nuovo inquadramento, conseguenza di un capitolato che prevede 14 euro lordi l'ora contro i 17,50 del vecchio appalto, porterebbe a una busta paga ridotta di 450 euro lordi per i 67 impiegati e anche per i 65 portieri». Da qui l'appello unitario delle categorie alla rettrice Maria del Zompo. Filcams, Fisascat e UIltucs hanno proclamato lo stato di agitazione dei 132 lavoratori e lunedì mattina incontreranno i responsabili dell'Ati Coopservice che si è aggiudicata il nuovo appalto dal 1 novembre.

 

4 - L’UNIONE SARDA di sabato 27 ottobre 2018 / Cultura (Pagina 51 - Edizione CA)
SEMINARI. Accademici sardi
Camilleri vola a Beirut con l'Università di Cagliari

Fa tappa a Beirut la sesta edizione del Seminario sull'opera di Andrea Camilleri. Dopo i lavori che a febbraio si sono svolti a Cagliari, specialisti e studiosi s'incontreranno lunedì e martedì in Libano. Le due giornate, volute dalle Università di Cagliari e Malaga (che sarà sede del seminario il 22 e 23 novembre) e dall'Ateneo libanese, vedranno la partecipazione di tanti accademici sardi (Luisanna Fodde, Duilio Caocci, Simona Pilia, Simona Demontis, Elena Sanna, Maria Dolores Garcia Sànchez, Simona Cocco, Maura Tarquini e Franciscu Sedda), del giornalista Stefano Salis e di Giuseppe Marci, primo studioso di Camilleri e promotore delle iniziative che fanno del capoluogo dell'Isola un fondamentale punto di riferimento per ricerche filologiche e letterarie attorno alla figura e all'opera del padre del commissario Montalbano. Già preside della facoltà di Lingue e ordinario di Filologia italiana a Cagliari, il professore terrà una relazione dal titolo “Isole mediterranee nell'immaginario narrativo di Sciascia e Camilleri”. (m. a.)

 

5 - L’UNIONE SARDA di sabato 27 ottobre 2018 / DataNumRighe (Pagina 1 - Edizione CA)
Le istruzioni per i neonati raccontate ai genitori
(E togliete la maglia di lana)

COME DIVENTARE GENITORI ESPERTI...
ANGELICA DESSÌ HYGEIA PRESS pag. 92; euro 14,99
TANTE DOMANDE RACCOLTE IN CORSIA

Angelica Dessì, cagliaritana, ricercatrice universitaria, lavora al Policlinico di Monserrato, dove è responsabile dell'ambulatorio post-dimissione del nido: qui ha raccolto le domande più frequenti dei neogenitori.
Se i bambini venissero al mondo con il libretto delle istruzioni non ci sarebbe più spazio per i consigli ai neogenitori di suocere, zie e vicine di casa con il rimedio pronto in tasca. Il mondo sarebbe - probabilmente - un posto migliore, certe ansie si perderebbero nei mille rivoli della vita di tutti i giorni, mamme e papà non sarebbero avvolti da quel senso di incertezza e improvvisazione che caratterizza nel bene e nel male la prima esperienza con un figlio. Angelica Dessì, ricercatrice di Pediatria dell'università di Cagliari e responsabile dell'ambulatorio post-dimissione del nido del Policlinico di Monserrato, ha raccolto le risposte ai dubbi più frequenti. Un libro scritto sul campo, da madre di due bambini e da consigliera e punto di riferimento per le famiglie degli oltre mille neonati all'anno che vengono al mondo nell'azienda ospedaliero-universitaria. “Come diventare genitori esperti in pochi giorni” (Hygeia press, 92 pagine, 14,99 euro) è diviso in sette capitoli che affrontano in maniera veloce, chiara e diretta tutti i temi attorno a cui ruotano maternità e paternità. L'allattamento, il rientro a casa dopo le dimissioni dall'ospedale, il sonno che viene inevitabilmente a mancare e i piccoli problemi quotidiani dei genitori. «Come devo vestirlo e che temperatura ci deve essere in casa?». Ognuno ha una risposta diversa. Le nonne più apprensive intimano di aggiungere uno o due strati in più rispetto a quelli previsti dalle madri. Tutto questo solitamente avviene in appartamenti dalle temperature equatoriali, mentre «il ministero della Salute raccomanda che l'ambiente dove vive il bambino abbia tra i 18 e i 20 gradi», ricorda nel libro Angelica Dessì. E l'aspetto diventa ancora più importante se si pensa che in tanti studi viene evidenziato il legame tra il surriscaldamento e un «maggiore rischio della sindrome da morte improvvisa».
Oppure, ancora: usare o vietare il ciuccio, dove farlo dormire, come evitare le coliche notturne che rappresentano solitamente il primo scoglio da genitori e fanno tremare anche le più solide storie coniugali. Nel libro si trovano tanti suggerimenti efficaci, a volte geniali, nella loro semplicità. Per le madri, Angelica Dessì è «una pediatra che sussurra ai neonati», per i padri, meno poetici e più pragmatici, è «come un tecnico della lavatrice»: sa sempre dove e come intervenire. C'è un rimedio per tutto, senza dimenticare che ogni caso è uguale solo a se stesso: «Ogni neonato ha la propria identità», ricorda Dessì nel libro. Come dire: i consigli vanno adattati e personalizzati.
Michele Ruffi

 

6 - L’UNIONE SARDA di sabato 27 ottobre 2018 / Cultura (Pagina 51 - Edizione CA)
Globo per il Giornalismo Festival di viaggio,
Luca Telese domani premiato a Cagliari

Un premio di valore: domani al termine dell'ultima giornata del Festival internazionale della Letteratura di viaggio, Luca Telese riceverà a Cagliari il Globo per il Giornalismo. Una cerimonia che inizierà alle 20 e vedrà protagonista anche la scrittrice Sandra Petrignani. La manifestazione, ospite della Fondazione di Sardegna, in via San Salvatore da Horta 2, chiuderà così la sua terza edizione dopo le anteprime di Palermo, Prali, Parma e Pisa, e gli appuntamenti di Sassari e Nuoro. La tappa cagliaritana sarà interamente dedicata alla traduzione e alle presentazioni di libri, e si concluderà appunto con la consegna del Globo per la Letteratura e del Globo per il Giornalismo.
FIRMA SBAGLIATA  L'intervista al giornalista Luca Telese, pubblicata su L'Unione Sarda di ieri, è stata fatta e scritta da Franca Rita Porcu, collaboratrice delle pagine culturali. Per un errore il pezzo è stato firmato all'intervistato, Luca Telese, appunto. Ci scusiamo con gli interessati e con i lettori de L'Unione Sarda.
TAVOLA ROTONDA  La giornata di domenica del festival prenderà il via dalle 10,30 con la presentazione di “Ammatula”, rivista letteraria pubblicata da Arkadia. Subito dopo, alle 11, la tavola rotonda “Setacciare una lingua con l'altra” vedrà la partecipazione degli scrittori e traduttori Marino Magliani e Nicola Manuppelli, Lorenzo Flabbi e i docenti del corso di laurea in Traduzione specialistica dei testi dell'Università di Cagliari, Maria Cristina Secci e Fiorenzo Iuliano.
INCONTRI  Ad aprire gli incontri serali, alle 17, sarà lo scrittore catanese Daniele Zito con il suo “Catania non guarda il mare” (Laterza), affresco della città schiacciata da un lato dalla bellezza del mare, e dall'altro dall'Etna, di recente al centro di importanti questioni legate all'attualità del nostro paese. A seguire l'intervento di Paolo Ciampi con “Il sogno delle mappe” (Ediciclo). Alle 18,45, spazio al “Torpedone trapiantati” di Francesco Abate (Einaudi), con la partecipazione di Giacomo Casti. Dialogheranno con gli autori la libraia e giornalista culturale Alice Pisu della libreria Diari di bordo di Parma, e Maria Carmela Sciacca della libreria Vicolo Stretto di Catania.

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